Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: DhaevetralWarrior    29/10/2018    0 recensioni
Sono passati ormai diversi anni dalla sconfitta di Majin Bu, e sulla Terra vivono la pace e la prosperità. I nostri eroi hanno continuato ad allenarsi, pronti al'arrivo di un'eventuale nuova minaccia da debellare. Sembra tutto tranquillo sulla Terra, fino a quando, un giorno, succederanno diversi eventi, a cui ne susseguiranno altri, per cui i Guerrieri Z dovranno tornare a lottare. Tra vecchie e nuove conoscenze, i nostri eroi dovranno impegnarsi al massimo e migliorarsi sempre di più per poter proteggere non solo il loro amato pianeta, ma anche il regno dei morti, minacciato da una creatura spaventosa e potente. Riusciranno i nostri eroi a vincere anche questa volta? Beh, lo scopriremo presto!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2: SITUAZIONE DISPERATA

Dopo pochi attimi di silenzio e di penetranti sguardi, finalmente il mostro chiamato Rainbokiller decise di entrare in azione.
Inizialmente si ritrovò indeciso su chi sarebbe stato il suo primo bersaglio, ma dopo una veloce analisi si rese conto che il più vulnerabile tra i guerrieri era un piccolo umano con la pelle bianca come la neve, le guance rosse e gli occhi grandi e neri. Aveva un aspetto decisamente buffo, e a tratti quasi simpatico al mostro, che per un momento pensò di poterlo anche risparmiare. Ma poi si ricordo di una cosa che purtroppo non ci è dato ancora sapere, rimembrando che la sua unica missione era l’eliminazione totale dei Guerrieri Z. Di loro non doveva rimanere la più misera traccia, nemmeno il più insignificante capello. E quale modo migliore di partire se non combattendo contro il più piccolo, debole ed indifeso del gruppo? Ne avrebbe sicuramente viste delle belle, e di questo ne era assolutamente certo. 
 Scattò quindi alle spalle del piccolo terrestre, così velocemente che nessuno dei Guerrieri Z riuscì ad intravedere la sua figura fino a quando non si fermò. Riff si guardò ai lati, vedendo che le spine verdi del mostro erano posate accanto ai suoi piedi, e sembravano intente ad avvicinarsi a lui, con fare molto lento. Immediatamente, il piccolo terrestre si girò, ritrovandosi davanti l’impotente mostro, sorridente. Istantaneamente, Riff puntò un dito contro il mostro, chiudendo successivamente gli occhi. Dai suoi denti, che stringeva selvaggiamente come se stesse cercando di masticare un boccone piuttosto duro, e dalla sua espressione, si poté evincere un chiaro sforzo mentale e fisico del terrestre dalla bianca cute. Rainbokiller fu improvvisamente avvolto da una rosea aura, dalle spine della gobba a quelle che gli spuntavano dalla parte frontale, occupando tutto il perimetro di ogni singola parte del suo corpo. Inizialmente, Rainbokiller non fu per niente impressionato da quel gesto: Riff era di una potenza infima, se paragonata alla sua. Il suo potere psichico, di cui Rimbokiller era a conoscenza, non poteva in alcun modo nuocere al mostro arcobaleno, che ben conosceva i poteri psichici dell’umano; di conseguenza, sapeva che non potevano in alcun modo influire sull’esito di quello che lui ritenne quasi un complimento definire “scontro”. Ma quando provò a mostrare tutta la sua noncuranza per quel gesto con una risata, si trovo in difficoltà: aveva infatti difficoltà a contorcere la sua affilata bocca in modo da far fuoriuscire da essa delle risate. Era come se qualcosa facesse in modo che la sua bocca non potesse muoversi in alcun modo, forse per impedirgli di parlare, o forse per impedirgli di compiere qualsiasi movimento perfettamente. Provò allora a muovere i suoi artigli verso la testa di Riff, come per reclamarla. Inaspettatamente, però, non solo il suo braccio si muoveva con una velocità veramente bassa (provocandogli, per l’altro, profondi dolori), ma fu anche costretto a subirsi l’umiliazione di vedere un sorrisetto stamparsi sulla faccia di quell’umano così insignificante che aveva precedentemente sottovalutato.
“Videl, Chichi, Bulma, Signor e Signora Brief, scappate! C-18, ti prego va con loro, e porta con te la piccola Marron. Noi restiamo qui a vedercela con questo mostro” urlò Crilin, mentre la moglie gli diede una annoiata occhiata di assenso.
“Va bene. Seguitemi!” disse la cyborg, per poi incamminarsi lungo il percorso che avrebbe portato il gruppo affidatole da Crilin fuori dal quel posto infernale. 
“Ragazzi, non credo reggerò ancora a lungo! Vi pregò, fate quello che potete!” disse Riff, che nel frattempo sembrava essere in chiara difficoltà, vista la sempre maggiore facilità di movimento della bestia e i gemiti del terrestre. Purtroppo, i nostri eroi non ebbero il tempo di reagire e sfoderare i loro poteri che il mostro tirò un fortissimo urlo, che infranse la barriera rosa attorno a lui, facendo cadere a terra il bianco terrestre.
“Niente male, devo ammetterlo. Sei più forte di quanto pensassi. Ma purtroppo, nessuno di vuoi può nulla contro il sottoscritto!” sentenziò il mostro, uscito indenne dalla tecnica di Riff. Iniziò ad indicare con un artiglio tutti i Guerrieri Z, uno per uno, come se stesse decidendo chi attaccare per prossimo. Sfruttando quel momento di apparente calma in cui il mostro sembrava non porre troppa attenzione alle mosse dei guerrieri, Vegeta si trasformò nel Super Saiyan di Secondo Livello. Era molto infastidito dal comportamento del mostro, il quale sembrava poco sorpreso e per nulla spaventato dai guerrieri, poiché probabilmente li considerava degli avversari non alla sua altezza; inoltre, era ancora infuriato perché quel mostro aveva osato toccare la spalla della sua Bulma, e questo non glielo avrebbe perdonato mai in tutta la sua vita.  
Il principe si gettò a capofitto nella mischia, cercando di prendere l’avversario con un pugno destro al volo, dritto allo stomaco della bestia, che non sembrava essersi accorta dell’improvviso attacco del principe.
“Perfetto, non se n’è accorto! Dopo questo pugno, gliene darò così tanti che quando sarà a terra non avrà nemmeno il fiato per provare a dire le sue ultime parole! Sarà un gioco da ragazzi!” pensò il principe, quando ormai il suo pugno era praticamente in collisione con lo stomaco della creatura, che poco prima dell’impatto girò il volto verso Vegeta, accennando un maligno sorriso. Vegeta non diede pesò all’espressione della creatura, e si concentrò molto di più sul suo pugno, ormai vicino al toccare la pelle del mostro. Ma proprio nell’istante in cui il pugno avrebbe dovuto colpire la colorata cute, Vegeta si bloccò. Un fortissimo dolore si espanse per tutto il suo corpo, e sul suo volto si stampò un espressione di pura sofferenza, con la bocca spalancata, quasi impossibilitato a chiuderla. Si sentiva come paralizzato quando provò a inclinare la testa verso il basso, visto che ogni singolo movimento compiuto aveva una velocità di molto inferiore alla solita. Quando finalmente riuscì ad abbassare il capo, scoprì che la fonte di quei dolori era un pugno allo stomaco sferrato dalla creatura, che nel frattempo grugnì soddisfatto, mentre il principe dei Saiyan ritraeva il proprio braccio con cui aveva tentato di assaltare il mostro. Vegeta cadde all’indietro, accasciandosi violentemente a terra, contorcendosi dal dolore. Fu allora che, dal basso verso l’alto, poté vedere le facce di tutti i guerrieri: erano stupiti, impauriti.
“Il vostro amico è stato molto imprudente.  Se non volete finire come lui, vi consiglio di starvene impalati e reagire solo se ve ne do l’occasione. In fondo, volete vivere, o mi sbaglio? Peccato solo che oggi qualcuno di vuoi avrà un biglietto di sola andata per l’inferno. E mi riferisco a te, crapa pelata!” urlò la creatura. L’ultimo commento era diretto palesemente a Crlin, il quale, quando il mostro si girò verso di lui, si mise subito in posizione di combattimento, pronto a difendersi dall’imminente attacco del mostro. Rainbokiller diede nuovamente prova della sua gran velocità, caricando un potente Ki Blast nella mano destra, la stessa con cui aveva colpito il principe dei Saiyan, nel giro di pochi istanti. Lanciò dunque il colpo, mentre Crilin si preparava a schivarlo, visto che la differenza di potere tra lui e il mostro era abissale, e non sarebbe mai riuscito a respingere o a annullare quell’attacco. Inaspettatamente, però, il principe dei Saiyan scattò in piedi, con le mani sullo stomaco. Con uno scatto, si frappose fra Crilin e il colpo, facendo scudo con il suo corpo, incassando il colpo del nemico. Una piccola esplosione, una nube di fumo e poi il corpo di Vegeta che rispunta fuori dalla coltre. Il principe compì qualche passo, prima di cadere nuovamente a terra, questa volta ai piedi del terrestre che aveva salvato.
“Non farti strane idee. Sappi che c’è l’ho ancora con te per l’ordine che hai impartito alla mia Bulma, e non mi sono certo dimenticato di quell’altro accaduto! Considera questo gesto come atto della mia grande” provò a dire il principe, senza riuscirci, visto che il mostro multicolore gli saltò addosso con un veloce balzo, schiacciandolo con il suo peso. Per pochi istanti, Vegeta vide ancora il volto spaventato di Crilin, prima che la sua mente cedesse insieme al resto del corpo, facendolo svenire.
“Fuori uno! A quanto vedo, non siete poi così forti. Vi do un vantaggio: ora me ne starò fermo per un po’, e voi dovrete colpirmi senza sosta. E se il tempo non vi basta, potete anche farmi tenere fermo dal vostro amichetto coi poteri psichici” disse Rainbokiller, balzando all’indietro e lasciando a terra il corpo svenuto del nemico appena sconfitto. Si diede un veloce sguardo attorno, notando odio e angoscia in tutti i presenti, anche i due piccoli bambini Saiyan che poco prima lo avevano deriso. Chiuse quindi gli occhi, e in quel momento parve essere apparentemente immobile. Ciononostante, Riff, per precauzione, fece per bloccare il mostro. Purtroppo, come il bianco terrestre aveva sospettato, quella del mostro era un trappola per far abbassare la guardia a tutti i presenti. 
 Rainbokiller, infatti, con una velocità altissima, si recò da Riff, per poi colpirgli il mento con un calcio sinsitro, alzandolo da terra, per poi sbatterlo di nuovo sul terreno con colpendolo con il piede destro. Tensing, che si trovava vicino al suo bianco amico, non ebbe purtroppo il tempo per poter opporre alcuna resistenza. Il mostro gli afferrò la testa con la mano destra, mentre con la sinistra sparò una serie velocissima di Ki Blast arcobaleno, tutti diretti verso Crilin. I Ki Blast erano tutti perfettamente in linea tra di loro, per cui Crilin non riscontrò grandi difficoltà a schivarli scansandosi a destra. Nel contempo, Goten e Trunks si avvicinavano svolazzando verso il mostro trasformati in Super Saiyan, pronti per dimostrare che la loro tesi era esatta e che quel mostro di temibile aveva soltanto l’aspetto. Purtroppo, nessuno dei tre sapeva che il mostro aveva pianificato e previsto tutto. Mentre Tensing si divincolava cercando di uscire dalla potente presa del nemico, Rainbokiller si girò, osservando tutti i suoi avversari. Quindi, allungo il braccio destro, tenendo Tensing in bella vista. Questo non portò però i due piccoli Saiyan a frenare la loro avanzata, e quindi Rainbokiller dovette subito reagire con le maniere forti, cosa che avrebbe voluto posticipare il più possibile. In fondo, gli divertiva vedere come quei poveri umani cercavano disperatamente di resistergli. Era una visione a dir poco penosa, ridicola: il risultato di quella battaglia era già stato deciso, eppure quegli insulsi guerrieri speravano di poterlo cambiare con la loro forza di volontà. Che stolti.                                 
 Rainbokiller lanciò con forza Tensing addosso ai due Saiyan, che, all’impatto col corpo del tricolpe, caddero a terra insieme a lui. A quel punto, Rainbokiller decise di fare sul serio: iniziò a mitragliare di Ki Blast tutti i presenti, compresi Goku,  Gohan e Junior, che per il momento non avevano ancora agito durante tutta la durata dello scontro. Rainbokiller iniziò a girarsi da tutte le parti, continuando a sparare i suoi colpi energetici color arcobaleno, colpendo anche gli esanimi Riff e Vegeta. Una enorme nube di fumo si alzò, oscurando totalmente la vista di Rainbokiller, che continuò però a sparare, guidato dalla pura voglia di vedere i suoi nemici a terra, sconfitti e deboli. Dalla nube, poteva udire gemiti acuti, probabilmente provenienti dalle bocche dei due piccoli Saiyan, insieme anche a urli di puro dolore, sicuramente dei due terrestri ancora in piedi. Continuò per un po’ di tempo, fino a quando decise di averne abbastanza. Cesso la raffica, e a poco a poco la nube iniziò a diradarsi, dando a Rainbokiller una perfetta visione di ciò che aveva fatto: diversi alberi erano a terra, con le foglie bruciacchiate o completamente assenti; i detriti del macigno erano sparsi un po’ da tutte le parti, siccome nemmeno l’imponente roccia che ostruiva il bivio era sopravvissuta a quella mitragliata; il terreno era stato compresso notevolmente dalla scarica di colpi, risultando quindi più basso. Ma ciò che gli dava più soddisfazione vedere erano i corpi senza forze di Trunks, Goten, Tensing e Crilin. Le loro divise da combattimento erano lacerate e con vari strappi, e i piccoli Saiyan erano tornati nello stadio base, tanto doveva essere stata potente la raffica. Notò tuttavia che tre aure erano ancora ben percepibili, e sembravano essere volate in cielo, al sicuro dal bombardamento appena compiuto. Rainbokiller alzò lo sguardo, e vide Goku, Gohan e Junior uno acconto all’altro, troneggianti sulla nube. Sebbene gli fosse chiaro che tutti e tre fossero particolarmente preoccupati, riuscì a distinguere dai loro volti emozioni molto diverse: Goku accennava ad un sorriso, come se fosse impressionato dalla forza del mostro e non vedesse l’ora di confrontarsi con lui; Gohan pareva essere molto frustrato, e quasi sicuramente anch’egli avrebbe voluto confrontarsi al più presto con la creatura, anche se i suoi intenti sarebbero stati molto diversi da quelli di Goku; Junior sembrava molto preoccupato, forse per la forza di Rainbokiller, forse per quella serie di strani eventi uno dopo l’altro: prima Nappa, poi il mostro arcobaleno… erano tutte coincidenze troppo strane per essere davvero casuali. Rainbokiller li osservò beffardo. 
 “E questo non è niente!”                           

*

Mentre infuriava la battaglia tra i Guerrieri Z e Rainbokiller, un essere dalla pelle rosa e con una corporatura grossa vagava nella foresta ai piedi della montagna, accompagnato da un cagnolino e da un uomo in pigiama. 
“Riesci a percepire ancora la sua aura?” chiese Mr.Satan, rivolgendo il suo sguardo alla montagna, e più precisamente alla fitta nube che si era alzata qualche secondo prima, e che in quel momento si stava man mano diradando sempre di più. Era visibilmente preoccupato, e a Majin Bu bastò guardarlo un secondo per capire ciò che in quel momento turbava la sua mente.
“Sei preoccupato per tua figlia, non è vero?” gli chiese il mostro rosa con il suo solito tono premuroso, che era solita a riservare soltanto a Mr.Satan. Il terrestre lo guardò, e Majin Bu poté notare che il suo viso era impegnato in un goffo tentativo di nascondere le sue preoccupazioni, forse per non appesantire le responsabilità di cui Bu si era fatto carico quella stessa mattina. Il demone rosa si avvicino a Mr.Satan, toccandogli le spalle. Mr.Satan squadrò per bene il volto dell’amico, notando che esso traspariva una serietà che proprio non si addiceva ad uno come Majin Bu.
“Non voglio che tu ti preoccupi. Se quei mostri ricompaiono, io lo trasformerò in cioccolatini e li mangerò insieme a te. E se proveranno ad attaccare tua figlia, sarò ancora più felice di occuparmi di loro” lo rassicurò il mostro rosa, per poi togliergli le mani dalle spalle e sorridergli. 
“Io devo proteggerti, altrimenti non mi sarei mai allenato così duramente per tutti questi anni. Vinceremo, stai tranquillo" gli disse, per poi voltargli le spalle.
“Avanti, proseguiamo. L’aura è ancora sulla montagna, insieme a quelle di Goku, Gohan e Junior. Dobbiamo sbrigarci, altrimenti per loro potrebbe davvero essere la fine!” disse il mostro, incamminandosi nuovamente. Mr.Satan lo segui, insieme al cagnolino. I tre proseguirono, guardandosi reciprocamente le spalle, ma apparentemente nessuno sembrava esser presente nei dintorni. La foresta era calma. Così calma che Mr.Satan cominciò spontaneamente a credere di essere in pericolo. Aveva come la sensazione che qualcuno li stesse osservando da lontano, e che stesse progettando un agguato per farli fuori. Iniziò anche a sentire dei fruscii, probabilmente opera della suggestione, che sembravano a dir poco reali. Come se qualcuno fosse realmente nascosto da qualche parte e non aspettasse altro se non il momento adatto per attaccare. Majin Bu non sembrava essersi reso conto dei rumori, anche perché erano brevi e non si susseguivano con una velocità frequente. Il cane sembrava invece molto attento all’ambiente, e spesso girava il capo nell’esatto direzione da cui sembravano provenire i fruscii. Satan iniziò a credere che anche il cane sentisse quei sinistri rumori, che nel frattempo sembravano più intensi. Mr.Satan li ascoltò per bene, capendo che quelli che sentiva in quel momento erano gli stessi identici suoni uditi fino ad allora. E sembravano più intensi perché qualcuno o qualcosa era molto vicino a loro. Il suono comincio anche a diventare più veloce, quasi come se quel qualcosa cercasse di confonderli, tesi avvalorata dal fatto che ora i fruscii sembrava provenire da molteplici direzioni, tanto che finalmente anche Bu iniziò a guardarsi intorno. I tre  camminava con un passo sempre più lento, fino a quando non si fermarono, nell’esatto momento in cui i fruscii terminarono. Istanti di silenzio. Poi il subentrare di un nuovo rumore, questa volta forte fin dall’inizio. Sembrava provocato da qualcosa di roccioso, situato proprio davanti a loro, in continuo movimento. Il cane iniziò ad abbaiare, mentre Bu si mise davanti ai suoi due compagni di viaggio, intenzionato a proteggerli.
La terra tremava, così come gli alberi sopra di essa. Una serie di tonfi incessanti senza sosta. La paura di Satan crebbe in modo esponenziale, così come aumentava sempre più l’evidenza del suono roccioso: stava arrivando. Scrutando tra gli alberi, Mr.Satan notò una roccia che rotolava ad un alta velocità, travolgendo tutto ciò che gli capitasse a tiro. Era lei l’artefice di quel forte suono. Satan alzò lo sguardo, rabbrividendo: la roccia era così grande che sormontava gli alberi, e niente sembrava poterla fermare. Satan ricollegò immediatamente quell’avvenimento con l’accaduto mattutino, cosa che gli fece rivalutare la pericolosità della roccia: Majin Bu avrebbe potuto ridurla in frantumi con un solo pugno, quindi non c’era nulla di cui preoccuparsi. I veri problemi sarebbero sorti quando quegli immondi esseri sarebbero usciti allo scoperto, pronti a reclamare la vittoria dopo la miserabile sconfitta subita in mattinata. Nel bel mezzo delle sue riflessioni, Satan aveva abbassato la testa, cosa che gli permise di vedere un enorme ombra, che sovrastò improvvisamente la sua. Capì cosa stava succedendo.
“Adesso ci pensò io!” disse Bu, per poi tendere la mano destra in avanti. Appena questa entrò in contatto con il possente macigno, esso frenò bruscamente, provocando un piccolo terremoto dalla infima potenza, quasi impercettibile.
“Congratulazioni! Sei davvero in forma, lardoso rosa!” disse una tetra voce alle loro spalle. Il gruppetto di girò, e i timori di Satan divennero realtà.
Davanti a loro, si palesò un mostro dall’aspetto praticamente uguale a quello di Rainbokiller  prima della mutazione, con le sole eccezioni del colore degli occhi e del corpo: aveva infatti gli occhi bianchi, mentre il resto del corpo era di un nero pece. Poteva sembrare temibile dall’aspetto, ma tutto sommato la sua forza non era davvero niente di che, tanto che a Majin Bu sarebbe bastato un solo colpo per stenderlo. Erano le sue abilità, che Bu conosceva molto bene, a renderlo un avversario molto tosto, cosa rafforzata dal fatto che… non era un singolo individuo. In quell’esatto momento, decine e decine di risate si alzarono dalla boscaglia, e decine e decine di mostri come quello uscirono allo scoperto, tutti uguali, tutti sorridenti. Tutti con un solo obbiettivo: catturare Majin Bu. 
“La scorsa volta avete ucciso i nostri fratelli, ma badate bene, stolti: erano solo in venti. Noi invece siamo sessanta, un numero troppo grande anche per te, brutto panzone!” disse uno dei mostri, un po’ più grosso rispetto agli altri e con la voce più cupa, come ad evidenziare il fatto che fosse il capo di quel gruppo di bestie pronte ad agire. Le creature non vedevano infatti l’ora di combattere, e anche se la maggior parte di loro aveva gli occhi fissi su Bu, alcun osservavano con interesse Mr. Satan e il cagnolino: erano prede facili, sfuggite ai loro fratelli morti, ma che questa volta non avrebbero fatto una bella fine. Era facile e divertente! Gli sarebbe bastato anche un solo piccolo Ki Blast per ridurli in polvere, cosa che avrebbero fatto volentieri, se non fosse stato per l’ordine impartitogli poco dopo dal loro capo.
“Non pensate né al cane né all’uomo: lasciateli anche scappare! Ci interessa soltanto il grassone, e poi non abbiamo bisogno di usare nessuno come ostaggio. Possiamo fare tutto da soli” ordinò la creatura. Majin Bu si girò per un attimo verso Mr.Satan, facendogli cenno con il capo di scappare. Mr.Satan per un attimo fu titubante: non voleva lasciare Bu solo, non dopo quello che avevano tentato di fargli quei mostri. Ma purtroppo, sapeva di non poter avere alcuna utilità in quella circostanza, e anzi, sarebbe stato solo d’impiccio. Mentre il cane abbaiava verso i mostri in nero, Mr.Satan lo prese in braccio, per poi aggirare il masso passando tra gli alberi. Da lì poté vedere che dove il masso era passato molti alberi erano caduti, l’erba era scomparsa e diversi tronchi erano presenti qua e là, cosa che avrebbe impedito a Mr.Satan di percorrere quella strada. Continuò quindi a camminare in mezzo agli alberi, voltandosi frequentemente. Ma a parte urli di battaglia, dietro di lui non riusciva ad  intravedere più niente: Majin Bu era già scomparso dalla sua vista. Speranzoso nelle capacità di Bu, Mr.Satan continuò a correre, senza avere la minima intenzione di fermarsi nemmeno per un singolo istante.

*

Nel frattempo, da tutt’altra parte, C-18 stava guidando il gruppo affidatole da Crilin, pur non avendo una vera e propria meta prestabilita. La tensione fra i componenti era grandissima, tanto da spingere Muten a tenersi a debita distanza dal gruppo, per ragionare meglio sui numerosi eventi accaduti in così poco tempo. Non era troppo preoccupato per quel mostro arcobaleno che li aveva sorpresi improvvisamente, vista la sua grande fiducia nei Guerrieri Z, quanto più per l’eventualità che sopra quella bestia ci fosse qualcun altro. E se quel qualcun altro fosse anch’esso una semplice pedina di un qualcuno di ancora più potente, intenzionato a conquistare la Terra oppure distruggerla completamente? Non poteva ancora averne la certezza, ma era fermamente convinto che la verità era proprio dietro l’angolo, mentre aspettava che qualcuno riuscisse a trovarla. Era così preso dai suoi pensieri che si era quasi dimenticato di essere con altre sette persone, anch’esse immerse nelle loro menti. Bulma era preoccupato molto più per la sorte dei guerrieri  piuttosto che ad un eventuale ulteriore minaccia. In particolare, era molto in pensiero per Trunks e Vegeta, essendo uno suo figlio e l’altro suo marito, avendo quindi un valore affettivo decisamente superiore rispetto agli altri guerrieri. Era comunque molto preoccupata anche per Goku, poiché era certa che sarebbe stato colui che avrebbe combattuto più di tutti, essendo in quel momento il più forte sulla terra. Gli sarebbe potuto succedere di tutto, sarebbe anche potuto morire. Era un suo caro amico, e la sua morte, oltre ad essere qualcosa che avrebbe moralmente devastato tutti, avrebbe anche privato la Terra del suo più forte guerriero, che più di una volta l’aveva protetta dalle innumerevoli minacce giunte sul pianeta. Al contrario di Bulma, invece, Chichi non era molto preoccupata per Goku, nonostante fosse suo marito, quanto per i suoi due figli: Goten e Gohan non erano al livello di Vegeta o Goku, ed erano quindi molto più vulnerabili dei due Saiyan purosangue. Il suo istinto di madre le diceva di tornare indietro, di portare con sé i suoi figli, di allontanarli da quel posto. Il timore di quello che le sarebbe potuto succedere, però, la faceva restare in bilico: andare dai propri figli o salvarsi la pelle (ben sapendo che probabilmente i due mezzi-saiyan avrebbero preferito la seconda opzione)? Pensieri simili alleggiavano nella mente di Videl, anche se diretti principalmente a Gohan, cosa naturale, essendo sua consorte. C-18, da fuori, sembrava fredda e senza alcun particolare timore, ma in verità era molto in pensiero per Crilin: suo marito non era al livello dei guerrieri Saiyan, e probabilmente non avrebbe avuto alcuna speranza contro quel mostro. Ma nonostante fosse molto impaurita per quello che gli sarebbe potuto succedere, cercava di non farlo a vedere, come invece faceva la piccola Marron, preoccupata anch’essa delle sorti del padre. C-18 era la più forte tra i presenti, e quindi era suo compito proteggere il gruppo. Non poteva mostrarsi timorosa, per evitare che il panico salisse alle stelle in ognuno di loro.
“Fermiamoci” disse improvvisamente il Signor Brief, interrompendo tutto il gruppo dalle loro riflessioni individuali. Il Signor Brief e la Signora Brief erano infatti rimasti vigili per tutto il tempo, prestando molta attenzione ad ogni singolo rumore o cosa nei dintorni e mettendo in secondo piano le loro riflessioni personali. Già da qualche minuto avevano potuto udire dei confusi e brevi rumori, simili a fruscii molto veloci, al contrario del resto del gruppo, distratti dai loro pensieri. Adesso, però, quei rumori si facevano sempre più evidenti, come se qualcosa o qualcuno li stesse venendo a prendere. Per un attimo ci fu silenzio, e i componenti del gruppo, esclusa C-18, si scambiarono rapidamente gli sguardi, come in un vano tentativo di cercare conforto. Ed eccolo spuntare dalla chioma di un albero. Nero come la pece, terrificante come il buio.   
“Se pensavate che Rainbokiller fosse l’unica vostra preoccupazione, vi sbagliavate di grosso. Anche io posso rappresentare un pericolo” disse la creatura, e immediatamente il gruppo la ricollego al mostro arcobaleno visto sulla montagna, visto che il so aspetto era praticamente uguale a quello di Rainbokiller, escluso il fatto che la sua cute era totalmente nera e che gli occhi erano di colore bianco.                                                                                                             
 
“Che c’è? Non parlate? Non avete la lingua? Oh, adesso vedrete come parlerete!” li provocò il mostro. Un profondo odio pervase tutti i componenti del gruppo, che non gradivano affatto la presunzione di quella tenebrosa creatura.   
 
“Vediamo… da cosa posso iniziare… ah giusto. Parliamo del ragazzino con i capelli viola e del padre. Sappiate solo che quei due non stanno facendo una bella fine. Beh, c’era d’aspettarselo: sono solo due scimmioni senza cervello, la cui vita può essere spezzata anche da una misera folata di vento” disse il mostro, utilizzando un tono poetico nell’ultima frase, come per rendere più fastidiosa la provocazione. Bulma fu particolarmente colpita da quelle parole, tanto che tentò di avvicinarsi al mostro, mentre il suo odio verso quella creatura cresceva.  Fu però fermata da Videl, che le sbarrò la strada con un braccio. Le due si guardarono per un po’, entrambe furiose per il comportamento del mostro, che pochi attimi dopo, stuzzicato dal visto particolarmente arrabbiato della moglie di Gohan, continuò le sue provocazioni. 
 “Ah, cara Videl, è un vero peccato che per preoccupati di quello scansafatiche di tuo marito non hai pensato al tuo povero papà! Te lo sei dimenticato appena arrivata alla festa, ritenendo più importante consolare il tuo povero maritino! Che pena!” commentò acidamente il mostro, con il solito modo di fare simil-poetico. Chichi, furiosa per gli insulti rivolti al suo Gohan, si preparò per avventarsi sulla creatura, pronta per fargliela pagare.
“Come sai il mio nome?” chiese Videl, mentre la sua espressione mutava. Sembrava quasi intontita dalle parole del mostro: sembrava conoscerla, e non solo di nome. Gli aveva anche citato un evento accaduto molto recentemente, di cui soltanto lei e Gohan erano a conoscenza. Il gruppo guardò Videl, tutti con la faccia stupefatta, esclusa C-18. Era fin troppo strano che quel mostro potesse conoscere il nome di un individuo che non aveva mai incontrato in vita sua, e tantomeno non poteva sapere cosa accadeva nella vita di quell’essere. Subito molte domande sorsero nelle menti dei presenti, fino a quando Bulma non decise di intervenire e porre lei il primo quesito, diretto a Videl.
"Ora che ci faccio caso, Mr.Satan non era presente, così come Majin Bu, nonostante li avessimo invitati. Sai per caso che fine hanno fatto, Videl?” le chiese Bulma, ricevendo una risposta quasi istantanea dalla donna.
“Beh... mio padre, ieri sera, mi aveva detto che non sarebbe potuto venire, poiché aveva un affare da sbrigare con Majin Bu. Da quel momento, non li ho più visti, e questa mattina mi ero quasi dimenticata di loro” rivelò la donna, tenendo gli occhi fissi sulla nera creatura, pronta per porgli diverse domande che le attanagliavano la testa. E mentre si preparava a formulare una di queste domande, un nuovo interrogativo gli balenò in mente: quel mostro sapeva che Mr.Satan non era venuto alla festa. E se per caso fosse stato lui il responsabile della sua assenza? E se per caso avesse fatto del male a suo padre? Immediatamente, quella domanda prese importanza rispetto a tutte le altre. Le sorti di suo padre erano ben più importanti di capire il perché quel mostro sapesse il suo nome e conoscesse gli eventi della sua vita. 
“Cosa hai fatto a mio padre!? Sei stato tu, dì la verità!” gli chiese Videl. Il mostro non ci pensò due volte, e iniziò a raccontare quanto successo.                                                                                                                                                      
“Vedi, carissima, ieri sera i miei fratelli sono comparsi al tuo caro paparino…” 
“I tuoi fratelli?” lo interruppe Videl, disgustata dall’idea che potessero esistere altri mostri come quello.
“Grazie per l’interruzione” la “ringraziò” il mostro, per poi riprendere il suo racconto ignorando totalmente la faccia contrariata della donna.
  “Come vi dicevo, i miei fratelli sono comparsi al tuo caro paparino sottoforma di voci, che soltanto lui e quella palla di lardo rosa potevano percepire. Abbiamo avuto così l’immenso piacere di chiacchierare un po’ con quei due idioti. Devo ammettere che in fin dei conti, per quanto due creature assolutamente orripilanti ed inferiori, erano piuttosto simpatici. Non come certe crape pelate con tre occhi” a questo punto, il mostro si interruppe volontariamente, per vedere se le sue volontarie frecciatine verso Tensing avevano scaturito gli effetti sperati. Compiaciuto, vide per la prima volta un lieve rancore nella faccia di C-18, causato dalla troppa saccenza, mentre i volti degli altri sembravano meno arrabbiati, tranne quello di Videl, furiosa per gli insulti rivolti a suo padre. Stava per controbattere, ma il mostro le fece di no con un artiglio, per poi guardare tutti i presenti con un aria soddisfatta, aumentando la loro irritazione. Riprese allora il racconto.
 “Hanno stretto un accordo con quei due, che prevedeva la loro presenza in tarda sera nel cielo della Città dell’Ovest. In cambio, nessuno si sarebbe fatto male. Così, uno dei miei fratelli, confondendosi con il buio della notte, è andato a prenderli e lì a trasportati in questa foresta, molto lontano dalla montagna da cui siete venuti. Devo ammettere che sono stati molto furbi a celare la loro presenza: sono volati così in alto che nemmeno la più alta luce della città riusciva a raggiungerli. Un ottimo piano, insomma” concluse il mostro, per poi fermarsi nuovamente.
“Non me la bevo! Avete fatto qualcosa a mio padre, ne sono certa!” entrò Videl, sfruttando il momento di pausa del mostro. La sua irrefrenabile voglia di andargli addosso cresceva sempre di più, insieme alla orribile consapevolezza di non essere nessuno in confronto a quel mostro, e che questi l’avrebbe già uccisa, se solo avesse voluto.
 “Oh, mi dispiace. Come posso farmi perdonare? Dicendoti che quel verme rosa si era nascosto volontariamente nel buio, per cogliere un agguato al mio caro fratello? Dicendoti quali atrocità ha commesso quel maledetto demone, uccidendo venti miei fratelli? Vuoi per caso…” ma prima che potesse finire la frase, il demone si ritrovò improvvisamente un buco nello stomaco. Una piccola esplosione, rumore di un tronco che cadeva, la vista che gli si annebbiava. Il tonfo del suo corpo, e poi il nero assoluto. C-18 ritrasse il braccio, soddisfatta dal lavoro compiuto dal suo Ki Blast. Il gruppo tirò un profondo sospiro di sollievo. 
“Sei stata grande, C-18” si congratulò Videl, mentre la piccola Marron esultava, felice per la vittoria della sua mamma. 
  A quel punto, il gruppo proseguì lungo il suo tragitto, ma dopo un po’ tutti decisero di fermarsi, per riprendere fiato e cercare di tranquillizzarsi, essendo ancora più scossi dalla discussione avuta poco prima con il mostro. Ma non era facile, in particolare per Videl e Bulma, che sembravano le più turbate del gruppo. Vedendo la strana espressione della figlia, il Signor Brief le si avvicino. Bulma era seduta accanto ad un albero, ed era intenta a sistemarsi i capelli, che durante la fuga erano stati arruffati dal vento. Il padre capì subito che il comportamento della figlia era soltanto un modo per non pensare a Vegeta e a Trunks, per i quali era terribilmente il pensiero.                                                                    
 
“C’è forse qualcosa che ti turba, cara?” le chiese con calma.   
“No, niente. Tranquillo. È solo che sono un po’ stressata per tutti questi avvenimenti, ma per il resto sto apposto. Devo soltanto riprendermi” disse seccamente, ma il padre capì al volo che la figlia non le stava confidando la verità.
 “So che sei molto preoccupata per Trunks e Vegeta, lo siamo un po’ tutti. So che è brutto pensare di averli lasciati soli con quel mostro ed essere fuggiti via. Ma non potevano fare altro. Saremmo stati soltanto di impiccio. E poi vedrai che se la caveranno, perché…” cercò di dire il Signor Brief, venendo però fermato dallo scatto improvviso della faccia della figlia verso di lui. Le sue parole non sembravano aver fatto ragionare Bulma, al contrario, pareva essere piuttosto infastidita.
 “E tu cosa ne vuoi sapere? Se credi che delle semplici parole bastino a tranquillizzarmi, ti sbagli! Davvero, è stata una pessima idea fuggire! Siamo all’oscuro di tutto ciò che succede su quella montagna. Alcuni dei nostri potrebbero già essere morti, ma tu dai per scontato che siano vivi senza vedere. Vuoi per caso che ti ricordi quante perdite abbiamo subito contro Majin Bu, o di quante volte Goku, Gohan, Junior o qualsiasi altro guerriero sia stato vicino alla morte, scampandole per un soffio? Non eravamo per niente pronti ad una nuova minaccia, e nonostante sapessimo nel profondo che la pace non sarebbe stata eterna, ci eravamo illusi che tutto fosse finito! E adesso, oltre ad essere impotenti, non sappiamo nemmeno che fine faranno i nostri cari! Dobbiamo andare da loro! So che non serviremo a molto, ma secondo me è la cosa più giusta da fare!” disse tutto d’un fiato la donna, e quando il padre cercò di controbattere, Chichi si intromise nel loro discorso. 
“Io sono d’accordo con Bulma! Sono le persone a cui teniamo di più al mondo, non possiamo lasciare da sole! Siamo scappati come conigli, e tutto questo per colpa delle nostre stupide paure! Lo sapevo, non avremmo mai dovuto ascoltare Crilin! Adesso per colpa sua” ma Chichi non fece in tempo a concludere che una C-18 più furiosa che mai decise di intromettersi anch’essa, con lo scopo di scagionare il marito dalle accuse di una persona che a suo parere doveva soltanto essergli grata. 
 “Crilin l’ha fatto per il nostro bene, non puoi accusarlo di colpe che non ha! Inoltre, non fare tanto la finta preoccupata: sappiamo tutti che te ne importa soltanto di Goten e Gohan!” esclamò la cyborg, arrivando a spaventare la piccola Marron per via del tono alto utilizzato.
“Mi sembra naturale! Tu parteggi per Crilin solo perché è tuo marito, e io parteggio per Goten e Gohan perché sono miei figli! Tu tua figlia c’è l’hai qui con te, mentre io temo il peggio per i miei figli, di cui non mi è nemmeno dato sapere che fine hanno fatto! Ti rendi conto come mi sento?” rispose rabbiosamente Chichi, ma prima che la faida potesse continuare, ci pensò Videl a mettere a posto la situazione. 
“State tutti litigando per delle ragioni inutili! Per il momento dobbiamo pensare a metterci al sicuro! Anch’io sono preoccupata per Gohan, ma so che lui, come tutti gli altri, preferirebbe sapere che i suoi amici e cari sono al sicuro, piuttosto che con lui, e con quel mostro orribile. So che è terribile non poter sapere come stanno, ma dobbiamo avere fiducia in loro. Se si sono allenati così a lungo, un motivo ci sarà!” disse, per poi fermarsi a riprendere fiato dopo quella dura lavata di capo, che sembrava aver calmato gli animi, anche se Chichi e C-18 si scambiarono comunque un’occhiataccia l’una con l’altra. 
Passarono diversi interminabili minuti di puro silenzio, ma la situazione non sembrava migliorare. Il discorso di Videl non era bastato per rassicurare Bulma e Chichi, e non aveva di certo risolto il dibattito tra Chichi e C-18,  che si teneva a debita distanza l’una dall’altra. L’unico che davvero sembrava calmo e rilassato era Muten, che in quel momento era seduto poco lontano dal gruppo, intento ad ammirare il monte sovrastante. Trovò assurdo il pensare che poco prima quel monte era stato teatro di un evento così felice come una festa, per poi diventare scenario dell’ennesimo confronto tra le forze del bene e quelle del male. Ma nella sua testa non c’era alcun dubbio sul fatto che quella battaglia si sarebbe conclusa con la vittoria dei Guerrieri Z: il discorso di Videl aveva avuto su di lui un effetto decisamente positivo, ed iniziò ad avere ancora più fiducia nei guerrieri di quanta non ne avesse avuta prima. Era un vero peccato, secondo lui, che nessuno sembrasse covare cotanta certezza nelle capacità di quegli incredibili combattenti, pensiero destinato però a smontarsi durante il dialogo che ebbe con il Signor Brief, che gli si avvicino, gli sedette accanto e contemplò insieme a lui l’imponenza del monte.  
“Sei preoccupato? Ti vedo un po’ pensieroso” gli chiese il Signor Brief. 
“No, per niente. È solo che fa uno strano effetto passare da una situazione perfettamente nella norma all’avvento di una minaccia, un po’ come successo per Majin Bu, anche se in questo caso nessun essere superiore è qui per spiegarci cosa stia accadendo” disse Muten, iniziando a guardare in viso il proprio interlocutore, che sorridendo allegramente, gli rispose.                                                                              
 
“Oh, quanto hai ragione. Doveva essere una giornata grandiosa. E invece è degenerata in un qualcosa di terribile. Non puoi nemmeno immaginare la felicità di Bulma stamattina. Mi ha svegliato alle tre del mattino, ed io, ancora mezzo assonnato, pensavo che fosse una giornata come le altre, ed è per questo che indosso il camice: siamo partiti così presto che non ho fatto in tempo a mettere qualcosa di più elegante. Almeno mi consola sapere che c’è qualcun altro che non ha pensato a mettersi qualcosa di particolarmente forbito addosso per questo speciale evento” disse il Signor Brief, ridacchiando tra sé e sé. Muten capì che l’ultima frase era riferita al vestiario del vecchietto, che comprendeva la sua tipica camicia arancione e i suoi classici pantaloni blu. Accennò anch’egli un sorriso, per poi rivolgere nuovamente lo sguardo alla montagna. 
 “Ad esser sincero, non ho proprio preso in considerazione di mettermi qualcosa che mi rendesse quantomeno presentabile ad una festa. E poi non siamo mica gli unici a non essersi vestiti elegantemente: anche Vegeta, Junior, Goku, Crilin, e parzialmente anche Tensing, sono venuti con gli abiti che utilizzano durante i combattimenti" disse Muten seccamente, come se avesse parlato con l’unico scopo di allungare quel discorso e non sembrare scortese al Signor Brief, ignorando totalmente le sue affermazioni. I suoi pensieri erano rivolti verso tutt’altra parte, e il Signor Brief ci mise poco a capirlo. Si alzò, per poi osservare anch’egli il maestoso monte.                                                               
“Dobbiamo avere fiducia in quei guerrieri. Non dobbiamo temere il peggio ricordando le vecchie esperienze. Dobbiamo credere in loro. Saranno la nostra salvezza. Ne sono certo. Adesso ti lasciò ai tuoi pensieri. È stato davvero un piacere parlare con te. A dopo” concluse il padre di Bulma, per poi girarsi ed incamminarsi verso il gruppo. 
“Finalmente qualcuno che la pensa come me e Videl. Ci stiamo spaventando per nulla. Sono in gamba, se la caveranno. Il destino della Terra dipende tutto da voi. Buona fortuna, Guerrieri Z, e in particolare a te, Son Goku!“ riflettè Muten, felice che i pensieri del Signor Brief combaciassero con i suoi. Rimase dunque a fissare la montagna, immergendosi nuovamente in quel fiume in piena che era il suo cervello, fino a quando non iniziò a sentire dei sinistri rumori provenire dalla foresta. Abbassò lo sguardo, e scorse tra gli alberi una figura che teneva qualcosa di molto grosso in braccio. Sembrava essere una persona. La figura non sembrava averlo notato, ed era per l’altro abbastanza distante da loro, ma osservandone la sagoma, Muten capì al volo che si trattava di un mostro identico a quello incontrato precedentemente. E questa sua teoria gli fu confermata quando la creatura si girò verso di lui, guardandolo con i suoi penetranti occhi bianchi, per poi scappare, in modo molto goffo. Muten trovò piuttosto strano il fatto che quella temibile bestia camminasse in modo così sgraziato, ma non ci rifletté molto. Quella cosa aveva qualcuno tra le sue viscide braccia, e non sembrava per nulla essere un altro esemplare della sua specie. Capì che dovevano intervenire all’istante: non osava nemmeno immaginare ciò che quel mostro avrebbe potuto fare alla sua povera vittima, sempre se quel tizio non fosse già stato bellamente ucciso. Scattò in piedi, con un tale forza che tutti lo notarono, rivolgendogli lo sguardo. Si girò e poi parlò. 
“Tra gli alberi c’è un altro di quei cosi! Ha qualcuno tra le braccia, e sembra essere un umano! Se non facciamo qualcosa, quel tipo ci rimetterà le penne! Seguitemi ed inseguiamolo!” urlò Muten, per poi girarsi nuovamente, pronto ad iniziare l’inseguimento. Tutti annuirono all’unisono, per poi partine simultaneamente al vecchio. La corsa per prendere quel mostro era appena iniziata.
 L’inseguimento non si rivelò facile, fin dall’inizio: quella cosa, per quanto goffa e dai passi pesanti ed evidenti, che guidavano il gruppo sulle sue tracce, era davvero veloce, e spesso il gruppo si era trovato a vagare a vuoto per diversi minuti, visto che il mostro riusciva a seminarli con relativa facilità. Non sembrava però intenzionato a distanziarsi troppo dal gruppo, come se si stesse prendensi gioco di loro: ogni tanto, infatti, si fermava, concedendo un po’ di tempo agli inseguitori, per poi rincominciare a correre mentre questi erano ormai vicini a prenderlo. Questo comportamento dava parecchio fastidio a C-18, tentatissima di sparare un potente colpo contro quel mostro, facendogli fare la stessa fine dell’altra creatura. Per fortuna, ci pensò Muten ad ammonirla, dicendole che avrebbe potuto colpire anche la persona che quel mostro portava con sé, e C-18 ubbidì, seppur con evidente seccatura. Le forze della congrega si prosciugavano sempre di più, essendo tutti costretti a correre molto velocemente, per cercare di tenere sempre d’occhio la sfuggente creatura, che pareva diventare sempre più veloce. 
 “Maledizione! Se quel coso non rallenta, non lo prenderemo mai!” esclamò Videl, che ardeva al pensiero di scoprire l’identità di quell’uomo, sospettando potesse essere suo padre. Era proprio questo pensiero che le aveva permesso di correre con una velocità costante nonostante l’immensa stanchezza del suo corpo. Le sue preghiere si avverarono nel giro di pochi secondi. I passi del mostro iniziarono ad essere meno pesanti e si presentavano in minore intensità, fino a cessare. Il gruppo raggiunse il punto esatto dove il mostro si era fermato. Il gruppo rallentò, tranne Videl, che, intenzionata a rivedere al più presto il padre, continuò a correre, seppur più lentamente. Infine, arrivò, ma quello che le si parò davanti fu per lei e per tutto il gruppo inaspettato: accanto ad uomo in pigiama, seduto sulla schiena di quest’ultimo, c’era un grasso maiale con camicia bianca, delle nere bretelle e un pantalone verde pieno di lacerazioni. Gli spacchi del pantalone lasciavano spazio alla carne del maiale, anch’essa con evidenti segni di tagli. Il maiale affannò per un po’ ad occhi chiusi, poi li aprì. Tirò quindi un profondo sospiro di sollievo. 
“Oscar? Ma com’è possibile? Come diamine ci sei finito qui?” domandò Bulma, aiutando il maiale a mettersi in piedi.
“Diciamo soltanto che ieri sera ho avuto un problemino con uno strano mostro, che mi ha inseguito per tutta la notte. Per fortuna, sono riuscito a cavarmela tramite diverse trasformazioni e nascondendomi un po’ da tutte le parti. Non mi sono potuto riposare nemmeno per un istante, perché quel mostro non mi dava tregua. Fuggendo, sono arrivato qui. Mi sono nascosto dietro ad un albero, ormai esausto. Ho aspettato per diversi minuti, per poi uscire per un attimo allo scoperto. Il mostro non c’era più. Ho quindi deciso di trascorrere la notte qui: non potete immaginare quanto mi fossi stancato. Svegliato, mi sono trovato la strada sbarrata da ben tre rocce: la mia unica opzione era quella di tornare indietro, e così ho fatto… finché, avanzando con cautela tra gli alberi non ho visto che un gruppo di creature stava maltrattando un uomo. Quel poveretto gli stava letteralmente pregando di fermarsi, ma loro continuavano a colpirlo. Non sembravano intenzionati ad ucciderlo, ma dalle loro parole potevo capire che si stavano divertendo. Non potevo lasciarlo lì da solo, e per questo mi sono trasformato in uno di loro, per poi avvicinarmi al suo corpo. Quei tizi si sono voltati verso di me, sorridendo in modo inquietante e raggelandomi le vene, cosa che purtroppo non potevo far vedere per non dare troppo nell’occhio. Mi hanno aperto la strada, come per dirmi che l’uomo era tutto mio. Dopo di che, si sono dileguati nel bosco, dicendo che potevo fare di quell’uomo quello che volevo, e che loro in quel momento avevano altro a cui pensare. Mi hanno augurato buon divertimento, chiamandomi “fratello”. Quando ero ormai sicuro che si fossero allontanati, ho preso l’uomo, ormai svenuto, in braccio, e sono corso il più velocemente possibile lontano da lì. E poi” tentò di dire il maiale, per poi cadere a terra, esausto. Per un attimo, il gruppo rimase ammutolito ed attonito, non sapendo a cosa pensare, fino a quando Videl non analizzò meglio la capigliatura dell’uomo alle spalle di Oscar. Trasalì, per poi iniziare a versare lacrime gioiose. Era lui, l’avevano ritrovato. Era proprio lui.  Mr.Satan. 
 “Papà!”

*

Purtroppo, ai Guerrieri Z le cose non stavano andando molto bene, al contrario del gruppetto fuggito dalla montagna. Goku, Gohan e Junior erano ormai gli unici che ancora si reggevano in piedi, rappresentando quindi l’ultimo barlume effimero di speranza contro Rainbokiller. Era già da un po’ che i tre stavano lottando contro Rainbokiller, che però spesso e volentieri non muoveva un muscolo, nemmeno per parare i colpi, incassando la maggior parte di essi, e fermandone soltanto alcuni. I tre lo avevano mitragliato di pugni, calci, Ki blast, ma tutto era inutile: Rainbokiller non si smuoveva un minimo, e teneva costantemente impresso il suo maligno sorriso, segno che tutti quei colpi gli facessero appena il solletico. Ciò era preoccupante, visto che Junior era al massimo della sua forza, Gohan si era trasformato in Super Saiyan di Secondo Livello, raggiungendo quindi la sua forma più potente in quel momento, e Goku aveva ancora a disposizione soltanto il Super Saiyan Tre, visto che per il momento aveva deciso di testare la forza del nemico con il Super Saiyan Due. Sospettava però che la forza di quel mostro, sebbene al momento sembrasse totalmente pari a quella della massima trasformazione di Goku, potesse andare ben oltre quella di un Super Saiyan Tre, e che quindi batterlo sarebbe stata un impresa non da poco, anche perché ancora non conoscevano nessuna delle le tecniche che Rainbokiller aveva a disposizione.
I tre continuarono per un po’ a colpire senza sosta il nemico, che ovviamente non risentiva nemmeno in infima parte di tutti quei colpi. Gohan e Junior decisero quindi di allontanarsi dal mostro con un balzo all’indietro, iniziando così a caricare i loro colpi energetici migliori: la Kamehameha per Gohan e il Makankosappo per Junior. Goku rimase quindi da solo a fronteggiare quel mostro, e, ormai stufo di combattere contro quella che sembrava una statua, capì che doveva stuzzicarlo per rendere il combattimento un po’ più interessante. Così, smise di attaccarlo, e si mise perfettamente dinanzi al mostro, facendo attenzione a non inciampare sui numerosi tronchi  di albero presenti vicino a loro. Fu in quel momento che si rese conto che la parte di terra su cui posava Rainbokiller non era abbassata, siccome non colpita dalla precedente scarica del mostro e che l’erba su di essa era ancora presente. Goku trovò buffo pensare che quella piccola zolla di terra rialzata ospitasse quella creatura, che in fino ad allora si era dimostrata più forte di loro: era come se quella sottospecie di piedistallo di terra evidenziasse la differenza di potenza tra loro e Rainbokiller, che in quel momento sembrava essere abissalmente grande. Dopo aver analizzato questa interessante coincidenza, a cui però Goku non diede molto peso, il Saiyan iniziò a dialogare con il suo nemico. 
“Ad incassare i colpi sei davvero bravo. Ma in quanto a combattimento? Per ora non ho avuto modo di saggiare la tua forza: dai avanti, mostrami cosa sai fare! Infondo, hai messo a terra gran parte dei nostri senza alcuna difficoltà, quindi non puoi essere un avversario scarso. Mostrami cosa sai fare” disse il Saiyan, facendo cenno a Rainbokiller di avvicinarsi, per poi mettersi in posa di combattimento. Il mostro continuò ad osservare il Saiyan sorridendo, mentre le molli spine verdi iniziarono a saltellare e a cadere a terra in modo molto veloce, provocando un inquietante rumore ogni volta che si posavano a terra. Si divincolavano inoltre da tutte le parti, come se fossero felici. Il mostro chinò leggermente il corpo, in modo da raggiungere perfettamente l’altezza della testa di Goku, trovandosi così faccia a faccia con il Saiyan.
“Sono davvero lusingato da questi tuoi complimenti, e per questo ricambio il favore: devo ammettere che hai fegato, anche se il cervello ti manca. Chi mai oserebbe sfidare un essere chiaramente molto più forte di lui? Beh, almeno credo mi divertirò. Guarda i miei tentacoli: sono in estati per questa battaglia. Non vedono l’ora di battersi con te. Guardali, guardali mentre si divincolano, desiderosi di avvolgersi attorno alla carne di un essere vivente. Sei pronto a lottare?” chiese in un tono falsamente premuroso Rainbokiller, toccandosi uno degli spuntoni molli, che egli aveva definito “tentacoli”. Goku rimase leggermente disgustato da quella raccapricciante visione, ma decise di non darci peso, preferendo concentrarsi sull’espressione di Rainbokiller, rilassata e per nulla timorosa dei colpi in arrivo. Almeno così credeva Goku. Infatti, Rainbokiller smise di toccarsi il tentacolo e indirizzò le sue mani una a destra e una a sinistra.
 “Kamehameha!” gridò Gohan.
“Makankosappo!” urlò Junior.
Le tue tecniche si fecero strada verso Rainbokiller, pronte a colpirlo. Ma il mostro non sembrava avere punti deboli, e anche questo ennesimo tentativo di attacco si rivelò infine un fiasco. Infatti, quando il Makankosappo entrò in collisione con la mano sinistra della creatura e la Kamehameha sulla destra , esse si fermarono per qualche istante. Inizialmente Rainbokiller sembrava in grado di respingerle, ma poi decise di abbassare le mani, come per farsi colpire volontariamente. E così fu. Un esplosione enorme, Goku che cercava di tenersi a terra nonostante il potentissimo vento alzatosi lo spingesse verso l’alto; una coltra di fumo. E poi il silenzio. Il sorriso che si stampò nei volti di Gohan e Junior, però, ebbe vita breve, quando, da quella coltre, uscì Rainbokiller. Il suo piedistallo era stato affossato, l’erba sopra di esso era stata polverizzata, diversi alberi o parti di tronchi erano stati disintegrati. C’era addirittura un gran solco, provocato dal passaggio della Kamehameha. Insomma, l’ambiente circostante aveva subito ulteriori danni, eppure c’era qualcosa che, pur essendo nel raggio dei due colpi, non si era fatto proprio nulla: Rainbokiller. Il suo corpo non presentava graffi, ferite, niente di niente. Purtroppo, i due guerrieri non erano stati capaci di torcergli nemmeno un capello. Gohan era più furioso che mai: non voleva essere inutile in quello scontro, non voleva risultare una palla al piede. Voleva salvare il suo pianeta, e niente e nessuno glielo avrebbe impedito. Ma non poteva fare niente di tutto ciò se in quel preciso istante non fosse avanzato, non avesse cercato almeno di combattere il nemico, che, a giudicare dalle veloci occhiate che dedicò ai guerrieri, sembrava finalmente pronto a fare sul serio. La differenza di forza tra quel mostro e lui non avrebbe sortito alcun effetto: era certo di potercela fare, o di poterci almeno provare. Così, gridando a squarcia goal e alzando i piedi in aria, svolazzò verso l’avversario, preparandosi a sferrare un potente gancio sinistro. Ma Rainbokiller sembrava decisamente tranquillo, e continuò ad osservare Goku, rimasto impassibile davanti al fallimento del figlio e dell’amico.
Ciò che accadde dopo successe in un battito di ciglia: finalmente Rainbokiller si mosse, sferrando un potente diretto destro verso Goku, che purtroppo non fece in tempo a schivare l’attacco nemico, e venne preso in pieno volto. Il Saiyan cadde all’indietro, rischiando di colpire un tronco con la testa. Per fortuna, Goku fu furbo, e riuscì appena in tempo a posare le mani sul tronco tenendosi poi in equilibrio con le gambe all’aria. Fu però una mossa poco saggia lasciare le proprie gambe alla mercé del nemico: Rainbokiller non si fece infatti scrupoli, e con la sua enorme mano destra afferrò entrambe le gambe di Goku. Pur non essendo in contatto con essi, il Saiyan percepì sulla propria pelle la presenza degli artigli della creatura, come se essi fossero così affilati da essere percettibili anche senza essere in stretto contatto con essi. Ma non furono gli artigli ciò che gli provocò dolore: Rainbokiller, difatti, lo alzò dal tronco, stringendo sempre di più la presa. Quindi, utilizzando le gambe come manico, utilizzò il corpo del Saiyan come arma, sbattendo la faccia di Goku contro quella di Gohan poco prima che il Saiyan potesse soccorre il padre. Gohan cadde a terra, ma subito si rialzò, intenzionato a non darla vinta a quel mostro. Iniziò a sferrare una serie velocissima di pugni, tutti schivati con gran velocità di Rainbokiller, che nella confusione generale usava spesso e volentieri il corpo di Goku come scudo, in modo che il Saiyan incassasse parecchi colpi. Era divertente, in fin dei conti, vedere i propri avversari distruggersi a vicenda, anche se inconsapevolmente. Gohan continuò con la raffica per diversi minuti, ma notando che i suoi colpi non aveva alcun effetto se non far indietreggiare il mostro, decise infine di coglierlo di sorpresa. Infatti, si fermò, per poi inchinarsi e prepararsi a sferrare un montante destro contro il nemico. Rainbokiller, sorridendo, posizionò il corpo di Goku in modo che coprisse il suo di corpo, escluse le gambe. Era proprio questo il piano di Gohan, che, ignorando la faccia dolorante di Goku,  per via dei numerosi colpi subiti dal figlio, sferrò con entrambi i piedi un calcio, intenzionato a colpire i piedi del nemico e fargli perdere l’equilibrio. Effettivamente, il Saiyan riuscì a centrare il bersaglio, ma il suo attacco non sortì alcun effetto, anzi, Gohan rimase a fluttuare a pochi centimetri da terra, con in piedi ferma su quelli di Rainbokiller, riuscendo quasi a palpare il terreno. Il mostro, ridendo in modo molto cupo, lanciò lontano il corpo di Goku. Gohan simise di fluttuare finendo a terra con un piccolo tonfo, rotolò indietro con la schiena, per poi rialzarsi, trovandosi faccia a faccia con l’avversario. In confronto alla stazza di quel mostro, sembrava davvero una pulce.
 “Anche se è così grosso, non mi fa paura. Riuscirò a batterlo, costi quel che costi!” pensò in testa sua Gohan, mettendosi nuovamente in posa di combattimento. Rainbokiller rise per l’ennesima volta, ma invece di combattere iniziò ad indicare i numerosi alberi sparsi per tutto il campo di battaglia. Gohan si guardò intorno, confuso dal gesto del mostro. 
“Ma che sta facendo?” commentò Junior, che nel frattempo si era tenuto in disparte, ormai certo che, purtroppo, per lui, non c’era niente da fare, e che la sua unica speranza era di starsene lontano dallo sconto, visto che con ogni probabilità non sarebbe stato di alcun utilità. Tenne quindi a bada quell’irrefrenabile voglia di combattere contro quel mostro arcobaleno, insieme anche ad un'altra emozione, che in quel momento non riusciva ad identificare per bene. 
 “Vuoi per caso prendere tempo?” chiese Gohan, in un tono stranamente beffardo. Rainbokiller si girò immediatamente verso il Saiyan, e per la prima volta nel suo volto si impresse la collera. Collera che un essere così debole lo stesse velatamente considerando un codardo. Questa non gliela poteva far passare. Proprio no.
“No, caro il mio Saiyan! Volevo soltanto farti notare, che, involontariamente, hai evitato tutti gli alberi mentre mi combattevi, e non sei inciampato minimamente su nessuno di essi. Sai, tenderei a renderlo più evidente, se non fosse che quel tuo modo di fare mi ha parecchio infastidito. È bello osservare tutti i dettagli che si perdono durante lo svolgimento dello scontro, ma ho l’impressione che ormai non li potrò nemmeno più notare. Sappi che ti pentirai di ciò che hai appena detto. Preparati, lurido Saiyan!” disse Rainbokiller, più furioso che mai. Gohan guardò il mostro di facile arrabbiatura con un sorrisetto, cosa che fece infuriare ulteriormente la creatura, pronta a saltargli addosso da un momento all’altro.
“Adesso, ammira la mai forza, guerriero da quattro soldi!” sentenziò il mostro, e i suoi tentacoli iniziarono a divincolarsi nell’aria, come se stessero cercando un appoggio da qualche parte. Soltanto uno di essi tocco terra, precisamente quello in basso a sinistra, e strisciando, raggiunse ciò che rimaneva di un tronco. A quel punto, il tentacolo si attorcigliò viscidamente attorno al tronco, lasciando su di esso una strana e disgustosa sostanza verde, intravedibile, siccome la sua area di estensione era leggermente di più grande all’area che esso copriva.
Alla visione di quel liquido, Junior rimase impassibile, poiché le sue preoccupazioni erano ben altre. Quei tentacoli davano l’aria di essere… pericolosi e letali. Senza pensarci due volte, il namecciano dimenticò totalmente ciò che si era promesso prima, e decise di buttarsi anch’egli nella mischia, andando a combattere contro quella creatura, facendosi strada saltellando tra i tronchi. Aveva capito di cos’erano capaci quei tentacoli. E sapeva che doveva fare qualcosa. Altrimenti, Gohan se la sarebbe vista brutta.
“Gohan, attento ai tentacoli! Possono…” ma Junior fu messo a tacere da Rainbokiller, che, con un rapido scattò, si avvicinò al namecciano, per poi attorcigliare il tentacolo sinistro alto attorno al collo dell’alieno verde, stringendolo con media forza, in modo da tenere Junior sotto pugno, ma senza ucciderlo. Poi, immediatamente, Rainbokiller scattò di nuovo verso Gohan, iniziando così ad attaccarlo, tendendo il tentacolo destro basso verso lo stomaco del Saiyan, che però riuscì a schivarlo. Rainbokiller, però, non gli diede un attimo di tregua, e, colpendo Gohan dall’altro verso il basso con il tentacolo destro alto, prendendolo proprio al centro della testa a facendolo cadere su un tronco, provocandogli immensi dolori alle spalle. Il mostro attorcigliò quindi il tentacolo basso destro attorno alle gambe del Saiyan, per poi alzarlo dal tronco. A quel punto, Rainbokiller si divertì a torturare il Saiyan, colpendolo innumerevoli volte con il tronco recuperato precedentemente, e ridendo ai vani tentativi di Junior di liberarsi di quella disgustosa cosa verde che gli stingeva il collo.
“Resisti, Gohan!” disse sofferente Junior, mentre scalciava il tentacolo, inutilmente. Rainbokiller sembrò essersi ormai annoiato della presenza del namecciano, tanto che lo scaravento lontano dopo averlo sbattuto a terra, lanciandogli addosso anche il tronco di albero, così da essere sicuro di essersene liberato per quel momento. Lasciò poi la presa anche sul corpo di Gohan, ma il giovane Saiyan, per quando dolorante e già con qualche lieve livido, non era intenzionato darla vinta a quel mostro. Si rialzò per l’ennesima volta, ma questa volta fu Rainbokiller a contrattaccare.
Il mostro sferrò infatti un veloce gancio sinistro, che Gohan riuscì ad evitare abbassandosi. Il Saiyan fece poi un lieve salto per schivare il tentacolo strisciante che in quel momenti si stava dirigendo verso di lui, per poi afferrare con entrambe le mani il braccio della creature. Facendo un po’ di pressione contro la pelle della bestia, Gohan riuscì ad alzarsi da terra e a trovarsi faccia a faccia con la creatura. Dopo essersi scambiati uno sguardo pieno di odio, Gohan, tenendosi con le mani e con il piede sinistro sul braccio della creatura, provò a colpirlo in pieno volto con la pianta del piede destro. Il mostro si scansò però poco prima di essere colpito. Gohan stava per perdere l’equilibrio, e decise quindi di sfruttare il piede ancora posizionato sul braccio dell’avversario e prolungare il balzo che fece pochi attimi dopo, per poi tenersi in aria volando. Il mostro subito balzò verso di lui, e gli sferrò un diretto con il braccio sinistro. Gohan lo schivo, ma Rainbokiller era già pronto per colpirlo con un montante destro diretto al mento del Saiyan. Gohan indietreggiò appena in tempo, non accorgendosi però che tutti e quattro i tentacoli di Rainbokiller erano diretti verso di lui. I due bassi lo afferrarono al busto, immobilizandoglielo, mentre quelli alti iniziarono a colpirlo selvaggiamente diverse volte da tutte le direzioni, mentre il povero Saiyan sembrava totalmente impotente davanti a quegli attacchi. Rainbokiller , dopo aver guardato impassibile Gohan, iniziò ad infierire su di lui anche con le mani e con i piedi. Con quest’ultimi fu particolarmente sadico, visto che indirizzava i calci principalmente alla schiena del ragazzo, come se il suo obbiettivo fosse più che altro fargli del male fisico, piuttosto che ucciderlo. Sembrava provare piacere nel dolore del giovane Saiyan, anche se ad un certo punto le sue grida gli cominciavano a venire a noia, tanto che, dopo aver sporcato lo smoking e la faccia del Saiyan con quella strana sostanza verde strisciando i tentacoli su tutto il corpo del malcapitato, scaraventò il corpo di Gohan a terra. Gohan cadde tra i tronchi, svenuto, e il suo impatto a terra fu così forte da creare un ulteriore depressione nel terreno, spaccando ben due tronchi a metà e allontanandone un paio per via della potente onda d’urto causata dal suo impatto col terreno. Rainbokiller osservò soddisfatto il suo operato, anche se sapeva che gli scocciatori non erano certo finiti. Junior, infatti, si rialzò scrollandosi di dosso il tronco, per poi osservare Rainbokiller, apparentemente ignaro che il namecciano si fosse rialzato.                                                                                               
 “Dai Junior! Uccidilo, fallo soffrire! Ridi, scherniscilo, innalzati sopra gli altri. Maltratta chiunque si metta sul tuo cammino. Non avere paura, vigliacco! Combatti! Uccidi! Cancella!” sussurrava una strana voce all’interno della testa del namecciano, che faceva sempre più fatica a concentrare i propri pensieri su Rainbokiller. Quelle frasi erano così accattivanti, belle… soddisfacenti. L’eliminazione completa dell’avversario, la sua sofferenza, la tortura del suo corpo e del suo spirito; il suo sanguinamento, e il suo corpo a terra, senza vita, senza possibilità di rialzarsi. Erano pensieri davvero… fantastici. Fu così che il namecciano si trovò in uno stato di oblio: non riusciva a provare altro se non l’appagamento al solo pensieri di poter essere lui a infliggere il colpo di grazia a quella vile creatura che aveva toccato il suo pianeta. Poteva realmente essere lui il più temibile, il più rispettato, il più adorato… ma non aveva forza sufficiente. Aveva intelligenza, furbizia, coraggio, testardaggine: non gli mancava proprio nulla, soltanto una grande, immensa, sconfinata forza per abbattere i suoi nemici. Rimase quindi immobile come una statua, con la bocca spalancata e gli occhi vitrei. Ma a lui piaceva così: voleva rimanere in quel mare di sensazioni magnifiche e al contempo irrealizzabili, utopiche, come era utopico il suo sogno di possedere un qualcosa che lo rendesse totalmente pari o superiore ai Saiyan. Purtroppo, però, Junior interruppe questo magnifico stato di incoscienza quando un potete scricchiolio lo riportò alla realtà. Deboli rumori di piccole scaglie di legno che cadevano a terra infrangevano il meraviglioso silenzio precedentemente percepito dal namecciano, e l’imponente figura di Rainbokiller, che stagliava in mezzo alla moltitudine di tronchi. Il namecciano ebbe un breve scambiò di sguardi con l’avversario, che si rigirò poco dopo.                                                             
 
“Spera, Junior! Spera!” gli disse la creatura, mentre si incamminava verso un punto da lui non precisato, schiacciando come moscerini i tronchi d’albero che gli ostruivano la strada. Junior si inginocchiò, con lo sguardo rivolto al mostro arcobaleno, la bocca spalancata e orribili pensieri che affioravano nella sua mente.
“Dove sei, piccolo insolente… ah, eccoti qua!” disse la creatura, per poi chinarsi leggermente, e afferrare con la sua mano la gamba di Gohan, per poi tirare su il suo corpo, notando che il vestito del ragazzo era messo piuttosto male: il suo smoking era ancora sporco della sostanza verde rilasciata dai suoi tentacoli, così come il suo volto, e il papillon era assente dal vestito, caduto chissà dove in mezzo a quella moltitudine di cortecce. Il mostro girò il corpo del Saiyan, per osservare i risultati che la sua brutalità aveva avuto sulla schiena del malcapitato: a parte la solita sostanza verde, l’elegante vestito del Saiyan era stato squarciato in diverse zone, lasciando scoperta la sua tenera carne, facilmente infilzabile dai duri artigli del mostro. Rainbokiller fu quasi tentato ad infilare uno dei suoi artigli nella carne del Saiyan, per poi iniziare a lacerare l’intero corpo del giovane guerriero, per soddisfare quella sua voglia innata di uccidere all’istante quell’insolente creatura che aveva tentato di opporsi a lui. E mentre con le punte degli artigli Rainbokiller tastava dolcemente i punti di pelle scoperta, quella tentazione che aveva si trasformò in istinto: certo, avrebbe voluto uccidere quel essere così inferiore torturandolo, fino a quando non gli sarebbe rimasta nemmeno la più piccola goccia di sangue, ma qualcosa gli diceva di non essere poi così spietato con quel moscerino. Ma poi riflette sul fatto che ad assistere a quello spettacolo c’era anche il namecciano, colui che aveva reso Gohan un vero guerriero, che gli aveva fatto da maestro, da amico. Quale occasione migliore per uccidere qualcuno e ferire moralmente una delle persone che più lo amavano? Fu così che il mostro alzò la mano, pronto ad affondare i suoi artigli nel Saiyan. Prima di farlo, però, si voltò verso il namecciano, come se pretendesse di vedere in lui la disperazione più pura, il terrore, la sottomissione al più forte. E invece, quello che si ritrovò davanti lo lasciò a bocca aperta. Junior era in piedi, gli occhi senza pupille. La sua muscolatura aveva avuta un leggero rialzamento, ed era circondato da un abbagliate aura bianca, che gli circostanziava ogni singolo muscolo. La sua posa non era totalmente eretta, e quando muoveva la bocca riusciva a produrre unicamente strani versi, totalmente indecifrabili. Era un qualcosa di davvero ambiguo, ma al contempo interessante. Rainbokiller mollò Gohan, intenzionato a confrontarsi con quello che, a giudicare dalla forza percepita, poteva rivelarsi un avversario più che degno. Rainbokiller lo guardò, sorridendo.                                                                                         
“Vedo che hai aumentato la tua forza, ma che la tua intelligenza è decisamente calata. Beh, sappi che non ti basterà la forza bruta a sconfiggermi! Avanti, mostrami i tuoi miglioramenti, viscido muso verde!” disse la creatura, entusiasta. Tese quindi una mano verso il namecciano, per poi sparare da essa una potente onda di energia arcobaleno. Junior replicò con il Makankosappo, ma la tecnica, invece che venir completamente annullata dal colpo di Rainbokiller, entrò in collisione con esso, e per quanto l’onda arcobaleno sembrasse in vantaggio, la tecnica del namecciano resisteva egregiamente, tanto che, dopo alcuni attimi, Rainbokiller si rese conto che non avrebbe dovuto sottovalutare la situazione. Quello era una avversario alla sua altezza, finalmente. E di certo, non si sarebbe fatto scappare l’occasione di gustarsi una lotta decente dopo esser riuscito a piegare tutti i Guerrieri Z con facilità.                                          
 
“Avanti… fammi divertire un po’, namecciano!”

*

Mentre imperversava la battaglia che vedeva schierati i Guerrieri Z e Rainbokiller, il gruppetto di C-18 si era accostato nella zona dove avevano trovato Mr.Satan, il cagnolino (Anche se Oscar non l’aveva nemmeno accennato, il cagnolino era rimasto per tutto il tempo tra le braccia si Satan, anche durante l’inseguimento, ed era anch’egli svenuto) e Oscar, e, dopo il risveglio del primo, si dimenticarono della leggera rabbia che li pervase quando, dopo che la gioia del ritrovamento del padre di Videl si attenuò, capirono che la creatura che avevano precedentemente inseguito era Oscar, e che quindi li aveva fatti preoccupare inutilmente. Iniziarono invece a tartassare Mr.Satan di domande, soprattutto riguardo a ciò che era successo e se la versione data dalla creatura da loro incontrata combaciava con la realtà, senza nemmeno dirgli perché si trovava lì. Sbuffando e ascoltando attentamente ciò che il mostro aveva detto al gruppo, Mr.Satan confermò che ogni singola parola della creatura corrispondeva alla realtà, cosa che lui stesso trovava molto buffa, per via dell’immensa meschinità di quegli esseri, cosa che aveva potuto osservare con i suoi occhi. Egli continuò dunque il racconto della creatura dal punto in cui il gruppo si era fermato, dato che C-18 aveva deciso di porre fine alla vita di quel mostro. 
Dopo essere stati teletrasportati nella foresta, i tre furono attaccati da ben venti creature, intenzionate a fare qualcosa a Bu. Majin Bu si era ritrovato a lottare, con le unghie e con i denti, contro venti di quegli esseri, che, per quanto decisamente inferiori a lui, si erano rivelati degli ossi duri, per via delle loro numerose tecniche di combattimento: a detta di Mr.Satan, infatti, quegli esseri potevano sparare dalla bocca un liquido nero che immobilizzava temporaneamente le forme di vita con cui entrava in contatto, per poi scomparire dopo alcuni secondi. Potevano inoltre trasformare le loro braccia in dei resistentissimi tentacoli, che poi utilizzavano per avvolgere un corpo o per tenere fermo qualcuno. Per finire, erano capaci, unendo le loro forze, di creare dei cerchi neri che attiravano a sé qualsiasi cosa, compresa Majin Bu. L’obbiettivo dei mostri non sembrava, infatti, quello di uccidere o di sconfiggere il demone rosa, quanto più di attrarlo nei cerchi da loro creati: Satan raccontò infatti che le bestie non cercavano il confronto diretto con Majin Bu, sfruttando invece le loro tecniche in modo da tenerlo immobile, per poi permettere ad alcuni loro compagni di creare un cerchio, tentando di farci finire dentro Bu. Gli immobilizzarono più volte i piedi e parte del corpo tramite la sostanza liquida, tenevano a bada i suoi movimenti tramite i loro fortissimi tentacoli, e, sempre grazi a quest’ultimi, impedivano a Bu qualsiasi movimento, in modo che i cerchi riuscissero ad assorbirlo. Per fortuna, Bu era troppo forte per quelle creature, che, dopo i primi minuti di vantaggio, si ritrovarono a venire massacrati dal demone, a cui bastava un solo pugno per porre fine alle loro vite. Alcuni di essi furono anche trasformati in cioccolatini, per poi essere mangiati da Bu, felice della sua schiacciante superiorità. Dopo essersene liberati totalmente, Mr.Satan e Bu si addormentarono, ben sapendo che quello era solo l’inizio di un qualcosa di molto più grande. Satan si fermò per un attimo ad ironizzare sul fatto che, per una sua dimenticanza, quella notte si era messo il pigiama, pur essendo cosciente che quella notte, se avrebbe dormito, non lo avrebbe fatto nel suo letto. Ma notò al volo gli occhi per nulla interessati dei presenti, che si concentravano soltanto sulla storia. Satan riprese dunque il racconto, parlando di come quella stessa mattina siano stati nuovamente assaliti da quelle creature, e di come Majin Bu gli abbia ordinato di scappare insieme al cagnolino. Satan lo fece, ma poco dopo venne assalito da diversi esemplari di quelle creature, che massacrarono lui e il cane. Mr.Satan tenne stretto il cagnolino tra le sue braccia, ma purtroppo svennero entrambi. Mr.Satan non fu più cosciente fino a quel momento, motivo per cui non si accorse degli eventi successivi. Così, il gruppo gli spiegò tutto quello che Oscar gli aveva detto, e, proprio quando ebbero concluso, anche il cane e il maiale si svegliarono. Mr.Satan ringraziò di cuore Oscar per averlo salvato, e di tutta risposta il maiale gli rispose che aveva fatto soltanto ciò che doveva fare, e che quindi poteva anche non preoccuparsi di ringraziarlo. Entrambi si scambiarono un sorriso, che durò fino a quando Videl non richiamò a sé il padre, intenzionata a spiegargli la situazione e gli accadimenti passati. Ma proprio quando la giovane si attinse ad iniziare, dei fragorosi passi irruppero nell’aria. E dagli alberi, ecco comparire una grassa figura rosa, dal volto serio ed imbronciato. Mr.Satan esplose di gioia, così come il cane, ed entrambi fecero per saltargli addosso.
“Majin Bu! C’è l’hai fatta!” disse Mr.Satan, pronto a lanciarsi tra le braccia del demone, che però non sembrava molto intenzionato a spalancarle. Satan e il cagnolino si fermarono. Bu era terribilmente serio, e quel suo sguardo quasi imbronciato provocò inquietudine nei cuori del gruppo. 
“Bu, cos’è successo? Perc…” ma Mr.Satan non fece in tempo a proferire nessun altra lettera che il demone lo interruppe.                                                  
“Non ho tempo adesso! Dovete seguirmi e basta! Fate come vi dico, fidatevi di me!” disse il demone rosa, per poi indicare la montagna, ben visibile dall’alto. 
“Ma sei per caso impazzito!?” sentenziò C-18, mentre una confusione generale si faceva facilmente strada tra le menti dei presenti.                                                                                       
“Ascoltiamolo! Se lo dice, ce lo dice per un motivo! Nell’inseguire Oscar vi siete molto avvicinati alla montagna, quindi non dovremo fare molta strada” disse Mr.Satan, cercando di rassicurare tutti, notando uno sguardo di assenso in Majin Bu. Il gruppo sembrava ancora confuso, impaurito, titubante, ma dai loro visi Satan poté capire che le sue parole avevano sortito effetto: erano decisamente più sicuri di prima.
“Adesso seguitemi! Ci racconteremo quello che ci dovremo raccontare strada facendo!” sentenziò il demone, per poi incamminarsi verso il monte, seguito a ruota da tutti gli altri.                                                                                                                   

*  

Contemporaneamente al ritrovo di Majin Bu e alla decisione di quest’ultimo di dirigersi verso la montagna, la lotta tra Junior e Rainbokiller continuava, e diventava progressivamente sempre più duro per entrambi i partecipanti. I due, infatti, conclusero lo scontro tra onde abbastanza in fretta, dato che il Makankosappo di Junior non si rivelò capace di sopraffare l’onda di Rainbokiller, riuscendo però ad annullarla provocando una piccola esplosione che sbalzò lontano i due contendenti. A quel punto, i due iniziarono con lo scontro corpo a corpo, in cui si dimostrarono totalmente pari: si scambiarono colpi ad alta velocità uno dietro l’altro, ma nessuno dei due sembrava in grado di prendere il sopravvento. Il combattimento non sembrava prendere svolte interessanti, anche perché fino a quel momento si era ridotto soltanto ad un tira e molla di calci, pugni e altri colpi generici. Ormai non dovevano nemmeno più riflette su che mossa usare, dove colpire o dove parare: i loro corpi facevano tutto per loro istintivamente, e questo non piaceva molto a Rainbokiller, che di certo non voleva perdere l’occasione di combattere finalmente alla pari con un curioso avversario. Così, il mostro arcobaleno tese una mano verso lo stomaco del namecciano, senza che quest’ultimo se ne accorgesse. A quel punto, generò un Ki Blast arcobaleno, che velocemente scagliò contro l’avversario, colpendolo. Una piccola nube di fumo si alzò, e Junior fu sbalzato all’indietro, rimanendo però in piedi. Rainbokiller si fermò, sorridendo all’avversario. Quello che si trovava davanti sembrava tutto tranne che Junior: la sua espressione facciale era selvaggia, i suoi occhi sembravano uscire fuori dalle orbite; muoveva avanti e indietro le dita ripetutamente, senza quasi mai fermarsi; non aveva inoltre ancora riacquisito la capacità di parlare, continuando ad emettere strani ed incomprensibili suoni, simili a lamenti. 
“Allora, muso verde, ti sei dato una svegliata, eh? Dai, che ti vedo in forma! Mostrami qualcosa in più? O vuoi che sia io a mostrare ciò di cui sono veramente capace?” domandò la creatura multicolore, cercando un contatto con il suo avversario. Junior, però, non reagì alle domande di Rainbokiller, anzi, rimase immobile, quasi più di prima.                                                                                                                                                    
“Divertente questo silenzio! Sai che ti dico? Lo prenderò come un si alla mia ultima domanda. Sei pronto a conoscere il vero Rainbokiller?” sentenziò il mostro, per poi incamminarsi verso Junior. Il namecciano, esattamente come prima, non ebbe alcuna reazione a quel gesto, ma ciò non dispiaceva a Rainbokiller. Egli aveva, infatti, così il tempo di gustarsi quella che sarebbe stava una breve ma piacevole passeggiatina. Notò che il numero di tronchi spezzati era notevolmente cresciuto: probabilmente, durante il loro scontro, Rainbokiller e Junior avevano combattuto con così tanta furia da romperli senza nemmeno accorgersene. Questo aggiungeva un tocco ancor più apocalittico allo scenario, cosa che non poteva portare nient’altro che soddisfazione nel cuore di Rainbokiller, che decise di godersi a pieno quel fantastico e scenario da lui plasmato.
 
La camminata del mostro arcobaleno continuò per poco tempo, visto il suo passo molto svelto. Quando si trovò a pochi passi da Junior, Rainbokiller si inchinò lentamente, in chiaro segno di provocazione, per poi alzare il capo verso il suo avversario, il cui volto non lasciava spazio all’immaginazione: era chiara la sua sete di sangue. 
“Diamo inizio alle danze!” e fu con quelle parole pronunciate da Rainbokiller che la lotta proseguì.
Junior alzò il braccio destro, e lo indirizzò verso il volto di Rainbokiller. Sorridendo, il mostro arcobaleno scattò alle spalle dell’avversario, che rispose però prontamente con una potente gomitata sferrata col braccio sinistro, che centrò in pieno il corpo dell’avversario. Rainbokiller, però, non si scompose di un minimo, e, dopo aver consumato in fretta i pochi sinceri gemiti di dolori provocati dal colpo di Junior, attorcigliò tutti e quattro i suoi tentacoli al braccio dall’avversario. Junior, però, non gli diede il tempo di fare nient’altro, colpendo l’avversario con il piede sinistro, facendolo indietreggiare e facendogli ritirare i tentacoli. Rainbokiller prese qualche istante per riposare quelle letali armi attaccate al suo corpo, per poi ripartire aggressivamente. Scagliò i due tentacoli superiori a mo di frusta verso il corpo dell’avversario, mentre con quelli inferiori si avvicinava ai piedi del namecciano, pronto ad attuare quella che sarebbe stata un efficace strategia. Ma Junior impedì ad essa di avverarsi, afferrando con la sola forza delle mani i tentacoli in procinto di colpirlo, per poi avvolgerli tra di loro in un nodo. Saltando, evitò anche di venir preso dai tentacoli inferiori, riuscendo anche a schiacciarli atterrandoci sopra con i piedi. Mentre teneva stretti i due tentacoli superiori per evitare che sciogliessero il nodo, osservò la faccia di Rainbokiller: per la prima volta, dall’inizio della battaglia, quel mostro sembrava dolorante. Ciononostante, Junior non accennò nemmeno un sorriso di beffa, un minimo segno di felicità per esser riuscito dove tutti, prima di lui, avevano fallito. Sembrava intenzionato quanto prima a concludere lo scontro con Rainbokiller, e per questo, lasciò la presa sui tentacoli superiori, buttandoli a terra accanto a quelli inferiori, per poi scattare verso Rainbokiller prima che riuscisse a richiamarli. In un lampo, si trovò davanti all’avversario. Con i piedi sempre ben saldi sui due tentacoli inferiori, iniziò a sferrare una serie velocissima di diretti, intrappolando Rainbokiller in una prigione di colpi da cui sembrava impossibile liberarsi. Man mano che i pugni continuavano, non solo crescevano di intensità, ma anche di potenza, tanto che, ad un certo punto, un singolo ma potentissimo pugno di Junior bastò per sbalzar via Rainbokiller, lo stesso mostro che pochi minuti prima aveva costretto i Guerrieri Z a prostrarsi davanti alla sua immensa potenza. Lo stesso mostro che, dopo esser uscito illeso da innumerevoli colpi, energetici e non, finalmente aveva sputato un po’ di sangue dalla sua orrenda bocca, nella quale era ancora ben visibile la strana sostanza nera creatasi poco dopo la fine della sua trasformazione. Finalmente, era Rainbokiller quello che si innalzava nel cielo per prendere fiato, per ragionare sull’immediato futuro, per rendersi conto che il suo avversario non era un debole, ma un guerriero forte e temibile; finalmente, era Rainbokiller quello in difficoltà. 
“Non te la cavi male, verdino. Nel corpo a corpo, sei decisamente una spanna sopra di me… ma ancora non mi hai dato dimostrazione della tua bravura coi colpi energetici. Su, dai, non essere timido! Mostrami di nuovo quel tuo Makankosappo! Vediamo cosa riesci a combinare!” disse un affaticato Rainbokiller, mentre i muscoli del suo corpo si rilassavano, pronti a ricominciare lo scontro. Junior, stranamente, sembrava aver capito ciò che gli aveva detto il mostro arcobaleno, siccome iniziò a caricare la tecnica, pronto a scagliarla verso Rainbokiller e distruggerlo una volta per tutte. Il Makankosappo ci mise poco a caricarsi, e quando ormai fu pronto, Rainbokiller gli sorrise per l’ennesima volta. Finalmente il colpo fu scagliato, seguito da un boato profondo, e con gran velocità si avvicinò a Rainbokiller. Il mostro arcobaleno sembrava però avere in serbo una risposa per quell’attacco, vista la sua calma. Ed effettivamente, così fu: stendendo le braccia in avanti, la creatura creò un cerchio di colore nero, il cui diametro era appena sufficiente ad occupare uno spazio leggermente superiore a quello del Makankosappo. Per quanto potesse sembrare innocuo, quel buco nero si rivelò un qualcosa di estremamente potente: quando il colpo di Junior toccò il cerchio, infatti, quest’ultimo sembrò assorbirlo; da fuori, infatti, il colpo sembrava essersi fermato dopo essere entrato in contatto con il cerchio, ma era comunque udibile il rumore che esso provocava ogni volta che veniva utilizzato. Si udì poi uno strano rumore provenire dal buco, simile ad un esplosione, seguita a ruota da un'altra esplosione più potente, verificatasi fuori dal buco. Il volto di Junior si contorse in un espressione di puro orrore: il suo Makankosappo era esploso davanti ai suoi occhi, generando un enorme esplosione che colpi in pieno lo stesso Junior. Il namecciano rimase però in piedi, incapace di provare dolore fisico, al contrario di quello morale, che in quel momento aveva raggiunto il suo apice. Inclinò la testa verso il basso, ignorando tutto quello che gli succedeva attorno. Si sentiva sconfitto, si sentiva debole, si sentiva incapace di raggiungere il suo scopo. Ma perché stava provando tutto questo? Aveva avuto ciò che voleva, era riuscito a tenere testa ad un nemico che aveva sconfitto con facilità persino i Saiyan; aveva ottenuto una forza superiore a chiunque altro, eppure si sentiva lui il perdente della situazione, soltanto perché un suo colpo non era andato a buon segno. Possibile che bastasse così poco per farlo stare male? Possibile che non riuscisse ad accontentarsi di quello che aveva? Mentre questi pensieri gli opprimevano la testa, arrivando quasi a farla scoppiare, intorno a lui, ormai, l’esplosione era finita, provocando dei vistosi cambiamenti nell’ambiente: oltre ad un ulteriore abbassamento del terreno, erano ormai spariti tutti i tronchi, permettendo così di individuare i corpi senza forze e apparentemente senza vita di tutti i guerrieri precedentemente stesi da Rainbokiller. Abiti strappati, ferite in ogni dove, sangue… era uno scenario macabro, che però non sembrava provocare alcuna emozione in Junior, che rimase fermo ad osservare il terreno. Rainbokiller, uscito illeso da quel gran macello, tornò a terra, notando che Junior sembrava esser tornato quello di una volta: l’aura bianca era sparita, gli occhi erano tornati normali, e la sua forza era drasticamente diminuita, tornando a quello che possedeva prima.
“Stai tranquillo per i tuoi amici: grazie ai miei poteri, ho creato delle piccole barriere che hanno attutito i danni provocati dall’esplosione. Per il momento, non ho intenzioni di ucciderli. Ora, voglio soltanto starmene qui fermo a godermi un po’ della tua sana disperazione!” lo provocò Rainbokiller, sicuro ormai che ogni pericolo era passato. Grosso errore. Quando Junior lo guardò, i suoi occhi ritornarono gradualmente, nel giro di pochi secondi, bianchi. Una debole aura bianca lo circondò, e la sua forza crebbe nuovamente. Rainbokiller fu sbigottito: non aveva mai assistito ad un evento del genere. Un essere che, dopo aver ricevuto casualmente ed inconsciamente un incredibile incremento di potenza ed essere poi regredito nuovamente al suo stato iniziale, era riuscito a riottenere parte di quella forza. Il nuovo Junior era difatti più debole di quello affrontato da Rainbokiller, anche se sembrava molto più intelligente. Si teneva infatti in posizione eretta, e sembrava anche capace di parlare, visto che continuava a borbottare delle parole con un tono di voce così basso che Rainbokiller non riusciva ad ascoltarle. Le parole che stava dicendo, in ogni caso, non avrebbero fatto né caldo né freddo a Rainbokiller: poteva prolungare quella che si stava rivelando un interessante battaglia, e gli sarebbe dispiaciuto non continuarla avendone la possibilità Così, senza neanche proferire parola, Rainbokiller scattò verso Junior, per poi sferrargli con il piede sinistro un calcio, facilmente schivato da Junior saltando. Nel saltare, il namecciano si spostò a sinistra, e, toccata terra, sferrò una serie di velocissimi pugni contro Rainbokiller, che furono però neutralizzati dai tentacoli di quest’ultimo, che, divincolandosi velocemente nell’aria, intercettarono ogni singolo pugno, dando il tempo a Rainbokiller di girarsi e colpire Junior con una gomitata sinistra in faccia, cosa che fece quasi perdere l’equilibrio al namecciano. Junior, però, riuscì a tenersi ben saldo sul terreno, per poi scansarsi a destra per evitare un diretto sinistro di Rainbokiller. Il mostro ritrasse il braccio, si girò verso Junior sferrò quindi un montante destro, ma Junior riuscì a fermarlo con l’ausilio dei palmi delle mani, per poi sferrare una potente testata dritta al viso di Rainbokiller, che, però gli ricambiò il favore, colpendolo velocemente allo stomaco diverse volte tramite i suoi tentacoli. Entrambi indietreggiarono, ma il tempo per respirare fu poco: con un veloce scatto, si spostarono da tutt’altra parte, scomparendo per via della gran velocità, per poi ricomparire e sferrarsi una reciproca gomitata, Junior con il braccio sinistro e Rainbokiller con il destro. Rimasero per un po’ a cercare di sopraffare l’attacco dell’altro, per poi scomparire e riapparire nuovamente, questa volta in mezzo ai corpi dei guerrieri. Junior e Rainbokiller si tennero leggermente distanti l’uno dall’altro, scambiandosi sguardi di sfida. Junior iniziò a mitragliare Rainbokiller di Ki Blast, che egli però neutralizzò creando un altro cerchio nero, questa volta con un diametro piuttosto grande. Il buco assorbì tutti i Ki Blast, facendoli totalmente scomparire poco dopo averli toccati.
“Mi dispiace, ma ogni tuo tentativo è inutile: i cerchi che creo sono capaci di teletrasportare qualsiasi colpo energetico in un’altra dimensione, che al contrario di questa è totalmente vuota. I colpi più deboli vengono totalmente assorbiti, mentre quelli più forti, come il tuo Makankosappo, continuano la loro avanzata nell’altra dimensione, fino a quando questa non li fa esplodere. E come hai potuto osservare, le esplosioni si ripercuoto anche su questa dimensione. Quindi, se ci tieni tanto a” ma Rainbokiller non poté continuare a blaterare, perché Junior, con la sua velocità, si ritrovò a sorpresa dietro di lui. Sorpreso, il mostro fece scomparire il cerchio con uno schiocco di dita, per poi lanciare una serie di velocissimi Ki Blast arcobaleno contro quelli ancora in volo scagliati da Junior, per poi girarsi verso quest’ultimo, dando le spalle ai suoi Ki Blast che nel frattempo impattavano contro quelli di Junior, annullandosi a vicenda. Questa volta fu Junior a sorridere: Rainbokiller era cascato in pieno nel suo piano. Accadde tutto molto velocemente: Junior afferrò il tentacolo superiore destro di Rainbokiller, e cominciò a tirare. Ci mise così tanta forza che in un niente il tentacolo fu totalmente staccato dal corpo di Rainbokiller. Un fiotto di sangue fuoriuscì dal corpo della creatura, e mentre quest’ultimo tentava di limitare i danni ponendo le mani sul punto dove precedentemente si trovava il tentacolo staccato, Junior scoppiò in una fragorosa risata. Rainbokiller urlava dal dolore e dalla furia. Junior lanciò lontano il tentacolo, per poi concentrarsi unicamente sul suo avversario.
“LURIDO BASTARDO! Come hai osato ferirmi in tal modo! Te la farò pagare cara! Non sfuggirai alla mia ira! Soffrirai, come ora sto soffrendo io!” urlò Rainbokiller, ma Junior non sentì minimamente ciò che l’avversario gli disse con tanto fervore: le sue risate sovrastavano qualsiasi altro dolore, e la goduria nel vedere gli occhi di Rainbokiller arrabbiati come non mai aveva preso il posto di tutte le altre emozioni. Ma le cose belle, purtroppo, finiscono sempre troppo presto. Un movimento veloce, una piccola puntura che diventa via a via sempre più dolorosa. La risata che cessa, Junior che rimane con la bocca spalancata, l’aura bianca che scompare, gli occhi che ritornano normali. E un urlo di gioia generato da Rainbokiller.
“Allora? Cosa te ne pare, bastardo?” delirò Rainbokiller, mentre penetrava sempre di più lo stomaco di Junior con il suo tentacolo basso destro. Lo stava facendo lentamente, perché voleva vederlo soffrire e morire lentamente davanti ai suoi occhi. Si era stufato di quella spina nel fianco che Junior aveva rappresentato, ed ora doveva sfruttare il fatto che Junior fosse tornato di nuovo debole per liberasene una volta per tutto. Godeva nell’osservare i suoi occhi immobili e morenti, la sua bocca spalancata in un vano tentativo di tirare un urlo di dolore, il suo corpo ormai pietrificato da quella singola ma potente puntura. Gocce di sangue colavano dal punto colpito, e il loro numero aumentava a mano a mano che il tentacolo si faceva strada attraverso la carne del namecciano, arrivando persino a creare una pozza di sangue ai piedi del malcapitato. La sofferenza provata da Junior era in costante aumento, e Rainbokiller non sembrava esser intenzionato a porre fine al supplizio del namecciano così in fretta. Il divertimento era appena iniziato.                                                          

*

Finalmente, il gruppo guidato da Bu era arrivato ai piedi del monte. Sapevano bene ciò che li attendeva: avevano sentito di tutto e di più provenire da quella montagna, ed erano quindi consapevoli che lo scenario a cui avrebbero assistito non sarebbe stato dei migliori. Anche quelli che all’inizio erano contrari al ritornare sulla montagna, dopo aver seguito Bu per via della gran confusione del momento ed aver ascoltato come egli fosse riuscito a sconfiggere facilmente il gruppo di creature che avevano assaltato lui e Mr.Satan, non vedevano l’ora di vedere se i loro cari stessero bene, e che il loro sacrificio non fosse stato vano. Si sentivano al sicuro con Bu, ed erano certi che con lui sarebbero riusciti ad arrivare senza pericolo al luogo dello scontro.
Dopo aver camminato velocemente attraverso un ancora verdeggiante percorso, quest’ultimo si interruppe, e davanti ad esso era ben visibile quello che sembrava un enorme cratere, sul quale giacevano i corpi apparentemente senza vita della maggior parte dei combattenti. Chichi scoppiò a piangere dopo aver visto com’erano conciati Gohan e Goten, mentre Videl cercò di trattenere le lacrime che gli resero gli occhi lucidissimi. C-18 cercò di trattenere l’orrore nel vedere il suo Crilin ridotto in quello stato, cercando anche di calmare la piccola Marron, che sembrava sul punto di scoppiare dopo aver visto il padre così malconcio. Bulma rimase pietrificata quando vide che anche i corpi di Vegeta e Trunks erano stesi a terra, e iniziò subito a pensare al peggio. Il resto del gruppo rimase totalmente disgustato da ciò che Rainbokiller aveva fatto, ma nessuno si era concentrato sul fatto che, in quel momento, qualcuno fosse sotto tortura da parte di Rainbokiller. Nessuno, tranne Bu, che fece per scattare, per poi fermarsi, un Ki Blast aveva sfiorato Rainbokiller nonostante quest’ultimo si fosse abbassato per schivarlo. I presenti indirizzarono i loro sguardi verso un uomo con la parte superiore del corpo scoperta e i muscoli in bella vista, con dei lunghi e spinosi capelli dorati e dagli splendenti occhi azzurri, privo di sopracciglia, cosa che gli dava un aria decisamente più seria. L’uomo cominciò ad avvicinarsi verso l’avversario, mentre quest’ultimo ritirava il tentacolo dal corpo di Junior, lasciando un foro nello stomaco del namecciano, che cadde a terra chiudendo gli occhi. Rainbokiller poté dunque girarsi verso Goku, e quando i loro sguardi si incrociarono, entrambi sorrisero.
“Sapevo che non sarebbe stato facile mandarti all’inferno. Ma in fondo, è più divertente quando oppongono resistenza, o sbaglio?” chiese ironicamente Rainbokiller. Goku sembrò accennare ad una risata, come se avesse preso sul serio ciò che il nemico gli aveva detto.
“Già, è proprio divertente. Ed è proprio per questo che non vedo l’ora di farti tornare da dove sei venuto!” sentenziò Goku, per poi mettersi in posa da combattimento. Rainbokiller fece la stessa identica cosa, ed entrambi si scambiarono un ghigno di sfida.
“Andatevene tutti. So che è stato orribile vedere i vostri cari in quello stato, ma era la cosa migliore da fare: è sempre meglio sapere come stanno effettivamente le cose. Adesso, però, non potete aiutarci in alcun modo. Io e Goku penseremo a questo colosso. Su, andatevene” disse Majin Bu al gruppo, per poi saltare ed atterrare vicino a Rainbokiller. Il gruppo sarebbe voluto rimanere, ma purtroppo sapevano che non sarebbero stati di alcuna utilità e che sarebbero stati in pericolo. Così, iniziarono ad incamminarsi nuovamente verso la foresta. Mr.Satan si voltò, per guardare un ultima volta Majin Bu prima che scomparisse dal suo campo visivo. Lo aveva appena ritrovato, e già si dovevano separare di nuovo. Ma sapeva che Majin Bu doveva agire in quel modo, per garantire la salvezza alla terra. Così, ben presto Bu e Goku si ritrovarono soli, guardati unicamente dal loro avversario, che gli sorrideva. I due iniziarono a girargli attorno, pronti a scagliarsi contro di lui al momento giusto.
“Siete agguerriti, a quanto vedo. Peccato che…NON AVETE ALCUNA SPERANZA DI BATTERMI! PREPARATEVI A SOFFRIRE! Mahhhhhh!”

ANGOLO AUTORE: Salve! Eccomi ritornato! Prima di tutto, ci terrei a rassicurarvi su una cosa: il prossimo capitolo sarà un po’ più corto di questo, quindi dovrebbe (e dico, dovrebbe) uscire in tempi più brevi rispetto a questo. Non c’è molto da dire riguardo questo capitolo: come possiamo vedere, qualcosa di strano sta succedendo a Junior, e Rainbokiller sta mostrando a poco a poco tutte le sue carte. Ma adesso, il nostro caro mostro sembra trovarsi a faccia a faccia con due avversari capaci di tenergli testa. Adesso, ho due precisazioni da fare:

1 Il tempo della storia: Ciò che ho narrato in questo capitolo è tutto quello che è successo nel mentre Iamko lottava contro Nappa fino a quando quest’ultimo non usa il Destructo Globe. Ora, voi vi chiederete: quella parte di combattimento è durata alcune pagine, mentre per narrare questi eventi che avvengono in contemporanea c’è voluto un intero capitolo. Diciamo che è un po’ come i famosi “5 minuti di Namek”.                                                                         

2 La forza di Rainbokiller: Il potere di Rainbokiller è leggermente superiore a quello di Goku Super Saiyan Tre, che a sua volta è più forte di Majin Bu, che si è allenato come gli altri in questi anni. Quindi, per dare valori numerici, attingendoci anche al valore che ho dato a Goku base nel precedente capitolo, ci troviamo:
Goku SSJ3: 800
Majin Bu: 750
Rainbokiller: 810                                                                                                                                                                                        

E abbiamo finito. Ci si vede al prossimo capitolo. A presto!                        


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: DhaevetralWarrior