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Autore: Mrs Montgomery    23/10/2018    1 recensioni
Esistono legami impossibili da sciogliere; sono come corde annodate e resistenti.
Legami vincolati dal sangue, da una forte volontà o semplicemente dal destino. Incontri non casuali, discendenze potenti e il proibito. Il legame proibito sarà quello più forte.
L’incontro tra Victoria Malfoy e Harry Potter è destinato a spianare la strada del futuro. Un’amicizia utopica che si svilupperà tra i muri di Hogwarts e sfiderà più di una convenzione.
Eppure tra i libri di scuola e una strana magia nell’aria si forgerà un altro legame. Un legame tormentato che ravviverà i cuori dei suoi protagonisti o li lascerà sprofondare nell’oscurità.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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LP
Capitolo VII

"Sotto i fiocchi di neve"

 


La sala d’ingresso pullulava di persone con indosso abiti eleganti e appariscenti.
Gli studenti che ebbero la possibilità di partecipare al Ballo del Ceppo si tirarono a lucido. Fu strano vedersi riuniti senza la classica divisa o l’immancabile mantello nero. Gli abiti colorati e scintillanti davano colore all’ambiente. Erano tutti eccitati per l’inizio della serata. Le coppie arrivarono direttamente dalla propria Sala Comune, alcuni s’incontrarono direttamente nella Sala d’Ingresso, come capitò a Victoria che doveva trovarsi con Allen.
«Fai la strada con me e Adrian?»

Immaginando che il suo ragazzo sarebbe arrivato in ritardo, come al solito, Victoria rispose a Faye d’incamminarsi senza di lei. Il programma era di incontrarsi direttamente nella Sala Grande. L’unica fortuna di aver un ragazzo ritardatario - e non “ritardato”, come puntualizzava Draco - fu di aver più tempo per prepararsi.
Nella sua vivacità, Victoria possedeva quel pizzico di vanità di cui si servì durante la preparazione per la serata. Si ammirò più di una volta di fronte al lungo specchio che aveva nel suo dormitorio. Non era il primo Ballo a cui partecipava, ma non aveva mai indossato un abito elegante come quello. Lucius e Narcissa avevano azzeccato perfettamente il suo gusto; era un vestito semplice e raffinato.
Quando si sentì pronta, uscì dal dormitorio e notò che nella Sala Comune c’era ancora qualche studente che aspettava la propria dama. Victoria percorse i corridoi dei Sotterranei provando un po’ di freddo, per fortuna il clima migliorava man mano che saliva verso i piani superiori.
Non appena sbucò dalla scalinata, tentò di adocchiare Allen o qualche suo amico. L’unico che beccò nel raggio di pochi metri fu Harry Potter. Gli andò subito in contro.
«Ehi, campione! Ti trovo davvero molto elegante» si complimentò dandogli un bacio sulla guancia. Notando la presenza di Calì Patil, che la stava già fulminando con i suoi occhietti scuri, si preparò a sorriderle cordialmente. «E anche tu… tu sei davvero splendida. Il tuo abito richiama l’elegante stile indiano e questi bracciali dorati sono adorabili».
Harry se la rise sotto i baffi vedendo la sua dama arrossire per tutti quei complimenti - probabilmente falsi - da parte della giovane Malfoy.
Victoria continuò ad elogiarla con fare svenevole, in fondo conosceva la tecnica giusta per far contenta una ragazza, ed Harry si prese quell’attimo per osservare l’abbigliamento della nuova amica. L’abito era argenteo e coperto interamente da uno strato in pizzo che dava quel tocco di raffinatezza in più. Le maniche erano lunghe e in merletto, la scollatura a cuore faceva parte di un corsetto che la stringeva dolcemente in vita e poi si apriva la lunga gonna di velluto.
«A me piacciono molto i tuoi capelli!» esordì Calì, osservando come Victoria fosse riuscita a tirarli indietro, acconciandoli in un groviglio di trecce, per poi farne scendere una solitaria lungo la schiena. «Hai fatto tutto da sola?»
«Assolutamente no, sarebbe stato impossibile» rispose Victoria, sventolando una mano delicatamente. «Le mie compagne di dormitorio mi hanno aiutata, specialmente per questo groviglio. Osserva qua dietro…»
Calì annuì molto incuriosita dai piccoli dettagli e Harry si domandò come le ragazze trovassero tanto interesse per quelle robe!
«La tua treccia è davvero lunga. Immagino lo siano anche i tuoi capelli, quindi...» continuò Victoria.
«Oh sì!» la interruppe Calì con fare entusiasta. «Ho dovuto...»

Fortunatamente per Harry, arrivò la professoressa Mcgranitt. L’insegnante di Trasfigurazione non si perse via a commentare le loro scelte di abbigliamento, disse subito a Potter e alla sua dama di avvicinarsi agli altri Campioni. Era giunto il momento. Con l’aprirsi delle porte della Sala Grande, Victoria trovò finalmente il suo cavaliere.
«Amore, sei davvero bellissima!» la complimentò Allen, dandole un bacio a fior di labbra. «È questo il vestito che ti hanno regalato i tuoi genitori?»
Lei annuì entusiasta e poi si perse a guardarlo. L’eleganza non gli mancava di certo. Allen indossava un completo blu scuro e una scintillante cravatta rossa. Fu un accostamento di colori che Victoria trovò azzardato, ma se piaceva a lui - si disse - non si sarebbe lamentata.
«C’è da ammettere che i nostri insegnanti si sono superati» continuò la studentessa di Serpeverde osservando com’era decorata la Sala Grande. «Adoro queste ghirlande e anche la brina sulle pareti. Sembra un castello di neve… uhm un castello di ghiaccio… anzi un regno di ghiaccio. Ne sono incantata!»
«Lo vedo» rise Allen, tenendola per mano.
«E non ci sono neanche i tavoli delle Case! Be’… meno male. Preferisco questi piccoli tavolini e hanno pure quelle lanterne così carine».
Victoria osservava ciò che le stava attorno con occhi scintillanti e Allen osservava lei allo stesso modo. La coppietta si unì al tavolo dove si erano appena accomodati Faye, Adrian, Lucian con la sua dama e poi c’erano alcuni bulgari con qualche studentessa di Beauxbatons. Ogni singolo tavolo ospitava circa una dozzina di persone.
«Peccato non aver beccato il tavolo di Draco» mugugnò Victoria, cercando suo fratello con lo sguardo. Stranamente trovò arduo trovare la sua testolina bionda. C’era una marea di gente.
«Tranquilla che non gli mancherai. Sarà in compagnia della sua adorata».
«Non scherzare, Allen. Io quella non la voglio come cognata» replicò secca Victoria, versandosi dell’Acquaviola nel calice d’argento. «Tanto lo so che Pansy è solo un passatempo».
Allen fu in procinto di replicare, ma Faye prese la parola.                         
«Secondo voi che cosa si mangia?»
«Poco fa, Roger mi ha detto che si può ordinare ciò che si vuole» disse la dama di Lucian. Era una Corvonero timida e dai lineamenti molto dolci. «Basta fissare il piatto e dire qualcosa. Ad esempio io desidero uno stufato di maiale!»
E magicamente nel suo piatto apparve l’ordinazione desiderata.
I bulgari esclamarono sbalorditi e poi scoppiarono a ridere cominciando ad ordinare i loro piatti tipici. Capendo il meccanismo, cominciarono tutti a farsi servire i propri piatti preferiti. Adrian ordinò roastbeef in continuazione, Faye si buttò sulle ali di pollo piccanti, Allen ordinò porridge con verdure cotte e Victoria s’abbuffò con l’arrosto.
La giovane Malfoy fu incuriosita dal piatto di affettati di uno dei bulgari e non resistette a chiedere informazioni.
«Scusa. Che cos’è quello?»
«Qvesto? Qvesto è Lukanka… ehm… come dire per tu inglese» e chiese aiuto al suo amico «qvesto essere carne di… di grosso» e fece il verso del maiale scatenando l’ilarità degli altri a tavola.
«Tu piacere piccante io avere visto» disse l’altro bulgaro in direzione di Faye. «Io consiglia tu di assaggiare Ljutenica. Oh molto piccante» e le fece l’occhiolino.
«Sarà il mio prossimo ordine, ti ringrazio!»
«Che ne dite di presentarci?» esordì la dama di Lucian. «Io mi chiamo Rebecca Waterson» e tese loro la mano.
«Io Ivan Botev» si presentò chinando leggermente il capo.
«Dimitri Javorov» si presentò l’altro, compiendo il medesimo gesto.
Il primo era biondo e sbarbato, dalla voce molto profonda. Il secondo possedeva i capelli mori, leggermente ricci, e un naso pronunciato. Cominciando a far amicizia si mostrarono piuttosto simpatici. Raccontarono com’era il castello di Durmstrang e dell’amicizia che legava entrambi a Viktor Krum. Dimitri lo conosceva fin da piccolo, erano parenti alla lontana, mentre Ivan lo conobbe al primo anno di scuola. Frequentavano lo stesso anno di corso e giocavano nella stessa squadra di Quidditch della loro scuola.
«Nostro preside adora Viktor ovviamente perché famoso» disse Dimitri.
«Sì, Karkaroff va molto a preferenza. Vuole Viktor vincitore, ecco perché dato voto basso a vostro piccoletto».
«Intendi Harry Potter» constatò Victoria, assaggiando qualche fetta di Lukanka.
«Sì, sì, piccoletto Potter».
«Potter famoso da noi, tu sa!»
«È famoso ovunque» mugugnò Allen, giocando con il porridge con fare annoiato. Continuava a sollevarlo e a farlo ricadere nel piatto. A momenti non schizzò contro l’abito di Faye, che gli rifilò un’occhiataccia.
«Io sembrava vedere te con piccoletto» disse Ivan, tamburellando le dita sul mento. «Io… sì, sono sicuro. Io visto te dopo prova con drago. Sua amica è con Viktor».
«Che cosa?! La Granger con Krum?!»
Adrian sembrava sconvolto e cominciò a guardarsi attorno volendo vederli con i suoi occhi.
«Alla tua sinistra amico» lo aiutò Lucian, indicandoli con un cenno del capo.
Persino Victoria e Faye si voltarono, mostrandosi impressionate.
«Non credevo che loro due…»
«Nemmeno io. Questo sì che è uno scoop!» esclamò la giovane Malfoy.
Non ci fu tempo di altre chiacchiere. La cena si concluse in quel momento e quando Silente vide che tutto il cibo fu consumato, s’alzò dal proprio tavolo e invitò gli studenti ad imitarlo. Non appena tutti si levarono dal proprio posto, i tavoli si deposero lungo i muri e si formò la pista da ballo. Sul palco comparvero le famose Sorelle Stravagarie che furono accolte con un fragoroso applauso. Si munirono dei loro strumenti e cominciarono a suonare quello che pareva un walzer, uno stile piuttosto diverso dal loro genere musicale. I quattro campioni aprirono le danze insieme ai partner. Victoria trascinò Allen a guardarli in prima fila, ma il ragazzo non volle accontentarla.
«Queste cose non mi interessano. Vado in fondo alla sala, là c’è un tavolo per bere. Ho visto Chambers, magari ci faccio quattro chiacchiere, dato che a cena non siamo stati insieme» le disse, marcando le ultime parole.
Ormai Chambers non si vedeva più negli stessi dintorni di Victoria e i motivi erano palesi. Si detestavano a morte. Ad Allen toccava vedere il suo amico solo staccandosi dalla ragazza e nell’ultimo periodo lo fece pesare molto alla giovane Malfoy.  
«Potter è pieno di sorprese. Sa pure ballare!» esordì Faye, accanto a Victoria.
«Ho provato a dargli lezione».
L’altra Serpeverde mostrò un sorriso divertito e si voltò verso di lei. «Davvero?»
«Gli ho insegnato le basi».
«Allen non lo sa, vero?»
Victoria le lanciò uno sguardo che dava già la risposta.
«E Draco?»
Figurarsi!
Adrian invitò Faye ad unirsi e Lucian fece lo stesso con Rebecca. A Victoria, invece, toccò rimanere a guardare. Anche se Allen fosse stato lì, non ci sarebbe stato verso di farlo danzare. Detestava i balli classici. Si sarebbe scatenato solo con canzoni più movimentate. Quindi le toccò star ferma per più di un ballo e si potè unicamente limitare ad osservare i suoi amici e applaudirli. Intravide Blaise intento a far volteggiare Daphne, andavano perfettamente a ritmo con la musica. Theodore non era da meno, ma il suo sguardo era più dolce di quello del coetaneo. Lucian danzava una canzone sì e una no. Draco e Pansy preferì non guardarli proprio, ghignò solo quando gli scappò l’occhio sul fratello che decise di allontanarsi dalla pista e la Parkinson gli rivolse più di un lamento, seccandolo.
Alla quinta canzone che le toccò saltare, Victoria pensò di andare a ripescarsi il suo ragazzo. Allen era rimasto  per tutto il tempo rimase al tavolo delle bevande a scherzare con Chambers e altri ragazzi che la strega non conosceva. Più di una volta gli fece segno di raggiungerla, ma Allen rispose con un cenno che le fece intendere di dover aspettare.
Ora mi ha rotto le pluffe!
Victoria sbuffò sonoramente e alzò i lembi della gonna per farsi largo verso di lui.
«Ops! Scusami!»
«Harry, dobbiamo smetterla di incontrarci così» gli disse con voce dolce, notando che le era sbadatamente andato addosso. «Dove stai andando?»
«A prendere da bere. E tu?»
«Stesso tavolo, ma non per bere. Vado a vedere se Allen mi degna della sua attenzione».
«Brutta serata?» azzardò a chiederle Harry, preoccupandosi nel vederla abbattuta.
«Lo diventerà se quello stoccafisso non mi farà ballare!» sbottò lasciando andare la presa sulla sua gonna. Mise le mani sui fianchi e sbuffò col naso. «Perdonami. Sono alquanto fastidiosa quando mi lamento, me ne rendo conto da sola. È che proprio non lo capisco. Fino a cena mi sembrava di buon umore, poi sono cominciate le danze ed è là a bere con Chambers!»
«È Chambers il problema?»
Victoria sospirò, guardando in lontananza Allen. Lo vedeva allegro assieme ai suoi amici e non le dispiaceva. «No. Non so nemmeno io quale sia il problema».
«C’è qualcosa che posso fare per farti star meglio?»
La studentessa di Serpeverde abbassò lo sguardo su di Harry e sorrise mesta. «Sei gentile… ma a meno che tu non voglia tuffarti nella mischia» ed indicò la pista da ballo «temo proprio che non ci sia niente che tu possa fare. Grazie per il pensiero».
Stava per sorpassarlo quando Harry la frenò.
«Un ballo? Tutto qui?»
Victoria lo guardò dubbiosa. Harry le tese la mano, invitandola con lo sguardo ad accettare.
«Non mordo sai. Affronto solo i draghi!»
La strega rise a quella battuta, in fondo era così carino a volerla tirar su di morale. Lanciò un ultimo sguardo ad Allen e pensò che anche lei meritava di divertirsi. Si voltò verso Harry e accettò il suo invito. Victoria udì il pezzo musicale che stavano suonando le Sorelle Stravagarie ed era un po’ più lento del valzer iniziale.
«Spero che le mie lezioni siano fruttate».
«Be’ non mi dispererò se condurrai tu» le disse Potter.
«Molto bene allora» gli sorrise Victoria, appena prima di entrare in pista e unirsi alle altre coppie.
I primi passi furono lenti, soffici, Harry non poteva commettere errori.
«Dicono che il segreto di un buon ballo sia quello di guardar sempre il partner negli occhi».
Il ragazzo arrossì e spostò gli occhi smeraldini dalla folla a quelli vivaci della sua dama. Man mano che la musica procedeva, il ritmo si velocizzava, ma ormai Harry era entrato nello spirito del Ballo. I due giovani si sorridevano ballando allegramente e volteggiando assieme alle altre coppie, incuranti di aver più di uno sguardo addosso.
Lucian era a bordo pista e si dissociò dalla conversazione con Rebecca per osservarli. Lì di fianco, Adrian era appena tornato dal tavolo delle bevande, porse un bicchiere di idromele a Faye che già guardava sorridente l’amica mentre ballava sprizzando tutta la gioia che aveva in corpo. Dall’altra parte della sala, occhi più infastiditi erano spettatori di quella scena.
«Ditemi che è uno scherzo. Non lo sta facendo veramente!» strillò Pansy, strattonando il braccio dell’amica Daphne.
«Incredibile davvero» commentò quest’ultima storcendo il naso.
Blaise preferì non esprimersi.
«Almeno stanno azzeccando il ritmo» fu l’unico commento di Theodore.
«Convieni con me che tua sorella è impazzita, vero?»
Allen si presentò al fianco di Draco; il Corvonero era appena avvertito da qualche compagno di Casa. Malfoy, però, non spiccicò parola. Il giovane rampollo continuò a fissare la sorella intenta volteggiare tra le braccia di Potter.
Quel maledetto di San Potter!
Draco strinse la mano in un pugno feroce, immaginava di riempire di botte quel faccino insolente. Percepì il sangue pulsargli, stava pullulando di rabbia. Rabbia perché quel dannato Sfregiato si stava beando di sua sorella.
Sua e non di Potter.
Victoria era sua.
La gelosia lo stava divorando. Draco stava per impazzire per via di quell’accecante sentimento. Nemmeno si accorse di star stritolando la mano di Pansy, la quale cominciò a gemere dal dolore, pregandolo di lasciare la presa. Draco era sordo a qualunque voce o suono.
«Mi fai male!» gli urlò, dandogli una scrollata per scostarsi e finalmente se ne liberò.
«Dai, Pansy, andiamo a prendere da bere» le consigliò Daphne.
Draco non si accorse dell’allontanamento della sua dama. Era troppo impegnato a fissare quei due. Più guardava Potter e più gli saliva la voglia di prenderlo a pugni. E se guardava sua sorella, gli cresceva un calore nel petto ed appurò fosse la solita gelosia canaglia.
Nel bel mezzo del ballo una finta neve cadde sui ballerini.
Victoria se ne accorse subito e alzò il capo, sorridendo impressionata. Se c’era una cosa che amava oltre alla danza, quella era proprio la neve morbida e soffice. Era conscia che quella che stava scendendo addosso a loro non era vera, però ne rimase incantata.
«Se perdi il controllo andiamo fuori pista» la richiamò Harry, facendola roteare come poteva. «Stai guidando tu. Non abbandonarmi proprio ora!»
Victoria tornò a guardare il suo partner e si scusò, riprendendo a condurre quel ballo. L’atmosfera attorno a loro la stava facendo impazzire dalla gioia. Era tutto così perfetto. La musica, il ballo, la neve. Sentiva come se il mondo fosse ai suoi piedi. Era un bellissimo sogno dal quale non avrebbe mai voluto svegliarsi. Purtroppo accadde quando la musica terminò.
Harry ne fu sollevato, non ce la faceva più di stare al passo.
«Dopo questo valzer, dico addio alla mia carriera di ballerino non provetto!»
Victoria scoppiò a ridere. «Sei riuscito a seguire i miei passi. Mi congratulo» e gli imitò un piccolo applauso.
«Merito della mia brava insegnante» e le mimò un inchino. «Spero che ora tu stia un po’ meglio».
«Che tu ci creda o no, c’è stato un attimo in cui ho dimenticato tutto quello che non andava» rispose Victoria con aria serena. «Mi capita sempre quando ballo. La mia è una vera passione».
«Come ricordarsi tutte le date a memoria!»
«Sì, vagamente» ridacchiò.
Si trovava proprio bene in sua compagnia e, dall’espressione spensierata sul volto di Harry, immaginò fosse reciproco. Chi l’avrebbe mai detto che un Potter e una Malfoy sarebbero riusciti ad andare in armonia?
Più di un mese fa pareva uno scenario utopico ad entrambi. Invece, una volta superata la fase iniziale con gli stupidi pregiudizi, capirono che un cognome non additava in male una persona e non lo facevano nemmeno le voci di corridoio.
«Sai, sto vedendo Cho Chang sola in un angolo. Forse Cedric è andato al bagno. Dovresti approfittarne».
Harry volse immediatamente lo sguardo verso la splendida Corvonero. Sospirò sognante, godendosi quel momento infinito in cui potè guardarla nella sua bellezza raffinata. Abbassò il capo pensieroso e si voltò verso Victoria.
«Tu… tu stai bene?»
Era così puro.
«Grazie di cuore, Harry» gli disse carezzandogli una guancia amorevolmente. «Sei davvero un buon amico».
Il ragazzo le prese la mano e vi pose sopra un bacio galante. «È un piacere, signorina Malfoy» e si stupì di esser riuscito a pronunciare quel cognome senza che un’espressione nauseata apparisse sul suo volto.
I due si allontanarono con la finta neve che ricadeva ancora sopra di loro. A Victoria bastò fare un passo indietro per trovarsi contro qualcuno.
«Allen!»
«Dobbiamo parlare» affermò duramente il ragazzo, afferrandola per il polso e trascinandola con la forza fuori dalla Sala Grande.
Allen non si curò dei lamenti della ragazza. Continuò a tirarla, stringendo con forza il suo piccolo polso, portandola nel cortile innevato. La fece uscire al freddo e non si curò nuovamente dei suoi gemiti. La voleva allontanare dalla baraonda del Ballo. Voleva lui stesso allontanarsi dagli sguardi indiscreti e da quelli curiosi che li avrebbero certamente visti a litigare. Ad Allen poco importava del parere delle persone, poteva anche dar spettacolo, intendeva però evitare che qualcuno s’intromettesse nella loro discussione.
La trascinò su una scala a chiocciola che portava dritti al secondo piano e si fermò in un angolo illuminato da una grande finestra. Lasciò la presa sulla ragazza con fare esasperato.
«Era ora! Che diamine ti è saltato in mente?!» gli urlò Victoria, massaggiandosi il polso arrossato.
Per un attimo credette che Allen volesse saltarle addosso ferocemente. Nei suoi limpidi occhi scrutò una cieca rabbia contro di lei. Lo sguardo in fiamme. La testa che gli pulsava e il respiro affannoso, Victoria lo sentì contro il suo viso.
«Io mi domando... che diamine è saltato in mente a te?!» gridò ancora più forte, lasciandosi trasportare dalle sue scalpitanti emozioni. «A che gioco stai giocando, eh? Credi di potermi usare come una marionetta?! Credi che io sia la tua marionetta?!»
«Reagisci così per via di un ballo? Seriamente?»
«Non era un ballo qualunque e lo sappiamo entrambi. Io ti ho portata al Ballo, tu dovevi stare al mio fianco!»
Victoria rimase sconcertata. «Oh davvero? E credi che mi sarei divertita stando accanto a te che bevi e bevi e bevi?»
«Non avrei bevuto tutta la sera».
«Non avresti nemmeno ballato e si da il caso che è quello che si fa ad un Ballo!»
E dire che essendo Corvonero, ti vantavi di essere intelligente!
«Se ci tenevi tanto a ballare, non potevi domandare a tuo fratello?»
«Onestamente non mi sono preoccupata con chi ballare e con chi no. Mi si è presentata l’occasione e…»
«Sì, con Potter!» ruggì di rabbia.
«E quindi? È solo un amico».
La voce di Victoria era calma, nonostante cominciasse ad essere stufa delle sue scenate di gelosia. Litigare era l’ultima cosa che desiderava. Sperava di evitarlo per non demolire una serata davvero magnifica. In verità non sarebbe stata la prima volta che Allen le rovinava un bel momento cominciando discussioni inutili dettate unicamente da un’insana gelosia. Victoria iniziava ad essere stanca delle sue sfuriate.
«Solo un amico. Si dice sempre così, no?» la canzonò.
«Harry è davvero solo un amico. Non credevo che la mia vicinanza a lui ti desse tanto fastidio. Non hai nemmeno replicato tanto quando ti dissi che gli facevo da tutor».
«Giusto! Ecco come è nato tutto. La maestrina e l’alunno… è abbastanza disgustoso».
Victoria si portò una mano alla bocca, sperando di non aver veramente udito quelle parole.
«Sei un’idiota».
«E tu sei un’infame, cara la mia Victoria Malfoy!»
Quella voce forte la fece rabbrividire. Si strinse nelle spalle e lo guardò dal basso con timore. Il viso di Allen era tinto di rosso e i suoi occhi parevano esser diventati più grandi; era completamente fuori di sé.
«Credevo fosse tornato tutto come prima, a quanto pare mi sbagliavo» continuò il ragazzo forzando un sorriso. «Quel Potter è sempre in mezzo ai piedi. Ti fa la corte e a te piace! Ti piace essere al centro dell’attenzione!»
Victoria fece un passo indietro, fissandolo con occhi perplessi. Il discorso di Allen non aveva né capo né coda.
Harry mi fa la corte?
E com’è che sbava palesemente per la Chang?
Le scappò quasi da ridere al pensiero di Harry Potter intento a guardarla con una faccia da pesce lesso. L’immagine del ragazzo mentre correva da ogni parte del castello solo per vederla era completamente assurda.
Eppure Allen era convinto delle sue parole, vedeva fantasmi dove non ce n’erano e cercava ragioni inesistenti per prendersela con lei.
«Da quando è diventato un campione non hai occhi che per lui! Cos’ha di meglio rispetto a me?!» continuò sentendosi veramente minacciato da Harry. Credeva gli stesse portando via la sua ragazza. «È piccolo e bruttino. Non è meglio di me. Dicono non sia nemmeno così brillante. Se non ci fosse la Granger a parargli le spalle, starebbe a piangere tutto il tempo!»
«Dubito che tredici anni fa ci fosse la Granger con lui» borbottò istintivamente Victoria, mettendo le braccia conserte.
L’avesse mai detto.
«Ecco! Figurarsi se non l’avresti difeso. Dovevo aspettarmelo. Pendi dalle sue labbra nemmeno fosse davvero un grande mago. Ha solo una fortuna spacciata e se ne vanta parecchio da quel che sento in giro».
Per un momento le parve di sentire la voce di Draco.
Osservò l’espressione disgustata di Allen e quel suo modo seccato di rivolgesi a lei. Non era la prima volta che litigavano, ma mai prima d’allora lo vide in quello stato. Victoria non capì veramente che diamine gli stesse accadendo. La gelosia era comprensibile, dimostrò più volte di posseder quel tratto caratteriale, però stava davvero esagerando per un nonnulla!
Victoria rimase in silenzio, continuando a guardarlo mentre le sbraitava addosso. Le accuse diventarono sempre più pesanti e assurde.
Allen camminava avanti e indietro. Lanciò qualche pugno contro al muro facendola sobbalzare e sperare di non essere il suo prossimo obiettivo. In quel momento scoprì un lato di lui che la spaventava.
«Avrei dovuto dar retta a Chambers e agli altri miei amici! Loro mi misero in guardia sul tuo avvicinamento a Potter, ma io no… io non volevo dar retta a loro perché ero sicuro che ricambiassi i miei sentimenti» sbuffò con ardore. «Invece pare proprio che tu mi voglia sostituire. Sappi che uno come me non lo troverai mai».
L’idea è proprio quella, si ritrovò a pensare Victoria.
«Stai commettendo una grossa stronzata e nemmeno te ne rendi conto. Potter non ti renderà mai felice e la tua famiglia non ti permetterà mai di frequentarlo. Sei così stupida» commentò scuotendo il capo fissandola come se fosse stata colpevole di chissà quale crimine.
«Io non ho intenzione di frequentare Harry, se non come amico» reagì Victoria.
Poteva vaneggiare quanto gli pareva, ma insultarla… quello mai! 
«E anche se fosse, credimi che avrei risolto prima ciò che c’era tra noi. Se davvero credi in ciò che hai detto fino adesso… be’ tu… tu proprio non mi conosci!» sbottò liberando le mani e agitandole in aria. «Sei accecato dalla rabbia e posso comprenderlo, ma non ti permetto di trattarmi in questa maniera. Non ti ho mai preso in giro. La nostra storia sarebbe finita in ogni caso. È dannatamente ovvio che non siamo fatti per stare insieme!»
«Dannatamente ovvio?» ripetè Allen sporgendosi in avanti. «Io e te potevamo avere un brillante futuro. Entrambi Purosangue e con una grande vitalità. Fin dal primo momento che ti ho vista, sapevo di essermi invaghito perdutamente e sapevo che eri la ragazza adatta a me. Poi è arrivato quel Potter ed ha rovinato tutto quanto!»
Victoria scosse il capo desolatamente, provando pena per la sua stupidità.
«Harry non ha alcuna colpa. Siamo noi che non andiamo bene l’una per l’altro e devi accettarlo».
Allen si sentì colpire in pieno petto.
Avvertì un crack al cuore quando la vide ballare con quel dannato di Potter. Lo fece infuriare parecchio. Osservò com’era raggiante mentre danzava tra le braccia di un ragazzo che non era lui. Quell’immagine lo ferì parecchio e più di quanto si aspettasse mai. Ed in quel momento, dopo aver capito che Victoria voleva uccidere la loro relazione, Allen percepì il suo cuore farsi a brandelli.
Mai si sarebbe aspettato che Victoria diventasse così importante per lui. L’aveva fatto innamorare in un battere di ciglia e con lo stesso battito di ciglia lo distrusse.
«Sei fredda come tutti quanti loro. Non sei capace di veri sentimenti. La tua è un’anima arida. Sei tu a perderci, stanne pur certa» le sputò con disprezzo e le puntò il dito contro. «Facci quello che vuoi con Potter! Sarà la tua rovina!»
Senza aggiungere una sola parola, la sorpassò.
Victoria rimase attonita e immobile. Le parole di Allen le rimbombavano nella testa.
L’aveva insultata poco velatamente. La denigrò. L’accusò di essere incapace di provare sentimenti.
“Sei fredda come tutti loro”
Si riferì ai Malfoy, non ci voleva un bravo mago per capirlo. In quel momento avrebbe dovuto ribattere. Avrebbe dovuto schiaffeggiarlo per aver offeso la sua famiglia. In fondo lui che ne sapeva?
I Malfoy potevano non mostrare tanto calore, ma non erano aridi. A lei diedero tutto ciò di cui ebbe bisogno e gliene sarebbe stata per sempre grata.
Ricordava ancora quando Narcissa passava in camera sua per darle il bacio della buonanotte o quando Lucius le insegnò a volare sulla scopa, senza perdere la pazienza.
Amava la sua famiglia.
Mai la fecero sentir un’estranea o indegna di possedere quel cognome importante. Dal canto suo, Victoria si sentiva una Malfoy fino al midollo e ne andava fiera. Poco le importava di non possedere il loro sangue, sapeva che ciò non la escludeva dalla famiglia. Lucius e Narcissa le volevano bene come se fosse figlia loro. Mai l’avrebbero esclusa, nemmeno in quel momento in cui le venne da piangere per tutto il male che Allen le gettò addosso.
Sentì le lacrime calde scenderle lungo le guance.
Non pensava di meritarsi il suo disprezzo o forse era colpevole di qualche scorrettezza?
Rifletté sulle sue ultime azioni e non capì come potesse aver fatto del male a qualcuno. In fondo l’amicizia con Harry era nata da sé, senza alcun doppio fine e senza malizia. Venne spontaneo ad entrambi, ed era qualcosa difficile da fermare.
Forse aveva volato troppo in alto?
Era stata egoista?
«Dimmi che non fai sul serio» disse una voce lenta alle sue spalle. Una voce che conosceva fin troppo bene.
Victoria si passò il dorso della mano sotto agli occhi e poi si voltò. Era ben conscia di non riuscir a nascondere le sue emozioni, ma avrebbe fatto del suo meglio.
«Che c’è?»
«Stai veramente piangendo per quel deficiente, sorellina
«Se tu avessi sentito cosa mi ha detto…»
«Ho sentito tutto perfettamente» rivelò Draco, avvicinandosi e mostrandosi sotto la luce che penetrava da una grande finestra. «Prima, di sotto, stavo venendo da te, ma quel cretino ti ha raggiunta per primo e ti ha trascinata via. Vi ho seguiti. Mi sono nascosto là dietro aspettando il momento giusto per intervenire».
«Il momento giusto?» ripetè Victoria, guardandolo scettica. «E secondo te qual’era? Hai una strana predisposizione per i momenti giusti, visto che non sei mai apparso nemmeno quando ha offeso la nostra famiglia!»
Draco mise le mani in tasca, continuando a guardarla senza emozioni sul viso.
«Be’ non dici più nulla, simpaticone?»
«Sto aspettando che ti calmi».
«Aspetta e spera! Non accadrà, non stanotte almeno» borbottò Victoria agitando le mani in aria.
Era sul punto di scoppiare.
Necessitava di conforto e forse di un abbraccio, non della classica freddezza di suo fratello. Preferì andarsene da lì e sollevando i lembi del vestito, facendo per incamminarsi.
Con una rapida mossa, Draco la frenò e la riportò di fronte a lui. La tenne stretta per il braccio. L’avvicinò a sé con più delicatezza. La vide abbassare il capo demoralizzata e scorse piccole lacrime scendere lungo le sue guance.
L’ultima volta che la vide piangere fu a otto anni, quando cadde dall’albero su cui si era arrampicata e si ferì alla mano. Ricordò anche che Victoria non sarebbe mai salita su quel grande faggio, se non fosse che la scopa giocattolo di Draco si era andata ad incastrare dopo che lui stesso provò a farla elevare con la magia.
E quando vide sua sorella a terra, che strillava per il dolore, il piccolo Draco si preoccupò molto. Cercò di prenderla in braccio come meglio riusciva per portarla da mamma e papà, che non furono affatto entusiasti di quella bravata.
Poteva non darlo a vedere, ma Draco si preoccupava per lei. Persino in quel momento in cui la considerava una sciocca piagnucolona.
«Se non sono intervenuto è perché so che detesti quando s’intromettono nelle tue questioni» le disse a bassa voce. Allungò una mano dentro la giacca da sera e tirò fuori il suo fazzoletto.
«Asciugati quelle lacrime. E permettimi di dirti che sono sprecate per quel deficiente».
Victoria abbozzò un sorriso divertito. Si sforzò molto, di sorridere aveva poca voglia.
«Avrei dovuto lasciarlo settimane fa» mugugnò ripensando alle ultime e recenti discussioni. «È colpa mia se mi ha rovinato la serata. Non dovevo permettergli di accompagnarmi».
«Io sarei stato un cavaliere migliore».
Lei alzò il capo e lo guardò con una pura tenerezza negli occhi. «Tu sei mio fratello».
Draco parve pronto a replicare, però qualcosa lo fece desistere. Rimase in silenzio qualche attimo prima di riprendere la parola. «Perché non torniamo giù a goderci il Ballo?»
«È tutto rovinato».
«Lo è solamente se glielo permetti».
«Che filosofo!»
«Sì, ho anche questa qualità» si gonfiò il petto d’orgoglio senza trattenere un sorrisetto. «Dico seriamente. Torna giù con me. Ci penso io a farti divertire».
«Una proposta più che invitante, fratellino, ma hai già una dama. Sia mai che me la ritrovo addosso pronta a strapparmi i capelli!»
«Pansy può arrangiarsi a trovare un altro cavaliere».
«Questo lo dici tu».
«No, questo lo decido io» puntualizzò Draco, fissandola dritta negli occhi.
Victoria lo fissò a sua volta, lo trovò strano.
Era come se con un’occhiata intendesse dimostrarle qualcosa, ma che cosa?
Che sapeva prendere il controllo della situazione?
Che era una compagnia migliore di Allen?
La ragazza scosse il capo, sapendo quanto fosse impossibile entrare nella testa del fratello. Era sempre troppo indecifrabile. Si stupì di non udirlo sbraitare, rimproverandola per il ballo con Potter. In realtà se Draco l’aveva seguita era proprio per cantargliene dietro, ma vedendola in quello stato preferì fingere di essersi dimenticato. E Victoria, temendo di sentirsi altre urla addosso, non menzionò il fatto e decise di acconsentire alla sua richiesta.
Draco mostrò un sorriso soddisfatto e le allungò il gomito per farsi scortare. Victoria rifletté; suo fratello poteva avere tutti i difetti del mondo, ma conosceva la galanteria.
Scesero nuovamente le scale a chiocciola, stavolta con più lentezza e certamente Malfoy stava attento a non farla inciampare. Poco prima di attraversare il cortile innevato, Draco si tolse la giacca e gliela porse, desiderava evitare di farla ammalare per il freddo. La prese per mano e camminarono fianco a fianco per raggiungere la Sala Grande. Ci fu solamente un attimo, in cui Victoria si fermò e sollevò lo sguardo verso il cielo.
«Guarda! Sta nevicando».
Draco alzò il capo a sua volta, ma non fu incantato quanto la sorella.
Quella era vera neve.
Victoria socchiuse gli occhi sentendo i fiocchi di neve posarsi delicatamente sul suo viso. Era una sensazione che le piaceva sin da bambina. Adorava il freddo, il vento gelido le dava vitalità. Strano, ma era davvero così. Preferiva di gran lunga una vacanza in mezzo ai ghiacci piuttosto che in qualche isola esotica. Forse perché era nata nel più gelido degli inverni, o così le disse una volta il buon Lucius.
Quando Victoria riabbassò il capo e aprì gli occhi trovò il viso del fratello a pochi centimetri dal suo. Riuscì a specchiarsi in quei taglienti occhi grigi. Percepì il suo respiro dolce confondersi con quello di Draco. Le scappò un sorriso genuino.
«Che cosa c’è?»
«N-niente» rispose lui con naturalezza.
«Che dici? Entriamo?»
Draco annuì silenziosamente.
Victoria si strinse nella giacca prestata dal fratello e cominciò ad avviarsi. Il biondo Serpeverde rimase immobile, la seguì con lo sguardo qualche istante per poi seguirla passo dopo passo.
Trovarono Adrian, Faye, Lucian, Blaise e tutti gli altri in un angolo a scherzare.
Al loro arrivo Draco fece segno, alle spalle della sorella, di non dire niente. Capirono subito a cosa si stesse riferendo e ogni volere del Principino era automaticamente un ordine. Victoria disse subito ai suoi amici, e piuttosto brevemente, che lei ed Allen si erano lasciati. Fu palese che non ne volesse parlare. Probabilmente si sarebbe confidata solamente con Faye.
«Che sono quelle facce? Vi devo ricordare che siamo ad una festa?» fece presente Victoria riacquistando la sua spensieratezza e spronandoli ad andare in pista, dove le Sorelle Stravagarie stavano già cominciando a suonare canzoni più movimentate. Si abbandonarono completamente alla musica. Ormai non c’erano più balli di coppia, si potè persino ballare in gruppo e Victoria lo trovò più divertente. Le toccò dar ragione a suo fratello, fu un bene tornare al Ballo. Riuscì a svagarsi lasciandosi contagiare da quell’atmosfera frizzante e allegra. Se avesse fatto di testa sua, avrebbe trascorso il resto della serata a piangere nel letto. Invece, continuò la serata a scatenarsi sulle note di molteplici brani musicali, lasciandosi andare completamente al divertimento e ne fu felice. Trascorse una serata incantevole.
Capì che il Ballo del Ceppo stava per concludersi quando le Sorelle Stravagarie introdussero un lento ballo. Non erano rimasti in molti, Harry no di certo, eppure molte coppie tornarono in pista per dedicarsi un ultimo romantico momento.
In quell’istante Victoria non potè negare che le salì un po’ di malinconia.
«Dove credi di andare?»
Draco stava sulla soglia della Sala Grande, appoggiato al muro e con le braccia conserte.
«Ora la mia festa è decisamente finita» e gli fece cenno verso la pista da ballo alle sue spalle.
«Sei stanca?»
Victoria scosse il capo. «È andata meglio di quanto pensassi e grazie a te. Puoi pure gongolare, non mi costa ammetterlo».
«Io non ho fatto nulla, se non darti un consiglio».
«Che sono stata contenta di seguire» e gli rivolse un tenero sorriso. «Buonanotte, fratellino».
Ancora una volta, Draco le si piantò davanti e non accennò minimamente a muoversi. Le tese una mano. «Un ultimo ballo?»
«È un lento, Draco. È per le coppiette».
«Noi siamo una coppia… siamo fratello e sorella».
«Dubito intendano quel genere di…»
«Siamo comunque in due».
Victoria apprezzò i suoi tentativi. Strano da pensare, eppure Draco stava agendo in buona fede.
«È un po’ diverso».
«Non è che stai inventando delle scuse perché credi che io ti farò sfigurare?»
«Che cosa?!» esclamò Victoria, facendosi scappare una risata divertita. «Figurati! So perfettamente che sei un bravo ballerino. Mi costa sfamare il tuo ego, ma sei anche di bella presenza. Nessuna strega sfigurerà mai al tuo fianco».
«Lo stesso vale per te. Allen era uno stoccafisso e un vero idiota, non ti meritava minimamente» disse Draco indirizzando i suoi occhi grigi in quelli nocciola della sorella.
Una miriade di pensieri si frapposero nella mente del ricco rampollo. Pensieri che non s’azzardava ad esprimere ad alta voce.
«Un ultimo ballo, allora?» chiese Victoria, ormai convinta.
Draco non disse nulla, le prese la mano per condurla pista.
 
Non aver paura
Di essere ferito
Non lasciare che questa magia muoia
 
I loro sguardi non si scostarono mai, parevano incatenati. Victoria sorrise ascoltando le parole di quella canzone dolcemente melodiosa. A distrarla per un brevissimo momento fu la mano di Draco, che si posizionò sul suo fianco sinistro. Presero posizione e con naturalezza danzarono sulle note di quel magico lento.
 
La risposta è lì
Oh, guarda nei suoi occhi
E fai la tua mossa finale
Non aver paura, vuole che tu lo faccia
Sì, è difficile, devi essere coraggioso
 
Pensandoci bene, non avevano mai ballato in quella maniera, eppure non lo trovarono affatto strano. Né Victoria né tantomeno Draco percepirono imbarazzo. Anzi una sensazione di piacere e di spensieratezza li avvolse, avvicinandoli maggiormente.
Occhi contro occhi.
Petto contro petto.
Erano in perfetta sintonia.
 
La risposta è lì
Sì, basta guardarla negli occhi
E non credere che la magia possa morire
No, no, no, questa magia non può morire
Quindi balla il tuo ballo finale
Perché questa è la tua ultima possibilità
 
Quando la musica terminò, rimasero in quella posizione per molto più di un momento. Solo la voce del Preside, che dal palco annunciava la fine della serata e augurava una buona notte a tutti quanti, parve ricondurli alla realtà.
Draco e Victoria tornarono nella Sala Comune dei Serpeverde con la stessa naturalezza che li tenne legati durante il ballo lento. Dovendosi dividere per andare ognuno nel proprio dormitorio, si augurarono buonanotte. Una volta tolti gli abiti di quella notte e indossato il pigiama, s’infilarono sotto le lenzuola del letto a baldacchino.
La stanchezza prese il sopravvento e s’addormentarono in un baleno, entrambi con un dolce sorriso sulle labbra.



Mrs. Montgomery
Pensavate fossi sparita e invece sono tornata!
Vi confesserò che questo capitolo (come gli altri che "seguono" il quarto anno di Harry) era già bello che pronto, però credetemi non ho trovato il tempo per rileggerlo, verificare alcuni dettagli, ecc...
Precisazione: le strofe della canzone finale fanno parte della colonna sonora del film.
La rottura tra Allen e Victoria è definitiva e ci saranno delle conseguenze, sopratutto durante la trama de "l'Ordine della fenice"
Il rapporto tra Victoria e Harry sta decollando e più andranno avanti bene, più sarà difficile per gli altri distruggere il loro rapporto.
E Draco? Con lui non è mai detta l'ultima parola... quindi aspettare per credere.
Mi scuso profondamente per il tardivo aggiornamento.
Vi ringrazio di cuore per aver ripreso la lettura e non aver abbandonato Victoria&compagnia.
Grazie a chi recensisce e grazie a chi inserisce la storia nelle varie categorie.
Un grosso bacio!

 
   
 
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