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Autore: JAPAN_LOVER    29/10/2018    2 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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FRIENDLY MATCH

LUCIA



Ultimo giorno di allenamento, domani si parte per il Giappone.
Fisicamente e mentalmente ti senti pronta. Quello che ti lascia perplessa è il cambio di atteggiamento delle tue compagne nei confronti di Startseva, quasi ti senti abbandonata da loro. Dopo la tremenda gaffe di Camilla, hai assistito a un cambiamento repentino: hanno cominciato ad aprirsi con lui, in tante sembrano pendere dalle sue labbra e qualcuna addirittura lo adora.
Aaaah! Nemmeno fosse un dio sceso in terra! – pensi, alzando gli occhi al cielo.
Accantoni questi pensieri e cerchi di concentrarti sulla palla che sta per arrivarti alta e morbida. Camilla ha fatto progressi sorprendenti, al suo bagher salti verso la rete e schiacci, con tutta la forza che possiedi, nell’altra metà campo.
Dall’altra parte, Giulia, con la sua coda rossa, si allunga in bagher ma non riesce ad arginare il tuo grande attacco, ci hai messo dentro tutto il tuo disappunto.
Paolo vi sta facendo da arbitro e il fischio secco del suo fischietto decreta la tua azione riuscita.
Ti giri verso le tue compagne e con ciascuna di loro batti vigorosamente i cinque.
“Molto bene! – dice Startseva – può bastare così!”
Non ve ne siete neanche accorte, ma si sono fatte le 7, e fuori è già crepuscolo.
Ritornate in panchina e riprendete fiato, rifocillandovi con lunghe sorsare d’acqua e tamponandovi la fronte grondante di sudore.
Gli allenamenti sono stati duri, Startseva non vi ha risparmiato neanche oggi. In questi giorni avete sostenuto ritmi serrati sotto la sua guida, ma sai bene che il difficile viene adesso. Dovete mettere a frutto tutto quello per cui vi siete allenate fino ad adesso, dovete reggere i ritmi, la tensione, la pressione della gara e tirare fuori tutta la vostra grinta.
“Coraggio ragazze, forza – vi incita Paolo – vi voglio belle cariche domani!”
“Paolo, hai fatto la valigia?” gli domanda Rossella.
Il vostro secondo allenatore è alla mano, tu lo adori. Con lui è facile usare toni amichevoli e confidenziali, ormai lo conoscete da un po’ e anche lui si è affezionato molto a tutte voi.
Paolo mostra i suoi denti di un bianco scintillante e strizza l’occhio.
“La mia valigia è già pronta da una settimana, mia cara!” replica lui come a ostentare una puntualità che proprio non gli appartiene, e forse si è sentito pizzicato.
“Si, ma mi raccomando, non fare tardi – lo stuzzica Cris, con un sorriso sornione – in aeroporto non sono mica pazienti come noi che ogni mattina ti aspettiamo speranzose qui davanti ai cancelli. Immagina che guaio, se dovessi perdere l’aereo!”
E in parte è vero, quante mattine vi siete ritrovare ad attenderlo fuori dal Palasport!
Paolo si fa largo fra di voi, troppo prese a ridere di lui, e lungo il suo passaggio arpiona due falangi sui fianchi ancora accaldati e sensibili di Cristina, provocandole una sensazione a metà tra solletico e dolore. Poi, impassibile, si porta accanto al suo collega Startseva.
“Ahh!!” è Cris che sobbalza con un urlo di sorpresa.
Lui ghigna e mostra la lingua e a te, per un breve istante, è parso di vedere la tua amica Cris arrossire di un genuino imbarazzo.
Ehm, Cris che arrossisce?
“Che stronzo!” strepita un po’ come è lei, impulsiva e senza controllo.
Ridi. Sono così buffi, battibeccano sempre.
Paolo incrocia le braccia al petto e scuote la testa, simulando sgomento per quell’esternazione. Al suo fianco, Startseva inarca perplesso un sopracciglio ma lascia correre. Non ha seguito interamente la scena, ma ormai vi conosce abbastanza da sapere che quello è un modo tutto vostro di scherzare.
Poi, con un colpetto di tosse attira la vostra attenzione. Il chiacchiericcio si placa e ognuna di voi va a prendere ordinatamente posto lungo la panchina. Naturalmente è d’obbligo il discorso del coach alla vigilia della partenza.
A braccia conserte, Statseva attende che vi sistemiate. Indossa la solita polo azzurra molto semplice, con la scritta ITALIA bianca sulle spalle, stretta quel tanto che bastava per mettere in risalto il suo fisico slanciato e scolpito. Lo osservi, accanto a Paolo, parecchio più basso con il suo 1.86, Gregor Startseva svetta anche per la muscolatura solida e non esagerata che mantiene. All’inizio i suoi occhi grigi, simili al mare in tempesta, e la sua mascella decisa ti avevano convinta che non fosse italiano, che si trovasse in Italia per una semplice questione di contratti vantaggiosi. Tu li chiami mercenari , coloro che vanno non dove li porta il cuore, ma solo dove grava il portafogli. Eppure, cara Lucia, se non fosse stato per il tuo cocciuto orgoglio avresti visto la dedizione con cui, giorno dopo giorno, Startseva ha lavorato con ciascuna di voi. Sarà questo che ha fatto breccia nel cuore della tua squadra?
“Piccolo promemoria. Come concordato, domani mattina ci troviamo in aeroporto alle 9. Il decollo è previsto alle ore 11 – comincia a dire il vostro coach – ora sembra doveroso, da parte mia, spendere due parole sul cammino svolto insieme finora. Innanzitutto, voglio ringraziare ciascuna di voi per la collaborazione, l’impegno e il duro lavoro svolto finora; soprattutto voglio ringraziare Paolo, per la pazienza e la cura con cui ha organizzato il viaggio e lo staff reso disponibile dalla Federazione.”
Fate partire un lunghissimo applauso tale da far arrossire il vostro secondo allenatore. Gli occhi di Paolo si illuminano di gratitudine, poi sussurra qualcosa a Startseva e china il capo per accogliere il lungo e meritato plauso.
“Torniamo a noi – prosegue Startseva, i suoi occhi grigi sembrano brillare e le sue parole accendere i vostri animi – il lavoro che avete alle spalle è incredibile, frutto di anni e anni di duro sacrificio. Indubbiamente il tempo che abbiamo avuto a disposizione insieme è stato poco, ma a mio avviso sufficiente: vi siete ritrovate a cambiare il gioco impostato di Pandolfi e adeguarlo al mio e, contro ogni mia aspettativa, ci siete riuscite con successo. Brave, ragazze, sono orgoglioso di ciascuna di voi! – e qui qualcuna si lascia sfuggire un applauso breve ma concitato – quello che vi chiedo a Tokyo è di osare e fare gioco di squadra. Rimanete unite, spavalde, affiatate come vi state dimostrando, e questo per voi sarà un gran bel vantaggio. Entrate in campo con la stessa serenità e la stessa sicurezza dimostrata finora, non lasciatevi sopraffare o mettere sotto pressione… da nessuno. Rimanete lucide e serene, giocate come sapete fare voi, fate del vostro meglio! Molte volte il fattore psicologico incide molto più della prestanza fisica, ricordatevelo! Godetevi quest’avventura, perché alla fine si tratta di questo: un’avventura che vogliamo concretizzare a avvalorare con la medaglia. Quindi vi dico, godetevi l’ultima serata in compagnia dei vostri cari, dormite l’ultima notte nei vostri letti, nelle vostre case, pensando che la prossima volta che tornate lo faremo con al collo una medaglia, perché è a questo che puntiamo! Giusto?”
“Giusto!” urlate in coro e vi alzate, battendo vigorosamente le mani.
Applaudite, e anche tu batti forte le mani … tutto sommato hai apprezzato le sue parole.
“Un applauso per il coach Startseva!” il grido e il sorriso di Rossella emerge forte dal plauso generale.
Camilla fischia, prima di urlare a sua volta:
“Grande coach!!”
Startseva è entrato decisamente nel cuore delle tue compagne.
Lui vi regala uno dei suoi rari sorrisi, di rado lo hai visto lasciarsi andare a manifestazione emotive.
“Grazie!” risponde placido.
Il gruppo si scioglie e tu e Cristina vi dirigete insieme verso la porta blindata che dà sul corridoio. Asciugamano sulla spalla e borraccia alla mano. Hai proprio bisogno di una bella doccia rinfrancante e di tornare a casa per chiudere definitivamente i bagagli.
“Sono così emozionata! – sussulta Cris, visibilmente elettrizzata – il discorso del coach mi ha dato la carica giusta. Ha detto osate! ! Uh!, è così determinato, punta a vincere!”
“Tsk! Cosa ti aspettavi da quel bulimico di fama e riconoscimenti?”
Ebbene sì, anche la tua amica ti ha tradito ed è entrata a far parte dello Startseva fan club .
“Aaaah! Smettila! – ti rimbecca lei, assestandoti una gomitata in pieno fianco – è incredibile che tu lo odi così tanto! Ti ha ucciso il gatto, per caso?”
Cris non ti ha fatto male. Trattieni una risata e scrolli le spalle, alzando all’insù il tuo naso alla francese.
“No, semplicemente non sopporto lui e la sua arroganza!” replichi.
Tamponi il sudore sulla fronte con l’asciugamano, ma non fate in tempo a varcare la porta blindata che vi sentite richiamare dal coach:
“Cristina, Lucia e Giulia rimanete ancora un attimo!”
“E ora cosa vorrà ancora?” sbotti alla tua amica.
“Immagino che vorrà congratularsi con le migliori!” ride lei, è una battuta ma ha comunque gli occhi persi e sognanti.
Si, come no… - scuoti la testa.
Tornate sui vostri passi, seguite da Giulia.
Al contrario di voi due, la vostra compagna dalle graziose lentiggini e dalla coda rosso rame sfoggia un sorriso tutto entusiasta:
“Cosa c’è, coach?” cinguetta.
Startseva vi fa cenno di seguirlo al limite del campo, in zona di battuta.
Alza il pallone in aria e, con un balzo, lo colpisce con una potenza incredibile. La palla diventa una freccia bianca appena visibile, sembra impigliarsi nella rete, ma poi cade nell’altra metà, deviando bruscamente quella che era la traiettoria iniziale.
“Voi tre siete le migliori in battuta, vorrei che vi esercitaste ancora un po’ con la battuta a nastro radente! – vi dice – affronterete squadre con le quali giocare d’astuzia sarà più producente che giocare di potenza…e farla in barba al nastro vorrà dire anche riuscire a beffare le vostre avversarie. Avanti, mostratemi di cosa siete capaci. Cominciamo da te, capitana !”
Poi, prende da terra un altro pallone e lo lancia nella vostra direzione.
Lo blocchi un attimo prima che ti colpisca in pieno viso. Non ha lanciato la palla con violenza, non ha pronunciato con scherno il tuo ruolo all’interno della squadra, o almeno così ti è sembrato. Insomma Startseva ti infastidisce semplicemente con la sua aria di sfida.
Ti avvicini, e lui ti cede il posto in area di battuta. Ti posizioni, picchi forte il pallone sul parquet, poi lo sollevi in alto, salti, batti e quello finisce per sfiorare appena la rete.
Mordi con forza il labbro inferiore, la tua non è stata esattamente una battuta a nastro radente. La palla non ha deviato.
Startseva si avvicina e tu tenti in ogni modo di mascherare il tuo nervosismo. Evita di toccarti o anche solo sforarti, lo sai bene che con ogni probabilità è rimasto scottato dall’occhiata inceneritrice che gli hai lanciato quando lo ha fatto con Giulia.
Siete ad altezze siderali. Due giganti. Il suo viso è a un palmo dal tuo e per un attimo i suoi occhi di ghiaccio si incatenano ai tuoi gianduia.
Lui ti affianca e ti mostra più da vicino cosa vorrebbe da voi. Batte e la sua palla finisce, esattamente come prima, nell’altra metà campo deviando vertiginosamente la traiettoria verso il basso.
“Quando tentate questa giocata, non dovete avere paura del rischio…dovete correrlo – vi rassicura – dovete aggredire la palla a tutto braccio e forzare la rete, giocando di potenza. È una battuta rischiosa, ma in alcune situazione va tentata!”
Paolo nel frattempo ha recuperato tutti i palloni finiti nell’altra metà campo. Te ne passa una, strizzandoti l’occhio, e tu ringrazi che ci sia lui che ha l’incredibile potere di calmarti in ogni situazione.
Startseva ti lascia di nuovo i tuoi spazi e tu torni a respirare regolarmente. Punti fissa la rete in mezzo al campo e ti concentri su lei sola. Alzi morbida la palla e, sollevandoti in salto, la colpisci con tutta la forza che hai a muro radente.
Soddisfatta, ti giri a guardare il tuo allenatore, non cerchi la sua approvazione ma piuttosto il suo riconoscimento. Sei la migliore attaccante che ha, e te la cavi discretamente anche alla battuta.
“Molto bene! – dice, congratulandosi per il tuo colpo riuscito – Cristina, tocca a te!”
La tua amica ti dà il cambio, e tu le batti un cinque di incoraggiamento. Lei annuisce con decisione, sai che è molto più brava di te alla battuta.
Prova tre battute su tre a filo, tutte riuscite. Lei si esalta e Startseva sembra darla molta corda, nonostante sia un tipo sostenuto e severo.
Poi è il turno di Giulia. A lei, Startseva la fa provare più volte. Rispetto a te e a Cris, il vostro libero* è più esile, minuta sicuramente meno avvezza alle frustate a tutto braccio, essendo specializzata più nella ricezione e nella difesa.
“Giulia, non è necessario che salti molto in alto quando batti” le suggerisce Paolo.
Gli occhi nocciola di Giulia cercano quelli grigi di Startseva, in cerca di conferma. Incredibile come tutte pendano dalle labbra di quell’uomo. Ti convinci che lui le abbia soggiogate semplicemente con il suo fascino esotico, piuttosto che ammettere che ci sia riuscito con il carisma e la fiducia che si è guadagnato giorno per giorno.
Lui annuisce, e la rossa riprova la sua ultima battuta.
“Bene! – esclama il coach – tenete bene a mente questo tipo di battuta, ma non provatelo finché non ve lo suggerisco io, siamo intesi?”
“Diciamo che è un asso nella manica da giocare al momento opportuno! – suggerisce Paolo, col suo solito sorrisetto compiaciuto, poi lancia una palla contro il suo collega – partitella?”
Startseva l’afferra al volo, un po’ perplesso.
“Adesso?”
“Perché no? – replica il castano – ragazze vi unite anche voi?”
“Io devo correre a casa. Mi aspettano tutti i miei parenti per l’ultima cena , si lo so, messa così suona quasi suona una cena di addio… ma per mia madre sembra proprio che lo sia!” risponde Cris, e ti sembra veramente dispiaciuta.
“Anch’io!” ti affretti a rispondere, cogliendo la palla al balzo.
Che furbetta che sei, Lucia. A quale ultima cena devi andare, tu che a Milano vivi da sola in un monolocale, lontana da tua madre rimasta nel vostro paesino marchigiano?
“Daii, rimani! – ti esorta Giulia, avvinghiandosi a piovra al tuo braccio – facciamo una partita veloce e ti do uno strappo a casa io, d’accordo?”
Tu e Cris vi lanciate un’occhiata perplessa, mentre la rossa non vuole saperne di lasciarti andare. Ti ha fregato.
“Allora è deciso – conclude Paolo – un mini set da 15 stabilirà chi è la squadra più forte. Cristina, tu svignatela pure… non sappiamo cosa farcene di pivelle!”
“Ho una cena!” sbotta lei, lanciandogli una pallonata che appena lo sfiora.
Lui le risponde con una linguaccia, e Cris si volta per salutarti con un mezzo sorriso. Le dispiace davvero non poter giocare questa partita alla quale tu rinunceresti volentieri.
Sei stanca, sudata, hai sete, hai fame e ancora non hai finito di fare la valigia. Le cederesti più che volentieri il tuo posto.
“Ti chiamo dopo, Cris!” la saluti e lei ti risponde lanciandoti un bacio con la mano, prima di correre verso lo spogliatoio.
“Quindi un singolo set da 15? – cinguetta Giulia – io gioco con il coach Startseva. Le va bene, coach?”
“Si, certo!” risponde lui, posizionandosi in una metà campo.
“Perfetto, io allora scelgo la capitana! – replica Paolo – come chiedere di più?”
“Non che tu abbia altra scelta!” gli fai notare, seguendolo nell’altra parte del campo.
“Dai, mostra un po’ di entusiasmo! – protesta il secondo allenatore – domani si parte per il Giappone, ma non ti vedo molto entusiasta!”
“Sono entusiasta, sono contenta di quest’opportunità. Davvero.” Replichi, un po’ sulla difensiva.
Paolo ti scruta con i suoi grandi occhi nocciola. In questo momento tiene i capelli castani, un po’ lunghetti, in un codino. Ti fa sorridere il modo in cui tenta di scrutarti nel profondo e costringerti a vuotare il sacco, chiedendoti tacitamente ‘che cosa c’è?’
“Niente!” gli assicuri, ridendo.
“Allora? Siete pronti?” è Startseva, che viene inconsapevolmente in tuo soccorso.
E’ alto, bello, indisponente e si prepara a servire dall’altra parte del campo.
Ti posizioni in recezione, Paolo lo è già. Ti fletti sulle ginocchia e ti pieghi con il busto leggermente in avanti. Non sei abituata a giocare un 2x2, devi coprire molto di più rispetto al tradizionale 6X6.
“Ci siamo, Gregor! Puoi battere!” risponde il tuo compagno.
Startseva batte e la palla arriva dritta, in mezzo a voi, nella vostra zona di conflitto.
“Mia!” Paolo si affretta a chiamarsi la palla e tu gli fai spazio.
Riceve in bagher una pallonata che sicuramente raggiungeva la velocità di 130 km/h. Giustamente tu non sei abituata a questa potenza, ma orgogliosamente ti saresti buttata e avresti provata a recuperarla, se Paolo non si fosse messo davanti.
Corri verso palla salvata da Paolo e cerchi di servirgliela più alta che puoi. Lui schiaccia forte, ma Giulia si lancia in scivolata e recupera quel pallone.
“Brava!” è il commento di Startseva.
Il coach dai capelli corvini le alza una palla alta e lenta, in modo che la rossa abbia tutto il tempo per rialzarsi da terra.Tuttavia, la palla è troppo staccata da rete e alla bionda non resta che lanciarla a pallonetto nella vostra metà campo.
La recuperi tu senza problemi. Paolo riceve la palla e te la passa in palleggio alta e morbida, permettendoti una delle tue proverbiali schiacciate. Colpisci Startseva in pieno petto, il coach rimane folgorato da quella palla che assolutamente non si era visto arrivare. Colpito e affondato!
Il primo punto è vostro.
I suoi occhi grigi fissano i tuoi caldi e nocciola,non troppo meravigliati. Celi bene il tuo compiacimento, e gongoli fra te e te, arretri nel tuo campo andando a battere il cinque con il tuo compagno.
“Grande!! Avete capito, chi sono i migliori? – ride Paolo, tutto esaltato – beccati questo, Gregor!”
Ti mordi le labbra per non ridere e ti prepari ad andare al servizio.
“Siamo ancora sull’1 a 0 – replica Starteseva – fossi in te, non esulterei prima di aver segnato il 15° punto!”
“Gliela facciamo vedere noi, coach?” sorride Giulia, con aria di sfida.
“Puoi giurarci!” le risponde lui, con uno dei suoi rari e contenuti sorrisi.
Batti. La partita prosegue, e Paolo e Startseva non si risparmiano. Ormai sembra un regolamento di conti in sospeso fra loro. Paolo ha te che sei la migliore attaccante dalla squadra, ma Gregor ha Giulia, che in difesa è la migliore in assoluto.
Fra scambi lunghi e colpi bassi, arrivate al match-point* che tu e Giulia siete esauste.
“Dai, rimaniamo così, pari e da buoni amici!” dice Gregor, vedendovi provate.
“Ormai finiamola, siamo 14 a 14!” replica Paolo.
“Ma sono stanche, ti ricordo che fra due giorni hanno la prima partita!” osserva Startseva, di contro a un Paolo ostinato.
“Io ce la faccio!” cinguetta Giulia, nonostante sia finita esausta a terra 2 volte, nel tentativo di ricevere la palla.
Il coach Startseva inarca un sopracciglio scettico.
“Time-out! Ho sete!” dici e abbandoni il campo, per andare in panchina a recuperare la borraccia abbandonata lì insieme all’asciugamano.
Sigh, è quasi finita!
Le ultime gocce non servono che a inumidirti la lingua, ma approfitti della pausa per riprendere fiato. Sprofondi sulla panchina, respiri. I tuoi capelli color cenere, raccolti in una comoda coda da cavallo, ti sfiorano il fondo della schiena. Quasi ti penti di non averli tagliati un pochino primo della partenza.
Paolo ti raggiunge e si siede accanto a te.
“Scusa se prima te l’ho passata troppo bassa – dici, riferendoti alla mossa che non gli ha concesso di contrattaccare ma che ha poi permesso a Startseva di attaccare e di raggiungervi quando eravate sul 13 a 14 – è per quello che ci hanno annullato l’ultimo match-point!”
“Mhm – replica, non sembra arrabbiato, e poi ti rimbecca – a cosa pensi?”
Ridi, non ce la fai. Che testardo che è Paolo!
“Penso a come battere quei due sbruffoni!” rispondi, e i tuoi occhi non riescono a staccarsi da quei due in mezzo al campo.
E’ buffo Paolo, sai che è un buon amico. Ne avresti di cose da urlare al mondo, ma non puoi scoverchiare il vaso di Pandora con Paolo, o comunque non del tutto.
Intanto, i tuoi occhi non riescono a staccarsi da lì: Giulia chiacchiera con Startseva, lo guarda ammiccante e ride con un sorriso raggiante. Cielo, sembra proprio una gatta morta, se nella vostra squadra ci fosse uno Startseva fan club lei ne sarebbe capitana.
E lui cosa fa, Mister tutto d’un pezzo ? Arrossisce. Terrà anche gli occhi bassi, ma sembra lusingato.
“Ancora non lo sopporti?” ti punzecchia Paolo, dandoti una pacca sulla spalla.
Tu deglutisci e ti affretti a metterti sulla difensiva.
“E’ solo che non sopporto quelli come lui – dici, continuando ad osservare quell’uomo di due metri ridere insieme alla tua compagna – non pensa ad altro che alla faccia, alla sua preziosissima carriera…sempre pedante, sempre ombroso, sempre arrabbiato.”
“Stiamo ancora parlando di Gregor? Gregor Startseva? – replica Paolo, aggrottando un sopracciglio – se all’interno della Federazione c’è qualcuno ancora pulito, quello è sicuramente Gregor. Te lo assicuro!”
“Allora? – urla uno Startseva impaziente – si può sapere cosa avete da confabulare? Forza, o ci chiudono nel palazzetto!”
“Arriviamo – urla di rimando Paolo, prima di tornare a rivolgersi piano a te – non essere così severa con lui! La vita non gli ha sorriso molto!”
“E’ stato adottato?” domandi, cogliendo l’occasione di dar voce a un dubbio che ti accarezza da un po’.
“Si, ma non mi riferisco solo a quello. Ha avuto un periodo buio… e non sono così sicuro che ne sia completamente uscito!” lo dice a bassa voce, lasciandoti intendere che sta scucendo un brandello di un segreto che mai ti potrà rivelare.
Annuisce e comprendi che non riuscirai a estorcergli altro.
Vi alzate e raggiungete di nuovo la vostra metà campo. La palla è di Giulia.
La rossa batte a muro radente. Tu cerchi di allungarti, ma non riesci a raggiungere la palla.
“Grande, coach!” esulta Giulia, cercando gli occhi del vostro primo allenatore.
Lui non parla, sorride soltanto, e questo manda in bestia ancora di più Paolo.
“Questa è fortuna!” puntualizza stizzito il vostro secondo allenatore.
Giulia serve alto questa volta. Tu ricevi e Paolo contrattacca, per lui è diventata una questione di principio.
E’ buffo Paolo quando si impunta.
Startseva difende un grande attacco e poi, grazie a una buona alzata di Giulia, salta verso la rete e schiaccia una palla assolutamente imprendibile nella zona di conflitto tra te e Paolo.
L’uomo con il selvaggio codino castano accanto a te rimane in ginocchio folgorato, mentre la palla atterra sotto i suoi occhi.
“N… non ci credo…” balbetta incredulo.
“Aaaah!” è il gridolino di Giulia.
La rossa esulta e va a battere un cinque a Startseva, che si lascia andare silenziosamente all’esultanza per la vittoria.
A te, che fondamentalmente non fregava un fico secco di questa sfida, non resta che ignorare bellamente la scena.
“Grazie al cielo, ora sì che possiamo andare!” domandi.
Abbandoni un Paolo scioccato e ancora in ginocchio, recuperi borraccia e asciugamano e corri verso il corridoio. Giulia ti raggiunge correndo. Libera dall’elastico i suoi capelli rossi sottili e liscissimi, nonostante la copiosa sudata.
“Che sfida avvincente – ride ancora esaltata – Startseva mi ha raccontato che, quando giocavano nel campionato, la sua squadra non ha mai perso contro quella di Paolo, neanche una volta. È per questo che Paolo ancora non si rassegna ed è ossessionato dal riuscire a batterlo!”
“Tsk! – mormori tu, mentre entrate nello spogliatoio ormai deserto – e tu brava, Giulia, mi raccomando, fagli gonfiare ulteriormente il petto, come se non avesse già un ego smisurato!”
Lei scoppia a ridere deliziata.
“Credimi, gli farei gonfiare ben altro, qualcosa che sta un po’ più in basso del suo petto – risponde maliziosa, togliendosi la maglia e slacciandosi il reggiseno sportivo.
Scuoti la testa contrariata e ti senti avvampare per quell’uscita maliziosa, Giulia è fatta così, senza alcun freno inibitore.
Finite di spogliarvi in un lampo e, senza perdere tempo, andate verso le docce. Lei ammicca e ti dà una gomitata:
“Andiamo! Non vorrai mica farmi credere che non ti stuzzica neanche un po’ il nostro caldo allenatore
“Vorrai dire il nostro petulante allenatore – replichi duramente – no, al contrario, mi irrita!”
“Dovresti dargli un’occasione. Ti assicuro che, se solo imparassi a conoscerlo, ti accorgeresti che sotto quella corazza di ghiaccio si nasconde un uomo sensibile e assolutamente sexy!”
Alzi gli occhi al cielo e chiusi la tendina della doccia.
Giulia è incorreggibile, cara Lucia, ma tu sei proprio testarda!
***
***
****
Ciao,
scusate per l’attesa, ma è un periodo un po’ incasinato. Inoltre, ho impiegato molto tempo nella revisione del capitolo, soprattutto per le descrizioni del match. Spero di essere riuscita a renderlo piacevole.
Vi ringrazio per continuare a seguirmi, cercherò di aggiornare presto!
Alla prossima,
Japan_Lover < 3
   
 
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