Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Seeph    23/10/2018    0 recensioni
Yoongi ha vent'anni, vive in un piccolo appartamento con sua madre e le sue giornate trascorrono tutte allo stesso modo, equamente divise tra lo starsene sul divano a poltrire, vedere di rado il suo migliore amico e recarsi ogni giovedì pomeriggio nello studio del suo psicologo. Tutto ciò fino a che un ragazzino con un'appariscente chioma arancione fa capolino nella sua monotona vita.
{ yoonmin }
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Yoongi passa il resto della settimana e la metà di quella seguente a pensare a Jimin. Ci pensa in continuazione, lo fa quando cammina per strada, quando pranza e cena insieme a sua madre, mentre si lava i denti e anche prima di andare a letto la sera.
 
Quel ragazzo l’ha rapito totalmente, eppure Yoongi non riesce proprio a capirne il motivo. Okay, in passato gli erano piaciuti dei ragazzi, nei confronti di alcuni di loro aveva sviluppato anche una certa ossessione. Eppure, ora con quel Park Jimin può giurare che è diverso.
 
Quel giovedì pomeriggio Yoongi si ritrova a sonnecchiare sul divano dopo aver pranzato tardi. Oggi non tocca a lui lavare i piatti e riordinare la cucina, perciò si piazza davanti alla tv crogiolandosi nella più totale nullafacenza.
 
Però, purtroppo per lui: “Yoongi?” lo richiama d’un tratto sua madre dalla cucina ma il ragazzo non ha nessuna voglia di rispondere. Ha già programmato la sua intera giornata che consiste principalmente nell’oziare. Starsene sul divano fino a sera, alzarsi solamente per cenare e poi andare a dormire gli sembra una programmazione eccellente per un pigro cronico come lui.
 
“Yoongi,” cantilena ancora la donna, “ma oggi non devi andare dallo psicologo?”
 
Oh, cazzo, è vero! Lo psicologo! Jimin!
 
Ed è a quel punto che Yoongi salta letteralmente giù dal divano, quasi come se uno spillo di dimensioni spropositate gli si fosse appena infilzato nel fondoschiena. Abbandona immediatamente il suo posto ma ovviamente quel giorno tutto è contro di lui ed è per questo che, nemmeno un attimo dopo aver messo piede sul pavimento, il tappeto sotto i suoi piedi slitta regalandogli un clamoroso scivolone. Ma a rendere epico il tutto è sicuramente ciò che succede un attimo dopo: la testata contro il portagiornali in ferro battuto, proprio vicino al divano, diventa infatti inevitabile.
 
Yoongi rotola sul pavimento, raggomitolandosi su se stesso e premendosi entrambi i palmi delle mani l’uno sull’altro sulla fronte.
 
Hyorim, sentendo tutto quel baccano, abbandona le stoviglie e corre in soggiorno ritrovando suo figlio steso sul pavimento. Il tappeto, quello che un tempo era stato posizionato ai piedi del divano, adesso è tutto spiegazzato in fondo alla stanza.
“Te l’avevo detto io che quel maledetto portagiornali non andava bene messo lì...” si lamenta Yoongi tenendo ancora gli occhi serrati.
 
La donna si china su di lui preoccupata. Allontana gentilmente le mani dal suo viso e scosta delicatamente la frangia chiara dalla sua fronte. Rimane in silenzio ad osservare la piccola ferita.
 
“Beh?” chiede Yoongi impaziente. “Com’è?”
 
“Adesso sembri Harry Potter.”
 
“Mamma! Non è divertente!” strilla il ragazzo agitandosi e cercando di sfuggirle.
 
“Che c’è? E’ vero! E poi da piccolo adoravi Harry Potter” gli rammenta lei. “Vogliamo ricordare quando, a sei anni, ti ritrovai con i piedi nel water seriamente intenzionato a scaricarti?”
 
Yoongi si copre le orecchie con le mani cominciando a strillare una sorta di cantilena costituita da svariate serie di ‘la la la’ e sporadici ‘smettila, non ti sento’. Hyorim ride divertita mentre cerca di farlo smettere ma invano.
 
Un paio di minuti dopo Yoongi decide di far cessare la scenata messa su pochi attimi addietro e si rimette in piedi. Sua madre insiste affinché disinfetti quella ferita, ma Yoongi si rifiuta dicendole che non si è fatto poi così male e che guarirà presto, basterà tamponare il graffio con un fazzoletto.
 
 
🍑
 
 
Pochi minuti più tardi Yoongi è già all’ingresso. S’infila le sue amate All Star rosse, il giubbotto ed è pronto ad uscire di casa ma prima che possa anche solo aprire la porta, Hyorim lo ferma.
 
“Spera di non avvertire nessun mal di testa anomalo” lo avverte lei. Inizialmente Yoongi non capisce ma afferra all’istante il succo del discorso quando continua dicendogli: “Ciò vorrebbe poter dire che tu-sai-chi è vicino.”
 
“Intendi Voldemort?”
 
“Sssh! Non pronunciare quel nome!” quasi strilla lei puntandogli l’indice contro.
 
Yoongi alza gli occhi al cielo prima di salutarla velocemente con un bacio sulla fronte e uscire di casa il più in fretta possibile. Scende i gradini due per volta e, senza nemmeno sapere il perché, o forse sì, si ritrova a camminare più velocemente del solito.
 
Ma quando arriva nella sala d’aspetto non vi trova nessuno. Di Jimin e della sua chioma sgargiante non c’è alcuna traccia, nessun segno ad attestare che sia stato lì quel giorno. Yoongi, fosse stato nei panni di Jimin, avrebbe almeno lasciato un misero bigliettino. Pensa a lungo a ciò che avrebbe fatto lui al suo posto sentendosi però subito dopo uno stupido.
 
Perché si crea tutti questi problemi? Jimin è estraneo e nulla di più. Yoongi, a parte il suo nome e quelle poche informazioni che quel ragazzo gli ha dato, non sa proprio un bel niente di lui.
 
Così Yoongi alla fine si arrende alla realtà ed entra nello studio del dottor Lee, dando inizio alla sua seduta. Quell’ora si svolge come tutte le altre; inizialmente trova i discorsi e le ipotesi del dottore noiosi e un po’ senza senso, solo per poi riscoprirli quasi illuminanti verso lo scadere dei suoi sessanta minuti.
 
Andava a finire sempre così in realtà: Yoongi, ogni giovedì prima di entrare in quella stanza e incontrare il dottore, credeva fermamente che quella volta avrebbe dovuto restarsene a casa e non andarci più. Poi però, dopo quell’ora di ‘chiacchierata rigenerante’, gli piaceva definirla così, si ritrovava a pensare che fare terapia lo stesse sul serio aiutando.
 
Quando Yoongi esce dallo studio, un’ora dopo esserci entrato, quasi spera di ritrovare Jimin seduto ad aspettarlo. Ma ovviamente la sala d’attesa è ancora vuota, come sempre. Perciò sospira arreso e va via sperando di dimenticare presto quello sconosciuto e lasciarselo alle spalle una volta per tutte.
   
 
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