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Autore: Itsnotlikeitseems_    22/10/2018    1 recensioni
Una giovane scrittrice Nicole si imbatte in sette donne che dichiarano di essere innamorate dello stesso uomo, Jay. A prima vista crede che la situazione sia a suo vantaggio poiché a corto d'idee e con un disperato bisogno di pubblicare un nuovo romanzo che diventi un best seller come il primo
Successivamente però la situazione cambierà poiché questa ricerca del fantomatico sconosciuto la porterà a scoprire nuovi segreti sulla sua famiglia e su di se stessa.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annalisa Maestri 
 
 
“Nicole?”
Silenzio. 
“Nicole?”
 
Le mura bianche e quella carta da parati a fiori orribile erano le vere protagoniste di quella conversazione. 
Odiavo con tutta me stessa le sedute inutili e costose dallo psicologo a cui mia madre mi costringeva ad andare. 
 
“Dr Rossi, mi dica”
“Perché si trova qua oggi?”
“Ma come? Mi sermbra piuttosto ovvio, è lunedì e lei sa quanto la mia carta di credito ami i lunedì”
“Questo suo sarcasmo non la porterà da nessuna parte signorina” 
“Io non credo di avere nessun problema” sbuffai accascandomi sulla poltrona. 

Quelle sedute mi ricordavano i film di fantascenza dove i robot ripeteano in continuazione la stessa frase. 

“Lei ha una situazione familiare piuttosto insolita, non crede?” 
“Anche Berlusconi se è per questo, ma i figli non vanno dallo psicologo”
“Vedo che oggi siamo particolarmente ostili” 
“Sono semplicemente le otto del mattino, sono sempre ostile la mattina e non per questo soffro di disturbi della personalità multipla” 
 
Mia madre una volta scoperti tutti i tradimenti e i quattro figli illeggittimi decise giustamente di mandarmi da uno psicologo per far emergere in mio padre i sensi di colpa, e soprattutto per prosciugargli la carta di credito. Il problema però era che queste sedute erano ormai diventate una routine e da almeno cinque anni avevo deciso di pagarle personalmetne per evitare qualsiasi peso fiscale a mio padre e sperare che mia madre smettere di ricattarmi per andarci. 
Fu tutto inutile, mia madre era testarda come un mulo e in guerra con l’ex marito ormai da più di un decennio. 
 
Continuavo a battere la fine della matita contro il tavolo creando questo fastidioso rumore che speravo avrebbe portato all’esaurimento il Dr Rossi ma quest’uomo ne aveva probabilmente viste di peggio e non batteva mai ciglio. 
 
“Come va la stesura del suo secondo romanzo?”
“Ci sto lavorando” 
“Ha risolto con suo fratello?”
“Quale? Ne ho parecchi” 
“Derek, l'americano” 

Perchè tutti lo definivano l'americano? Era pur sempre metà italiano. 


“Va tutto bene”
“Signorina, la volta scorsa ha avuto una crisi isterisa a causa sua. Si può impegnare di più” 
“Si è vantato di aver avuto un rapporto sessule a tre con mio padre ed una donna della mia età, chi non avrebbe avuto una crisi isterica?” 
“Sono uomini”
“No, non è questione di essere uomo o donna. Sono una persona piuttosto famosa, questi scandali potrebbero rovinare la mia reputazione” 
“Quindi a lei non interessa particolarmente di suo padre o suo fratello, è più concentrata sulla sua carriera”
“Esattamente” risposi tutto d’un fiato. 

Non ci trovavo nulla di male, ero una ragazza a cui interessava diventar ricca nel minor tempo possibile. 

“Ecco” iniziò ma subito dopo aver guardato distrattamente l’orologio si ricompose “In realtà sono le nove, abbiamo finito oggi” 
 
 
 
 
 
 
Come avrò già detto, io detesto i lunedì mattina. A causa di quelle sedute inutili arrivavo sempre in ritardo in ufficio o a qualsiasi evento mondano a cui avevo deciso di partecipare. Tutto a causa di due bambini. 


Alle undici avevo un appuntamento con il capo della casa editoriale, Annalisa Ventura, una donna sulla quarantina in carriera che aveva cresciuto i suoi due figli da sola dopo aver sbattuto il marito violento fuori di casa. 
La rispettavo profondamente e a lei penso che in fondo piacesse la mia compagnia, si divertiva profondamente a sentire le mie vicende personali poiché se c’era una cosa in cui ero brava era proprio cacciarmi nei guai. 

L’ultima volta che andai  a Pechino, per esempio, scambiai la mia valigia con quella di un alto ufficiale dell'esercito cinese e per poco non mi arrestavano per tentato attacco terroristico. 
Alla fine grazie alla mia amica, madrelingua, riuscii a spiegare che era stato tutto uno sbaglio e mi lasciarono andare. 

Chi non si confonderebbe dopo dieci ore di volo? 
In ogni caso vicende come questa erano all’ordine del giorno nella mia vita e se c’era qualcuno a cui potevo raccontarle era proprio la signora Annalisa. 
Quel giorno c'erano quindici gradi, non c'era freddo ma il vento faceva in modo che si sentisse una temperatura più bassa rispetto a quella reale e autunno era generalemente abbastanza fresco. 

Milano ad Ottobre era particolare, a volte faceva molto caldo ed altre volte abbastanza freddo, ma su una cosa si poteva stare certi in quella città: 
In Autunno era meglio chiudere le finestre perché non chiedetemi come ma era pieno di cimici. 



Camminavo piuttosto velocemente verso un bar alle spalle del duomo accanto ad uno dei miei negozi preferiti di caramelle. Non amavo andare al duomo, troppo affollato ed eccessivamente caro, ma al mio Capo piaceva fare shopping alla rinascente ed un buon impiegato fa felice il proprio capo. 
Mi sedetti sulle scale del Duomo e mi accesi una sigaretta, adoravo guardare quegli idioti che si facevano foto con i piccioni.
Erano quelle immagini di cui non capivi il senso ma sapevi che per i turisti era un avvenimento speciale. 
 
“Signorina Nicole?”
“Annalina, non l’avevo vista” 
“Beh sembra persa nei suoi pensieri” 
“Mi scusi, ma quando fumo mi rilasso troppo” 
“Vogliamo andare?” 
 
 
Ci avviammo verso il bar nel quale c’eravamo date appuntamento. Come al solito non c’erano molti clienti e questo era uno dei dettagli che più adoravo dei coffeshop più isolati rispetto a quelli con vista duomo.

Sfortunatamente oltre ad essere la figlia di un uomo che chiaramente non sapeva come si utilizzassero i preservativi e di una donna che nel passato sarebbe sicuramente diventata una stratega militare del movimento delle suffragette, avevo ereditato la celiachia e per questo motivo non potevo ordinale altro che bevande ogni qual volta qualcuno mi avesse invitato in un bar. 
Quella volta ordinai un caffè espresso mentre il mio amatissimo capo si diede ai dolci ordinando un cornetto alla nutella appena sfornato. 
 
“Volevo parlarle del mio nuovo libro” 
“Ho sentito” mormorò mentre divorava la sua colazione “Le sette donne che si frequentano con lo stesso uomo. Sembra accattivante” 
“Lo è” affermai decisa
“Vorrei comunque che lei inventasse di sana pianta il finale. La realtà è piuttosto noiosa, noi vogliamo un romanzo romantico che sia allo stesso tempo un grande giallo. Ha capito?” 
“Ho afferrato il concetto” 
“Brava” ridacchiò mentre si  ripuliva le labbra dai residui di nutella “Questo è ciò che voglio sentire. Se mi promette una storia del genere le lascerò carta bianca sul resto” 
“Vorrei chiamare quelle donne e farle delle interviste se per lei non è un problema” 
“Perché dovrebbe esserlo?” 
“Non lo so” 
“Lei non deve comunque lavorare?” 
“Sono in ferie per qualche giorno” 
“Su cosa si occuperà una volta tornata a lavoro?” 
“Beh credo che dovrò fare qualche ricerca di mercato sui colori  in voga quest’anno. Soliti sondaggi che faccio da quando avevo vent’anni” 
“Non sembra molto” si fermò “interessante” 
“Beh dovrò pur pagare le bollette non crede?” 
“Come tutti del resto” 
“Da quale donna inizierà?” mi chiese con poco interesse. 

L’unico difetto di Annalisa, anche se per molti un pregio, era la sua incapacità di rimanere interessata all’oggetto della conversazione per più di venti minuti. Sembrava perennemente annoiata dalle mie parole e soprattutto insofferente come se non vedesse l’ora di andarsene. 

“Annalisa Maestri. Bianca, venti quattro anni, maestra d’asilo, visione distronta del romanzo di Jane Austen e con romanzo intendo ovviamente l'unico di cui siano realmente a conoscenza cioè Orgoglio e Pregiudizio, sogno nel cassetto fare la madre e crescere venti bambini in una fattoria a Bergamo” 

La donna scoppiò a ridere, adorava come qualsiasi altra persona al mondo sentirsi migliore delle altre persone del proprio genere.  

In realtà per molti Annalisa poteva sembrare la solita ragazza di campagna che sperava in una storia d’amore come nelle fiabe. Sul suo conto sapevo semplicemente l’età, la provenienza e il suo lavoro ma il resto era estremamente facile da capire. 
“Come ha conosciuto questo fantomatico Jay?”
“Questo è ciò che le chiederò” risposi pagando il conto per entrambe
“Quando?” 
 
Guardai il mio orologio con nonchalance, in realtà ero piuttosto in ritardo. 
 
“Fra mezz’ora, verrà a casa mia e le porrò qualche domanda” 
“Fammi sapere” ridacchiò per poi dileguarsi in mezzo alla folla di persone che stavano andando verso il duomo. 
 
 
Decisi di avviarmi anche io, presi la metro e mi recai a casa mia. Non avevo idea delle domande che le avrei posto, ma sapevo che avrei dovuto scoprire tutto ciò che potesse essere interessante ai fini della stesura del mio libro. Dovevo scoprire quali segreti una brava ragazza poteva avere e come quest’ultima potesse mai innamorarsi di un dongiovanni. 
Questa storia cominciava ad intrigare perfino me



















_________________

Di solito non scrivo nulla quindi questa sarà una delle poche volte in cui lo farò. 
Non sono una scrittrice quindi probabilmente ci sono molte cose in cui sbaglio.
Fatemi sapere cosa dovrei cambiare etc così che io possa migliorare. 

Un Bacione 


 
   
 
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