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Autore: pottermari    30/10/2018    0 recensioni
Seconda guerra magica.
Mentre Harry, Ron e Hermione sono alla ricerca degli Horcrux per sconfiggere il Signore Oscuro, Draco Malfoy passa al lato buono per amore.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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CAPITOLO 4

DRACO

Hogsmeade era diversa. Le strade erano vuote, la gente non usciva quasi più di casa. I Tre Manici di Scopa non erano più vivi di quel frullo che nei weekend a Hogsmeade Draco era solito vedere solo pochi anni prima. Prevalentemente le persone che entravano lì, ora, erano mangiamorte, così gli abitanti di Hogsmeade non andavano più nella loro locanda preferita, e il paesino non era più unito come una volta. Le strade deserte facevano provare al ragazzo un profondo senso di nostalgia.

Dove sei, Hermione?

Erano due settimane di fila che Draco faceva la guardia nella parte ovest di Hogsmeade e, nella sua ricerca di un passaggio sicuro verso Hogwarts, Draco aveva fatto conoscenza del fratello di Albus Silente, Aberforth, il proprietario del pub “Testa di Porco”.

“Così tu sei quello che ha cercato di uccidere mio fratello?” gli chiese la prima volta che gli aveva servito da bere, due settimane prima nel suo pub.

Draco non sapeva nemmeno come Aberforth sapesse di quell’orrendo compito che il Signore Oscuro gli aveva assegnato pochi anni prima. “Non sapevo nemmeno che Silente avesse un fratello” rispose il ragazzo sulla difensiva. “Ma sì, mi era stato ordinato di ucciderlo.” bevve un sorso di Whisky Incendiario e, in qualche modo, si sentì meglio.

Aberforth sembrava pensieroso mentre fissava il ragazzo. Dopo un tempo che a Draco sembrò infinito, il vecchio continuò. “Ma non l’hai fatto.”

Il ragazzo si strinse nelle spalle. Si ricordava troppo bene le parole di Silente, sulla torre di astronomia, quella notte.

Draco, lascia che ti aiuti. Tu non sei un assassino.

“Non avrei potuto farlo” bevve un sorso di Whisky Incendiario e sospirò. “Io non sono quel genere di persona”. Subito dopo averlo detto, Draco si guardò attorno spaventato, ma apparentemente non c’era nessuno nel locale.

Aberforth annuì impercettibilmente. La sua espressione pensierosa si distese e sorrise al ragazzo che gli stava di fronte. “Nessuno dovrebbe esserlo.”

Draco studiò l’uomo di fronte a lui. Sembrava più giovane di Albus Silente, ma la somiglianza tra i due era evidente. Gli occhi azzurri di Aberforth erano più spenti di quelli di Albus, segnati da una sofferenza che il fratello maggiore era stato evidentemente in grado di nascondere. Guardare dentro quegli occhi azzurri risvegliò in lui i sensi di colpa. Lui aveva tolto l’unico familiare che era rimasto a quell’uomo davanti a lui.

“Mi dispiace.” gli disse, sincero. “Non avrei mai voluto che lui morisse.”

Aberforth lo guardò intensamente. Aveva lo stesso modo di studiare le persone che aveva Albus Silente quando ancora era in vita. “Non sei tu che devi scusarti.” Sospirò. “Nessuno vive senza colpe. Anche Albus aveva le sue. Bisogna imparare a perdonarsi.”

E così da quella sera era tornato da Aberforth tutte le notti a fargli compagnia, e tutti i giorni a dormire. Il vecchio lo aveva accolto, lo aveva sfamato e lo aveva aiutato… e stava continuando a farlo.

E fu proprio durante la sedicesima notte di guardia che Draco entrò dalla porta della Testa di Porco, salutò Aberforth con un abbraccio e ordinò il solito sedendosi al bancone, quando, proprio mentre il vecchio gli passava un caldo bicchiere di Whisky Incendiario, accadde. L’allarme risuonò alto e penetrante in tutta Hogsmeade. Un allarme che mai prima era suonato, ma che tutti aspettavano. Un suono che voleva dire solo una cosa: intrusi. Draco guardò Aberforth.

Erano arrivati.

“Portali qui.” gli disse il vecchio. “E attieniti al piano.”

Il biondo gli sorrise, annuì e corse fuori.

 

HERMIONE

Era stato difficile convincere Harry e Ron ad andare ad Hogwarts. I due ragazzi non capivano come Hermione riuscisse a scoprire i nascondigli degli Horcrux, e lei, come promesso a Draco, non aveva detto niente del suo coinvolgimento. Riusciva abbastanza bene a nascondere le informazioni ricevute dal biondo attraverso pensieri logici e frasi lette sui libri. Ma Harry non ci cascava.

La guardava in silenzio, gli occhi verdi fissi su di lei. “Sei sicura?” le chiedeva ogni volta. A lui bastava quello, e Hermione ne era grata.

E fu così che poco più di due settimane dopo aver ricevuto l’ultima lettera del ragazzo, i tre erano partiti. Le aspettative di quella gita non erano buone. Con Piton come preside e mangiamorte ad ogni angolo non sapevano proprio come sarebbero riusciti ad entrare o ad uscire dal castello.

Dato che all’interno dei confini di Hogwarts non ci si poteva materializzare o smaterializzare, i tre optarono per andare ad Hogsmeade, e da lì raggiungere il castello.

“Siete pronti?” chiese la ragazza guardando i due amici in mezzo alle tenebre della notte. Per poco più di un istante Hermione vide in loro i due bambini che l’avevano salvata dal troll, sei anni prima; vide gli anni passati con loro ad Hogwarts e rimpianse i giorni in cui il più alto pericolo era non passare l’esame di Trasfigurazione.

“Quando lo siete voi” rispose Ron, dall’alto del suo metro e ottanta.

I tre ragazzi si presero la mano. Sospirando, Hermione chiuse gli occhi, si immaginò Hogsmeade e si smaterializzò, portando con sé i due amici.

Ma accadde in un istante, prima che anche solo uno dei tre si accorse di aver toccato terra, risuonò un assordante rumore, come un urlo che squarciava l’aria. Hermione aprì gli occhi. Erano ad Hogsmeade; o meglio, quella che sembrava Hogsmeade. Le persone non c’erano, era come essere arrivati in una città fantasma. E nell’aria risuonava questo assordante urlo. La ragazza non capiva da dove provenisse, e solo dopo aver sentito qualcuno, in lontananza, urlare “POTTER!”, capì che erano in pericolo.

Harry, Ron ed Hermione corsero il più velocemente possibile cercando di nascondersi alla vista.

“Cosa facciamo?” chiese Ron non appena raggiunsero un angolo nascosto tra due abitazioni, la voce spezzata dalla paura. “Potremmo anda…”

“Ssht” lo interrompe Harry, affacciandosi sulla via principale.

L’allarme smise di suonare, e i tre si appiattirono contro il muro quando un mangiamorte li superò, andando oltre.

“Non vedo l’ora di catturarti, Potter. Chissà quanto deve essere godurioso poterti finalmente uccidere”. Lucius Malfoy camminava lentamente, gli occhi scrutavano il buio. Stava quasi per avvicinarsi al loro angolo, quando l’allarme suonò nuovamente in lontananza. “Lurido mezzosangue, ti vengo a prendere” esclamò Lucius correndo verso il suono.

I tre tirarono un sospiro di sollievo, guardandosi. “Cosa significa?” chiese Ron, guardandosi attorno. “Perché è suonato di nuovo?” si rivolse ad Harry, ma il ragazzo non rispose; alzò la bacchetta contro una figura incappucciata che si avvicinava velocemente verso di loro.

“Mettila giù Potter.” la voce strascicata di Draco fu come una ventata di aria fresca per Hermione, che sorrise colma di gioia. Erano salvi. Lui li avrebbe aiutati, li avrebbe nascosti. Sarebbero riusciti ad entrare nel castello.

“Dammi una ragione per farlo” rispose Harry, alzando di più la bacchetta verso la faccia di Draco, che alzò le mani.

“Harry” Hermione si mise di fronte alla bacchetta dell’amico, facendo schermo a Draco con il suo corpo. “E’ tutto a posto, è con noi”.

“Con noi?!” il ragazzo la guardò, incredulo. “Ha cercato di uccidere Silente, ha cercato di consegnarci al Signore Oscuro, ha..”.

“E ci ha salvati” gli ricordò Hermione. “A Villa Malfoy Draco ci ha salvati.” Ma Harry non abbassò la bacchetta. La ragazza guardò il suo amico, le lacrime agli occhi. “Se non ti fidi di lui lo accetto, Harry... Ma, ma ti devi fidare di me.” Continuò a fissare gli occhi verdi dell’amico per un tempo che le parve infinito, poi il ragazzo abbassò lentamente la bacchetta.

Hermione sorrise all’amico, le lacrime che le scendevano sulle guance.

“Non capisco” sussurrò Ron, nascosto nell’ombra. “Perché dovremmo fidarci di questo sporco ipocrita?” I suoi occhi, ora incendiati dall’ira, non lasciavano andare il volto di Draco; la mano stringeva talmente tanto la bacchetta che le nocche gli erano diventare biancastre.

“Bene Wealsey,” sputò Draco. “Se vuoi rimanere qua fai pure. Coloro che invece vogliono avere la possibilità di salvarsi possono seguirmi” Così dicendo il ragazzo prese la mano di Hermione e la trascinò via dal loro nascondiglio. La bruna si girò a guardare i suoi amici con sguardo implorante, e li vide mentre si scambiavano uno sguardo dubbioso. Poi Harry abbassò lo sguardo, sospirò e cominciò a seguire la coppia, accompagnato da Ron.

Dopo brusche frenate, corse a nascondersi, e qualche Mangiamorte schiantato, Draco li fece entrare a “La Testa di Porco”.

“Veloci, veloci!” disse il vecchio che teneva aperta la porta sul retro del Pub. “Perdiana, quanto ci avete messo! Pensavo vi avessero preso”.

“Scusa, Ab.. qualcuno faceva i capricci” rispose Draco guardando Harry e Ron di soppiatto.

Hermione fissò l’uomo, ora indaffarato a chiudere la porta a chiave e sigillarla con la magia. “Lei è Aberforth! Il fratello di Silente” sorrise notando la somiglianza e la differenza tra i due.

“In persona” rispose l’uomo, burbero. “Ora, rimanete qui dietro, non fate niente per qualche ora, vi vengo a chiamare io quando è tutto pronto.” poi si rivolse a Draco. “Li avviso che arriverete”.

“Grazie Ab.” rispose il biondo.

Quando Aberforth uscì dalla stanza sul retro per andare nel bar davanti, Harry sbuffò. “Okay, Hermione... è l’ora delle spiegazioni”.

 
   
 
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