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Autore: Spark of Shadow    26/10/2018    2 recensioni
Dopo la Quarta Grande Guerra Ninja, il mondo è in pace.
Sono finiti i tempi in cui i villaggi si davano battaglia per prevalere l’uno sull’altro.
Ora si può guardare al futuro con più serenità, all’insegna della cooperazione e nel rispetto di ciascuno.
Vero?
Nei Paesi si sta spargendo la notizia.
Bambini stanno scomparendo da tutto il mondo ninja e riappaiono misteriosamente.
Nessuno riesce a trovare una spiegazione, nè un colpevole.
Quando ad essere rapita sarà una piccola Hyuga, saranno gli Shinobi di Konoha a dover intervenire.
Le domande sono queste:
Perché i bambini vengono rapiti?
Perché semplicemente riappaiono?
Chi si cela dietro a questo mistero?
Perchè quando Sasuke Uchiha vede Hinata Hyuga si sente come se il cielo gli sia caduto addosso?
Cosa succederà quando assieme ai loro compagni dovranno indagare sul sequestro di quei bambini?
Sasuke e Hinata.
Shikamaru e Temari.
Spark of Shadow
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Petrichor
Capitolo 7
 
 
 

 
Sarà meglio sistemare questi due tavoli a destra o a sinistra?
E i pannelli esplicativi dovrebbero stare tutti prima dell'ingresso o anche all'interno dell'edificio?

Sakura si stava scervellando da un paio d'ore.

Essendo incinta le era stata obbligatoriamente preclusa ogni possibilità di andare in missione e a causa delle nausee mattutine aveva dovuto anche rinunciare ai turni in ospedale.

La ragazza era annoiata. E sempre più nervosa.

Questo fin quando non aveva bussato alla sua porta il suo vecchio maestro, chiedendole se per caso avesse tempo per aiutare con i preparativi di un certo summit.

A quanto pare, quest'anno il meeting informativo sull'acquisizione  di nuove tecnologie e armi sperimentali (o in breve M.i.a.n.t.a.s.) si sarebbe tenuto a Konoha.
E Kakashi voleva che tutto fosse organizzato al meglio.

Quindi, chi meglio di Sakura, meticolosa esperta di chirurgia con (al momento) molto tempo libero, poteva essere d'aiuto in quest'impresa?

Certo non era qualcosa che avrebbe normalmente svolto, ma la mancanza di impegni e di una routine consolidata l'aveva abbattuta, portandola sull'orlo di una crisi di nervi.

La ragazza guardò l'interno dell'edificio principale con orgoglio.
Tutto era al proprio posto e non c'erano stati troppi intoppi.

In effetti l'unico grande problema era stato un errore di calcolo.
Lo spazio messo originariamente a disposizione era talmente piccolo che nemmeno la metà dei partecipanti vi sarebbe potuta entrare.

Sakura aveva passato poco meno di una settimana a cercare una soluzione al problema.
E Questa arrivò mentre passeggiava per le strade del villaggio, in balia delle voglie dovute alla gravidanza.

L'evidente necessità di trovare al più presto una ciotola di ramen la stava assillando da più o meno un quarto d'ora e certo non aiutava sapere che Teuchi non era aperto quel giorno.

Mentre osservava i vari negozi, con le lacrime agli occhi, a causa degli ormoni, un lampo di genio la scosse.

Era inutile cercare di stipare migliaia di stand sotto un unico tetto.
Meglio fare tutto all'aperto, con una sensazionale vista sulla montagna degli Hokage e con la possibilità per chiunque fosse interessato al M.i.a.n.t.a.s. di parteciparvi senza problemi di turni e col valore aggiunto di potersi fermare in qualunque momento in uno dei normali negozi di Konoha.

In una sola idea aveva risolto il problema della convention e anche del turismo.

Kakashi era rimasto soddisfatto e aveva proposto di utilizzare l'edificio come luogo primo di ritrovo.

Avevano fatto installare un palco, vi erano pannelli e depliant esplicativi con elenchi dei vari stand e delle varie dimostrazioni in programma.
Vi erano anche delle Hostess che aiutassero con l'orientamento e con qualsiasi altro problema.

-Tutto è fatto!-

L'Hokage le fece un cenno d'assenso.

-Molto bene, Sakura. Mi sei stata di grande aiuto. Non puoi nemmeno immaginarti che tipo di proposte assurde mi abbiano fatto per questo evento...- L'uomo portò due dita a massaggiare la tempia, visibilmente stressato.

La ragazza giurava di non averlo mai visto così stanco e con delle occhiaie così pronunciate come da quando aveva accettato il ruolo di Kage.

Sakura accarezzò il grembo gentilmente, mentre osservava Kakashi leggere qualcosa in rapidità.

-A quanto pare saranno presenti al M.i.a.n.t.a.s. anche alcuni degli imprenditori che erano dal Daimyo... A proposito, Shikamaru e Temari saranno di ritorno ormai.-

-Si, avevo sentito della loro missione.-

-Le missioni diplomatiche, per ironia della sorte, possono essere tra le più difficili.-

-Mi sono sempre chiesta come queste missioni vengano catalogate...-

La ex-Haruno continuava a massaggiare il grembo, sperando che alla piccola vita che cresceva dentro di lei potesse piacere.

-Seguono le stesse regole delle normali missioni.
Quella di Shikamaru era di livello A.-

La ragazza annuì, interessata.
-Capisco.-

L'Hatake notò come nel giro di un minuto gli occhi di lei erano diventati specchio di una mente pensierosa e in parte avvilita.

-Maestro Kakashi... posso chiederle una cosa?-

L'uomo spostò lo sguardo verso di lei.
La conosceva da quando aveva dodici anni e l'aveva vista crescere fino ad ora.
Talvolta gli sembrava impossibile che fosse trascorso così tanto tempo e fossero successe così tante cose.

La rosa si era stretta leggermente nelle spalle, una mano sul ventre a sorreggerlo con sicura fermezza.

-Dipende, cosa vuoi sapere?-

L'Hatake poteva percepire la sua insicurezza. Era nervosa, cosa limpida e chiara.
Ed era ovvio centrasse Sasuke.

Vide la ragazza prendere un mezzo respiro, strozzato quando le parole le uscirono di bocca senza che lei fosse davvero pronta.

-La missione a cui ha partecipato Sasuke negli ultimi giorni...-

-Sakura.- La interruppe lui di getto.
-Cerca di capire, la missione è top secret e tu sei sospesa dalle attività per maternità. Anche se Sasuke è tuo marito, non posso rivelare alcuna informazione.-

Lei scosse la testa.

-Non intendevo parlare della missione...-
Spostò gli occhi a fissare le assi del pavimento, indecisa se continuare a parlare o meno.

-Allora cosa?-

-Ecco, volevo sapere di... Hinata.-

Accidenti.
Il vecchio maestro finalmente concepì lo sconforto della figura che si ritrovava di fronte.

Non sei ancora riuscita a superarlo?

-Pensavo fossi riuscita a metterci una pietra sopra. Infondo Sasuke è tuo marito e aspettate anche un figlio.-

Cosa avrebbe mai potuto rispondergli? Aveva ragione, ma anche se sapeva di essere importante per Sasuke, era perfettamente consapevole di cosa ci fosse nel cuore dell'Uchiha. O meglio, chi.

-Sakura, capisco il tuo dolore, ma non posso non cercare di farti capire che non sei stata l'unica a soffrire.-

Si morse il labbro inferiore, cercando di trattenere quell'impeto di furia mista a commiserazione che la spingeva a spiegare ancora una volta tutto quello che aveva passato per ottenere il moro.
Era una donna adulta. Quasi madre. Non poteva lasciarsi andare così facilmente alla rabbia.
Deglutì piano, cercando di non farsi sentire.

-Non c'è stato niente tra loro durante la missione?-

-Nel rapporto non si accenna a nessuna loro privata interazione.-

Sakura non disse altro, fingendo che quella risposta così vincolante le fosse bastata e si congedò, augurando buona giornata all'Hokage.


 




Sasuke era completamente scioccato.
Non aveva potuto far altro che restare fermo davanti all'edificio.
Sembrava quasi che il tempo si fosse fermato.

Quando finalmente era riuscito a girarsi, tornando sui suoi passi, la sua mente era completamente sgombra.
Non riusciva a formulare un solo pensiero.

Che stava succedendo?

Ad un tratto si ritrovò davanti alla porta di casa sua e sentì mancargli il respiro.
Chiuse gli occhi per un istante ed entrò, veloce, senza accorgersi di aver sbattuto la porta.

Si appoggiò alla superficie legnosa cercando sostegno.
Le luci erano spente.

Deglutì piano e cominciò a prendere respiri profondi e lunghi.

Va tutto bene. Sta calmo. Ripeteva nella sua mente come un mantra.

Le luci si accesero di colpo, azionate da una Sakura assonnata che si stava strofinando il dorso della mano su un occhio, spalmando un po’ su tutta la palpebra quei rimasugli di trucco che non era riuscita a togliere.

-Sasuke, sei tu?- Domandò quella con voce impastata.

In fondo ormai era notte.

Il moro le lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio, sentendo una stretta al cuore.
Prese un altro respiro.

-Si sono io.- Espirò.

La ragazza si accorse che Sasuke era ancora appoggiato alla porta.

-Va tutto bene?- Portò una mano ad accarezzare il grembo.

Lui non le rispose.
Ma ritrovando un poco di equilibrio si rimise in piedi.
Strinse gli occhi e la superò avviandosi verso la cucina.

Sakura ormai era completamente sveglia.
-Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?-

Ma Sasuke non sembrava essere con lei in quella stanza.
La sua mente era altrove e gli occhi completamente sbarrati nell'osservare fuori dal finestrone erano puntati verso un punto indefinito.

-S-Sasuke-kun?-

Ancora una volta nessuna risposta.

Che diavolo gli prendeva?

Lo vide massaggiarsi una tempia con un gesto rotatorio ed elegante.
E arrossì, senza un vero motivo, guardando il marito.
Si strinse lievemente nelle spalle e spostò lo sguardo.

Lui era ancora immobile. Sembrava essersi completamente dimenticato della sua presenza.

Sakura, leggermente intontita dal sonno e dall'indecisione del ragazzo, decise di tornare a dormire, senza curarsi troppo dei comportamenti bizzarri di lui.

-Sakura.- La richiamò Sasuke, secco.

-Quand’è che un paziente viene internato in un ospedale psichiatrico?-

La rosa si fermò e sbattè gli occhi, perplessa.

-Perché tutto d'un tratto mi fai questa domanda?- Sbadigliò.

Il moro, che aveva velocemente portato lo sguardo sulla donna attendendo un risposta, sospirò piano.
Non si era mai sentito così confuso.
Nella sua testa un milione di pensieri ruotava incessante, come se si trovassero nell'occhio di un ciclone.

Pian piano alcuni pezzi del puzzle andavano combaciando, ma il quadro era tutto meno che completo.

-Lascia perdere...- Sussurrò, sperando che Sakura non lo avesse sentito e gli rispondesse lo stesso.

-Beh, - Iniziò quella. -Ci sono molti motivi per cui qualcuno possa finire in un ospedale psichiatrico...-

Sasuke sentiva il fastidio montare a quella introduzione.
Perché non andava al sodo?
Non aveva bisogno della definizione di un manuale.
Quello che gli serviva era sapere perché Hinata, la sua Hinata, si trovasse in un posto del genere. E lo voleva sapere adesso.

-Ma per essere internato, il paziente deve essere affetto da una o più patologie gravi. Abbastanza gravi da non essere consigliabile lasciarlo stare da solo.-

L'uomo ipotizzò con stizza che non fosse il suo ambito di competenza.
O forse era troppo stanca per fornirgli una spiegazione decente.

-È abbastanza raro che questo tipo di paziente passi prima dal nostro ospedale, però ci è capitato di suggerire a degli shinobi qualche visita presso uno psichiatra.-

-Uh?-

-Oltre alle evidenti ferite fisiche che noi abbiamo curato, a molti ninja è stato diagnosticato un Disturbo Post-Traumatico da Stress.- La rosa, pur assonnata, cercò di restare sveglia per rispondergli.
Era veramente tanto tempo che il marito non chiedeva il suo aiuto.
Voleva esserci per lui, anche se solo in piccola parte.

Sasuke ci pensò su, mordendosi piano il labbro inferiore, ma non riusciva ancora a trovare una spiegazione.
Era troppo sconvolto.

-Grazie, Sakura.- Posò infine gli occhi sull'orologio e notò quanto si fosse fatto tardi.

-Va a dormire ora, è tardi. Il bambino ha bisogno di riposo.-

Lei gli rivolse un sorriso e dopo avergli augurato la buonanotte, salì le scale per tornare a dormire.

Il silenzio tornò a regnare attorno alla nera figura di Sasuke, ancora seduto e pensieroso.
Le parole di Sakura gli rimbombavano nelle orecchie e sentì la pungente voglia di piangere.

Quello che gli aveva riferito non lo aveva aiutato per niente, eppure, allo stesso tempo, sembrava che un po' di nebbia si fosse diradata dalla sua mente.

Hinata era sempre stata un mistero.
E ancora, a distanza di così tanto tempo dalla prima volta, continuava ad essere un enigma.

Perché diavolo sei andata in un centro psichiatrico?

Provò a fare mente locale.

Nelle ultime settimane si erano visti più che nell'ultimo anno.
Riuscire a non toccarla era stato lo sforzo più difficile che avesse mai fatto.
Ad ogni sguardo, ad ogni suo movimento, tutto quello che erano stati gli era balenato davanti agli occhi, lasciandolo atterrito e in qualche modo, mortificato.

Come era stato difficile non accarezzarle i lunghi capelli corvini o stringerla tra le braccia quando parlava della piccola Hana.

La lontananza forzata non lo aveva aiutato a liberarsi di quel brivido di emozione che provava ogni singola volta che vedeva qualcuno che le somigliasse.
Quel brivido che saliva la sua spina dorsale come fosse una scala, raggiungendo le sinapsi del suo cervello da una parte e il muscolo involontario dall'altra.

Ma tutto era diventato più difficile dopo quel giorno, dopo quella notizia.

Le parole di Tsunade, quando lo aveva informato della sterilità di Hinata, ancora lo perseguitavano, sia da sveglio, sia quando cadeva tra le braccia di Morfeo.

Vi erano tre momenti nella vita dell'uomo che lo avevano segnato così tanto nel profondo da sconvolgere completamente il suo spirito, rendendolo, ogni volta, lo spettro di sé stesso.

La morte della sua famiglia.
L'uccisione di Itachi.
Hinata che, tra le lacrime a stento trattenute, lasciava la sua vita per sempre.

Fino a poco tempo fa, era il pensiero di Hinata, se non lei stessa in carne ed ossa a riportarlo alla realtà, dopo l'ennesimo doloroso e fagocitante incubo che da sempre lo attanagliava.

Bastava la dolce immagine del suo viso o una sua mano sulla guancia e tutto il dolore per Itachi, tutto il terrore provato la notte in cui il suo clan fu sterminato, passava.

Non serviva altro che il suo nome pronunciato da quelle labbra rosee in netto contrasto col viso di porcellana e riusciva a respirare di nuovo.

Ma dopo quel giorno, Sasuke fu costretto a re-imparare a riprendersi da solo.
Dovette trovare il modo di affrontare nuovamente i suoi demoni, percorrendo da solo l'irta strada del suo dolore.

Il passaggio di un gatto randagio che battè la zampina contro il grande finestrone della sua cucina, lo riportò alla realtà.
Si ritrovò con una mano a coprire la bocca e il respiro affannato.

Cosa doveva fare?


 



Temari si accomodò su una sedia che era misteriosamente comparsa nell'ufficio dell'Hokage, mentre aspettava che quest'ultimo tornasse.

Disgustata, notò come il solito libro, che Kakashi tanto amava, troneggiasse sulla scrivania e spiccasse arancione sulle pile di fogli bianchi.

Voglio dire, tutti sanno cosa legga Kakashi, ma almeno lo mettesse via quando è al lavoro! Pensò Temari, puntando sconscolata lo sguardo sul soffitto.

Uhm... c'è una crepa sul soffitto.

Shikamaru osservava fuori dalla finestra.
Aveva notato anche lui quel libro imbarazzante e sapendo esattamente cosa stesse pensando la ragazza con fare accusatorio, preferì far finta di niente.

I due sentirono la porta aprirsi dietro di loro.
Si voltarono, osservando Kakashi che camminava con sguardo svogliato, seguito a ruota da un omino piuttosto in carne che continuava a leggere quello che era scritto su un foglio.
Nella foga di leggere andò anche a urtare (non poco violentemente) lo spigolo della scrivania, sibilando dal dolore.

-... Dunque gli ultimi partecipanti al M.I.A.N.T.A.S. che hanno confermato la loro presenza sono tali Chuui Henka e Namae Randamu.- Completò quello la frase, mugolando per il dolore.

Sentendo il nome dell'uomo che avevano conosciuto alla festa, entrambi i diplomatici si scambiarono velocemente un'occhiata d'intesa.
Il ragazzo capì che Temari fremeva per mettere in guardia l'Hokage da quella che sembrava la bi-polarità dell'imprenditore.

-Bene, bene.-

-Loro erano gli ultimi due che dovevano dare conferma della propria presenza. Ci sono tutti.-

Kakashi, che non sembrava particolarmente interessato all'argomento, liquidò il segretario con un veloce cenno della mano, seguito da un fioco "grazie", mentre, speranzoso, osservava con la coda dell'occhio il provocatorio volume che continuava a stagliarsi, arancione, verso di loro.

Una volta che l'omone fu uscito dalla stanza, il capo del villaggio si fece ricadere elegantemente sulla sua sedia, cercando di allungare (anche se di un solo secondo) la pace del momento, prima che i due ragazzi potessero cominciare a parlare.

-Cos'è il Miantas, se posso chiedere?- Domandò Temari, arricciando le labbra, curiosa.

-Il M.I.A.N.T.A.S. è la sigla che riassume il nome del prossimo evento che si terrà a Konoha, ossia: il "Meeting Informativo sull'Acquisizione  di Nuove Tecnologie e Armi Sperimentali".

L'informazione andò a completare (come un tassello mancante) il puzzle di conoscenze che avevano accumulato alla festa.

-Il segretario ha nominato un imprenditore. Un certo Chuui Henka...- Cominciò il Nara.
 
-Si è un "piccolo" imprenditore che sta cercando di sfondare da un po' sulla scena commerciale, ma ogni volta c'è sempre qualcuno che riesce a mettergli i bastoni tra le ruote...- Kakashi aveva segnato con le dita quelle virgolette.

-Era alla festa del Daymio, Chuui Henka, intendo.-

-La cosa non mi sorprende, Temari. Sono anni che gira per il mondo ninja cercando opportunità o finanziamenti, ma perché la cosa vi interessa?-

-Perché alla festa si comportava in modo davvero strano...- La ragazza portò una mano a strofinarsi il mento.

L'uomo dai capelli argentei alzò il sopracciglio sinistro, curioso.
Non disse nulla, ma lanciò un'occhiata d'intesa a Shikamaru che sembrava molto serio.

-Quell'uomo oltre che sembrare molto burbero e poco incline alla pazienza, ha esplicitamente ammesso di provare odio profondo per gli esponenti della nobiltà di Konoha.-

L'Hatake aggrottò le sopracciglia, e respirò piano attraverso la maschera, quasi a cercare di non disturbare il rapporto.

-Riporto testualmente le sue parole, le avevo annotate.-


Estrasse da una tasca a filetto dei pantaloni che indossava un piccolo taccuino dalla copertina nera e lucida nonostante la presenza di qualche taglietto e scheggiatura.

Arrivò velocemente alla pagina interessata, che, bianca, incorniciava le parole scritte a china che li avevano tanto fatti pensare.

Si schiarì la gola, tossendo piano e lesse:

-"Sasuke Uchiha e una ragazza Hyuga mi hanno portato via tutto ciò a cui tenevo e sto ancora cercando di affrontare il mio dolore."-

Le parole di quell'uomo lasciarono spiazzato anche il sesto Hokage, che per poco meno di un minuto, non seppe cosa dire.

Shikamaru provò a interpellare la propria memoria, nel tentativo di ricordare una missione dell'Uchiha alla quale lui non avesse partecipato.

-Ho preso parte ad ogni missione affidata a Sasuke, dalla prima all'ultima durante il suo tempo sotto sorveglianza. Io stesso ero la sua guardia.-

-Me ne ricordo bene, ti ho affidato quell'incarico perché sapevo che saresti riuscito a fermarlo se fosse stato necessario.-

-Eppure non rammento di aver mai incontrato Chuui Henka prima della festa del Daymio.-

-Lui stesso ha raccontato che ci fossero solo quei due.- Aggiunse la bionda, scuotendo la testa e muovendo di conseguenza tutti e quattro i codini.

Sasuke Uchiha e una ragazza Hyuga.

-Doveva trattarsi di Hinata.- sussurrò pensieroso Kakashi.

-È possibile, ma quando sarebbe successo e soprattutto cosa potrebbe essere successo da scatenare un tale odio verso quei due.-

-Capisco l'odio nei confronti dell'Uchiha, ma Hinata è candida come un fiocco di neve non ancora caduto a terra!- Notò Temari, scandalizzata.

-Vorrei domandarvi, in ogni caso, come mai la cosa vi preoccupi tanto.- Li fissò negli occhi il Kage.

-La definirei una sensazione.- Rispose velocemente la ragazza.

-La piccola rapita era una Hyuga. Abbiamo pensato possa esserci una possibilità che sia stata una forma di vendetta nei confronti di Hinata.- Concluse.

Kakashi era visibilmente immerso nei suoi pensieri.

-Ci sono diversi elementi che non combaciano. I bambini rapiti non sono solo Hyuga, ma provenivano da tutto il mondo ninja, per dirne una. Non possiamo accusare quest'uomo solo perché odia Sasuke.-

-Ne siamo consapevoli, ma penso possa essere un prezioso nuovo punto di vista.- Shikamaru si grattò la guancia sinistra.

L'ex maestro appoggiò la schiena allo schienale della sedia che si reclinò un poco.

-Era un po' di tempo che qualcuno non lamentava il suo odio per Sasuke...- mormorò sovrappensiero l'Hatake, mentre gli altri due suoi interlocutori si domandavano se il rapporto fosse abbastanza completo.

Terminarono di informare l'Hokage su ogni dettaglio della missione, dall'interesse del Daymio per Naruto fino alla vincente strategia di Yoshihiro Hotaka.

Kakashi, interessato, non poté fare a meno di ammirare l'astuzia di questo giovane imprenditore.

Temari e Shikamaru ben presto furono congedati,  lasciando la stanza in un silenzio surreale e il capo del villaggio ai suoi pensieri.

Era ora che facesse una visita al suo allievo.


 



Era notte tarda quando il suono di un leggero, ma deciso bussare alla porta risvegliò Sasuke dallo stato di tiepido torpore a cui si era abbandonato.

Con un impercettibile movimento, il ragazzo scosse la testa, sollevandola dal tavolo che ancora non aveva lasciato.

Aveva già cominciato a percepire un forte chakra avvicinarsi, ma non era minaccioso e in più il possessore di tale forza stava educatamente bussando, motivo per cui non si sentiva allarmato.

Stranamente non era nemmeno infastidito, sebbene fosse appena stato strappato ai dolci ricordi del suo passato.

Si alzò dalla sedia, sentendo un senso di sollievo al sedere, che ormai aveva preso una forma piuttosto squadrata a causa della pressione e del lungo periodo passato seduto.

Portò una mano a grattarsi pigramente il cuoio capelluto, giusto una spanna sopra l'orecchio sinistro, mentre con la mano destra abbassava la maniglia, concedendo all'ospite di rivelare la sua identità.

Kakashi, davanti a lui, agitava la mano, salutandolo, (probabilmente) con un sorrisetto stampato sulle labbra, celato al mondo dalla maschera scura.

L'uomo schiuse gli occhi per puntarli dritti nelle orbite del moro.

-Posso entrare?-

Sasuke continuò a fissarlo per qualche istante, complice la sonnolenza; ma alla fine, senza dire una parola, aprì la porta, dando spazio all'Hokage per entrare.

Quest'ultimo, una volta messo piede nel soggiorno, si tolse le scarpe, allineandole per bene e diede una rapida occhiata in giro.

-Sakura?-

-Dorme. È notte fonda.-

-Giusto, giusto.-

Sasuke non era mai stato uno che parlava molto, ma l'Hatake, ora, di fronte a tutto quel silenzio, sembrava non sapere come iniziare il discorso.
Si schiarì la gola e prendendo un bel respiro andò a sedersi al tavolo.

-Fa come se fossi a casa tua...- Sasuke disse sprezzante e ironico.

-Devo parlarti.-

L'Uchiha raggiunse il tavolo, scivolando lentamente sulla fredda sedia di fronte al suo ex maestro, che aveva intrecciato le mani e staccava e riattaccava i pollici ritmicamente.

-Sei a conoscenza dell'evento del M.I.A.N.T.A.S?-

L'ex allievo sollevò un sopracciglio, interrogativamente.

-Sakura ci ha aiutati ad allestirlo.-

Il moro annuì assonnato.

-È un meeting per l'esposizione di nuove tecnologie e armi...-

-Volete che qualcuno controlli la situazione?- Lo interruppe lui.

-Non è la sicurezza dell'evento quello che mi ha spinto a venire da te stasera. Devi sapere che verranno molti imprenditori da tutto il mondo.-

Sasuke era visibilmente poco interessato all'argomento e preso anche dai suoi stessi pensieri non riusciva a donare all'uomo di fronte a lui, l'attenzione che questo gli richiedeva.

-E perché la cosa dovrebbe interessarmi?-

-In effetti non è questa la parte che ti riguarda. Uno di questi imprenditori era alla festa del Daymio e ha quindi incontrato Shikamaru e Temari.-

Il ragazzo si stava spazientendo.

-Quest'uomo ha esternato esplicitamente il suo odio nei tuoi confronti e nei confronti...di una ragazza Hyuga.- Continuò calmo. Scandendo bene le ultime parole.

Quando l'uomo dalla capigliatura argentea riportò gli occhi sul ragazzo, uno Sharingan aveva iniziato a pulsare con ritmo sanguigno nella sua cornea.

-Tu sei l'ultimo Uchiha e l'unica Hyuga che abbia mai avuto il coraggio di starti vicino è Hinata, quindi vorrei che mi spiegassi perché, dopo tutti i tuoi sforzi, hai mandato tutto in frantumi. E vorrei sapere che ruolo ha avuto lei in tutto questo?!-

Sasuke era impassibile. Non vi era un'ombra di emozione sul suo viso lunare.
Solo lo Sharingan troneggiava scarlatto nell'orbita destra.

-Sinceramente ho perso il conto delle persone che hanno "esternato esplicitamente" il loro odio nei miei confronti. Non ho idea di chi tu stia parlando.- Ironizzò.

-Ti dice niente il nome Chuui Henka?-

Il moro ci pensò su per qualche secondo.

-No, non ricordo di aver mai sentito questo nome in vita mia.-

L'Hatake riflettè per qualche minuto, mentre l'altro si era avvicinato ai fornelli con un bollitore.

Fissò la sua schiena per qualche momento, prima di ricominciare a parlare:

-Ricordi di esserti mai trovato di fronte a shinobi di altri villaggi, mentre eri con Hinata?-

L'Uchiha serrò i pugni sopra il ripiano della cucina, dopo aver acceso il fuoco sotto il metallo.

Anche se non fosse stato così stanco, avrebbe avuto bisogno comunque di qualche momento per ricordare dettagli di missioni sparsi qua e là nella sua memoria.

-È possibile.- Disse infine, in un soffio.

L'Hokage era infastidito da questa storia, non solo per la possibilità indicatagli da Shikamaru e Temari, ma anche perché Sasuke e lui stesso avevano impiegato molte energie e sacrifici per fargli riottenere un po' di fiducia da parte del mondo ninja.

-Sai che è importante rimediare alla tua immagine. Ci stiamo lavorando da quando sei tornato e la tua "fama" si è affievolita solo da poco.
Non possiamo permetterci che tutto il lavoro vada in fumo.-

Il moro portò la mano a stringere forte il polso, avvicinando l'intreccio al cuore.

Ricordava bene il piano che avevano congegnato Kakashi, Naruto, Hinata e lui stesso.
Era davvero una buona strategia.

In quel momento della sua vita avrebbe fatto tutto quanto fosse stato in suo potere per ottenere ciò che desiderava.
E sapeva bene che quello che desiderava aveva un prezzo molto alto.

Ma ora...

-Non sono più così sicuro che mi interessi.-

Kakashi aggrottò le sopracciglia, trattenendo ogni parola che avrebbe voluto davvero dirgli.

Sospirò sonoramente.
Era stanco.

-Perché?-

Il giovane ruotò il busto verso il finestrone della stanza, lo sguardo puntato verso il giardino e la coscienza che vagava verso un punto indefinito e impalpabile.

-Il piano era buono. Perfetto oserei dire. Niente più odio, niente più problemi, niente più gente terrorizzata al suono del mio nome o alla vista del mio volto.-

Morse forte il labbro inferiore, come se si stesse frenando.

-Missioni compiute a nome di Konoha, Indossare di nuovo il suo simbolo, promuovere nuovamente il nome Uchiha come nobiltà. Lavorare per te, seguire Naruto dove servisse...-

Scuoteva leggermente la testa a ritmo con l'elenco e le ciocche di capelli danzavano, scoprendo talvolta il Rinnegan violaceo che riempiva l'occhio sinistro.

-Accettare ogni insulto e ignorare ogni provocazione... Tutto questo. TUTTO, L'HO FATTO PER LEI!-  Sbraitò sopra l'acutissimo sibilo della teiera che aveva finalmente portato l'acqua a bollore.

Il moro sentiva gli occhi pizzicare, ma ignorò la sensazione, stringendo convulsamente il polso e fissando furioso l'Hokage.

Spense il fuoco e si girò verso l'uomo.

-E ora che non posso più averla, tutto questo a cosa è servito?- Abbassò lo sguardo sul pavimento.

Kakashi, dal canto suo, era spiazzato.
Sasuke non si era mai aperto così tanto.
Quel ragazzo, diventato uomo troppo presto e troppo in fretta, aveva sempre tenuto dentro di sé ogni più piccolo frammento di emozione.

E alla fine era esploso.

Cosa gli è successo?

-Kakashi...- Aveva il fiatone.

Quello ritrovò il contatto visivo.

-Perché Hinata è in un ospedale psichiatrico?-

Lo vide spalancare gli occhi, sorpreso.

-Tu come lo sai?-

-L'ho seguita. Avevo bisogno di vederla.- Strinse gli occhi mosso da un senso di agonia.

Era tutto chiaro.

Sasuke aveva scoperto il segreto della Hyuga e colto alla sprovvista, non riusciva più a frenare la corrente di pensieri ed emozioni che normalmente riusciva ad arginare nella sua mente.

Espirò piano, prima di rispondergli.

-Purtroppo non conosco i dettagli del suo internamento; ho solo ottenuto una notifica per tenere in considerazione tale fattore se fosse servita per una missione.-

Vide il moro sprofondare nella sedia e nascondere il viso tra le dita affusolate.

-Anche se, considerando quando ho ricevuto quella notifica, un'idea ce l'avrei.-

Sasuke sembrò capire.
Si lasciò ricadere pesante sulla sedia, posando due dita sulla tempia destra.

L'Hatake lo guardava in silenzio, rispettando il suo dolore e attendendo che fosse di nuovo in grado di parlare.

Il moro si sforzò di essere di nuovo sé stesso.
Alzò la testa verso il soffitto, deglutendo e col linguaggio del corpo invitò il maestro a continuare.

-Ti ho chiesto se conoscessi Chuui Henka perché Shikamaru e Temari hanno ipotizzato ci sia la possibilità che sia coinvolto nei rapimenti.-

Sasuke prese un respiro profondo e facendo roteare la pupilla, ormai di nuovo nera, nell'orbita, cercò nella sua memoria qualche indizio.

-Chuui Henka... Chuui Henka... Hai detto che ha visto me e Hinata?-

L'altro annuì.

-Più di qualche volta Hinata è stata assegnata al mio "corpo di sorveglianza" assieme a Shikamaru e ad altri...-

-Ogni più piccolo ricordo può essere importante.- Lo incoraggiò.

-Qualche volta riuscivamo a staccarci dagli altri. Era un periodo altalenante per noi. Nessuno dei due sapeva cosa voleva, ma allo stesso tempo trovavamo comprensione l'uno nell'altra...-

Quanto gli stava costando rivelare i suoi segreti?
Era per una buona causa, ma l'idea di star condividendo questi ricordi lo faceva vergognare.
Lo faceva sentire sbagliato.

Erano alcuni dei ricordi a cui tenesse di più e ripeterli a parole di fronte a chicchesia era come se facesse perdere loro valore.

Erano emozioni. Il suo vero cuore.
E nessuna parola sarebbe mai stata giusta o intensa abbastanza per esprimerli nella loro più pura essenza.

Ma continuò lo stesso.

-Ci sono state occasioni in cui staccandoci dal gruppo siamo entrati in contatto con altri ninja o civili, qualche volta abbiamo dovuto difenderci.-

L'argentea chioma di Kakashi si mosse al movimento della sua testa, ad un cenno di curiosità.

-Difendervi?-

-Si beh, ricordo un paio di volte in cui dei ladri hanno cercato di rapinarci. Ci avevano scambiato per dei civili perché non stavamo indossando il coprifronte al momento.-

L'altrò annuì. Era infastidito di non essere stato messo al corrente di tutte queste informazioni, ma allo stesso tempo capiva il loro comportamento.

-Ma non ricordo nessuno con quel nome.-

Kakashi sospirò.

-Forse Hinata potrebbe ricordare qualcosa.-

-Forse hai ragione, dovrei parlarne con lei.-

L'orologio attaccato alla parete, silenzioso fino a quell'istante, interruppe quel lungo discorso, avvisandoli dell'ora che si era fatta.

Entrambi alzarono la testa per vedere i numeri lampeggianti sullo schermo.

Sì. Era decisamente tardi.

L'Hokage si alzò dalla sedia e si diresse alla porta.
Si infilò i sandali e subito prima di uscire, appoggiato allo stipite dell'uscio, si voltò verso l'ex allievo.

-Ti ringrazio di essere stato così disponibile.-

L'Uchiha scosse la testa in assenso.

-Se vuoi avere qualche risposta in più, forse dovresti parlare con lei.- Suggerì.

Prima che il ragazzo potesse rispondere che non poteva farlo, l'altro continuò.

-E se pensi di non poterlo fare, forse dovresti chiedere a Tsunade.-

Passò un istante di silenzio, pregno di domande e di vorticose idee che non volevano abbandonare nessuno dei due.

-Tra poco tempo comincerà il M.I.A.N.T.A.S. e devo essere presente per gli ultimi "ritocchi". Saluta Sakura e da’ una carezza al bambino.-

E uscì, lasciando Sasuke nella penombra della sua dimora, a domandarsi se fosse meglio andarsene a dormire per concludere quella terrificante giornata o se aspettare di vedere il pallido sole autunnale sorgere ancora una volta.
   
 
 
 





 
 
  
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