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Autore: daphtrvnks_    12/10/2018    3 recensioni
- In pochi ancora lottavano, serravano i pugni ed in un tacito urlo invocavano e pretendavano la libertà su quel mondo oramai non più loro.-
- Tratto dal terzo capitolo:
'Che ti importa chi io sia, ne hai fatti fuori più di mille senza chiedere loro il nome.'
Come avesse fatto a distinguerlo da un terrestre qualunque potevano saperlo solo i sopravvissuti, l’odore della pelle di quei mercenari era percepibile a lunga distanza; aspro e metallico, si mischiava al sudore ed alla terra, una fraganza maschile forte, di quelle che ti fanno girare la testa assieme ad un bruciore alle narici che si espande fino ai polmoni riempendoti la testa ed il cuore di terrore.
I passi, pesanti come quelli di giganti e la voce scura, batteva nei timpani simile a tuoni.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il lungo mantello rosso scendeva dolcemente sul pavimento in marmo del palazzo, seduto con eleganza il principe volgeva lo sguardo sui combattimenti; al centro della sala due ragazzi di appena sei anni, figli dei guerrieri d'elite, davano scena dinanzi al reale intrattenendolo. Col gomito poggiato al trono ed il viso premuto contro il palmo della mano il giovane Vegeta osservava attento, solo all'apparenza, le continue mosse d’attacco dell'erede di Nappa.

Ancora dubitava sul fatto che fosse davvero suo, ignorando la forza che sarebbe potuta migliorare con un buon allenamento, il viso, gli occhi specialmente non erano i suoi; una forma più ovale, dolce, quasi tipica della razza originaria del pianeta in cui adesso risiedevano.

Avrebbe tenuto per sé quelle ipotesi, restando in silenzio e godendo dei zampilli di sangue che ora macchiavano il candido e pregiato marmo. I suoi pensieri, dopo quel repentino cambio di rotta sul mocciosetto di nome Kyros ritornarono al principio, il punto fisso ed il tarlo che in ogni ora del giorno e della notte si faceva vivo tormentandolo.

Doveva far tornare quei Saiyan sotto il suo controllo, aveva bisogno di carne da macello da mandare per conquistare nuovi pianeti. Sentiva la voglia pungente di poter ancora battersi contro il figlio dell'ex generale per motivi che superavano l’orgoglio stesso di cui il suo cuore era temprato. Bardack, colui che una volta al fianco del padre li aveva condotti alla vittoria contro Freezer. Il fatto che quindici anni prima il divario tra le diverse classi sociali fosse diventato sempre più ingestibile avrebbe dovuto dargli una scossa, fargli capire che quei combattenti di terza classe gli stessero sfuggendo al controllo organizzando in segreto una rivolta, per avere cosa poi?

Avere dei diritti.

Qualcosa di cui nei suoi ventisei anni di vita non aveva mai lontamente immaginato. Aveva vissuto nella monarchia assoluta, circondato da uomini che facevano di ogni suo desiderio un obbligo, era lui a decidere chi dovesse morire o meno, erano lui ed il padre a tenere per il collare quella massa di cani, guidandoli e tenendoli a bada. Ad ogni modo qualcosa si era rotto, quella razza che insieme combatteva con le stesse idee, accomunati dagli stessi peccati, si stava evolvendo. Qualcuno o qualcosa aveva acceso la miccia nel malcontento dei guerrieri di infimo livello, coloro che non avevano mai assaporato la vita di corte perché troppo deboli e non all’altezza. Tarble usava definirli Saiyan di serie B e riteneva che fosse uno spreco di tempo cercare di riportarli sotto l'ala del principe, ma la cosa che egli non intuiva era che in quell'insieme di rozzi uomini se ne trovasse uno che brillava più di tutti.

Kakaroth comandava la rivolta, sapeva della sua potenza fuori dal comune, sempre un passo più avanti della sua. Quell'uomo era indispensabile per fargli creare un nuovo impero, per ritornare agli antichi splendori e reclamare il trono e la corona di imperatori dell'universo che stava loro.

'Puoi andare, avvisa tuo padre che lo richiedo qui in sala tra un'ora.'

Proclamò togliendosi dalla scomoda posizione, si mise ben seduto e sospirando osservò i due ragazzini andar via, subito le schiave si misero a pulire le macchie e rimase qualche attimo a riflettere.

L'ultimo scontro con Kakaroth era avvenuto meno di un mese addietro e non si era risolto nulla, loro possedevano la parte a sud di quella che i terrestri chiamavano 'Giappone', territorio fertile, da quel che gli era stato riferito sorgevano ancora attacchi da parte dei sopravvissuti. Al pensiero di quegli illusi sghignazzò, il loro livello arrivava ad un massimo di dieci e le armi usate, seppur avanzate, non valevano nulla contro un singolo Saiyan.

'Che avete da ridere, fratello?'

Una voce più sottile della sua lo fece sobbalzare, il più piccolo della casata reale amava apparire all’improvviso.

Vegeta quasi stentava a credere che fosse davvero suo consanguineo, nonostante la somiglianza estetica i loro caratteri risultavano essere l'opposto. Il viso ancora fanciullesco e la figura esile, un mantello in seta di un azzurro più scuro del cielo. Lo guardò apparirgli di fronte con un leggero sorriso che avrebbe voluto levargli a suon di pugni.

‘Niente che ti riguardi.'

Rispose altezzosamente. Da quando il padre era morto erano loro due a detenere il comando, il nobile non si era ancora deciso a prendere il posto di re che gli spettava, un po' perché quello di principe lo attirava maggiormente e l'altro perché per farlo toccava sposasse una donna e preso da altro non pensava fosse giunto ancora il momento adatto.

‘Qualche donna?'

Lo vide sedersi al suo fianco, un trono in d'oro massiccio importato da un'altra galassia conquistata decenni prima. Scosse il capo e prendendo a mordere con insistenza il labbro inferiore osservò le schiave, aliene, pulire con i loro abiti sporchi in religioso silenzio.

'Nessuna tra i miei pensieri.'

Il ragazzo sospirò, fece cenno alle serve di lasciarli da soli ed una volta che la grande porta in mogano fu chiusa prese a parlare, sempre con eleganza ed educazione come gli era stato insegnato.

'Vegeta, dovete trovare una donna, una regina. I Saiyan hanno bisogno di una figura di riferimento – ed abbassando il tono aggiunse – o anche loro si rivolteranno.'

Come se avesse detto un'assurdità il maggiore rise di gusto, accavallò le gambe coperte dalla battlesuit e portò le mani rivestite da guanti bianchi sui braccioli del trono del suo vecchio padre.

'Cazzate. Non oserebbero mai farlo, sono troppo forte e loro troppo stupidi.'

L'altro non aprì bocca e scendendo dal posto si avvicinò a lui con timore, il rapporto con suo fratello non era mai stato dei migliori; la madre nei primi anni di vita del principe aveva cercato in tutti i modi di avvicinarli, lasciando che imparassero a convivere insieme nonostante le loro personalità; quella di Vegeta infatti risultava essere più cruenta e meschina, un calcolatore capace di colpire i punti deboli dell’avversario, usava l'astuzia e anche se a volte l'istinto nei suoi gesti predominasse nascondava in sé la figura del leader, al contrario Tarble non possedeva quel lato, agiva senza riflettere e la sua forza benché superiore alla maggior parte dei Saiyan era nettamente inferiore a quella del fratello.

‘Riflettete, è giunto il momento.'

Ci fu un secondo in cui i loro sguardi si incrociarono, uno più insicuro e preoccupato per le sorti del loro regno e l'altro deciso, ostinato. Il lattice bianco si posò sul collo ambrato del più piccolo, le dita strinsero con forza la sua gola ed a denti stretti Vegeta fece capire chi è che comandasse tra le bestie.

'Non ti ho ancora ucciso solo perché mi servi ancora.'

Sentì il suo fiato mancare, la bocca annaspava in cerca di ossigeno e detto ciò lo buttò malamente ai suoi piedi in un inchino forzato.

'È lì che devi stare.'

Si alzò, Tarble dinanzi ai suoi stivali stringeva con forza le palpebre cercando di riprendere il controllo. La porta si aprì prima che Vegeta potesse dire altro, l'imponente figura del fratello di Kakaroth fece il suo ingresso:

Principe, ci sono notizie. Abbiamo preso come ostaggio diverse donne dell'armata di Kakaroth, così come ci avevate ordinato.'

Aveva parlato così velocemente che per Vegeta fu in miracolo aver capito ogni cosa, annuì dopo averlo guardato attentamente. Col fiatone l’uomo dalla criniera pece notò Tarble ai piedi del futuro re, egli venne spinto di lato da un calcio allo stomaco, imbarazzato si alzò senza degnare il guerriero di uno sguardo per poi sparire da una porta secondaria.

Aveva interrotto qualcosa e gli venne la pelle d'oca al pensiero che della sua imprudenza ne sarebbe seguita una punizione.

'Portameli qui e la prossima volta, se non vuoi ritrovarti senza testa, bussa.'

Dopo una breve riverenza ed un 'Sì, Principe.' detto sottovoce, Radish richiuse le porte.

Aveva visto con i suoi occhi il principino venire umiliato dal fratello maggiore e ripensò che, anni prima, avrebbe dovuto fare lo stesso col secondo genito di Bardack.

In tutt'altro luogo, sotto le pendici di un verdeggiante monte, si poteva udire l'accesa discussione tra un genitore ed un figlio. Seduto su di un masso il ragazzo osservava con disprezzo il padre, uno stelo di grano tra i denti rubato da un campo di camelie, gli rinfacciava di non essere stato in grado di proteggere sua madre; qualche giorno prima i sottoposti del nemico avevano preso degli ostaggi, tra queste la bella Gine, nonostante i tentativi di riuscire a recuperarla era stato tutto inutile. Sebbene lo sconcerto iniziale e la rabbia nel sapere che tra quei ‘rapitori' ci fosse anche Radish non si era arreso, voleva a tutti i costi andarla a salvare, era stato fermato dai suoi compagni, specialmente da Bardack che lo aveva additato come un'idiota, un moccioso ancora attaccato alla sua mamma. Si sorprese di come l'affetto dalla parte del padre fosse quasi nullo, sul suo volto non si leggeva neanche un segno di tristezza, doveva esserci abituato alla fine, nella razza dei Saiyan i sentimenti erano banditi.

Un'ora in cui fuori dall'abitazione si lanciavano diverse occhiatacce accompagnate da qualche frase secca e distaccata dalle altre.

Simili nell'aspetto i due differivano solo per una cicatrice sulla guancia del maggiore, i capelli perennemente scompigliati e di un nero scuro, gli occhi dallo stesso taglio come una notte senza stelle, il fisico possente vantava una muscolatura equilibrata, la pelle dura come il granito. Si poteva dire che Kakaroth fosse il suo degno erede; un ragazzo dalla forza inimmaginabile e dal carattere determinato, nascondeva comunque un senso di libertà fuori dal comune, cresciuto tra i prati smeraldo del pianeta Terra aveva perso l'aridità di Vegeta-Sei, quella polvere rossa e l'aria intrisa di sudore che aveva cresciuto i vecchi saiyan in un clima ostile, maturandoli e rendendoli naturalmente più scontrosi e rigidi. Kakaroth era diverso da quelli della sua specie, mostrava a tratti una gentilezza e spensieratezza che veniva spesso assimilata alla madre. Lui, Kakaroth, era formato da due diverse personalità che prevalevano l'una sull'altra durante la lotta o quando si perdeva tra la natura e gli animali.

'Levati quella cazzo di cosa dalla bocca.'

Attaccar briga, il passatempo preferito del padre. Ora che Radish non faceva più parte della famiglia, per i suoi ideali e la devozione al principe che non aveva mai abbandonato, toccava a lui rompere al figlio, stuzzicarlo in ogni modo possibile, vederlo reagire in modo irruento ed iniziare un combattimento. In quel modo il terza classe lo aveva allenato rendendolo l'uomo che aveva sotto gli occhi adesso.

Kakaroth non rispose, si preoccupò solo di alzare lo sguardo al cielo, lì dove uno dei soldati addetti sul fronte stava scendendo in fretta e furia da loro.

Di qualche anno più grande di Bardack dall’espressione sembrava preoccupato, addirittura sorpreso.

Il pensiero che balenò nella testa dei due fu che ci fossero notizie da parte dei reali.

'I terrestri hanno scoperto il nostro punto debole.'

Senza saluti o altro l'uomo si era soltanto degnato di dire schiettamente ciò che aveva scoperto.

Karya, fratello maggiore di Toma, uno degli ex compagni di squadra di Bardack, era un abile combattente dalla corporatura robusta e dai capelli lunghi e folti, la sua particolarità erano gli occhi di un grigio tendente in alcuni punti al dorato, essi spiccavano sul suo viso costernato di cicatrici e segni.

'Non ti capisco, parla bene Karya.'

Kakaroth lo aveva scrutato attentamente cercando in tutti i modi di capire come mai così tanta paura nei confronti di esseri così deboli.

'Ifito, Ifito è morto, ucciso da una terrestre, gli hanno tagliato la coda, ora avete capito?'

Lo sguardo confuso del Saiyan era seguito da quello sconvolto di Karya, passarono pochi secondi prima che una smorfia si dipingesse sul volto del guerriero ed ex generale.

'Ifito era una mezza sega, lo sappiamo tutti, solo uno come lui si sarebbe fatto uccidere da una di così basso livello... Mærea dekvem.'

Rise leggermente borbottando a fine frase 'Povero stolto' nella sua lingua natia, scuotendo il capo portò le mani sui fianchi coperti dalla peluria scura e morbida della sua cara coda.

Ifito aveva appena diciassette anni, figlio di Areto, risultava scarso nei combattimenti eccellendo soltanto nell'arte delle strategie. Uno come lui non sarebbe potuto sopravvivere a lungo nella loro società, un ragazzo che aveva avuto la sfortuna di nascere in un luogo in cui la base fondamentale per poter sopravvivere era dover amare la guerra.

'Sì ma… sanno come poterci fermare, se loro dovessero -'

Venne interrotto dal più giovane, che ancora giocherellando con lo stelo tra le labbra aveva aperto bocca e parato dinanzi una mano nel tentativo di zittirlo.

Quale pazzo si metterebbe mai contro di noi?'

//Yay!

Vi lascio con questo dubbio amletico da parte di Goku, no scherzo, non sia mai! Ho voluto approfondire la razza dei Saiyan qui sulla terra, il rapporto tra Tarble e Vegeta, ma anche quello tra Bardack e suo figlio, al contrario delle mie altre long mi butterò a capofitto nella vita reale della famiglia vegeta, nelle amicizie ma anche nei rapporti di sangue che faranno da contorno a questo scenario di guerra e sopravvivenza, ci saranno molti colpi di scena e di capitolo in capitolo si capiranno meglio sia i personaggi che le situazioni!

Alla prossima!

-Daph



  
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