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Autore: Signorina Granger    14/10/2018    7 recensioni
* Raccolta di OS collegate alla storia “Half-Blood” e dedicate ad alcuni dei protagonisti *
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hunter & Penelope 

 
Hunter Blaine Image and video hosting by TinyPic& Penelope Gray Image and video hosting by TinyPic




Hunter si svegliò con un sorriso ma ci mise qualche istante a rendersi conto di non essere solo, intorpidito e assonnato, ma rilassato, com’era. 
Scattò quasi a sedere quando si voltò e trovò Penny accanto a sè, stesa sul letto con il volto appoggiato al cuscino e i capelli biondi sparsi sulla schiena nuda.

Il ragazzo sorrise quasi senza volerlo, restando a guardarla per qualche istante prima di chinarsi, scostarle leggermente i capelli e lasciarle un bacio in mezzo alle scapole. Infine si alzò, facendo il più piano possibile, e s’infilò i pantaloni del pigiama per andare in cucina e prepararle la colazione. 

Stava preparando le uova con molta più allegria del solito – di certo se Max l’avesse visto lo avrebbe definito “ebete” – quando sentì dei passi leggeri e, infine, due braccia stringerlo. Penny si appoggiò alla sua schiena nuda, appoggiando la guancia sulla sua pelle, e Hunter sorrise prima di voltarsi leggermente:

“Buongiorno.”
“Ciao.”
Penny sorrise appena, la sua camicia addosso e visibilmente imbarazzata, ma Hunter le sorrise e la baciò dolcemente prima di prenderle il viso tra le mani, studiandola con leggera apprensione:

“Va tutto bene, vero? Non ti sei pentita.”
“No, certo che no. Sei stato molto dolce.”

La ragazza arrossì leggermente e Hunter sorrise, accarezzandole una guancia prima di baciarle la fronte:

“Ti amo, Penny.”
“Anche io.”


*


Hunter camminava sulla ghiaia tenendo Penny per mano, procedendo in silenzio in mezzo alle lapidi per la prima volta dopo molto tempo.
Non era andato a trovare spesso i suoi genitori in cimitero nel corso degli anni, da bambino Charles lo portava spesso a “salutare” la madre ma lui aveva preferito smettere dopo la morte dell’uomo: di certo suo padre avrebbe voluto saperlo felice, non vivere una vita come quella, e non avrebbe saputo cosa “dirgli”. 
Quel giorno però era diverso, Voldemort era morto da una settimana e anche se il Ministero era pieno di disordine – dovuto al riassestamento generale – Hunter aveva deciso di andare finalmente dai suoi genitori. 

“È qui.”
La sua voce ruppe la bolla di silenzio che si era andata a creare tra di loro da quando si erano Materializzati davanti ai cancelli del cimitero, e Hunter condusse Penelope fino alle lapidi dei suoi genitori, sistemate vicine sotto le pressioni sue e di Max di anni prima.

Erano quasi due anni che non andava lì e si sarebbe aspettato di trovare le tombe impolverate e da sistemare, perciò si stupì non poco quando trovò tutto in ordine, anche se non c’erano fiori.

“Max…” il ragazzo sbuffò leggermente, immaginando perfettamente la sorella andare a sistemare periodicamente le tombe dei suoi genitori portando candele, sistemando i sassolini e dando da bere alle piantine.

“È stata carina.”
Penny sorrise e il ragazzo annuì prima di agitare la bacchetta e far comparire dei fiori sulle tombe mentre Penny gli sistemava il braccio sulle spalle e appoggiava la testa su una di esse, circondandogli il petto con l’altro.

“Ti sarebbe piaciuto mio padre. Di mia madre non ricordo niente, ma mio padre diceva che fosse meravigliosa.”
“Sono sicura di entrambe le cose. Dopotutto erano i tuoi genitori, dovevano esserlo per forza.”

Penny gli sorrise dolcemente e Hunter annuì, abbassando lo sguardo su di lei ed esitando prima di sollevare una mano e sfiorarle dolcemente i capelli biondi, parlando a bassa voce:

“Tu sei meravigliosa. Stento ancora a credere che sia finita e che possiamo cambiare vita, adesso.”
“Beh, credici. Niente più scuola atroce, torture, maledizioni, niente più Mangiamorte o Purosangue che ci comandano a bacchetta, niente più morti. Il resto delle nostre vite, la parte bella, si spera, sta iniziando e io non vedo l’ora di passare la mia con te.”

Hunter la circondò con le braccia, sussurrando che l’amava prima di darle un bacio sui capelli, appoggiando il mento sul suo capo per poi chiudere gli occhi, lasciandosi cullare dolcemente dal silenzio e dalla pace. 

Niente più morti.
Hunter sperava vivamente che avesse ragione, perché aveva già vissuto a sufficienza nella paura di perdere le persone a cui teneva.


*


Non appena le cose si sistemarono Hunter la convinse a denunciare Roman, anche se espresse più volte il desiderio di eliminarlo con le sue mani.
La ragazza lo convinse a non farlo – non voleva che finisse nei guai ora che potevano finalmente vivere in pace –, ma una volta iniziato il processo Penny si scoprì quasi titubante sul suo dover testimoniare: le cose non erano andate benissimo l’ultima volta in cui lo aveva visto, e non era sicura di come avrebbe reagito ritrovandoselo davanti.

Si ripeteva che doveva passarci sopra, superarlo e andare avanti, e con il supporto di Hunter e dei suoi amici si convinse che dovesse farlo, così quel giorno lasciò che il fidanzato e Ludwig l’accompagnassero, guardando l’amico sorriderle e assicurarle che sarebbe andato tutto bene prima di entrare in aula.

Tra il pubblico c’erano anche Faye, Larisse, Raphael, Wyatt, Max e i suoi genitori, ma non quelli di Roman, che erano già stati arrestati entrambi.

Non fu facile, affatto, ma Penny lo guardò in faccia e, a distanza di circa sei anni, raccontò per filo e per segno cose le fosse successo sotto il tetto dei Nott. 
Non guardò sua madre, ma fu quasi certa che la donna pianse, ad un certo punto, mentre Hunter, ascoltando quelle parole, serrò le mani a pugno tanto da farsi diventare le nocche bianche.

Parlò anche lui e cercò di essere il meno diretto possibile per non turbare ulteriormente Penny, ma guardò direttamente Roman negli occhi per tutto il tempo quasi con sfida e quando venne rilasciata la sentenza l’abbracciò e le sfiorò la testa, assicurandole che sarebbe andato tutto bene e che nessuno le avrebbe mai più fatto del male.
Non l’avrebbe mai permesso.


*


“Ehy, com’è andata oggi? Stanca?”

Hunter sorrise e diede un bacio a stampo alla fidanzata quando le aprì la porta di casa, guardandola annuire con un sospiro mentre lo superava, asserendo che il suo turno le era sembrato infinito quel giorno.

Hunter aveva deciso di lavorare come Auror dopo la morte, un anno prima, di Voldemort, mentre Penny aveva preferito cambiare radicalmente vita decidendo di aiutare le persone in modo diverso, diventando una Medimaga.

“Beh, sto facendo la pizza, e Max dice che è una delle migliori medicine in assoluto.”
“Max ha ragione. Grazie per la cena, era da un po’ che non stavamo insieme in tranquillità per qualche ora… Dov’è tua sorella?”

Penny, dopo essersi tolta il soprabito, raggiunse Hunter dietro al bancone della cucina e gli allaccio le braccia intorno alla vita, appoggiando il capo sulla sua spalla per dargli un bacio su una guancia mentre lui versava della passata di pomodoro sull’impasto steso.

“Stasera Erik e Haze lavoravano fino a tardi, così ha deciso di andare da Audrey… Ascolta, a proposito di mia sorella… lei e Erik stanno pensando di andare a vivere insieme, e lei si trasferirebbe da lui. Perciò, ho pensato che magari… Ti andrebbe di fare lo stesso venendo qui.”

Hunter non si voltò, ma smise di stendere in modo omogeneo il pomodoro con il mestolo e sentì Penny irrigidirsi e sollevare la testa, stupita, prima di continuare a parlare con voce carica di nervosismo.

“Insomma, lo so che siamo molto più giovani di loro, abbiamo solo 22 anni, ma possiamo sempre provarci e se vediamo che non va possiamo…”
“Hunter. Va bene. Non importa la nostra età, stiamo benissimo insieme, no? Mi piacerebbe vivere qui con te.”

Penny sorrise e sollevò una mano per accarezzare il viso del ragazzo, che si voltò con un sorriso prima di baciarla.

“Fantastico. Devo solo chiedere il permesso al vero padrone di casa, ma non penso ci saranno problemi.”
“Ovvero?!”
“Jazz, che domande!”


*


“C’è stato un cambio di programma.”
“Ovvero?”
“Hai presente quello che ti ho detto su Erik e Max?”
“La convivenza? Hanno cambiato idea?”

“In un vero senso. Due giorni fa Erik si è presentato qui, io ero al lavoro, e ha detto a Max che si era reso conto di non essere tipo da convivenza e di non volerlo fare. Lei stava per ucciderlo o forse per piangere per la prima volta dopo non so quanti anni, ma poi lui si è inginocchiato.”

“NO!” 
“Sì. Pare che la mia sorellona si sposerà.”
“È meraviglioso, che carini!”
“Non è meraviglioso, io odio vestirmi elegante, e dovrò anche portarla all’altare!”

“Stai dicendo che noi non ci sposeremo mai perché tu odi vestirti elegante?!”
“No, per te farei un’eccezione, come per Max dopotutto.”


*


“Devi smetterla di cucinare tutte queste cose, diventerò una balena nel giro di un mese di questo passo!”

Penny sospirò mentre si alzava per portare il piatto vuoto nel lavello, pensando alla gran quantità di cibo che Hunter le aveva fatto trovare il giorno dopo il suo trasferimento a casa sua. La ragazza si era detta che fosse l’euforia e la gioia del momento, ma dopo una settimana Hunter continuava a sfornare di tutto e di più ad ogni ora. 

“È un modo per manifestarti il mio affetto e quanto sono felice di averti qui.”
Hunter le si avvicinò con un sorriso e l’abbracciò da dietro, chinando la testa per baciarle il collo mentre Penny sbuffava debolmente, asserendo che avrebbe dovuto trovarsi un altro hobby oltre alla cucina.

Hunter invece continuò a sorridere, scuotendo il capo e mormorando che non l’avrebbe mai fatto, neanche per amor suo, prima di mordicchiarle l’orecchio e dirle di non preoccuparsi visto che ci avrebbe pensato lui a farle smaltire quello che mangiava.

Solo all’ora Penny si accorse che il ragazzo le stava sbottonando la camicia, e la ragazza abbozzò un sorriso prima di lasciare di nuovo il piatto sul tavolo, voltarsi e baciarlo. 
I piatti avrebbero anche potuto aspettare, dopotutto.


*


Era strano immaginare Max, la sua sorellona ribelle e imbranata, sposata, ma vedendola tanto felice Hunter non poteva che essere felice a sua volta. Essendo cresciuti insieme fu strano vedersi drasticamente meno per i primi tempi, specie perché Max abbandonò il lavoro di Auror poco tempo dopo le nozze, dichiarando di aver fatto il suo dovere per contribuire a sistemare la situazione socio-economica del Paese ma che era arrivato il momento di cambiare rotta, finendo col fare ciò a cui pensava fin da ragazzina, ovvero aprire un negozio di restauro e antiquariato vista la sua passione per l’aggiustare qualunque cosa e la sua capacità di conoscere la storia di tutto ciò che le capitava sotto mano.

Erik e Maxine erano però invitati a cena da loro tutti i venerdì sera e anche qualche domenica a pranzo insieme a Raphael e Larisse, momenti in cui Max non mancava mai di dire al fratello quanto felice fosse.

Nell’arco di qualche mese, mentre osservava la sorella ridere, tenere per mano, abbracciare, insultare o scherzare con Erik, Hunter iniziò a riflettere sulla sua relazione con Penny. 
Chissà, forse quel passo poteva non essere poi così distante neanche per loro.

Con tutto il tempo che avevano perso, non aveva intenzione di sprecare neanche un singolo minuto.


*


Larisse e Raphael stavano litigando a proposito del monopolio sulla televisione quando Penny si catapultò nel salotto attraverso il camino urlando di dover parlare con l’amica. 
Raphael sarebbe stato ben felice di ascoltare e spettegolare, ma venne sbattuto fuori dalla fidanzata, che si appropriò definitivamente del telecomando e gli suggerì anche di andare a prendere una pizza.


“Capiti a fagiolo Penny, ora la Tv è mia, Raphael dovrà guardare L’Attimo Fuggente senza proteste e avrò anche una pizza, di bene in meglio. Allora, che succede?”

Larisse sorrise all’amica mentre si metteva più comoda sul divano, guardando la bionda seduta accanto a lei che non riusciva a stare ferma o a smettere di sorridere.
Alla fine invece di parlare Penny decise di sollevare direttamente la mano sinistra, permettendo alla rossa di guardare il suo anello.


Raphael stava attraversando il vialetto di casa con le mani in tasca, borbottando che per ripicca avrebbe preso alla fidanzata una disgustosa pizza ai broccoli, quando sentì la stessa Larisse urlare. 
Ovviamente si precipitò di nuovo dentro casa, ma non trovò né un bagno di sangue né un intruso, solo le due ragazze abbracciate. 

“Che succede?!”
“Penny e Hunter si sposano!”

Larisse sorrise raggiante al fidanzato, che la imitò prima di raggiungerle e abbracciarle entrambe.


“Fantastico, farò da testimone!”
“E io da damigella!”
“Ma dicci Penny, come te lo ha chiesto? … e soprattutto, perché a me non aveva detto niente?!”

“Piantala di fare la primadonna pettegola, Rafe!”


*


Hunter odiava vestirsi elegante, ma quel giorno lo fece senza remore, indossando l’abito da cerimonia prima di posizionarsi, in attesa, vicino all’altare con Max, che era stata ben felice di accettare il ruolo di prima testimone, e Raphael. 

Continuava a sentirsi un pinguino – anche se si ripeteva che l’importante era piacere a Penny – ma smise di pensarci quando la vide entrare in chiesa insieme a suo padre, che l’accompagnò fino all’altare per poi darle un bacio sulla guancia e riservare a lui un’occhiata eloquente insieme ad una pacca sulla spalla. 

Hunter rispose al sorriso che Penny gli rivolse quando le loro mani s’intrecciarono, e pensò che vestita di bianco apparisse più che mai come la personificazione della purezza.

Quando le mise la fede le dita gli tremarono un poco, così come la sua voce quando pronunciò le promesse. Ebbe l’impressione che Max, alle sue spalle, si stesse commuovendo alla fine della funzione, quando finalmente Hunter potè stringere delicatamente Penny per la vita, attirarla a sè e baciarla, ma Raphael le passò tempestivamente un fazzolettino mentre anche Larisse sbatteva di continuò le palpebre per ricacciare le lacrime indietro: avevano una reputazione da mantenere, in fin dei conti.




Il discorso di Max giunse dopo la cena e il ballo degli sposi, che stettero abbracciati sulla pista mentre il piccolo Dorian sgambettava inseguendo lo strascico del vestito, inseguito a sua volta da Wyatt e da Ludwig che cercarono di tenerlo a bada prima di arrendersi e lasciarlo alle cure di Erik. 


Hunter aveva pregato diverse volte Max di non fargli fare figuracce con il discorso – e anche Erik –, tanto che alla fine la strega aveva minacciato di non scriverlo affatto se non l’avessero lasciata fare. Conoscendola fin troppo bene, lo sposo nutriva qualche dubbio qualche guardò la sorella alzarsi tenendo un calice in mano, attirando l’attenzione di tutti su di sè mentre la mano di Hunter, appoggiata sulla tovaglia di lino bianco del tavolo degli sposi, era stretta in quella di Penny, curiosa tanto quanto lui. 

“Buonasera, vi rubo qualche minuto per spendere due parole sugli sposi… Come tutti sapete io e Hunter ci conosciamo da molti anni, e io lo ricordo come fosse ieri, il giorno in cui quel bambino biondo dal broncio adorabile è entrato nella mia vita. Eravamo inseparabili, io ero la sorella maggiore, la sua nemesi, la sua protettrice, la sua migliore amica. Sono stata la sua prima compagna e ho amato ogni singolo momento. Quindi ero, naturalmente, molto esigente nei confronti di chi avrebbe preso il mio posto, ma poi ho conosciuto Penelope, e lei di certo è dolce, intelligente, simpatica e innamorata tanto quanto lui.
Mi chiedevo, è veramente quello che io voglio per mio fratello? È veramente lei la testimone della sua felicità?” 

Maxine lasciò il discorso in sospeso, e i suoi occhi si spostarono dal volto del fratello per vagare sugli invitati, che pendevano dalle sue labbra. Erik compreso, che la osservava godersi la suspence creata mentre teneva Dorian in braccio – che scalciava e piagnucolava mentre tendeva le braccine verso di lei, volendo andare dalla mamma –. 

“… No. Sono io la testimonessa.” Maxine sfoggiò un sorriso soddisfatto, parlando con enfasi, e Hunter emise una risata mista ad uno sbuffo mentre scuoteva il capo e Penny sorrideva, così come tutto il resto della sala. 

“E adesso è con grande piacere che vi invito a sollevare i calici e vi presento due fantastici sposi: Hunter e Penny.” 

Maxine si voltò di nuovo verso i due e sollevò il bicchiere nella loro direzione, imitata dagli altri ospiti, e poco dopo venne raggiunta dal fratello, che l’abbracciò e le disse di volerle bene per la prima volta dopo anni.


*


“Mi piace molto questa.”
Hunter sorrise alla moglie mentre gironzolava per il salotto vuoto con le mani sprofondate nelle tasche del cappotto, guardandosi intorno mentre Penny, invece, incrociò le braccia al petto e gli lancio un’occhiata scettica:

“Ti piace perché la cucina è immensa.”
“Forse…”

Hunter sorrise divertito alla moglie prima di raggiungerla e cingerla per la vita, appoggiando la fronte contro la sua:

“Non ti ci vedi qui con me? E con i bambini che avremo?”
“Sì, mi piace. E se piace anche a te allora andrà benissimo… dicevi sempre di voler vivere fuori dal caos di Londra, avere spazio e un bel giardino… adesso potrai avere tutto questo.”
“Potremo.” Hunter la corresse prima di darle un rapido bacio a stampo, guardandola annuire subito dopo mentre gli sfiorava i capelli con le dita:

“Ok. Ma la cucina sarà di tua competenza, la terrai in ordine tu.”
“Sissignora. Non vedo l’ora.”
“Anche io amore.”


*


“Hunter, smettila di agitarti, è solo l’ecografia!”
“Ma se dovesse esserci qualcosa che non va ce lo diranno adesso, no?”
“Non ci sarà nulla che non va, hai sentito la dottoressa!”

Penny, seduta sul lettino, sbuffò e assestò una leggera gomitata al marito – ben più nervoso di lei – mentre la medimaga, trattenendo delle risatine, asseriva che era arrivato il momento di sentire il battito.
Quando quel suono ovattato ma costante giunse alle loro orecchie entrambi ammutolirono, e Hunter rimase imbambolato per qualche istante prima di mormorare qualcosa con un filo di voce:

“È il suo cuore che batte?”
“Sì.”
“Non è mai stato così…’

“Reale? Lo so, fa sempre un certo effetto ai genitori che aspettano il primo figlio.”

La donna sorrise, ma nessuno dei due parve sentirla mentre tenevano gli occhi fissi sullo schermo, osservando le immagini dell’ecografia.

“Oh mio Dio… Hunter, quello è il nostro bambino!”
“Bambina, oserei dire.”

“Come dice?!”


*


“Hunter, sto benone, smettila di preoccuparti! E anche Max, siete più agitati di me!”

Penny sospirò mentre camminava avanti e indietro per la stanza, non riuscendo a dormire, con il marito appresso, che non ne voleva sapere di mettersi a letto e continuava a chiederle se ci fosse qualcosa che non andava.

“Va tutto bene ti dico, mia madre dice che è normale soffrire d’insonnia in gravidanza, perciò vai a dormire, è tardi e domani devi alzarti presto.”
“Ma amore…”
“Niente ma. Vai.”  Penny gli prese il viso tra le mani, fermandosi prima di baciarlo dolcemente. Hunter, dal canto suo, per una volta si arrese – complice la stanchezza – e annuì, sfiorandole brevemente il pancione con le dita prima di mormorare un assenso e tornare in camera da letto. 

Una volta sola, Penny si lasciò scivolare sul divano e abbassò lo sguardo sul suo ventre, borbottando qualcosa a mezza voce:

“Ti decidi a nascere, tesoro? Qui tuo padre mi sta facendo diventare matta.”


*


“PER TUTTI I TANGA MULTICOLORE DI MERLINO, È GIÀ NATA?! ERIK, SPOSTATI, TIENIMI LA BAMBINA, DEVO ANDARE!”

Max lasciò la figlia tra le braccia di Erik e corse verso la stanza di Penny, inseguita da un’infermiera, spalancandola mentre Dorian, alle sue spalle, tirava i pantaloni del padre e gli chiedeva perché la mamma forse così strana.

“Non chiederlo a me ometto, non ne ho idea.”




“Penny, Hunter?! Oh… è già nata? Ciao tesorino di zia!”

Max sfoggiò un sorriso raggiante e si avvicinò alla cognata, che sorrise e annuì mentre teneva un fagottino tra le braccia, Hunter accanto.

“Sì, è stato rapido. Zia Max, saluta Rachel.”

Penny abbassò lo sguardo sulla bambina e le sorrise dolcemente, mentre Max faceva lo stesso e Hunter le sfiorava la minuscola testa con le dita, guardandola incantato.

“Che dolce… e mi piace molto anche il nome.”
“Anche a me. Peccato che una delle sue zie non possa essere qui.”

“Tranquilla Penny, io valgo per cinque!”

“Oh, su questo non ci piove…”
“Zitto, Moccioso!”


*


Rachel, che aveva preso fin da subito il suo ruolo di sorella maggiore molto sul serio, dopo aver passato la gravidanza della madre a chiedere notizie della sorellina in arrivo e ad “aiutare” a preparare la sua cameretta, era solita appostarsi vicino al lettino di Bonnie per “controllarla” diligentemente. 

“Rach, giochiamo?!”

Charles, più piccolo di lei di due anni, le si avvicinò tenendo una palla in mano e parlando con tono implorante, guardando però la sorella scuotere il capo, seria in volto:
“Non posso, sto controllando Bonnie.”

“Ma uffa, Bonnie dorme sempre!”
“Anche tu lo facevi, lo ha detto Mami.”


“Tesoro, sei bravissima, ma puoi giocare con Charlie, se vuoi, a Bonnie penso io, ok?”

Penny si avvicinò alla figlia con un sorriso, accarezzandole la testa coperta di capelli biondi mentre la bambina alzava lo sguardo su di lei, guardandola con gli occhi azzurri pieni di curiosità:

“Ok… ma quando potremo giocare con le mie bambole?”
“Dopo giocherò io con te, ok? Intanto vai fuori con Charlie.”

Penny guardò la figlia annuire e seguire il fratello fuori dalla stanza con un sorriso prima di rivolersi alla piccola di casa, che sonnecchiava con il ciuccio in bocca e i pugnetti appoggiati ai lati della testa.

“Avere una sorella maggiore è meraviglioso, sai? La mia Rachel lo era, e lo sarà anche la tua.”


*


“D’accordo bambini, vi veniamo a prendere tra qualche ora, compratevi bene e ascoltate gli zii, ok?”

Penny lasciò Bonnie tra le braccia di Erik mentre Rachel, invece, corse a cercare Harmony ululando di doverle far vedere la sua Barbie nuova e Charles, imbronciato, borbottava che lui non avrebbe giocato con loro.

“Grazie per aver accettato di tenerli stasera.”
“Figuriamoci, è giusto che vi prendiate una sera per voi ogni tanto, e noi adoriamo i nostri nipotini, vero piccola Bonnie? Quanto sei tenera… divertitevi a cena!”

Max sorrise calorosamente a fratello e cognata mentre prendeva la bambina dalle braccia del marito, ignorando il tono apprensivo con cui Hunter le di rivolse:

“Sì, ma tu non ti stressare, sei incinta e…”
“Sciocchezze, non è certo il primo, so benissimo come gestire tutto.”
“Ovvero, lascia tutte le incombenze scomode a me.”
“Tesoro, è una delle cose positive di essere incinta insieme a poter mangiare tutto quello che mi pare senza essere giudicata!”

Max sorrise allegra mentre Dorian, scuro in volto, giungeva sulla scena borbottando che Rachel, Harmony e anche Selene gli stessero già dando fastidio.

“Abbi pazienza ometto, questa sera siamo stati invasi da altre due signorine… speriamo che questo sia un maschio, altrimenti dopo tre femmine di fila apriti cielo!”

Erik alzò gli occhi al cielo prima di allontanarsi insieme al figlio maggiore, asserendo che sarebbe andato a dare da mangiare ad Eris mentre Penny, sorridendo, rivolgeva un’occhiata d’intesa al marito:

“Sì, qui anche qualcun altro spera la stessa cosa.” 

Hunter sorrise e Maxine sgranò gli occhi, sfoggiando un’espressione di pura sorpresa prima di sorridere euforica:

“Sei… PER TUTTI I TANGA MULTICOLORE DI MERLINO, AVREMO DUE FIGLI A POCHI MESI DI DISTANZA!”

“Papà, che cos’è un tanga?”
“Cose da femmine Dorian, non ascoltare tutto quello che dice la mamma.”


*



RachelImage and video hosting by TinyPic, Charles,Image and video hosting by TinyPic Bonnie Image and video hosting by TinyPice Ariel BlaineImage and video hosting by TinyPic 

Quando avevano scoperto di aspettare una terza femmina Hunter aveva faticato a celare un po’ di delusione, ma la verità era che quando Ariel era nata il padre ne era stato immediatamente conquistato, passando le intere prime settimane a coccolarla per tutto il tempo.

Era esattamente quella che Penny definiva “la principessa di papà”, e non si stupiva per niente trovandoli sempre insieme quando Hunter era a casa. 
Una sera, tornata dal lavoro, la strega salutò ad alta voce la famiglia appena mise piede in casa, raggiungendo per prima cosa la cucina essendo certa di trovarvi Hunter.

Non si sbagliava, e sorriso dalla soglia quando trovò il marito impegnato a cucinare e con Ariel accanto, in piedi sullo sgabello con un minuscolo grembiulino rosa addosso. 

“Ciao tesori miei… Ariel, aiuti papà a preparare la cena? Che brava…”
Penny sorrise alla figlia e le si avvicinò per darle un bacio, sfiorandole i morbidi capelli biondi scuro mentre Hunter annuiva, scoccando un’occhiata adorante alla piccola di casa, che sorrise alla madre:

“Sì, è la mia assistente numero 2, la numero 1 è di sopra. Oh, ecco che arriva la banda…”

Hunter sorrise mentre un gran vociare giungeva alle loro orecchie dalle scale, e un attimo dopo gli altri figli si riversarono nella stanza salutando la madre e chiedendo notizie della cena.
Penny sorrise quando Bonnie l’abbracciò – mentre Ariel, alle sue spalle, studiava un uovo con curiosità –, accarezzandole i boccoli e asserendo che il padre stava preparando la cena per tutti e che avrebbero mangiato presto.

“C’è qualcuno di così bravo da preparare la tavola?”
“Non io!”
“Charlie, sei un nullafacente, devo fare sempre tutto io!”
“Sei una saputella, Rach!”
“Non è vero!”

“Signorini, non discutete, altrimenti mangerete qualcosa preparato dalla zia Max!”  Hunter, serio in volto, parlò con tono solenne mentre i due bambini ammutolivano, guardandolo quasi terrorizzati mentre Penny, invece, ridacchiava. Quando i due figli maggiori quasi fecero a gara per preparare la tavola per primo la donna si rivolse al marito con un sorrisetto, aiutando Bonnie a lavarsi le mani nel lavello prima di mormorare qualcosa a bassa voce:

“Hai intenzione di usare questa minaccia ancora per molto?”
“Finché farò credere loro che qualcosa nel frigo è stato fatto da mia sorella sì, certo.” 


*


Penny stava leggendo la lettera di Charles appena arrivata da Hogwarts quando abbozzò un sorriso che attirò l’attenzione del marito, che stava spalmando della nutella su una fetta di pane per Ariel.

“Che cosa c’è?”
“Niente, va tutto bene… ma stando a quello che dice Charlie, c’è un suo compagno di Casa che ha preso Rachel in… simpatia.”

“CHE COSA?! RACHEL È UNA BAMBINA! HA SOLO TREDICI ANNI!”
“Tesoro, rilassati, non è il suo fidanzatino!”
“E vorrei ben vedere! Compagno di casa di Charles, quindi Grifondoro… chiedo a Max quanto è distante la Sala Comune dei Grifondoro da quella dei Corvonero.”

Hunger si alzò spostando rumorosamente la sedia sul pavimento, allontanandosi a passo di marcia sotto gli sguardi confusi delle figlie minori.

“Mami, cos’ha papino?”
“Papino è un po’ nervosetto per tua sorella, Ariel, ha paura che si trovi un fidanzatino.”
“Ma io all’asilo lo avevo!”
“Lo so amore, ma è… un po’ diverso, capirai. Ora fai colazione, da brava. Anche tu, Bonnie.”






………………………………………………………………………………
Angolo Autrice: 

Buonasera! 
Eccomi finalmente di ritorno, spero che la OS vi sia piaciuta anche se avendola scritta reduce da un viaggio molto intenso e movimentato non sono poi così sicura del risultato.
Ci sentiamo in settimana con Faye e Quinn!

Signorina Granger 

   
 
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