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Autore: cin75    20/10/2018    5 recensioni
Questa storia farà parte di una serie che raccoglierà la mia personale visione di come andranno i primi episodi della tanto attesa 14ma stagione. Saranno 4 shot ( forse l'ultima divisa in due parti).
L'ansia di Sam, la sofferenza di Dean, l'apprensione di chi gira intorno ai due fratelli.
Spero tanto che vi piaccia e naturalmente: WARNING!!!!! per chi non sa niente ancora ne' della 13 ne' della 14.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura.'
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“Allora Castiel?? hai preparato tutto?” fece Sam, raggiungendo l’amico angelo.
“Sì, l’Impala ha il pieno. Il frigo è nel bagagliaio e il pacco è appena arrivato, Jack è andato a ritirarlo alla posta. Sarà qui tra un po’!”
“Perfetto. Qui ho qualcosa da mangiare , mettilo in macchina. Io prendo Dean!” passandogli la busta di carta piena di cibo.
“Come lo convincerai a venire!?”
“Se servirà anche con una botta in testa!” asserì sorridendo.
“Violento, ma efficace!!” convenne, l’altro.
“Già!!” rispose mentre si allontanava.
“Ehi, Sam!!?
“Sì?” voltandosi di nuovo verso Castiel.
“Certo di volerlo fare, di volerti allontanare dal bunker?! Lui ancora non….”
“Lo so, Castiel. Ma andiamo!!! è solo un pomeriggio. L’umanità non verrà distrutta da una qualche apocalisse e il Paradiso e l’Inferno non collasseranno. È solo un pomeriggio e lui ne ha bisogno dopo quello che ha passato. Noi ne abbiamo bisogno dopo quello che abbiamo passato.” rispose, e c’era forse una nota di triste amarezza nel suo tono.
“Ok, ok!!”

Sam raggiunse il fratello nella cucina del bunker, dove il maggiore stava giocando a carte con Maggie.

“Ehi, vecchietto!!”
“Ehi a te, poppante!” fu la risposta di Dean.
“Cosa stai facendo?!”
“A quanto pare mi sto facendo stracciare a poker da Maggie!” disse gettando sul tavolo con un gesto frustrato le carte che aveva in mano. L’ennesima mano andata male, evidentemente.
“E’ solo fortuna!!” provò a consolarlo la ragazza.
Dean la squadrò non proprio convinto.
“La prima volta è fortuna, la seconda un caso, la terza una fortunata coincidenza, ma la settima volta di fila: NO!!”, poi spostò lo sguardo al fratello. “Cosa diavolo hai fatto mentre io non c’ero: insegnavi gioco d’azzardo a facce d’angelo come lei!!?”
“Non proprio gioco d’azzardo!!” rispose il fratello, ricordando tutti i modi di ackerare che aveva insegnato ai vari cacciatori. Non era proprio gioco d’azzardo, ma comunque una sorta di modo di barare. “Ok! Maggie .. te lo rubo!” fece poi.
“D’accordo!, tanto devo andare!”
“Ehi, ragazzina...voglio la rivincita!” l’avvisò Dean, mentre riordinava le carte davanti a lui.
“Quando vuoi!” e andò via, lasciando i fratelli da soli.
Dean squadrò il fratello. C’era qualcosa che non gli stava dicendo.
“E noi?...a cosa ti servo?” fece cercando di scoprire qualcosa. “Non sono ancora in convalescenza forzata?!”
“E’ solo un giro di ricognizione con Cass e Jack. Male non ti farà. Sono giorni che non metti piede fuori da qui!” rispose Sam, cercando di sembrare il più convincente possibile e sembrò che Dean c’avesse creduto.
“In effetti non vedo l’ora di portare il culo fuori da qui. Cosa dobbiamo controllare?!”
“Vedrai!...Vieni.” lo incitò, iniziando ad uscire dalla cucina, seguito a ruota dal maggiore.

I due arrivarono nel grande garage e Dean vide che Jack e Castiel erano già vicino all’Impala che li stavano aspettando.
“Si va?” fece il ragazzo, infilandosi in macchina.
“Allora me lo dite dove andiamo o chi dobbiamo controllare!?” provò ancora il maggiore dei Winchester.
“Sempre impaziente, Dean. Questo non è cambiato!” constatò Castiel andandosi a sedere accanto al suo protetto più giovane.
“Allora?” fece Sam mostrando le chiavi tintinnanti tra le dita.
“Ok! Passa qui!” chiedendo le chiavi della sua macchina. “….guido io!” fece poi con un tono deciso.
Sam ritrasse la mano e con fare autoritario, negò le chiavi al fratello.
“No, amico! Tu devi solo stare buono e goderti il viaggio!” fu la semplice frase che rivolse al maggiore, ma che in Dean, come un flash, lo catapultarono in un luogo desolato fatto di sofferenza e dolore. Per un attimo risentì quei colpi violenti contro il suo viso o il suo corpo, le risate appagate dell’arcangelo che lo sottometteva alla sua potenza, la vita che gli scivolava via dal petto mentre Micheal gli ripeteva sadico “Goditi il viaggio!

“Dean??”
Niente.
“Dean????”
“Cosa?!” rispose , riprendendosi da quella momentanea empasse.
“Tutto ok?” e Dean annuì solamente, deglutendo quel nodo alla bocca dello stomaco. “Andiamo?!”
“Sì. Sì...andiamo!” e andò a sedersi al posto passeggero mentre Sam si metteva alla guida, scrutandolo perplesso.
“Sicuro sia tutto ok?!” volle chiedere ancora.
“No, Sammy. Non è tutto ok. Io sono seduto qui e tu al posto di guida, quindi : NO. Non è tutto ok!” rispose a spiegazione.

Dopo circa mezzora di viaggio, il maggiore dei Winchester cominciava ad essere davvero curioso nonchè stanco di quello che sembrava essere stato una sorta di rapimento.
“Ok, ragazzi...ormai credo che non ci sia niente da controllare. Che significa tutto questo?” fece indicando loro in macchina e prima che qualcuno potesse rispondergli: “E il primo che si azzarda a dire di godermi solo il viaggio, lo prendo a pugni!” minacciò, guardando dallo specchietto i due passeggeri seduti dietro, che risero complici.
“Allora???” gli incitò a parlare.
Niente.
Maledetti traditori, si ritrovò a pensare.

“Ok! Ci siamo quasi!” fece a quel punto, Sam con uno strano sorriso sulle labbra. “Cas? Procedi!” e quell’esortazione Dean guardò perplesso sia il fratello che l’angelo che vide muoversi dietro di lui.
“Ma cosa...” e in quel momento, l’angelo, con un movimento veloce, gli mise una benda sugli occhi. “Cas!!!” quasi gridò Dean, colto di sorpresa. “Ma cosa diavolo stai facendo?? Fermo….ma cosa….” cercando di fermare l’amico che veniva aiutato anche da Sam, con  una mano sul volante e una intenta a spostare le mani del maggiore.
“Sta’ buono Dean. Vedrai che ti piacerà!!” cercava di tranquillizzarlo, il minore e quando Dean, finalmente, si lasciò bendare, si accorse anche la sua Baby stava rallentando.
“Dove siamo?!” fece , obbedendo di malavoglia a non sbendarsi.
Il maggiore non avendo risposta, acuì solo l’udito e si accorse che i due passeggeri di dietro erano scesi, e così anche Sam. Mise a tentoni una mano sulla maniglia del suo sportello e fece scattare la serratura.
Percepì qualcuno aprirgli lo sportello e poi la presa, più che familiare, di Sam che lo aiutava a venir fuori dalla macchina.
“Se è uno scherzo stupido o una qualche vendetta per aver detto Sì a Micheal, Sammy, ti giuro che te la faccio pagare!!”
“Sì, come no!!!” lo provocò Sam e poi lo sospinse piano in modo che il maggiore capisse che doveva seguirlo.

Dean lo fece e si accorse che il terreno sotto i suoi piedi cambiava man mano che avanzava. Sembrava quasi divenire sempre più instabile.
“Ma dove….” sussurrò, quando le mani di Sam abbandonarono le sue spalle, dove stavano per guidarlo e poi le sentì dietro la sua testa, intente a sciogliergli la benda.
Quando Dean sentì la stoffa scivolargli via dagli occhi, si ritrovò a stringerli , colti di sorpresa dall’improvvisa luce del sole. Poi li riaprì e mise a fuoco.
Li strabuzzò! Increduli! Piacevolmente sorpresi!!! Come infondo lo era lui, in quel momento.

Una spiaggia fatta di soffice sabbia dorata. Davanti a lui lo sciabordio delle onde che lambivano ritmicamente la riva.

“Ma...”
“Beh!! hai detto sempre che saresti voluto andare al mare, goderti un po’ di tempo così!!” fece Sam, soddisfatto perché aveva capito , dal volto del fratello, che la sorpresa era riuscita in pieno.
“Io non….” fece il maggiore, guardando il volto sorridente del fratello e quello soddisfatto dei due amici. “...so che dire!”
“Non dire niente, allora!” fece Jack, semplicemente.
“O forse dirai qualcosa quando avrai i piedi finalmente sulla sabbia!” si accodò Cas.
“Sabbia tra le dita, Dean. Sabbia tra le dita!!!!” sembrò voler concludere Sam, invitandolo ad avanzare verso la spiaggia. “Però prima...”  e Dean lo guardò stranito, quando vide Sam accennare con lo sguardo verso Cas.
L’angelo andò verso il bagagliaio e tirò fuori un pacco. Si riavvicinò al gruppo e ne tirò fuori quattro camicie, ancora imbustate.

Camicie di una sgargiante tonalità hawaiana.

Fu solo a quel punto che Dean scoppiò a ridere. Una risata forse appagata, forse fatta di un semplice sfogo, forse di ringraziamento. Forse...per coprire con forza tutto quello che era successo.
Fatto sta che comunque, quella sua reazione, fu talmente contagiosa, che anche gli altri scoppiarono a ridere.

Quando , qualche minuto dopo, tutti indossavano la loro camicia, Dean rise ancora di gusto guardando la faccia strana che faceva Cas , mentre si osservava con quella strana camicia.
“Cos’è Cas??!” fece, aggiustandogli il colletto mezzo tirato su da un lato. “Senti già la mancanza del tuo impermeabile?!”
“Questa camicia è ridicola e non capisco perché tu desiderassi tanto indossarne una e farla indossare a anche me e agli altri. Umiliazione??!” azzardò, con il suo solito cipiglio interdetto.
“No, amico mio. No.” sembrò volersi giustificare. “Solo per provare ad essere per un po’, quello che non siamo stati per un intera vita. Niente cacciatori, niente angeli, niente nephilim. Solo ciò che siamo in questo momento, con queste stupide camicie: persone.” rispose mettendogli le mani sulle spalle.
“Persone!” convenne Cas.
“Già!” e in quel momento , l’angelo fu richiamato da Jack che sembrava incuriosito da quello che abitava la sabbia. 

Quando Cas lo lasciò da solo, Dean si sentì battere contro una spalla. Sam, lo richiamava porgendogli una birra.
“Grandioso!! ci voleva!” fece accettando la bottiglia. “Ma prima….” e così dicendo si scalciò via gli scarponcini e velocemente anche le calze. Sam lo osservava felice. Soddisfatto di vedere una sorta di felicità fanciullesca in quel guerriero che ora non vedeva l’ora di mettere i piedi nella sabbia e quando Dean lo fece, Sam gli vide chiudere gli occhi, come uno che si sta assaporando il momento.
“Dean..” sussurrò Sam.
“Dio Sammy!” rispose a bassa voce, il maggiore. “Voglio che nel mio Paradiso ci siano chilometri e chilometri di sabbia!!” disse, sperando di far capire al fratello come stesse bene in quel momento.
Sam sorridendo, lo imitò e anche lui, una volta che ebbe i piedi immersi nella calda sabbia, disse: “Hai ragione, fratello.”
Poco dopo, i due, si sedettero sul cofano della fidata Impala, come forse, non facevano da anni. Questa volta però non guardavano le stelle, in silenzio, chiedendosi se avrebbero avuto un domani.
In quel momento, fissavano un angelo e un nephilim, arrotolarsi i pantaloni per non bagnarsi troppo. E ridevano.

Poi fu Sam a spezzare, non proprio convinto se farlo o meno, quel momento.
“Ehi! Stai bene?!” chiese prima.
“Sai, Sammy??? dovrò ringraziarti davvero per questo.” fece Dean. “Non lo avrei mai ammesso….ma ne avevo davvero bisogno!” confessò. “Dopo….dopo Micheal e ...tutto quello che lui….” ma nascose il resto in un sorso di birra.
A Sam bastò per fare la sua domanda.
“Senti, posso….posso chiederti una cosa?!” domandò titubante.
“Spara!” lo incoraggiò Dean.
“Prima...nel garage. Io ...cioè tu mi sei sembrato...sì, insomma...” non voleva proprio chiederglielo. Aveva paura di rovinare il pomeriggio.
“Fratellino, chiedi e basta!” lo spronò Dean.
“Ok! Tu mi hai dato l’impressione di esserti sperso per qualche momento quando ti ho detto che...”
“...dovevo stare buono e godermi il viaggio!” finì per lui, Dean.
Sam se ne sorprese e annuì soltanto.
Dean si ritrovò a sospirare. Si sistemò meglio e poggiò la schiena al parabrezza della macchina, mentre Sam si voltava meglio verso di lui, pronto ad ascoltarlo.
“Ti va di parlarmene?!”
Dean buttò giù un altro sorso di birra e con uno sorriso sforzato: “Quando cercavo di...sì, insomma, di ribellarmi a Micheal, di trovare un modo per espellerlo, sempre inutilmente..” fece quasi con tono sarcastico. “..lui riusciva a rimettermi al tappeto, ogni singola volta. E ogni singola volta mi ripeteva: “sta’ buono e goditi il viaggio!” ”
“Dio!!” esclamò in colpa Sam. “Io...mi ..mi dispiace, io non potevo saperlo. Io non...”
“Smettila Sammy!” lo fermò con tono per niente irato. “Hai ragione. Non potevi saperlo. È solo che sentire di nuovo quelle parole ha come accesso mille flash nella mia testa. Non è colpa tua e non lo sarà di nessun altro se mai dovesse ricapitarmi ancora!!”
“Come possiamo...” e poi disse più deciso. “..come posso aiutarti?!”
Dean lo guardò, fissò la determinazione che c’era in quella domanda e si drizzò così da ritornare al fianco del fratello.
“Non lo so, Sammy. Davvero non lo so. Magari fra qualche giorno, qualcosa mi verrà in mente, ma per adesso...”
“Per adesso?!” fece curioso , Sam.
“Per adesso voglio godermi questa..” fece indicando la bottiglia tra le sue mani. “...voglio ridere ancora vedendo Jack che cerca di afferrare quel granchio e voglio prendere in giro Cas per come sembra ridicolo con quella camicia. E soprattutto...” disse con un tono pacifico, come da tempo Sam, non gli sentiva. “...voglio godermi di nuovo mio fratello al mio fianco.” disse , cercando con il minore, un brindisi.
“Questo si può fare!” convenne Sam, battendo il collo della sua bottiglia a quella del maggiore. “Ma promettimi una cosa.”
“Cosa?!”
“Quando ce ne sarà bisogno e avrai bisogno di tirar fuori tutto, devi venire da me! Ok?!”
“Ok!” lo rassicurò Dean. “Come sempre!”
“Lo combatteremo insieme.”
“Come sempre!”

 

L'immagine nei tuoi occhi, riflette il dolore che ti ha colpito e l'ho sentito nella tua voce…
Io non mi arrenderò, quindi non ti arrendere.
Sei caduto ma puoi risalire di nuovo. Quindi non ti arrendere.
Quando il demone dentro di te è pronto per iniziare
e senti come se fosse una battaglia che non potrai mai vincere.
Quando sei dolorante per il fuoco e preghi per i tuoi peccati,
quando non è ti rimasto niente dentro, c'è ancora una ragione per combattere…
Non lasciare che prenda la tua anima.
Guardami, prendi il controllo
e sarai pronto per iniziare questa battaglia che noi vinceremo…
C'è ancora una ragione per combattere
Io sarò la tua ragione per combattere. Ti darò una ragione per combattere”

(Reason to fight, Disturbed)



 


 

N.d.A.: Se volete questa storia , consideratela come un missing moment tra “Ritorno a casa” e “Paure nascoste” della mia serie “Ancora. Rabbia. Ritorno. Paura”.
Il fatto è che qualche giorno fa è stata postata una foto della Baby a parcheggio e la didascalia diceva : “E’ tornato Dean e se ne vanno al mare!” e noi sappiamo quando Dean abbia voglia di andare mettere i piedi nella sabbia, poi c’è quell’ “Hold on and enjoy the ride!” detto da Micheal a Dean per rimetterlo “a cuccia” e quindi mi è partito lo sclero.

Poi ( se vorrete anche ascoltarla) ho beccato il nuovo singolo dei Disturbed e allora come dire…. “Cosa fatta, Capo Horn!!”

Spero vi sia piaciuta.
Baci, Cin!


Un grazie immenso alla Charlie del nostro gruppo WhatsApp, per avermi aiutata ad impaginare questo capitolo ribelle!!!
   
 
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