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Autore: Vanya Imyarek    31/10/2018    2 recensioni
Italia, 2016 d.C: in una piccola cittadina di provincia, la sedicenne Corinna Saltieri scompare senza lasciare alcuna traccia di sé. Nello stesso giorno, si ritrova uno strano campo energetico nella città, che causa guasti e disguidi di lieve entità prima di sparire del tutto.
Tahuantinsuyu, 1594 f.A: dopo millenni di accordo e devozione, gli dei negano all'umanità la capacità di usare la loro magia, rifiutando di far sentire di nuovo la propria voce ai loro fedeli e sacerdoti. L'Impero deve riorganizzarsi da capo, imparando a usare il proprio ingegno sulla natura invece di richiedere la facoltà di esserne assecondati. Gli unici a saperne davvero il motivo sono la giovanissima coppia imperiale, un sacerdote straniero, e un albero.
Tahuantinsuyu, 1896 f.A: una giovane nobildonna, dopo aver infranto un'importante tabù in un'impeto di rabbia, scopre casualmente un manoscritto di cui tutti ignoravano l'esistenza, e si troverà alla ricerca di una storia un tempo fatta dimenticare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Tahuantinsuyu'
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                             CAPITOLO 23

 

 

 

DOVE  A  QUALCUNO  VA  INDISCUTIILMENTE  MEGLIO  CHE  AD  ALTRI

 

 

 

 

 

                                                                Dal diario di Chica Guchanii

 

                           14 CHICOSUDI 1593

 

 

Finalmente, finalmente ho ricevuto una convocazione! L’ansia di questi giorni si stava facendo insopportabile, non so cos’avrei fatto se fossi rimasta ancora all’oscuro dei pensieri della mia signora su tutto ciò che sta accadendo.

 Ma ormai le riunioni sono finite, Sua Maestà Manco è tornato al suo legittimo trono, e la mia signora non sarà più tanto coinvolta negli affari di Stato come nei tempi di guerra. Almeno ufficialmente: se ho imparato a conoscerla un minimo, in un momento come questo vorrà soprattutto consigliare e guidare il suo sposo. Il sovrano, a volerla dire tutta, ha preferito godere di un certo riposo dopo la difficile campagna contro Yrchlle, riposo che purtroppo ha ampiamente coinvolto quelle donne maledette. Speriamo che i figli che la mia signora avrà presto gli ricordino delle sue più grandi responsabilità e di chi debba essere l’erede al trono!

 Ma sto divagando. Naturalmente, non appena lo schiavo mi ha riferito il messaggio, sono pressochè corsa a palazzo. Llyra mi attendeva nelle sue stanze private, come al solito, e temo di averla quasi assalita con le mie domande: che posizione avrebbe preso nella diatriba creata da Waray? Come pensava di procedere? Come pensava di proseguire i suoi progetti contro il bastardo? Pensava che dietro a tutto questo ci fosse l’Incendiario? E in mezzo a questa burrasca di problemi, riteneva ancora opportuno agire contro il proprio sposo?

 Fu la sua risata alla mia foga a mettermi a tacere, alquanto imbarazzata.

 A suo dire, la situazione era stata senz’altro organizzata dall’Incendiario. Per la sua parentela con la famiglia imperiale, un cugino di secondo grado degli attuali sovrani, era la persona di rango più nobile all’interno di quel Tempio, quella che sarebbe quasi sicuramente eletta al rango di Sommo Sacerdote una volta che Pacha se ne fosse andato. Sapevamo già che l’Incendiario ha un infiltrato all’interno del Tempio della Terra, quello che ha sabotato le distribuzioni agli artigiani: se supponiamo che questa persona fosse Waray, non solo il sabotaggio diventerebbe possibile, nessuno andrebbe a protestare l’operato di un Sacerdote di rango elevato, ma avrebbe anche senso l’orchestrazione della cacciata di Pacha. Diventerebbe non più un semplice creare caos fine a sé stesso, screditando nel mentre una figura di autorità, ma un primo passo in piano più complesso che coinvolge molti più Templi e un popolo intero. Non sono neppure passate due settimane complete dalla sua elezione, e già abbiamo risse per le strade! Achemay solo sa cosa succederà se non interveniamo immediatamente!

 Dunque, il Tempio di Achesay dovrà uscire perdente da queste lotte, ma non dovrà essere disonorato: non vogliamo offendere la dea, solo sbarazzarci di un suo servo corrotto. D’altro canto, le polemiche suscitate da Waray portano alcuni vantaggi.

 Primo tra tutti, l’occasione di liberarci di Corinna: quel ragazzo è stato tanto dissennato da ripudiare il suo aiuto dopo le nuove linee adottate dal suo Sommo Sacerdote, visto che a quanto pare la ragazza contava di farsi liberare da Pachtu. Una presa di posizione davvero stolta, visto che ha perso la sua spia, ma a sua volta la ragazza resta indifesa: prima non volevamo liberarci di lei perché la strana coincidenza non lo facesse sospettare di Qillalla, ma ormai le Datrici di Morte non sono più affidabili, dato come Waray le ha minacciate; la mia signora ha licenziato quella ragazza pochi giorni fa, e ora non ci sarà davvero più nulla che possa legarla a loro.

 Bisognerà dunque stare attenti a impedire a quella ragazza di raggiungere il sacerdozio, ma al contempo permettere alle altre schiave che lo desiderano di raggiungerlo: sembrerà una responsabilità della giovane pigra e poco devota, anziché una presa di posizione dei sovrani. Dopodiché, sarà sufficiente mandare una schiava davvero fidata a creare le prove di un furto, da parte sua, di gioielli appartenenti alla corona. La sua parola non sarà mai creduta davanti alle prove evidenti di un crimine così grave, e verrà giustiziata immediatamente.

 Questo, purtroppo, si avvicina sgradevolmente alla sola teoria, perché la ragazza è in qualche modo riuscita ad eludere i nostri tentativi di osteggiarla, e a portare a termine con successo le prime due prove. Abbiamo il forte sospetto che qualcuno la stia aiutando: creando scuse per lei, addormentando o distraendo le guardie. La mia signora ha considerato per un istante la figlia del farmacista, che si è dimostrata amica della schiava ribelle, ma ha scartato quasi subito l’ipotesi: Alasu è troppo timorata dell’autorità imperiale per fare consapevolmente qualcosa del genere.

 L’ipotesi più logica attribuirebbe la responsabilità a Sayre, ma a me è parsa solo di poco più sensata: se odia tanto l’autorità religiosa, perché favorire l’ascesa di qualcuno a un rango sacerdotale? Da quanto abbiamo capito, poi, le sue promesse di potere si estendevano al solo Simay!

 La mia signora aveva naturalmente la risposta: certo, le mie obiezioni erano molto sensate, ma potrebbe darsi che abbia avvicinato la ragazza sola e delusa dagli amici per prometterle la fuga dal suo ruolo di schiava, in cambio di spionaggio e sabotaggio presso il Tempio di Pachtu, senza contare che una schiava effettivamente salita di posizione, in barba alle predicazioni di Waray, renderebbe la diatriba molto più accesa. La ragazza, in cambio di un sostegno che le è stato negato altrove, potrebbe aver messo da parte la sua acrimonia nei suoi confronti e aver accettato un accordo. In tal caso, impedirle di accedere al sacerdozio diventa ancora più imperativo.

 Il secondo aspetto positivo, è che ci offre un pretesto per agire contro il bastardo stesso: probabilmente sarà coinvolto in altri disordini, la gente sta diventando irrequieta, non sarebbe sorprendente che qualcuno di loro tirasse fuori una lama e assalisse il povero ragazzo che non fa altro che obbedire agli ordini dei suoi superiori. Più diretto che usare una Datrice di Morte, ma quasi altrettanto sicuro e forse più facile.

 Bisognerà solo fare attenzione a che l’assassino sia un sicario infiltrato tra la folla dei popolani: un Purificatore di Qisna svolgerebbe certo il lavoro con altrettanta solerzia, ma un Sacerdote che ne uccide un altro scatenerebbe infinite complicazioni politiche e religiose.

 Ci sbarazzeremo di Waray, ha concluso la mia signora, solo una volta che quei due ragazzi saranno morti, le minacce a Quisquis eliminate e chi ha minacciato il suo figlio non ancora nato punito. In questo ci sarà di grandissimo aiuto la Consacrata al Sole: quella giovane non è tanto isolata come la gente crede, avrà già ricevuto notizia di Waray e della campagna intrapresa contro il suo culto, e starà cercando di ideare una contromossa.

 E’ molto giovane, per nostra fortuna, e facilmente controllabile: la convinceremo a inviare a Waray una convocazione per un dibattito pacifico, e se quest’ultimo dovesse rifiutare, la sola possibilità che la Consacrata sia costretta a lasciare la Sala della Prima Pietra dovrebbe suscitare l’indignazione popolare abbastanza da costringerlo a ripensarci. La fanciulla sarà poi istruita, una volta che il Sommo Sacerdote si sarà trovato al suo cospetto, di invocare su di lui il Giudizio di Luce: se è stato corrotto dall’Incendiario, la situazione si risolverà comodamente da sé, e noi dovremo solo disporre di eventuali complici … incluso lo stesso Sayre, probabilmente.

 Sarebbe la soluzione perfetta a tutti i nostri problemi, una che garantirebbe a lungo la pace in tutto l’Impero, ma proprio per questo dovremo stare in guardia dalle difese dell’Incendiario. Molto probabilmente avrà messo in conto un ragionamento pari a quello che abbiamo fatto, e si sarà prevenuto in qualche modo …forse farà tirar fuori a Waray prove schiaccianti di corruzione contro il culto del Sole, tanto che farlo giudicare a loro parrà corrotto e fazioso, forse avrà delle spie tra gli attendenti della Consacrata che ci impediranno di comunicare con lei, forse darà più banalmente fuoco al Tempio, uccidendo la fanciulla e costringendoci ad eleggere al suo posto qualcuno che davvero non potrebbe emettere un giudizio suo, figurarsi invocare quello divino.

 Dovremo dunque ordinare a Surne di investigare con la massima segretezza ogni singolo Sacerdote del Sole, portarci tutte le prove di corruzione che riesce a trovare su chiunque, inclusi i membri della famiglia imperiale, e posizionare un drappello di guardie a impedire l’avvicinamento al luogo del culto (la loro presenza sarà facilmente spiegabile con i recenti disordini, e i Sacerdoti potranno amministrare le celebrazioni presso la popolazione nella piazza esterna. Sarebbe uno spettacolo imbarazzante se dovesse mettersi a piovere, ho notato, anche se la mia signora ne ha riso).

 Ma per quel che riguarda l’agire contro l’Incendiario stesso?

 La mia signora qui si è fatta pensierosa: non ha ancora trovato qualcosa che possa incastrare Sayre con una donna dell’harem. Linca fa anche meno avanti e indietro del solito, a causa delle lastre commemorative che Manco ha avuto l’involontario buon senso di commissionare, la notte quelle donne sono tenute sotto … stretto controllo dall’Imperatore stesso, e il nuovo guardiano (nuova guardiana?) dell’harem, sebbene calzi i nostri criteri di essere uno schiavo appena arrivato e di essere del tutto all’oscuro delle trame dell’Incendiario, ha il difetto di non capire nulla della nostra lingua. Spero per lui … o lei … che non capisca nulla della nostra lingua. Non sono mai stata tanto insultata per vedere il colpevole farla franca a quel modo!

 Dunque no, le nostre indagini in tal senso sono a un punto morto: possiamo sperare che Malitzin impari in fretta la nostra lingua, o rimpiazzarlo (rimpiazzarla?) con uno schiavo più istruito – ma questo sarà difficile da giustificare, Manco è convinto che quello scherzo di natura sia la guardia perfetta per quelle sgualdrine – o sperare che il Giudizio di Luce sveli le sue colpe. Finora, l’ultima possibilità pare la più probabile.

 Purtroppo non abbiamo potuto discutere molto su questo argomento: il momento del parto si avvicina per la mia signora, e diventa sempre più stanca ogni giorno che passa. E lo stesso, continua a occuparsi come al solito degli affari di governo!

So che dovrei avere cieca devozione in lei, ma devo dire che non ha mai accettato di comportarsi come le altre donne nobili, e lasciare gli affari più importanti al suo sposo. Certo, la sua posizione glielo impone, ed è cresciuta fin dalla più tenera infanzia per questo … ma temo davvero per il futuro che certe sue decisioni potranno comportare.

 Ma non devo permettere ai miei timori di offuscare la mia lealtà: seguirò e obbedirò la mia signora, ad ogni costo!

 

 

La scusa di Choqo era ufficialmente un pellegrinaggio.

 In un certo senso, non era neanche una bugia, dato che stava viaggiando in compagnia di un Sacerdote verso quello che era effettivamente un luogo molto importante della loro Storia. Il monte Ayamarca, quello da cui Simay e Corinna, ormai coppia imperiale, erano scesi annunciando che gli dei avevano lasciato il mondo dei mortali, che non vi sarebbe più stata magia, e che sarebbe stato instaurato un nuovo culto a seguito di queste rivelazioni.

 Dunque Linca si trovava proprio lì! Sempre ammesso che fosse stata proprio quella particolare Duheviq e Itzèn non si fosse tirato fuori da una ricerca troppo difficile ingaggiando un’altra di quelle piante per impersonarla … un pensiero che non la attirava per nulla, visto che non aveva elementi per verificare.

 Partirono due ore prima dell’alba, come previsto: una partenza quasi furtiva, su un mekilo che condividevano con grosso scorno della ragazza, su una grossa sella di legno dotata solo di qualche cuscino consunto e un telo piuttosto resistente da issare in caso di pioggia. Era Itzèn a guidarlo, non c’era nessun altro con loro.

 A Choqo era già capitato di viaggiare di primissima mattina, ma solitamente era in comode portantine che permettevano di recuperare il sonno desiderato, e in compagnia dei genitori o di ragazze della sua età che, se notavano qualcun altro sveglio oltre a loro, si sentivano in dovere di intavolare una conversazione inevitabilmente vuota e noiosa. Non aveva mai davvero osservato la sua città dormiente, non davvero, presa in quelle conversazioni; ma Itzèn, che sembrava contento di guidare in perfetto silenzio (troppo insonnolito per fare le due cose contemporaneamente?), le lasciava la possibilità di essere sola con i suoi pensieri e il paesaggio che la circondava.

 Le case, ora quasi tutte a più piani, immerse in un’oscurità da cui faceva capolino, di tanto in tanto, la finestra illuminata di una povera anima che doveva mettersi a lavorare presto; le locande e le botteghe vuote e sbarrate ai piani inferiori; i cantieri di costruzione affollati di macchinari che avevano sostituito la magia della terra nell’incastrare pietra su pietra, con i primi lavoratori che vi si trascinavano; le occasionali ronde di guardie, che sollevavano le torce per guardarli con sospetto prima di rasserenarsi alla vista di un Sacerdote.

 Via via che si allontanavano dal centro cittadino, gli edifici si facevano più vecchi e male in arnese, i locali aperti diventavano più numerosi ma dall’aria meno raccomandabile, e le ronde di guardie erano rimpiazzate da gente male in arnese che prometteva loro una scorta o guida, chiedeva loro del denaro (al che Itzèn li indirizzava puntualmente al suo Tempio) o salutavano allegramente il Sacerdote come se lo conoscessero da tanto.

 Poi anche quelle poche costruzioni si diradarono, sostituite da campi aperti con qualche cascina qua e là, e infine, proprio mentre il cielo iniziava appena a schiarirsi all’orizzonte, il mekilo scomparve nella foresta, lasciando a Choqo l’impressione di aver appena visto un mondo completamente inesplorato.

 E di stare per gettarsi in un altro: era da quando era bambina che non godeva della vista sulla foresta offerta dalle finestre di vetro ad alta resistenza al calore che, da qualche parte negli ultimi trecento anni, erano venute a sostituire la pura pietra nel tunnel per i mekilo. Sua madre riteneva che prestare attenzione al panorama anziché alla gente che viaggiava con lei fosse, appunto da bambina.

 Fu proprio per festeggiare questa ritrovata libertà che quando Itzèn iniziò a dare segni di ritorno tra i viventi, chiedendole come se la stesse passando in questi giorni e a che punto fosse arrivata nelle altre storie, si premunì di rispondergli nel modo più succinto possibile, facendogli chiaramente capire che poteva anche starsene zitto. Cosa che fece, almeno quello gli andava riconosciuto.

 L’avvicinamento alla loro destinazione, in tarda mattinata, fu annunciato da un discreto cambio nel paesaggio: la foresta iniziò a diradarsi, per essere sostituita da una spettacolare pianura coperta di likri: come aveva scritto Corinna tanti anni prima, pareva di correre su un mare di fuoco. L’effetto sul monte Ayamarca, poi, era ancora più spettacolare: i fiori si estendevano fino a dove la terra si faceva troppo sterile per loro, dando l’impressione che quello che era effettivamente un vulcano ormai inattivo stesse in realtà rilasciando tuttora la sua colata lavica.

 Un villaggio di medie dimensioni sorgeva ai piedi del monte, e lì Itzèn decise di fermarsi: lei poteva dire quel che voleva, ma lui aveva guidato tutta la mattinata sostenuto solo da una leggera colazione prima di partire e ora stava morendo di fame. Choqo, che per dare l’impressione di maggior preparazione spirituale non aveva fatto neanche la leggera colazione, non aveva mai digiunato tanto a lungo ed era probabilmente messa anche peggio di lui, ma era una questione di orgoglio: concordò al pranzo come una munifica concessione, per poi rischiare di cadere a terra per un capogiro. Fu Itzèn a riacchiapparla al volo, cosa quanto mai imbarazzante, tanto più che ritenne ciò una ragione sufficiente per tenersi stampato in faccia un ghigno odioso finché non si sedettero al tavolo.

 Il Sacerdote si fermò letteralmente alla prima locanda che trovarono, salutando amichevolmente gli osti e piazzandosi al primo tavolo libero: niente controlli e accertamenti che quello fosse un posto raccomandabile, niente disposizioni dettagliate ai gestori per mettere in chiaro il proprio rango e il riguardo con cui dovevano essere serviti, niente ricerca del tavolo migliore. Choqo non aveva mai mangiato in modo così rude e strano, ma la cosa le parve molto intrigante.

 Fu solo quando la cameriera (una ragazza graziosa e sorridente che portò loro la ‘specialità del giorno’ ovvero la purea di verdure più semplice e dannatamente piccante che Choqo avesse mai assaggiato) si fu allontanata che Itzèn si decise a discutere di cose di effettivo interesse.

 “Linca è andata a piazzarsi proprio sulla cima del monte, almeno quando è in forma arborea” spiegò. “Di tanto in tanto scende per andare a cacciare animali nella foresta o chiacchierare con la gente dei villaggi vicini, ma noi la troveremo lì”

 “E la gente di qui la accetta?”

 “Non sanno della sua vera identità. Vedono solo una strana ragazza che arriva, chiacchiera un po’ con tutti, fa qualche lavoretto per i commercianti locali in cambio di qualche loro prodotto, e la sera se ne va da dove è venuta. Probabilmente pensano che sia la figlia di qualche boscaiolo, ma nessuno le ha mai cavato informazioni certe sulle sue origini, chissà perché”

 “Chissà perché non è tornata con gli altri della sua razza” commentò Choqo. “Sembra un’esistenza davvero solitaria. Se non è più tenuta a servire Sayre, perché non torna da loro?”

 “Perché sarebbero loro a cacciarla. I Duheviq sono creature con un codice di valori tutto loro, sai, e la lealtà è la loro massima legge morale. Linca ha tradito la Terra schierandosi con il suo nemico, quali che siano le sue ragioni, e neanche a distanza di svariate generazioni le sarebbe permesso di tornare tra loro. La ucciderebbero subito. E se anche così non fosse, ho l’impressione che sarebbe lei stessa a non aver nessuna voglia di tornare da loro”

 “E perché?”

 La spiegazione aveva chiarito le idee a Choqo solo fino all’ultima frase. Perché Linca non avrebbe voluto tornare dalla sua famiglia a prescindere? Chi avrebbe preferito la solitudine a, be’, qualunque cosa non fosse la morte? Forse era stato Itzèn a fraintendere?

 “Immagino che dopo aver passato svariati millenni in compagnia di qualcuno che riteneva di stare aiutando la razza umana, si sia ritrovata più abituata a quella razza che alla sua. Affezionata, credo si possa dire”

 Millenni?”

 “Ricordati che era pur sempre la serva dell’Incendiario, non di un orafo ventenne” fu la replica, a voce molto più bassa rispetto a prima, di Itzèn.

 Choqo aveva sempre dato per scontato che la Duheviq fosse in qualche modo legata alla famiglia umana cui apparteneva l’incarnazione di Sulema, ma in effetti, era una supposizione che non reggeva molto alla familiarità con cui si rivolgeva al suo padrone, con la perfetta consapevolezza di chi fosse. Esattamente, con che razza di persona (albero) stava per parlare?

 Fu quasi solenne l’atmosfera con cui lei e Itzèn uscirono dalla locanda per farsi strada verso la cima del monte. Dopo aver letto tanti diari, ascoltato testimonianze di e su persone che erano ormai morte da secoli … stava per parlare con qualcuno di cui aveva letto e ascoltato in quelle storie, qualcuno che aveva visto con i propri occhi tutto ciò che era stato narrato. Il pensiero la spaventava quasi.

 Il Sacerdote la guidò fino a un mucchio di rocce, nei pressi della sommità del monte, su cui stava abbarbicato un arbusto: la corteccia marrone chiaro, lunghe foglie filamentose e giallastre, non sembrava avere nulla di speciale.

 “Buongiorno” esordì Itzèn, con quella che a Choqo parve una voce un po’ stentata. “Sono tornata. Ho portato quella ragazza”

 Choqo, per circa un millisecondo, si sorprese di sentire Itzèn riferirsi a sé stesso al femminile; poi l’arbusto catturò tutta la sua attenzione. Il tronco iniziò a contorcersi e dividersi alla base, i rami furono riassorbiti dalla corteccia, eccetto due che divennero braccia umane; una forma sempre più simile a un volto iniziò a sbozzarsi nel legno, le foglie giallastre vi si raggrupparono sopra come se fossero state capelli, la corteccia cambiò colore e consistenza, fino ad assomigliare a una pelle umana pallida e un po’ ruvida, con la sola eccezione di quella sul busto e le gambe.

 Ed eccola: davanti a lei, c’era quella che sembrava in tutto e per tutto una ragazzina, dai lineamenti insolitamente duri per la sua età, e indosso uno strano vestito di corteccia.

 “Hai fatto in fretta, ragazzina, a malapena mi sono accorta che te n’eri andata. La tipa con la mascella dislocata è la nobile di cui mi parlavi?”

 Choqo si affrettò a richiudere la bocca. “Sono Choqo Duqasi, erede di …”

 “Sei una discendente di quel Simay e sua moglie” tagliò corto lei. “Me l’ha già spiegato la tua amica Sacerdotessa … non somigli manco per sbaglio a nessuno dei due, ma dopo trecento anni immagino sia scontato. Ma senti un po’, tu avresti trovato dei manoscritti? Con le loro versioni della storia?”

 Choqo annuì. Linca sogghignò.

 “Quanto mi piacerebbe metterci le mani sopra. Chissà gli insulti che avranno lanciato al mio signore …” scoccò un mezzo sorriso verso la cima del monte, un’espressione che Choqo non riuscì a decifrare.

 Fu Itzèn a richiamare la sua attenzione. “Ecco, a proposito del tuo padrone. Vorremmo cominciare chiedendoti i dettagli del vostro coinvolgimento nella faccenda di Waray”

 “Lui? Va bene. Era un vecchio trombone ipocrita e vittimista come pochi al mondo, e ne abbiamo approfittato per primi. Fine”

 “Dobbiamo chiederti di essere più specifica”

 “Volevo solo godermi la faccia di questa qui al pensiero che avrei detto solo quello”

 


                                                                       Dal racconto di Linca

 

Il giorno della consacrazione di Waray ci fu una grande festa, tutti congratularono il nuovo Sommo Sacerdote, si ingozzarono di cibo gratuito, bevvero come delle spugne e si azzuffarono sulle conseguenze ideologiche. Solo verbalmente, voglio dire, troppe guardie, per quello avremmo dovuto aspettare ancora un po’.

 E poco meno di due settimane dopo questa piacevole giornatina, a me toccò stare impalata nel bel mezzo del mercato di Alcanta per un’ora e mezza, perché il particolare assistente che dovevo incontrare quel giorno era in ritardo per motivi suoi, e davvero, dopo un così lungo viaggio faceva brutto lasciarlo senza un comitato di accoglienza. Quello, e non volevamo pensasse che avevamo allentato la presa su di lui non facendoci trovare al luogo convenuto.

 Ma pensate voi, fermi ad aspettare qualcuno in mezzo a quella calca di gente che spingeva in giro e urlava come un branco di honcoi, qualcuno che oltre ad avervi fatto incazzare è grasso e che dunque, quando si palesa, vi fa venire una voglia matta di mangiarvelo sul posto come compenso … no? Mai avuta una simile tentazione? Curioso.

 Però il mio signore aveva procurato un paio di lymplis particolarmente grossi per me, mangiare Taquis mi avrebbe guastato l’appetito, e tutto sommato avevamo abbastanza bisogno delle informazioni che portava.

 “Finalmente!” mi rassegnai a commentare quando fu abbastanza vicino da sentirmi. “Il mio signore iniziava a pensare che te la fossi filata a portare quel progetto a qualche altro orafo”

“L’avessi fatto, avrei meritato la bancarotta” replicò il mercante, con un largo sorriso. “Il tuo padrone è probabilmente l’unico che saprebbe offrire una collaborazione così vantaggiosa. Qui, ho dei nuovi modelli …” abbaiò l’ordine di allestire la bancarella agli schiavi che lo accompagnavano, e mi fece cenno di seguirlo nel retro della bottega vera e propria.

 “Allora?” lo apostrofai una volta che fummo soli. “Questi bellissimi nuovi modelli?”

 Traduzione, che si estende a tutto il discorso di cui sopra: cos’hai scoperto su Qillalla?

 Ehi, calma, calma. Ci arriviamo, a Waray. Era solo uno dei tanti progetti che il mio signore stava mandando avanti: tra gli altri, vi era il raccattare il numero maggiore di informazioni possibile sulle ‘alleate’ del nostro raggio di speranza per il futuro dell’umanità.

 Qillalla si era rivelata più ostica di quel che avevamo previsto: avevamo scoperto che era una Datrice di Morte nel giro di un paio d’ore da quando una delle nostre spie l’aveva per la prima volta vista assieme a Simay, era il resto che non eravamo riusciti a rintracciare. Non era nativa di Alcanta, ma nemmeno le nostre fonti interne al Tempio di Qisna erano riuscite a darci un luogo d’origine.

 Qillalla era semplicemente apparsa sulla loro soglia un giorno, una ragazzetta di undici anni singolarmente alta e prosperosa per la sua età, e aveva chiesto di essere consacrata come Datrice di Morte. Non aveva offerto nessuna ragione per questa scelta di vita, né informazioni sulla sua casa o sulla sua famiglia. Non aveva dato loro neppure il proprio secondo nome, era solo Qillalla.

 Una qualsiasi altra ragazza che si fosse presentata con queste premesse sarebbe stata sicuramente accompagnata dalle guardie perché la riconsegnassero alla famiglia, ma questa qui: aveva un corpo che prometteva un magnifico sviluppo e un servizio efficiente per la dea, e in combinazione a quello aveva veramente un’aria da poveraccia, così scarmigliata e vestita di stracci. I devoti di Qisna giunsero alla conclusione che se l’avessero riportata alle guardie non avrebbe avuto nemmeno avuto una famiglia a cui tornare, probabilmente avrebbe finito per scappare e infilarsi in qualche bordello … dove non sarebbero stati tanto schizzinosi.

 Per farla breve, non tentennarono neanche tanto, e ogni dubbio svanì quando, durante gli esami preliminari a un possibile noviziato, scoprirono che non era vergine. Sì, a undici anni. Tutto un programma, vero?

 La conclusione inevitabile delle Sacerdotesse della Morte fu che quella fosse la vita migliore che si potesse offrire a una giovane disonorata così presto, e procedettero a farla novizia; la conclusione inevitabile del mio signore fu che se volevamo avere qualche leva su Qillalla, se volevamo avere qualche arma di persuasione o ricatto per convincerla ad abbandonare Simay senza doverla uccidere, dovevamo indagare sul suo misterioso passato.

 Taquis ci era parso la persona più adatta a investigare: mercante di stoffe, contrabbandiere a tempo perso, in una particolare occasione aveva rischiato di farsi beccare a rubare e smerciare fuori oggetti appartenenti al palazzo reale. Il mio signore l’aveva tirato fuori dai guai quando ormai tutto sembrava perduto per lui, in alcune occasioni l’aveva aiutato a fare uscire qualche altra cosuccia che non sarebbe dovuta uscire da palazzo, ed ecco qui, ci eravamo procurati un agente che avrebbe avuto una pratica scusa per muoversi in giro per tutto l’Impero e ben pochi problemi a varcare il confine dell’illegalità.

Lui non sapeva nulla di chi fossimo davvero, naturalmente: pensava che il mio signore fosse un agente di qualcuno con un giro di contrabbando molto più grosso del suo, per cui gli conveniva fare il pesce piccolo. E certo che potevamo fidarci di un tipo del genere. Del resto, avevamo trattenuto le prove a suo carico con cui ricattarlo.

 E come dicevo, eccolo qui, dopo aver passato qualche settimana a scorrazzare per mezzo Impero in cerca di informazioni su quella ragazza.

 “Qillalla Talasi è nata a Kino, un villaggio sperduto nella provincia di Ichiraya, a mezza giornata di viaggio dalla sua capitale. Una famiglia di allevatori di honcoi, poveri da far ridere, ma in quel villaggio è la norma, quindi erano considerati individui piuttosto rispettabili. Una vita misera ma tranquilla, senza grosse scosse nella vita di comunità, se non che quando Qillalla aveva dieci anni si è scoperto che aveva una tresca con lo zio”

 “Aveva una tresca, hai detto”

 “Sto ripetendo quel che mi ha detto la vecchia comare con cui ho parlato. Era molto compiaciuta di starmene parlando: ha fatto uno sproloquio irripetibile su come la madre di Qillalla fosse un’incompetente, che chissà che libertà le aveva concesso per farla diventare disposta a disonorarsi a un’età così precoce, e con un parente per giunta. Tra una disquisizione sul malcostume dei giovani d’oggi e l’altro, sono riuscito a capire come sia partita la faccenda: la piccoletta aveva confessato alla mamma che lo zio la costringeva a fare certe cose, la madre l’ha immediatamente messa a tacere per evitare uno scandalo sulla famiglia, ma lo zio ha capito che Qillalla aveva parlato, ha preso paura, ed è filato dai Sacerdoti di Chicosi a chiedere ammenda per i suoi peccati, dichiarando di essere caduto nella seduzione messa in atto dalla nipote, e di aver avuto diversi rapporti con lei negli ultimi due anni. In quanto primo a confessare ufficialmente, è stato guardato con maggior benevolenza rispetto alla piccola seduttrice: lui ha potuto continuare la sua vita più o meno normalmente, penitenze a parte, ma lei è diventata oggetto della riprovazione collettiva. I genitori hanno finito per segregarla in casa per mettere a tacere lo scandalo, ma la tattica non è riuscita granché. Qualche tempo dopo, la ragazza è scappata, e al villaggio tutti danno per scontato che sia andata a prostituirsi da qualche parte. In un certo senso hanno ragione, solo che ha puntato a una meta ben precisa: da quel che sono riuscito a ricostruire del suo percorso, è andata dritta filata al Tempio, a piedi … il che immagino spieghi lo stato in cui è arrivata”

 Che è quella faccia schifata, ragazzina? E’ la prima volta che senti una storia del genere? Be’, io no. Storie come quella di Qillalla sono esistite da quando ha avuto inizio l’umanità, e continueranno a esistere finché qualcosa non distruggerà la specie.

 Credi che la mia risposta sia cinica? D’accordo, allora ti dico anche che Taquis se l’è bevuta, quella faccenda che sarebbe stata lei a sedurre lo zio, o perlomeno ci ha dato il beneficio del dubbio. Qualcosa come: “Non fare quella faccia, non è detto che quella fosse una povera vittima innocente. Tu di sicuro sei più vecchia di quel che sembri, ma ti assicuro che ci sono certe bambine che sono peggio di donne adulte!”

 … Se devi vomitare, vai a farlo giù, qui ci devo mettere radici.

 Comunque, era tutto quello che c’era da sapere su Qillalla. Una storia squallida e triste, ma abbastanza su cui lavorare. Mi congedai da Taquis con il suggerimento di mettere da parte stoffe blu e di tirarle fuori quando saremmo riusciti a trovare achemairi adatti (tradotto: per il momento poteva fare i suoi comodi in tutta tranquillità, lo avremmo ricontattato noi in caso di bisogno), e finalmente tornai a casa a riferire tutto al mio signore.

 Lui ascoltò attentamente, passandomi nel mentre i miei lymplis e sistemando per sé una ciotola con l’abominevole risultato del suo tentare di cucinare da solo.

 “Immaginavo qualcosa del genere” commentò poi. “Società come questa non lasciano molta altra scelta alle bambine violentate. Quel che mi incuriosisce, è perché proprio una Datrice di Morte come primissima scelta anziché ultima spiaggia”

 “Le sarebbe andata meglio se fosse diventata una normale prostituta” convenni. “E’ carina, avrebbe potuto avere dei ricchi amanti, farsi una bella vita, mettere da parte abbastanza soldi da sostenersi anche nella vecchiaia … pensate che a modo suo sia ferventemente religiosa quanto il ragazzo?”

 “Penso piuttosto che abbia voluto punirsi. Tutto quello che hai appena detto è perfettamente sensato, Linca: immagina una ragazzina che passa l’infanzia ad essere umiliata e abusata, viene biasimata per questo, e si convince di non poter essere null’altro che una poco di buono. Pensa che tutto quel che importi di lei sia il bell’aspetto che tanti guai le ha causato, e decide che tutto quel che potrà fare nella vita è sfruttarlo. Scappa di casa, inizia a prostituirsi, e inizia a ricevere tutti i benefici che hai appena elencato: non pensi che la vedrebbe come un’occasione di riscatto? E’ stata denigrata come ‘puttana’, ma ora quella qualifica la rende più ricca e corteggiata di tutte coloro che l’hanno insultata. Si sentirà come una vincitrice morale. Sarà felice, almeno fino a quando la vecchiaia non arriverà a portarle via la bellezza e i clienti che la fanno sentire amata”

 “E se la ragazzina è sveglia, saprà prevedere tutto questo e sceglierà il mestiere di proposito?”

 “Credo che il ragionamento sia quello … o l’esatto inverso, come la nostra Qillalla. Aveva davanti a sé questa scintillante occasione di rivincita, e ha scelto di affiliarsi a un culto malvisto, farsi iniettare una sostanza che renderà un Kisnar qualunque uomo abbia rapporti con lei, e non le concederà mai ammirazione e vantaggi particolari, ma anzi la vita austera di una Sacerdotessa. E quando sarà troppo vecchia per il suo incarico, sarà uccisa in sacrificio a Qisna. Una prospettiva di vita amabile, non trovi?”

 “Dite che si sia convinta di essere responsabile dello stupro?”

 “A giudicare dalla reazione della famiglia e del resto del villaggio, è stata cresciuta per pensare quelle cose fin da quando è nata. Suo zio ha detto che quella storia andava avanti da anni? Probabilmente la piccola non l’ha ammesso prima perché si vergognava e temeva il biasimo dei genitori. E quando la faccenda è saltata fuori lo stesso, ecco che abbiamo l’undicenne Qillalla, sola e disprezzata da tutti, che si interroga sul suo futuro, e giunge alla risposta che una pratica così degradante sia l’unica strada possibile per una persona orribile come lei”

 “Va bene, quindi questa ragazza odia sé stessa. Cosa farà, quando Waray avrà compiuto il suo attacco?”

 “Innanzitutto, non è detto che odi ancora sé stessa. Quella di cui abbiamo parlato finora è la Qillalla di cinque anni fa: probabilmente la ragazza attuale ne conserva ancora molti tratti, e la sua convinzione di essere in colpa non andrà mai via del tutto, ma è possibile che in questo tempo abbia riflettuto e iniziato a riconoscere l’ingiustizia della sua famiglia, che ha condannato lei e perdonato il suo aguzzino”

 “E allora?”

 “Dipende molto dalle azioni di Simay quando la scoprirà. Nuala ci ha assicurati di aver convinto Waray a portarsi dietro i novizi per la sua pubblica condanna alle Datrici di Morte, quindi i due si incontreranno faccia a faccia. Non posso prevedere come reagirà il ragazzo: certo si sentirà tradito allo scoprire che la sua alleata era in realtà un sicario di Llyra, ma se la attaccherà sul versante dell’essere una ‘disonorata’ oltre a quello della fiducia tradita … staremo a vedere”

“E poi? Volete che il ragazzo scopra tutto questo?”

 “Sì. Qillalla deve stare alla larga da Simay, su questo non ci sono dubbi, ma può anche tornarci utile per distruggere le sue idee più arretrate. Quasi di certo sarà rimpatriata al suo villaggio una volta esposta pubblicamente, sarà rimandata in pasto alla famiglia ostile e allo zio stupratore … Simay sarebbe disposto ad andare in soccorso di una persona simile?”

 “E ne fu così disposto che se ne innamorò, se ne fregò dei rischi di diventare un Kisnar, e voi vi ritroverete a cercare di ficcare in trono uno che avrà l’epiteto di Imperatore Putrefatto”

 “A riuscirci ci sarebbe da ridere in faccia a tutti, ma sfiorerebbe l’impossibile, e a noi non serve l’impossibile. Qillalla uscirà di scena … scapperà verso terre lontane che non sanno chi sia, oppure morirà, preferibilmente a causa dell’autorità imperiale. Questo ammesso che il ragazzo sia disposto a salvarla, s’intende. Altrimenti saremo noi a salvarla”

“E cosa ce ne faremo?”

“La spingeremo a vendicarsi. Ufficialmente o no, resta comunque qualcuno che si è consacrato a Decadimento, le sue preghiere saranno sufficienti a garantirle del potere. E Simay si troverà a confronto con una persona distrutta, che odia un mondo completamente ostile in cui nessuno le ha portato un aiuto genuino, e dotata di poteri che la rendono molto, molto pericolosa. Dovrà affrontare il fatto che se solo avesse giudicato con imparzialità, se fosse stato disposto a ignorare sia le convenzioni che condannavano la ragazza sia il fatto che abbia minacciato lui stesso, quel problema non si sarebbe verificato. Ma in ogni caso, Qillalla non sarà più dei suoi, neppure per finta. E’ uno dei motivi per cui voglio che si riavvicini a Corinna”

 “Avete già scelto anche l’Imperatrice?”

 “Non dico necessariamente quello … ma la ragazza è una valida alleata. Non è affatto stupida, solo immatura, superficiale e presuntuosa. Una volta che l’avremo liberata di queste fastidiose caratteristiche, resteranno la sua intelligenza, la sua generosità e la sua volontà di affermare le proprie idee, anche a discapito delle autorità. Qillalla è intelligente, ma bloccata da idee arcaiche: anche se non fosse una Datrice di Morte, trascinerebbe Simay indietro, mentre Corinna lo costringerebbe costantemente a questionare il suo modo di vedere le cose”

 “Sì, però non sapete dove abbia pescato tutte queste virtù e difetti”

 Il mio padrone sbuffò. Ecco, un’altra cosa da aggiungere: se Qillalla era stata ostica, Corinna era il mistero più assoluto.

 Eravamo riusciti a rintracciare gli schiavisti che l’avevano venduta a palazzo, eravamo riusciti a rintracciare il luogo dove l’avevano trovata mentre vagava da sola, ma da lì in poi, vuoto cosmico. Nessuno dei villaggi vicini la conosceva o l’aveva vista passare, idem per quelli lungo la strada che sembrava aver percorso per trovarsi lì, anche fino a una notevole distanza … niente. E con quella pelle chiara, gli occhi tondi e i capelli mezzi blu, non era tipo da passare inosservato!

 Sembrava comparsa lì dal nulla. Non sapevamo dove fosse nata, chi fossero i suoi genitori, in che contesto culturale fosse cresciuta, quali eventi avessero segnato la sua crescita e dato particolari atteggiamenti e convinzioni. E il mio signore odiava non sapere le cose.

 Con lei, avevamo davvero avuto fortuna con quell’infatuazione, ma quel vantaggio era andato a farsi benedire. Era stato inevitabile, certo, ma adesso avevamo solo Namina per tenere d’occhio le sue attività. Era stato tramite lei che … senti, cara la mia ragazza, se sto qui a raccontarti come abbiamo rastrellato ogni singolo nostro assistente finiamo tra un mese. E voi non dovete andarvene abbastanza presto? Quindi, se vuoi tutti i dettagli su Waray, sta’ zitta e lasciami continuare.

 Dicevo, tramite Namina avevamo scoperto dei tentativi di Corinna di accedere al noviziato di Energia, e questo era già stato abbastanza per mandare in campana il mio padrone. I suoi rapporti con Energia erano … complicati, mettiamola così, anche peggio che con la maggior parte della famiglia, e quel particolare Elemento era già stato preso in considerazione parlando di Corinna: una volta esclusi tutti i circondari, avevamo iniziato a considerare che la ragazza fosse davvero comparsa dal nulla. Erano in tre che teoricamente avrebbero potuto fare una cosa simile: Luce, Oscurità, e appunto Energia.

 E siccome i primi due tendevano a farsi i cazzi propri, mentre l’ultimo non se li faceva mai, e se a tutto questo aggiungiamo il desiderio di Corinna di consacrarsi a lui … ecco, avevamo un Elemento completamente imprevedibile cui far fronte, molto vicino all’unica vera alleata di Simay.

 Nel corso dei secoli, avevamo imparato che l’unico modo per trattare con Energia era tenerlo interessato: guardava agli umani come si guarda agli attori in un teatro, e se fossimo riusciti a travestire i nostri progetti da copioni interessanti, ci avrebbe lasciati fare.

 Non eravamo certi che avesse davvero portato lui quella ragazza, o perché gli fosse saltato in mente di farlo, ma probabilmente si aspettava che avremmo fatto di tutto per impedire a qualsiasi persona di fare un servizio a qualsivoglia divinità, ci conosceva bene ormai. Ebbene, saremmo andati contro le sue aspettative: non appena avevamo notato che Llyra stava ostacolando le prove di Corinna, ci eravamo impegnati in un contrattacco: mandato Namina ad assumersi incarichi al posto suo, drogato le guardie delle cucine per addormentarle, distratto quelle regolari per permetterle di uscire.

 La nostra ragazza del mistero aveva ripagato gli sforzi, e aveva già passato con successo le prime due prove. Restava solo l’ultima, e per quella, sospettavamo che Llyra avrebbe fatto qualcosa di davvero drastico, tipo inventare false accuse contro di lei; il mio signore aveva già preparato le scuse per diversi possibili scenari. Una volta che la ragazza fosse stata nel Tempio, avremmo usato un’altra nostra assistente, una bambina di strada che riceveva spesso la carità delle Sacerdotesse, di tenere d’occhio le sue attività, possibilmente anche facendosela amica.

 Scusate, da dove eravamo partiti con questo discorso? Dal mio signore scazzato perché per una volta non sapeva tutti i dettagli della vita di qualcuno? Giusto.

 “So che ha chiesto l’aiuto dello-della yrchllese che fa la guardia all’harem per la terza prova, e adesso si stanno organizzando per svolgerla proprio nei quartieri delle concubine. Non trovi che il nuovo guardiano, o nuova guardiana, sia davvero una persona amichevole e disponibile?”

 Oh sì che lo era. Prima se ne fregava dei suoi doveri e aiutava Nuala a raggiungere Waray, poi accettava di fare da testimone a Corinna, non avremmo potuto trovare persona migliore che potesse ricevere quell’incarico!

 E sì, adesso ve lo spiego, di Waray.

 Prima di tutto, un paio di notizie biografiche su quell’uomo: parente di secondo grado della coppia imperiale, nato in un palazzo come terzo o quarto figlio di un generale che si era fatto un nome più che discreto. Non so se si usa ancora, ma all’epoca, per non ritrovarsi con i palazzi degli antichi Imperatori sovraffollati dai discendenti dei figli cadetti, si tratteneva lì il primogenito a ereditare la carica paterna, e gli altri o erano spediti come governatori di terre appena conquistate perché si riproducessero altrove, o venivano mandati in qualche Tempio.

 Waray era stato uno di questi ultimi casi, e una delle primissime cose che avevo trovato, quando eravamo appena arrivati ad Alcanta e stavamo controllando che aria tirasse da quelle parti, era stato un vecchio schiavo della sua famiglia che era stato contentissimo di raccontarmi, nel dettaglio, le epiche scenate che un giovane Waray aveva fatto pur di non farsi ordinare Sacerdote.

 Il piccoletto credeva di meritare una vita come quella di suo padre, carica di trionfi, onori, cariche prestigiose, comodità, buon cibo, belle donne da ogni parte dell’Impero. Il padre gli aveva risposto che era un cretinetto che non aveva capito nulla degli oneri di un condottiero, e proprio per quello aveva spedito praticamente a calci nel Tempio di Achesay un Waray incredibilmente astioso.

 Il ragazzo aveva continuato a dare problemi: si era inimicato la stragrande maggioranza degli altri novizi con il suo atteggiamento arrogante e altezzoso, la sua magia era pressochè nulla, e finiva in punizione con regolarità imbarazzante. Pare che ci abbia messo l’anno regolare a farsi ordinare Sacerdote, anziché più tempo, solo per intercessione di suo padre: aveva concesso generose donazioni al Tempio, e minacciato suo figlio di disconoscerlo e buttarlo in mezzo alla strada se non avesse obbedito.

 A quanto pareva, Waray non era poi così sicuro delle sue capacità di farsi un nome per sé stesso, perché aveva iniziato a impegnarsi il minimo indispensabile per ricoprire cariche sempre più elevate, fino ad arrivare a quella di maestro dei novizi: persona più importante dopo il Sommo Sacerdote, e con buone probabilità di essere eletto al suo posto se quello dovesse passare di carica.

 Ora, avevamo già in programma di corrompere almeno un membro del clero di alto rango in ogni singolo Tempio, e Waray era stato uno dei più facili: le interazioni che riuscii a strappargli con qualche scusa rivelarono una persona meschina, che non avrebbe avuto bisogno di essere convinta di stare agendo nell’interesse dell’Impero a mandare informazioni fuori dal Tempio: ci sarebbe bastata una donna. Una di alto rango e difficile accesso, possibilmente, che lo facesse sentire un privilegiato, che gli facesse credere che gli dei lo stessero finalmente ricompensando per tutto quello che aveva ‘sacrificato’ per loro.

 In pratica, qualcuno che potesse estorcergli informazioni, e potesse anche essere causa della sua rovina: Nuala era stata la persona semplicemente perfetta.

 Dopo un anno di ricerca di possibili candidate, delle possibili conseguenze di una loro scoperta e di come attirarle dalla nostra parte, una delle stressatissime e annoiate a morte donne dell’harem di Manco era riuscita a trovarsi un amante. Ora, non mi ricordo neanche chi fosse il tizio, ma credo il marito della sarta imperiale, uno che comunque non richiedeva un grosso spostamento, e quella era stata la cazzata di Nuala, perché una delle schiave l’aveva vista e contava di denunciarla. Il mio signore era riuscito a convincere la schiava a starsene zitta, ma alla nobile erano stati richiesti dei favori in cambio.

No, non le piacevamo affatto. Non lavorava per noi sua sponte, e lo faceva solo perché rischiava troppo grosso a denunciarci. E anche perché spesso era ricompensata con qualche bel gioiello gratis.

 Che? Il mio signore aveva detto a Simay che la sua assistente nell’harem non era Nuala? E tu ci hai creduto? Ti pare che potesse dar via tanto facilmente l’identità di una persona ancora utile?

 Tornando a noi, erano ormai anni che la storia andava avanti, e regolarmente aiutavo quella donna a eludere l’attenzione del vecchio e ormai sordo guardiano. Waray era stato così pieno di sé da non farsi troppe domande su una donna che dichiarava di essersi innamorata di lui dopo averlo visto a una processione, e soprattutto da non considerare i rischi: chi anche solo toccava le donne dell’Imperatore sarebbe stato messo a morte. Non male come fine per un Sommo Sacerdote, non trovi?

 Ecco perché ci eravamo impegnati tanto ad allontanare Pacha per primo, sapete. Il Tempio era, per coincidenza, proprio quello in cui Simay era coinvolto direttamente. Certo, avevamo altri piani, se il ragazzo fosse diventato un Purificatore di Qisna o un Sacerdote di Chicosi avremmo avuto le nostre sorprese pronte anche lì, ma scoprire che il Sommo Sacerdote a cui lui aveva obbedito ciecamente non dava i suoi ordini perché devoto alla dea, ma per apparire autorevole e potente a una donna umanissima che gli faceva qualche moina sarebbe stato il modo più rapido ed efficace per sradicare a fondo la devozione acritica che Simay nutriva verso l’autorità sacerdotale.

 Nel mentre, ne avremmo approfittato per fargli scoprire l’identità di Qillalla, facendogli capire l’importanza di valutare con attenzione i suoi alleati, e per creare una situazione in cui Llyra potesse ritenere sicuro attentare alla sua vita, con quei disordini. No, Simay non avrebbe rischiato nulla, credi davvero che non ci saremmo appostati nei pressi di ogni manifestazione per fermare chiunque tirasse fuori un’arma in sua presenza?

 Ma comunque l’attentato sarebbe stato scoperto, e a quel punto: o gli inquirenti si sarebbero concentrati su Simay stesso, e a quel punto qualcuno sarebbe inevitabilmente riuscito a risalire alle sue origini, oppure lo si sarebbe imputato alla posizione di novizio del ragazzo, e i rapporti tra i Templi sarebbero nettamente peggiorati. Oltre a spingere la gente a riflettere sulla religione che stavano seguendo, questo avrebbe richiesto la piena attenzione di Llyra, dando tempo a noi di far arrivare a suo marito qualunque cosa volessimo. In un modo o nell’altro, le cose sarebbero andate a nostro vantaggio.

 E se Llyra non avesse mandato nessun sicario? Le avremmo dato molte altre occasioni, almeno finché non si fosse decisa a far indagare e deporre Waray, cosa che avrebbe, per l’appunto, distolto la sua attenzione.

 Ora, il nostro problema principale era un altro: Waray sarebbe sicuramente morto, e quasi di per certo lo avrebbero trascinato davanti alla Consacrata al Sole per passarlo al Giudizio di Luce … come non sai cos’è?

 Era un incantesimo che solo la Consacrata poteva lanciare, che passava in rassegna tutta la vita della sua vittima e ne rivelava veramente tutti i dettagli. Usato in casi eccezionali come appunto quelli di crimini riguardanti il clero, e una delle pochissime occasioni in cui la Consacrata potesse interagire con qualcuno che non fossero i suoi attendenti. Waray era convinto che Nuala agisse di sua spontanea volontà, quindi saremmo usciti illesi da qualunque processo gli sarebbe stato intentato … ma Nuala no.

 Una delle amanti dell’Imperatore, che lo aveva tradito concedendosi a un altro: sarebbe morta anche lei. E la sua morte non ci tornava di alcun vantaggio. Non era neanche uno svantaggio, per carità: se anche avesse cercato di accusarci, noi avremmo semplicemente distrutto le prove del ricatto, e negato tutto. Sarebbe stata la parola di un rispettabile artigiano contro quella di una traditrice sacrilega, secondo voi come sarebbe andata?

 No, semplicemente, la morte di Nuala era inutile. E poi sarebbe stato cattivo gusto, rovinare la vita a una persona per costringerla a servirci, e poi abbandonarla a una brutta morte nel momento in cui non ci fosse stata più utile. Avevamo già arrangiato una sistemazione per lei in una delle città-stato della regione di Choomà, presso i confini meridionali dell’Impero: il problema stava solo nel farla uscire dall’harem. E qui entrava in gioco Malitzin.

Interessantissima persona, che fin da subito aveva fatto finta di non notare Nuala che sgattaiolava puntualmente fuori dall’harem. Non ne aveva parlato con nessuno, e non aveva tentato ricatti: ciò aveva aperto la strada alle speculazioni.

 “Linca, tu sei l’unica ad averci parlato: credi che disobbedisca agli ordini perché non li ha capiti, o per questioni di valori suoi?”

 “Valori. Non fare entrare o uscire nessuno tranne l’Imperatore e alcuni schiavi non sono concetti così difficili da afferrare. Quanto a quali siano questi valori, poi … boh”

 “Stando a Namina, si è dimostrato interessato alla religione” considerò il mio signore. “Insolito, per un nobile. Ma null’affatto negativo. La rivoluzione religiosa della nostra Lycue è stata un successo a suo tempo, ma gli yrchllesi si sono fossilizzati su quella modalità di pensiero. Se Malitzin ha valori religiosi, sono valori di una religione che si è creato lui, o lei”

 “E che cosa promuove questa religione? Edonismo libero per tutti?”

 “Vai a chiederglielo, non appena avremo più tempo libero. Del resto, la tua razza è tradizionalmente molto legata alla Terra. Ti vedrà come una valida fonte di informazioni”

 “State pensando di reclutare lui-lei per tenere d’occhio quelle concubine, una volta che Nuala se ne sarà andata?”

 “Pensavo piuttosto di farne un alleato di Simay, anziché mio. Malitzin è stato cresciuto con la prospettiva di diventare consigliere e aiutante di suo fratello, un futuro re: ha idee più chiare su come mandare avanti un governo rispetto al ragazzo. Certo, dovremo elevarlo dal rango di schiavo, ma dato il suo il suo interesse per la religione, non sarà difficile farlo sembrare un profeta, o profetessa, di un nuovo e rivoluzionario culto nel caso Simay riuscisse finalmente a ultimare lo Strumento Più Brutto Che Esista, ce ne sarà bisogno almeno nei primi tempi, non possiamo far rinunciare subito l’umanità all’idea degli dei …” e la cosa gli rodeva molto, se non si fosse notato.

 “E se non ce la facesse? Esclusi noi, sarebbe la quarta persona a provare a metter mano a quel progetto” lo richiamai all’ordine.

 “Spezzerebbe comunque questa devozione stolida che vige a Tahuantinsuyu” fu la risposta. “Per non parlare del fatto che venendo da Yrchlle, è abituato a tecnologie molto più raffinate per quando i miei fratelli inizieranno a dare di matto per le differenze di devozione. O almeno conosce le persone giuste per costruirli … se hanno retto a una crisi come quella di Lycue, saranno utili anche a Tahuantinsuyu”

 “Quindi dovremmo convincere Corinna a presentarlo a Simay?”

 “Quella persona si è già messa su una buona strada da sola, e non dimentichiamoci che sorveglia l’harem. Se c’è qualcuno in grado di rintracciare – o distruggere a seconda dei casi – prove sull’identità dei ragazzi, sarebbe lei”

 “E se Malitzin resta affascinato dalla religione di Tahuantinsuyu e decide di aderirvi?”

 “Vedrà le stesse cose che vedrà il ragazzo, e il resto dell’Impero. E con tutto quel che vedrà nei mesi a venire, è più probabile che si affezioni a un’ideologia piuttosto che a un culto. Il che non ci disturba affatto. Al contrario, Linca: il rischio più grosso è che al momento abbia idee troppo positive sugli dei, e dopo aver probabilmente lottato per affermarle in un ambiente come Yrchlle, scoprire di essersi sbagliato lo scoraggi completamente, al punto da fargli ritenere ogni resistenza come inutile. A quel punto, potrebbero essere Simay o Corinna a risollevarlo … no, inutile rompersi la testa con così poche informazioni. Fagli le tue brave domande a proposito, e poi ne riparleremo …” fece una pausa, in cui fissò la sua ciotola vuota per qualche istante.

 “Sai, Malitzin potrebbe anche capire cosa sta succedendo. Lycue ci ha fatto una sorta di buona pubblicità, a suo Tempo, e i pochi yrchllesi che sanno dell’Incendiario mi credono un’entità domata e costretta a servire gli interessi dell’umanità, anche se in modo molto violento. Se Malitzin si facesse qualche domanda sui recenti disordini, potrebbe essere lui stesso a cercare il nostro appoggio”

 “Ti allei con lui e poi lo spedisci ad allearsi con Simay”

 “Dipende dalla sua segretezza. Quel ragazzo mi detesta e mi detesterà ancora di più, non vorrà qualcuno che possa essere in combutta con me tra i suoi alleati. In tal caso, utilizzeremo Malitzin semplicemente come spia”

 “Come volete. Adesso, siamo qui sotto a parlare da due ore: ci sono altre possibilità che vanno soppesate, o torniamo a quelle lastre malefiche?”

 “No, no, Linca, c’è ancora un dilemma di vitale importanza da risolvere: realismo o adulazione?”

 “Siete ancora più palloso del solito, mio signore, e adesso vi mettete pure a dire cose senza senso?”

 “Voglio dire: nella rappresentazione dell’ingresso trionfale ad Alcanta, dovrei mettere in chiaro che Manco ha un paio di orecchie che fanno per una provincia autonoma?”

 

 

 

 

 

GLOSSARIO (e qualche trivia):

Mekilo: essere simile a uno scoiattolo, solo molto più grande, con zampe molto più lunghe e la coda in fiamme. Essendo un animale legato al fuoco, non è considerato sacro a nessun dio, ma sfruttabile da tutto il genere umano. Viene usato soprattutto per trasportare merci e persone.

Occlo: bovino ricoperto di squame e con protuberanze lunghe e sottili, simili a serpenti che stanno al posto delle corna e da cui esce fuoco. Anch’esso animale legato al fuoco, ma per la sua pericolosità e la capacità di controllare i loro getti di fuoco sono quasi esclusivamente cavalcature da battaglia.

Kutluqun: capre anfibie con alghe al posto della pelliccia. Sono considerate sacre al dio Tumbe, e per questo, per allevarle o catturarne di selvatiche, è necessaria l’autorizzazione di un sacerdote di quel dio.

Lymplis: pesci volanti, con le pinne coperte di piume. Sono sacri alla dea Chicosi, dunque è necessaria l’autorizzazione di un suo sacerdote per possederne uno. Malgrado ciò, sono popolari come animali da compagnia presso la nobiltà.

Kyllu: uccelli simili a cigni, fluorescenti. Sono sacri al dio Achemay, e allevati solo all’interno del palazzo imperiale. Il loro piumaggio è usato per decorare le corone dei sovrani.

Lilque: creature con corpi simili a quelli degli esseri umani, ma con code di serpente al posto delle gambe. Servitori del dio Thumbe, vivono presso il mare, i laghi e in qualche caso i fiumi, quasi mai in corsi d’acqua più piccoli.

Duheviq: piante dalla capacità di mutare il proprio aspetto, assumendo qualsiasi forma desiderino. Originariamente questo veniva usato per catturare prede dei cui fluidi nutrirsi, ma con l’avanzare della società umana, ne hanno approfittato per integrarvisi. Un tempo servitori della dea Achesay, organizzati in tribù-foreste rigidamente isolate dagli esseri umani; solo i sacerdoti della dea potevano avvicinarli senza essere bollati come cibo. Al tempo di Choqo, mentre i più anziani vivono ancora tradizionalmente, i più giovani hanno preso a mescolarsi con le popolazioni umane, finendo spesso vittime di discriminazioni e relegati ai lavori meno nobili o remunerativi. Mantengono comunque un rigido codice di valori, di cui la fedeltà è il più alto.

Shillqui: piante in cui scorre un liquido per aspetto e consistenza simile al miele, che causa a tutto l’albero di agitarsi violentemente. Se bevuto, questo liquido dà gli stessi effetti agi esseri umani, ma è difficilissimo metterci le mani sopra. Pianta sacra a Pachtu, i suoi sacerdoti ne devono bere la linfa durante le cerimonie.

Likri: fiori simili a gigli rossi, dalle temperature bollenti, che esalano un fumo sottile. Se tuffati in acqua gelida e canditi, sono considerati ottimi per la pasticceria, ed essendo legati al fuoco, l’unico limite al coglierli è potersi permettere buoni guanti protettivi.

Sangue della Terra: erba che influenza la circolazione sanguigna, usato per diversi effetti nelle gravidanze.

Zullma: pianta le cui varie componenti hanno diversi usi; le radici sono considerate un potente lassativo.

Kiquicos: erba di colore blu, parassitaria dei Duheviq. Pericolosa per le sue capacità di depistare animali e viandanti, ma molto ricercata per le sue molteplici virtù.

Guyla: praticamente un Moment.

Tably: erba che secondo le credenze popolari risolve l’insonnia e i problemi di incubi frequenti.

Ago di Luce: essere a metà tra lo stato animale e quello vegetale, si nutre di sangue, ma può essere utilizzato per aspirare anche altri fluidi corporei.

AQI: esseri simili a tassi dal pelo violaceo, che emanano ormoni che fanno marcire le sostanze inorganiche attorno a loro. Soggetti a disinfestazioni a tappeto e contenuti in gabbie speciali, sono frequentemente offerti in sacrificio, con la testa dedicata a Chicosi, il cuore ad Achemay, e il resto del corpo, a seconda che l’animale sia maschio o femmina, a Tumbe o Achesay.

Fylles: insetti con ali a forma di fiore e polline al centro del corpo. Poiché si nutrono di altri insetti, sono molto usati dagli agricoltori, anche se prima necessitano di un permesso di un Sacerdote di Chicosi.

 

Qillori: cristalli di colore azzurro chiaro, molto usati in oreficeria.

Achemairi: cristalli di colore dorato, anch’essi comuni per l’oreficeria.

Tablyk: pietra di colore rosato, usata nell’oreficeria.

Kislyk: pietra dall’aspetto simile alla tablyk, ma molto più dannosa.

 

Notte: entità primordiale da cui tutto il mondo ha avuto origine.

Achemay: dio del sole, entità più importante del pantheon Soqar.

Achesay: dea della terra.

Chicosi: dea dell’aria.

Tumbe: dio del mare, dei fiumi e dei laghi.

Sulema: dea del fuoco.

Pachtu: dio dei fulmini e della vita.

Qisna: dea della morte e delle paludi.

Supay: esseri più collegati al folklore che alla religione vera e propria, sono creature della Notte,

incaricati di torturare le anime dei peccatori che lì vengono gettate.

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

okay, parecchie cose da dire su questo capitolo. Innanzitutto, vorrei far notare che è il primo interamente dedicato agli antagonisti, senza spazio per Simay o Corinna (o Malitzin che al momento non ha ancora una fazione ben precisa), e infatti mi è parso appropriato farlo uscire ad Halloween.  Diciamo che, almeno per me, è stato molto divertente fare confronti tra Sayre e Llyra, e vorrei davvero sapere che similitudini e differenze avete trovato nel loro modo di pensare e agire.

Secondo, e molto importante, la faccenda di Qillalla e di quello che ha passato. Nel capitolo il tutto è certamente trattato senza troppa sensibilità, ma considerate che le persone che ne hanno discusso sono uno che segue la logica del ‘se l’è cercata’, una creatura non umana, e un mezzo psicopatico. Nei capitoli a venire la questione sarà scoperta da persone capaci di cacciar fuori una briciola di empatia, e lì le reazioni saranno molto diverse. Lo so che è un argomento molto delicato, e mi impegnerò a trattarlo al meglio.

Infine, una parentesi più umoristica: mi sono resa conto solo scrivendo delle somiglianze della storia di Waray con quella della Monaca di Monza. Secondo questa logica, Nuala sarebbe Egidio (un Egidio non esattamente entusiasta) e Sayre l’Innominato? E le somiglianze direi che si fermano qui, perché non c’è alcun don Rodrigo e di certo nessun cardinale Borromeo che tenga.

Concludo l’interminabile parentesi augurando un buon Halloween a tutti!

 

 


  
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