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Autore: matismicc    14/10/2018    0 recensioni
Dopo una pandemia, una squadra di soldati ed uno studente di virologia si dirigono verso la zona di quarantena Paziente 0. Mentre perlustrano il cordone per vedere se ci sono superstiti per poi eliminarli, Mason (lo studente) trova due corpi di due ragazzi ed un raccoglitore, che nasconde la vera storia del virus.
-Mentre incontrai le tue mani sussurrai un desiderio, ma quando aprii gli occhi mi accorsi che in realtà era solo un bel sogno -
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Persone o fatti sono frutto della mia fantasia e come tali vi chiedo rispetto ... mi piace scrivere x condividere ... x ricevere, ma non per essere derubato di una parte d me ... vi ringrazio
Selezionato nella "Long List" degli Wattys 2018
Cover a cura di dreamoverdose17 (utente di Wattpad)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mason non riesce a pensare ad altro che al raccoglitore. La scuola è stata già quasi completamente controllata. Nel tragitto in auto, in cerca del prossimo edificio da controllare, Mason ha l'intenzione di leggere quelle parole, quella storia. Dopo tanto tempo Diaz sfoglia un libro che non sia di testo o almeno non sia di teoria. Come hanno convissuto col virus? Com'è mutato? Un ardore gli percorre  tutto il corpo, tanto che gli tremano le mani e le ginocchia. Cole è distratto, sta controllando il bagno dei maschi, inutile dire che, nonostante sia abbandonato, faccia schifo. A Diaz viene voglia di estrarre il raccoglitore, ma appena Green apre la porta dei servizi igienici una ventata di un odore insopportabile investe i visitatori, che nonostante siano protetti da delle maschere, percepiscono il puzzo acre. Non è odore di escrementi o di urina, questo è un fetore raggelando, stomachevole. Green richiude la porta colpito da un conato di vomito. Arnold sbuffa ed apre la porta che fa un lungo cigolio, un classico dei bagni. Da fuori Mason sente solo rumori oltre l'odore, ma quando ascolta un'imprecazione, la paura s'impossessa del suo corpo, l'adrenalina inizia a circolare nelle sue vene! Immagina scene raccapriccianti, un corpo umano decomposto o peggio un infetto morente. Quando entra pure Alan scoppiano tutti a ridere. -Ci è cascato- sghignazza la squadra, Mason si avvicina alla porta, e con sollievo, scopre di essere solamente vittima di uno scherzo. -Lo facciamo con tutti e tutti ci cascano- ride Cole -ci sono sempre carcasse di animali morti in questi edifici- un ratto giace a terra, l'addome è scoppiato e si intravedono l'intestino crasso e tenue che si muovono con i vermi depositati dalle mosche. È un'usanza della squadra cercare una carcassa e far preoccupare il nuovo arrivato, ed ogni volta che incassano il colpo per loro è una festa. In fin dei conti, tutto quello, deve diventare normale per loro. Cole esausto si appoggia alla parete ed estrae un sandwich dallo zaino, incurante delle raccomandazioni di Alan si toglie la maschera, e morde  il panino che suda maionese e tonno. Uno dopo l'altro lo imitano e si appoggiano alle pareti esausti. Sono solo le 9:00 ma la fame sopraggiunge sempre prima dell'orario di pranzo. Mason è l'unico a non mangiare, in modo dissimulato si allontana dal gruppo per analizzare il nuovo oggetto che ha trovato e che lo appassiona. Lo estrae dallo zaino, lo osserva meglio, la copertina è nera e la foto in realtà è un disegno a matita. I fogli sono disposti in modo preciso dentro delle bustine di plastica, raccolte negli anelli. Mason lo sfoglia. Tutte le testimonianze  sono raccontate col passato remoto, indice di una ricostruzione fatta tempo dopo gli eventi e non come un diario vero e proprio giorno per giorno. Ogni foglio è datato in alto a sinistra e firmato in alto a destra. Non lo ha scritto solo una persona questo "diario", se così si può chiamare. Diaz entra nella classe dove ci sono i due corpi, sente che leggere le testimonianze di quella storia in loro presenza, anch'essi testimoni di quell'orrore, lo faccia sentire più vicino alle vicende. Apre il raccoglitore, e la seconda pagina mostra a lui una data diversa dalla prima, antecedente e scritta da un'altra persona. Diaz legge il nome in un sussurro -Matis Torres- poi tace e inizia a leggere. "5 Giugno 2017        Matis Torres Lunedì camminavo come sempre nei corridoi, mi facevo spazio fra gli altri alunni e cercavo di raggiungere il mio armadietto. Quando finalmente lo raggiunsi dovetti aspettare che una coppietta finisse di baciarsi sul mio sportello, sbuffai e rimasi disgustato quando vidi le mani del ragazzo in zone inappropriate, mentre le mani di lei erano intricate nei capelli di lui, sbuffai un' altra volta, ma niente, cercai di aprire lo sportello, rimasi bloccato tra esso e gli amanti, con la mano schiacciata dentro l'armadietto." Diaz esce dalla classe e scende al piano inferiore dove ci sono gli armadietti e cerca di immaginarsi la scena. "Risbuffai e poi mi tuffai dentro l'armadietto e tirai fuori il mio libro di psicologia, mi feci spazio fra la folla e aspettai la campanella prima di entrare nell' aula, come sempre in mezzo alla mandria riuscivo a passare inosservato. Il professore spiegava lentamente la lezione, con il suo accento che assonnava, rendeva una materia così bella, intrigante e complicata in qualcosa di troppo razionale... io odiavo le cose razionali, la matematica poi... solo una cosa razionale amavo, la medicina e a volte pure scienze, raramente, anche chimica, ma leggermente. Facevo diverse ricerche e corsi, ovviamente rimanendo il più possibile un volto anonimo." *È completamente diverso da me* ... Pensa Mason. "Poi, aspettando ovviamente il suono  della campanella, entrai nell'aula di scienze, la professoressa ci aspettava con una lezione più che pesante su degli algoritmi, qualcosa che a quanto pare c'entrava con l'atmosfera, odiai quella lezione! Appoggiai la testa sulla mano annoiato e cercai di sonnecchiare senza essere visto dalla prof. -Matis... Matis...- Mi girai verso destra e notai Yanira Sattler, una ragazza bionda alta e per dirla tutta, snob! Sì, mi sorpresi che mi stesse parlando, sbadigliai e anuii. -Matis mi passi i compiti? Di Lettere - disse arricciando una ciocca dei suoi lunghi capelli. Poi mi fissò con il suo occhio, l'altro era coperto da una ciocca di capelli. Quello sguardo vuoto e provocatorio mi diede solo fastidio" Mason abbandona l'area degli armadietti e si dirige verso il laboratorio di scienze che risulta essere l'aula incendiata vicino al bancone delle bidelle, l'odore di bruciato ed il nero pervadono tutti sensi dello studente. "Io svogliato le passai il quaderno. -Grazie- disse con una voce squillante, quanto fastidiosa. Con le dita percorse il quaderno continuando a guardarmi, poi con l'indice fece lo stesso col mia braccio. Io lo scostai. Lei fece una risatina stupida e si voltò. Era la classica bionda, troppo snob e con la puzza sotto al naso per guardare in basso? Troppo stupida o come si può dire, bionda, per rendersi conto di non essere la sola persona sulla terra! -Torres! - Mi sentii chiamare dalla professoressa, alzai lo sguardo assonnato e la guardai già pronto per prendermi la solita lavata di capo. -Torres un'altra volta a parlare? Ti richiamo in tutte le lezioni! - -Scusi, non succederà più - sbuffai. -Come sempre...- sussurrò la prof - Torres va in presidenza - -Ma! - -Niente ma! Torres va in presidenza!- -Signorina Cautown! - -Torres non fare storie - Mi alzai borbottando e sbattei la porta della classe. Di solito ero tranquillo ma con questa prof davo di matto! Mi faceva impazzire il suo modo impersonale e apatico di parlare! E fatti un corso di oratoria! Entrai in presidenza senza bussare ed il signor Jeremy Malefant sospirò e mi guardò dritto negli occhi. -Un'altra volta la Cautown?!- -A quanto pare- Sbottai, poi mi sedetti sulla sedia tirandomi su il cappuccio della felpa nera. Il preside mi fece segno di abbassarlo ed io ubbidii. -Oggi non ne ho voglia! Ho mal di testa e ne ho abbastanza Torres dei tuoi capricci! Se vuoi una mano io ci sono! C'è pure Jackson! Ma niente! Tu sei sempre il solito irrazionale - *Ecco appunto!* Malefant si strinse il setto nasale e poi sbuffò massagiandosi le tempie. -Dev'essere l'influenza! Voi alunni che non vi fate i vaccini! - Sibilò il preside. Io soffiai via i capelli che mi ricadevano sulla fronte ed alzai gli occhi al cielo. Mi guardai le mani, scure, erano color cannella... un colore dolce. Mi soffermai sul preside che in preda al mal di testa si strofinava le tempie. Un velo di sudore gli imperlava la fronte, sì probabilmente un' influenza... *Sì proprio un' influenza* -Sai non ti posso nemmeno lasciare con Betany, è a casa per un mal di testa atroce a suo preavviso, pure la vostra prof di scienze, proprio la Cautown! Ma a quanto pare lei resiste! - -che cosa devo fare? - -Eh?- -Che punizione mi da? Devo stare tutto il giorno in biblioteca e riflettere su quello che ho fatto?- Dissi nascondendo gli occhi che si illuminavano, non aspettavo altro, tanto a casa non mi *aspettava* quasi nessuno. -Mh ... no! Tanto sarebbe inutile, dovrai aiutare la prof Cautown in laboratorio - -Cosa? - -Ma sai che ti dico tanto è inutile, vai a casa! - Io sbuffai e mi alzai dalla sedia dirigendomi verso l'uscita dell'ufficio -Nemmeno un rapporto? - Chiesi alzando appena il sopracciglio, con la speranza che mi facesse rimanere in biblioteca! -No Torres, e a adesso va!- Aprii la porta e uscii scocciato. Le altre ore passarono fra una supplenza ed un' altra, quindi le passai col cellulare a scrivere! Yanira mi ridiede il quaderno e mi ringraziò distratta da una delle sue seguaci. *GRINGA*! Sì era una gringa insolente, una classica americana. Vi chiederete... *ma tu non sei americano?* Sì, del *sud america*, sono peruviano. Perché Torres? Chiedetelo al dominicano che si sposò con una mia antenata. Va beh! Ritornando all'argomento, avrete capito che non mi piacciono gli snob e cerco di non assomigliargli nemmeno lontanamente. Ma soprattutto a Yanira! La ragione? Lei era razionale, io irrazionale. Soddisfatti?" Mason sente avvicinarsi la squadra, sta scendendo le scale. Esce dall'aula di scienze che ricorda una miniera di carbone. Quel quaderno ha qualcosa di speciale che suscita in lui un senso di inquietudine, non riesce a pensare ad altro, quasi si dimentica di avere gli esami tra una settimana! Non gli importa più di ripassare, sente di avvicinarsi a qualcosa d'importante leggendo il diario, ma non capisce cosa, lo nasconde frettolosamente nello zaino. Cole gli lancia un'occhiataccia, si è accorto che Diaz ha qualcosa di strano, ma lascia stare, ora non gli importa, gli manca ancora qualche aula e ha finito di perlustrare l'edificio. Non vede l'ora di ritornare a casa.
   
 
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