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Autore: _ Arya _    17/10/2018    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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What if...?



KILLIAN POV

-Neal.
-Adesso capisco come mai siete scoppiata appena ho nominato il matrimonio...
-Ascoltatemi... cosa?!
Emma spalancò gli occhi, e dalla sua espressione capii che avrei dovuto cercare di tenere calme le acque, prima che decidesse ti prendere a schiaffi il principe.
-Voglio dire... Avete già un uomo.
-E se anche fosse? Pensate sia per questo che abbia troncato il discorso, Neal? Perché ho un altro? E non perché magari ho desideri diversi dal matrimonio?! Insomma, vi dovete essere indubbiamente chiesto come mai a ventidue anni sia ancora “zitella”.
-Ma no, Emma! Volevo solo dire...
-So bene cosa volevate dire: in fondo non è colpa vostra, ma di ciò che viene insegnato a voi maschi. Pensate che una donna debba necessariamente sposarsi e far figli per essere qualcuno, non è così? Altrimenti diventa una vecchia zitella, possibilmente da chiudere in convento.
-Emma, calmati, dai. Possiamo parlarne da persone civili... vero Sir Neal?- mi rivolsi direttamente a lui, stringendo la ragazza per mano – principalmente per trattenerla dal fare sciocchezze. L'allusione del giovane era stata indubbiamente maschilista, ma in fondo c'era di peggio... e, a giudicare dalla sua espressione, era mortificato.
-Calmarmi? Vorrei vedere se tu fossi stato al mio posto, Killian. Vedere la gente semplicemente dare per scontato determinate cose solo perché sei una donna. Un uomo. Insomma, hai afferrato il concetto!
-Principessa, mi spiace se vi ho offesa. Io non... avete ragione, mi dispiace. È solo che credevo... mio padre mi ha detto che...
Il ragazzo sembrava sinceramente spaventato, iniziavo a capire cosa avesse voluto dire Emma quando me lo aveva descritto “carino e ingenuo”. In fondo non era completamente colpa sua: come lei aveva detto, era stato educato in un certo modo... e nonostante ciò, non era poi così tremendo.
Solo che aveva appena avuto la sfortuna di esser scelto come valvola di sfogo contro il maschilismo.
Mi fece addirittura pena, il che la diceva lunga: dopotutto, era il pretendente della ragazza che piaceva a me!
Continuai comunque a trattenerla, fino a quando non percepii la tensione nei suoi muscoli allentarsi. Recuperò anche un respiro regolare, poi si schiarì la voce.
-Scusatemi, Neal.- disse infine -Ho reagito in maniera spropositata. Ma è così che sono fatta e, credetemi, non vorreste avere a che fare con una donna come me. So di dovervi dare delle spiegazioni perché in fondo siete stati invitati qui con la prospettiva di un matrimonio.
Decisi di potermi permettere di mollare definitivamente la presa, e forse sarebbe anche stato il caso di lasciare che i due parlassero da soli. D'altra parte, confidavo che lei stessa me lo avrebbe domandato, qualora avesse preferito così. Ma non disse nulla.
Il principe era fermo a guardarla, ancora un po' intimidito ma più tranquillo. A giudicare, doveva essere sicuramente più giovane di me – forse aveva soltanto un paio d'anni più di Emma. Somigliava poco a suo padre ma aveva dei tratti più gentili, dei modi pacati e quasi goffi.
-Non credo sia il momento giusto per parlarne e non dirò nulla a mio padre, finché non avremo... chiarito. Domani magari, con calma. Ma sono certo che abbiate le vostre motivazioni, Principessa. Su una sola cosa vi sbagliate... mi sarebbe davvero piaciuto poter avere a che fare con voi. Ma se davvero non ho possibilità, mi tirerò indietro.
-Mi dispiace, Neal.
Per la prima volta mi sentii davvero fuori luogo. E se la mia presenza stesse rovinando tutto? Ciò che provavo per Emma era reale ed era abbastanza chiaro che fossi ricambiato... ma ciò non cambiava la realtà. Il fatto che non sarebbe stato per sempre e che un giorno, vicino o lontano, io sarei andato via senza di lei. E se stessi distruggendo la possibilità che sposasse un bravo ragazzo che avrebbe saputo rispettarla e magari lasciarle la sua libertà? Non faceva per lei e questo era chiaro ma, per quanto mi costasse ammetterlo, viveva in una società dove difficilmente avrebbero accettato una regina single. E se lui fosse stato la soluzione?
-Non vi preoccupate. Ad ogni modo, piacere di conoscervi, Sir...?
-Jones. Killian Jones.- risposi quasi sorpreso, nel momento in cui si rivolse direttamente a me. Mi strinse perfino la mano, ed ovviamente ricambiai. Mi ero sentito invisibile durante la loro conversazione ma non avevo nulla da ridire: quella sera in particolare, era difficile notare qualcuno all'infuori di Emma.
-Jones... non mi è nuova la vostra famiglia. Posso chiedervi di dove siete?
-Sono nato a Dublino. Tuttavia temo non conosciate la mia famiglia, sono tornato in Irlanda solo di recente. Magari qualche lontano parente...
-Ah sì? Dove vivete ora?
-In A... Alsazia. In Francia.
-Mio padre ed il suo sono amici. Killian è un esploratore, ha visto tutta l'Europa e l'Asia. È venuto qui a cercare una cura per sua nipote malata, intanto è stato così gentile da sostituire il nostro stalliere infortunato.
-Capisco. Mi spiace per vostra nipote, spero troverete ciò che cercate. Tuttavia mi fa piacere conoscere un esploratore! Sono appena stato tre mesi in America, ve la consiglio vivamente!
-Vi ringrazio. E sì, l'America è nei miei piani. Magari in un futuro non lontano lo farò, ma devo prima occuparmi di mia f... nipote.
-Non so quanto tempo rimarrò qui, ma se ne abbiamo possiamo sicuramente discuterne. Io posso darvi dei consigli sull'America, voi sull'Asia.
-Ma certo, con piacere.
-Ora vi lascio in pace. Scusatemi ancora, Emma. Davvero...
-Non vi preoccupate, Neal.
Lanciò un'ultima occhiata alla principessa e poi si voltò, perdendosi sul sentiero verso l'ingresso.
Era stato indubbiamente imbarazzante e con grosse probabilità avevamo combinato un gran casino, ma la frittata era fatta. Ormai realizzavo che il giorno in cui avrei dovuto dire tutta la verità ad Emma fosse molto vicino, perché non potevo assolutamente continuare così. Non potevo lasciare che il tutto diventasse troppo reale, per poi spezzare i cuori di entrambi. Doveva sapere.
-Beh. Credo di avere rifiutato la proposta di matrimonio prima ancora che arrivasse, suppongo.
-Già.
-Non sono pentita.
Mi guardò intensamente negli occhi e fu veramente difficile sostenere i suoi. Nemmeno io ero pentito, dannazione, ma avrei dovuto. Non per colpa sua, non perché non fosse una donna meravigliosa, ma perché tutto questo era assolutamente ingiusto nei suoi confronti! Ma come avrei fatto ad allontanarla? Più la guardavo, e più la desideravo vicina.
-Neanch'io, Emma. Ma è complicato, lo sai...
-Me ne rendo conto meglio di te, credimi. Neal potrà anche averla presa bene, ma dubito per suo padre sarà lo stesso. Ci penseremo dopo... ti prego. Non adesso.
Non trovai le forze di ribattere a quello sguardo dolce e supplicante, colmo di speranza. Oh, Emma Swan! Che cosa mi hai fatto? Non riesco più a riconoscermi! Hai indebolito tutte le mie barriere e non sono più in grado di resistere al sentimento che provo...
E così accettai. Accettai di pensarci domani, e feci ciò che il cuore mi suggerì. La strinsi tra le mie braccia e la baciai ancora, sedendomi sul bordo della fontana e lasciando che si accomodasse sulle mie gambe. Le sue labbra erano afrodisiache, e col calore del suo corpo contro il mio, dimenticai il freddo di quella tipica serata invernale irlandese.
Fu come per magia, ma nell'unico istante in cui rivolsi gli occhi verso l'alto, un lampo di luce attraversò il cielo. Una stella cadente? Forse. O forse no. Ma decisi di esprimere ugualmente un desiderio. Un desiderio che solo un miracolo avrebbe potuto avverare.
Quante possibilità c'erano che potesse essermi donato un altro miracolo?


Rientrati, ci rendemmo conto di essere rimasti in giardino per quasi un'ora. E probabilmente saremmo stati ancora lì se qualche goccia di pioggia non avesse interrotto i nostri baci. Per fortuna eravamo stati veloci, perché ora si sentiva forte l'acqua che batteva sulle finestre.
Nessuno sembrava però farci caso, a quanto pare il ballo stava andando avanti come se niente fosse, tra coppie in pista ed altre in disparte a stuzzicare o bere champagne, vino e qualunque cosa ci fosse.
Così a occhio non riuscii ad intravedere né il re e la regina, né i due ospiti.
-Ti va di avvicinarci al banchetto? Io sto morendo di fame.
-Ogni vostro desiderio è un ordine, milady!- risposi teatrale, con un profondo inchino che la fece ridere e alzare gli occhi al cielo. Poi la seguii verso il banchetto allestito in fondo alla sala e ci riempimmo due piatti di verdure grigliate e salmone affumicato. Molti degli altri stuzzichini avevano un aspetto piuttosto strano e non ero certo di essere pronto ad assaggiarli. Soprattutto le ostriche coperte da una strana gelatina arancione, oppure quello che sembrava un tortino di uova e asparagi. Anche se, a giudicare dalla quantità rimasta, era molto apprezzato!
-Ma hai mai provato tutta questa roba, Swan?
-Sì, per curiosità. Evita come la peste i gamberetti in gelatina, ho quasi vomitato quando li ho assaggiati! Ma ai ricchi piacciono tutti questi piatti sofisticati...
-Mmh, teoricamente non dovresti essere tu la più ricca qui dentro?
-Probabile!- esclamò, infilzando un gamberetto in salsa rosa -Ma io ho gusti abbastanza normali.
-Scusate se vi interrompo, mia cara!


EMMA POV

Per fortuna avevo già ingoiato il gamberetto o mi sarebbe andato di traverso. Riconobbi immediatamente la voce inconfondibile di Re Rump, col suo forte accento dovuto alle origini scozzesi che la sua famiglia vantava.
-Vostra altezza- accennai un inchino con la testa, e posai il piatto nella speranza di non apparire troppo goffa -Figuratevi, è un vero piacere.
-Anche per me, principessa- mi sorrise, e dovetti ammettere che quell'uomo incuteva timore quanto fascino. Almeno apparentemente, aveva dei modi da gentleman: quando mi baciò la mano ringraziai di avere usato la forchetta, o una figura orribile sarebbe stata certa.
-Posso avere l'onore di chiedervi la mano per il prossimo ballo?
-Ma certo- sorrisi di rimando, cercando accuratamente di non lanciare un'occhiata a Killian con la coda dell'occhio. Non era davvero il caso: se Neal aveva mantenuto la parola, per l'uomo ero ancora la possibile futura nuora.
Senza obiettare lo seguii in pista, sperando vivamente si sarebbe davvero trattato di un ballo soltanto. Con Killian quella festa aveva preso una piega molto piacevole e desideravo chiudere la serata con lui. Pensando ai nostri baci, e non alla ragione per cui tutto era stato organizzato.
Sospettai il Re lo sapesse già, ma quando fummo al centro della pista iniziò a suonare un valzer. Speravo i miei piedi avrebbero retto fino alla fine, perché quelle scarpe ormai iniziavano a fare davvero male: ero stata davvero stupida a non prepararmi qualcosa di più comodo con cui cambiarle! Il vestito era lungo, quindi difficilmente si sarebbe notato.
-Mio figlio non ha avuto che parole positive per descrivervi, mia cara- disse Rump -E' rimasto molto affascinato da voi, è più che ovvio.
-Oh. Ehm, mi fa piacere. Anche lui è... un ragazzo molto simpatico.
-”Simpatico”, Principessa?
-Non posso dire di conoscerlo, per esprimere giudizi più approfonditi.
-Se posso permettermi, cara... è apprezzabile che balliate con la servitù, ma di certo potreste conoscere meglio Neal se concedeste a lui qualche danza in più.
Calma. Dovevo restare calma e non mandarlo al diavolo: dopotutto era un re. Un nostro possibile alleato, anche senza matrimonio. Per il bene di tutti, era essenziale mantenere la calma.
-Avete ragione, Sire. Ma vedete, l'uomo con cui ho ballato è un mio caro amico e supporto morale, dato che non sono amante dei balli.
-Davvero? Non si direbbe, vi muovete con una grazia invidiabile.
-Vi ringrazio- accennai un sorriso, contenta di quella piccola vittoria. Le orecchie avevano iniziato a fischiare quando aveva in qualche modo cercato di sminuire Killian: di facciata poteva anche essere uno stalliere, ma per me era molto di più. In più, trovavo fosse una professione nobile: non era da tutti essere in grado di gestire i cavalli. Tra le creature più libere e selvagge, a mio avviso. Aveva la minima idea di quanto difficile fosse creare un vero rapporto di fiducia ed amicizia con un cavallo? Probabilmente no: ero quasi certa che ad addestrare il suo ci pensasse la “servitù”.
-Spero ugualmente avrete tempo per il mio Neal. Dopotutto siamo qui per pensare ad un matrimonio, non è così?
-Io pensavo foste qui per discutere riguardo ad una soluzione per gli imminenti disagi da cui sarà pervasa l'Irlanda. Il matrimonio è solo una delle possibilità.
L'uomo rimase per un po' in silenzio, limitandosi a ballare con me e guardarmi negli occhi. Io tenni lo sguardo fermo, non volevo cedere: volevo dimostrargli di non essere una marionetta.
-Ha ragione mio figlio, ha detto che siete dotata di grande intelletto. È raro, per una donna... capisco come mai è rimasto tanto affascinato da voi.
-Mi fa piacere, Sire. Tuttavia, io credo che ci siano tante giovani menti femminili brillanti... se venissero offerti loro i mezzi, sicuramente verrebbero alla luce.
-Beh, Principessa... allora ciò che si dice di voi è corretto. Siete degna della vostra fama. Devo ammettere che conoscendo la vostra età, ero dubbioso: una quasi ventiduenne immaritata è cosa rara, soprattutto quando si tratta di una reale. Tuttavia, ora capisco: una donna come voi non può accontentarsi. Non sarebbe giusto.
Nonostante non fosse nella mia natura, mi limitai a sorridere: non era il caso di discutere già al primo incontro, o avrei mandato a monte ogni possibilità di trovare una diversa soluzione per la nostra alleanza. E, in fondo, mi sarei aspettata molto peggio dal famigerato Re Rump O'Stilts Kheen: se non altro era un uomo galante. Ed anche se le ragioni per cui non ero sposata erano davvero tante, non potevo dargli torto: non mi sarei mai accontentata di qualche ottuso maschilista.
Quando la musica del valzer cessò, ci inchinammo entrambi per poi spostarci nuovamente verso la zona buffet, dove ci attendevano Neal e Killian.
-Grazie per aver danzato con me, principessa. Ora lascio voi giovani a divertirvi... Figliolo, perché non la inviti tu a ballare?
Detto questo si allontanò senza dire altro, ma potei giurare che l'occhiata che lanciò a Killian non fu molto amichevole. Era probabile che non si fosse bevuto la storia del “caro amico”, ed anche per questo speravo che l'indomani avremmo potuto mettere in chiaro i fatti.
Restammo in una situazione alquanto imbarazzante, nessuno dei tre seppe cosa dire. Neal sapeva benissimo che avrei ballato più volentieri con Killian, ma a quanto pare il padre proprio non voleva capirlo – o accettarlo. A sentirlo, mi era sembrato abbastanza certo che suo figlio ed io avremmo finito per sposarci.
-Mi spiace per mio padre. Lui è... vuole solo il mio bene. Non dovrei dirvelo ma mi ha suggerito di invitarvi a fare una passeggiata domani...
Killian serrò le labbra ed io mi sforzai di non sorridere. Era geloso! Eccome se lo era.
-Non sarà la passeggiata romantica che lui spererebbe... ma posso farvi fare un giro.
-Mi farebbe piacere! Se il vostro... uomo... non ha nulla da ridire, certo.
-Non è lui a decidere per me, vero?- sorrisi, ben sapendo di starlo mettendo in difficoltà, povero! Ma finalmente avevo trovato un modo per provocarlo pure io e volevo approfittare un pochino, non poteva essere solo il contrario! E poi, mi sarei fatta perdonare. In privato.
-Certo. Se Emma vuole, non vedo perché no...
-Ecco.- continuai a sorridere, dandogli una pacca sulla spalla – avvertendo i muscoli tesi.
-Grazie. Sentite, ho anche una proposta... inconsueta. Visto che siete una brava spadaccina, mi chiedevo se è possibile organizzare un duello amichevole o qualcosa del genere!
-Ah! Questo sì che potrebbe essere divertente! Ci sto, si può fare nel pomeriggio. Ma badate, non ci andrò piano solo per farvi fare bella figura con vostro padre... Principe!
-Non voglio altro che uno scontro onesto, Principessa!
-Allora affare fatto. Ora andiamo in pista per un ultimo ballo, per evitarvi la tirata di orecchie. Killian, potresti riempirmi ancora un po' il piatto per favore? Tra tutte le interruzioni non vorrei finire senza cibo...
Gli accarezzai una mano di soppiatto, e bastò perché i brividi mi scuotessero di nuovo. Mancava poco alla mezzanotte, quando la serata sarebbe finita. Non vedevo l'ora: avevo tanta voglia di ripetere, e magari approfondire, quel magnifico momento avuto in giardino.
L'uomo in risposta mi sorrise e strinse la mia mano di rimando, poi prese il piatto che avevo lasciato lì prima che il Re mi invitasse a ballare.


KILLIAN POV

Il giovane principe non era male, ero pronto a ribadirlo. Ma quella nota di gelosia che mi stringeva ogni tanto, proprio non riusciva ad abbandonarmi. Non ero contento che i due avrebbero passeggiato da soli... ma che diritto avevo di essere contrario? La cara Emma era riuscita a premere il tasto giusto, sapendo bene che non le avrei mai negato di fare qualsiasi cosa volesse! E poi... Neal mi aveva chiamato “il suo uomo”, ma lo ero davvero? Non che non lo desiderassi, ma non sapevo cosa aspettarmi. Tra padre e figlio, proprio non riuscivamo a non essere interrotto: speravo vivamente che a serata finita, gli ospiti si sarebbero congedati per la notte, così che riuscissimo ad approfondire.
Qualsiasi cosa fosse successa, ormai dovevo dirglielo. Ero troppo coinvolto, lo eravamo entrambi, e non potevo mentirle. Avevo bisogno di qualche giorno per pensarci, per trovare il modo migliore... ma lo avrei fatto, più prima che poi.
Doveva sapere che un futuro tra noi non sarebbe mai stato possibile. Il mio posto era 500 anni dopo, con mia figlia, ed il suo era qui... purtroppo.
-Così sei rimasto senza dama, eh Jones?
Mi voltai di scatto, trovandomi davanti l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere: Graham.
Non avevamo mai avuto modo di parlare faccia a faccia – per mia fortuna – dato che non gli piacevo. Ed era chiaro come il sole, anche se Emma minimizzava.
In più mi sentivo un perfetto idiota, non sapevo cosa rispondergli. Quanto sapeva lui?
-Per il momento...- mi limitai a dire, felice di aver appena riempito di vino il bicchiere. Ne mandai giù un sorso molto generoso.
-Che cosa ne pensi del principino?
-Eh?- neanche questa domanda mi sarei aspettato. Cosa?
-So che Emma prova qualcosa per te, per qualche ragione. Non ci parliamo molto da qualche giorno e non l'ha mai ammesso apertamente, ma so che è così. E mi pare che la cosa sia reciproca, quindi dubito sarai contento di questa... situazione.
Lo guardai sempre più senza parole: certo che era diretto. Non potevo dire di essere stupito si fosse accorto di cosa stesse succedendo tra di noi, dopotutto era uno dei suoi migliori amici, ma...
-Non penso di poter fare qualcosa- dissi soltanto -Dipende da Emma cosa vuole fare.
-Risposta intelligente. Ma bisogna essere in due, quindi te lo chiedo da... “amico”: ti interessa davvero o ti stai solo divertendo con lei?
-Cosa?!
Mi rendevo conto di sembrare – e suonare – un babbeo, ma quell'interrogatorio mi aveva colto completamente alla sprovvista. Era un discorso che avrei voluto prima affrontare prima con Emma, perché dare spiegazioni a lui?
Ma in fondo...
In fondo lo capivo.
Erano molto legati, ed il fatto che non si parlassero da qualche giorno non voleva dire nulla.
-Non la prenderei mai in giro. E cosa penso del principe? Un bravo ragazzo, ma sicuramente non fa per lei. È l'esatto opposto del padre, ma forse un po' troppo.
-Capisco. E tu saresti quello giusto?
-Sta a lei deciderlo. Senti, è complicato. E poi... perché tutto questo interesse improvviso? Finora mi pare tu mi abbia ignorato e so bene di non piacerti.
L'uomo si aprì in una risata, mandando giù anche lui metà del suo bicchiere di vino. Certo che era davvero un tipo strano!
-Avrai pensato che è gelosia, vero? Lo è, ma non come pensi – o pensavi. Emma per me è come una sorella minore e vorrei solo il meglio per lei. Trattala bene e sei mio amico. Fa un passo falso e desidererai non essere mai nato, semplice! Inizialmente ho lasciato perdere perché pensavo fosse una cotta passeggera... sai, il fascino esotico degli avventurieri. Ma mi rendo conto di essermi sbagliato: lo vedo nei suoi occhi e la conosco troppo bene per non capirla. Quindi immagino di poterti tollerare. Meglio un vagabondo sbucato dal nulla, piuttosto che un principe smidollato con un padre che non mi ispira la minima fiducia.
Sul momento rimasi senza parole. Quella era praticamente una minaccia ed una benedizione allo stesso tempo e non seppi come prenderla. Ringraziarlo? Dire qualcosa su quei due? Promettergli che avrei trattato sempre bene Emma? Ma “abbandonarla”, quando sarebbe giunto il momento, potevo definirlo “trattarla bene”?
-Farla soffrire è l'ultima cosa che desidero e questo te lo posso assicurare. La conosco da molto meno tempo ma vedo quanto è speciale.
-Emma è il futuro del nostro regno, Jones. So che non aspira ad essere regina, eppure sono certo che sarà la miglior regnante che abbiamo mai avuto. Può fare molti cambiamenti, in positivo. Può portare l'uguaglianza: i suoi genitori hanno provato, ma ovviamente non possono cambiare da soli dei concetti impressi nella mentalità sociale da praticamente... sempre. Se c'è qualcuno che invece può farlo, è lei. Ha il carattere giusto, la forza che serve. Anche per questo ti chiedo, cosa è successo quel giorno a Cork? Ho bisogno di saperlo, Jones, anche se Emma ti ha sicuramente chiesto di non dir nulla.
Di nuovo, restai in silenzio.
Spaventato.
Confuso.
Aveva ragione, Emma avrebbe davvero potuto cambiare la società una volta diventata regina, passare alla storia insieme a Victoria, Elizabeth I... e allora, perché diavolo non era successo? Perché il suo nome non era mai uscito fuori nei libri sulla storia irlandese? Qualcosa doveva essere andato dannatamente storto... le possibilità erano due.
Aveva mollato tutto per scoprire il mondo, ed in tal caso sarei stato felice.
Oppure... oppure le era accaduto qualcosa prima ancora che potesse salire al trono. Prima che potesse farsi un nome. Non volevo nemmeno pensare a questa possibilità...
Dire la verità, ora, era la cosa migliore da fare. In qualche modo, forse, avrei dato una mano. Chissà.
-Ci hanno aggrediti dei commercianti di lana delle isole Aran. Hanno chiesto indicazioni e lei si è allontanata di poco con loro. Un paio di minuti dopo ho sentito le sue grida e sono accorso subito... stavano tentando di violentarla. Ho fatto quel che ho potuto, ma ero disarmato. Ero solo... eravamo soli contro quattro persone. So che ti ha detto qualcosa vagamente, e... non ha mentito. Siamo riusciti a scacciarli prima che riuscissero nel loro intento. Ovviamente era terrorizzata, era... come non l'ho mai vista. Ma stava bene, e sta bene. Non posso assicurarti che tracce del trauma non siano rimaste, non riesco a leggerle dentro così a fondo... ma ha scelto di lasciarselo alle spalle.
L'uomo annuì in silenzio, pensieroso. Speravo di non aver causato danni, perché Emma se la sarebbe presa con me se quanto avevo appena riferito al suo amico fosse arrivato ai genitori. Ma non potevo neanche dirgli “non dire nulla al re e alla regina!”, non ne avevo il diritto.
-Grazie, Jones. Sta bene e questo è quello che conta. Ma ciò non vuol dire che azioni del genere debbano rimanere impunite... spero lo sappia anche lei. E ti ringrazio per aver rischiato la vita per lei, pur senza saper combattere. Spero che gli allenamenti stiano dando i loro frutti però!
-Certo! È una grande insegnante, ma immagino tu lo sappia visto che ha imparato da te.
-Già, è vero. D'accordo Jones, adesso ti lascio in pace... la musica sta finendo e penso il prossimo ballo vorrà concederlo a te! Ora che so che non sei poi tanto male, sono decisamente più tranquillo.
-Sarebbe un complimento questo?
-Certo! Sai con quanta facilità potrei spezzare in due un uomo che non approvo per la mia “sorellina”?- detto questo scoppiò a ridere e si allontanò, e proprio come aveva detto la melodia finì. Era davvero, davvero un tipo strano. Ma non era male e se non altro adesso capivo come mai mi aveva sempre guardato con tanto sospetto: non potevo biasimarlo.
Avrei voluto riflettere ancora un po' sulle sue parole, ancora un po' sulle potenzialità di Emma come futura regina... ma fu proprio lei ad interrompermi, raggiungendomi con un sorriso raggiante che immediatamente scacciò i brutti pensieri.
-Ehi, mister testa tra le nuvole! Come mai così pensieroso? Tutto bene?
-Tutto benissimo, splendore. Tu?- sorrisi immediatamente, trattenendomi a malapena dal baciarla. Avrei davvero combinato un grosso guaio!
-Ho ballato quanto basta col principe perché suo padre non lo sgridi troppo. Direi di essermi guadagnata una pausa... anche perché queste scarpe mi distruggono! Come fanno certe donne ad indossarle tutti i giorni? Cos'hanno al posto dei piedi?
Risi di gusto, perché quella era una domanda che spesso mi ero posto anch'io! I tacchi a spillo avevano sempre avuto un aspetto doloroso ed ancora non mi era chiaro come si potesse mantenere l'equilibrio indossandoli. Era uno dei tanti dettagli che indicava quanto le donne fossero effettivamente più ricche di risorse di noi!
-E' tardi, immagino potrai liberartene presto... no?
-Sì, per fortuna. Meno di mezz'ora e la festa è finita, alcuni hanno anche iniziato ad andarsene se hai notato. Quindi dai, fammi mangiare... e poi, insomma, se ti va un ultimo ballo...
-Sono poche le cose che non voglio fare con te... credimi.
Colse la mia allusione al volo, e mi lanciò un acino d'uva in fronte. Decisi di considerarmi fortunato che non fosse un gamberetto in salsa!
E molto, molto fortunato di essere in sua compagnia. Di essere l'uomo che desiderava baciare. Con cui desiderava condividere.
Nonostante tutto, ero fortunato.
Non solo ero stato mandato in un luogo dove avrei potuto trovare una cura per mia figlia... In quel luogo, avevo anche trovato una donna da... amare?
-Emma... tu sei certa di... quello che stiano facendo?
-Cioé... mangiando?
Strinsi le labbra. Magari fosse il cibo sospetto, il problema! Per un attimo mi domandai quanto semplice sarebbe stato se fossi stato un irlandese del XVI secolo... avrei davvero avuto possibilità con lei, senza dover rinunciare ad Alice. Perché lei, in qualche modo, ci sarebbe stata. Credevo nel destino. Quanto bello sarebbe stato partire tutti insieme alla scoperta di un mondo all'epoca tanto nuovo?
Ma così non era, purtroppo.
-Killian... io... io... certo che lo sono. Tu no? Non dirmi che ho frainteso tutto perché non...
-No. Non hai frainteso nulla. È solo che...
-Senti. Ci ho pensato e... so che avremmo dovuto parlare dopo ma... cosa diresti di lasciare le cose così? Finita la festa, ci scambieremo un bacio della buonanotte... e lasciamo che almeno questa giornata finisca così. Almeno per oggi, vorrei fingere che tutto sia più semplice. E ti prometto che non appena gli ospiti partiranno, ne parleremo seriamente.
Per l'ennesima volta, mi chiesi come dirle di no. Ed ovviamente, la risposta era una sola: non potevo farlo. Anzi, non volevo. Un po' perché ormai sapevo di non esser capace di negarle nulla, un po' perché sarebbe stato bello se quella magia fosse durata ancora un po'...
-Va bene.
Strabuzzò gli occhi, evidentemente sorpresa.
-Davvero?
-Davvero. Forza Principessa, volete concedermi l'ultimo ballo che mi avete promesso?
In risposa, sorrise raggiante e mi afferrò la mano.
E se... se il fatto che non fosse nei libri di storia fosse positivo? Forse la storia sarebbe rimasta intatta, se l'avessi portata con me nel futuro.


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Con un po' di ritardo (sorry!) ma il capitolo è arrivato :) 
Neal per ora ha continuato a dimostrarsi una brava persona e ha rassicurato Emma chiarendo che per il momento non dirà nulla a suo padre. Tanto che Killian inizia a chiedersi se non sia sbagliato mettersi tra di loro... nonostante tutto, sarebbe un buon "partito" per lei. Meglio di tanti altri.
Ma Emma è certa di aver fatto bene a rifiutare e a Killian lo ha detto chiaro e tondo. Lui ovviamente è combattuto, ma è altrettanto sicuro di ciò che prova. 
Rump, invece... ha mostrato qualche sfaccettatura poco gradita da Emma, ma per ora non si è sbilanciato troppo. Vedremo cosa succederà il giorno dopo...
Graham ha in qualche modo dato la sua benedizione a Killian, perché vede quanto Emma sia felice con lui, il che è ciò che davvero gli importa. Senza volerlo però lo ha un po' spaventato, ricordandogli che lei è una futura regina che potrebbe portare enormi cambiamenti. 
Ma per ora, i piccioncini hanno preferito trascorrere la serata in pace e divertimento... anche se a lui una piccola idea è frullata in testa, ora...
Ho già scritto il prossimo capitolo, quindi posterò senza ritardi! 

PS. Avete visto che Colin verrà in Italia a Marzo? E io non potrò esserci ç_ç ma lo vedrò in UK, quindi pazienza! E tra un mesetto e mezzo rivedo Jen, non mi sembra vero! Ho sempre paura annulli all'ultimo ahahaha

Un abbraccio e a presto! :*
   
 
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