RUMENO
Dor: attendere con trepidazione lo squillo del telefono,
guardare continuamente l’orologio in attesa di un appuntamento,
avere l’impressione che il tempo che ci separa dalla persona che amiamo non passi mai.
È il desiderio misto a gioia e malinconia di rivedere al più presto le persone di cui sentiamo la mancanza.
Dor: attendere con trepidazione lo squillo del telefono,
guardare continuamente l’orologio in attesa di un appuntamento,
avere l’impressione che il tempo che ci separa dalla persona che amiamo non passi mai.
È il desiderio misto a gioia e malinconia di rivedere al più presto le persone di cui sentiamo la mancanza.
-Bastardo maledetto!-
Il cellulare si schiantò contro la parete, mentre altri imprecazioni gli correvano dietro.
Stronzo!
Perché cazzo non suonava?
Eh, era una congiura?
Non vibrava, né suonava, figuriamoci dare segni di vita di un suo possibile contatto.
-Maledetto schifoso: io ti ammazzo!- si avventò sull’arnese, scuotendolo.
-Kidd- sospirò Killer –Ti ho già dimostrato che funziona- glielo sfilò dalle mani, guadagnandoci un’occhiataccia da parte dell’amico.
-Se non ricevi messaggi da Reiju è perché lei non te li ha inviati- ci pensò bene prima di continuare, ma decise di parlare comunque, sprezzante del pericolo.
-Potresti scriverle tu per primo-
-E ammettere di aver fatto qualcosa di sbagliato?!- ringhiò –Mai!- si riprese l’apparecchio –Ho solo abbracciato Lamy, cazzo!-
-Magari avresti potuto farlo con minor… enfasi?- suggerì.
-Magari potresti farti una riga di cazzi tuoi?- gli regalò l’ennesimo dito medio.
Killer sospirò e lo lasciò ai suoi dilemmi, amorosi.
Dilemmi che non sembravano voler aver termine così presto.
Erano ore che Reiju non si faceva sentire e, cazzo, iniziava a perdere la pazienza.
Gli mancava, ed era inutile che quel fottuto orologio gli mentisse dicendo che non erano passate poi così tante ore dalla loro sfuriata.
Per lui erano passati secoli!
-E andiamo!- incenerì l’orologio a muro –Non prendermi per il culo anche tu!-
Le lancette scattarono di un secondo, non alleviando la sua malinconia.
Sbuffando si buttò sul letto, lasciando il cellulare a terra, lui e la sua dannata omertà.
Dannazione, non aveva fatto nulla di male!
Era solo un abbraccio, una cosa da niente!
Storse il naso e, con braccia piegate sotto il capo, chiuse gli occhi sperando di rilassarsi.
Il torpore della rabbia subito scivolò in una leggera sonnolenza, che sulle note della pioggia accompagnò Kidd in un sonno rilassante in cui Reiju lo abbracciava e lo baciava serena e non più arrabbiata.
-… Dor…- sbuffò prima di cadere tra le braccia di Morfeo, coprendo il vibrare timido e speranzoso del suo cellulare.
Lesse il messaggio di scuse di Reiju due ore e tredici imprecazioni dopo.
Ma lo lesse.