Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: alicew in wonderland    31/10/2018    1 recensioni
Lo “Sherlock Holmes dei topi” torna a investigare, assieme a vecchi e nuovi personaggi.
Il Dr. David Q. Dawson trova il coraggio di scrivere il resoconto dell’avventura più pericolosa vissuta insieme al suo associato e amico: Basil di Baker Street. Questa volta l’Investigatopo più famoso di Londra dovrà districarsi tra diversi casi e, contemporaneamente, scoprire chi sta attentando alla sua vita e a quelle dei suoi famigliari e amici fino ad arrivare a servire l’Impero britannico dei Topi nel periodo del primo conflitto mondiale.
Tra risvolti inaspettati, prende forma un racconto unico direttamente narrato da uno dei protagonisti.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney Fanfiction'
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Capitolo 2

Era un Luglio fresco e nuvoloso; si diceva fosse il meno soleggiato degli ultimi cinquanta anni, con temperature in media attorno ai sedici gradi Celsius che per diciassette volte non arrivarono a toccare i ventuno.
Il quindicesimo giorno del mese, con nostra sorpresa, si toccò una punta di ventisette gradi Celsius. Per tutta la giornata, Basil si lamentò costantemente del caldo di quel giorno. Lo avevo visto prendere l’occorrente per un nuovo caso dal suo tavolo da lavoro la mattina e rintanarsi in cantina, comunicandomi che sarebbe tornato di sopra solo a sera inoltrata, per la cena. Alle cinque pomeridiane gli proposi di unirsi a me per il tè, ma egli si rifiutò di bere un “infuso di calore” come lo definì lui.
Mi sentivo solo in quel periodo dato che il mio collega richiedeva il mio aiuto solo per l’archiviazione dei casi risolti, mentre lui si concentrava da solo su un nuovo caso.
Era parecchio che non ricevevamo visite. L’ultima era stata quella di Miss. Abigail Foxx, figlia di quello che una volta era lo scassinatore più temuto di Londra, Dave Foxx, nei primi giorni di luglio. La ragazza aveva sempre cercato di rimettersi in contatto con Basil, dopo che avevamo aiutato il padre di lei tre anni fa, ma lui non era interessato a incontrarla di nuovo. In quell’occasione il suo comportamento fu disdicevole: non si presentò nemmeno per un saluto. Io non ho mai saputo che parole usare per comunicare a Miss. Foxx il disinteresse del mio collega, così avevo cominciato a riceverla sempre più spesso io e ogni tanto ero pure stato invitato a passeggiare con lei al parco. Con questa premessa, si può comprendere perché mi sentii sollevato, quando udii bussare alla nostra porta poco dopo il rifiuto di Basil di prendere il tè assieme.
«Vado io!» annunciai a Mrs. Judson che era indaffarata in cucina.
Quando aprii mi ritrovai davanti una ragazza che mi sorrise entusiasta.
«Buon pomeriggio, Dr. Dawson!»
«Buon pomeriggio, Ms. Cosa posso fare per voi?» chiesi scostandomi dall’uscio per farla entrare, mentre il mio sguardo cadeva sull’enorme borsa da viaggio che teneva in una zampa.
«Non è cambiato proprio nulla qui. È tutto come me lo ricordavo.» continuò la giovane, guardandosi intorno e posando il bagaglio.
Il suo pelo castano chiaro, i due grandi occhi profondi, il suo fare così calmo e sicuro di sé… Cominciai a chiedermi dove potevo aver conosciuto quella ragazza. Solo quando si tolse il cappello che indossava e io notai il fiocco rosso sull’orecchio sinistro, mi resi conto di chi fosse.
«Vedo che il rosso ti piace ancora, Olivia!»
La giovane si voltò verso di me.
«Il Detective Basil vi ha contagiato con il suo spirito deduttivo, Dottore?»
Mrs. Judson uscì dalla cucina. Ci aveva ascoltati e si avvicinò a Olivia.
«Miss. Olivia Flaversham, come sei cresciuta!»
«Mrs. Judson, sembrate ringiovanita in questi dieci anni!» esclamò per poi guardarsi attorno, cercando con gli occhi l’altro occupante della casa «Mr. Basil?»
«Lavora in cantina. Con il caldo non riesce a restare in appartamento.» le spiegai. «La porta è quella.» aggiunsi indicandola. «Vai pure a salutarlo. Scommetto che sarà entusiasta di rivederti.»
Olivia cominciò a scendere i gradini, senza fare rumore, e si fermò a osservare Basil alle prese con l’analisi di una sciarpa. Si schiarì la voce e attirò la sua attenzione.
«Buon pomeriggio, Ms.» la salutò Basil allontanandosi dal tavolo da lavoro. «Come posso esservi d’aiuto?»
«Basil, non mi riconoscete?»
Basil la osservò da vicino e anche lui quando vide il fiocco trasalì.
«Miss. Flaversham, finalmente! Cominciavo a chiedermi quando sareste arrivata!»
«Questo vuol dire che la mia ultima lettera l’avete ricevuta!»
«Precisamente! Quando ho letto che avreste desiderato stabilirvi in questa zona di Londra non ho risposto perché sapevo che il primo posto dove voi sareste venuta, così facendo, sarebbe stato qui!»
Olivia sorrise. «Grazie per l’ospitalità!»
«Aspettate a ringraziarmi!» disse Basil sorridendo di rimando. «Prima bisogna vedere cosa ne pensa Mrs. Judson; è lei la padrona di casa.»
Olivia fece qualche passo indietro per tornare alle scale, ma inciampò nella gonna una volta saliti due gradini. Basil la aiutò a mettersi seduta.
«Vi siete fatta male, Miss. Flaversham?»
«Credo di no.» rispose lei.
«Vi aiuto ad alzarvi!»
Basil la prese da dietro e la sollevò delicatamente, ma Olivia ebbe uno scatto di dolore e lui la face sedere a terra nuovamente.
«Dove vi fa male?»
«La caviglia!» si lamentò Olivia.
«Ѐ meglio se il Dr. Dawson vi dà un’occhiata.» suggerì Basil prendendo in braccio Olivia. «Non mi sembrate molto brava a camminare con i vestiti femminili.»
«Voglio davvero sapere come avete scoperto il mio segreto.»
«Semplice! La camicia che indossate è una camicia da uomo, le camicie da donna si allacciano da destra a sinistra. Di conseguenza, deduco che abbiate altri vestiti da uomo con voi e che siate più abituata ad indossarli di quelli femminili.»
Olivia sorrise. «Non siete cambiato per niente, Basil!»
Ero preoccupato per il rumore che era arrivato dalla cantina e mi ero già affacciato alla porta per vedere cosa fosse accaduto. Quando scorsi Basil con Olivia tra le braccia, sulla soglia della porta, non ebbi il tempo di fare alcuna domanda che egli si mosse velocemente verso la sua poltrona e, adagiata Olivia su di essa, le fece sollevare le gambe sullo sgabello poggiapiedi.
«Dottore, è scivolata e ha battuto la caviglia. Potete controllare che stia bene?»
Mi affrettai a esaminare Olivia. Non era nulla di grave, sarebbe bastato non sovraccaricare eccessivamente la caviglia per un paio di giorni. Basil ne approfittò per introdurre insieme a Olivia la proposta di farla restare a vivere con noi a Baker Street. Mrs. Judson fu felice di accoglierla e rimase sorpresa quando Basil aggiunse che avrebbe sostenuto le spese dell’affitto per intero.
«Sono almeno due anni che ci scriviamo assiduamente e ho cominciato io.» disse Basil. «Scoprire il suo indirizzo è stato facile.»
«Grazie a lui, so tutto quello che è successo di recente in questa casa. So che era frequentata anche da una cantante lirica francese e so che voi, Dottore, siete tornato qui da poco. Mi dispiace per vostra moglie!»
Le parole di Olivia e il suo sguardo sincero mi toccarono.
«Oh, mia cara!». Mi feci prendere la mano tra le sue. «Basil ti ha proprio raccontato tutto!»
«Se non altro, ha imparato il mio cognome!» ironizzò lei guardandolo.
«Finché non sarà pronta la vostra stanza dormirete nella mia, Miss. Flaversham. Io resterò qui nel salone. Unirò le poltrone…» disse sbrigativo lui.
Basil si comportava in modo curioso, almeno per un individuo come lui. Olivia lo aveva reso più allegro e vivace solo con la sua presenza. Mi chiedevo se il mio coinquilino non mi stesse nascondendo qualcosa.
 
Quella notte, io e Basil, aiutammo Olivia a salire le scale, mentre Mrs. Judson la aiutò a cambiarsi e di seguito le augurò la buonanotte.
Basil si fermò sulla soglia della porta con una candela in mano.
«Miss. Flaversham, vorrei la verità. Avete l’intenzione di trovare un’altra università, oppure avete rinunciato a laurearvi?»
«Come sapete che non sono più iscritta in università?»
«Ho scritto alla Mouse University of London. Vi hanno espulsa alla fine dello scorso semestre.» disse Basil. «Avete sprecato la mia lettera di presentazione?»
«No. Quella l’ho conservata, non ne ho avuto bisogno. Il motivo per cui mi hanno cacciata è per via di un pugno che ho tirato ad uno degli inservienti della mensa.» spiegò Olivia. «L’ho fatto perché stava offendendo una mia collega, che poi non ha parlato per difendermi. Temeva uno scandalo.»
Basil si sedette al suo fianco, sul letto.
«Siete diventata altruista. È una qualità utile per una futura Detective!» si complimentò mettendosi più comodo. «Raccontatemi di quel vostro corteggiatore, Sir. Marquis Mausons, di cui mi scrivevate nelle vostre ultime lettere. Sembrerebbe essere l’unico ad aver insistito perché voi non veniste espulsa.»
«Beh, diciamo che Sir. Mausons era fastidioso. Non lo sopportavo. Era il topo più in vista del campus. Un tipo che pensa che per una donna pensare sia un inutile passatempo e crede che il suo andare a caccia sia invece istruttivo per un gentiltopo. Mi ha offerto il suo appoggio in cambio di un appuntamento, ma potete immaginare quale sia stata la mia risposta.» raccontò Olivia, sbuffando e roteando gli occhi. «Parliamo di voi, invece. Questa Mlle. Relda di cui mi scrivevate sempre?»
«Oh, beh! Una topolina caratterialmente forte. Molto sicura di sé, con un’inclinazione al furto non indifferente e molto, molto egoista!»
«Ma bella!» puntualizzò Olivia.
«Da togliere il fiato!» concordò Basil. «Poi la sua voce…»
«Non mi aspetterei niente di diverso da una cantante lirica!»
«Sarà meglio che io vada a riposare.» disse Basil alzandosi e interrompendo la discussione, che cominciava ad infastidirlo. «Domani ho un caso da risolvere, insieme all’Ispettore Lawless, e il Dr. Dawson non può accompagnarmi.»
«Di che caso si tratta?» domandò Olivia incuriosita.
«Si tratta del rapimento di un bambino avvenuto tre giorni fa. Oggi, in cantina, lavoravo al suo caso.»
«Se necessitate di una mano…» si offrì Olivia.
«Con quella caviglia?» domandò Basil sollevando un sopracciglio.
«Tra due giorni non avrò più nulla!»
«Spero di risolvere il caso prima di due giorni. Temo per l’incolumità del bambino.» sospirò Basil. «Se volete, potete darmi una mano con i rapporti della polizia. Domani andrò dall’Ispettore Lawless e gli chiederò di venire qui con i rapporti dei giorni precedenti. Vi fornirò i miei appunti preliminari domattina presto, devo risistemarli perché possiate capirli.»
Olivia guardò Basil uscire dalla stanza e gli sorrise, augurandogli la buonanotte.
Avevo ascoltato tutto dall’uscio della mia porta e incrociai lo sguardo di Basil. Credo che all’epoca egli avesse notato la mia espressione dubbiosa.
«Da quanto tempo avete detto che avete questa fitta corrispondenza con Olivia?»
«Poco più di due anni. Perché?»
«Basil, io credevo che per voi Mlle. Relda fosse importante…»
«Beh, è riuscita ad ingannarmi ed è stata l’unica topolina a riuscirci… Niente di più!» disse Basil avviandosi verso le scale. «Buonanotte, vecchio mio!»
Mi rigirai nel letto per diverse ore. Mi ero convinto che Olivia non potesse, nella maniera più assoluta, collaborare al caso in corso e che ne avrei dovuto parlare al mio collega il giorno dopo. Non sapevo neppure che Olivia si fosse trasferita a Londra per frequentare dei corsi universitari, la credevo ancora in Scozia. Cominciai a pormi domande anche sulla lettera di presentazione.
Mi alzai e aprii la porta della mia stanza. Notai la lampada a gas di Basil, al piano inferiore, ancora accesa. Scesi silenziosamente. Lo trovai addormentato, rannicchiato nella sua poltrona rossa.  Abbassai la lampada e ritornai di sopra. La porta della camera di Basil, nella quale dormiva Olivia, era aperta. Controllai che lei dormisse e che la fasciatura alla caviglia fosse a posto. Olivia sorrideva nel sonno, lo interpretai come un buon segno. Tornai nella mia stanza e potei, finalmente, addormentarmi.
Il mattino seguente, dovevo cominciare il mio giro di visite molto presto e prima di uscire adocchiai Basil, già sveglio, intento ad impilare degli appunti sulla scrivania e portarli in cima alle scale. Era il momento di affrontare con lui un discorso serio.
«Basil, cosa state facendo?»
«Rendo Olivia partecipe del nostro caso!» mi rispose entusiasta. «Vi ricordate che aveva cominciato a risolvere casi per proprio conto qui a Londra? In Scozia, fino a due anni fa, il suo era un nome abbastanza noto.»
«Credo che voi abbiate avuto una certa influenza su Olivia…» suggerii sorridendo, per celare le mie preoccupazioni.
«Spero, il più possibile, positiva!»
«Qualunque influenza da parte vostra non è mai completamente positiva.» dissi scuotendo il capo. «Per esempio, le avete comunicato che il Professor Ratigan è ancora vivo?»
Basil sobbalzò. Davvero non aveva minimamente preso in considerazione che le sarebbe potuto accadere qualcosa?
«Non crederete che quel Demonio farà in modo che qualcuno dei suoi si avvicinerà a lei, vero?» mi chiese dubbioso.
«Chi glielo impedirà, voi? Guardatevi le cicatrici che avete sul braccio e sulla schiena più spesso! Non vorrei che vi dimenticaste cosa è accaduto sulla torre dell’Orologio.» dissi con severità, aprendo la porta. «Ho capito quello che sta succedendo. Siamo stati anche noi giovani come Olivia, Basil.»
«Dottore, perdonatemi, ma non riesco a capire…»
«Il vostro mestiere è capire! Due anni che vi scrivete e non avete mai pensato di informarmi?!»
«Il fatto è che voi ce l’avete ancora con me perché ho tenuto il segreto di vostra moglie, Mary! Meglio se chiariamo la questione questa sera, quando ritornate a casa. I vostri pazienti vi attendono.»
Sperai che la rabbia scemasse andando fuori casa e così fu, sebbene fossi preoccupato per quello che stava accadendo in casa.
Olivia si era alzata e si era messa a leggere gli appunti di Basil sul caso. Aveva udito la porta d’ingresso aprirsi e delle voci sovrapporsi a quella di Basil.
«Fidatevi, signori, vi posso assicurare che la giovane Olivia Flaversham è molto dotata!»
«Davvero? Ci avete appena detto che è molto giovane!» commentò l’Ispettore Lawless aggiustandosi gli occhiali.
«Se per voi diciotto anni fanno la differenza, sappiate che io ho cominciato a risolvere casi a quattordici anni.» rispose Basil.
Olivia comparve in cima alle scale, con indosso dei pantaloni color crema, una camicia bianca, un gilet marrone scuro e una cravatta rossa, che si abbinava alla perfezione al suo fiocco.
«Buongiorno a tutti!»
Basil non era affatto sorpreso di vederla abbigliata a quel modo, diversamente dall’Ispettore Lawless e dai suoi sottoposti.
«Basil, potete aiutarmi?»
Lui la raggiunse in cima alle scale e la aiutò ascendere.
«La caviglia va meglio?» le chiese sottovoce.
«Molto, grazie! Ho anche capito una cosa. Negli appunti, voi scrivete che il bambino è stato rapito da qualcuno che abita vicino al mare, per via della presenza dell’acqua salata sulla sciarpa. Perché, anziché pensare al molo sul delta del Tamigi, non considerate l’idea che sia stato portato fuori Londra?»
Basil guardò con soddisfazione l’Ispettore Lawless. «Lo dicevo che è brava!»
L’Ispettore annuì. «Mr. Basil, mi scuso per aver dubitato del vostro giudizio.»
«Siamo arrivati alla stessa conclusione, solo in tempi diversi. Se vi avessimo avuta con noi fin dall’inizio, Miss. Flaversham, probabilmente avremmo risolto il caso molto prima!» esclamò Basil soddisfatto.
 
Al mio ritorno, quel tardo pomeriggio, trovai una nota di Basil sulla mia poltrona. Era partito con Olivia e l’Ispettore Lawless alla volta di Burgh Island. Avevano trovato un testimone che aveva visto il proprietario di un negozio di gioielli con un bambino che corrispondeva alla descrizione di quello scomparso dall’orfanotrofio. Io dovevo raggiungerli appena avrei visto il biglietto.
«Credete davvero che il Dottore ci raggiungerà per tempo?» chiese Olivia mentre Basil l’aiutava a salire sul treno.
«Non ne dubito.» le sorrise, sedendosi accanto a lei sulla paglia all’interno del vagone merci. «Questo non è il posto più comodo per viaggiare, ma gli umani non prevedono carrozze per i topi.»
L’Ispettore Lawless si sedette dirimpetto a loro. «Da quanto vi conoscete?»
«Da poco più di dieci anni. Era lei la bambina del mio primo caso in collaborazione con il Dottore.» spiegò Basil.
«Però! Ovviamente, Miss. Flaversham saprà già di come il Professor Ratigan sia sopravvissuto alla caduta dalla Torre dell’Orologio e del fatto che abbia fatto accusare voi e il Dr. Dawson del furto dell’Occhio del Bengala, il diamante appartenente al Maharajah, al Gorgonzola Hotel.» ma, quando Olivia rivolse a Basil uno sguardo interrogativo, l’Ispettore comprese che lei ne era del tutto all’oscuro. «Oh, beh! Avete qualche ora di viaggio per parlarne. Ora, però, di Ratigan non c’è da preoccuparsi. È tenuto in isolamento e quotidianamente visitato dalle guardie.»
Olivia divenne ancora più perplessa.
«Sono solo riuscito ad assicurarlo alla giustizia, finalmente!» esclamò Basil. «Senza Dawson sarebbe stato tutto molto più complicato e difficile, parte del merito è suo.»
«Come avete fatto?» chiese Olivia.
Basil le narrò di come la polizia al Molo 15 vedesse i criminali tuffarsi in acqua per poi sparire nel nulla e di come Ratigan desse loro ospitalità nel suo covo sottomarino. Basil e io ci eravamo infiltrati ed eravamo stati scoperti, ma Ratigan non aveva calcolato che una volta all’anno il Tamigi venisse dragato e che quindi la sua base sottomarina sarebbe andata distrutta. Egli le narrò anche del giorno in cui si tenette la cerimonia di inaugurazione della sua statua presso il Museo di Madame Tussauds, alla quale assistette anche la Regina. Egli aveva appreso quello stesso giorno che Ratigan era riuscito ad evadere di prigione con Fidget. Cogliendo l’occasione della cerimonia al museo, Ratigan mise in atto un piano per sbarazzarsi di Basil una volta per tutte, dando ordine a Felicia di divorarlo; peccato che la gatta lo avesse confuso con la sua copia in cera. Da quel giorno, Ratigan era tornato in cella e non ne era più uscito, o, almeno, era quello che credevamo.
«Quindi, adesso, anche Fidget è in carcere?» chiese Olivia.
«Veramente, lui adesso è tornato libero. Ci aiuta nelle indagini.» spiegò l’Ispettore Lawless.
Basil sbadigliò. «Il viaggio è ancora lungo, signori. Che ne direste di dormire un po’?»
«Volentieri!» gli fece eco Olivia.
Basil attese con pazienza che tutti si fossero addormentati, prima di avvicinarsi a un mucchietto di paglia.
«Buonasera, Dawson!» disse a voce bassa.
Uscii dal mio nascondiglio e lo guardai negli occhi. «Come sapevate che…»
«La vostra giacca vi ha tradito!» disse indicando il mio polsino. «Credevo ve ne foste disfatto, visti i problemi che ci causava con Toby.»
«La tengo come portafortuna. Non mi direte adesso che ne avete sentito l’odore!»
«Ovvio, Dottore! Le budella di gatto afgano sono caratterizzate da una peculiare asprezza, se non ricordate.» disse sedendosi dove si trovava prima. «Sapevate anche che, se aveste fatto in fretta, sareste salito sul nostro stesso treno. Avete solo sperato che anche noi salissimo sul vostro stesso vagone, visto che siete arrivato in anticipo. Devo dire che, in quanto a deduzioni, siete migliorato tantissimo.»
Sorrisi e mi sedetti accanto a lui quando, d’un tratto, Olivia cominciò a tremare. Era una serata umida e il nostro vagone era completamente aperto. Basil si tolse l’impermeabile e glielo mise addosso. Lei sorrise scivolò verso di lui, appoggiando la testa sul suo torace. Lui sobbalzò, sorpreso, e tenne le braccia alzate per diversi istanti, come se qualcuno gli stesse puntando un’arma alla nuca, poi le incrociò dietro la testa e lasciò che la sua schiena sprofondasse nella paglia.
«Basil, state arrossendo?»
«Dawson, spegnete subito quella lampada che avete appena acceso!» mi ordinò a bassa voce Basil. «Buonanotte!»
L’Ispettore Lawless si svegliò alle prime luci dell’alba e sobbalzò, appena mise a fuoco la scena davanti ai suoi occhi. C’ero io che controllavo la caviglia di Olivia, discorrendo con lei, e Basil, ancora profondamente addormentato, che le cingeva la vita con un braccio.
«In nome del cielo, Dottore! Quando siete arrivato?!»
«Sono sempre stato qui.» risposi. «Vi prego di abbassare la voce. Non avete idea di come diventi Basil, se lo si sveglia di soprassalto.»
«Anche perché stritolerebbe me!» aggiunse Olivia. «La caviglia non mi fa quasi più male. Grazie, Dottore!»
«Cose da nulla, cara!»
«Siamo arrivati, vero?» chiese Basil tenendo gli occhi chiusi.
«Credevamo dormiste!» esclamai.
«Sono sveglio da un po’, ma non volevo alzarmi. Miss. Flaversham dormiva troppo bene.» disse aprendo gli occhi, levando il braccio dalla vita di Olivia. «Tutto bene?» le chiese vedendola sorridere.
«Grazie per avermi coperta!»
«La prossima volta, ricordatevi che solo con la camicia e il gilet fa freddo!» disse Basil vedendo il treno fermarsi. «Bene! Salviamo questo bambino!»
 
Camminammo tutta la mattina per raggiungere l’isola tidale Burgh Island. Eravamo fortunati perché la marea era bassa e avremmo potuto raggiungerla a piedi.
Vidi in lontananza due figure scendere lungo il sentiero della scogliera; anche Olivia le osservava. Prese l’iniziativa per prima e si avvicinò, accorgendosi che si trattava di una talpa bassa e in carne e di un’arvicola snella con due baffi vaporosi sul muso.
«Sicuramente la tengono laggiù.» disse l’arvicola al suo compagno.
«Cosa proponi di fare, Rat?» domandò la talpa.
«Attraversiamo, prendiamo la bambina e la portiamo in salvo, prima che stanotte arrivi l’alta marea. Il rapitore e la sua assistente resteranno bloccati sull’isola; a quel punto sarà uno scherzo per la polizia: basterà attendere che l’acqua si ritiri.»
«Chiedo scusa!» li interruppe Olivia facendoli voltare. «Posso sapere chi siete e cosa ci fate qui?»
L’arvicola non si scompose e fece un inchino ad Olivia presentandosi.
«Mr. Water Rat. Vivo sul fiume di un paesino di campagna fuori Londra e mi occupo dei suoi problemi.»
«Io-Io invece sono Mr. Mole! Tanto piacere Miss…»
«Flaversham, Olivia Flaversham!» si presentò allungando la zampa verso la talpa.
Mr. Water Rat estrasse la sua pipa dall’impermeabile e si mise a fumare. «Prima di dirvi il motivo della nostra presenza qui, diteci il vostro!»
Olivia osservò la pipa dell’arvicola e i suoi vestiti. Scosse il capo e si strofinò gli occhi: erano lo stesso stile e comportamenti a Basil. Troppo, somigliante. Stava per rispondere quando lo stesso Basil la chiamò da lontano.
«Sono qui!» esclamò lei facendosi notare.
Mr. Water Rat capì il motivo dello sbalordimento della topolina innanzi a lui, quando vide Basil venire nella loro direzione e affiancare Olivia. I due roditori rimasero a osservarsi per interminabili minuti, senza mai parlare, sotto lo sguardo sbalordito di Mr. Mole.
«Interessante!» concluse Basil. «Dawson, venite qui subito!» si volse verso Olivia e le fece un occhiolino sussurrando. «Questo lo deve proprio vedere!»
«Eccomi!» esclamai correndo loro incontro, ma inciampai in un sasso e ruzzolai per tutto il pendio.
«Molto bravo, Dawson!»
«Sentite un po’, Basil, perché non provate a non mettermi fretta una volta tanto?»
Quando mi rialzai notai la somiglianza che c’era tra noi due e i due individui. Mi rammentò, pressappoco, la situazione creatasi con il Maharajah del Principato di Badlapur, alla fine avevo pure dovuto prenderne il posto nella parata al fianco della Regina.
«Questo è sbalorditivo!» esclamò Mr. Water Rat. «Ma voi siete Basil di Baker Street e il suo fido biografo, il Dr. David Q. Dawson!» continuò entusiasta stringendomi la mano. «Siete delle leggende da queste parti!»
«Lo abbiamo notato!» commentò Basil.
«Vi giuro che di voi so solo quello che c’è scritto nei libri del vostro collega.» spiegò Mr. Whater Rat. «Non avrei mai pensato che fossimo, in realtà, tanto simili!»
«Ѐ stato bello conoscervi, ma ora dobbiamo andare su Burgh Island a recuperare un bambino e arrestare il proprietario di un negozio di pegni e la sua complice.» disse sbrigativo Basil, prendendo la mano di Olivia.
«Aspettate!» esclamò Mr. Mole. «È lo stesso motivo per il quale siamo qui noi!»
«Solo che nel nostro caso si tratta di una bambina.» precisò Mr. Water Rat. «Potremmo unire le forze!»
Sapevo che se avessi dovuto attendere una risposta da parte di Basil avremmo dovuto aspettare che lui ci avesse riflettuto sopra. Così presi io l’iniziativa.
«Una splendida idea!»
Olivia annuì.
«Ehi, voi, là sotto!» si mise ad urlare l’Ispettore Lawless. «Si può sapere cosa state facendo? Io e i miei tre topi vorremmo essere di nuovo a Londra per domani!»
«Rilassatevi, Ispettore!» rispose Basil. «Il caso di rapimento è appena diventato doppio!» si volse poi verso Mr. Mole e Mr. Water Rat. «Dunque, avete detto che si tratta di una bambina. Avviamoci all’isola, mentre ci raccontate.»
Ci incamminammo, mentre Mr. Water Rat riassumeva gli avvenimenti. «La bambina è sparita circa tre giorni fa dall’orfanotrofio. Nessuno si è accorto di nulla fino alla sera, quando era ora di mettere a dormire i bambini.»
«E… E… E le ricerche sono cominciate subito!» precisò Mr. Mole. «Non siamo esperti come voi, ma abbiamo scoperto che dei pirati avevano nascosto, in una grotta sotterranea dell’isola, un tesoro, circa cento anni fa.»
L’Ispettore affrettò il passo per poter ascoltare meglio.
«Quello che sappiamo con certezza è che stasera ci sarà l’alta marea e ci sarà impossibile tornare a terra.» ci informò Mr. Water Rat. «Suggerisco di procedere dividendoci in due squadre di ricerca!»
Io, l’Ispettore Lawless, due dei suoi tre topi e Mr. Mole andammo verso la villa a misura di topo in cima a uno sperone di roccia dell’isola, mentre Basil, Olivia, Mr. Water Rat e l’ultimo topo dell’Ispettore si diressero a esplorare la baia, dove doveva essere sepolto il tesoro.
La villa era deserta. Potemmo perlustrarla in lungo e in largo e trovammo anche il tesoro recuperato dalla baia.
Mr. Mole esaminò gli oggetti e scosse il capo. «Manca l’oggetto più importante!»
«Che sarebbe?» chiese, stressato dalla situazione, l’Ispettore Lawless.
«Il rubino Sangue di Rosa
«Ѐ così prezioso come dite voi?» domandai perplesso.
«Un oggetto… Un oggetto come quello dovrebbe stare in un museo. La gemma è grande quanto un piede e tagliata in modo per-perfetto.» disse grattandosi la testa. «Probabilmente sono ancora tu-tutti alla baia!»
«Andiamo a raggiungere gli altri!» li incitai.
Alla baia, Basil aveva trovato uno smeraldo e lo stava esaminando con la sua lente d’ingrandimento. «C’è una piccola crepa. Il suo valore è compromesso.»
«Credete che lo abbiano scartato di proposito?» chiese Mr. Water Rat.
«Ne sono certo!»
Olivia si chinò ed esaminò la sabbia. «Basil, la sabbia era bagnata. Le impronte sono più definite quella direzione.» illustrò Olivia indicando un percorso che portava verso il mare.
«Ben fatto, Miss. Flaversham! Abbiamo una pista da seguire!»
Le tracce terminarono tra due scogli ad arco, alla cui base c’era un pozzo naturale profondo.
«Che strano…» commentò Mr. Water Rat. «Laggiù ci sono dei ganci per una corda, ma il buco non è abbastanza grande perché ci passi un adulto di taglia normale…»
«Ecco perché i bambini!» esclamò Olivia.
«Ed ecco perché rapire gli orfani: nessuno ne avverte la mancanza. Scommetto che se a Londra non fosse stato presente il poliziotto che voleva adottare il bambino in questione, il caso non sarebbe stato nemmeno aperto!» dedusse Basil e, guardandosi intorno, vide una corda nascosta in una buca che agganciò al passante sotto all’apertura del pozzo e si rimboccò le maniche della camicia. «Voi andate a comunicare all’Ispettore che siamo qui.» disse al poliziotto, il quale li lasciò per raggiungerci.
«Basil, non avrete intenzione di andare là sotto da solo!» esclamò Olivia.
«Mr. Water Rat è troppo largo, voi avete ancora una caviglia dolorante… Io sono eccessivamente magro e ci passo senza fatica. Se non ci sono i bambini e non trovo nulla, torno su subito.»
Basil si calò nel pozzo e, arrivato sul fondo, arricciò il naso per il forte odore di gasolio per lampade. Appena cominciò a camminare lungo le pareti umide della stretta galleria, si accorse anche che non vi erano aperture di nessun genere verso l’esterno.
«Oh, per Giove! Non c’è quasi più aria qui sotto!»
Vicino a lui, scorse due figure piccole e che si stringevano l’una all’altra.
«Chi siete?» chiese la prima.
«Che cosa volete?» domandò immediatamente la seconda.
Basil sospirò. «Bambini, non abbiate paura! Sono il Detective Basil e sono qui per portarvi a casa!»
I due piccoli si avvicinarono e scrutarono Basil.
«Lui non ci lascerà andare!» disse il bambino. «Ci ha lasciati qui sotto perché dobbiamo prendere il pezzo più importante del tesoro.»
«Il rubino è di là, sotto ad un teschio, ma è incastrato e non riusciamo a prenderlo.» spiegò la bambina. «Ci farà annegare qui sotto!»
«Non sono qui da solo.» li rassicurò Basil. «Ho degli amici all’esterno. Loro ci aiuteranno.» spiegò prendendoli per mano e conducendoli all’uscita del pozzo. «Ora mi arrampico su per la fune. Quando vi dico di aggrapparvi, voi lo fate e io vi tiro su. Va bene?»
I due bambini annuirono.
Appena Basil raggiunse la cima del pozzo, vide Mr. Water Rat e Olivia legati schiena contro schiena e imbavagliati. Lo sguardo di Olivia gli fece intuire che c’era qualcuno alle sue spalle, ne ebbe la conferma quando udì una pistola prepararsi a sparare.
«Bene, bene!» disse un topo grassoccio, con il pelo rado sulla testa, che si teneva alle spalle di Basil. «Gilda, secondo te, cosa abbiamo qui?»
«Una simpatica spedizione di soccorso guidata da un famoso Detective: Basil di Baker Street.» disse quella chinandosi innanzi a lui, giocando con la sua pistola.
«Mi avevano detto che la vostra assistente era spietata, Mr. Finch, ma nessuno mi aveva detto che era lei la vera mente dell’operazione!» commentò Basil.
«Brutto topastro da due scellini! Come avete capito che…?»
«Facile, mia cara signora!» esclamò Basil. «Al vostro posto, qui davanti a me, ci sarebbe Mr. Finch! In genere, si cerca di guardare negli occhi un avversario, per capirne le debolezze da sfruttare.»
«Sorprendente!» esclamò a sua volta la donna, armando la sua pistola e puntandogliela contro. «Ora andate sotto dai due mocciosi e aiutateli a trovare il rubino. In cambio, io lascerò vivere i vostri amici. Niente scherzi!»
Mr. Finch, restando alle spalle di Basil, tagliò la fune, facendolo precipitare nel pozzo.
Basil si massaggiò la testa, mettendosi a sedere. «Dove avete detto che è quel rubino, ragazzi?»
«Il gioielliere ha preso i vostri amici, vero?» chiese il topolino con le lacrime agli occhi.
«Non usciremo più da qui, vero?» singhiozzò la topolina.
«No, no, no!» urlò Basil picchiando un piede a terra. «Se c’è una cosa che non sopporto, sono i bambini che piangono!» si calmò e poi sorrise. «Allora, questo rubino?»
I bambini lo condussero al teschio.
«Vi eravate dimenticati di dirmi che si trattasse di un teschio umano!»
Ciò che preoccupava di più Basi, tuttavia, era l’acqua che cominciava ad inondare la caverna. Senza pensarci si tuffò in acqua e cominciò a sollevare la gemma dall’interno del teschio.
«Come possiamo aiutarvi?» chiesero i due topini.
«Dovremmo riuscire a tirarlo fuori facendolo passare dalla cavità orbitale. Io lo sollevo, voi prendetelo e tirate. Lo porteremo fuori in men che non si dica.»
«E dopo?» chiese il topolino.
«Sono Basil di Baker Street, ragazzino! Mi verrà in mente qualcosa!»
I tre trasportarono il grosso rubino all’imboccatura del pozzo.
«Bene!» esultò Mrs. Finch calando un secchio nel pozzo. «Mettetelo dentro e mandatemelo su!»
Basil e i bambini misero il rubino nel secchio.
«Resta su!» disse Basil al piccolo che si era arrampicato per sistemare la gemma. «Ci vediamo di sopra!»
La grotta era quasi del tutto allagata.
«Ho paura!» gridò la bambina.
Basil la prese tra le braccia e la sottrasse all’acqua, che a lui arrivava alle ginocchia. «Sta tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene.»
«Basil! Come va là sotto?» gridai richiamando la sua attenzione.
«Dawson, siete arrivati, finalmente! Presto, calateci una fune!»
Basil legò la bambina alla fune e venne travolto da un’onda inaspettata.
«Mr. Basil!» gridò la bambina, mentre la tiravamo verso l’alto con l’acqua che continuava a salire.
Avevamo legato e imbavagliato Mr. e Mrs. Finch e liberato Olivia e Mr. Water Rat. Quando vidi la bambina, tratta definitivamente in salvo da Mr. Mole e dagli agenti di polizia che tiravano la fune; fui felice nel vedere che stesse bene, ma mi preoccupai immediatamente, quando realizzai che Basil non era con lei. Mi protesi verso la caverna sotterranea, vidi che era ormai sommersa dall’acqua e che essa cominciava a strabordare.
«Basil!» gridai mettendo la mano sott’acqua, sperando di riuscire ad afferrarlo, o che lui afferrasse me. Olivia mi imitò all’istante.
«Dove diavolo è finito?»
L’Ispettore Lawless e i suoi uomini ci presero e ci portarono via.
«L’acqua arriverà presto anche qui. Finiremo per annegare anche noi. Non c’è più nulla da fare!»
Mi voltai verso l’imboccatura del pozzo, ormai invisibile, e Olivia mi prese la mano con le lacrime agli occhi. In quel momento, vidi tante bolle e una zampa spuntare dall’acqua, seguiti poi dalla testa di Basil. Mi precipitai insieme ad Olivia e Mr. Water Rat ad aiutarlo.
«Basil! Coraggio, ce l’avete fatta!» gli dissi guardandolo tossire. «Però ora dobbiamo andarcene di corsa!»
L’Ispettore Lawless ci raggiunse e pose un braccio di Basi sulle sue spalle, aiutandomi a trasportarlo fino alla villa dove avremmo passato la notte e i due giorni successivi.
Olivia rimase con me a vegliare Basil per tutta la notte, mente l’Ispettore e i suoi uomini si occupavano dei due criminali agli arresti e Mr. Mole e Mr. Water Rat dei due bambini.
«Olivia, dovresti dormire.» le suggerii.
«No, finché non dorme lui!» disse indicando Basil disteso sul letto girato sul fianco destro.
«Sto bene. Ho solo qualche fitta perché sono stato spinto contro le rocce.»
«Qualche fitta? Avete rischiato di annegare là sotto!» esclamò Olivia incrociando le braccia e accigliandosi.
Basil si mise a sedere sul letto. «Beh, c’è stato un momento in cui anche io ho pensato che non vi avrei mai più rivisti!» Si alzò in piedi avvolgendosi meglio nell’asciugamano che gli avevo dato, dopo avergli fatto togliere i vestiti. «Ma credo di sentirmi abbastanza bene adesso per fare un bagno. Odio l’acqua di mare, mi irrita tutto il pelo!»
Mi avvicinai a Basil e lo avvolsi meglio in una coperta. «Prepari tu l’acqua, Olivia?»
Lei uscì dalla stanza annuendo.
Basil, dopo il bagno, si mise a dormire e si svegliò il giorno dopo al massimo delle forze.
A turno, nei giorni che seguirono, tenevamo d’occhio i Finch, facevamo domande agli occupanti dell’albergo, o uscivamo sull’isola con i bambini per farli giocare. I due sembravano divertirsi un mondo quando erano Basil e Olivia a portarli fuori. Appena potemmo abbandonare l’isola, lo facemmo e dovemmo anche salutare Mr. Mole e Mr. Water Rat che avrebbero portato la piccola al suo orfanotrofio. Il momento che più mi colpì fu quando i due bambini dovettero separarsi. Il bambino, forse perché era anche più piccolo, si sentiva perso senza la sua amica e durante il viaggio di ritorno verso Londra facemmo del nostro meglio per tenerlo allegro. Basil e Olivia raccontavano a turno storie di casi risolti, io raccontai la storia di come io e Basil conoscemmo Olivia e suo padre.
«Posso chiedervi, perché vi guardate in modo strano? Capisco che teniate molto l’uno all’altra, ma mi sembra strano… Voi, Mr. Basil, avete detto: “Olivia è come una nipote.”, mentre voi, Miss. Flaversham, avete detto di averlo chiamato “Zio Basil” quando eravate bambina.»
Io sapevo già da tempo cosa stesse succedendo e avevo accennato le mie preoccupazioni a Basil la mattina del giorno della nostra partenza, ma erano i diretti interessati ad avere ancora dei dubbi.
«Ecco, noi… Io… Ehm…» Era la prima volta che Basil non sapeva formulare un pensiero logico e il fatto che le sue orecchie tendessero all’indietro era indice di imbarazzo. Il bambino dovette accontentarsi di queste poche sillabe, perché arrivammo alla Paddington Station di Londra e dovemmo lasciarlo alle cure dell’Ispettore Lawless e dei suoi topi.
Pochi giorni dopo, il bambino venne adottato da un poliziotto e sua moglie. Il giornale recava anche una nostra foto con Mr. Water Rat e Mr. Mole con una didascalia che ci definiva: “I Detective Del Vecchio E Nuovo Secolo”, ma, tuttavia, Basil, Olivia e io non sapevamo che dovevamo ancora affrontare il caso più complicato e importante della nostra carriera.
 
   
 
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