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Autore: Uptrand    23/10/2018    6 recensioni
In questa raccolta di one shot si vedrà come la vita è proseguita e cambiata per Olivia Williams Shepard, ora al comando dei reggimenti I.D.G. dal II° al VII°, e per altre vecchie conoscenze della squadra della Normandy SR3. Per quanto sia seguita la pace alla guerra contro i grigi, vi è sempre qualcuno pronto ad approfittatore della debolezza momentanea in cui si trova la comunità galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Areno fissava dubbioso, seduto su una roccia, il paesaggio davanti a se. 
I suoi quattro occhi indugiavano sull'orizzonte di Khar'shan, il mondo natale dei batarian a cui quelli della sua specie avevano potuto far ritorno da poco più di due anni. 
Lui, come tutti quelli della sua generazione, era nato senza mai averlo visto di persona e non aveva mai compreso il desiderio degli anziani di tornarci. 
Sopratutto quello di suo padre e leader della Nuova Egemonia Batarian, che aveva rifondato la propria società su quella che era stata una loro colonia in un altro sistema stellare. 
Erano tornati e le difficoltà da affrontare talmente enormi da fargli spesso venire dubbi sul buon esito di questo ritorno in patria. 
Il problema maggiore erano i sopravvissuti o nativi, i discenti dei batarian scampati allo sterminio dei razziatori. 
Nell'arco di una generazione ogni tecnologia era stata dimenticata, la scienza sconosciuta, la società era divisa in tribù in guerra fra loro, la teologia la forma di governo più diffusa. 
L'arrivo dei batarian in esilio su astronavi era stato vista come il segno di una prossima apocalisse, erano considerati come demoni e malvagi. 
I tentativi di un integrazione erano quantomai scarsi, anche se qualche successo era stato ottenuto.
In tutto questo l'economia ristagnava, c'era una sorta di ottimismo nella società e tutto quello era vissuto come una grande avventura... ma lui non vedeva dove li stesse conducendo. 
Nella comunità galattica i batarian rimanevano all'ultimo posto in qualsiasi settore. 
C'era la necessità di attirare grandi capitali, ma vi era un problema a questo: Dasha Weaver. 
Suo padre aveva fatto un patto con la Signora di Noveria, la Noveria Corps ricostruiva il portale che portava a Khar'shan e in cambio otteneva tutto quello che il pianeta possedeva. 
Di fatto i batarian sarebbero diventati “schiavi” della potente multiplanetaria, sfruttando le leggi sulla schiavitù del suo stesso popolo.
Prima della guerra i batarian erano i soli a praticarla, non sentivano ragioni davanti alle richieste di quel Consiglio della Cittadella che anni prima avevano lasciato per semplice orgoglio. 
L'arrivo degli umani aveva incrinato i rapporti, i batarian si erano sentiti sfavoriti rispetto agli ultimi venuti che guarda cosa non praticavano la schiavitù. 
Il risultato fu il completo isolamento politico, quando arrivarono i razziatori quella situazione fu per loro fatale. 
“Tutto per difendere la schiavitù.” pensò amaramente. 
Nella società nata in esilio questa era diventata un ricordo, il Consiglio aveva prestato un minimo di aiuto al suo popolo ma in cambio aveva imposto la cessazione di quell'attività. 
Ma i vecchi, tra cui sui padre, avevano deciso di essere più furbi. 
La schiavitù era scomparsa, ma le leggi su di essa c'erano ancora anche se non più applicate. 
Dasha Weaver aveva puntato proprio su questo, stilando un contratto usando quelle stesse leggi da loro tanto considerate. 
Ma il suo piano era fallito, si era però presa un'ultima rivincita dichiarando in un'intervista che investire su Khar'shan era pericoloso e controproducente.
Quando a dirlo era la donna più ricca della galassia non sono pochi quelli ad ascoltarla. 
Quella frase ebbe lo stesso effetto di un embargo economico. 
Tutto a causa di quello che reputava il più grosso errore di suo padre. 
La Noveria Corps aveva cercato di commerciare anche con il suo popolo, ma quando Dasha Weaver si era presentata suo padre non l'aveva fatto. 
In pratica l'aveva chiamata solo per “sbatterle la porta in faccia.” Ricordava come il genitore si fosse vantato di aver difeso l'indipendenza economica dei batarian. 
Ma offendere Dasha Weaver non era una scelta saggia, anche se erano passati anni non aveva dimenticato. 
Quando suo padre “bussò” alla porta della Weaver la donna aveva sorriso divertita. 
Però si erano salvati grazie a un'unica persona: Olivia Williams Shepard, la figlia di colui che l'Egemonia Batarian aveva definito il più grande terrorista nella sua storia. 
Quello che per la galassia era il grande eroe, colui che aveva contribuito a salvare i pochi batarian sopravvissuti: John Shepard.
Per assurdo quel ricordo era sopravvissuto, i nativi di Khar'shan identificavano il male con “Sherd” “ Sheperd” o altri nomi simili. 
Per loro Shepard era il signore del male che aveva condotto i demoni sul loro mondo. 
Olivia si stava impegnando ad aiutare i batarian, una volta glielo aveva promesso e come sempre aveva mantenuto la parola. Aveva fornito tutto il VI reggimento I.D.G. perché aiutasse nella ricostruzione. 
Inizialmente lui era stato dubbioso perché si trattava di quello composto dagli umani, i quali non godevano ovviamente di buona reputazione presso i locali.
Olivia gli aveva fatto notare che solo con una presenta costante potevano far capire che gli “alieni”, tra questi gli umani per primi, non erano demoni. 
In questi due anni molto era stato fatto, ma sembrava non bastare mai. Il comandante del VI era un uomo energico di colore che rispondeva al nome di Fredi “mano pesante” Pearre. Neri venivano detti e doveva ammettere tra se che proprio per quel colore li preferiva a quelli dalla carnagione più chiara, nessun motivo in particolare, solo gli sembravano meno alieni.
Poi, come altre volte, provò una leggera rabbia che proprio Olivia non potesse venire su quel mondo. La notizia che la figlia del demone era tra loro avrebbe fatto scendere in guerra i locali, chiamati a una guerra santa contro di essa. 
Non era mai successo niente di simili, ma le informazioni in loro possesso suggerivano che non era uno scenario inverosimile. 
In più essendo femmina era per lei doppiamente pericoloso, nella società dei nativi le donne erano solo schiave. 
Avrebbe voluto scordare, ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, quando assaltando una tribù estremamente violenta avevano liberato un'asari resa schiava. 
Quando i razziatori avevano attaccato su Khar'shan c'erano anche alieni. Per loro era stata ancora più dura perché messi in disparte dagli stessi batarian. 
Le asari vivono fino a mille anni, quella che avevano trovato era una sopravvissuta della lontana guerra. Aveva sentito i suoi racconti di abusi, di come fosse successo anche ad altre. 
I maschi “alieni” erano stati semplicemente uccisi, le femmine prese per essere “usate”. 
Per questo Olivia non poteva mettere piede, prima di ucciderla avrebbero cercato di umiliarla. 
Uno dei motivi per cui le donne soldato del VI reggimento venivano impiegate nella nuova città e capitale che la Nuova Egemonia aveva costruito, lasciando agli uomini il contatto e la gestione dei nativi.
Si alzò, non avrebbe concluso niente stando seduto e da qualche parte c'era sicuramente del lavoro da fare. 

Fredi guardo rancoroso il datapad sulla sua scrivania, sembrava che stesse per sgridare lo strumento per qualcosa che aveva fatto. 
Il vero problema erano le informazioni al suo interno, si passò la mano callosa sui radi capelli che ancora aveva. 
Era nato ingegnere e aveva seguita quella strada per tutta la vita, anche nell'esercito. Sapeva costruire o demolire come pochi. 
Edificare una colonia da zero non lo spaventava, il lavoro era sempre lo stesso. 
“Guarda te cosa mi va a capitare passati i cinquantanni. Ho sempre sperato di non avere incarichi simili, invece me ne ritrovo uno proprio nel mentre di un incarico perfetto per me. Dove lo trovo il tempo anche per questo? “
« Problemi? » chiese Asiria, l'espressione che gli aveva visto entrando nell'ufficio lasciava pochi dubbi. 
L'asari dalla pelle verde acqua, sarebbe potuto rientrare tra questi. Non era troppo contenta della sua permanenza, ma solo per una questione di sicurezza. Era figlia di un capo di stato, amica del suo ammiraglio, fidanzata con Areno Balak figlio del capo di stato batarian. 
Se le fosse successo qualcosa c'era abbastanza da perdere i gradi. Sul piano personale era simpatica, estroversa, piena di risorse, ottimo soldato e potente biotica. 
Aveva avuto anche un'idea originale, promuovendo la costruzione di uno spazio espositivo costruendo una tensostruttura fuori dalla città. 
In quel posto di poteva mangiare, bere e divertirsi a volontà e soprattutto era un luogo di libero scambio. La curiosità era davvero qualcosa di terribile, a cui nessuno poteva sottrarsi.
I primi nativi che arrivarono ebbero modo di vedere cose per loro straordinarie.  
Il piano era semplice, farli abituare alle novità degli ultimi arrivati.
Mentre si mangiava e beveva nessuno aveva voglia di criticare o litigare, tutti osservavano mentre sugli schermi posti attorno veniva ripetuta la storia dei batarian dell'ultimo secolo. 
Per riunirli in un sol popolo dovevano prima di tutto ricostruire la propria storia comune. 
« Pare che sarò costretto a giocare al poliziotto. Un batarian, non sappiamo altro, è riuscito a introdursi nella base del I reggimento I.D.G. » 
« Come ha fatto ad entrare? » chiese lei.
Lui scosse la testa « Non lo so, forse le sentinelle si erano addormentate visto che parliamo del I »
Lei fece una smorfia « Non li sottovaluti troppo. » 
« Ah, lasciamo perdere. Comunque sia, visto che altrove non hanno ottenuto nulla hanno pensato di cercare nel posto con la più alta percentuale di batarian nell'universo: Khar'shan. »
« Se vuole un aiuto? »
« Nah, grazie. Mio il compito, mio il dovere. » 
« Come vuole,ero solo venuta a dirle che le trattative con i clan delle colline alte sono andate bene. »
« Eccellente, i batarian dovrebbero dedicarle una piazza o almeno darle una medaglia per quello che sta facendo per loro. » 
« Non c'è altro, se le servo sa dove trovarmi. » disse lei uscendo subito dopo. 
Fredi tornò a fissare il datapad “E adesso ?”

In due giorni non era saltata fuori nessuna notizia, aveva mandato soldati a controllare luoghi chiave come l'unico spazioporto sull'intero pianeta. Se davvero quel batarian era partito da Khar'shan, quello era un punto obbligatorio attraverso cui passare. 
« Signore, qui sergente David al settore nove, segnalo attacco di nativi al perimetro. » 
Prese la trasmittente in mano « Ricevuto sergente, arrivo. » 
La sicurezza della città era garantita da un campo di forza che la circondava, i nativi più ostili ogni tanto attaccavano tra le risate dei difensori. 
La freccia toccò la barriera e cadde al suolo senza far altri danni. Fredi osservava calmo, chiedendosi quando le avrebbero finite e di quale tribù si trattasse.
Erano in buoni rapporti con tutte quelle prossime all'insediamento, potevano trattarsi anche di predoni girovaghi. In quel caso avrebbe dovuto intervenire lo stesso per evitare che mettessero in pericolo la vita di altri batarian. 
« Per me caricano. » mormorò un soldato, alle sue spalle, rivolto ad un commilitone.
« Non lo faranno. » 
« Vedrai. » 
« No. »
« Si. »
« Silenzio! » ordinò il comandante, zittendoli. 
Davanti a loro i batarian erano saliti sulle loro cavalcature, a Fredi ricordavano dei maiali tanto erano grassocci ma erano grandi come cavalli e con sei zampe. 
Lanciando il loro grido di guerra i batarian caricarono.
Fredi, per dare il buon esempio, cercò di rimanere composto mentre gli scappava da ridere. I primi tempi aveva visto quella scena un sacco di volte. 
Un suono ben più familiare infranse l'aria, percorsa da un fascio di luce verde respinto dalla barriera. 
I soldati imbracciarono le armi, adesso nessuno rideva più. Quello era stato un colpo di un'arma energetica, una pistola probabilmente. 
« Tutti fermi e non sparate! » ordinò Fredi, all'interno della barriera erano al sicuro. Adesso la sua incombenza maggiore era capire la provenienza di quell'arma. 
Poteva essere un residuato dei tempi della guerra? Dove l'avevano trovata, potevano essercene altre? L'avevano comprata o rubata? 
Da quelle domande potevano dipendere molte cose. Se fosse stata trovata in qualche vecchio deposito era sua compito scoprire dove fosse e sequestrarlo. 
Se l'avevano ottenuta attraverso qualche scambio, poteva indicare che qualcuno stava contrabbandando armi ai nativi e questo sarebbe stato un grosso problema. 
Per sua fortuna chi sapeva rispondere a queste domande stava galoppando proprio verso di lui. 
La coraggiosa carica si concluse con una scena dei migliori film comici. 
Si scontrarono grossolanamente contro la barriera.
A terra, doloranti ma vivi i batarian vennero circondanti senza problemi. 
Fredi sequestrò subito l'arma caduta di mano al suo proprietario. Solo allora si accorse che era giovane, anzi erano tutti giovani.
« Sei tu il capo? » chiese al ex possessore dell'arma, questa era proprio una pistola. Doveva avere non più di sedici anni, come gli altri. Presso i nativi a quell'età si era già adulti.
Lui si rimise orgogliosamente in piedi, ringhiandogli nel modo tipico del suo popolo e disse « Sappi demone del cielo che io sono Droko, figlio di...»
« Si, si quello che vuoi...ragazzo, quest'arma, dove l'hai presa? » 
« Non ti dirò niente demone, se hai onore … » ma non fini la frase che la manata che ricevette sulla guancia sinistra lo mandò rovinosamente a terra. 
Fredi era soprannominato “mano pesante”, per la forza che metteva in quei colpi. Anche solo a ricevere un'amichevole manata sulla schiena si rischiava di sputare un polmone, questo era almeno quello che dicevano i soldati e gli altri comandanti. 
Droko si rialzò, dolorante e con il segno della mano ben stampata in viso. L'aveva data senza togliersi il guanto dell'armatura, cosa che aveva reso l'esperienza ancora più dolorosa per il giovane batarian. 
« Ragazzo, dimmi dell'arma? »
« Io non temo...»
Manata.
« Tu grandissimo...»
Manata.
« L'abbiamo ricevuta dagli amici del cielo. »
« Chi? »
« Sono arrivati con un carro di luce volante come i vostri. »
“Una navetta. “pensò il comandante.
« Ci hanno raccontata la verità! »
« Che sarebbe? »
« Loro combattono la tirannia degli esseri che vivono in una grande città situata fra le stelle, vogliono costringere chiunque a ubbidire alle loro leggi. Ci hanno raccontato che un tempo anche noi batarian gli ubbidivamo, poi abbiamo avuto la forza di combatterli e liberarci di loro. A quel punto, questi esseri hanno inviato il grande demone Sherp che ha chiamato i suoi servi per distruggerci. »
« Molto affascinante, per l'arma cosa avete dovuto dare? » La storiella era stata interessante, qualche contrabbandiere aveva l'animo da attore. Solo si chiedeva cosa avesse preso in cambio, i crediti non erano una valuta molto presente in un economia che si basava sul baratto. 
« È stata un dono, la sola cosa che hanno chiesto era se vi erano guerrieri coraggiosi disposti ad abbandonare questo mondo per combattere il male. »
Questo non gli piacque per niente, un contrabbandiere era solo un piccolo problema. Ma se quelle armi non erano state pagate, le motivazioni di questi misteriosi visitatori erano altre.
« “Abbandonare questo mondo”... spiegati meglio. »
« I coraggiosi possono offrirsi volontari per salire sul loro carro e combattere con loro il male. »
“ Qualcuno sta reclutando i nativi, è la cosa può essere un enorme problema.”
« Questi “amici del cielo”, gli hai mai visti? Quante volte sono venuti? » 
« Non gli ho mai visti, ho sentito storie su di loro e ho ricevuto questa pistola da un batarian che si professava un loro portavoce. Attaccandovi volevamo dimostrare il nostro coraggio, dando prova di essere degni di seguirli. »
Dorok e compagni furono rimessi in sella carichi di provviste e lasciati andare , dopo un ultimo discorsetto di Fredi « Ragazzo, se al tuo gruppo servono cibo o altro qui troverete sempre quello che vi serve. Se però darete problemi...» - manata - « Ci siamo intesi? » chiese guardandolo dall'alto dopo averlo gettato a terra.
« Si. » rispose

Nell'ufficio del comandante del VI reggimento vi erano tre persone, compreso lui stesso. Le altre due erano Areno e Asiria che aveva convocato per aggiornali su quanto scoperto. 
Il figlio di Balak fece conoscere il proprio disappunto con un grugnito iniziale « Dannazione, questo problema è enorme. Stanno ingannando il mio popolo. »
« Vero. » commentò Fredi.
Asiria annuì « Hanno ideato una versione della storia più facile da accettare per i nativi, costruita seguendo quello in cui già credevano. I batarian una volta erano parte del Consiglio, ma i rapporti sono in seguito degenerati e ne sono usciti ma sempre di loro volontà. Questi “amici del cielo” gli stanno convincendo che il Consiglio abbia cercato di sottometterli con la forza, però a preoccuparmi è questo reclutamento che stanno facendo. »
« Shepard. » dichiarò Areno.
Asiria annuì « Non è escluso che vogliano colpire Olivia, se li adescano con la promessa di combattere il male. Non mi stupirei di eventuali attacchi terroristici. »
« Merda! » - esclamò Fredì sorpreso « A questo non avevo pensato. Devo avvertirlo l'ammiraglio, lei o chiunque lavori per il Consiglio potrebbe essere un bersaglio. »
« Non parlavo di Olivia, anche se va avvertita. » dichiarò Areno, gli altri due lo guardarono senza capire. 
« Il vecchio Shepard...il comandante Shepard, se vogliono combattere il male John Shepard è per loro la figura centrale da colpire. Lui è l'emissario demoniaco del Consiglio che ha distrutto Khar'shan. »
Lo fissarono ammutoliti.
« Shepard è vecchio, in pensione ma non esiste in tutta la galassia un solo assassino o mercenario che accerterebbe di farlo fuori... ma per questi batarian lui è il male. Se vogliono combattere il male, lui è la figura da colpire. »
Quella possibilità scioccò Freddi « Forse stiamo lavorando troppo di fantasia. John Shepard non ha più un ruolo ufficiale da anni, la sua morte non cambierebbe niente. » 
« Ma provocherebbe uno scandalo che qualcuno potrebbe essere pronto a sfruttare, questo se il loro intento fosse solo ucciderlo ma anche il rapimento è un ipotesi da non scartare. John Shepard, ex-s.p.e.t.t.r.o. del Consiglio, conosce molti segreti che nessuno dei nostri governanti vorrebbe veder sui giornali. » spiegò Asiria.
« Credete che il misterioso batarian morto su Bekenstein fosse tra quelli reclutati da questi “amici delle stelle”? » domandò Areno. 
Fredi scosse la testa « Difficile dirlo, se è un batarian qualsiasi reclutato a caso da un insediamento di nativi potremmo non scoprire mai niente. Al momento, nessuna delle ricerche effettuate ha dato risultati. »
« In ogni caso dobbiamo impedire che questo reclutamento venga portato avanti. » dichiarò Asiria.
« Come? » - chiese sconsolato Fredi - « Non ho le risorse per pattugliare l'orbita di un intero pianeta, le mie navi sono assolutamente insufficienti contando anche le navette. In più, non posso nemmeno richiedere dei rinforzi con quanto sta accadendo si Erinle con il Dominio Yagh. Mancano quattro giorni all'entrata in vigore del cessate il fuoco e sono tutti quanto mai tesi, credono che gli Yagh faranno qualche mossa all'ultimo istante. È già tanto che non mi sia stato chiesto di mandare le navi al mio comando. » ma riprendendosi subito aggiunse « Anche così ci dobbiamo provare, darò gli ordini necessari e avvertirò l'ammiraglio aggiungendo che la minaccia potrebbe essere estesa a tutta la sua famiglia. Possiamo solo fare del nostro meglio con le risorse che abbiamo. » disse sorridente. 

Areno annuì e usci senza aggiungere altro, Asiria lo seguì dopo aver salutato il comandante che si era subito messo in azione per attuare quanto detto. 
« Areno, come stai? » Chiese gentilmente lei prendendogli una mano con la propria. 
« Male, preoccupato... i vecchi capi sono sempre più vecchi, tra i nuovi non vedo nessuno capace di tenere il mio popolo unito, la Weaver ci è ostile, non abbiamo nessun vero alleato anche se siamo ritornati nel nostro mondo. Hai idea del disastro che sarebbe per il mio popolo se il vecchio Shepard fosse ucciso da un batarian? Sarebbe una spaccatura impossibile da risanare, la maggior parte degli aiuti ricevuti dal Consiglio sono merito delle pressioni fatte da Olivia. Se accadesse qualcosa “al vecchio”, perfino lei ci potrebbe voltare le spalle. »
« Ehi...io non conto proprio niente? » borbottò scocciata l'asari.
« Conti per me, sei la mia femmina. » rispose, mettendola in imbarazzo. Si era aspettata una risposta meno sincera, ma si riprese subito e facendogli l'occhiolino disse « In ogni caso non ci hanno ancora fregati, un'astuta asari e uno scontroso batarian potrebbero salvare la situazione. »
« Hai qualche idea? » 
Lei gli sorrise e tutto quello che gli disse « Se-gre-to, ma posso dirti che essere figlia dell'ultimo prothean vivo e venerato come dio dagli hanar ha anche dei vantaggi. » 
Areno sospirò pesantemente, poteva solo fidarsi e sperare che non fosse già troppo tardi.
   
 
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