Serie TV > Dr. House - Medical Division
Segui la storia  |       
Autore: SweetPaperella    08/10/2018    3 recensioni
Dal testo: Erano ancora sdraiati sul lettino della stanza in cui per tutto il giorno erano stati, avevano appena fatto l’amore per dirsi addio, dopo aver parlato a lungo della loro relazione, del loro matrimonio finito, eppure non riuscivano ad allontanarsi l’uno dall’altra, nonostante Allison avesse già detto “devo proprio andare” ma non l’aveva ancora fatto.
Stava così bene tra le sue braccia, si era sentita nuovamente viva, al sicuro, amata. Aveva visto negli occhi di suo marito una nuova luce, forse semplicemente entrambi in quei quattro mesi in cui erano stati separati, erano finalmente adulti e realmente consapevoli dell’importanza del loro legame. Allison Cameron questo non poteva saperlo, sapeva solo che una parte di sé non voleva lasciare quel lettino, ma l’altra voleva nuovamente scappare da Princeton e tornare alla sua vita, nonostante il piccolo segreto che si portava dentro e che avrebbe dovuto dire a Robert, ma non ci riusciva.

Ispirata all’episodio 6x17.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Cameron, Robert Chase | Coppie: Allison Cameron/Robert Chase
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita di Allison Cameron e Robert Chase (nel futuro) '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Parte 2

 

Era tornata qualche giorno a Trenton, sempre nel New Jersey, dove si era trasferita per lavoro, ma stava già pensando di tornare, non aveva senso continuare a tenersi lontano da Princeton, non aveva senso continuare ad evitare House, prima o poi avrebbe saputo della gravidanza e soprattutto non voleva che Chase non vedesse loro figlio. Non sapeva ancora se il loro matrimonio avrebbe funzionato di nuovo ma ci voleva provare, di nuovo.

In quei giorni lontani si erano sentiti regolarmente e lui era tornato il dolce e premuroso uomo di cui si era innamorata. Era bello sentirlo di nuovo così vicino, sentire la sua voce dolce e delicata che gli chiedeva del loro bambino, anche se più di una volta si erano ritrovati a punzecchiarsi sul possibile sesso e non si trovavano per niente d’accordo in proposito. Chase credeva che fosse maschio, Cameron femmina, avevano anche scommesso a riguardo a cosa sarebbe stato, non avevano ancora deciso cosa, ma alla fine non gli importava molto, chiunque avrebbe vinto, avrebbero amato il frutto del loro amore; quello solo un modo per ritrovare la loro vecchia complicità.

Parcheggiò la macchina davanti al PPTH ed entrò, senza la paura di incontrare i suoi vecchi colleghi, non aveva più niente da nascondere e si sentiva finalmente bene, come non le succedeva da parecchio tempo.

Sapeva che Robert sarebbe uscito di lì a breve, ma non voleva attendere oltre e decise di andare a salutare il suoi vecchi colleghi e magari portarselo via cinque minuti prima, voleva andare a compare qualcosa per il bambino o la bambina insieme a lui, poi Chase le aveva detto che aveva una sorpresa per lei e onestamente non vedeva l’ora di essere a casa per vederla. Si sentiva come un’adolescente alla prima cotta e forse mai si era davvero sentita così: la loro relazione non era mai stata semplice, avevano fatto l’amore per la prima volta quando lei aveva preso la droga per dimenticarsi per un attimo che forse aveva potuto contrarre l’HIV, poi la loro relazione si era trasformata in una storia di sesso, fino a che entrambi non si erano innamorati, Chase l’aveva capito subito di provare qualcosa per la giovane donna, Cameron per paura era scappata a gambe levate al primo segno di relazione seria, per paura più che altro di ritrovarsi con il cuore spezzato, la sua precedente relazione seria era finita male, aveva sposato suo marito quando era già malato terminale e lei l’aveva visto morire giorno dopo giorno, questa esperienza l’aveva segnata e fatto sì che non fosse più tanto facile innamorarsi; Chase però gli aveva fatto battere di nuovo il cuore e anche se non era stata in grado di dirgli subito sì per il matrimonio, anzi era scappata nuovamente, in cuor suo sapeva che l’amava e che l’avrebbe voluto sposare, per finire il problema Dybala che aveva portato il loro matrimonio a naufragare... ma ora, ora voleva rimettere tutto in ordine, la sua vita, il suo matrimonio e diventare una buona mamma.

Entrò dalla porta a vetri senza nemmeno bussare, dopo tutto il tempo che aveva passato all’interno di quell’ufficio si sentiva quasi in diritto di farlo, anche se questo inevitabilmente avrebbe scatenato le battute sarcastiche del suo ex capo.

«Oh guarda chi è tornata, la figlial prodigo... che ci fai qui, se é per il tuo lavoro, il tuo posto non è più disponibile» gli disse prontamente House, avendo visto chi fosse entrata nella stanza. Non si aspettava di certo di rivedere la sua ex collaboratrice, visto anche il modo in cui se ne era andata e le sue fredde parole nei suoi confronti, l’aveva accusato di aver rovinato il suo matrimonio e di aver macchiato Chase, di averlo fatto diventare come lui, aveva aggiunto che lui era una brutta persona, non aveva detto esattamente così, ma per House era stato chiaro che lei gli stesse dicendo proprio ciò, proprio lei, la donna che per un periodo l’aveva amato e che cercava di tirare fuori il lato migliore di lui, ma che poi si era arresa, vedendo che forse del buono non c’era o che se c’era non voleva farlo vedere, tanto meno a Cameron. Era perciò parecchio stupito di rivederla al PPTH, ma immaginava anche con non era di certo per lui.

«Non voglio tornare nel tuo team, sono qui per mio marito» rispose prontamente, intanto salutando il resto dei suoi colleghi con un sorriso. Non vedeva soprattutto Foreman da un po’, ma immaginava che Chase gli avesse detto della gravidanza.

«Ah non sapevo ci fossimo sposati, sai mi sarei ricordato della nostra notte di nozze» ribatté maliziosamente, in quel modo tipico di lui, ma stavolta non era riuscito a far subire l’effetto desiderato nella sua ex dipendente. Allison si era semplicemente girata verso Robert, ignorando quasi completamente la sua battuta.

«Parlavo di Robert e se non ti dispiace esce un po’ prima»

«Oh l’australiano é tuo marito, giusto! Ma non stavate separandovi? Quindi ormai quasi ex marito, é più corretto» chiese curioso dalla cosa, non sapeva perché, ma improvvisamente si rese conto che gli mancava un pezzo, o forse aveva capito benissimo, ma non era facile ammetterlo. Rimettendo insieme i pezzi, adesso comprendeva ogni cosa, era Cameron la famosa donna incinta menzionata da Chase qualche settimana prima. 

«Scusa non mi ero reso conto... pensavo che ti fossi semplicemente ingrassata da quando ti sei allontana da Princeton» continuò lui, mantenendo quel suo solito arrogante tono di voce, doveva sempre fare una battuta sarcastica o non sarebbe stato felice e ora aveva trovato un pretesto validissimo per dare il meglio di sé.

«Grazie House per aver sempre una parola gentile per tutti» rispose la donna, fronteggiando il suo sguardo con decisione e senza nessun tipo di esitazione.

Gli altri membri dello staff capendo si avvicinarono a Cameron per farle le congratulazione, Foreman che era l’unico che sapeva come aveva previsto la donna, si avvicinò per ultimo e l’abbracciò più stretta degli altri, dicendogli che presto avrebbero fatto una cena tutti e tre insieme per festeggiare la lieta notizia.

«Puoi contarci Eric.» gli rispose Cameron con un largo sorriso, ben felice che il loro più caro amico e collega fosse felice per loro, ma non aveva dubbi in proposito, nonostante la rivalità che poteva esserci tra di loro, sono sempre stati ottimi amici e Foreman, anche se era un tipo molto riservato, aveva sempre dato sia a lei che a Chase ottimi consigli e si era dimostrato leale e pronto a sacrificarsi per loro.

Approfittando di quel momento di pausa, Cameron ripeté ad House che avrebbe portato via prima Chase, il quale subito prontamente si sfilò il camice per seguire sua moglie fuori dall’edificio. Era impaziente di mostrarle la sorpresa che aveva preparato in quei giorni, sapeva altrettanto bene che anche Allison non vedeva l’ora di essere soli per parlarne e vedere cosa lui avesse fatto, la conosceva bene. Inoltre era felice perché aveva visto con quanta fermezza si era rivolta a House, per una volta aveva visto sua moglie non pendere dalle sue labbra e sentiva che finalmente tutto sarebbe andato a posto, il passato non esisteva più e loro potevano ricominciare da capo, come se si conoscessero di nuovo per la prima volta, come se il loro amore nascesse per la prima volta in quel determinato momento. 

«In realtà se non te ne sei accorta siamo nel mezzo di una riunione per capire cosa possa avere il paziente» rispose House, ma aveva capito altrettanto bene che non era una domanda quella di Cameron e che tanto meno gli stesse chiedendo il permesso.

Allison sporse lo sguardo oltre House per leggere sulla lavagna bianca, con inchiostro nero, tipico delle diagnosi di House ed esclamò decisa: «Malattia da siero» non aspettando la risposta del suo ex capo, ma stringendo la mano che Chase le porse, affinché potessero uscire da quell’ufficio e godersi la loro serata insieme. 

House li guardò allontanarsi e tornando poi con lo sguardo verso la sua lavagna, si accorse che Allison Cameron aveva ragione, l’allieva aveva superato il maestro.

 

Avevano deciso di saltare la parte dello shopping e rimandarla al giorno seguente visto che sarebbe stata domenica e Chase sarebbe stato libero da lavoro; per andare subito a casa. Allison a dirla tutta era davvero impaziente di vedere la sorpresa e Chase lo era di fargliela vedere.

Le chiuse gli occhi con la sua mano dicendole all’orecchio di non sbirciare e la condusse verso una stanza. Chase aveva mantenuto la casa che avevano comprato dopo essersi sposati, aveva, a dirla, tutta pensato di andare a vivere da un’altra parte perché ogni stanza le ricordava Allison e il loro matrimonio, se pur breve comunque felice, ma per fortuna non l’aveva fatto, in un certo senso non aveva mai preso la decisione definitiva di venderla perché sperava che lei sarebbe tornata e così era stato, lei era di nuovo a casa loro, insieme a lui.

Cameron si ricordava perfettamente casa, si mise quindi a contare i passi che la separavano dal punto in cui suo marito si era fermato, per capire prima di poter riaprire gli occhi, ma pur impegnandosi non era riuscita a capire dove fosse; capì solo quando Robert le tolse la mano e lei poté ammirare la stanza che avevano scelto  come possibile cameretta per il loro futuro bambino o bambina quando ancora stavano insieme, ma a differenza di quando l’aveva lasciata, adesso era adibita completamente per accogliere il nuovo arrivato o arrivata in casa Chase/Cameron. 

Rimase un attimo senza fiato, al punto da non riuscire a dire una parola, i suoi occhi si erano fatti improvvisamente lucidi e guardò Robert come non lo guardava da tempo: con gli occhi dell’amore, della felicità, desiderando ardentemente il loro futuro insieme.

«É meravigliosa Rob!» gli disse poi, entrando e iniziando a esplorarla. Aveva già messo una culla con dentro un enorme orso di peluche, un fasciatoio con diversi cassetti per posizionare i diversi prodotti che serviranno per l’igiene del piccolo e un armadio per i suoi vestitini e un angolo per metterci i giochi.  

«La culla era mia di quando ero piccolo, l’ho presa a casa dei miei... ah Al ho detto loro anche di noi...» rispose vedendo che lei era rimasta particolarmente colpita dalla culla e dall’orsetto gigante dentro di essa, l’orso l’aveva comprato pochi giorni prima in un negozio, capendo che sarebbe stato perfetto per la sua sorpresa e per far felice il loro bambino una volta nato, non vedeva l’ora di vederlo giocare, mordere e magari rompere l’orsetto e poi piangere per farselo riparare da lui o dalla mamma, non vedeva l’ora di vederlo addormentarsi sempre abbracciato ad esso, di piangere se il suo orsetto preferito non era nel lettino insieme a lui... non vedeva l’ora che nascesse per condividere la sua intera esistenza con lui e per lui. Allison si ritrovò a fare i stessi pensieri, non vedeva l’ora di essere mamma, di prendere in braccio il suo bambino, di stringerlo, coccolarlo, di asciugare le sue lacrime e viziarlo un po’, perché sapeva che non sarebbe riuscita a dirgli sempre di no. Si ritrovarono vicini e si guardarono nuovamente negli occhi, Allison appoggiò la testa sulla spalla di Robert e rimasero così per un po’ a gustarsi la cameretta e a ristabilire un contatto, a riconquistare la fiducia che avevano perso l’uno nell’altra, ad assaporare con quel semplice contatto nuovamente i loro sentimenti assopiti dalla distanza e dalle incomprensioni. 

«Solo che... perché azzurra? Sarà una bambina» gli chiese dopo un po’ Allison alzando di poco la testa dalla sua spalla.

«Tu dici che sarà femmina, ma sarà un maschietto.» ribatté lui deciso.

«Le mamme hanno sempre ragione.» scherzò lei, ora incrociando bene lo sguardo di suo marito.

«Ah quindi avrai sempre ragione tu?» la canzonò lui, stando al gioco di lei, fingendosi serio ma in realtà non riuscì a nascondere un sorriso.

«Certo che si, amore.» rispose spontaneamente, senza rendersi di come l’avesse chiamato.

Robert rimane senza fiato e istintivamente la baciò, senza esitazione e senza pensare alle conseguenze di quel gesto, non si erano più avvicinati dopo aver fatto l’amore in ospedale, ma in quell’occasione era diverso, pensava che si stessero dicendo addio, invece stavolta era un bacio di un nuovo inizio. Allison schiuse le labbra affinché Robert potesse approfondire quel bacio e non si fece trovare impreparato davanti al suo invito a continuare, l’afferrò a sé con ancora più determinazione e il bacio da delicato, si trasformò in passionale, inteso, infuocato, desiderato da entrambi. Riscoprirono il piacere di quel contatto e quando si separarono si ritrovarono a sorridere guardandosi negli occhi.

«Allora cosa scommettiamo?» la prima a parlare fu di nuovo Allison, ma non allontanandosi da suo marito nemmeno di mezzo centimetro, era ancora avvolta dalle sue braccia forti e lei aveva portato le braccia al suo collo e sorrideva furbetta, come non mai. A Robert quello sguardo faceva impazzire e non riusciva mai a resisterle.

«Se vinco io mi devi una partita allo stadio.» non avevano fatto in tempo ad andarci insieme, nonostante Allison glielo avesse promesso, pur non essendo una patita di football.

«Va bene e tu mi porti a teatro» disse di rimando, sapendo già che avrebbe vinto lei, era sempre più convinta che fosse una bambina, poi continuò: «Ma se ho ragione, come credo, le lasciamo la stanza celeste?» rivolgendo nuovamente lo sguardo alla stanza, sperando che alla loro bambina sarebbe piaciuto come colore.

«La ridipingiamo» rispose Chase, sicuro che invece non ce ne sarebbe stato bisogno di dipingere nuovamente.

«Tu ridipingi, io ti guardo.» rise lei, immaginando già suo marito intento a dipingere e immaginando anche il disastro che ne sarebbe venuto fuori, magari la stanza avrebbe cambiato proprio ulteriormente colore e non sarebbe stata nemmeno rosa, da Chase ci si poteva aspettare di tutto.

Robert capendo che lei lo stava ancora una volta prendendo in giro prese l’orso dalla culla e glielo lanciò, colpendola in faccia, Allison fece finta di offendersi per poi lanciarglielo nuovamente lei e scappare verso il soggiorno, affinché lui non potesse prenderla. Per via del pancione che cresceva però era piuttosto lenta e Robert le fu presto dietro, afferrandola dalla vita e tirandola di nuovo verso di sé. 

Entrambi avvertirono il desiderio, la voglia di approfondire il bacio di poco prima, si desideravano ardentemente, in fondo era sempre stato così e sia Allison che Robert avevano sempre pensato che quello che facevano prima di mettersi insieme ufficialmente, era il miglior sesso che avessero mai fatto e quando erano stati prima fidanzati e poi sposati fare l’amore non era stato da meno. 

Robert si avvicinò a lei lentamente, ma fu Allison a spezzare la poca distanza che ancora li divideva. Si stesero sul divano continuando a baciarsi, con intensità sempre maggiore, le mani di Chase accarezzavano la schiena di Allison sotto alla maglietta e lei, giocava con i suoi capelli. Entrambi desideravano qualcosa di più, ma l’uomo non voleva far del male al bambino e anche se di controvoglia si allontanò da sua moglie. 

Allison lo guardò stranita per essersi allontanato e Robert subito gli disse che dovevano stare attenti per il bambino, che magari non era il caso.

«Abbiamo già fatto l’amore e io ero già incinta» ricordandogli del loro momento in ospedale e facendogli notare che non era nemmeno troppo comodo, ora erano sul divano di casa loro invece.

«Hai ragione... é che sono preoccupato» 

«Zitto e baciami Robert!!!» rispose lei prendendo l’iniziativa e tirandogli un cuscino del divano, visto che lui pochi instanti prima gli aveva tirato il peluche. 

Lui rise e l’afferrò nuovamente tra le braccia, ma prima di sfilarle la maglietta completamente, rimase un istante a baciarle il ventre e a sussurrare qualcosa al loro piccolo o piccola in arrivo.

Poco dopo erano ancora sdraiati sul divano, con la sola coperta a coprirli. Avevano fatto l’amore ed entrambi si erano sentiti vivi, si erano nuovamente amati, come solo loro erano in grado di fare, forse anche meglio delle volte precedenti, ormai erano di nuovo una coppia, si amavano, volevano stare insieme e crescere insieme il loro bambino, sapevano anche che avrebbero dovuto parlare, almeno ancora una volta per far sì che il loro matrimonio questa volta funzionasse davvero.

«Ascolta amore...» fu Robert il primo a rompere il silenzio della stanza, entrambi troppo assorti a pensare a cosa dire. 

Quel “amore” fece sussultare leggermente Allison, la quale poi si strinse ancora di più a lui.

«Io ti amo e non solo perché porti in grembo nostro figlio, ti amo da sempre. Ti amo dalla prima volta che sei entrata nell’ufficio di House, con quel tuo sorriso timido, ma che cercavi di nascondere dietro a una maschera di determinazione e forza. Ti amo perché sei timida, ma anche forte come un leone, non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno. Ti ho amata ancora di più quando le tue labbra si sono posate per la prima volta sulle mie, anche quando negavo di provare qualcosa per te. Ti ho amata quando tu non volevi ammettere di provare qualcosa per me, ma ancora di più quando i tuoi occhi puntualmente si illuminavano quando io ti facevo un complimento o quando ti ho fatto trovare i fiori...» ricordando il corteggiamento. Allison a quella dichiarazione sorrise felice, ricordava perfettamente i fiori con la scritta “questi non sono rubati” in cima al suo armadietto, lui che ogni martedì le ribadiva di amarla e che voleva stare insieme a lei; lei che si stava innamorando di lui, ma era così difficile ammetterlo a se stessa e scappava per non dover ammettere i suoi sentimenti, ma poi quando aveva capito che forse l’avrebbe perso se non si sbrigava a dirgli ciò che provava, visto che House l’aveva licenziato, allora era andata a casa sua e finalmente gli aveva aperto completamente il suo cuore. 

«Ti amo perché sei dolce, premurosa e gentile, ma anche divertente, allegra, sempre pronta allo scherzo, ti amo perché un ottimo medico e ami il tuo lavoro. Ti amo perché sei la donna che ho sempre desiderato avere al mio fianco, anche se a volte non sono stato in grado di dimostrartelo come desideravo. Ti ho sempre amata Allison e ora che stiamo per diventare una famiglia ti amo ancora di più.» finì il suo discorso guardandola intensamente negli occhi, i suoi brillavano di una luce intesa, meravigliosa ed erano ricoperti da lacrime di gioia. Non l’aveva mai vista così.

«Ma oggi non è martedì, é sabato...» protestò lei, non sapendo ancora cosa dire per rispondere a una dichiarazione d’amore così sincera, non era mai stato così profondo, aperto, nemmeno quando si erano scambiati le promesse il giorno del loro matrimonio, sentiva che stavolta era tutto diverso, stavolta stavano facendo sul serio e sarebbe stato davvero tutto diverso, come se stessero rinnovando le promesse di matrimonio  e giurandosi amore eterno.

«Vorrà dire che te la rifarò anche martedì la dichiarazione, ma non solo martedì, per tutti gli altri giorni...» rise alla sua affermazione, scuotendo la testa e aspettando la sua risposta, che non tardò ad arrivare.

«Ti amo anch’io Robert, non posso dirti di amarti dal primo giorno che ti ho incontrato, ma posso dirti che mi sono innamorata di te a poco a poco, grazie alle tue attenzioni, ai tuoi sguardi sempre protettivi e dolci, al tuo modo di fare sempre attento e premuroso nei miei riguardi, mi sono innamorata delle tue attenzioni costanti e se inizialmente avevo paura di questo sentimento così forte, poi ho dovuto farci i conti e ho capito che non volevo rinunciare a te per niente al mondo, tu eri e sei l’uomo della mia vita, l’uomo che ho deciso di sposare perché amo più di me stessa, l’uomo migliore che potessi desiderare come padre di nostra figlia.» disse non distogliendo mai lo sguardo da lui, intrecciando la mano in quella di suo marito. 

Cameron sottolineò volutamente la parola “figlia”quasi a rimarcare la loro scommessa, ma Chase fece finta di non sentirla.

Non erano mai stati così sinceri l’uno con l’altra, ma era bello per entrambi aprirsi e dirsi finalmente quelli che erano i loro sentimenti, i quali per tanto tempo avevano dato per scontati, pensando che tanto l’altro sapesse e forse anche per questo che il loro matrimonio era naufragato, si erano dati per scontati e non volevamo più farlo.

«Non ti darò più scontato Rob» disse lei intuendo che i suoi pensieri erano gli stessi.

«E io non ti mentirò più, da oggi sarò un libro aperto e non metterò mai più il mio lavoro prima di te, di noi, di lui» toccandole ancora una volta il ventre nel dire quel lui.

«Lei.» lo corresse ancora Allison ridendo.

«Smettila Al, lo sai benissimo che dovrai venire allo stadio con me» 

«Non sei molto credibile visto la figura che hai fatto in ufficio qualche settimana fa, dicendo a tutti “é incinta”» visto che stavano riprendendo a punzecchiarsi, lei tirò fuori la sua figuraccia davanti al resto del team, gliela aveva sussurrata Foreman all’orecchio quel pomeriggio che era andata a prenderlo. 

«Me l’ha detto Foreman» anticipando le sue parole.

«Io domani lo uccido. Comunque Al, cosa decidiamo di fare? Torni a vivere qui e il tuo lavoro a Trenton?» se un momento prima erano tornati in modalità scherzo, ora il discorso tornò su un argomento che non avevano ancora affrontando e che invece avrebbero dovuto affrontare se volevano mettere in atto tutto ciò che si erano promessi, non potevano mica stare insieme  e crescere il loro bambino a distanza.

«Domani mattina ho un colloquio con la Cuddy, mi ha chiesto proprio lei di tornare per prendere in mano il reparto di Immunologia, il primario é andato in pensione e lei ha pensato a me, sarà un duro lavoro e so che avevo detto che non volevo tornare a Princeton, ma ora siamo una famiglia e l’idea di dirigere il reparto di immunologia é quello che ho sempre desiderato, quindi ho deciso di accettare.» Non gliela aveva ancora detto perché voleva aspettare il momento giusto per farlo, anche lei aveva una sorpresa per lui, ma a differenza di Chase, era riuscita a tenersela per sé fino al momento giusto. Lui la baciò con passione, gliela aveva fatta sotto il naso, ma era felicissimo che lei avesse deciso di trasferirsi di nuovo in città, ora sì che potevano dire di essere una vera famiglia.

Era felice per la sua promozione, se la meritava tutta, era la persona che più se la meritava, era sempre stata impeccabile e precisa nel suo lavoro e non poteva essere altrimenti. 

Si ritrovano ancora una volta a festeggiare le liete notizie tra le braccia l’uno dell’altra, ridendo e scherzando per tutto il resto della serata, mangiando davanti a un buon film, finché non si addormentarono felici per essersi finalmente ritrovati e aver messo un nuovo inizio alla loro vita insieme.  

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: SweetPaperella