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Autore: Crilu_98    29/10/2018    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'umanità cerca di scendere a patti con le nuove razze che per lungo tempo aveva relegato nel mito. Streghe, vampiri, licantropi e altre creature della notte hanno rivelato la loro esistenza al mondo e mentre in Europa la superstizione dilaga sotto l'occhio vigile della Chiesa, gli Stati Uniti sono l'unico Paese che garantisce dei diritti agli Immortali. O almeno così credono tutti.
Lucy McCollins si ritiene estranea al dibattito che infiamma il mondo e riecheggia in ogni notiziario. La sua vita, precisa ed ordinata, è segnata solo dal dolore per l'abbandono dei genitori che non ha mai conosciuto; un dolore che la ragazza si sforza di dimenticare per concentrarsi unicamente sui suoi studi di Legge.
Ma una mattina tutte le sue certezze vengono brutalmente spazzate via.
Per Lucy inizierà una lunga discesa verso l'Inferno, prigioniera di un'organizzazione che affonda le radici nei tempi d'oro dell'Inquisizione spagnola. E per tornare a vedere la luce dovrà affrontare non solo gli esperimenti imposti da un nemico crudele, ma soprattutto il potere distruttivo che si cela nel suo sangue.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
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"Tu mi disgusti!" commento, ma le parole di Ratszeky mi hanno riempito di curiosità e timore nei confronti della mia famiglia. 
Mi rendo conto che so ogni dettaglio della morte dei miei genitori, ma Adam non ha voluto raccontarmi come fossero in vita.
"Forse perché sapeva che la verità non mi sarebbe piaciuta?" pensai "Possibile che Ratszeky abbia ragione?"
Il cardinale sospira e appare sinceramente dispiaciuto: 
"Dovremo lavorare sul tuo linguaggio, Sophie. Non mi piace affatto!"
"Ma cosa vuoi da me?" urlo, reprimendo l'istinto di ricorrere di nuovo alla magia: sono sicura che non riuscirei a controllarmi e rischierei di fare del male a Sabrina.
"Hai sterminato la mia famiglia, mi hai dato la caccia per venticinque anni, rapita, marchiata ed ancora continui ad affermare che lavorerò con te! Puoi ributtarmi in cella, per quel che mi riguarda!"
"È un peccato, davvero un peccato. Vedi, tu sei estremamente preziosa per me: nonostante il cattivo sangue tra me e tua madre, ho sempre ammirato il suo potere. Sei una creatura straordinaria, Sophie: pensa alle cose che potremo realizzare insieme! Lei" indica Sabrina "È stata inseminata da un vampiro, ma affinché la mia opera riesca il nascituro dev'essere una femmina e lo stesso vale per le streghe che ho fatto accoppiare con i licantropi. Una vera scocciatura... Ma sono sicuro che l'unione del nostro sangue darà i suoi frutti indipendentemente dal sesso dei bambini!"
"Già" biascicai, nauseata "Che fortuna..." 
"Che schifo..." 
Ratszeky sbuffa: 
"È per quel vampiro, vero?"
Il fiato mi si spezza quando lo sento accennare a Max: la consapevolezza che dispone delle nostre vite come un bambino dispone delle sorti del suo esercito di latta è agghiacciante.
"Lo sapevo che metterti in cella con Maximilien de Saînt-Gervais era un errore! Dovevo capire allora che il mezz'angelo stava facendo il doppio gioco!" borbotta, più a sé stesso che a me. Poi sogghigna e per la prima volta vedo un lampo di vera crudeltà nei suoi occhi chiari: 
"Ho saputo che la convivenza è stata proficua! Chissà che tu non porti già in grembo il frutto della vostra unione..."
"Non sono affari che ti riguardano!" ringhio, stringendo istintivamente le mani attorno al ventre.
"Oh, invece mi riguardano e da molto tempo, anche! Avrei voluto uccidere quel succhiasangue diversi anni fa, ma mi è sfuggito tra le dita come un miserabile verme!"
C'è qualcosa di familiare nelle sue parole e l'istinto mi spinge ad indagare per saperne di più, mentre il cuore si ritira timoroso; alla fine, prevale la curiosità.
"Se volevi davvero ucciderlo, perché non l'hai fatto una volta che l'avevi catturato?"
"Perché quando finalmente misi le mani su Saînt-Gervais il quadro era profondamente mutato. E sapevo di non avere in mano tutti i tasselli del puzzle: giustiziarlo in quel momento non sarebbe stato di nessuna utilità!"
I suoi occhi brillano di astuzia ed eccitazione: 
"Non vuoi sapere perché il vampiro che ti considera la tua Sposa si trovasse proprio qui, lo stesso castello in cui sei stata portata tu? Su, Sophie, accontentami: prova ad indovinare!"
"Sembra un bambino ansioso di ricevere i regali di Natale!" penso, ma non c'è nulla di allegro in quel paragone.
"Era un'esca." sussurro con voce tremante "L'avresti tenuto come ultimo asso nella manica per farmi capitolare!" 
"Molto brava. Ma avverto che la cosa non ti convince!"
"Il tuo piano fa acqua da tutte le parti!" commento con freddezza "Non conoscevo Maximilien quando sono arrivata qui; a malapena sapevo dell'esistenza degli Immortali, di certo non immaginavo di essere una Sposa! Quale tipo di vantaggio credevi di avere su di me, minacciando lui?"
"Ah, ma te l'ho detto!" esclama, annuendo con fare comprensivo "Avevo un'idea vaga della situazione, che poi si è rivelata del tutto sbagliata. Che coraggio, quel succhiasangue, ad abbandonare la sua Sposa appena nata in un altro continente e non tentare mai più di riavvicinarsi a lei!"
"Che cosa?" 
La voce mi esce roca e debole, ma la mia mente lavora velocemente: i sogni, la sensazione di familiarità che avevo provato insieme al vampiro, le sue strane esitazioni...

"Sei mai stato negli States?" 
"Sì, ci sono andato due volte!"

"Max..." mormoro "Max..." 
"Non te l'aveva detto?" ghigna Ratszeky, compiaciuto. "Beh, almeno è stato furbo, devo dargliene atto. 
Se ti avesse cresciuta lui qui in Europa non avremmo impiegato molto tempo a trovarvi: lasciandoti in America ha ritardato di venticinque anni l'inevitabile. Alla fine l'abbiamo catturato e abbiamo scavato nelle sue molteplici identità per ricostruire i suoi movimenti negli ultimi due decenni. Da lì, trovarti è stato facile!"
"Ma perché...?" 
Mi stavo chiedendo perché Max mi avesse tenuto all'oscuro di una cosa tanto importante, ma il Cardinale interpreta le mie parole in un altro modo.
"Perché lui, dici? Perché tuo padre era un ipocrita, Sophie. Trattava il sottoscritto dall'alto in basso, ma era amico con un succhiasangue, un assassino centenario! Ed era addirittura entusiasta quando lui riconobbe in te la sua Sposa, anche se avevi solo poche settimane! Sembrava che niente avrebbe potuto rallegrarlo di più!"
Non cerca neanche di celare il disgusto: 
"I mezzosangue sono adatti solo a fare i servi, tra gli Immortali, ma i tuoi genitori non avrebbero esitato a consegnarti nelle mani di un vampiro, non appena fossi stata dell'età giusta per dargli un figlio!"
Sono confusa, schiacciata dall'ombra del sospetto: vorrei negare ciò che dice, ma non ho mai conosciuto i miei genitori...
"Chi erano in realtà? E Max, oh, Max: perché non mi hai raccontato nulla di tutto questo?"
Quando torno a guardare Ratszeky sono riuscita almeno a non far trasparire dai miei lineamenti lo sgomento che mi divora: 
"Quindi hai pensato bene di rapirmi per usarmi come fattrice per il tuo esercito di mezzosangue, data la nobiltà del mio sangue. Immagino che uccidere i miei genitori nel frattempo sia stata una grande soddisfazione!"
"Non andò così" mormora lui, con lo sguardo perso nel vuoto "Non andò così: io gli offrii una scelta. Andai da loro la sera in cui era previsto l'attacco dei Cacciatori: io ero a conoscenza di ogni dettaglio, perché avevo fornito loro le informazioni necessarie per individuare la casa. Dissi a tuo padre che avrebbe potuto salvarti consegnandoti a me, oppure vederti morire insieme a loro. Di certo non immaginavo che Saînt-Gervais fosse alla villa, quella sera: fu molto rapido nell'arrivare alla tua stanza prima di noi... E coraggioso, anche, ad affrontare le fiamme!"
"Mi avresti lasciato morire nel rogo della casa, anche se ero una risorsa così preziosa?" 
"Mia cara, non sono stato certo io ad appiccare il fuoco! Fu tua madre, che perse il controllo nel tentativo di allontanare i Cacciatori dal corpo del marito!"
Rimaniamo in silenzio per un po', mentre io rifletto sull'operato di Max. 
"Chissà quanto ti è costato abbandonarmi davanti alla porta di Andrew, sapendo che c'erano buone probabilità che non mi avresti più rivista... E chissà quanto hai sofferto, una volta qui, nello scoprire che i tuoi sacrifici erano stati inutili!"
"Allora, Sophie?" 
Ratszeky si sta accarezzando il pizzetto, mentre le ciocche brizzolate dei capelli, più lunghe di quanto un ecclesiastico dovrebbe tenerle, svolazzano nella brezza.
"Hai una risposta per la mia proposta?" 
"Quale proposta? Quella di aprire la gambe per te, in modo da dare origine a dei mostri? Devo davvero darti una risposta?" ribatto, arrabbiata e sprezzante.
L'essere fatato schiocca le labbra, infastidito. 
"Sono sicuro che riuscirai ad ammettere i tuoi errori più avanti, quando ripenserai a questo giorno. Ora, mia cara, avvicinati."
Tamburella con le dita sul parapetto del terrazzo ed io ghigno, divertita: dev'essere stupido, oltre che pazzo, se spera che mi avvicini allo strapiombo con lui nelle vicinanze. 
Poi però commetto l'errore di incrociare il suo sguardo.
Quando colgo il lampo violetto nelle sue iridi è già troppo tardi: vengo incantata e all'improvviso mi sembra di osservare la scena dall'esterno. 
Vedo me stessa camminare come un automa verso il precipizio, ma non posso far nulla per fermarmi: 
"Stai calma, Lucy! Non ti ammazzerà così, non dopo che ha fatto tutta questa fatica per averti!"
Pensavo che volesse semplicemente spaventarmi, forse minacciando di farmi precipitare al suolo, invece lo spettacolo che mi attende è qualcosa di più doloroso ed orrendo.

Nel cortile ci sono cinque cataste di legna attorno ad altrettanti pali; i numerosi Cacciatori vanno e vengono, trasportando altre fascine fino a che i pali non vengono quasi seppelliti. A questo punto entrano gli attori principali della farsa che Ratszeky ha organizzato solo per i miei occhi terrorizzati e riconosco tre dei quattro condannati.
Sono Adam, Magdalena e uno dei licantropi troppi deboli per scalare il muro di cinta e fuggire. 
La quarta donna non l'ho mai vista, ma ha sulle spalle un paio di monconi colorati.
"Una fata. Una strega. Un angelo. Un licantropo."
Vorrei gridare, strapparmi i capelli dall'orrore, o anche solo coprirmi gli occhi per non essere costretta a guardare, perché ho capito a chi è destinato il quinto rogo.
I quattro, vestiti con tuniche grigie di stampo medievale, vengono assicurati ai pali e la legna viene incendiata: in pochi istanti si iniziano a sentire le prime grida, mentre il fumo si innalza fino ad arrivare a noi.
Non posso neanche voltarmi verso Ratszeky per supplicarlo di fermare i Cacciatori, promettendo il mio aiuto per qualsiasi deviato progetto abbia in mente; so che non mi ascolterebbe e comunque i Cacciatori non interromperebbero mai un'esecuzione così esemplare.
Sono troppo in alto per sentire ciò che dicono, ma posso quasi respirare la loro soddisfazione.
Non posso distogliere lo sguardo, ma non riesco neanche a vedere bene la scena perché le lacrime, incontrollabili, mi offuscano la vista.
Il licantropo è bloccato in un orribile stadio intermedio tra la forma umana e quella ferina, troppo debole e spaventato per procedere in un senso o nell'altro, ed ulula come un ossesso; la fata, grazie a Dio, è svenuta, o forse è già stata soffocata dal fumo.
Per un po' riesco ad intravedere Magdalena, il volto anziano deformato in un'espressione di paura e dolore, prima che venga inghiottita da una fiammata più alta delle altre.
"Basta, basta, è orribile... Ed è colpa tua."
Mi viene da vomitare, ma al mio corpo non è neanche permesso cadere in ginocchio e rimango in piedi grazie ad una forza di volontà che non è la mia.
Sono quasi convinta che il cardinale possa leggermi nel pensiero, perché le dita nodose e contorte mi accarezzano la nuca con fare benevolente, facendomi rabbrividire.
"È difficile, lo so, ma necessario. Dovevi capire cosa accade a chi crede di potermi combattere... O sfidare!"
Adam non è ancora stato raggiunto dal fuoco e si sta dimenando con tutte le sue forze pur di liberarsi dalle molteplici catene che gli serrano le braccia, le ali ed il torace: ogni istante i suoi momenti si fanno più difficoltosi e disperati e le fiamme arrivano a lambirgli i piedi...
Infine, Ratszeky fa un cenno con la mano e i suoi seguaci mettono in scena in gran finale, quello che il mio cuore aveva già previsto e temuto: le porte dei sotterranei si spalancano e un ruggito di rabbia investe i Cacciatori che si precipitano all'interno, per aiutare i compagni a trattenere Maximilien.
Dai rumori di lotta che raggiungono la terrazza, il mio vampiro non è disposto a cadere senza trascinare con sé il maggior numero possibile di nemici. Con un immenso sforzo di volontà riesco a voltare il capo verso Ratszeky e socchiudo le labbra, ma ne esce solo un rantolo senza senso.
"Ti prego, ti supplico" vorrei dire "Tutto, ma non questo. Uccidimi, piuttosto, strappami il cuore dal petto, ma non costringermi a vederlo morire." 
Se anche ha notato la disperazione sul mio volto, non lo dà a vedere.
Così resto impotente a guardare mentre uno stuolo di Cacciatori trascina Maximilien fuori dai sotterranei, spezzandogli le dita con cui cercava di aggrapparsi agli stipiti.
Non mi accorgo neanche del fatto che Adam è riuscito a liberarsi e sta volando verso di me: tutto ciò che vedo è un'inconfondibile chioma corvina che brilla sotto il sole di metà mattinata, prima che il vampiro prenda fuoco.



Angolo Autrice: 
Ecco, lo so, non odiatemi, se riuscite! 
Ho approfittato dell'allerta meteo e dell'inattività a casa per pubblicare questo capitolo, che è il penultimo - ma non disperate, perché ho già pronta la seconda storia di questa serie xD che però non sarà incentrata su Lucy, bensì su un'altra strega che abbiamo già conosciuto... 
Manca giusto l'atto finale, siete pronti? 

  Crilu 

 

   
 
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