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Autore: GattyP    17/10/2018    2 recensioni
Niamh, figlia di Lily Anderson e Peter O'Neil, Tassorosso, stesso anno di Teddy Lupin, nel suo terzo anno ad Hogwarts, alle prese con studi, amicizie e problemi di cuore.
Sequel de "La battaglia finale".
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rita Skeeter, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Niamh O'Neill'
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Capitolo 6

 

Ad Hogsmeade

 

 

Mi svegliai prima dell’alba, dopo aver fatto un sogno hot (non dico su chi… ma il nome comincia con T). Ero molto agitata, sicuramente era colpa di quell’idiota di Montague e della sua strampalata storia della beralite: era sempre colpa sua! Mi alzai e andai nel bagno… Era prestissimo, forse le sei dei mattino. Una bella doccia era quello che ci voleva!

Mi diressi verso la doccia… Forse mi mancava un ragazzo e avevo fatto quel sogno… Pensai di nuovo a Teddy… Beh, una bella doccia fredda era quello che ci voleva.

Poi, una volta rivestitami, mi tornò in mente l’appuntamento con Montague. Alle sei in gufiera… Proprio ora e luogo raccomandabili! Ci sarebbero stati decine di alunni in giro! E tutti mi avrebbero visto fraternizzare con il nemico... E se era uno scherzo, per fare quattro grasse risate dietro le mie spalle, organizzato da lui è il suo amichetto? Beralite criptata! Ma andasse a farsi fottere, lui e quell’idiota di Kyle, con cui sicuramente aveva architettato lo scherzo!

 

Ok, sono molto curiosa. Alle 6.00, puntualissima, era in gufiera, accolta dal mio amico Occhialuto, che si stava riposando dopo l’ultimo transvolo (mi aveva portato una lettera dei miei qualche giorno prima). Mi fece subito le feste posandosi sulla ringhiera, bubolando dolcemente e accettando le mie carezze… eh, sì, avevo un debole per i gufi! Mi sa che l’ho già detto…

C’erano cinque o sei ragazzi che si aggiravano nella gufiera e mi sembrava che tutti spiassero le mie mosse… evidentemente stavo diventando popolare! Poi, sentii dietro le mie  spalle: - Ehi, O’Neil, vieni qui, all’esterno!

Mi girai e, dalla porta, vidi quel ceffo di Charles Montague che  mi  chiamava. Mi avvicinai a lui, che mi indicava qualcosa su un mattone situato vicino al terreno, alla  sinistra della  porta  d’ingresso, semisepolto dall’erba… mi abbassai e, effettivamente,  vidi un incavo corrispondente al mio fermaglio per i capelli… sembrava che avesse ragione! All’interno sembrava ci fosse una pietra intagliata, della stessa dimensione e forma del mio fermaglio! Io non me ne ero mai accorta, ma quel mattoncino intagliato sembrava proprio che  aspettasse il fermaglietto, che si sarebbe incastrato perfettamente, immaginavo, per aprire qualche sportello segreto… (galeoni su galeoni…?)

Guardai Montague, che mi fece un cenno col capo. Mi tolsi il fermaglio e, con la mano un po’ tremante, lo appoggiai nell’incavo. Al contatto, sentii un piccolo “click”.

- Guarda, Niamh, si è spostato qualcosa quaggiù…

Poco lontano, infatti, era appena uscito dal muro un mattono. Lo spostai con attenzione, facendo  scorrere verso l’esterno un piccolo cassetto… Ero emozionatissima e il cuore mi batteva forte… Dentro c’era un oggetto, uno specchietto, e una pergamena. Era di una grafia minuscola e spezzata. Lessi subito:

Cara Niamh. Non so se riuscirò più a vederti. Ho deciso di lasciarti qualcosa che ti potrà servire, un piccolo oggetto magico, comunque, spero, molto utile. Fanne buon uso. Un abbraccio. Tuo nonno.

P.S. Se ne entrerai in possesso prima della maggiore età, sappi che ho lasciato istruzioni su come usarlo ad un maginotaio che ti contatterà quando diventerai maggiorenne (se  abiterai in Irlanda, come penso, a sedici anni). Ma se sei brillante come tua madre  e tuo padre, vedrai che capirai da sola come  funziona…

Uau! Un importante manufatto magico, un magico specchietto! Che mio nonno (quello che non avevo mai conosciuto ma era un eroe della Battaglia di Hogwarts) mi aveva lasciato!  Era uno specchietto carino, di uno strano metallo leggero e, nel bordo, aveva inciso una formula, “MAI A VUOTO”… ma che formula del cavolo era? Non c’erano le istruzioni!

- Forse devi pronunciarla… - mi suggerì Montague.

Beh, c’ero arrivata anch’io! Provai a ripeterla, ma naturalmente non succedeva niente: troppo facile! Dopo molti tentativi (modulando in vario modo la voce e muovendo contemporaneamente la bacchetta, in modi diversi), mi arresi. Prima o poi l’avrei capito… magari leggendo le informazioni che mi sarebbero arrivate alla maggiore età! Comunque mio nonno era stato carico a lasciarmi quel coso…

- Dai, vedrai che prima o poi capirai come funziona - disse Montague.

- Beh… comunque  grazie… E, se riuscirò a capirci qualcosa, ti informerò subito… - dissi.

- Va bene. Ora vado. Ti aspetto domenica per la gita ad Hogsmeade - mi disse Montague.

- Sì, certo - gli dissi - e… grazie.

Mi sorrise e si allontanò verso il Castello... Che strano, mi avrebbe fatto piacere se  fosse rimasto un pochino a parlare…

 

Domenica era arrivata, il giorno della gita ad Hogsmeade.

- Non fidarti di Montague! - mi ripeteva Teddy da due giorni.

Si preoccupava per me… Quant’era caro! Mi voleva bene, sicuramente  più di un’amica… e odiava Charles Montague, lo sapevo. I due si erano scontrati da subito, da quando si erano visti il primo anno. E non si potevano vedere…

- E’ perfido, falso, presuntuoso, arrogante… - continuava - Vuole mettere un’altra tacca alle sue conquiste. E’ infido, simulatore e dissimulatore…

Oddio, quanti aggettivi sapeva usare... Era bravissimo a parlare, Teddy! E quella vipera della mia ex migliore amica ci stava guardando contrariata… Che male c’era se Teddy si interessava un po’ a me? Voleva dire che lei, con tutte le sue attenzioni, non riusciva a distoglierlo dalla mia amicizia! Di questo era gelosa, brutta viperaccia! … Se avesse saputo cosa avevo sognato qualche notte prima!

Tuttavia dovevo andare… non potevo tirarmi indietro ora… Quella rottura di scatole di Charles Montague con i suoi degni amici (Nott e la Gandels) mi stavano aspettando fuori della Casa di Grifondoro!

- Non preoccuparti, Teddy… E’ solo un innocuo giro per gratitudine, dato che mi ha salvato lunedì scorso da un brutto voto in Storia della Magia… è stato gentile…

Ma come stavo parlando? Mi sembrava di essere un’eroina di qualche libro babbano, salvata dal suo cavaliere… Anche se, tutto sommato, per la prima volta, non potevo biasimare il suo intervento. Anzi, era stato gentile anche con la faccenda del mio gufo-fermaglio…

Salutai Teddy (molto preoccupato per me, come se andassi al patibolo) e la viperaccia (che fece la sua solita smorfia) e mi diressi verso l’uscita. Passando feci le solite raccomandazioni a Seanna, che stava parlottando con qualche altro primino (mi piaceva fare la sorella maggiore assennata… anche perché non lo ero affatto!), poi oltrepassai la Grassona e salutai Montague e la sua combriccola (Nott e la Gandels) che mi aspettavano…

- Ciao, ragazzi. Scusate il ritardo…

- Nessun problema, O’Neil - mi disse Nott - Stavamo solo pensando di fermarci a cena qui, prima di andare ad Hogsmeade…

Quant’era spiritoso! Non ero tanto in ritardo! E poi le ragazze devono sempre farsi aspettare! L’avevo letto da qualche parte!!!

- Non badare a lui - disse Montague - Possiamo andare, ora. E… stai molto bene.

Beh, i complimenti fanno sempre piacere. Anche se li fanno delle serpi “perfide, false, presuntuose, infide”… cos’altro aveva detto Teddy?

- Grazie, Montague… - dissi.

- Ci chiamiamo per nome, cosa dici? - mi propose.

Che intenzioni aveva? Boh, chi lo capiva…

- Ok… Charles - dissi (come suonava strano chiamarlo per nome! Mi sembrava di parlare con un’altra persona!)

Oltrepassammo la porta d’ingresso e, scrutati da un inflessibile Gazza (il guardiano mezzo sordo e rimbambito di Hogwarts, coadiuvato dalla sua perfida gatta, Scrims… ma quando andava in pensione?), ci avviammo verso Hogsmeade. Tutto intorno a me scendevano le foglie d’autunno…. Non so perché, ma mi sentivo tesa… Ero circondata dai tre ceffi peggiori della scuola: la Gandals, con la puzza sotto il naso, e quei due disgraziati di Nott e Montague. E, per giunta, mi stavano spiazzando:  non mi prendevano in giro,  parlavano con un tono di voce calma, erano amichevoli… Sicuramente volevano farmi qualche scherzo e aspettavano che abbassassi la guardia! Ad un certo punto Nott e la Gandals avevano unito le mani, mentre io e Charles, senza toccarci minimamente (ci mancava solo questa!!!), anzi stando ad una discreta distanza di sicurezza, continuavamo a parlare del più e del meno. Charles cominciò a parlarmi di Storia della Magia, chiedendomi come volevo organizzare il gruppo di lavoro sull’isola misteriosa (misteriosa per me, dato che non me ne ricordavo neanche il nome!)

- Se vuoi, potremmo confrontare le nostre conoscenze in Biblioteca, domani. Ho visto che hai la terza ora libera… - mi disse

Cosa faceva, mi spiava? Comunque un po’ di aiuto nella ricerca mi faceva comodo… sì, va bene, anche un bel po’ di aiuto...

- Grazie. Ottima idea - gli dissi.

Nel frattempo stavamo percorrendo il vialetto verso Hogsmeade e, girato un angolo, vedemmo qualcuno stare ad aspettarci. Erano Teddy ed Effervy. Come avevano fatto a precederci? Ah, forse perché mi ero fermata “un attimo” con la scusa di andare in bagno… La seconda mi guardava con uno  sguardo strano, infastidito; il primo si rivolse a me: - Ehi, Niamh. Io e Effervy andiamo a prenderci un tè… ti va di venire con noi?

Oddio. L’anno prima avrei dato un anno della mia vita per uscire con Teddy… Ma ora tutto era diverso! Teddy voleva che io andassi con lui e la sua ragazza a prendere il tè… da Madama Piediburro, “il rifugio delle coppie felici”! E dovevo fare da terzo incomodo. E lasciare, senza una giustificazione Montague, Nott e la Gandels, dopo che avevo promesso davanti a tutta Hogwarts di accompagnare Montague ad Hogsmeade

- Ehi, Lupin!  - intervenne Montague - Mi sembra che Niamh stia con noi. Lo sai che è da cafoni intervenire come tu hai fatto?

Oh, no. Sentivo puzza di guai.

- Effettivamente tu conosci bene le qualità dei cafoni - rispose a denti stretti Ted - E, se vuoi vederne uno, basta che ti guardi allo specchio…

- Tu cosa vedi, invece? - continuò Charles - Un idiota con i capelli rosa?

E, in un attimo, lui e Montague, avevano estratto la bacchetta.

- Fermi! - urlai, mettendomi in mezzo e guardando con lo sguardo feroce i due - Non vorrete rovinare la gita ad Hogsmeade per una battuta?

E, siccome i due si guardavano ancora negli  occhi, pronti a scattare con qualche fattura: - Grazie, Teddy. Io mi diverto con questi amici, magari più tardi ci vediamo e beviamo qualcosa tutti insieme.

- Con le serpi idiote, mai! - disse Teddy.

Effervy intanto lo stava trascinando e così l’incontro terminò. Era andata bene: pensavo si volessero lanciare maledizioni senza perdono, da come si guardavano l’un l’altro.

Andato via Teddy, subito Montague si calmò: - Okay! Ammetto di aver esagerato! Scusa, Niamh! Dai, andiamo da Zonko, e poi ai Tre Manici di Scopa…

 

Ma le mie sventure non erano finite. Ai Tre Manici di Scopa, vedemmo Harry Potter che parlava con un paio di tizi, che mi davano la schiena. Nott e la Gandels erano andati a chiedere di un  tavolo (era tutto pieno).

- Vado un attimo a salutarli - disse Charles. - Harry Potter è un amico di famiglia.

- Vengo anch’io - aggiunsi -  L’ho visto da poco, ma lo risaluto volentieri…

Harry, appena ci vide, ci fece un gesto con la mano, invitandoci ad avanzare.

- Niamh, Charles. Tutto bene? - disse - Hai visto chi è con me, Niamh?

Guardai i due tizi che erano con lui… Erano Percy Weasley e… mio padre! Ancora! Che figura, non me n’ero accorta!

- Ciao, Niamh. - mi salutò.

In quel momento tornarono Nott e la Gandels, dicendo che non c’era un posto libero. Harry Potter molto gentilmente ci chiese di sederci al loro tavolo. No, no, no, non con mio padre. Non avrei potuto parlare liberamente, mi avrebbe controllata! Non avrei potuto ordinare neanche  una misera burrobirra!

- Grazie, volentieri, signor Potter - disse Montague e, in men che non si dica, mi ritrovai nello stesso tavolo di mio padre!

Ordinata una gassosa (volevo la burrobirra!!!!) e alzati gli occhi al cielo una cinquantina di volte, provai a seguire la conversazione tra Nott, Montague, Harry Potter, Weasley e mio padre.

Che imbarazzo: non potevo fare niente. Avevo paura che mio padre mi rimproverasse per qualcosa! Invece Nott e Montague non si erano fatti troppe preoccupazioni e stavano parlando con Weasley, Potter e mio padre sul motivo della loro presenza ad Hogsmeade.

I tre (l’avevo immaginato) erano lì per gli ultimi controlli della famigerata Conferenza (quella che mi aveva costretto a dormire a Grinfondoro), che sarebbe iniziata ai primi di ottobre. Sarebbero arrivate delegazioni dai Paesi Europei, ma stavano cercando di pianificare come evitare gli screzi: la Transilvania, ad esempio, non voleva assolutamente incrociare gli inviati dell’ìsola di Dougherty (ecco come si chiamava: era la mia isola!), anche se la cosa era assurda, come sottolineava Charles, che era intervenuto: erano anni che Voldemort era stato ucciso e rimestare antiche cause di contrasto, ormai dovunque superate in Europa, era sintomo di scarsa intelligenza.

- In effetti, hai ragione, ma ci sono altri interessi in gioco: i Transilvani vogliono che le famiglie dei vampiri espulsi da Dougherty ad inizio prima guerra magica siano indennizzate; gli abitanti di Dougherty temono che Transilvani e loro alleati vogliano impossessarsi del fiorente commercio di pirite ardeminica, che rende forti introiti alle Casse Statali. - disse mio padre.

- Trovo assurdo che due Stati firmino lo stesso trattato,  sui  diritti delle minoranze,  senza risolvere precedentemente i problemi tra di loro - aggiunse Nott.

Che noia! Quel discorso mi stava stancando. Cosa mi importava di due sperdute isolette nell’Atlantico (la Transilvania è un’isola?), quando potevamo andare a prendere un bel gelato? Cominciai a tossire…

Montague si accorse del mio “strano” comportamento e mi chiese se volevo andare a fare una passeggiata… Subito mi alzai, salutando tutti. Nott e la Gandels rimasero invece al tavolo con mio padre e company.

- Mi raccomando, Niamh! - disse mio padre - Durante la conferenza ci sarò anch’io ad Hogwarts a vigilare sulla sicurezza della Conferenza… e ti controllerò da vicino!

Tutti si misero a ridere… Va bene, era una battuta, ma non è che impazzivo per l’idea! Non ero più una bambina!

 

Davanti ad un bel gelato, il  buon umore mi tornò… Ma perché Montague mi  fissava mentre  leccavo il mio cono? Non è che per caso pensasse…

- Ti ringrazio di esser uscita con noi, oggi - disse Charles - E’  stato bello! E abbiamo  anche incontrato Harry Potter…

- … e mio padre - non potei fare a meno di dire.

- Beh, tuo padre è molto in gamba - continuò Montague - I miei stimano molto i tuoi  genitori e mio padre, in particolare, ha combattuto con il tuo ad Hogwarts…

Sì, sì, sapevo qualcosa. I miei avevano combattuto nella battaglia di Hogwarts e avevano salvato la vita a decine di maghi e streghe… ogni tanto saltava fuori qualcuno che era in debito con i miei genitori per qualcosa… Mica mi dispiaceva, anzi. Il prof. Paciock, ad esempio, mi aveva  preso a benvolere, e penso che  fosse  anche per questo. E una volta mi avevano anche fermato quel gran figo di Draco Malfoy, che stava visitando Hogwarts con la moglie, accompagnato dalla McGranitt: Malfoy e consorte mi avevano fatto tanti complimenti e pregato di salutare i miei… Ma averlo a scuola insieme a me!!! Non era il massimo! Non avrei potuto fare niente!

- Ahhhh! Che simpatici ragazzi! - sentii in quel momento una gracchiante voce femminile dietro le mie spalle! - Sbaglio o qui al tavolo c’è Charles Montague… uno dei ragazzi più promettenti del Regno Unito? Sono sicuro che fra qualche anno farai strage di cuori… o l’hai già fatta? Non conosco questa ragazza…

Mi girai. La conoscevo, almeno di nome. Avevo visto la  sua figura sui giornali: era la famosa Rita Skeeter, una importante giornalista della Gazzetta del Profeta, che subito continuò: - Oh, che bello! Mi hanno costretto a partecipare a questa noiosa conferenza e stavo pensando di scrivere dei pezzi di colore, per i meravigliosi lettori del nostro importante giornale… articoli di cronaca rosa… Basta con i soliti Weasley e Potter… Magari figli di brillanti eroi semisconosciuti innamorati di una bella ragazza, con cui sono andati ad Hogsmeade… - disse con un sorriso inquietante quella donna. Non so perché, ma mi sembrava un alligatore…

- Che  ne direste di una piccola intervista? Ho qui giusto il taccuino e la mia fedele penna…

- No, grazie. Né io, né Niamh vogliamo essere intervistati. Ed è la nostra ultima parola. Grazie. La pregherei di lasciarci in pace - disse Charles con un tono che  non ammetteva repliche.

- Ehi, che modi, Montague! Anche io ho combattuto, a modo mio naturalmente, nell’ultima guerra magica, come tutti sanno! Tuo padre era ad Hogwarts, lo sappiamo, ma  io ho difeso, rischiando la vita, la libertà di stampa! Mi volevano bloccare, quei maledetti Mangiamorte, ma io ho fatto vedere di che pasta sono fatta… nessuno mi ha impedito di scrivere la verità sulla Gazzetta, malgrado le minacce e gli attentati… - ripeteva, ma un cameriere era venuto e la invitava ad andarsene e a non importunare i clienti.

- Balle! - mi sussurrò Montague con un’espressione di disprezzo - Ha fatto il suo comodo, d’accordo con il governo, anche se ora non lo ammetterebbe mai. Lo dice sempre mio padre…

La tipa intanto sbuffava per il disappunto e mi guardava anche, con una sfumatura di disgusto… evidentemente non rientravo tra le sue conoscenze del bel mondo inglese… Quella donna mi aveva fatto una pessima impressione: era proprio antipatica!

Appena se ne fu andata, Charles si giustificò: - Scusami, Niamh, se ho preso una decisione anche per te. Ma è una persona pericolosa, e molto perfida..

Lo guardai perplessa, ma sentivo che aveva ragione… Non mi piaceva quella tipa! Poi pensai ad altro: avevo ancora il gelato in mano e continuai a leccarlo con calma. Come mai Charles continuava a guardarmi?


Usciti dalla gelateria, ci avviamo quindi verso Hogwarts, parlando del più e del meno e, senza accorgermene, cominciai a parlargli  della mia famiglia, dei gemelli, di Conan. Lui mi stava ad ascoltare, gentile. Poi continuai le confidenze… e, anche per togliergli ogni speranza, se aveva fatto una mezza idea su di me (ormai l’avevo intuito anch’io! non sono proprio tonta!), gli dissi che ero innamorata, anche se non corrisposta, di un ragazzo meraviglioso, buono, gentile, che mi considerava però solo un’amica.. .Non lo nominai per nome, ma si capiva chiaramente che parlavo di Teddy… E sarei sempre stata innamorata di quel ragazzo, il ragazzo della mia vita… Come ho detto, raccontai tutto a Charles per correttezza, perché avevo avuto l’impressione che lui fosse interessato a me, sia per come si era comportato negli ultimi giorni, sia durante quella uscita ad Hogsmeade..

Lui sorrise, dicendo che gli sembravo una persona “bella” e “interessante” e che gli sarebbe piaciuto conoscermi meglio… teneva molto alla mia amicizia. Rimanemmo un poco in silenzio. Mi aveva fatto piacere quel “bella” e quelle parole…

Poi entrammo nel Castello e ci dirigemmo verso i dormitori di Grifondoro. La cicciona non voleva farmi entrare, anche se conoscevo la  parola d’ordine; poi, approfittai del passaggio di un primino per bloccare la porta dietro a lui.

Mi rivolsi a  Charles, che stava aspettando che entrassi.

- Beh, grazie! - gli dissi.

- Grazie e a te! E’ stato un  bel pomeriggio - mi disse.

Eravamo vicini. Molto vicini. Guardavo i suoi occhi? Mi venne l’impulso di… stavo bene? Mi aveva fatto qualche incantesimo? Amortentia nel gelato? Per fortuna non feci niente e, giratami, oltrepassai subito quella porta.

 

 

 

Siamo arrivati a metà ff (i capitoli totali sono 12). Appuntamento a mercoledì prossimo per la prossima puntata. Un abbraccio a tutti. Gatty :)

   
 
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