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Autore: Sherry93    30/10/2018    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche.



CAPITOLO 30

Buio. Un ronzio indistinto di voci. Aprii con fatica gli occhi, riprendendo consapevolezza del dolore lancinante che continuava ad attraversarmi. Vedevo tutto sfocato, c’erano delle figure, ma non riuscivo a distinguerle. Ora le voci erano diventate urla. Due forti ed enormi fonti magiche. Non mi sentivo bene, volevo restare sveglia, ma gli occhi si stavano richiudendo contro la mia volontà. Un altro potere magico più forte dei precedenti. Inspirai profondamente cercando un minimo di sollievo. La bocca era riarsa, deglutii cercando di inumidirla con non molto successo, sentii solo il sapore ferroso del sangue. Da quanto ero ferma qui? Non sapevo neanche dove fosse qui.

Chiusi una mano a pugno più volte, terra. La spostai da parte a me e andò a sbattere contro delle rocce, sui cui appoggiavo la schiena. L’odore che percepivo non era cambiato. Ricollegai i pezzi di quello che mi era successo. Andruil. Dov’è ora? Che avesse abbandonato la sua preda? Impossibile, la dea della caccia non lo farebbe mai. Passi. Non mi mossi, anche volendo non ne avevo le forze. Un altro pensiero mi trafisse il cervello. Dove sei Solas? Spero che stia bene, più di quanto ne stia io. Maledizione! Non posso morire qui! Non posso farmi ammazzare da un ricordo di Andruil!!  Il metallo freddo di un’armatura mi si posò sul mento e qualcuno mi alzò la testa. Non ci vedo! La vista mi si è oscurata di nuovo!

Udii un sospiro -Mia sorella è sempre la solita, ti ha ridotto male- disse una voce femminile. Sorella!? Ad tratto da parte a me ci fu un forte schianto, dei pezzi di polvere e rocce mi caddero addosso e la donna mi lasciò andare il viso -Si può sapere che ti prende? Stai litigando con mia sorella proprio ora?- ancora la stessa voce femminile -È viva, ma non per molto se continui a perdere tempo!-

Risa da Andruil -Sylaise mi stai rovinando il divertimento. Temibile Lupo, che sguardo, non me l’hai mai mostrato prima- disse con voce soddisfatta

-Sparisci dalla mia vista- ringhiò con voce profonda e spietata. Altri passi e percepii un respiro vicino all’orecchio -Vhenan…- stava dicendo altro, ma caddi di nuovo in un profondo buio.

 

Un piacevole calore. Sotto la schiena qualcosa di morbido. Il dolore era scomparso. Altre voci.

-Si può sapere che ti è preso? Volevi dichiararle guerra per una ragazzina?- disse sconcertata una voce maschile. Rumore di ceramiche che si posavano su un tavolo, un leggero profumo di the. Non ci stavo capendo più nulla. Sentivo il corpo pesante, ma una costante presenza di mana che conoscevo bene era intorno a me, mi cullava e mi sentivo protetta.

-Avrei già dovuto farlo quando mi ha legato a quell’albero, oltre che per tutto il resto, Dirthamen. Quindi le avrei dichiarato guerra? Sì, sempre se in quel momento ne fosse uscita viva- rispose Solas tranquillo con voce sicura.

-Spiegami chi è quella ragazzina che hai strappato dalle grinfie di Andruil, che hai curato come un disperato e che ora dorme nel tuo letto!- disse esasperato il dio dei segreti. Silenzio.

La smettono tutti quanti di chiamarmi ragazzina o bambina?! Quanti cavolo di anni dovrei avere per essere considerata una donna adulta?!

-Suppongo se lo stiano chiedendo tutti…- rispose vago

-Certo che se lo domandano tutti! Nessuno aveva mai visto il Temibile Lupo rivolgere uno sguardo assassino ad Andruil! Neanche quando ti ha legato a quell’albero! Stavi perdendo il controllo e non è da te!- udii ancora delle tazze e Solas sospirare

-Sai amico mio, è stato bello riparlare con te, ma questo rimarrà un mio segreto. Se qualcuno ne verrà a sapere qualcosa, quella persona sarà solo Mythal-

Sbuffò -Bhe, spero per te che sia almeno brava a let…- si bloccò -Scherzavo! Scherzavo! Si può sapere che ti prende? Sei invecchiato di colpo?-

Solas ridacchiò -Qualcosa del genere…-

-Poi da quando bevi the? Pensavo piacesse solo a me…-

-Infatti lo odio, ma mi serve per non dimenticare. Dirthamen, non ti sta aspettando Mythal?-

-Sì, vado, così potrai coccolarti la ragazzina visto come la guardi- provocò malizioso. Udii una porta aprirsi e poi richiudersi, una sedia scorrere sul pavimento e poco dopo il materasso piegarsi da parte a me. Aprii gli occhi e dopo una prima forma sfocata, mi ritrovai il volto di Solas che mi fissava apprensivo. Un Solas con i capelli castano ramati, lunghi e tenuti in una coda. Avrei potuto abituarmici se non fosse che non era reale tutto quello che ci stava succedendo. Alzai una mano verso il suo viso e lo accarezzai, lo sguardo gli si illuminò di gioia e mi abbracciò mettendo la testa nell’incavo del mio collo e stringendomi forte. Affondai la mano in quell’insolita chioma, trovandoli sorprendentemente morbidi. Una novità alquanto piacevole, forse ne era valsa la pena farsi trafiggere, solo per questo.

-Io quella sadica bastarda, la ucciderò- dissi spietata -Come hai fatto ad avere una cotta per una pazza del genere?-

Ridacchiò e mi posò un bacio sulla guancia per poi aiutarmi a mettermi seduta. Notai solo in quel momento che avevo indosso una veste da notte alquanto pregiata. Riguardai Solas -Sei stato tu a…- mi passò una mano sul viso e prese possesso della mia bocca con passione, il piacere scatenato da quel gesto mi fece sentire subito meglio. -Mi sono preso cura io di te e nessun altro. Stavo impazzendo quando ho visto cosa ti aveva fatto Andruil. Ero completamente terrorizzato, stavi morendo-

-Per questo Dirthamen ha detto che eri disperato?- domandai, intanto rimanemmo abbracciati e mi accarezzava la schiena.

-Esatto, l’unica che ha capito come stavano le cose dalla mia espressione e dal mio stato d’animo è stata Mythal che ha allontanato gli altri. E ha ordinato ad Andruil di lasciarti-

-Dove siamo? Che diavolo sta succedendo?-

-Geldauran sta manipolando i miei ricordi nel periodo della guerra contro di loro. E devo dire che lo sta facendo sorprendentemente bene, sono tutti come me li ricordo. Se non sapessi che centra lui, penserei di essere tornato indietro nel tempo-

-Bhe, tutti questi capelli dovrebbero farti venire molti dubbi…- e continuai ad accarezzarlo, ridacchiò e appoggiò la fronte sulla mia -Siamo a Skyhold, nella nostra camera. Ti ho portato via il più in fretta possibile da quel campo di battaglia… stavo per uccidere la Andruil dei miei ricordi- rispose con una nota di rabbia nella voce -La freccia non ti ha solo colpito, ma ti ha avvelenato, eri paralizzata- mi baciò sulla fronte per poi scendere sulla guancia e di nuovo catturarmi la bocca. Probabilmente si era spaventato più lui di me, contraccambiai quei baci, passò le mani sulla mia vita prendendomi in braccio. Mi aggrappai sorpresa al suo collo -Ti faccio vedere una cosa, poi penseremo ad uccidere quel bastardo di Geldauran. Hai visto il Lyrium rosso? Si sta espandendo e non so come fermarlo, presto o tardi arriverà anche agli altri- intanto si era alzato ed eravamo usciti sul balcone che dava sulle montagne. Guardai Solas che rise per la mia faccia sconcertata -Ti piace?-

Il cielo non era completamente azzurro e diverso da come lo conoscevo, si ricongiungeva all’Oblio in modo naturale, nessuno stacco netto, nessuna barriera. Sprazzi di luce color verde e oro che si riflettevano su edifici lontani  sospesi in aria, non costruzioni singole come il tempio in cui stavamo di solito, ma vere e proprie piccole comunità. L’Oblio si estendeva all’infinito sopra di noi, più luminoso e vivo di quanto lo avessi mai conosciuto in vita mia. Spiriti che si muovevano tranquillamente da una parte all’altra e che parlavano con diversi elfi. La magia era in qualunque cosa, mi sentivo alquanto leggera e a casa. -È strano… niente demoni?- mi posò un bacio sulla tempia -Non sapevo quasi neanche cosa fossero, vhenan- restai a fissare affascinata le attività degli spiriti di diversi colori che si spostavano indaffarati a parecchi metri sopra di noi.

-Lethallin, sempre con una donna tra le braccia da un migliaio d’anni a questa parte- disse una voce femminile

Sorpresi ci voltammo verso uno spirito che aveva preso le sembianze di una donna. Solas rimase a fissarla -La vostra stupida guerra ti ha portato via la lingua?-

Al mio lupo brillavano gli occhi e mostrò un grande sorriso -Saggezza, quante volte ti devo dire che devi far sentire la tua presenza?- disse divertito

-Se eri impegnato nella attività che prediligi e di cui capisco poco il senso, non mi avresti notato comunque, te lo posso assicurare-

-Ehi!- rispose facendo finta di essere offeso e mi lanciò uno sguardo imbarazzato, mi riportò dentro e mi appoggiò sul letto -Dietro al paravento, troverai dei vestiti- e lo indicò posto in un angolo della stanza -Vediamo che succede e riprenderemo il prima possibile la caccia. Essendo ricordi gli eventi stanno avvenendo molto velocemente, ma per i nostri corpi rimasti alla prigione non è comunque un toccasana. Dobbiamo fare in fretta- sussurrò. Annuii con un cenno del viso e lo studiai attentamente: indossava una blusa nera solo sul petto come i pantaloni, invece le maniche erano larghe, bianche e si restringevano in rifiniture in metallo dorato sui polsi, come anche sul collo. Portava degli stivali sempre neri. Vestito così la sua figura veniva slanciata parecchio, sembrava più alto. -Qualcosa non va?- chiese perplesso, notando il mio sguardo indagatore.

Sorrisi e negai con la testa -Dovresti vestirti più spesso così a casa, ti dona molto- dissi dolcemente. La sua espressione diventò divertita e mi baciò fugacemente -Lo terrò a mente, vhenan- si scostò da me e andò incontro a Saggezza. Mi spostai dietro il paravento. Trovai su una sedia un abito lungo, violetto, senza maniche, con le rifiniture dorate sulla vita, sul collo e sui polsi riposte su un cassettone. Affianco delle scarpe eleganti di un viola più scuro. Rimasi allibita a guardare quell’abbigliamento. Io non ho mai messo cose del genere… ero un po’ smarrita. Mi accostai al paravento per vedere a che punto stava Solas.

-Lo sai che questa vittoria degenererà, vedo profondi cambiamenti. Gli equilibri sono stati ancora una volta distrutti- disse lo spirito

-Purtroppo lo so bene, amica mia- rispose sconfortato

 -Ora però noto un cambiamento più incisivo e molto vicino a te, da quando con le donne usi quella parola affettiva?-

Ridacchiò -Non ti sfugge nulla… se ti dicessi che è la mia compagna, ci crederesti?-

-Per questo sento i vostri spiriti legati… raro per un Evanuris-

Sbuffò disgustato -Non usare quella parola-

-Si sta già diffondendo la voce-

-Lo so… ma non sono ancora uno di loro…- venne interrotto -Ti sei guadagnato sul campo il diritto a uccidere un Titano. Ne stanno parlando proprio ora. Sei ancora convinto del tuo obiettivo?-

-Mai stato così deciso- rispose sicuro

-Resisti e vai avanti, lethallin. Stai appena iniziando-

-Lo so-

-Ti lascio, penso che la tua compagna sia in difficoltà- rispose divertita e sparì come era venuta. Solas si voltò verso di me con un sorriso e le guance mi si scaldarono per l’imbarazzo. Si avvicinò e guardò l’abito che mi stava mettendo in crisi -Bhe, direi di toglierti questa veste da notte per iniziare- disse prendendomi in giro. Lo fissai fulminandolo con finto rimprovero -Non ci sarei mai arrivata, grazie- mi svestii non degnandolo di uno sguardo, percepii che mi studiava intensamente la schiena sempre più giù. Continuai ad ignorarlo e mi infilai il vestito violetto, era molto morbido, sembrava seta, ma non ero sicura fosse lo stesso materiale. Si adattò in modo perfetto al mio corpo, come se fosse stato fatto apposta per me. Sentii stringermi qualcosa in vita e vidi le mani di Solas che mi mettevano quel metallo dorato. Mi prese per mano e mi voltò verso di lui mettendomi un'altra parte dorata sul collo e poi passò ai polsi. Mi osservai e alzai gli occhi su Solas che mi fissava con sguardo ardente -Ho sempre desiderato vederti vestita così- disse con voce profonda.

Avevo il volto in fiamme -Dove lo hai preso?- domandai incerta

-Mythal, ti perderesti nel suo guardaroba per almeno un mese. Cerchi qualcosa? Stai pur certa che lei ce l’ha-

Eravamo fino a quel punto così simili? Mi andavano bene anche i suoi vestiti? Abbassai lo sguardo -Dovrò ringraziarla-

-Aspetterei a farlo, prima sentirei quello che ha in mente-

-Di che stai parlando?- domandai confusa

-Diciamo che sto cercando di farle cambiare idea sull’annunciare con sua estrema soddisfazione, non che io non ne sarei stato orgoglioso, ma magari non in un ricordo…-

-Arriva al punto, vhenan-

-Quale migliore occasione la fine e vincita delle guerra, per annunciare che il Primo tra i suoi Guardiani Arcani, nonché Temibile Lupo, si è fidanzato ufficialmente?-

Sentii le gambe farsi molli e barcollai all’indietro, Solas mi prese dalla vita sostenendomi, ero sorpresa, sconcertata, stupefatta e non so cos’altro…

-Stai scherzando!? Che… non mi conosce nemmeno! Non ancora almeno! E pur che la cosa possa anche piacermi, non abbiamo tempo per questo!-

Ridacchiò -Purtroppo dobbiamo seguire gli eventi, anche se un po’ diversi dagli originali. Io non mi sono mai fidanzato ufficialmente. Dubito che riusciremo ad andare da Geldauran prima di domani, è periodo di festa in tutta Elvhenan-

Oddio, non che non mi faccia piacere, siamo sposati, e magari vedrò la faccia di quella pazza sadica morire di rabbia… appoggiai la fronte sulla sua spalla e una mano sul suo petto.

-Ti senti bene?- domandò Solas preoccupato. Guardai la mano con l’anello all’anulare -Ha notato questi, vero? Io non dovrei esistere ancora…- Mi strinse a sé, affondando il viso nei miei capelli e io nei suoi. Dio se era strano… ridacchiai piano. -Li ha notati poco dopo, quando è venuta a vedere come andavano le tue cure e ti avevo tolto l’armatura. Pensavo mi sarei dovuto subire un interrogatorio, invece visto che ho fatto tutto di nascosto, ora dovremmo sorbirci il suo annuncio di fronte a una considerevole quantità di nobili. E spezzare le speranze di tutte le fanciulle che a suo dire volevano accalappiarmi per ottenere un ruolo di prestigio- borbottò -Mi stai dicendo che vedrò rompersi una marea di cuori? Non è che in questo periodo eri impegnato con qualcuna e vedrò arrivarti qualche schiaffo?- chiesi curiosa

Si rischiarò la gola nervoso -Che io mi ricordi non avevo relazioni serie, se è quello che vuoi sapere-

Gli picchiettai le dita sul petto -Non erano serie, ma c’erano… bhe, buona fortuna, ma’arlath- dissi rallegrata e lavandomene le mani sulla marea di conseguenze all’orizzonte -Divertiti- lo presi in giro.

Mi rivolse la faccia da lupacchiotto sconsolato perso, sorrisi -È inutile che fai questa espressione, cosa posso farci? Poi sarò anche io presa di mira dai tuoi svaghi passeggeri. E tra queste ci sarà anche Andruil, visto che io sono riuscita dove lei ha fallito. Sarà una lunga giornata, che non è mai avvenuta davvero, ma indimenticabile scommetto-

Iniziò a lasciarmi una leggera scia di baci sul collo -Non mi puoi abbandonare così, vhenan…-

Erano roventi -Non corrompermi…- mi accarezzò le braccia e feci caso alle cicatrici sul mio avambraccio causate dall’Ancora. L’unico che le vedeva sempre era lui, per il resto portavo sempre abiti con maniche lunghe. Elen non le aveva mai viste… non sapeva che ero rimasta senza un braccio per circa un anno. -Non ho visto come è andata a finire con Anaris… un altro cuore spezzato da quel che ho capito…- si scostò incatenando gli occhi ai miei -Perché sento trasparire della gelosia? È dove dovrebbe essere, visto che sono qui davanti a te-

-Mi pare solo di capire che ti sei dato alla pazza gioia prima di incontrarmi. Comunque, mi mette un po’ a disagio dover mostrare queste a un sacco di persone- e feci cenno con il viso al braccio. Le accarezzò con delicatezza -Le hai per colpa mia, e anche se non dovrei dirlo mi piacciono, ma se vuoi le posso nascondere-

Stavo per rispondere, ma bussarono alla porta, ci voltammo verso di essa e udimmo salire i gradini, un elfo con i Vallaslin di Mythal ben evidenti in viso, un servo. Ci fissò e fece un lieve inchino -Scusate il disturbo. Temibile Lupo, la mia signora richiede la tua presenza e anche quella della donna  che vi accompagna-

-Ti ringrazio. Riferisci che arriviamo subito- rispose Solas. L’altro fece un altro lieve inchino e se ne andò. Solas fissò di nuovo il mio braccio -Cosa vuoi fare?-

La cicatrice sembrava nascere dal gomito e allargarsi in tanti rami fino a ricoprire la spalla, come i miei Vallaslin. Io stessa ero stata marchiata in modi differenti. La pittura di sangue sul viso, i sussurri del pozzo per lo spirito e infine questi segni sul braccio. Sospirai -Lasciali, visto che ti piacciono, non ho motivo di nasconderli- sorrise e mi baciò veloce sulle labbra -Andiamo- mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla camera. Nella sala del trono la gente parlava e non fece subito caso a noi, erano moltissime persone e il brusio delle voci mi suggeriva che ce ne erano parecchie che non vedevo. Al posto del semplice trono che usavo, ce ne era uno imponente fatto interamente in cristallo, rami di Lyrium erano racchiusi in esso, emettevano una tenue luce. Varie rifiniture in argento lo ornavano creando delicate decorazioni che davano vita a dei draghi. Appena Solas venne riconosciuto, si levò un ovazione.

Lui sorrise e continuò a tirarmi, si accostò alla porta che dava sull’ufficio di Josephine, la aprì lasciandomi passare per prima, richiuse la porta e continuammo verso la Sala da Guerra. Al posto della scrivania  che avevo visto per anni, dei divani e delle poltrone. Continuammo ed entrammo in una camera enorme ed elegante, più femminile rispetto a quella di Solas. Un letto molto grande sulla destra, tende alle finestre, tappeti, in centro un tavolino con delle sedie in cristallo dove scorsi una chioma bionda, e un fisico perfetto con un abito verde smeraldo come gli occhi che si posarono su di noi e puntarono Solas.

-Quindi ragazzino, quando mi avresti detto che ti sei sposato?- domandò con un evidente tono contrariato. Volsi l’attenzione al mio lupo che accennò un sorriso, era in difficoltà -Ehm… è stato poco prima dell’ultima battaglia e visto che mi sono innamorato di lei, le ho chiesto di sposarmi-

Mostrò un sorriso seccato -Usi sempre quella parola con leggerezza, se ti fossi sposato ogni volta che pensavi di essere innamorato… e invece erano soltanto i tuoi ormoni a parlare!-

Gli strinsi la mano, era arrossito, ma si riprese in fretta -Non nego ciò che dici, ma ho trovato l’unica donna che amerò in eterno- rispose serio.

Mythal mi osservò, si alzò e si fece vicino -Le mani, da’len- sostenni lo sguardo e gliele porsi, le prese tra le sue, erano calde -Il mio nome è Yen- non rispose e guardò con interesse le cicatrici, percepii il suo mana fluire in me. Ad un tratto i segni sul braccio si illuminarono di verde, dandomi un fastidioso bruciore, istintivamente interruppi il contatto. Mi fissò negli occhi -Chi ti ha mutilato lo spirito, dandoti però un potere sull’Oblio?- come faceva? Cosa dovrei rispondere? Come posso parlare di cose non ancora successe?

-Io- disse il mio lupo anticipandomi -Un mio errore, che l’ha quasi uccisa, ma che mi ha permesso di incontrarla- e allungò una mano sulla mia vita stringendomi a lui -Solas…- sussurrai. La dea dell’amore sorrise -Il Temibile Lupo che aveva abbandonato il suo nome per servirmi, l’ha donato finalmente alla sua compagna?- fece un cenno con la mano verso il tavolo in cristallo -Sedetevi- ci accomodammo e riprese a fissare entrambi. Perché mi sembrava di essere ritornata bambina veramente? Non sta facendo nulla di particolare, ma la sua sola presenza mi mette a disagio ora, come se avessi rotto qualcosa e stessi aspettando di essere sgridata.

Sorrise rassicurante -Quindi da’len, c’è qualcosa di strano in te. Per mio stretto interesse personale ho analizzato il tuo sangue, e devo dire di essere rimasta sorpresa…-

-Quando hai…- domandò irritato Solas. Mythal lo guardò semplicemente ottenendo il suo silenzio. -Mi sono permessa di prenderne un po’ dalla spalliera distrutta dell’armatura e l’ho fatta pulire accuratamente. Il sangue di un individuo è unico come saprai, su questo si basa il potere dei Vallaslin. Io come gli altri, posso ordinare senza possibilità di fallimento ai miei servi di fare qualunque cosa, anche contro la loro volontà. Il sangue naturalmente è il mio, inciso sulla loro pelle e questo mi dà del potere su di loro. Le sentinelle invece mi sono legate più profondamente avendo bevuto dal Vir’Abelasan- fece una pausa e si alzò, andando a guardare fuori dalla finestra dove io stessa e Cassandra ci eravamo sporte tante volte. -Il tuo sangue è unico sotto vari aspetti. Hai il tuo DNA, ma conservi altrettanto bene lo schema genetico di altri otto individui-

Un brivido di consapevolezza mi passò sulla schiena -E questo significa?- domandai comunque. Si voltò di nuovo verso di noi -Otto individui che sono tra i maghi più potenti di tutta Elvhenan. Sarò sincera, se gli altri dovessero scoprirlo verresti uccisa all’istante-

Solas rimaneva in un silenzio sconvolto -Questo… questo non c’era…- mormorò. Non capivo. Guardai persa entrambi -I maghi più potenti che con arroganza si stanno facendo chiamare Evanuris, sembra abbiano già un Dio ed è molto più vicino di quanto credano- spiegò Mythal fissandomi.

Gli Evanuris hanno creato il loro Dio. Sospirai profondamente -Io non pratico la magia del sangue…-

-Questo sta a te da’len- si rivolse al mio lupo -Solas non mi stai dicendo tutto, non so chi sia e da dove venga, ma è la prima volta che vedo una donna accettarti per quello che sei e non per il titolo che ti ho affibbiato. Ed è la prima volta che ti ho visto in preda al panico, terrorizzato e con l’intento di uccidere seriamente un potere più forte di te, pensando di perderla. Vuoi salvare quelli nati come te, ed è una buona motivazione, ma pensa se non ci riuscirai cosa le faranno. Questo dovrebbe darti ulteriore determinazione- si sedette e mi guardò di nuovo -Da’len, hai anche un potere considerevole, impara ad usarlo in tutte le sue sfaccettature anche in quelle che odi, non come lui-

-La magia del sangue avrebbe interferito con il mio potere da somniari- puntualizzò Solas

-Vero, ma non così tanto come credi, e lo sai. Non hai voluto apprenderla per non avere mai la minima tentazione ad usarla su persone che ritieni tue pari, ed è giusto. Ma una mancanza che non accetto da te-

-La penso come Solas- dissi decisa, mi guardò con un sorriso -La magia del sangue non serve solo per avere controllo sugli altri o per attingere ulteriore potere, non fa solo del male, ma anche del bene. Scopri, studia, impara e metti in pratica, perché prima o poi potrebbe tornarti utile contro i nemici e non devi camminare ad occhi chiusi su questa strada. Questo potrebbe rivelarsi pericoloso per te e per gli altri- sospirò -Ora, che vi piaccia o meno, io farò quell’annuncio di fidanzamento. Perché così anche chi aveva qualche speranza su di te, Solas, la smetta e perché le regole le ho create io e intendo rispettarle. Tu gestisci questa parte dei miei territori, il tuo popolo e l’intera Elvhenan deve sapere a chi ti leghi e riconoscerla come tale-

Come l’intera Elvhenan!? Ero allibita e guardai Solas che si passò una mano fra i capelli sconsolato

-Agli ordini, mia signora-

-Non prenderti gioco di me, se no metterai finalmente a posto la muraglia a est, è sempre lì che aspetta di essere riparata-

-Da un migliaio d’anni circa…- borbottò

-Cosa?- domandò fulminandolo con lo sguardo

-Andiamo a fare quell’annuncio, sarà una giornata infinita- disse Solas prontamente e mi prese per mano trascinandomi fuori. Una volta chiusa la porta alle nostre spalle, risi. Mi ero trattenuta fino ad un attimo prima vedendo quello scambio di battute. Solas mi posò un bacio sulla guancia -Ma quanti anni hai?-

-Troppi, ma la fa sentire giovane e mi ci sento anche io ora- rispose divertito, ridacchiai e mi feci portare sul balcone sopra alla sala del trono, cercando di evitare di parlare con tutti gli elfi che incontravamo. Percepivo tantissimi occhi addosso. Una volta raggiunto il balcone sbirciai fuori e il cuore perse un battito. Solas mi strinse dalla vita da dietro facendomi appoggiare la schiena al suo petto -Lo so, fa sempre questo effetto la prima volta- la corte interna ed esterna era strapiena di persone, tante piccole teste girate dalla nostra parte. -E lo so che non ti aiuterà, ma è bene che tu lo sappia, quando Mythal diceva che ci sentirà l’intera Elvhenan così sarà e anche l’Oblio verrà messo al corrente-

-No che non mi aiuta! Ho parlato davanti ad un esercito e la cosa mi aveva già messo in soggezione! Ma questo…- sospirai profondamente più volte cercando un po’ di controllo e abbandonandomi completamente contro di lui. Era un ricordo, ma… Percepii il suo respiro sull’orecchio -Tu non dovrai dire nulla, ci penserà Mythal e poi toccherà a me- posò le labbra calde sulla mia guancia fredda, ero terribilmente nervosa. Odio queste cose e ho dovuto imparare a conviverci. Alzò una mano girandomi il viso verso il suo e prese possesso della mia bocca in una lunga e sensuale esplorazione. Si staccò per riprendere fiato e mi baciò di nuovo in un assalto dolce e famelico allo stesso tempo -Ti amo e sei perfetta- lo ribaciai fugacemente -Anche io e va un po’ meglio, grazie-

-Se avete finito, è il momento. Avrete tutto il tempo che volete dopo e se tra qualche mese sentirò di nuovo dei piccoli passi tra queste mura, ne sarei entusiasta-

Rimasi boccheggiante a quelle parole, ma faceva apposta? Solas mi strinse di più a sé ridacchiando piano -Te l’avevo detto che è tremenda- sussurrò -E io ho capito da chi hai imparato- risposi -Io invece da chi hai preso tu, ma’arlath-

Si spostò di fianco a me e mi prese per mano, seguimmo all’esterno la dea dell’amore. Si levò un ovazione da far tremare l’intero castello. Mythal aspettò il silenzio che arrivò subito dopo.

-Finalmente posso annunciare il concludersi della guerra che ci affliggeva da ormai troppo tempo. I nemici sono stati sconfitti e imprigionati, soffriranno in eterno e sarà consentito chiamarli solo con il nome di Dimenticati. Ognuno ritornerà alle sue attività regolarmente, dopo che sarà trascorso il mese di festa in tutto il regno. Bevete, riposatevi, divertitevi e piangiamo i nostri cari che hanno dato la vita per far sì che noi oggi potessimo essere qui. So che abbiamo avuto molte perdite e mi scuso con voi per non essere riuscita a fare di più. Falon’din celebrerà dei funerali per rendere onore ai caduti. Ora ho da fare un altro lieto annuncio. Come voi tutti sapete qui siete sotto la gestione del Primo tra i miei Guardiani Arcani, il Temibile Lupo- si levò un'altra devastante acclamazione per rendergli omaggio che mi scosse lo spirito, per poi ritornare silenzio -Il Temibile Lupo si fidanza ufficialmente, con una ragazza che non pensavo esistesse da quanto mi ha fatto penare in tutti questi secoli- delle risa risuonarono per tutto il castello -Ora lascio la parola a loro- e fece qualche passo indietro. Solas prese un profondo sospiro e mi tirò avanti insieme a lui. Il cuore mi batteva all’impazzata e guardai la folla sottostante -Amici miei! Non ho nulla da aggiungere a quanto ha già detto Mythal, sono sollevato che ora i nostri cari siano al sicuro. Sul trovare la donna giusta per me, il mio spirito affine, avevo perso le speranze anche io, ma poi ho notato lei e non ho capito più nulla- altre risa, e Solas mi cinse con sicurezza contro di lui. Come faceva? Avrei potuto svenire tra poco! -Il suo nome è Yen Lavellan e da qui in eterno guiderà insieme a me questi territori- il mio lupo si rivolse verso di me e senza preavviso ricevetti un bacio. Non un semplice bacio casto che ci si aspetterebbe di dare davanti ad un folla del genere. Ma uno passionale e possessivo di quelli che solo lui mi avrebbe mai dato e che mandava in crisi il mio cervello messo già alla prova. Istintivamente e non in grado di pensare gli posai una mano sul viso tirandolo verso di me. Stavo dicendo davanti ad un impero, a migliaia di persone, che lui era mio e che io ero sua.

Ci staccammo senza più fiato e ci fissammo negli occhi. Un baccano tremendo si levò nell’aria e guardai completamente rossa in faccia la folla che era impazzita e incitava per un secondo bacio. Avevo il cuore che mi stava per esplodere nel petto e stringendomi a Solas nascosi il volto nella sua spalla frastornata.




Ecco il trentesimo capitolo! Non ci credo neanche io di aver scritto così tanto! E mi sono accorta che solo qualche giorno fa che è già passato un anno!
Quindi per "festeggiare" ho deciso di riscrivere in parte a modo mio un evento che nel gioco non mi è andato giù a causa della mancanza di Solas. Se volete lo trovate nelle mie storie con il titolo "Grazia Malevola". Fatemi sapere se vi piace!

Ritornando al capitolo, Yen ha scoperto altro su di sè, una sorta di asso nella manica, forse però alquanto pericoloso. Intanto vediamo anche un piccolo pezzo della vita di Solas nel suo mondo.

   
 
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