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Autore: paige95    25/10/2018    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Un’incerta libertà

 

Scorpius era caduto in uno stato di incredulità a cui non sapeva dare nemmeno lui una reale spiegazione. Continuava a fissare pensieroso la fede che scintillava al suo anulare sotto i luminosi raggi del sole in quella calda giornata estiva, ancora poco convinto su ciò che avevano appena celebrato. Eppure, a pochi passi dal tavolo, a cui lui si era seduto lontano da parenti e amici, osservava la ragazza che ormai era diventata sua moglie ridere felice insieme ai suoi cugini. Non aveva alcun dubbio sull’amore che provava per lei, quel giorno, se solo non avessero avuto così fretta di costruire la loro famiglia, sarebbe stato il più bello della sua vita. Tuttavia, proprio a causa di quella gravidanza, mille dubbi continuavano a risuonargli in testa. Si chiese se davvero esistesse tutta quella urgenza di convolare a nozze, ma fosse stato più conveniente attendere un paio d’anni e farsi aiutare dai loro genitori, come loro stessi inizialmente avevano suggerito ai ragazzi. Quel giorno aveva azzardato improvvisamente un passo indietro senza considerare che fosse ormai tardi per qualsiasi tipo di ripensamento senza ferirla. Infine l’aveva sposata, ma la costante paura che il matrimonio non fosse la soluzione migliore per lei non lo voleva proprio abbandonare, infondo già in passato, senza nemmeno volerlo, era riuscito a ferirla. Nessuno sarebbe stato in grado di togliergli dalla mente il pensiero che l’avesse condannata ad una vita da lei non desiderata. Erano giunti ad un punto tale che Scorpius credeva davvero di farle del male indipendentemente da ogni scelta presa in quell’importante passo che avevano compiuto insieme, sia che avesse deciso di aspettare tempi più favorevoli per il matrimonio, sia che l’avesse sposata, come aveva fatto, con la convinzione però che in qualunque caso la vita di Rose sarebbe cambiata con la nascita del loro figlio e lui non avrebbe potuto impedirlo in alcun modo.
 
L’unico conforto che riuscì a ricevere a quell’inquietudine fu l’accogliente calore del giardino della Tana, in cui la famiglia Weasley aveva allestito un abbondante banchetto per gli invitati. Scorpius ricordò, come fossero trascorsi appena pochi giorni, il Natale passato e l’immeritata, quanto inaspettata, accoglienza che la famiglia di Rose gli aveva riservato. Si sentì profondamente in colpa verso di loro, in un certo senso aveva tradito la loro fiducia, mettendo in pericolo, pochi mesi dopo i festeggiamenti, quella ragazza, quando invece avrebbe solo dovuto proteggerla. Gli fu chiara la bontà di quella gente, che l’aveva accolto di nuovo come fosse un parente e un amico, senza il più piccolo cenno di rancore nei suoi confronti e, anzi, suo suocero aveva persino dimostrato di avere più pazienza di quanto sembrasse avere di solito, nonostante l’improvvisa decisione presa dal genero proprio quella mattina. Tutti sembravano aver dimenticato il fatto che Scorpius volesse posticipare il matrimonio, erano tutti sereni e sorridenti e festeggiavano allegramente. Sua madre cercava in tutti i modi di non mostrare i segni del malessere e sembrava davvero riuscirci, mentre suo padre, passata la rabbia nei confronti del ragazzo, si sforzava di mostrare cordialità con i padroni di casa.
 
Anche Rose era spensierata come non lo era ormai da qualche mese. Per un istante l’aveva persa di vista, concentrandosi sui volti spensierati degli invitati, ma si accorse subito dell’umore della ragazza quando un’allegra e familiare voce si insinuò prepotentemente nei suoi pensieri, provocandogli d’istinto un sorriso.
 
“Ehy, amore, cosa fai qui tutto solo? Non ci fai compagnia? Non ti va di partecipare alla festa?”
 
Continuò a fissarla pensieroso, con l’unica differenza, che, stavolta, invece che lontana si trovava a pochi passi da lui e non si era nemmeno ancora accorto fino a quel momento di quanto fosse bella ed elegante. Nonostante non si fosse sentita pienamente in forze e nonostante le avesse provocato nuove sofferenze persino nel giorno del loro matrimonio, lei continuava ad essere solare e meravigliosa nel suo stupendo abito bianco e, beché fosse di seconda mano, il tessuto era lucido e ben conservato. Quel vestito le calzava a pennello, la gravidanza non stonava affatto con quella stoffa da cerimonia, anzi la rendeva ancora più graziosa. I capelli acconciati intorno alla tiara adornavano il suo viso lievemente lentigginoso ma perfetto. Le sorrise e si vide subito ricambiare da lei quel gesto affettuoso. Rose con entusiasmo gli afferrò la mano destra, come aveva fatto qualche minuto prima nel corso di quella cerimonia, e lo invitò con insistenza ad alzarsi.
 
“Vieni, dai! Non farti pregare, alzati”
 
Il ragazzo fece qualche resistenza, continuando a fissarla immerso nei suoi occhi azzurri, per nulla in contrasto con quel cielo sereno. Forse infondo era stato egoista ad assecondarla, eppure non riusciva a non essere felice che lei scegliesse sempre lui non per obbligo ma per amore. Si riteneva estremamente fortunato ad averla al suo fianco, gli aveva totalmente stravolto la vita, ma lui non poteva chiedere nulla di meglio. Non poteva però dire lo stesso per lei, Scorpius si riteneva il primo responsabile di ogni sogno infranto e di ogni sofferenza futura che le avrebbe inferto, legandola troppo presto ad una famiglia e a nuove responsabilità. Per quanto Astoria lo negasse e cercasse di far comprendere al figlio quanto lui fosse diverso da suo padre, Scorpius era sempre più convinto di essere simile a quell’uomo, nell’animo e nel destino.
 
“Scorpius, dai, andiamo a ballare! Che c’è, perché continui a fissarmi?”
 
“Nulla, sei bellissima e sono molto fortunato ad averti sposato oggi. Non avrei potuto desiderare donna migliore al mio fianco”
 
Rose sorrise, ma non perse affatto la grinta di condurlo sulla pista da ballo. Quella ragazza non si rendeva affatto conto del futuro che l’avrebbe attesa, lo amava e ciò la accecava totalmente, non consentendole di essere obiettiva. Un motivo per il quale i suoi genitori le impedivano di diventare un Auror era quel bambino e la prospettiva della famiglia che presto avrebbero insieme costruito, eppure lei non lo accusava di aver cambiato all’improvviso un destino da sempre nel cuore desiderato.
 
“Chissà se ne sarai convinto anche tra qualche anno”
 
Il ragazzo non capiva cosa intendesse, non poteva realmente comprenderla se fino a qualche istante prima credeva di essere lui il problema in quella relazione e non certo lei. Rose colse dallo sguardo del neosposo le sue numerose domande.
 
“Intendo, se tra qualche anno di matrimonio mi sopporterai ancora o magari ti stancherai di me”
 
Stavolta era riuscita a strappare un mezzo sorriso anche a lui, ma Rose non poteva sapere quanto quella reazione fosse dovuta all’assurdità dei suoi dubbi. Scorpius non aveva alcun dubbio sul fatto che lui non avrebbe mai smesso di amarla e di desiderarla accanto a sé.
 
“Ovvio, Rose. Io non potrei mai stancarmi di te”
 
Ma la ragazza, nonostante la risposta fosse pienamente positiva, lo fissò offesa, facendo in quel modo spegnere il sorriso a Scorpius.
 
“Cos’ho detto di sbagliato?”
 
“Avresti dovuto dire che non sono insopportabile, anzi che è molto piacevole vivere con me”
 
“Partiamo male, Rose, se litighiamo già dopo poche ore di matrimonio”
 
Lui era triste per la correzione della moglie, mentre lei, divertita per l’espressione del ragazzo, si sedette sulle sue gambe, ignorando totalmente l’impedimento del lungo e voluminoso vestito bianco e degli sguardi dei numerosi invitati.
 
“Signor Malfoy, le consiglio di prestare attenzione a ciò che dice o sua moglie potrebbe offendersi”
 
Incatenò nuovamente lo sguardo in quello della ragazza, l’avrebbe volentieri baciata, anzi i loro volti erano così vicini che gli sarebbe bastato poco per sfiorarle le labbra. Stava per avvicinarsi al viso di Rose, quando una scena alle spalle di lei lo distrasse appena prima di socchiudere le palpebre. Le sussurrò prendendola alla sprovvista e portandola ad aprire gli occhi delusa per quel bacio lasciato in sospeso.
 
“Guarda com’è felice Albus”
 
Sapeva perfettamente a cosa Scorpius si stesse riferendo. Albus aveva trovato il coraggio di invitare quella graziosa ragazza, di nome Valerie, al loro matrimonio e lui lo aveva aiutato a muovere quel passo con qualche piccolo suggerimento. Ciò che però aveva mancato di dire a tutti e che aveva comunicato solo al suo migliore amico e alla sua fidanzata era che la ragazza di cui si era perdutamente innamorato era una Nata Babbana, che viveva a pochi metri di distanza dalla sua casa ed esattamente nella sua stessa via. Con una scusa era riuscito a convincerla ad accompagnarlo a quel matrimonio e quell’invito era presto diventato la scusa per rivolgerle la parola. Ora, benché la sua presenza allietasse il giovane Potter, tentava in tutti i modi di non rivelarle l’esistenza della magia, benché quel luogo ne fosse intriso ad ogni angolo. Era particolarmente abile però a nasconderglielo, poiché grazie alla zia Hermione, al nonno Arthur e ovviamente ad Harry era venuto a conoscenza di effetti magici che anche i Babbani erano soliti utilizzare. Albus era felice, questo Rose e Scorpius lo potevano facilmente notare e non avevano alcuna intenzione, almeno per quel giorno di festa, di ricordargli che prima o poi avrebbe dovuto informare Valerie delle sue origini, ma prima ancora avrebbe dovuto parlarne con i suoi genitori.
 
“Bè, sei un bravo cugino. Prima regola dei Weasley: in famiglia ci si aiuta. E poi tranquillo, lo zio Harry si arrabbierà solo relativamente per questa piccola omissione. Forse lo accuserà solo di aver rischiato che un Babbano venisse a conoscenza della magia e in quanto Capo degli Auror ha il dovere di informare l’ufficio preposto a tale compito e cose varie, ma la adorerà alla fine, sono davvero certa che la accoglieranno nella famiglia Potter a braccia aperte. Bisogna solo sperare che lei accetti un mago come fidanzato, perché in quel caso poco importerà la condizione del suo sangue, con mia madre come Ministro le regole del Ministero potranno anche andarsene al diavolo”
 
Senza nemmeno il minimo indugio Rose lo aveva considerato parte della famiglia Weasley. Aveva ascoltato ben poco del resto di quel discorso, a parte forse l’appunto sul sangue, un problema che aveva in passato sfiorato e sfidato anche la loro relazione. Lo accarezzò, scostandogli i capelli dalla fronte e si preparò a porgergli quel bacio tanto desiderato, troncando bruscamente la conversazione sugli affari di cuore del cugino. Al ragazzo venne spontaneo stavolta accertarsi che nessuno li stesse osservando, specie suo suocero, perché, nonostante fossero ormai sposati, lui non poteva evitare di imbarazzarsi a quelle effusioni in pubblico. La giovane riuscì a posare le labbra sulle sue, ma lui le impedì di approfondire quel contatto, in un certo senso lasciandole sulle labbra una dolce delusione e amarezza per quel rifiuto.
 
“Spero solo stiano più attenti di noi. Ma, infondo, Albus è un Potter e tuo zio non ha alcun passato oscuro, questo significa che hanno un futuro promettente davanti. Sai, vedo quella ragazza interessata a tuo cugino e …”
 
Rose si alzò di scatto, senza nemmeno dargli modo di terminare la frase, offesa per l’evidente allusione a loro. Non gli disse nulla, sperò che la sua espressione fosse sufficientemente allusiva e cercò nuovamente di cambiare argomento.
 
“Vuoi chiedermi di ballare sì o no? Devo per caso chiederlo a qualcun altro?”
 
“Non sono molto ferrato e non vorrei far male a te e al bambino, Rose”
 
Nemmeno la minaccia di ballare con un altro ragazzo sembrò smuoverlo dalla sedia, così incurate delle preoccupazioni del marito, gli afferrò nuovamente la mano, convinta di voler raggiungere il suo obiettivo.
 
“Io però me la cavo, quindi lasciati guidare da me”
 
Lo tirò fino alla pista da ballo controvoglia. Fece scivolare velocemente la mano del ragazzo nella sua per imprigionarlo e lo intimò a posare l’altra mano appena sopra il suo fondoschiena. Lo sentì irrigidirsi al solo pensiero di quella promiscuità davanti ai loro parenti, ma lei contrastò la sua titubanza per comunicargli che non era necessaria alcuna forma di pudore. Proprio quando Rose, sulle note di quella musica lenta, fece per muovere un passo, Scorpius sembrava di nuovo essersi incantato su un punto alle spalle della giovane sposa.
 
“Ehy, Rose, il professor Lupin credo stia per chiedere a Victoire di sposarlo”
 
Dopo quella notizia, annunciata da Scorpius con stupore, si voltò anch’essa e vide effettivamente Teddy inginocchiato davanti alla cugina, commossa e raggiante come nessuno in famiglia l’aveva mai vista.
 
“Finalmente! Mi stavo domandando quando avrebbe preso il coraggio”
 
“C’è il tuo zampino, vero, Rose?”
 
“Ammetto di aver dato un piccolo incentivo al nostro caro prof di Erbologia” il ragazzo la guardò perplesso, con una certa nota di rimprovero negli occhi “Eh, dai, Scorpius, non guardarmi così, volevo solo aiutare mia cugina ed infondo anche Teddy è mio cugino, visto che lo zio Harry è il suo padrino. Gli ho solo detto di approfittare del nostro matrimonio per farle la proposta e che ciò l’avrebbe resa felice. Che c’è di sbagliato nel voler rendere felice qualcuno?”
 
“Non sei convincente”
 
“Non voglio essere convincente, io voglio solo ballare … e possibilmente con te”
 
Gli strinse più forte la mano, esortandolo a seguire i suoi passi e a Scorpius non restò che assecondarla, lasciando così cadere ogni possibile argomento che non riguardasse loro e il loro matrimonio.
 
∞∞∞
 
Ron non seppe nemmeno dire con esattezza a che fetta di torta fosse giunto, era consapevole però del fatto che grazie a quel dolce riuscisse ad affogare tutta la preoccupazione per la figlia. Era chiaro per tutti che quello non fosse un comune matrimonio celebrato tra due adulti che avevano scelto di iniziare una vita insieme, Rose e Scorpius erano stati costretti dagli eventi, si amavano, ma erano pur sempre due adolescenti inesperti che non avevano ancora maturato, come era normale che fosse, il giusto senso critico e la propensione alle responsabilità che il matrimonio e la genitorialità avrebbero comportato nella loro vita futura. Ciò non significava affatto che non avesse fiducia in sua figlia, anzi, tutto il contrario, eppure continuava a sperare in un miracolo, ad esempio che Scorpius tenesse giù le mani da quella ragazza almeno in sua presenza. Non era però sicuro di essere nella posizione giusta per impedirglielo, loro erano sposati ormai e, anche se non erano del tutto liberi, lui sapeva perfettamente come funzionava il matrimonio e un padre geloso di sua figlia non era certo contemplato. Quanto desiderava tornare indietro nel tempo per impedire a quel ragazzo di entrare nella vita di sua figlia, chiedeva solo un miracolo ... Ah, se Hermione avesse ancora avuto quella benedetta Giratempo, avrebbe saputo lui come usarla. E invece l’unico miracolo a cui poteva aspirare, e in quel momento decisamente non voluto, era l’espressione severa di sua moglie che lo fissava contrariata.
 
“Possibile che in un modo o nell’altro riesci sempre a farmi fare brutte figure?”
 
La voce di sua moglie bloccò il flusso dei pensieri, ma rimase sinceramente sorpreso dal tono irritato di Hermione, non capiva cosa avesse fatto di male stavolta, visto che se ne stava in totale solitudine a gustarsi sovrappensiero quella deliziosa torta nuziale. Forse era diventata una Legilimens e non gli aveva detto nulla? In quel caso avrebbe potuto leggergli la mente e scoprire a cosa stava pensando così intensamente. Sperò che quella eventualità non si realizzasse e senza nemmeno deglutire, terrorizzato al solo pensiero di averla fatta arrabbiare, provò a rivolgersi velocemente a lei per chiedere spiegazioni, ancora con la bocca pasticciata dal cioccolato.
 
“Io?”
 
Hermione alzò gli occhi al cielo stufa dell’atteggiamento del marito che negli ultimi giorni non era stato in grado di darsi un contegno su nulla, ma non riuscì a rispondergli come avrebbe voluto, perché una voce vivace attirò l’attenzione dei due coniugi. Astoria si era seduta al tavolo davanti al consuocero senza nemmeno annunciarsi, si era avvicinata un piatto e aveva iniziato a tagliarsi una fetta di torta che, paragonata alla sua, quella di Ron era nulla.
 
“Lascialo godersi la festa, Hermione. Anzi, Ron, ti dispiace se ti faccio compagnia? Ho voglia anch’io di godermi il matrimonio di mio figlio”
 
Ron lanciò un’occhiata compiaciuta alla moglie per la reazione di Astoria, ma Hermione capì molto più di quello che suo marito era riuscito a comprendere da quell’atteggiamento. Le fu particolarmente familiare quel comportamento e il suo intuito femminile poteva facilmente cogliere che la scusa della festa e dei festeggiamenti potesse c’entrare solo relativamente. Non disse nulla però e si rivolse con spensieratezza alla consuocera, ignorando la soddisfazione di Ron per l’appoggio che la signora Malfoy involontariamente gli stava dando.
 
“Ti consiglio di non assecondare mio marito, Astoria, è sufficiente che abbia davanti un piatto, che sia dolce o salato, e non capisce più niente”
 
Gli prese con disinvoltura il piatto in questione da davanti insieme alla posata e si sedette al suo fianco, lasciando Ron offeso a fissarla, mentre si portava alla bocca un grande pezzo della sua torta. Il marito non seppe dire se lo avesse fatto per dispetto o fosse invece reale preoccupazione per la sua salute, il risultato però, qualunque fosse il motivo a spingerla in un tale gesto, era identico.
 
“Che c’è, Ron? Il matrimonio è passato e posso anche permettermi qualche chilo in più. O forse pensi che io sia già sufficientemente grassa?”
 
“Peccato che quella fosse la mia torta. Non potevi ingrassare con un’altra fetta di torta? Guarda, lì ce n’è quanta ne vuoi”
 
Aveva capito quella piccola vendetta, remore di qualche passata e poco innocente battuta sulla sua consorte, ma non per questo Ron la accettò in silenzio senza ribellarsi. Le indicò un punto imprecisato alla sua destra e, approfittando della distrazione della moglie, si rimpossessò del suo piatto e della sua forchetta.
 
“Ehy, Ron, sei scorretto!”
 
“Mi dispiace, Hermione, condivido tutto con te ma non la mia torta”
 
 La risata di Astoria davanti a quell’innocente battibecco interruppe la loro discussione sull’effettiva proprietà di quel piatto. Entrambi si voltarono verso di lei perplessi.
 
“Scusatemi, ma siete davvero uno spasso, ragazzi”
 
Hermione e Ron la guardarono inizialmente interdetti e solo successivamente la sua consuocera comprese a cosa si stesse riferendo, scoppiando a ridere a sua volta. L’unico a non accennare nemmeno ad un minimo di spensieratezza fu Ron, che continuava a non capire cosa fosse preso alle due donne.
 
“Cosa c’è di così divertente?”    
 
Astoria tornò seria ed anche Hermione poco dopo seguì il suo esempio, ascoltandola con attenzione.
 
“Niente, Ron … penso solo che siete fortunati, non so quanto tempo avremo io e Draco da trascorrere ancora insieme e questo pensiero mi fa male”
 
Ron le stava per rispondere, in realtà non sapeva come rincuorarla, lui non era per nulla bravo a farlo e ringraziò quando la moglie lo anticipò tempestivamente.
 
“Tanto, Astoria, vedrai che ne avrete ancora tanto.  Non disperare e non lasciarti abbattere, almeno moralmente”
 
Hermione sapeva che nelle sue condizioni non era un’impresa semplice. Infatti le sue parole sortirono l’effetto contrario, perché appoggiò la forchetta nel piatto, dove quella torta era ormai stata divorata da Astoria e le rispose quasi distrattamente, come se non volesse dire più di quanto sapesse. Il Ministro però, che aveva un animo sensibile, sicuramente più di suo marito, aveva capito già da qualche minuto cosa la turbava di recente, Astoria aveva dato loro pochi indizi, ma a lei parvero piuttosto chiari.
 
“Sì, forse hai ragione … ma non voglio assolutamente rovinarvi questo giorno”
 
Si alzò sorridendo ai suoi amici, ma Hermione non sembrava d’accordo con la sua idea, desiderava sapere di più e in un certo senso sperò di sbagliarsi, auspicò davvero che i suoi sospetti non fossero realmente fondati.
 
“Astoria, dove vai? Resta qui con noi, non rovini nulla. Ron, diglielo anche tu”
 
Ma lui non si decideva a parlare, non sapeva cosa dire ed inoltre non riteneva affatto che l’idea di trattenerla fosse buona. Hermione lo fulminò senza troppi convenevoli, delusa per quel comportamento e fraintendendo completamente le intenzioni del marito, pensando che fossero dettate solo dalla sua mancanza di tatto.
 
“Ron!”
 
“Tranquilla, Hermione, ci vediamo dopo”
 
Astoria se ne andò, convinta che non esistesse alcun motivo per restare ed Hermione d’istinto, appena qualche istante dopo, tirò un mal rovescio sul braccio del marito.
 
“Ma che ti è preso?! Ha capito con il tuo silenzio che non era gradita”
 
“Veramente l’ho fatto per lei. Se non te ne fossi accorta la rattrista vederci felici e spensierati, quando sa che lei e Draco non lo potranno più essere. Io non la illudo, Hermione, non mi sento di farlo”
 
La donna rifletté sulle parole del marito, ma per quanto suo marito avesse mostrato, a differenza di quanto pensasse, una rara sensibilità, non era riuscito a cogliere un’evidenza.
 
“Non te ne sei accorto, vero?”
 
Ron la fissò sinceramente perplesso, senza capire cosa gli potesse essere sfuggito, a lui era parso stavolta di aver interpretato bene lo stato d’animo di Astoria.
 
“Di cosa mi sarei dovuto accorgere d’altro?”
 
Hermione non era certa che dirglielo fosse una buona idea, Astoria sembrava voler mantenere un certo riserbo ed infondo poteva capirla, visto che la sua situazione era decisamente più delicata della normalità che lei stessa aveva vissuto più di una volta nella sua vita.
 
“Di niente, Ron, tranquillo”
 
Gli sorrise e gli porse una carezza dove poco prima lo aveva colpito con impulsività. Forse era davvero lei, come Astoria le aveva fatto notare, a non rendersi conto di quanto il destino l’avesse resa fortunata.
 
∞∞∞
 
Astoria si diresse sconsolata verso la Tana, aveva voglia di pensare, ma non di rovinare il clima di gioia che si era creato nel giardino, addobbato a festa con tanta premura da Arthur e da Molly come regalo ai due giovani sposi. Ciò che però non si sarebbe aspettata era di trovare suo marito con le stesse sue intenzioni e con davanti un bicchiere di Whisky Incendiario. La donna lo fissò qualche minuto prima che lui si accorgesse della sua presenza. Gli occhi di Draco si posarono colpevoli su di lei, non riusciva a camuffare, mentendole, quell’angolo di solitudine e di silenzio che si era ritagliato per sfogare il malessere che mai lo voleva abbandonare. Astoria era consapevole del costante umore di suo marito, persino quando si impegnava a nasconderlo a chiunque altro a lei non poteva mai veramente sfuggire.
 
“Astoria. Non ti ho chiesto di farmi compagnia, perché non credo possa far bene alla tua salute”
 
“Il Whisky Incendiario non era contemplato al banchetto, non abbiamo trovato fosse opportuno per due sposi minorenni e, sinceramente, oggi non lo trovo appropriato nemmeno per te. Cosa ti tormenta, tanto da sentire il bisogno di sfogare la frustrazione nell’alcool piuttosto che parlarne con me?”
 
Era una domanda assolutamente scontata, a tal punto che non era così sicura di ricevere una risposta o magari solo un’occhiataccia irritata. Ciò che realmente Astoria voleva sottolineare però era che non importava quanto fossero grandi i loro problemi, la valvola di sfogo che lui aveva trovato era totalmente inutile.
 
“Dopo la giornata di oggi avevo bisogno di qualcosa di più forte dell’Idromele. Sapevo dove Arthur teneva le scorte da Natale”
 
Si sedette al suo fianco mentre Draco cercava di giustificare il suo comportamento, eppure lei sapeva benissimo che non stava facendo nulla di così strano e inaspettato viste le circostanze e la sofferenza che sapeva provare per le sue condizioni, che non accennavano minimamente a migliorare. Però, in quanto sua moglie e donna che lo amava, si sentì in dovere di preoccuparsi per lui.
 
“Credi che bere risolva la situazione?”
 
“No, non lo sta facendo affatto … forse cerco solo un modo alternativo per affrontare la tua perdita”
 
“E’ il modo sbagliato, Draco. Mi avevi detto che oggi non ne volevi parlare, oppure mi mentivi, facendomi credere che eri più sereno? Qualche ora fa sembravi più ottimista e speranzoso”
 
Si voltò verso di lei, rimanendo per un momento in silenzio ad osservarla. Non poteva aver dato davvero l’impressione di essere sereno se erano mesi ormai che non sapeva nemmeno più cosa volesse dire la parola serenità. Provava solo semplice speranza, ma, come lei avrebbe dovuto sapere bene, spesso e volentieri si faceva prendere dallo sconforto e stavolta era stato proprio quel matrimonio ad innescare in lui nuove inquietudini.
 
“Il comportamento di Scorpius mi ha fatto riflettere. Sei stata tu a convincerlo a sposare Rose, io da solo non ci sarei mai riuscito. Astoria, sono sempre più convinto che senza di te io non possa farcela e niente riuscirà a togliere dal mio cuore questa paura”
 
La fissò rassegnato, trangugiando un altro sorso di Whisky, sperando che l’alcool potesse lenire in minima parte quei tormenti dell’anima. Astoria sapeva già di cosa lui avesse timore, moltissime volte lo aveva condiviso con lei, ma sapeva anche che era quella continua insicurezza a farlo parlare così, un’incertezza che era legata al suo passato, il quale aveva certamente avuto un ruolo importante nella vita di Scorpius, continuando così ad incidere sul loro presente. Non era assolutamente facile il ruolo che Astoria sentiva di ricoprire in quella famiglia, lei tentava sicuramente di essere una buona madre e sposa, ma con Draco al suo fianco il suo compito era senz’altro più gravoso, la vicinanza che doveva e voleva riservare a suo marito era complicata, specie se il diretto interessato non mostrava alcuna intenzione di ascoltare i suoi suggerimenti, che erano oltre ogni dubbio dettati dall’amore che provava per lui. Gli strappò così con disappunto il bicchiere dalle mani, stanca di ripetersi continuamente, ma soprattutto stufa di vederlo così abbattuto.
 
“Basta con questa roba o hai deciso per caso di abbandonare anche tu Scorpius?! Te lo dico con le buone e non mi ascolti, ora passo alle maniere forti!”
 
Lo fissò arrabbiata, al limite della delusione per il poco effetto che continuavano a sortire in lui le sue parole, anche quando, spesso e volentieri, cercavano solo di tranquillizzarlo.
 
“Mi sono stufata delle tue insicurezze, Draco! Per Salazar, sei un uomo e dimostramelo, tira fuori il coraggio e infondilo anche a me, non devo essere io la più forte tra i due”
 
Il marito la fissò perplesso senza minimamente sapere cosa dirle davanti a quelle che sembravano essere delle chiare accuse che volevano coltivare il suo orgoglio. Peccato che gliele stesse rivolgendo in un periodo della sua vita in cui dell’onore gli importasse ben poco e proprio lei era riuscita ad insinuargli nel cuore altri e puri valori.
 
“E non fissarmi in quel modo. Quando ti guardo voglio rivedere l’uomo che amo. Rivoglio la forza di mio marito, o la sai tirare fuori solo per essere arrogante? Non credo, altrimenti, Draco, io non mi sarei mai innamorata di te. Quindi basta piangersi addosso, qualsiasi cosa accada, tu sarai forte, senza se e senza ma, senza pensare che è colpa tua, ma solo che è una difficoltà che dobbiamo affrontare né più né meno insieme”
 
Le era venuto persino meno il fiato e quella veemenza lo aveva ammutolito, non l’aveva mai vista reagire in quel modo, ma si rese ben presto conto quanto fosse già lei ad essere immensamente forte per entrambi. Nessun’altra donna avrebbe potuto amarlo, solo lei con la sua tenacia e il suo coraggio di affrontare l’ignoto e l’oscuro che Draco si portava da sempre nel cuore. Il vero debole era lui, che tolto l’orgoglio dei Malfoy, aveva ben poco da offrire. Tutto era cambiato però quando l’aveva conosciuta e aveva iniziato ad amarla come mai aveva fatto prima con nessuna. La sua vicinanza gli aveva fatto conosce l’amore, gli aveva fatto capire i mille errori che aveva fatto, lo aveva aiutato a sopportarli ed ora l’immenso amore che provava per lei tornava a farlo soffrire. La loro storia era stata una meravigliosa finestra di luce in un abisso di oscurità nel suo cuore, non era sicuro che senza di lei le tenebre non avrebbero nuovamente preso il sopravvento aiutandolo così a provare meno dolore per quell’amore spezzato. Infondo era lei la sua dolce debolezza, quella che tentava di riscoprire quando sentiva che il peso dei suoi errori era troppo insopportabile e si sentiva schiacciare. Lo sguardo dolce con cui suo marito la ammirava affievolì la furia delle sue parole, abbassò il tono e tentò di essere maggiormente delicata.
 
“Draco, non voglio un uomo che passa il suo tempo a mortificarsi per tutto ciò che accade intorno a lui. Non è colpa tua, ma abbiamo ricevuto il dono di un grande amore, cerca la forza in quello, perché, con o senza di me, quello rimarrà per sempre nel tuo cuore”
 
Gli sfiorò il petto e percepì chiaramente dei forti battiti contro la sua mano. Premette leggermente per cercare di contenere l’ansia di Draco e lui per ringraziarla di quei tentativi posò la sua mano su quella di Astoria stringendola forte.
 
“Possibile che tu non capisca che sei tu a darmi la forza necessaria?! Senza di te non so dove prenderla. Sono un pessimo padre, Astoria, per quanto lo desideri, questo non cambierà. Senza di te nostro figlio non avrà più dei genitori su cui contare. E se me lo stai per chiedere, come hai già fatto qualche ora fa, io non mi affido ai Weasley, non lo farò mai, non voglio alcun tipo di consiglio da loro. Quindi sì, resterò solo con un figlio adolescente che è decisamente in una fase delicata della sua vita e che io non so gestire. Astoria, non chiedermi più di essere forte, quando sai benissimo che non so essere forte senza di te!”
 
La musica tornò ad insinuarsi tra le pareti della Tana, ricordando loro dove si trovassero e quale evento stessero celebrando. Draco fece per alzarsi, sciogliendo il contatto con sua moglie, ma quando fu in piedi, Astoria non gli consentì di muovere molti passi verso la porta d’ingresso.
 
“Draco, però io sono ancora qui. Riesci a riscoprire un po’ di ottimismo e a non farti abbattere da ogni cosa? Ho sentito come hai cercato di convincere nostro figlio a sposare Rose, non sono stata io a fargli cambiare idea ma tu e sei un ottimo padre solo per il bene che gli vuoi e per lo sforzo che fai ogni giorno per esserlo. Sei un brav’uomo, Draco, non dubitarne mai”
 
Si alzò a sua volta lo abbracciò senza dargli il tempo di replicare. La strinse, comunicandole per l’ennesima volta quanto la sua presenza fosse fondamentale per lui. Lo accarezzò, lo avvolse e solo dopo qualche secondo trovò il coraggio di sussurrargli all’orecchio, in modo tale che conoscesse solo lui il suo piccolo segreto.
 
“Draco, ho un leggerissimo ritardo”
 
Il marito a quella sussurrata notizia si ritrasse velocemente dall’abbraccio. In apparenza poteva sembrare una reazione di repulsione, in realtà lui non sapeva affatto come reagire, gli venne solo spontaneo cercare gli occhi di quella donna per appurare la veridicità di quelle parole. Era estremamente scioccato e la prima cosa che fece fu chiedere a lei conferma di ciò che, nell’incredulità più totale, gli pareva di aver colto.
 
“Nel senso che …”
 
“Se mi dovesse succedere qualcosa, desideravo lo sapessi. C’è solo una vaga possibilità, ma … è assurdo che capiti proprio ora dopo tanti anni che siamo insieme, non me lo sarei mai aspettata neppure io”
 
La moglie non poteva di certo biasimarlo per quella reazione, era scontata nella situazione che stavano vivendo e lei per prima quando lo scoprì ne rimase sconvolta.
 
“Astoria, ma tu sei malata! Ti rendi conto della catastrofe?!”
 
“Lo so e probabilmente non sopravviverà, però volevo dirti che c’è la possibilità che io sia rimasta ….”
 
“E tu mi dici di essere forte?! Astoria, se tu non fossi malata, avremmo una piccola possibilità di essere di nuovo genitori, ma così non lo potremo di certo essere”
 
Astoria iniziava a non comprendere più la sua reazione, stavolta furono totalmente imprevedibili le sue parole.
 
“Scusa, Draco, ma da quando desideri un altro figlio? N-non me lo hai mai detto … penso sia meglio non parlare a Scorpius dei miei sospetti, non lo voglio illudere”
 
“Però hai deciso di illudere me”
 
“Mi hai sempre detto di aver condannato Scorpius ad avere te come padre, non credevo volessi altri figli”
 
Astoria lo fissava incredula, mentre Draco si risedette sfinito tenendo gli occhi bassi sul pavimento. Il comportamento del marito fu inaspettatamente chiaro ed ora le gambe iniziavano a cedere anche a lei. Era assurdo che quella gravidanza, a cui fino a qualche secondo prima pensasse con malinconia a causa della sua malattia, avesse cominciato a pesarle maggiormente sul cuore. La vera sorpresa l’aveva fatta lui a lei, dicendole quanto quel bambino sarebbe stato desiderato da lui, rendendo così la situazione ancora più drammatica.
 
“E tu me lo dici ora che sto per morire?! Draco, è questo il tuo tempismo?? Siamo sposati da anni, abbiamo avuto mille occasioni per parlarne … ora è tardi e lo sai meglio di me”
 
“Anche se te lo avessi detto prima, ti saresti ammalata comunque. Però è vero, non ti ho mai detto nulla, proprio perché non volevo che un altro bambino avesse me come padre. Non volevo che il mio egoismo condannasse qualcun altro, Scorpius sta già soffrendo a sufficienza … meno Malfoy esistono e meglio è”
 
Il tono di Astoria si affievolì davanti alla sofferenza del marito. Non avrebbe dovuto dargli una notizia simile, almeno fino a che un miracolo non avesse donato a loro un po’ di serenità. Gli fece un’infinita tenerezza l’impotenza che Draco sentiva di provare, era sincera la sua tristezza e lei non si sarebbe mai immaginata di peggiorare in quel modo il suo umore, piuttosto che migliorarlo con la sua vicinanza. Si inginocchiò alzando leggermente il lungo vestito e cercando di trattenere le lacrime, che nemmeno il sospetto di quella gravidanza le aveva provocato prima di allora. Si appoggiò dolcemente alle gambe del marito.
 
“Draco … mi dispiace. Forse non avrei dovuto dirti niente. Ho solo un vago sospetto, non c’è niente di sicuro. Scusami, mi è venuto spontaneo condividerlo con mio marito”
 
“Astoria, questo bambino, ammettendo che ci sia, non nascerà. Lo sai, vero?”
 
“Lo so, è per questo che volevo che tu lo sapessi. Se dovesse capitarmi qualcosa, tu sai della sua possibile esistenza, ma ciò può solo darmi un motivo in più per lottare e sopravvivere. Ora che so che lo desideri, ho solo un'altra ragione per non volervi lasciare”
 
La donna gli prese una mano e gliela accarezzò sorridendo commossa. Draco avvertì quel rincuorante contatto e la strinse più forte.
 
“E’ assurdo, Astoria, doveva capitare proprio ora?!”
 
“E’ una speranza, amore. Come la fu Scorpius quindici anni fa, ora la è questo bambino. Allora è andato tutto bene e sono certa che andrà tutto bene anche ora”
 
“Una speranza, dici?”
 
“Sì. Che ne pensi di tornare al bacchetto?” gettò un’occhiata al bicchiere mezzo vuoto del marito per essere maggiormente allusiva “Magari optiamo per l’Idromele”
 
“Tu vuoi far morire me, Astoria. No, anzi, tu e Scorpius volete farmi morire con tutte queste notizie”
 
La moglie gli strinse più forte la mano prima di sciogliere dolcemente le loro dita ed invitarlo a seguirla.
 
“Viviamo il presente ora, non pensiamo ad altro”
 
∞∞∞
 
Entrarono per la prima volta insieme nella loro stanza e ne rimasero affascinati. Non aveva nulla infondo di così speciale esteticamente, era una semplice e antica camera di quella grande Villa, eppure sarebbe diventata la loro da quella notte e avrebbe assunto per loro un grande valore affettivo. Rimasero entrambi in silenzio a fissare ogni angolo nei minimi dettagli per scrutarne l’essenza. Ne rimasero talmente affascinati, che persino il peso di quella infinita giornata di festa tardava a farsi sentire. Ammirarono con incanto le pareti, i mobili, le tende, tutto in uno stile rustico che donava personalità alla stanza. Il sole ormai prossimo al tramonto filtrava le tonalità scarlatte attraverso le ampie tende, andando a posare i suoi raggi su ogni cosa fosse racchiusa tra quelle mura. In particolare quel colore vermiglio andò a sfiorare le guance avvampate del giovane Malfoy, che rimanendo solo con lei in una notte così particolare si imbarazzò inevitabilmente. Fu proprio lui a rompere per primo il silenzio voltandosi con quel lieve rossore in volto verso la sua sposa, anch’essa con il vestito bianco lievemente rosato da quel fenomeno serale.
 
“D-deduco che dovremo rimandare la nostra prima notte di nozze”
 
Rose abbassò gli occhi sul suo ventre per sottolineare il motivo di quell’impedimento e per lasciargli intendere che era giunta alle sue stesse conclusioni. Sorrise al ragazzo, per nulla triste di dover posticipare quel loro momento.
 
“Temo di sì”
 
“E poi siamo a casa dei miei genitori”
 
“Bè, per quello noi viviamo qui, Scorpius”
 
Cercando di accantonare quell’ingiustificato imbarazzo, il ragazzo la prese delicatamente per mano e la invitò a sedersi sul loro letto, affiancandola poco dopo. Non era per nulla facile comunicarle quel desiderio, ma Rose aveva involontariamente accennato proprio all’argomento di cui voleva discutere con lei. Non trovava davvero momento migliore per farlo, erano sposati e si amavano, in quella loro prima notte di nozze desiderava prendere con lei decisioni importanti per il futuro che li attendeva.
 
“Senti, stavo pensando, ed è un pensiero che mi è passato per la mente proprio mentre ti infilavo quella fede oggi, io voglio che costruiamo la nostra famiglia, ma senza controlli”
 
“Vuoi che ci trasferiamo in una casa nostra? Prima mi vuoi lasciare sull’altare e poi mi chiedi più indipendenza?”
 
“Amore, ti volevo lasciare proprio perché per noi ora è difficile questa indipendenza … ma per te sono anche disposto a combattere contro tutto e tutti per averla”
 
La baciò velocemente per impedirle di opporsi e gli parve subito di aver usato il metodo giusto anche per enfatizzare di più il suo desiderio. Rose, dopo un primo momento di trasporto, interruppe quel contatto. Gli tenne però una mano sulla guancia per evitare che si allontanasse da lei.
 
“Scorpius, non decidiamo noi dove vivere, ma i nostri genitori. Il fatto che abbiano concesso questo matrimonio è stata una decisione molto importante per loro ed anche per noi. Voglio solo vivere serenamente senza più contrasti con le nostre famiglie”
 
“Sbaglio o volevi diventare un Auror?”
 
“Frena, Scorpius, una questione per volta”
 
“No, Rose, non è una questione per volta, perché il tema è uno solo e riguarda la nostra vita insieme. Voglio più libertà! Mi sono sposato e sto per avere un figlio” si alzò infervorato, una reazione che lei non riuscì a contrastare nemmeno con dolci carezze per placare la sua impulsività “Rose, mi hai voluto sposare comunque, nonostante sapessi quanto la nostra vita sarebbe stata difficile. Ricordi, volevo fossimo una famiglia come tante, ma questo non è il modo migliore per iniziare una vita insieme”
 
“Ed io ti ho detto che non lo potevamo essere, ciò che pensiamo non è stato un segreto nel momento in cui abbiamo pronunciato le nostre promesse! Quindi non comportarti da immaturo dopo neanche un giorno che ci siamo sposati, sapevamo già che per un paio d’anni eravamo sotto la tutela dei nostri genitori, non è una novità”
 
La ascoltò attentamente, ma non si calmò, anzi le argomentazioni della moglie erano talmente valide che quasi lo spaventarono, soffocando così i suoi sogni. Voleva davvero essere felice con lei, creare il loro piccolo angolo di mondo in cui vivere insieme e crescere i loro figli, trovando qualche momento di spensieratezza in vista di un futuro che non sembrava essere molto roseo su molti fronti. Quella stanza a Scorpius non bastava, si sentiva imprigionato a vista dai suoi genitori e il passo dal controllo all’intromissione era davvero molto breve.
 
“Bè, ti do una notizia, tesoro, non ci sarà alcuna intimità per noi in questa casa, noi dovremo rendere conto a loro di tutto ed infine finirà che ci toglieranno nostro figlio. Se è ciò che vuoi, benvenuta alla Villa, signora Malfoy”
 
Si voltò deciso ad andarsene, aprì la porta e la varcò senza alcun indugio. Rose tentò di inseguirlo, alzandosi velocemente dal letto, ma ricadde sedendosi nuovamente, presa alla sprovvista da un capogiro.
 
“Scorpius!”
 
Si abbandonò di schiena sul copriletto e si disperò con le mani in volto a causa della sua inaspettata impotenza. Il ragazzo non si allontanò di molti metri e si riaffacciò al grido soffocato della moglie. Le sue intenzioni non erano comunque quelle di uscire dalla Villa, ma quando sentì Rose urlare fece meno passi di quanti ne avesse previsti.
 
“Ehy, tutto bene?”
 
Si avvicinò a lei preoccupato vedendola riversa sul letto. La giovane non gli rispondeva, continuava a tenere il volto coperto dai palmi e in apparenza non sembrava nemmeno respirare.
 
“Rose!”
 
La sovrastò senza impiegare alcun tipo di malizia, stropicciando la stoffa del vestito da sposa e sfiorandole leggermente il ventre accentuato dalla posizione. Lei tolse lentamente le mani dal viso e lo fissò supplichevole con gli occhi lucidi dalla tristezza e dalla frustrazione.
 
“Scorpius, ti prego, non lasciarmi da sola la nostra prima notte di nozze”
 
“No, scusami … mi dispiace”
 
La ammirò ancora vestita nel suo bellissimo abito e arrossì nuovamente per i pensieri poco pudici che gli erano passati per la mente, ma cercò abilmente di camuffarli alzandosi da lei e aiutandola.
 
“Forse hai ragione, Rose, affrontiamo un problema per volta e cerchiamo di non saltare ancora le tappe
 
Gli porse un mezzo sorriso, felice che fosse arrivato a quelle conclusioni così razionali. Si asciugò gli occhi, aprì il cassetto del comodino e porse a Scorpius una fotografia molto speciale.
 
“Volevo farti una sorpresa, è il mio regalo di nozze. Avevi ragione, sono due, un maschio e una femmina … come li chiamiamo?”
 
Scorpius fissò estasiato quella piccola ecografia del San Mungo da cui usciva il rumore di due piccoli cuoricini che battevano all’unisono. Una lacrima stavolta percorse la guancia del giovane papà di quelle creature. Rose sorrise commossa davanti a quella scena così dolce e Scorpius sapeva già che da quel momento non avrebbe fatto altro che proteggerli, anche da se stesso se necessario.
 
Continua …
 
 


Ciao ragazzi!
 
Sono imperdonabile per questo immenso ritardo, ho provato ad aggiornare prima, ma purtroppo gli impegni non mi hanno consentito di essere più veloce ☹
 
Rose e Scorpius finalmente sono sposati ed anche per Albus e Victoire è stato un giorno importante 😊 Ovviamente però, per quanto il giorno possa essere felice, i problemi non vengono cancellati e incombono con prepotenza su di loro … sarà lungo e difficile il percorso, ma alla fine tutto si risolverà!
 
Vi ringrazio infinitamente di cuore per pazientare i miei aggiornamenti, nonostante io sia perennemente in ritardo, siete gentilissimi! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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