Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Nemesis01    09/10/2018    9 recensioni
Luca è un ragazzo all'ultimo anno di liceo che, nel giorno più brutto della sua vita, incontra il dottor Vittorio Salvemini. Peccato che l'uomo sia "responsabile" della morte del nonno di Luca.
[Storia scritta per la challange "Autumn" del gruppo Boy's love]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita mia per cambiare la storia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Si sta come d’autunno sugli alberi

 

L'armonia vince
di mille secoli
il silenzio

(Ugo Foscolo)

 

01 – Pianoforte

 

- Mi dispiace. Non ce l’ha fatta. –

Quella sera di metà ottobre, il medico di turno all’ospedale “Loreto Mare” di Napoli aveva cercato di essere più garbato possibile nel dare quell’infelice annuncio, così come gli era stato insegnato, eppure Luca era rimasto paralizzato, scosso, turbato. Non era mai stato facile per lui dire “arrivederci” alle persone a cui si era legato, e men che meno lo fu dire “addio” a una persona amata che l’aveva lasciato senza preavviso.
Non aveva avuto modo di prepararsi a quell’evenienza, anzi, aveva dato per scontato che suo nonno sarebbe vissuto per sempre, che avrebbero camminato mano nella mano ogni giorno, ogni passo; invece, suo nonno non l’avrebbe neanche visto da diplomato. Il ragazzo, in quell’istante, avvertì il mondo crollargli addosso.

Un leggero velo di tristezza opacizzò i suoi occhi e si sforzò di non piangere; e mentre i suoi genitori si cingevano in un abbraccio, lui stringeva i pugni saldamente, quasi affondando le unghia nella carne.

Suo nonno, quella volta, non ce l’aveva fatta e l’ultima immagine che aveva di lui era quello di un uomo avvinghiato a un secchio pieno di sangue che gli intimava di chiudere la porta di casa, che non voleva che lui lo vedesse così e che gli voleva bene.

Luca non aveva proferito parola ed era rimasto immobile al centro del corridoio asettico dell’ospedale, e stringeva gli spallacci dello zaino grigio con forza per cercare di non piangere. Aveva addirittura provato a combattere la paura per gli ospedali e per i medici pur di stargli accanto, ma lui non ce l’aveva fatta: suo nonno era deceduto e lui stava per avere una crisi di panico.

 

- Ti senti bene? –

 

La voce del medico era calda e confortevole, sembrava essere dispiaciuto dall’avergli riferito che suo nonno era privo di vita e al contempo preoccupato per la condizione in cui sembrava versare il ragazzo, ma Luca non riusciva a formulare una parola. Se si sentiva bene? Come poteva sentirsi bene? Suo nonno era stato molto più di un nonno; era stato un padre amorevole, un insegnante, un compagno di giochi, una guida. Al solo pensiero che non l’avrebbe più ascoltato cantare “T'aggio vuluto bene a te! Tu mm'hê vuluto bene a me!”, che se avesse poggiato l’orecchio sulla porta di casa non avrebbe più potuto sentire il suono di quel pianoforte che era ora solo una scatola vuota, che “La settimana enigmistica” sarebbe rimasta incompleta, le gambe gli tremavano e lo stomaco si chiudeva.

Luca abbassò lo sguardo sconsolatamente e avvertì gli occhi pizzicargli dal bruciore, aveva un groppo in gola, come un agglomerato di saliva e amarezza che non riusciva a mandar giù, che in qualche modo tornava sempre su. Socchiuse gli occhi e gli venne in mente di quando quella volta, suo nonno gli aveva rimproverato di essere disordinato. Strano come gli fosse sovvenuto quel ricordo specifico, di come gli aveva risposto dicendo che “tanto metti in ordine tu”, e ora come avrebbe fatto? Chi avrebbe messo in ordine quel caos? Chi avrebbe finito quel cruciverba?

 

- Hey, ragazzo… -

 

Luca fece in tempo a sollevare lo sguardo per incrociare quello del medico e, un attimo dopo, confuse suoni e colori, sentendosi come una foglia ingiallita trascinata dal vento. La vista gli si annebbiò tutta d’un tratto e, infine, il buio.

 

   

 

Luca riaprì gli occhi e fu subito preso dal panico: dove si trovava? Il soffitto era troppo bianco per essere quello di casa sua e uno strano “beep” faceva da sfondo.

Dov’erano le note della “Sonata al chiaro di luna”?  
Dov’era finito “Notturno per piano e violino”?

L’ “Inno alla gioia” era stato sostituito da versi lamentosi di persone sconosciute che dormivano nei letti accanto a loro, dai rumori delle apparecchiature elettroniche e dai passi frettolosi di medici e infermieri.

 

- Luca, hey, sei sveglio… - la voce amorevole di sua madre lo riportò alla realtà.

- Dove sono? –

- Sei, ehm, non ti preoccupare, eh, non è successo nulla, sei in ospedale… -

- IN OSPEDALE? – Luca saltò dal letto e l’elettrocardiografo sembrò registrare un aumento del battito cardiaco, - VOGLIO ANDARE A CASA! –

- Luca, tesoro, calmati, - la signora gli accarezzò la testa, in un tentativo di placare la paura del figlio, - Hai avuto un mancamento, e ora ti terranno in osservazione per un po’. Il dottor Salvemini è stato così gentile… -

 

Il ragazzo sembrava respirare in maniera affannosa mentre guardava gli occhi rossi della madre. Poco dopo sospirò e guardò fuori dalla finestra; l’unica cosa bella di quell’ospedale era proprio il panorama, poiché la struttura era stata costruita a ridosso del mare.

- Il nonno è morto. – queste erano le parole che riuscì a pronunciare dopo minuti di profondo silenzio. La signora annuì mestamente.

- Sì, il nonno è morto. –

- E non suonerà più. –

- Non suonerà più. –

 

Luca mosse il capo come per annuire e avvertì il cuore spezzarsi in mille pezzi, eppure l’ECG sembrava comunicare valori ora stabili. Cadde nuovamente il silenzio mentre una lieve pioggerella iniziava a scontrarsi con le vetrate del finestrone.

L’autunno era appena iniziato.

 

   

 

Note a margine

Una piccola storia, spero classificabile come “mini-long” per la challange autunnale indetta dal gruppo “Boys love”. Non so se riuscirò a scrivere tutto come da programma, tuttavia avevo necessità di scrivere di alcuni personaggi che, tempo fa, avevo creato e che erano finiti nel dimenticatoio.

Sarà una storia senza pretese quindi vi prego, siate clementi!

Nel frattempo grazie a tutti per essere passati

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Nemesis01