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Autore: steffirah    13/10/2018    2 recensioni
Sette fiori che parlano con il loro linguaggio, sette storie improntate sull'amore, che sia già sbocciato, che stia fiorendo, che debba ancora germogliare.
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[Raccolta di one-shot che seguono i prompt della SyaoSaku week che cadeva dal 23 al 29 luglio 2018]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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恋愛


 
È da un po’ di tempo che Sakura ha preso questa decisione: il 14 febbraio è riservato esclusivamente a me, ossia devo essere io a regalarle la cioccolata, che poi ricambierà il 14 marzo per il White Day. Non so neppure com’è cominciata questa storia, s’è indispettita per un qualcosa che neppure io stesso sono riuscito a comprendere appieno.
Il mese scorso stava preparando un dolce al cioccolato, per l’appunto, e notandola in difficoltà ho provato a darle qualche consiglio. Lei non mi ha dato retta, intestardendosi a seguire la ricetta passo passo, convinta che ne avrebbe ottenuto un risultato eccellente… e che invece s’è rivelato essere un fallimento totale. Per qualche ragione se l’è presa prima con me, accusandomi di averle portato sfortuna, poi si è pentita e ha rivolto contro se stessa la sua rabbia e frustrazione. A nulla sono serviti i miei tentativi di consolarla, dicendole che non importava, si poteva sempre rimediare preparandone un’altra. Mi sono offerto di aiutarla, il che è parso servire soltanto a stizzirla maggiormente. E allora ha sentenziato che non avrebbe mai più cucinato il cioccolato – ferendomi al cuore mortalmente. Inizialmente ci sono rimasto malissimo, ma poi ho compreso quanto fosse vano tentare di comunicare con lei mentre era di quell’umore – detesto quando succede questo durante quel periodo – e quindi l'ho semplicemente assecondata.
Così eccomi qui a prepararle la sorpresa del giorno, sperando che possa perdonarmi – e soprattutto perdonarsi.
Adagio con cura il bouquet di rose rosse davanti all’ingresso, in modo tale che sia la prima cosa che vede appena rientra. Mi rialzo poi per sparpagliare alcuni petali nel corridoio, creando un percorso che conduce fino in cucina. Al centro del tavolo creo un letto di rose e petali, ponendovi al di sopra il piatto col budino a cioccolato a forma di cuore, circondato da fiocchi di panna montata. Arrossisco lievemente guardandolo, rendendomi conto di non essere mai arrivato a fare qualcosa di tanto smielato. Eppure mi spingerei a realizzare anche l’impossibile per me pur di vedere un sorriso spuntare su quel suo viso d’angelo.
Passo quindi ad accendere delle candele profumate, sapendo che adora la fragranza di vaniglia, dopodiché mi allontano spegnendo le luci per guardare il mio operato, assicurandomi che non manchi nulla. La luce soffusa delle fiammelle crea un’atmosfera aranciata, sui toni del rosso quando tocca i fiori. Ha un’aria… surreale.
Dato che ormai mancano pochi minuti al suo ritorno attendo trepidante in cucina, nascosto dietro un mobile e qui mi stendo la camicia, cominciando a sentirmi sudare freddo.
Spero di non aver compiuto nessun passo falso. Spero le piaccia la sorpresa. Spero mi perdoni per la mia involontaria invadenza.
Sento la porta scattare e mi asciugo il sudore delle mani sui pantaloni, trattenendo il respiro.
«Tadaima.», si annuncia, seguita da un tintinnio di chiavi.
Odo il lieve chiudersi della porta e lei trattenere un’esclamazione – mi auguro di stupore o gioia.
«Syaoran-kun!», esclama con voce squillante.
Suppongo stia armeggiando con le scarpe per togliersele, qualcosa sbatte contro qualcos'altro, si lamenta un po' e immediatamente mi faccio avanti, dimenticando i miei piani. Non appena giungo dietro al tavolo, tuttavia, me la ritrovo all’ingresso della cucina, trafelata e trasandata, coi capelli scomposti, come se avesse fatto una corsa chilometrica, reggendo le rose tra le mani.
Mi mordo un labbro per non ridere e faccio il giro, avvicinandomi a lei, aggiustandole un po’ i capelli e approfittandone per baciarle una tempia, augurandole: «Bentornata.»
I suoi occhi vagano da me ai fiori al percorso ai suoi piedi al dolce per poi fare il percorso a ritroso, riempiendosi sempre di più di lacrime.
«Oh, Syaoran-kun!»
Mette il bouquet da parte per saltarmi letteralmente addosso, lasciandomi spiazzato. Mi stringe fortissimo, quasi stritolandomi.
«Non dovevi.», farfuglia, la voce attutita dalla mia maglia.
«Non mi è costato nulla.», la tranquillizzo, lasciandole un bacio tra i capelli, sulla testa.
Lei si sposta di poco, allungandosi sulle punte, posando le sue labbra sulle mie per un tempo infinito.
«È veramente tantissimo.», mugola felice, strofinando la punta del naso contro il mio.
Arriccio le labbra per il solletico e mi tiro un po’ indietro, porgendole una mano. Lei vi posa la sua, sorridendomi radiosa mentre la accompagno fino alla tavola. Qui sposto una sedia per farla accomodare e lei si fa scappare un risolino, ringraziandomi. Mi accomodo alla sua destra e intreccio delicatamente le mie dita alle sue, prendendo una cucchiaiata del budino.
«Fai “aaah”.»
«Vuoi viziarmi!», ride deliziata.
«Hai scoperto il mio piano.», ammetto, mostrandomi sconfitto.
La sua risata affievolisce un po’, ma il sorriso non svanisce quando effettivamente fa “aaah”. La imbocco, sorridendo della sua espressione felice. Sembra quasi essere tornata una bambina. Pensandoci, mi sa che questa è la prima volta che sono io a darle da mangiare.
«Ora tocca a me!», esclama, togliendomi il cucchiaio di mano.
«Ma questo è il mio regalo per te.», ribatto pacato, riprendendone possesso.
«Non è giusto che lo mangi solo io! E anche io voglio imboccarti.», si lamenta, facendomi il muso.
Ma quanto può essere adorabile e disarmante?
Sospiro, rinunciando. «Come desideri.»
«Yay!», esulta, prima di fare lo stesso con me.
La assecondo, assaggiandolo, scoprendo che fortunatamente è venuto buono.
La guardo soddisfatto, notando uno scintillio malizioso traversarle gli occhi, evidente pure con questa luce fioca. So già che sta meditando qualcosa, ma non faccio in tempo ad indagare più a fondo che mi sporca il viso con la panna. La fisso esterrefatto.
«Sakura!»
Lei ride soltanto e in tal modo capisco che il mio desiderio di renderla felice si sta realizzando.
Chiudo gli occhi, sollevato, e la percepisco allungarsi verso di me. Non ho idea di che altro le stia passando per la mente, a volte ha queste pensate folli totalmente imprevedibili. Come quando decise di fare un picnic in giardino, improvvisandolo al momento, per potercene stare un po’ all’aria aperta e rilassarci dopo una lunga giornata lavorativa. Anche oggi, chissà quanto è stanca….
Avverto le sue labbra posarsi sul mio naso e sto per riaprire gli occhi, quando poi le dischiude, leccandomi. Sorrido sghembo, capendo.
«Guarda che devi pulire bene eh.» Mi fingo perentorio e lei mormora un consenso, leccando tutti i punti in cui mi ha sporcato.
«Sei buono.», constata in tono morbido, non appena sembra aver finito.
Riapro gli occhi e la trovo come incantata, ma subito scuote la testa, tirandosi indietro. Prende una rosa, portandosela al naso per odorarla; poi, come colta da un’illuminazione, si avvicina ad una candela, annusandola.
«Vaniglia!»
Il suo viso si illumina e io, qui, sento che potrei restare a mirarla in eterno. È così bella. Il suo sorriso rischiara tutto ciò che la circonda, come fosse una stella. E anche quando lo riduce ad un accenno sereno la luce delle fiammelle danza sulla sua pelle, creando un fascinoso gioco di luci e ombre. Un gioco di cui desidero, improvvisamente, essere parte. Non restando più in ombra, per essere avvolto dalla sua luce. La stessa che risplende nei suoi occhi, adesso, facendoli sembrare più chiari, come se in essi scoppiassero morbide scintille di seta.
Sotto il sortilegio del suo fascino mi sposto silenzioso verso di lei, prendendo tra le dita uno dei petali, incuriosito. Chissà come reagirebbe…. Le passo il lato morbido di esso sulla mandibola, seguendone la linea fino al mento. La vedo chiudere le palpebre in quell’espressione che ormai ho scoperto essere per lei una rappresentazione di completa beatitudine. Scivolo lentamente sul suo collo, e lei rabbrividisce. Noto che si stringe la gonna tra le dita. Poso l’altra mano su queste per stendergliele, cosicché non si faccia inconsciamente male. Proseguo nel cammino verso il suo petto, che vedo alzarsi e abbassarsi a fatica. Percepisco le sue dita artigliare le mie, infilando le unghie nel mio palmo, per poi sfiorarlo delicatamente coi suoi polpastrelli.
«Sya-Syaoran-kun…», si morde il labbro, ansante.
Mi guarda, sperduta, così come io mi sento totalmente perso in lei. Lascio cadere il petalo, sostituendolo con le mie dita, sbottonandole di poco la camicetta, sfiorandole l’orlo in pizzo del reggiseno… rosso. Sorrido, notandolo. Aveva previsto tutto.
«Cosa c’è, Sakura?», domando in tono mellifluo, soffiando le parole direttamente nel suo orecchio.
Si poggia a me anche con l’altra mano e mi stringe il braccio non appena la bacio proprio lì; a stento reprime un gemito. Eppure dovrebbe sapere, ormai, che non c’è bisogno che si trattenga. Continuo a baciarle il collo, scendendo sulla clavicola, risalendola con la lingua. Ha un profumo così delizioso e delicato, un sapore così dolce….
Il suo respiro mi giunge sempre più spezzato e mi interrompo un attimo, temendo che possa sentirsi male. Mi distanzio di poco, vedendo che le sue dita tremano e così le sue labbra, che cerca di serrare come può. Le sfioro con le mie, chiamandola di nuovo, e lei le schiude, alitando il mio nome. Alle mie narici giunge un profumo dolcissimo e familiare: cioccolato. Un profumo che amo ancora di più se combinato alla donna che amo.
La bacio di nuovo, stavolta permettendomi di assaggiarla. E lei non fa alcuna resistenza, me lo concede subito, come se a sua volta non aspettasse altro. Affonda una mano tra i miei capelli e, istintivamente, la stringo a me, facendola finire sulle mie gambe, approfondendo maggiormente il bacio.
Le carezzo i fianchi e lei si stacca giusto di un millimetro, boccheggiante.
«A-andiamo in camera…. Letto…»
Sorrido, dandole un rinnovato bacio d’approvazione. Non poteva chiedermi regalo migliore.









 
Angolino autrice:
Dato che sono in imbarazzo, dico solo che questa è la ragione per cui come rating della raccolta ho messo il giallo.
Spiegazioni/traduzioni:

恋愛 (ren'ai) = amore (affetto, passione)
- White Day è il giorno in cui si ricambia ciò che si riceve a San Valentino
- Tadaima = sono tornata (a casa)
  
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