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Autore: Yellow Daffodil    17/10/2018    4 recensioni
Lui, lei, loro.
Lui: guerriero per scelta, idiota per nascita. Un cuore dietro all'armatura? Magari, dato che la principessa lo sta aspettando da anni!
Lei: cioè io, sopracitata principessa, rinchiusa nel castello del disagio e sorvegliata dal drago del trauma. Aspetto che un guerriero valoroso sovverta la maledizione che mi ha fatto innamorare di un idiota. Ma mi sa che è un circolo vizioso, vero?
Loro: un branco di brutte persone, ex compagni di classe, ma ancor meglio di vita, tutti talmente incasinati che, se inizierete questa storia, di sicuro incasineranno anche voi.
Pensate che non sia possibile? Solo due capitoli, e poi ne riparliamo.
***
Dall'origine del male, "Io e te è grammaticalmente scorretto", giungiamo al termine dell'evoluzione darwiniana di questa allucinante storia. Dopo "Io e te non è completamente sbagliato", arriva il seguito, nonché gran finale della trilogia: "Io e te è semplicemente complicato"!
Nulla è meglio di un ossimoro per descrivere ciò che avrete letto e leggerete. Con affetto e sarcasmo,
Yellow Daffodil
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io e te'
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Lo sentite?

Sentite in lontananza il suono delle campane? Sentite le note della marcia nuziale?

Sentite le lacrime riempire i vostri occhi?

Sentite l'emozione farvi battere il cuore?

Il giorno è arrivato.

Vi auguro un buon matrimonio e una buona lettura.


E prima, ovviamente, vi lascio il Riassunto della puntata precedente: gli ospiti sono arrivati a Villa Magna. Cugini, nipoti, zie e prozie si aggirano grotteschi e tumultuosi prima del fatidico giorno delle nozze. Gloria e Magno sembrano pronti a dimostrare che si meritano la piena fiducia dei padroni di casa. Beh, lo sembrano, appunto, ma non è detto che lo siano. Speriamo di sì. Nel frattempo, gli altri ragazzi sanno che a breve giocheranno un ruolo fondamentale nella vita dei loro amici: dovrà essere tutto perfetto. Ma lo sarà veramente? Con Francesco in missione per riprendere Alessandra? Con Rachele in silenzio stampa nei confronti suoi genitori? Con Pierpaolo intenzionato a lasciare Silvia e Federica sempre più implicata in questo triangolo? Con Sayid in procinto di avanzare proposte strane a Marinella? Con Nelli e Mattia a corto di tempo, e opportunità, per essere onesti l'uno con l'altra? Se ben ricordate, l'ultima volta che si sono parlati, si sono lasciati con un "Mi mancherai" e questo, in "Io e te", ha l'aria di portare solamente un sacco di guai. Come qualsiasi altra cosa, del resto.

Volete voi, dunque, instancabili lettori, prendere questo capitolo come vostra legittima maledizione, per amarlo e odiarlo, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte, finché il finale di "Io e te" non ci separi?





"Io e te" è semplicemente complicato 

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Per sempre e mai più

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"The birth of the reader must be at the cost of the death of the author."

- Roland Barthes, The Death of the Author

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"Un'emergenza?" Diego suona talmente scettico al telefono che per poco stento a crederci pure io.

"Sì, Vallicroce, un'emergenza." ripeto cercando di dare il tono gravoso che richiede la situazione. "Vieni immediatamente."

"Ok, ok, di solito non è una richiesta che mi sento fare, ma se va bene a te-"

Riattacco la telefonata prima che finisca il doppio senso e mi tocchi offenderlo pesantemente. Non è il momento per le sue allusioni sessuali; qui c'è davvero un'emergenza e io ho fretta di tornare a concentrarmi su di essa.

Cosa potrebbe mai essere capitato a sole due ore dall'inizio della cerimonia? Quando siamo tutti già pronti e pettinati? Quando gli ospiti sono radunati di sotto e le note della marcia nuziale già risuonano nell'aere?

Beh, direi un buon vecchio crollo emotivo della sposa.

Un classico, per gli intenditori.

Gloria se ne sta infatti seduta sul materasso di fronte a noi: vestita, pettinata, truccata, stupenda e... in una crisi di pianto isterico che nemmeno Maria quando ha scoperto di essere incinta da vergine. Ha iniziato circa quindici minuti fa e non ha più smesso: il pubblico che si è radunato attorno a lei è piuttosto notevole, ma nessuna delle ragazze è riuscita a calmarla.

"Glo, adesso basta, ok? Stai dicendo cose senza senso." Federica tenta di stemperare il clima, per l'ennesima volta senza successo.

Non si capisce bene cos'abbia generato lo sclero - a sentire Cris è stato a causa di una sbavatura dell'eye-liner - ma sta di fatto che è disperata e non è ancora riuscita a dirci il vero perché. O meglio, ha elencato varie ragioni tra un singhiozzo e l'altro, ma credo sia semplicemente giunta al punto di non ritorno. Avevo detto che somigliava ad una spugna, ricordate? Che ammiravo il suo riuscire ad assorbire e trattenere l'ansia con eleganza. Bene, ecco, ora è ancora una spugna, ma immersa in un oceano di ansia.

"Io no- io non ce la po-posso fare." piagnucola, mentre le sue esili spalle vengono scosse da un singulto. 

"Ah, vaffanculo." sbuffa Cris, lasciando cadere la palette di ombretti sul tavolo. "Un'ora di lavoro rovinata così." indica la faccia di Gloria e tutti ci soffermiamo a contemplare il mascara sparso dal sopracciglio alla mandibola. E Clio Makeup, fatti da parte.

In ogni caso, nessuno dà retta a Cris, perché è chiaramente nervosa e il fatto che sia la truccatrice non pagata della situazione non le dà comunque il diritto di essere pignola. Non è carino lamentarsi mentre la tua amica sta avendo un crollo emotivo prima del matrimonio, anche se, tutto sommato, la capisco. Siamo tutti presi dai nostri problemi, come se queste nozze fossero una sorta di apoteosi di un personale travaglio. Cris, poi, per restare in tema, ha una pancia più grande della sua testa e l'ormone che passa da farla sembrare una docile mammina a un orso grizzly incazzato.

Fede mi guarda con apprensione: "Hai chiamato Diego?"

"Sta arrivando."

Quando abbiamo capito che Gloria era completamente andata, abbiamo pensato che le nostre rassicurazioni sarebbero state puro ossigeno sprecato. E ci abbiamo provato, sia chiaro, ma ad ogni pacca sulla spalla, Glo rispondeva con l'intensificarsi delle lacrime e qualche 'non ce la faccio' a caso. Se avessi avuto davanti Federica o Lorenzo, li avrei presi a sberle in faccia, ma con Gloria semplicemente non puoi. Non puoi essere troppo brusco o troppo violento, non puoi nemmeno dirlo al suo ragazzo perché, sai com'è, andrebbe in corto pure lui e con ogni probabilità si suiciderebbe.

Quindi stavamo per finire le risorse e l'unica soluzione che ci è venuta in mente, a quel punto, è proprio Diego. Quel piccolo pervertito ha il potere di riscuotere le persone senza per forza picchiarle (come farei io). Non so davvero come, dato che dice una porcata dopo l'altra, ma lui è bravo con le parole, ci sa fare, e abbiamo pensato che sarebbe stato il nostro eroe del giorno.

Quando entra e si sofferma sulle tette di ognuna di noi, tuttavia, mi ricredo.

"Quanto ben di Dio..." commenta infatti, scannerizzando i nostri vestiti di pizzo e pensando, ne sono sicura, di essere entrato nel suo personale paradiso. In realtà, è solo la stanza di Gloria che per il momento si è trasformata in un camerino femminile.

"Guarda da un'altra parte, stronzo." commenta infatti Cristiana, facendogli il dito medio.

"Buongiorno, amore. Sei incantevole stamani." le sorride lui, poi lancia un'occhiata verso di me. "Allora, qual è l'emergenza?"

"Non mi sposerò maiiii." ci pensa Gloria a riassumere il tutto per Diego, mentre porta entrambe le mani al viso e ne approfitta per distendere ancor meglio la matita nera sulle tempie. 

"E che cazzo." sospira Vallicroce, sistemandosi il gilet nero con professionalità.

Un po' come se si stesse approcciando a un riccio ferito lungo la tangenziale, Diego muove qualche passo verso di lei e si inginocchia per poterla fronteggiare. Nella sua tenuta elegante, che lo fa sembrare molto più serio di quanto sia in realtà, rimuove delicatamente le mani di Gloria da davanti al viso e la richiama dolcemente: "Ehi, Glo." 

La biondina decide di guardarlo negli occhi, forse cedendo al suo tono o forse perché è troppo a modo per snobbarlo.

Diego le sorride: "Non sapevo che anche tu avessi le tette."

Ok, ritiro tutto quello che ho detto su di lui. Tutto. Dall'inizio delle superiori a ora.

Gloria si guarda il petto, messo in rilievo dal corsetto dell'abito, e poi, logicamente, piange ancora di più. Un applauso per il dottor Tatto, signori, un applauso!

"Sto con un demente." osserva tristemente Cristiana.

"Eddai, eddai, cos'è tutto questo casino!" si anima lui, sbracciandosi sotto lo sguardo inquieto di noi ragazze. "Ferrucci! Ti stai per sposare con il biondo ossigenato più figo del Nord Italia! Erediterai mezza Toscana quando i suoi schiatteranno e farai pure un figurone vicino a quelle rachitiche delle sue prozie! Eccheccazzo!"

"Sì, è questo il problema..." pigola lei, il naso completamente tappato.

"Quale problema? Magno è il problema? Io ti avevo sempre avvertita sul fatto che ha il cazzo piccolo. È un po' tardi per pentirsene adesso."

Cris indica Diego e poi guarda noi in modo allusivo: "Chi è che ha avuto quest'idea di merda?"

Federica e Ilenia mi indicano: "Lei."

"Grazie." ringhio.

"Grazie mille per la fiducia, amiche mie." echeggia Diego, mentre non si muove da davanti a Gloria.

"Ehi, senti, Ferrucci." le dice, noncurante di noi e posando le mani sulle sue ginocchia stranamente senza scopi sessuali. "Ti ricordi quando spiavo nella tua scollatura in terza superiore?"

Gloria annuisce, i boccoli che riflettono la luce in mille sfumature dorate.

"Non ho mai trovato nulla." prosegue Diego. "Ma adesso finalmente lo vedo."

"Sta ancora parlando delle sue zinne?" mi domanda Cris, irritata.

"Ed è una metafora che rispecchia anche il tuo matrimonio. Prima eri una ragazza chiusa, silenziosa, quasi inesistente. Poi al tuo fianco è arrivato quell'imbecille di Magno e ha tirato fuori tutto il meglio di te. Eccolo qui, ce l'ho davanti. Ora finalmente lo vedo."

"Sì, sta ancora parlando delle sue zinne." si altera Cris.

"Non posso dire lo stesso di Magno, perché, ehi, il suo meglio è saper fare scorregge profumate di deodorante con le ascelle, ma adesso è il vostro momento. Non è il momento di mollare, ma di urlare al mondo che voi due volete stare insieme e del resto non ve ne frega proprio un cazzo."

"Ma-ma è questo il problema." balbetta Gloria. "A me im-importa degli altri. E se- e se qualcosa va storto io... loro..."

La biondina torna nel baratro della disperazione e noi tutti ci immedesimiamo nelle sue preoccupazioni. Quegli avvoltoi dei Magno stanno rovinando il matrimonio con la loro stupida oppressione sul figlio, che di riflesso si è annidata per tutti questi mesi dentro Gloria. Sembra di stare davanti alla commissione di maturità, anziché davanti ai propri cari il giorno del matrimonio.

"Non ti farai mica mettere i piedi in testa da quegli assessuati!" si scandalizza Diego, utilizzando aggettivi a caso. "L'ultima volta che avranno scopato sarà stato nove mesi prima che Magno nascesse, fanno così perché sono sessualmente frustrati. E comunque, fossero anche i più potenti della terra, avessero anche la tua vita in pugno, nessuno e dico nessuno può impedirti di amare. Perciò vai sotto quell'arco e ama quel coglione di Magno, prima che Eva gli comunichi che cosa sta succedendo e lui decida di buttarsi sotto un'auto."

A Gloria scappa un sorriso tra le lacrime e mi sembra di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel.

"Mi sento così sotto pressione." decreta infine, tentando di asciugarsi le guance.

"Gloria, ti promettiamo che andrà tutto bene." Diego pronuncia questa frase passandoci tutte in rassegna a mo' di minaccia. "E se proprio ci fosse qualcosa fuori posto, ci penserò io a distrarre i tuoi suoceri bacchettoni. Mi basta una palpatina involontaria e tutti gli occhi saranno su di me."

"Oh, Diego." non so se il sospiro di Gloria sia grato o preoccupato.

"Te lo prometto."

Qualcuno le passa un fazzolettino e lei si tampona gli occhi: "Troppo gentile."

"Tu devi preoccuparti solo di te e Magno, capito?" insiste lui. "Perché un domani anche io vorrò sposarmi." afferma alzando lo sguardo su Cris e colpendola come se avesse scoccato una freccia dall'arco di Cupido. "Tu mi devi dimostrare che si può fare, nonostante tutti i bastoni tra le ruote che ci mette la vita. Mi devi dimostrare che quando ami qualcuno te ne sbatti il cazzo dei giudizi, dei ricatti e del resto del mondo, ok? Ok, Glo?"

Lei annuisce, perdendo la voglia di ribattere agli incoraggiamenti e decidendo semplicemente di arrendersi alla visione positiva di Diego: "Ok."

"Brava bambina."

"Voglio abbracciarti, Diego." fifa ancora un po', allargando le braccia come non si confà a lei. "Voglio abbracciare tutti voi."

E noi, allora, ci stringiamo tutti nelle sue braccia... per quanto possibile, naturalmente. 

È tipo un assurdo grande abbraccio di gruppo, dettato chiaramente dalla carica emotiva della situazione, che rischia di rovinarci le acconciature e stropicciarci i vestiti, ma che apparentemente per Gloria è fondamentale in questo momento. Ed è bello, in realtà, non si disdegna mai un abbraccione di gruppo, specie quando ha il potere di far tornare il buon umore.

"Come farei senza di voi?" sussurra Gloria, mentre Diego cerca di allungare una mano verso il primo deretano che trova nei paraggi.

"Non ti staresti nemmeno sposando, se non fosse per noi." Federica le fa un misterioso occhiolino.

"Ehi, Glo." se ne esce Diego sciogliendo l'abbraccio. "A parte gli scherzi, sbattitene davvero di quella gente, ok? Sposati perché ami Magno e non perché devi provare qualcosa ai suoi genitori. E ricordati sempre che quando dirai 'lo voglio', io sarò lì in mezzo alla folla ad immaginare che tu l'abbia detto con voce profonda, alludendo al pene di Magno."

La maggior parte di noi scoppia a ridere, mentre Cristiana afferra Diego per il colletto e se lo porta via, probabilmente in un luogo dove nessuno potrà vederla esercitare violenza (o abusare di lui dopo la semi-proposta di matrimonio che le ha appena fatto). 

Ah, Diego... è sempre lo stesso. E forse per questo è il nostro eroe. Nostro, ma principalmente Cris, per essere precisi. E per evitare che lei mi linci per questa frase.

"Dai, secchiona." mi avvicino a Gloria e la incoraggio porgendole la mano. "Facci vedere quanto sei gnocca."

Gloria si mette in piedi un po' a fatica, ma poi si stabilizza e fa una piroetta per lasciarsi guardare in tutto il suo splendore. Il lavoro che Lorenzo e Tommaso hanno fatto è da rimanere senza fiato. 

Hanno preso quell'offesa di vestito da matrona e ne hanno ricavato un'opera d'arte, fatta su misura per questa sposa. Il corpetto le fascia perfettamente la vita senza farla sembrare troppo magra ed evidenziandole il décolleté. Poi la gonna cade liscia sulle gambe, non troppo pomposa, ma comunque di scena, con il tessuto satinato che arriva al pavimento e le pietruzze simili a diamanti che scendono lungo un fianco. È stupenda. E se Lorenzo e Tommaso non diventano i prossimi Dolce e Gabbana, giuro che me la prendo. Al massimo Enzo e Carla. Enzo e Carla vanno benissimo lo stesso. L'importante è che si veda il loro stile.

Vedendola così, a un passo dallo sposare Alessandro, non posso non prendermi un attimo per abbracciarla ed averla solo per me. Ricordo uno dei nostri pochi ma importanti abbracci, anni fa, e quanto allora mi avesse fatto strano stringerla. Gloria non è una da dimostrazioni di affetto, ma è un'amica importante per me e io spero di esserlo per lei, spero che stare al suo fianco come testimone le dia un po' di forza in più.

"Questa favola è scritta per te." le sussurro nell'orecchio. "Goditela fino al per sempre felici e contenti."

"Mmm... allora si tratta di una fiaba."

"Maledetta secchiona."

Rido, e con un po' di nodo alla gola, sciolgo il nostro abbraccio e le auguro buona fortuna.

***

PRIMO BREAK

Vi avverto subito: questo capitolo sarà pieno di break XD Contrariamente a come siete abituati, non è un capitolo lungherrimo, ma i (relativamente) brevi paragrafi di cui è composto si alterneranno con ben 5 pause, all'interno delle quali condividerò con voi i soliti momenti social, ma soprattutto delle grandi opere d'arte che sono state fatte appositamente per questo capitolo e conservate per la speciale occasione.

Giusto per aprire le danze in tranquillità, comunque, vi porto un paio di scleri alla Marinella Argenti, uno dei quali in formato GIF come esperimento per potervi far vedere meglio la schermata. Spero che funzioni, dato che come trovate tecnologiche non mi sento molto al top, e sappiate che più avanti nel capitolo ne troverete anche un'altra. Buon proseguimento, miei cari.

***

Quando esco dalla porta, ancora commossa per la scena di prima, mi ritrovo davanti alla faccia un'inquietante presenza. 

A dire il vero, l'avevo avvertita ancor prima di uscire, a causa del sentore olfattivo d'incenso che ho iniziato a considerare, negli ultimi giorni, una specie di presagio di morte che riesce ad infilarsi anche sotto le porte.

"Ciao, Sayid." gli sorrido, uscendo definitivamente in corridoio e maledicendo il tempismo di averlo beccato qui fuori.

Anche se qualcosa mi dice che mi stesse aspettando a mo' di avvoltoio da un bel po'.

"Che schianto." gli occhi languidi con cui mi squadra mi fanno arrossire e anche sentire un po' in colpa.

"Che schianto non si dice più molto spesso." gli faccio notare, sviando l'imbarazzo. 

Lui rimedia con un occhiolino: "Hai capito il concetto."

"Che ci fai qui?" domando, schiarendomi la voce. "Non sei giù al rinfresco?"

"Prima devo parlare con te."

Quindi mi stava sicuramente aspettando a mo' di avvoltoio.

"Uhm... ok."

"Vieni." Sayid mi prende per mano e mi accompagna verso un angolino del corridoio che rimane nascosto al passaggio di tutti. Infatti, ci troviamo davanti a un inquietante mezzo busto di marmo ritraente un antenato dei Magno che fa praticamente da separé. Mentre dal piano inferiore e dall'esterno sale il brusio sempre più eccitato degli ospiti, sia Sayid che il mezzo busto continuano a fissarmi come maniaci.

"Sayid, mi stai spaventando."

Lui ridacchia con fare teso: "Sono più spaventato io."

Questa frase mi lascia perplessa, ma presto la mia confusione si trasforma in puro terrore, quando vedo la sua mano sinistra infilarsi nella tasca della giacca e frugare alla ricerca di qualcosa.

Un attimo.

Ho un mancamento, credo.

"Nelli." Sayid estrae la mano e io entro in fase di morte cerebrale. "Questa è per te."

Penso che ora si inginocchi e che apra davanti ai miei occhi una scatolina contenente 50 carati di fede con zirconi reali del Gujarat, invece la vita torna a sorridermi quando anziché porgermi un minaccioso anello di fidanzamento, Sayid posa sul mio palmo una semplicissima chiave. 

Una chiave. Grazie a Dio.

Niente anelli, proposte o promesse. Solo una chiave. Una semplicissima chiave.

Che, tuttavia, dopo qualche secondo, genera in me un'altra crisi mistica.

"Non sarà mica...?" gli faccio, scrutandolo incredula.

"1561, Lexington Avenue, New York." conferma, con una pronuncia invidiabile. "Non è solo mio, Nelly. Se lo vuoi, è nostro."

E questo pronome possessivo massacra definitivamente tutte le mie funzioni vitali rimaste funzionanti.

"Sayid, io..."

Mentre guardo quel pezzo di metallo sulla mia mano, il cuore mi batte fortissimo. È un regalo gigante, meraviglioso e inestimabile da fare a una persona. Per me, comprare una casa da voler dividere è qualcosa di ancora più profondo di una proposta di matrimonio: è una proposta di vita. È amore puro.

Pensare che Sayid abbia voluto rivolgerla a me mi destabilizza, perché non avevo realizzato che il suo affetto andasse così oltre. Da lui mi sarei aspettata che mi chiedesse in sposa, invece ha fatto qualcosa di più spirituale, di ancor più significativo. O almeno, per come la vedo io è così. E sono sicura che se anche io provassi le stesse cose, a questo punto starei piangendo dalla gioia e non potrei sentirmi più felice.

...ma io non provo le stesse cose.

Mi si spezza il cuore, davvero, però non potrei mai accettare quest'offerta da lui.

È vero, è una dimostrazione d'amore indescrivibile, e per di più è un appartamento che ho sempre agognato, ma è anche un impegno che non potrei prendere.

...non con lui, no.

Sarebbe come assicurargli che voglio una storia sera, che voglio provare ad avere una vita assieme. Due mesi fa forse gli avrei detto di sì, ma adesso ho ritrovato me stessa e non potrei affatto illudere così una persona, sapendo che il mio cuore non gli apparterrà mai. Non sarebbe giusto nei suoi confronti, sarebbe ancora più doloroso di un no.

"Grazie, Sayid." sussurro, alzando a fatica gli occhi su di lui. "È una proposta pazzesca. Credo... la più bella che un uomo possa mai fare a una donna." 

Lui ci mette un nanosecondo a interpretare la mia espressione: "Ma?"

Rendo la chiave, posandola sul suo palmo e chiudendo le sue dita con le mie: "Non posso accettare."

"Non puoi o non vuoi?"

Con mezzo sorriso cerco di stemperare: "Mi sgami sempre, eh?"

"Non so nemmeno che cosa significa sgami."

"Che sai sempre quali sono le mie vere intenzioni." spiego, senza lasciare le sue mani, ma lasciando andare un sospiro esausto e dispiaciuto. "Sayid, non voglio più continuare questa farsa, ok? Ammetto di essere stata una stronza e di averti usato, ma adesso basta, non voglio che tu ti illuda."

"Immaginavo che mi stavi solo usando." osserva, piano, senza sembrare sorpreso o arrabbiato, ma più che altro rassegnato.

"Mi dispiace, Sayid. Mi dispiace davvero tanto." esterno, sinceramente, pensando, dentro di me, che mai nella vita avrei pensato di dire una cosa del genere. Di solito lo dice la stronza delle serie tv che odierai per sempre perché si mette in mezzo alla tua ship, ma io? Io mi ritenevo una ragazza qualunque, prima di innamorarmi di Mattia. Dopodiché, la mia vita è cambiata del tutto. Sono stata la persona che volevo essere e anche quella che pensavo non sarei mai stata. Sono stata la persona che odio, ma anche quella che amo. Sono stata io a trecentosessanta gradi, nel bene, nel male.

"Anche a me." dice. "Penso che allora non tornerai a New York con me?"

"No." scuoto la testa. "Non credo nemmeno che tornerò a New York. Ho bisogno di casa, Sayid. Qualsiasi cosa succeda, ne ho davvero bisogno."

"Ok."

"Quello che ho detto è vero, però." mi affretto ad aggiungere. "Sayid, per me sei stato un ottimo amico. Io..." mi guardo attorno spaesata, sentendo una tristezza tale che mi si bagnano gli occhi e temo per un attimo di finire come Gloria. "Oh mio Dio, io non avevo mai lasciato nessuno prima."

La faccia di Sayid è tutto un programma; temo stia desiderando di colpirmi ripetutamente con il mezzo busto di marmo.

"Ti garantisco che è difficile anche per me." cerco di mettere in fila qualcosa di sensato, sebbene tutto questo mi stia causando un sacco di emozioni spiacevoli e al contempo mi faccia apparire come una vera e propria ipocrita. "Io ti voglio bene, Sayid, mi piacerebbe che restassimo amici. Vorrei poter venire a trovarti spesso, perché... non voglio che ci perdiamo di vista, ok? Sei stato così importante per me, mi hai aiutato a restare in piedi quando tutto faceva schifo. Non odiarmi, ti prego. Rimarremo amici."

Abbassa gli occhi.

"...Sayid?"

Finalmente prende fiato e si decide a dire qualcosa, anche se non è esattamente quello che mi aspettavo: "We'll see."

Decreta, rimettendo la chiave dentro alla tasca e poi voltandomi le spalle con delusione.

"Mi dispiace!" grido, presa in contro piede dalla sua reazione. "Mi dispiace, Sayid..."

Il secondo mi dispiace è più sommesso del primo e mi rendo conto, mentre mi torturo le mani, che nonostante tutta la tristezza, c'è un filo di sollievo nel tono della mia voce.

Davvero voglio bene a Sayid e davvero ci terrei tanto a mantenere i rapporti con lui. E, se devo essere sincera, davvero sono rimasta sconcertata dalla sua proposta. Sapete già come la penso sul matrimonio; ma ora anche io mi sono resa conto che forse esiste qualcosa di ancor più profondo, di più vero.

Tuttavia, mi aspettavo che lui fosse preparato a un mio no. Pensavo che avrebbe già ragionato sulla complessità della situazione e che quanto meno avrebbe accettato di rimanermi amico... invece ci è rimasto peggio del previsto. 

Ma adesso, nonostante tutto, mi sento più in pace con la mia coscienza e meno crudele nei suoi confronti. So che è brutto, so che faccio pena in tutti i fottutissimi campi dell'esistenza umana, però credo di aver fatto la cosa giusta. O meglio, dato che di cose giuste nella vita non ne ho ancora vista l'ombra, penso che avrei potuto fare peggio, ma ho saggiamente evitato almeno questa catastrofe.

In fondo, credo che Sayid sia un bravissimo ragazzo. Con qualche difetto, certo, ma come tutti. Sayid ha un cuore grande e sotto sotto, anche se a volte può non sembrare, è davvero spinto da sentimenti genuini. Sono certa che troverà molto presto una ragazza migliore di me.

...non che sia troppo difficile, comunque.

***

SECONDO BREAK


Uh, questa brucia.

Non vorrei sbilanciarmi troppo su questa scena, quindi vi lascio direttamente all'opinione di Sayid. Traduzione sotto gli screen!

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Traduzione
 
S: Non ce l'ho fatta
F: Cosa? - Sei serio? - Dai, Sayid - Che è successo? - Sono preoccupata.
S: Ha semplicemente detto di no
F: Mi dispiace - Non me lo aspettavo
S: Io sì
F: Allora perché gliel'hai chiesto?
S: Non lo so, magari era veramente innamorata di me - Ancora - Non lo so - Lo sapevo che amava lui - L'ha sempre amato.
F: Intendi l'idiota?
S: Già sì l'idiota
F: Mi dispiace tanto, Say - Voglio bene a entrambi, volevo veramente vedervi assieme - Forse semplicemente lei non è quella giusta per te.
S: Lei era giusta per me - Ma io non lo ero per lei - Mattia lo è - Spero che gli venga la diarrea


***

Sebbene sia da riporre in lui la responsabilità di tutte le mie e le altrui sofferenze, l'unica persona di cui sento il bisogno ora è Mattia.

No, ma dai. Ma che sorpresa.

Ormai lo sapete; ogni volta che mi sento persa, lui è il punto fermo a cui ho l'istinto di aggrapparmi, nonostante non sia affatto un punto fermo. Ed è una nozione che ho appreso molto dolorosamente, e lentamente, negli anni, ma che comunque non mi trattiene dal continuare a cercarlo. Perché sono reiteratamente stupida.

Ora, infatti, mi trovo già fuori dalla sua stanza. 

Ho evitato questa zona per giorni perché è stata fonte di non poche problematiche, ma in questo momento mi sento attratta da essa come se fosse un nido sicuro, a maggior ragione perché è aperta e perché intravedo Mattia da qui.

Si trova in piedi davanti allo specchio e si è appena fatto passare la cravatta attorno al collo. Quello che penso, quando lo vedo vestito così elegante e pettinato bene, non rimane per molto dentro la mia testa.

"Wow." esterno quasi involontariamente, ammirando il modo in cui il gilet scuro gli modella i fianchi e come la combinazione di pantaloni e scarpe eleganti lo renda così... adulto. Mattia è diventato sempre più bello con il passare del tempo e questa non è altro che un'aggravante della mia già abbastanza dura pena da scontare.

Non mi bastava essere catturata solo dal suo modo di essere, no; pure l'occhio doveva prendersi la sua parte, specie durante gli anni, grazie al tempo che un po' ha trasformato questo ragazzo. E proprio l'occhio, in questo momento, sta godendo di uno spettacolo bellissimo.

Mattia si volta evidentemente inconsapevole di essere osservato. Si rallegra di vedere me e poi sorride con malizia, facendomi arrossire brutalmente: "Wow a me, Argenti?"

"Wow al vestito. È veramente bello."

 "Anche il tuo." Mattia si sofferma per qualche secondo sulla mia figura. "Bellissimo."

"Grazie."

Mi avvicino a lui, sentendomi davvero, davvero bella. Già Gloria ha scelto una mise stupenda per noi ragazze, in più sotto quegli occhi verdi che la ammirano, la mia autostima sale al settimo cielo.

Ho un semplice vestito bianco, alle ginocchia, decorato di pizzo sui vari bordi, che mi calza a pennello perché Gloria ha voluto prendere tutte le misure. E il mio, poiché deve distinguersi dagli altri, ha un'intrecciatura di nastri gialli e blu in vita. In tal modo sono in pendant con il tema di tutta la cerimonia ed Enzo e Carla sarebbero così fieri di me.

Mi fermo un nanosecondo a fare una considerazione: per quanto superficiale e perfida io possa essere, un attimo passato qui nei pressi di Mattia mi ha già fatto dimenticare la tristezza di poco fa. Adesso sono davvero convinta, al cento per cento, di aver fatto la scelta giusta sia per me che per Sayid.

Un giorno anche lui lo capirà e, forse, mi ringrazierà.

...eh Nelli, come ce la tiriamo per una scelta intelligente nella tua vita, eh. Su che ne hai ancora milioni di stronzate con cui andare a pari. Vola basso, per piacere.

"Sei pronto per la cerimonia?" gli domando dando per scontato che la mia emozione sia tanta quanta la sua.

"Insomma." risponde, onestamente. "È un grande passo."

La sua osservazione non aiuta per niente a calmarmi: è il giorno di Gloria e Magno, è il loro grande passo, eppure, come ho detto prima, è come se rappresentasse un punto di svolta anche per noi, per tutti. Volenti o nolenti, dopo questo matrimonio, si prenderanno decisioni che scrivono il futuro.

Per quanto riguarda me e Sayid, ad esempio, sono state prese giusto pochi minuti fa. E, sicuramente, hanno cambiato delle vite.

"Tu sei pronta?" mi chiede, controllando che la cravatta sia effettivamente intonata alla camicia. "Ho sentito di Gloria."

"Oh, non ci credo. Chi te l'ha detto?"

"Voci di corridoio." accenna enigmaticamente alla porta aperta che dà, appunto, sul corridoio. "Ma immagino che abbiate risolto."

"Per fortuna sì. Ci mancherebbe solo la crisi di nervi della sposa. Non so cosa potrebbe succedere di peggio."

Mi pento istantaneamente di aver pronunciato queste parole: solitamente preludono a qualcosa di veramente peggio, tipo mio fratello alle prese con i fornelli che dà fuoco al centro Italia, oppure l'abbattersi di un improvviso temporale che termina in uno tzunami che ingloba villa Magna nelle acque tirreniche fino a farla diventare la nuova Atlantide (mi drogo). Ma dopo qualche secondo nulla succede, solo gli occhi di Mattia su di me e i raggi del mattino che filtrano attraverso le finestre. Mi rilasso, esalando un sospiro.

"Mi aiuti ad allacciare la cravatta?" chiede Mattia.

Ed ecco, forse questo potrebbe essere peggio.

Alzo lo sguardo sul suo viso ancora una volta per convenire con me stessa quanto diavolo sia bello. Lo guardo mentre il sole squadra le linee del suo zigomo e lambisce il contorno delle sue iridi. Mi piace così tanto che so per certo, e anche per esperienza, che non troverò mai nessuno di simile e che il suo aspetto non smetterà mai di scatenare certi immorali istinti dentro di me e che con nessuno, nemmeno il mio più caro amico, sono stata capace di creare un legame così profondo, partendo da uno stupido banco di scuola.

Nonostante il tacco aiuti già un po', mi alzo sulle punte e mi avvicino al suo viso.

"Mi dispiace, Mattia." sussurro. "Non so come si fa."

Lui rotea gli occhi, divertito dalla scenetta: "Devo insegnarti proprio tutto."

Mi prende le mani, non senza causare la mia dipartita da questo mondo infame, e le stringe attorno ai lembi della cravatta assieme alle sue. Dopodiché, le accompagna nei classici movimenti che servono ad annodarla.

Avete presente le commedie rosa dove prima del matrimonio, lui si sta preparando e lei gli allaccia la cravatta e poi si pentono, si baciano e si mettono assieme sfanculando le nozze? Ecco, non sta accadendo esattamente questo, ma sento che qualcosa si sta veramente per sfanculare, tipo il mio cuore. E spero non le nozze.

"Nelli." sussurra Mattia, la testa bassa e concentrata sui movimenti. 

"Sì?"

"Ieri ho detto che mi saresti mancata, ricordi?"

"Mh-mh."

"Dobbiamo parlare a questo proposito."

Oh no.

Perché ha scelto proprio questo momento per darmi la notizia? Perché prima del matrimonio?

Non potrei sopportare che me lo dicesse adesso. Rovinerebbe tutta la giornata, per non dire che sarei letteralmente incapace di trattenere il pianto da ora in poi per tutto il resto della mia inutile vita. So perfettamente che intende ufficializzare la sua partenza per la Siria, ma non sono pronta a sentirlo. Non adesso.

"Non adesso." sussurro, in un soffio, dopodiché approfitto della mia presa sulla cravatta per tirarlo verso di me e chiudere quelle sue maledette labbra in un bacio.

Esatto, indovinato, ho fatto la cacata.

Ma era lì, davanti a me, così vicino, così a un passo dal non essere mai più mio che non ce l'ho fatta. Mi trattenevo da giorni e, sul serio, ora che siamo qui non ho idea di come abbia fatto a sopravvivere.

Le labbra di Mattia sono così morbide e familiari che nell'esatto momento in cui si congiungono alle mie, mi si stringe lo stomaco e mi gira la testa. È sempre così maledettamente bello baciarsi.

Lui è chiaramente turbato dal mio gesto, che in questo momento topico e a porte aperte, forse non è la mossa più saggia da fare. Tuttavia, decide di posare le mani sui miei fianchi e schiudere le labbra per accogliere le mie.

Anche se sembra stupido, ogni volta che risponde ai miei baci sento un senso di sollievo. Sarebbe come urlare in una stanza vuota e non sentire l'eco. Destabilizzante, no? È una conferma che il mondo sta girando nel verso giusto.

Non riesco a starmene ferma, però, sento il tempo che scorre e voglio afferrarlo, voglio fare qualcosa, voglio godere di questi preziosi secondi. Così, guido Mattia verso il letto, dove già eravamo stati e dove ho il ricordo della nostra prima, seria, volta. La prima volta che abbiamo fatto l'amore in una camera da letto degna di questo nome, è stato proprio qui. 

Mi lascio cadere all'indietro, trascinando con me anche lui, perdendo le scarpe e anche un botto di autocontegno. Il profumo di Mattia è sempre lo stesso da anni, non credo sia contenuto in una boccetta, è semplicemente... il suo.

E mi fa impazzire, mi incanta come il suo modo di muoversi, il ritmo dei suoi respiri e quel vestito che oggi, in particolare, lo rende più uomo di sempre.

"Che cosa stai facendo?" mi domanda con una voce che mi fa rabbrividire, mentre le mie mani si infilano sotto la sua giacca.

Mi verrebbero in mente un sacco di spiegazioni consone, nonché grandissimi cliché: ho bisogno di te, non ce la faccio più, mi fai perdere la testa, non andartene. Ma invece snocciolo un semplice "Non lo so" e arresto la mia corsa all'ormone. 

Con fatica immane, gli tolgo le mani di dosso e mi limito a guardarlo mentre il mio petto si alza e si abbassa preso dalla recente frenesia: ho un ripensamento perché di colpo mi sono venute in mente tutte le conseguenze disastrose che fare l'amore con lui, adesso, potrebbe avere.

E intendo... su di me. Perché l'unica a dover trattare la situazione con freddezza - sottolineiamo, con freddezza - qui dovrei essere io. Il coinvolgimento emotivo che ci metto ora è direttamente proporzionale al dolore atroce che sentirò a fine giornata. E credetemi, non sono ancora abbastanza preparata a ciò che succederà dopo.

Lo guardo, ancora tremante: nel complesso, non ho fatto troppi danni, solo un un bottone slacciato sulla sua camicia. Mentre esalo un lungo, frustato sospiro, lascio cadere la testa all'indietro, affondandola nel materasso.

"Mi mancherai anche tu, Mattia Zingaretti." dichiaro a mezza voce e costretta a guardare in alto per non farmi salire le lacrime.

"Perché-"

Ma la risposta di Mattia viene interrotta da qualcuno che si è appena piantonato sullo stipite della porta con un viso trafelato e il fiatone.

Un altro grande classico, direi.

"Ehi, voi due, rimandate la riproduzione a più tardi." è Diego. È sempre - il solito - Diego. "C'è un'emergenza."

"Un'emergenza." ripeto sarcasticamente, proprio come lui poco fa, mentre mi rialzo a fatica dal letto e vedo Mattia ritirarsi in imbarazzo.

"Sì, Argenti." conferma. "Una stracazzo di emergenza del cazzo."

***

TERZO BREAK

Ho AMATO questa scena. Mi dispiace per la poca modestia, ma è una delle mie preferite di sempre.

E guardate che capolavoro ha creato Angelica per rappresentarla. Non servono parole, guardatelo.

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Mi piace tantissimo, così tanto che ho ritagliato la parte del bacio e me la sono messa come screensaver, perché no, no, non sono affatto una nerd megalomane inguaribilmente romantica.

Amo Nelli e Mattia.


...ma ora, bando alle ciance, c'è un'emergenza in corso!!!


***

"Come sarebbe a dire l'hai perso?"

Mentre gli ospiti sollevano un discreto chiacchiericcio in giardino, noi siamo nascosti dalla parte delle stalle di fronte a una Silvia Trepalme sconvolta dalla vita. E una discreta puzza di cacca di cavallo tutt'intorno.

"Io... io..." si guarda i piedi, disperata, mentre noi della classe ormai l'abbiamo accerchiata.

"Silvia, spiegati." la incoraggia Mattia.

"Ero assorta nei pensieri, no mi sono accorta del tempo che passava."

"Scusa, puoi ripetere la dinamica dall'inizio?" chiede Fede, ancor più agitata di lei.

Silvia sbuffa, a disagio: "Oh, di nuovo?"

"Cazzo." l'imprecazione, stranamente, non deriva da Diego, ma da Alessandro, che in tutta la sua meravigliosità, sta passeggiando avanti e indietro sull'erba, mentre getta occhiate verso il raduno di parenti. "Non mi sposerò mai."

"E va bene." si arrende Silvia, sospinta dal nervosismo dello sposo. "Pierpaolo mi ha voluto portare nel bosco per una passeggiata, a un certo punto mi ha fatto sedere su un tronco e ha iniziato discorsi strani su noi due."

Patrizia, che è un ossimoro vivente così vestita di bianco, si sofferma su dettagli psicologici: "Solitamente affrontate i vostri problemi di coppia in luoghi isolati?"

Mentre Gloria passa subito ai dettagli tecnici: "Dove vi trovavate di preciso?"

"Non lo so." risponde Silvia.

"Bene."

"Sssh, lasciamola continuare o ci metterà una vita." esorta Federica.

Silvia fa l'offesa con una smorfia da ragazza immagine, mentre qualcuno borbotta una battutina sul fatto che il PH nel sangue di Fede sia appena sceso sotto lo zero. Anche se è la mia migliore amica, chiunque sia stato: adoro.

"Abbiamo discusso perché sembrava che volesse scaricarmi." prosegue Silvia, in realtà piuttosto turbata per l'intera situazione. "Poi ci siamo accorti di essere in ritardo, così lui ha tagliato corto dicendo che avremmo fatto meglio a tornare per preparaci e che ci saremmo chiariti dopo il matrimonio. Sulla strada verso la villa ha visto un cespuglio di bacche e ha deciso di fermarsi, ma a me non andava per niente di ascoltare l'ennesimo trattato di botanica, specialmente dopo la mezza litigata, perciò ho proseguito da sola. Quando sono tornata qui l'ho aspettato almeno mezz'ora, ma non si è ancora fatto vivo."

"L'hai chiamato?"

"Ho provato, ma il telefono non prendeva."

"Non sei tornata nel bosco a cercarlo?" la domanda di Federica è tra lo scioccato e l'alterato, con abbondante dose di ovvietà, della serie: è quello che avrebbe fatto qualsiasi fidanzata, perché tu no?

Silvia alza le spalle: "Beh, sinceramente non ero molto dell'umore."

"Oh, quindi uno potrebbe star morendo, ma lasciamolo pure, perché non siamo molto dell'umore."

"Ora non esageriamo." mitiga Gloria, che si è coperta con un lenzuolo matrimoniale per non spoilerarsi a Magno. Ho fatto diventare il verbo spoilerare un riflessivo proprio. Sono l'avanguardia dello slang.

"Senti, quello stava per scaricarmi di prima mattina, in un bosco, e senza nemmeno un motivo, quindi era ovvio che non mi andasse di stare a sentire le sue frasi fatte."

Magno sospira: "Dove cazzo è quel coglione?"

"Ehi, vacci piano." lo ragguaglia Cristiana. "O dovrai confessarti di nuovo, prima della cerimonia."

"La cerimonia, per l'appunto, è fra meno di on'ora." ringhia Magno. "E abbiamo perso un invitato!"

"Nonché un carissimo amico." lo reindirizza Mattia, appianando con tono di rimprovero la sua alterazione.

"Ok, ok. Stiamo calmi." dico mettendo le mani avanti, ma in realtà non avendo nulla da aggiungere dopo. Quindi tutti mi fissano, ma io sono il disagio fatto persona e me ne sto muta.

"È possibile che si sia fatto male? Eravate in una zona pericolosa?" s'informa Mattia.

"No, il solito sentiero, ma non so dove di preciso. C'erano solo... alberi." semplifica Silvia, alzando le spalle. "Pier dice che lo fa ogni mattina con Federica." quindi rivolge alla mia amica uno sguardo lugubre e lei, naturalmente, arrossisce.

"Cavolo..." commenta Lori, mordendosi un labbro e guardando verso le punte dei castagni. "Non è da lui fare scherzi. È brutto dirlo, ma dev'essergli sicuramente capitato qualcosa."

Mattia sbuffa, in apprensione, e si passa una mano nei capelli. 

P.S. Quant'è bello. 

"Forse è solo impegnato nella ricerca e gli è sfuggita l'ora." propone, senza in realtà crederci così tanto. Pier non è uno da scherzi stupidi quanto non lo è da farsi sfuggire il matrimonio dei suoi amici. Sono d'accordo con Lorenzo, purtroppo: dev'essere successo qualcosa di brutto.

Il suono di un cellulare mette tutti sull'attenti e fa sì che una decina di mani vadano a toccarsi le tasche.

"È il mio." annuncia Fede, estraendo il telefono dalla pochette e sbloccandolo con dita tremanti. "È lui!"

"Oh, grazie a Dio." sussurra con sollievo Mattia, sembrandomi l'amico più tenero del mondo e facendomi pentire di non averlo posseduto selvaggiamente tra le lenzuola qualche minuto fa.

"Pier?" esordisce Federica, mentre si sposta verso il centro del gruppo e attiva il viva voce cosicché tutti possiamo sentire. "Pier?"

Dal ricevitore escono strani rumori, come fruscii. Niente che non alimenti ancor di più la tacita ipotesi che sia caracollato giù da un dirupo.

"Pier, dove sei?" domanda Fede. "Stai bene?"

Dopo qualche secondo la voce ovattata di Pierpaolo finalmente si sente: "...sì."

"Ok, grazie a Dio, Pierpaolo! Dove sei?"

Mentre la folla gioisce, Scilla aggiunge qualcosa: "Sto... sto alla grande, in effetti."

"Ho capito, ma vogliamo sapere dove ti trovi. Sei nel bosco? Ti sei perso? Hai bisogno di aiuto?"

"Quante domande." Pierpaolo ride, mentre tutti ci scambiamo occhiate perplesse. "Sempre un sacco di domande, Frufru."

"Pier..." la mia amica ci guarda e deglutisce. "Ci stai spaventando."

"Non lo so." Pierpaolo si caccia a ridere ancor più di gusto. "Non lo so dove sono. So solo che è pieno di alberi e sassi e rami e che... Fede, io... ehi, Fede, sei ancora in linea? Mi senti?"

"Sì, Scilla, ti sentiamo forte e chiaro. Piantala di ridere e dicci dove sei."

Ancora dei suoni strani e poi di nuovo la voce instabile del nostro amico: "Sono in paradiso."

Oh, beh, questo sì che è rincuorante, no? Sicuramente meglio che giù da un dirupo, suvvia.

"...che cosa, Pierpaolo?"

"Sono in paradiso, Frufru, e ho pensato che tu sei la ragazza più sexy che abbia mai conosciuto e quando ti vedo, vorrei solo farlo con te e sai una cosa? Io penso di amarti un sacco, anzi, no, ne sono sicuro. Io ti am-" 

Federica ha premuto la cornetta rossa e ora sta fissando lo schermo con la faccia rossa e gli occhi allargati a dismisura. 

A dire il vero, un po' tutti.

E pure voi, scommetto.

"Sta malissimo." riassume Diego.

"Deve aver mangiato quelle stupide bacche." deduce Gloria, chiudendo gli occhi con amara consapevolezza medica.

Nel frattempo la mia migliore amica soffre una lenta ed imbarazzante agonia, sotto lo sguardo allucinato di Silvia Trepalme e tutto il resto della classe che ha passato in secondo piano il rischio della morte di Pierpaolo Scilla, preferendo dar peso alla sua recente (e forse ultima) dichiarazione.

"Fede, pensi sia plausibile?" chiede conferma la sposa.

Lei esce dal suo status di alienazione solo perché c'è in gioco una vita umana: "Sì. Mi aveva mostrato un cespuglio di bacche allucinogene, un giorno. Parlava della differenza tra quelle velenose e quelle commestibili, su cui verte la tesina che sta scrivendo. Temo che abbia confuso qualche dato."

Magno si sbatte una mano sulla fronte.

Mattia, invece, guarda l'orologio: "Dobbiamo andare a prenderlo. Natale non è ancora tornato con la mia macchina, ma possiamo usare quella di Magno."

"E come ci guidi nel bosco?" osserva Gloria. "Gli alberi sono troppo fitti per una macchina."

"Ci andiamo a piedi." propone Eva. "O meglio, i maschi ci vanno a piedi. Io vi posso prestare la mia GoPro per documentare."

In un moto di spirito di amazzone, Federica prende una decisione: "Ci vado io."

Tutti la fissiamo, ispirati.

"A cavallo." asserisce allora, mentre già si dirige verso la stalla con un immaginario abbigliamento fatto di pelle di giaguaro e zanne di lupo bianco.

Ilenia si porta le mani alle guance e con molta meno immaginazione di me, si preoccupa del suo attuale look pre-cerimonia: "Vuoi cavalcare vestita così?" 

"Ho il tempo di cambiarmi?" la mia amica, per nulla ostacolata da queste piccolezze, sceglie un bellissimo cavallo nero e nel tempo in cui ve lo racconto, ci è già saltata sopra. "Fidati, questo è il modo più veloce. Chiamate soccorso; non so fino a che punto si sia intossicato."

Federica colpisce professionalmente il lato del cavallo e accompagna questo gesto ad un ordine verbale. Un secondo dopo, è già sparita, a galoppo, dietro alle fronde.

Io seguo il tutto con un unico pensiero fisso nel cervello, ancor più forte della preoccupazione per Pierpaolo, ancor più martellante dello scandalo amoroso appena accaduto, ancor più inquietante del ricordo di Pier che mi dà in pasto una bacca: 

La prossima volta che mi chiederò cosa possa succedere di peggio, fucilatemi.

***

QUARTO BREAK


Ho riso da matti a scrivere questa cosa. Vi giuro, ho ancora le lacrime. Andiamo, chi di voi, leggendo delle bacche nei capitoli precedenti, non si era mezzo immaginato che prima o poi Scilla ci si sarebbe intossicato?

Questi ragazzi mi sorprendono sempre di più. Non ce la posso fare.

Mentre il veleno inquina i vasi sanguigni di Pierpaolo Scilla, vi faccio ingannare l'attesa con un paio di modelli Abercrombie di cui Angelica si è voluta servire per pensare al vestiario del matrimonio.

Ahaha, scherzo, ovviamente. Questi qui giù non sono modelli, ma due bellissimi esemplari di Alexandris Magnis e Mattiae Zingaerettis nella loro tenuta elegante, accuratamente messa a punto in una sera di esattamente un anno fa. Seriamente, i disegni qui presenti sono stati fatti da Angelica in ottobre 2017 dato che già allora ci eravamo messe a pensare a come si sarebbero vestiti i nostri protagonisti. Ovviamente prima di oggi non abbiamo potuto mostrarveli, ma ora godetevi questo ben di Dio ad alta stagionatura perché è finalmente arrivato il momento di brindare! <3 (e tranquilli, il prossimo paragrafo non è sbagliato, solo che non comincia subito con quello che volete sapere)

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***

Non c'è l'orchestra.

Non ha voluto essere presente dopo il finimondo scatenato dall'incendio a sua volta scatenato da mio fratello a sua volta scatenato dall'adolescenza. 

Ma in barba a quei fighetti con gli archi e gli ottoni, Sanjay e Davide hanno creato un impiantino da brivido e quando comincia la marcia nuziale, tutti e dico tutti i peli del mio corpo si drizzano sull'attenti.

Ho il cuore in gola e non oso guardare la sposa per non mettermi a piangere.

Così, sposto gli occhi sull'altare, che altro non sarebbe che l'arco creato da Francesco, e mi prendo un attimo per osservare il panorama. Guardo tutti noi così belli, così luminosi, così insieme nonostante il tempo e nonostante nessuno di noi si sia mai scelto.

Al centro dell'arco, c'è Ai Zu. Pilastro di questa cerimonia, come anche del nostro stare insieme, del nostro imparare a crescere e a lottare per quello che vogliamo. Personaggio strano, Ai Zu, quasi cinematografico, direi. Ma in fondo... chi di noi non lo è, almeno un po'?

Sotto una delle colonne, Alessandro Magno aspetta con impazienza che arrivi la sua Gloria. Ed è meraviglioso: è sempre stato un piacevole figliolo, ma la felicità lo rende semplicemente divino. Addolcisce i suoi angoli da supermodello e rende raffinate le sue spontanee, e a volte anche un po' ebeti, espressioni.

A fianco di lui, c'è Mattia, su cui non spenderò altre superflue parole, dato che praticamente ci ho già scritto dei libri. 

Nelle file di ospiti che fronteggiano l'arco, in prima linea, la parentela più stretta dei Magno e dei Ferrucci si gode lo spettacolo e poi, subito dopo di loro, la seconda famiglia di Gloria e Magno li sostiene puntuale come sempre negli eventi più assurdi e inspiegabili della vita.

Noi. 

Noi dalla prima alla decima A del liceo linguistico Maffei. Noi che abbiamo distrutto e poi salvato questo matrimonio, ma ancora meglio... noi che l'abbiamo visto nascere. E un po', dai, ci abbiamo contribuito.

Dalla mia posizione vedo Pierpaolo, che sta fuori come un balcone, ma che ha voluto partecipare a tutti i costi. Inizialmente è tornato sul cavallo di Fede privo di sensi. Credevamo tutti di doverlo portare all'ospedale per una bella lavanda gastrica, ma poi Gloria gli ha dato una delle sue medicine da scienziata pazza e Pierpaolo ha avuto, ecco... una lavanda gastrica spontanea, diciamo.

Che tocco di stile per il contesto, eh?

Come aveva ipotizzato Federica, il nostro cervellone si è fermato a raccogliere altre bacche per la sua tesina. A fronte di un'erronea classificazione del frutto, magari data dalla poca lucidità che il suo "chiarimento" (moltiplicate all'infinito le virgolette) con Silvia gli ha causato, il cretino ha ben pensato di mangiarselo sulla via del ritorno e questo ha creato in lui i disagi che avete condiviso pure voi, poco fa.

Fortunatamente, dopo essersi liberato delle sostanze, si è sentito meglio. Ma l'effetto della bacca, un po' come un pessimo hangover, è ancora pienamente in corso. Glo insisteva per farlo controllare, ma lui si è impuntato sul voler assistere alla cerimonia. Non vi dico cosa ha fatto per convincerci, fatto sta che l'ha avuta vinta, soprattutto dopo essersi informato assieme a noi su cosa avesse veramente ingerito. 

Si tratta di Belladonna, una bacca con forti effetti allucinogeni e afrodisiaci, che uniti al nome, mi sembrano un po' uno scherzo del karma, nel caso di Pierpaolo. Fortunatamente non ne ha mangiate tante al punto di raggiungere una dose letale, ma comunque, finita la cerimonia, lo stenderemo a letto e sotto strettissimo controllo di Gloria. Magari anche legato, ché non si sa mai.

Da qui riesco a vedere anche Francesco che - incredibilmente e contro ogni previsione - è riuscito a tornare in tempo e, soprattutto, assieme ad Alessandra. Non solo; è arrivato con un terzo ospite (non un bebè, non pensate male), di cui dovremo tutti ascoltare la storia davanti alla pizza di matrimonio che ci aspetta più tardi.

Amerigo e Patrizia, Ilenia e Shy, Lorenzo e Tommaso sono tutti super eleganti ed emozionati. Federica è seduta accanto a Lorenzo, mentre Pierpaolo se ne sta sorretto da Silvia, che si è arrabbiata a morte per ciò che lui ha detto, ma non ha avuto il coraggio di abbandonarlo a se stesso in questo momento di difficoltà. Forse spera che lui sia stato solo pesantemente sotto allucinazione e che tra loro torni tutto alla normalità? Credo abbia delle speranze vane.

Tommaso se ne sta in disparte, pensieroso, mentre mio fratello ed Eva passano la maggior parte del tempo a vloggare ciò che succede, con gran divertimento nella parte in cui Pierpaolo ha ripreso i sensi e ha istantaneamente vomitato sulle scarpe di Vacca.

Vacca, vestita senza macchia né paura con motivi leopardati e vipere di Gucci, segue il matrimonio abbracciata al suo Carlo Magno, che fa molto fidanzato trofeo, ma che in fondo, credo sia una piacevole visione.

Quanto a Giorgia e Marco, invece, hanno preso posto agli estremi opposti della fila, dato che Rachele non ha voluto stare né con l'una né con l'altro, ma si è accorpata alla famiglia Vallicroce, soprattutto per sedersi davanti e guardare continuamente mio fratello. Proprio in questo momento, difatti, noto che gli lancia una lunga occhiata sognante (se mi posso permettere, BLEAH), mentre finisce di distendere petali di rosa lungo il cammino di Gloria, in qualità di damigella d'onore.

E appena anche Rachele esce di scena, stupenda nel suo vestitino di tulle, alzo finalmente gli occhi per vedere la sposa.

E wow.

È così perfetta, è tutto così perfetto, nonostante sia imperfetto, che vorrei gridare dalla gioia. Gloria percorre gli ultimi eleganti passi e poi si arresta di fronte a Magno, tremante, emozionata, forte dopo quel suo provvidenziale sfogo che le ha permesso di solcare questa navata a testa alta. 

In questo momento, i miei occhi scivolano oltre Gloria e incrociano quelli di Mattia. Lui mi sorride e io vorrei che il tempo si fermasse per sempre adesso.

Ma senza che nemmeno me ne accorga, voliamo da un Namasté allegro di Ai Zu a un commosso lo voglio di Magno ed è come svegliarsi da un sogno dentro un altro sogno.

Siamo già alla parte delle promesse e ascoltare quella del mio compagno mi fa tornare alla mente il consiglio che gli avevamo dato; di non pensare troppo, di non preparare nulla, di lasciare che le parole giuste fluiscano direttamente dal cuore. Ed è quello che ha fatto, ha scelto il suo istinto, ha scelto quello che solo Alessandro Magno sceglierebbe. Difatti, Mentre Vittoria e Filippo Vallicroce trottano verso di noi con gli anelli sul cuscino, lui dedica a Gloria gli ultimi versi di Gloria di Umberto Tozzi: "Dal lavoro del tuo letto, dai gradini di un altare, ti aspetto, Gloria."

E lei, naturalmente, risponde "Lo voglio!" poco prima di gettarsi tra le sue braccia.

Tutti applaudono, Diego si alza in piedi e fa l'ultras agitando il pugno e poi parte il vero delirio alla Ai Zu, con i canti e i balli promessi. La sua è una cerimonia che porta in alto il valori di multicultura; fonde riti orientali, con altri mai visti e sentiti. E in realtà fa scatenare tutti, ma proprio tutti. Soprattutto le prozie con il semipermanente decorato da strass che hanno sempre sognato di fare Zumba gratis.

Vedo dei sorrisi (e delle lacrimucce!) persino sui volti dei Magno e dei Ferrucci, che si dichiarano turbati, ma nel complesso soddisfatti della cerimonia. E la pacchia continua pure durante il pranzo, durante il quale, con gran sorpresa, vedo il signor Magno ordinare ad Amerigo, in veste di cameriere, una seconda capricciosa, però piccolina stavolta, eh.

Seh, Magno, crediamoci.

"Emma, ti piace la pizza?" 

Nel tavolo dei disagiati - scusate, della classe - abbiamo da poco fatto la conoscenza di Emma, ovvero la sorella segreta di Alessandra. Tutti sapevamo che ne avesse una, ma nessuno immaginava che soffrisse di una grave forma di autismo e che Natale sarebbe riuscito a convincere Alessandra a portarla fin qui.

Non so bene perché, ma dopo aver conosciuto Emma, che in realtà si abbina molto bene allo stile di noi della 10^A, anche Alessandra mi sta, di riflesso, più simpatica.

Non so come sia in generale il carattere di Emma, ma aldilà di qualche grido disumano senza motivo, sembra davvero molto allegra e solare all'interno del gruppo. Da quando si è seduta al tavolo con noi ride un sacco e a quanto pare è diventata la star dei vlog di Eva e Davide. Adora essere filmata e poi rivedersi in video, così sta monopolizzando i loro telefoni, il che è cosa buona e giusta perché impedisce a catastrofi varie di finire in pubblica piazza.

"Sì." Emma batte le mani e Alessandra le posa una fetta della sua pizza sul piatto.

"È assurdo." commenta la rossa. "A casa non mangia mai così tanto."

Francesco le dà ragione annuendo vigorosamente e con le guance piene: "Marco una cosa nella vita la fa davvero bene."

"Sì, una sola." sottolinea Giorgia, mentre divora la sua marinara e discute con il nuovo fidanzato su come cavolo fare per riconquistare la fiducia di Rachele. Sono passati diversi giorni, ma la bambina rimane ferrea nella sua decisione di chiudersi a tutto e tutti. 

Il pranzo termina con le espressioni soddisfatte dei commensali, ma prima che arrivi la torta a completare quest'insolito menù, Mattia e io stabiliamo che è arrivato il momento del nostro discorso. Ci alziamo dal tavolo e raggiungiamo il podio sotto gli occhi curiosi degli ospiti, poi Magno, notando la nostra presenza, si mette in piedi e fa tintinnare il coltello sul bordo del suo calice, così da richiamare l'attenzione generale.

E in un attimo, eccoci qui.

So che fra un secondo Mattia metterà il microfono in on e tutta la sala sentirà il respiro che precede il mio discorso. E proprio in questo frangente, un istante prima di respirare, con un centinaio di volti che mi fissano e il sole che mi illumina, ripenso a quel che è stato dalla telefonata di mio fratello ad oggi.

Tutti questi giorni, tutta questa frenesia, per arrivare a questo momento. Per salire sopra un podio di fianco a Mattia e parlare alla gente di due dei nostri più cari amici. Per riflettere su quanto il tempo sia volato da quando lei era la timida quattrocchi del primo banco e lui il bonaccione dal cuore d'oro che si dichiara pubblicamente su un palco ad una festa della sua ex.

Per esserci per loro ho dovuto passare attraverso tanto; attraverso me stessa, il mio passato e, soprattutto, Mattia. Sembrava un'impresa impossibile solo un paio di settimane fa e invece eccoci. Dopo aver pianto, gridato, litigato, baciato, fatto l'amore, promesso, ferito, finto, subito, siamo arrivati.

Abbiamo raggiunto un traguardo che è quello di essere riusciti a ristabilire che cosa importa nella vita di ognuno di noi. Quali amici, quali nemici, quali persone... quali amori.

E anche se tutto poi finirà come non volevamo che finisse, almeno adesso sappiamo chi siamo e che in questo astratto qui c'è sempre posto per ognuno di noi. Un po' sgomitando, certo, e un po' prendendoci delle gomitate, ovvio, però casa è questa. Casa è la nostra classe.

E non ho mai capito se a volerci tutti insieme sia stato solo il caso, o qualche esperimento pazzoide dei nostri professori, però, comunque, ha funzionato.

"Salve a tutti." sorrido al mio pubblico, sentendomi stranamente sicura di me, il mio respiro ormai passato da una manciata di secondi. E così, raccogliendo lo sguardo curioso e incoraggiante degli invitati, do il via alle riflessioni che per giorni sono frullate sulle sfere delle nostre penne e per i corridoi della villa. 

Lascio fluire il discorso che Mattia e io abbiamo preparato, senza nessun ripensamento e senza nessun intoppo.

Anche lui è sciolto nella sua parte; forse il non averla mai provata ha dato i suoi frutti. Ed esattamente come gli altri ospiti, mi incanto talmente tanto a sentirlo parlare che quasi non mi rendo conto che ormai lo abbiamo terminato e che è arrivato il momento del nostro gran finale.

Eh sì, una piccola sorpresa ci stava.

"Perciò." dice dunque Mattia, come da copione. "Per questo meraviglioso matrimonio, per ciò che è stato e per la vita che verrà, vogliamo ringraziare di cuore Gloria..."

"Magno." sorrido, accennando al bellissimo sposo.

"Lorenzo." prosegue Mattia, alternando le nostre voci.

"Tommaso."

"Francesco."

"Marco."

"Shymée."

"Diego."

"Cristiana."

"Ilenia."

"Eva."

"Amerigo."

"Pierpaolo."

"Patrizia."

"Alessandra."

"Federica."

"Vacca."

"Davide."

"Rachele."

"Vittoria."

"Filippo."

"Sanjay."

"Ai Zu."

"Giorgia."

"Marianna."

"Dovrinka."

"E..." conclude il mio collega, girando il volto verso di me e indicandomi con entrambe le mani. "La testimone di nozze che ha fantasticato su queste nozze dal primo momento in cui ha visto Gloria e Magno insieme, più di otto anni fa: Marinella!"

Arrossisco e mi lascio lusingare dagli applausi; questa battuta, ovviamente, non era nel copione.

"Grazie." dico al microfono, mentre unisco le nostre mani e le alzo per presentare anche lui: "Mattia!"

Il pubblico applaude, Gloria e Magno si asciugano gli occhi commossi e dal tavolo della classe si leva un coro di inni da stadio con tanto di fischi e urla. Ma è perfettamente normale. Siamo la 10^A, dopotutto.

Il nostro discorso riscuote un incredibile successo, tant'è che le lacrime salgono pure a me, specialmente quando Gloria e Magno si danno un bacio di fronte ai miei occhi e sono vestiti da sposi e oh mio Dio, il mio debole cuore!

"Bravissima." il complimento è da parte di Mattia e arriva giusto un secondo prima del suo abbraccio, che ricambio molto, molto accoratamente.

Stringo la sua schiena più forte che mai. Mi aggrappo letteralmente al suo corpo e mentre la mia testa è adagiata sul suo petto, inspiro il profumo di questo momento sperando di non dimenticarlo mai. Questo abbraccio è tutto per me.

"Marinella, ti devo parlare."

"Come?"

Non ho sentito a causa di tutto questo brusio. O almeno spero di non aver sentito.

"Ti devo parlare." ripete, invece, staccandosi da me e guardandomi dritto negli occhi.

Ma perché.

Perché adesso?

Perché non mi dai il tempo di avere una gioia, Mattia?

"D'accordo." 

Conscia che ormai non ha più senso rimandare, mi lascio guidare fuori dal tendone e prego che quando ci rimetterò piede, avrò conservato almeno un briciolo della me che sono ora.

***

QUINTO BREAK

BRAVI! BRAVIIIIIIIIII!!!

Scusate, sono emozionata anche io dopo questo discorso.

Ah, è stato un paragrafo troppo bello. Mattia ovviamente l'ha appena rovinato, ma escludendo la sua idiozia, non posso non ammettere di averlo A-DO-RA-TO. Ed è per questo che vi voglio riempire di bei disegni e unicorni colorati, prima che vi si fermi il cuore con il paragrafo successivo.

Cerchiamo anche noi di ricordare per sempre questi magici momenti grazie, innanzitutto, alla bravura di Nicole che ha sfoderato le armi pesanti per dedicare a questa scena tutto il talento che ha. Questo disegno è stato fatto a un anno di distanza da quello che ho utilizzato per il banner e rappresenta un'evoluzione personale della nostra disegnatrice, ma anche un amore sconfinato, quello tra Magno e Gloria, che vorrò ricordare per sempre.

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Ma al disagio, in "Io e te", lo sapete, non c'è mai fine. Credo sia spiegato benissimo in questa GIF.


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Non è ancora finita, belli. So che volete sapere di che morte morirete, ma voglio preservare ancora per un po' la vostra felicità - un giorno mi ringrazierete. Queste che vi propongo sono invece due mie creazioni. Eh sì, mentre nell'ottobre 2017 Angelica e Nicole si impegnavano a creare opere maestre, io producevo stronzate come quella che vedete appena qui sotto. Mattia e Marinella che fanno il cuoricino unendo le mani. Ma che bello.

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Ammettetelo che sognavate di vedere questa come copertina del capitolo.

Comunque, l'altro disegno che avevo fatto e che invece mi piace di più è questo dei piccoli Filippo e Vittoria Vallicroce, che sono davvero adorabili in veste di paggetti e su cui sogno di poter scrivere, in un lontanissimo futuro, un "Io e te" Next Gen, provvisto ovviamente anche di Davide Argenti e Rachele Ravasi. Se volete bene alla vostra sanità mentale, impeditemi di farlo.


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Buona lettura, miei lettori.

E sì, lo so, sono più irritante di Flavio Insinna che interrompe l'apertura dell'ultimo pacco ad Affari Tuoi, ma lo faccio perché vi voglio bene. Tutto quello che faccio è per quel motivo. Non dimenticatelo mai.

***

"Scusami, ma dobbiamo assolutamente parlare." si ripete per l'ennesima volta, quando finalmente si ferma sotto la fontana di Venere e Marte, quindi praticamente a mezzo chilometro dalla festa.

"Detto da te è ancora più spaventoso di quanto già lo sia mediamente." ansimo a causa della fatica che camminare con questi tacchi comporta. "E il fatto che tu lo voglia fare proprio qui non aiuta per niente."

Mattia guarda la fontana, poi me; non è sicuro di potercela fare. Quindi chiaramente sta per sganciare la bomba che non ha avuto il coraggio di sganciare da una settimana a questa parte. Dio, sarà una strage così grande.

"Mattia, aspetta." lo blocco, mettendo le mani avanti, in un disperato tentativo di arginamento del dolore. "Penso di sapere già tutto. Non serve che ne parliamo, sul serio. Sarebbe solo... peggio."

In fondo, se io fossi stata in lui, avrei preferito lasciare tutto sottinteso. In tal modo avremmo sofferto meno entrambi e il destino, comunque, non sarebbe cambiato.

"Cosa? Tu non sai niente." scuote la testa.

"E invece dico proprio di sì. Risparmiamoci la sofferenza. Ti prego."

Mattia alza gli occhi al cielo: "Tu e le tue stronzate non finirete mai di stupirmi. Quello che sto per dirti è qualcosa che non ti aspetti, ok? Non puoi averlo neanche lontanamente immaginato e se l'hai fatto, qualcuno deve averti convinta del contrario."

"Non sto capendo."

"Questo matrimonio l'ho organizzato io."

Lo fisso.

Scusa, come?

Torniamo indietro un secondo.

Marinella dobbiamo parlare, sì, ok, so già tutto, no, non puoi sapere niente, sì ti dico che lo so, no tu non lo sai perché in realtà il matrimonio l'ho organizzato io. 

Non ho capito.

Mi manca giusto il nesso tra 'l'ho organizzato io' e il senso della vita.

"Eh?" sbotto infatti verso Mattia, corrugando le sopracciglia in un modo che, pittori cubisti, levatevi di scena, miei cari.

"Gloria e Magno avrebbero dovuto sposarsi fra sei mesi, a settembre, non ad aprile."

Un attimo, sta veramente spiegando questa cosa? Ma come ci siamo arrivati?

Mettetevi comodi, per favore, aiutatemi a capire.

"Io ho chiesto loro di anticipare."

"Ok." annuisco vigorosamente, come di fronte alla Bracci che spiegava, mentre era chiaro che non stessi capendo nulla.   

"Beh, li ho convinti." precisa. "O meglio, li ho supplicati."

"Per quale dannatissima ragione, Mattia?" sorrido.

"Perché mi serviva un evento di grande portata. E mi serviva entro la fine di aprile."

Incrocio le braccia con fare sbalordito, invitandolo implicitamente a spiegarsi prima di subito e rimpiangendo i tempi in cui la mia unica preoccupazione era calcolare il cambio di valuta tra euro e lilleri.

"Ci ho messo due mesi per convincerli, praticamente da gennaio in poi, giorni e giorni di suppliche, finché non mi hanno concesso di fare questa follia. Nel frattempo mi facevo aggiornare sulla situazione fra te e Sayid. Quando ero certo che non foste più insieme, ho scelto la data ufficiale del matrimonio assieme a Gloria e Magno."

Aspè, ho perso la mandibola. Mi è caduta da qualche parte.

"L'invito non era per te e Sayid, chiaramente, ma per te e Davide, dato che già sapevamo che il tuo ragazzo ti aveva scaricato e che quindi non gliel'avresti nemmeno chiesto." prosegue. "Non c'è mai stata alcuna telefonata in cui tuo fratello si autoinvitava. Era partito con questa missione ben prima; sapeva che sarebbe venuto e ai tuoi genitori, il permesso, l'ho domandato io."

"Cosa?" soffio a mezza voce.

Il mondo. Tutto il mondo è contro di me.

"Davide è stato davvero d'aiuto." ha il coraggio di rivelare Mattia, mentre io fisso con occhi fuori dalle orbite. "Beh, per me."

"Siete due bastardi." oh, un momento, mi ricredo. "Quattro. Anzi, venti. Mio Dio. C'entrano tutti quanti?"

"Diciamo che mi sono assicurato che tutti fossero dalla mia parte. Quindi la recita c'era, ma era una recita della recita."

"Ti stai vantando, per caso? Stai descrivendo la tua opera come se fossi un critico di teatro?"

"No."

"C'è soddisfazione nella tua voce."

"Beh, c'è stato un lavoro non indifferente dietro."

Lo voglio uccidere.

"Se ti può consolare almeno un po', comunque, i tuoi genitori non sapevano il piano al cento per cento." prosegue, ridimensionando l'autostima onde evitare che la sua testa venga casualmente trattenuta sott'acqua nella fontana qui accanto. "Li ho solo convinti che volevo portare Davide a svagarsi e approfittare di lui per parlare con te. Che tu ci creda o no, mentre eri in un altro continente, io e la tua famiglia abbiamo legato parecchio."

"Sei uno stalker."

"Sono solo un disperato." mi corregge. "Mandavo le lettere a te, ma le ricevevano loro. A una certa, sai com'è, ho cominciato a fargli pena."

Alzo gli occhi: "Per forza hanno sempre odiato Sayid."

"Non insinuare che io li abbia manipolati."

"Non pensavo che tu fossi abbastanza sveglio da manipolare la gente fino a qualche minuto fa, ma sto iniziando a ricredermi." contesto. "Per giorni ho pensato che fossimo stati ingannati entrambi dalla classe, invece se ho capito bene, le cose stanno in modo completamente diverso. Giusto?"

"Giusto: io sapevo benissimo che saresti venuta e che saresti stata la testimone di Gloria. Gli altri sapevano che e quando sarei arrivato, solo che per convincerti a restare hanno finto che fosse una loro idea. In realtà, la sola che è stata ingannata sei tu, ma il motivo è molto comprensibile. Se avessi saputo che era farina del mio sacco, te ne saresti andata immediatamente."

Bene, quindi questa è una trappola e io sono lo zimbello d'Italia. Carino. Ohibò che simpatica trovata.

"Ma Marco e Federica..." biascico, troppo confusa per capacitarmi che persino i miei migliori amici mi abbiano fregato un triliardo di volte nel corso di sole due settimane.

Doppia faccia? Bazzecole per questa gente. Qui le facce sono triple, quadruple, millantuple. E chissenefrega se ho appena inventato un multiplo a caso sulla scia d'onda delle precedenti battute sulla Melevisione. Sono sconvolta, ok? Quando sono sconvolta mi piace pensare a cose spensierate come la Melevisione.

"Il mio braccio destro e sinistro. Sanno che un giorno li perdonerai." spiega, infatti, Mattia. "Lorenzo era piuttosto contro quest'idea, ma alla fine ho convinto anche lui, dicendogli che sarebbe servita come occasione per appianare le tensioni tra di voi e parlare della sua malattia. Anche Pier avrebbe voluto avvertirti, ma l'abbiamo minacciato in massa."

Beh, almeno lui ha recuperato mezzo punto.

E comunque, oste, cinque bicchieri di Scivolizia, prego.

"La malattia di Lorenzo è finta?" domando sperando almeno in un risvolto positivo.

"No, non dire stronzate."

Ah, sono io quella che dice stronzate. Bene.

"Perché avremmo dovuto inventare una cosa del genere? Purtroppo è vero; non avremmo mai potuto scherzarci sopra. Tutto ciò che faceva parte del piano riguardava solo istanze che avrebbero coinvolto noi due in prima persona. Per esempio, abbiamo fatto in modo che fossi io ad accompagnarti sempre in giro. Perché pensi che sia l'unico con la macchina, oltre a Magno?"

"Ah. Eravate d'accordo."

"Sì. E le fedi non avevano nulla di sbagliato, la commessa era una cugina di Magno che aveva preparato una messa in scena. Beh, ci ha chiaramente preso la mano; tutta la storia delle foto era fuori dagli accordi, ma in linea di massima, ci siamo accertati che ci fossero abbastanza commissioni per noi due."

Schiocco la lingua: "Quanti altri siparietti stai per aprire? Sono veramente la testimone di Gloria?"

"Sì." conferma. "Ma io non sono quello di Magno. Non l'originale, per lo meno."

"Non ci posso credere..."

"Avrebbe dovuto essere un parente che i suoi genitori avevano già contattato per il ruolo, ma sapendo che dall'altra parte ci saresti stata tu, ho pensato che quel posto doveva essere mio."

Sarebbe stato un bel manzo fiorentino. Lo sapevo. E io mi sarei sposata con lui. E sarei diventata una ricchissima Marinella Argenti in Magno. Invece sono qui a farmi spezzare il cuore da un idiota. 

"Hai obbligato Magno a sceglierti come testimone?" pigolo, sconcertata.

"Gli ho solamente esposto la mia idea." mi corregge. "Magno mi ha sempre detto che avrebbe voluto un ragazzo della classe come testimone di nozze, ma i suoi si erano fissati con questo suo secondo cugino mai visto sulla faccia della Terra, che però era importante per la riconoscenza alla famiglia e bla bla bla."

"E come ci sei finito tu qui, allora?"

"Ho ucciso il cugino, ovviamente."

Un giorno gli farò passare la voglia di essere sarcastico.

"Ti sto per picchiare. Sento l'istinto, Zingaretti."

"Ho convinto Magno a litigare con i suoi per avere il posto. Ho fatto un sacco di carognate per avere la possibilità di partecipare a questo cavolo di matrimonio assieme a te."

Un flash attraversa la mia mente e mi porto entrambe le mani alla bocca: "Hai pilotato anche l'incendio?"

"No!" si scandalizza. "Quello è interamente frutto della maledizione di voi Argenti! E prima che tu me lo chieda, nemmeno Sayid era premeditato. Per niente."

"Quindi... fammi capire, Mattia." sono confusa, molto confusa. "Hai spostato le nozze di Gloria di sei mesi, hai cambiato la loro scelta sui testimoni, hai spiato la mia vita privata, hai preso accordi con il resto della classe e con la mia famiglia, hai vietato a tutti di avere una macchina propria, mi hai fatto prendere in giro da più di una ventina di persone e adesso... adesso sei qui a raccontarmelo?"

"Mi ero ripromesso che sarei stato onesto."

"Perché mai, Mattia?" sbotto, arrabbiata. "Perché mai avresti dovuto architettare una cosa del genere?"

"Per costringerti a rivolgermi la parola."

"E ti sembra di farlo prendendomi in giro? Facendomi passare per un'idiota?"

"C'erano altri modi?"

"Oh mio Dio." mi metto la mano sulla fronte. "Oh mio Dio, mi sto sentendo male."

"Il tuo Oscar sarà qui a minuti, tranquilla."

"Non c'è niente da ridere, stronzo!" faccio, sventolandomi e appoggiandomi al bordo della fontana. "Sto ripensando a come è andata da quella stupida telefonata di Davide a oggi. Cristo santo, adesso tutto torna. Chissà che risate si saranno fatti tutti quanti da quando ho messo piede qui dentro."

"In realtà, lo fanno da sempre. Sei un soggetto che si presta alla derisione."

"Io ti odio." farfuglio sentendo il mio orgoglio preso duramente a pugni. "Perché l'hai fatto, Mattia? Perché tutto questo?"

"Perché la situazione tra di noi non poteva rimanere così. " decreta, freddo. "Dovevo sistemare le cose, prima di..."

"Prima di cosa?" completo per lui. "Prima di partire?"

"Prima di prendere decisioni che avrebbero cambiato la mia vita. Dovevo capire se quello che stavo facendo fosse giusto o completamente sbagliato."

Mi sento oltremodo maltrattata. Non solo mi ha preso in giro, ma l'ha fatto per scopi egoisti, giungendo da solo a qualsiasi conclusione senza mai rendermi partecipe, senza farmi sapere che sono stata sotto esame fino a questo momento. Avevo già mangiato la foglia origliando alla porta quel giorno, ma adesso il quadro è ancora più completo e drammatico. E poi dite di me, vero?

"D'accordo." prendo atto sentendo la gola stringersi. "E che cosa avresti capito dopo questa tua astuta analisi."

"Niente." sussurra guardandomi, come perso in se stesso. "Pensavo che avrei avuto delle conferme da te e invece..."

"Aspetta, fammi indovinare." a questo punto proprio non ci riesco a mordermi la lingua, sono troppo infastidita e riluttante nell'immaginare la conclusione di questo confronto. "Non faccio altro che ubriacarti di cazzate, vero?"

Ok probabilmente ho appena rovinato tutti i miei sforzi degli ultimi giorni, ma in fondo, chi se ne frega? Non è che lui si sia fatto troppi problemi a spiattellare i suoi secondi fini. Si stanno scoprendo delle carte che non credevo nemmeno fossero in tavola.

E comunque, ora sì che la chiacchierata tra lui e Pierpaolo mi torna al cento per cento. Avrei voluto capirlo allora, anzi, molto molto prima. In tal modo avrei potuto prepararmi, invece è tutta un'enorme verifica a sorpresa che io, chiaramente, ho scazzato di brutto.

Tra l'altro, da come mi guarda, sembra che abbia già colto il riferimento. Notevole per i suoi tempi standard di elaborazione.

"In che senso?" si accerta, guardingo.

"Nel senso che forse avresti preferito non venire qui e basta? Che sarebbe stato meglio continuare diritto sul tuo binario senza questa deviazione, perché questa deviazione non ha fatto altro che crearti problemi? Perché io ti creo problemi da quando hai sbattuto quel tuo stupido piede sinistro addosso al mio banco?"

"Hai ascoltato quello che ci siamo detti io e Pier." riassume, ora con certezza scientifica. "Quel giorno eri dietro la porta già da un po'."

"Colpo di scena." agito le mani imitando sarcasticamente un presentatore della domenica. "Quindi non disturbarti troppo a spiegare con faccia pentita che il tuo viaggetto qui non è servito a nulla. Ti ho detto che sapevo già tutto."

Mattia si è racchiuso nella sua tipica espressione imprecisa da ragazzo imperscrutabile che fa solamente venire voglia di spaccare qualcosa: "Quindi sei rimasta lì, poi sei entrata e hai finto che non fosse successo nulla."

"Che cosa dovevo dire? Toc toc, è permesso? Ah, Mattia, già che passo di qui volevo dirti che sono d'accordo sul fatto che in questo momento della tua vita non rappresento ciò che fa per te, quindi ognuno per la sua strada, ciao ciao!"

"È esattamente quello che hai fatto!" sbotta, animandosi ancora di più. "Solo saltando deliberatamente il passaggio dalla tua testa a me! Hai elaborato tutto quanto senza mai avere la decenza di parlarmene di persona, ma convincendomi a rimandare all'infinito il momento in cui avremmo avuto un confronto!"

"Non che tu sia molto più limpido di me, Zingaretti."

"Che cazzo c'entra? Hai origliato la nostra conversazione, anzi, parte della conversazione, e poi come al solito ci hai fatto uno dei tuoi improponibili film. Hai deciso per entrambi, quando avremmo tranquillamente potuto parlarne."

"E tu cos'hai fatto cinque anni fa prima di partire per l'accademia, eh?"

A questa contro accusa, lui reagisce con il silenzio e un'espressione dura.

"Dimmi, Mattia! In che modo sei stato più decente?"

Scuote la testa: "Non cambierai mai."

"Oh, come se avesse qualche tipo di importanza." sbotto. "In fondo, ti ho solo aiutato a scegliere liberamente ciò che fosse giusto per te."

"Scegliere libera-... tu mi credi così idiota, Marinella? Credi che io faccia quello che faccio perché sono stupido? Credi che tutto questo-" indica noi due e la fontana. "Non abbia senso, per me?"

Alzo le sopracciglia: "Perché l'hai fatto, allora? Dimmelo tu qual è il senso."

Lui mi guarda, duro nell'espressione, quasi triste: "Il senso sarebbe stato costringerti a parlare con me dopo anni in cui mi hai voltato le spalle, dirti quanto male mi ha fatto tutto quello che ci è successo e capire se anche tu la pensassi come me. Inizialmente pensavo di sì. Pensavo che avremmo... imparato qualcosa, finalmente."

Si sofferma e mi sembra così amareggiato che mai come ora mi sento una delusione vera e propria. Con me pensava di imparare qualcosa, ma non ha imparato nulla. Non sono stata all'altezza... non sono sufficientemente brava in queste cose. Che novità, eh?

"Poi è arrivato Sayid e tu ti comportavi in modo così strano." continua, mettendo assieme i pezzi. "Vi siete riavvicinati e nel frattempo mi evitavi palesemente, anche se in realtà non ci riuscivi del tutto, perché c'era questo cazzo di casino nella tua testa. Come un idiota ho creduto davvero che ti fossi innamorata di nuovo di lui e che stessi rivalutando tutta la tua prospettiva del futuro. Ti ho detto che mi saresti mancata per testare fino a che punto fossi decisa ad andartene a New York. Ero... ero convinto che l'avresti fatto. Tu mi hai convinto che l'avresti fatto. Con quei comportamenti ambigui, con i discorsi con cui mi hai riempito la testa, con... il tuo stupido modo di ubriacarmi di cazzate." scandisce molto bene, e in modo molto pungente, le ultime parole.

Abbasso gli occhi, ferita: "Sayid era un pretesto per lasciarti spazio."

"Per lasciarmi spazio." ripete, sprezzante. "Tu sembravi presa da lui. Lo sembravi così tanto che anche ai tuoi amici sono venuti dei dubbi molto consistenti."

"Ho già chiarito ogni dubbio. Sayid non mi interessa più. Non mi è mai interessato davvero e lo sai benissimo, altrimenti non avresti atteso la rottura tra me e lui in primo luogo. Non avresti nemmeno pensato a tutto questo."

"Forse sarebbe stato meglio se ti avesse trascinata in Libano tra i parenti imbevuti d'incenso e, soprattutto, lontano da me." decreta, dandomi un'ennesima pugnalata. "Perché per giorni mi sono arrovellato sulle tue e sulle sue parole. Per giorni mi sono convinto che per essere felice tu non possa stare con me, che con lui avresti avuto un futuro migliore e ora, solo ora, scopro che è tutta una tua sega mentale che prende le mosse da quello che hai sentito e che quindi non c'è più niente di vero. Non so che cosa sia vero e cosa no. Che cosa sia mai stato vero. Per quanto ne so, ci potrebbe essere una tua sega mentale dietro ogni singolo momento che abbiamo passato assieme."

"Beh, tu sei sempre stato una mia sega mentale, Mattia, quindi sì. Sì, è proprio così. Ma non capisco perché tu te la stia prendendo così tanto, quando sei il primo che non è convinto di voler stare con me, il primo ad abbandonarmi ogni singola volta in cui finalmente possiamo stare insieme e il primo a giocare con i miei sentimenti, da sempre!"

"Non sono io, Nelli, ma la tua fervida, sbagliatissima fantasia!" esclama, arrabbiato. "È per colpa sua se non ci capiamo, è lei che si mette in mezzo a noi due, non nessun altro stupido motivo che pensi tu. Non vedi? Finisce sempre così! Condividiamo momenti intimi, ci baciamo, ci leghiamo in mille modi e poi combiniamo qualche stronzata e quindi c'è quest'enorme litigio finale, in seguito al quale ci allontaniamo per anni, magari soffrendo come cani, perché nella tua testa qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto."

Oh.

Mattia sta infliggendo solo ferite mortali.

D'altronde da un luogotenente così bravo ci si aspetta che sappia vincere ogni battaglia.

"Beh, è l'ennesima conferma che faresti meglio a proseguire il tuo cammino senza di me, allora." asserisco, cercando di reprimere ogni tentennamento, ma trovandola un'impresa veramente ardua. "Non sono cambiata, Mattia, anzi, a quanto pare, ti ho deluso per la trecentomilionesima volta a causa della mia fantasia. Non so cosa ti aspettassi di trovare di diverso o di migliore, ma... mi dispiace. Sono sempre e solo io." allargo le braccia.

"Mi aspettavo che questa volta avrei capito se mi hai mai veramente amato oppure no." afferma. "E il fatto che non l'abbia ancora capito suggerisce di no."

Un dolore atroce attraversa il mio cuore: "Ti sbagli."

"Probabilmente hai ragione tu; non avrei dovuto fare tutto questo casino. Quello viene bene solo a te."

Mattia fa per voltarsi e a me salgono caldissime e prepotenti lacrime che trattengo a fatica: "Ti sbagli, Mattia, io ho sempre fatto tutti i casini che ho fatto perché ti amo!"

Oh, no.

Non volevo dirlo così, no...

È tutto maledettamente sbagliato!

Infatti lui nemmeno mi ascolta, come se non gli avessi dichiarato quello che per anni ho sognato di dirgli, come se non avessi appena esternato una delle frasi più importanti che una persona possa rivolgere ad un'altra.

Mi sembra di aver gettato il mio cuore nel nulla.

Tre parole conservate per anni ed anni e ora vanificate nell'aria come se niente fosse, completamente spoglie di tutto il loro valore e dei sacrifici che ho fatto per comprenderlo.

"Di quali prove hai bisogno?" esclamo, allora, distrutta per come la mia previsione si stia perfettamente avverando. "Non ti basta tutto questo tempo, tutto quello che ci è successo? Evidentemente sei tu quello a non capire, ma tanto è normale sia così, no? L'unico che non crede in noi sei tu, Zingaretti! Non te ne è mai veramente importato nulla che non fosse un tornaconto personale! Come le ripetizioni, come una spalla su cui piangere, come un canale di sfogo fisico, come uno stupidissimo lavaggio di coscienza per liberarti di tutti i sensi di colpa che il tuo comportamento di merda ti ha causato! Se te ne fossi andato direttamente in missione, sarebbe stato meglio per tutti."

Si ferma, contraendo visibilmente i muscoli sotto quel gilet elegante: "Vedila così, almeno la mia deviazione per Cecina ti ha permesso di riavvicinarti al tuo caro Sayid. Per davvero o per finta questo non ci è dato saperlo."

"Sai che cosa? Probabilmente è meglio se me ne vado davvero a vivere con lui! Almeno non è uno stronzo colossale come te!"

"Certo, fai bene. Lui è cento volte meglio di me. Non parte mai, non se ne va mai."

"Non criticarlo." lo difendo spassionatamente, giusto per infliggere un'altra ferita. "Almeno lui mi ama davvero. Lui per me ha addirittura comprato una casa!"

Mattia serra i pugni nelle tasche e si volta verso di me, gli occhi che mi guardano neri di rabbia e lucidi di pianto: "Ti dico una cosa che non potrai mai interpretare in modo sbagliato, Marinella: non voglio mai più rivederti. Mai."

"Allora vedi di non rifare certi errori." ribatto, alludendo chiaramente a tutto questo matrimonio programmato.

"È la lezione più difficile che tu mi abbia dato, ma finalmente l'ho imparata. E comunque, sei una pessima insegnante."

Stavolta se ne va sul serio, a passo svelto, e io serro fortissimo gli occhi, sentendo chiaramente volare via ogni parte felice di me.

No, non tornerò mai più la Nelli di prima.

***


ANGOLO AUTRICE

Eeeee... siamo qui.

Questo è probabilmente un punto di arrivo importantissimo per tutta la storia, nonché ciò che ci avvia ufficialmente verso il finale. Ormai i capitoli mancanti si contano su una mano sola, ma non voglio dirvi esattamente quanti saranno, perché, come avrete capito da soli, la situazione è molto, molto delicata e non vorrei mettervi né troppe paure né troppe speranze.

Lo so che mi odiate più di quanto mi abbiate mai odiato.

Ma ne sono consapevole e mi prenderò le mie responsabilità. In fondo... credo molto nella citazione di Barthes che ho messo a inizio capitolo.

In ogni caso, pian col fajan, che è un modo venetissimo di dire: meglio sempre non saltare a conclusioni affrettate. A tutti gli effetti, non è questa la conclusione di "Io e te", no? Prima del prossimo capitolo, vi farò leggere una o due brevi OS. Penso che con un po' di buona speculazione potrete già aver indovinato chi saranno i protagonisti, anche perché andando per esclusione non ne restano molti, quindi spero che almeno quelle potranno alleviare il vostro dolore e ingannare l'attesa.

Questo capitolo è stato bellissimo per me. Il che contribuirà solamente a farmi detestare ancora di più, lo so, ma volevo esternare questo pensiero perché mi ha accompagnato dalla prima all'ultima parola. Ho provato così tante emozioni, così tanto affetto per ognuno di questi personaggi, ho riso tanto che... oddio. Non ce la posso fare. E' uno dei capitoli più belli che mi sia mai uscito, a livello di carica emotiva per la sottoscritta e sempre MODESTAMENTE parlando. Magari per voi non è affatto la stessa cosa, me ne rendo conto, ma ci tenevo, per una volta, a vantarmi perché sono tanto soddisfatta di come sia venuto e, soprattutto, del fatto che nonostante siano passati sette anni, questa storia è ancora capace di darmi emozioni incredibili. I sentimenti che hanno provato i ragazzi li ho provati tutti anche io ed è stato bellissimo.

Manca così poco alla fine definitiva che mi sento estremamente male ed estremamente bene insieme.

Credo che quando arriverà il momento, mi troverete in stato confusionale, quindi non spaventatevi se di qui in avanti sarò strana. Cioè tipo, quando ho visto i disegni di Nicole e Angelica per questo capitolo, mi sono commossa. Non so se possiate capire cosa mi sta succedendo, ma vi assicuro che è stranissimo e assurdo e oh mio Dio DOPO SETTE ANNI.

Ok, basta.

Per questo capitolo non voglio farvi le solite domande. Mi piacerebbe solamente sentire le vostre libere opinioni, tenendo conto del fatto che prima dell'ultima nefasta scena, ci sono stati dei momenti importantissimi e profondi. Quindi... certo, copritemi di minacce e insulti, ma poi ditemi anche se non siete ASSOLUTAMENTE FIERI DEI NOSTRI PICCOLI GLORIA E MAGNO OH MIO DIO SONO COSI' MERAVIGLIOSI E SI AMANO E SOPRATTUTTO NON HANNO SCAZZATO NULLA DEL MATRIMONIO ED E' STATO FOTTUTAMENTE PERFETTO. E poi, chiaramente, se vi è piaciuto il supporto morale di Diego, se siete rimasti bene o male dopo il rifiuto di Nelli verso Sayid, se anche voi avreste voluto che Nelli possedesse selvaggiamente Mattia, se avete creduto che Pierpaolo se ne fosse andato da questo mondo, se i due "ti amo" del capitolo sono stati sconvolgenti, se mi volete segnalare per abuso di caps lock, se vi siete sentiti in diritto di essere anche voi orgogliosi per il matrimonio, perché dai, ci abbiamo contribuito proprio tutti, se il discorso di Nelli e Mattia è stato figo o no, se vi ha sorpreso che Mattia sia in realtà il marionettista di tutto questo casino.

Ah, a tal proposito. Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate. Io lo sapevo fin dall'inizio, ovviamente, ma mi sembra dalle varie recensioni e dai commenti che mi avete lasciato che nessuno di voi, come Nelli, avesse avuto questo sospetto. Come ha detto Mattia, vi abbiamo convinti del contrario muahahaha. Magari rileggendo i capitoli addietro, vi renderete conto che una "recita nella recita" c'è sempre stata e dunque potrete riconsiderare l'intera storia forti di questa nuova consapevolezza.

Nel prossimo capitolo, sicuramente, avrà modo di farlo anche Nelli. Sempre che non ci lasci prima :(


GRAZIE INFINITE a ognuno di voi per tutto quello che fate per me. Se Mattia non vuole mai più rivedere Nelli, è merito vostro.

Scherzo.

Sono una stronza.

Alla prossima.


Daffy


***


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