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Autore: Zamia    05/11/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17 – Padre e figlio
 
"Ladybug!?" urlò Rena Rouge quando vide comparire la coccinella sulla scena del combattimento insieme a Chat Noir.
"Ragazzi, Marinette è al sicuro e ora è arrivato anche il capo! Diamoci da fare!" affermò Chat Noir.
"Il capo?" domandò stranita Ladybug.
"Il capo! Insettina. É così! E sono certo che siamo tutti d’accordo. Dicci che dobbiamo fare!"  e nel frattempo si avviò verso suo padre mentre Ladybug dava indicazioni agli altri due eroi su dove cercare le akuma per purificarle e liberare l’autista e Nathaliè.
Papillon era in attesa e non prendeva parte al combattimento ma l’arrivo di Ladybug aveva cambiato un po’ le cose. Ora aveva nel suo covo i due gioielli che gli avrebbero permesso di avere il potere assoluto.
 
"Padre, mettiamo fine a questa pazzia. Sei in minoranza e noi siamo decisi a riprenderci il tuo miraculous…Qual è, a proposito?"
Papillon sorrise.
"Non sapevo che fossi così coraggioso ragazzo. Sono fiero di te. Aiutami. Riavremo tua madre!"
"Ma a che prezzo? Non puoi farlo. Staremo bene anche senza…andrà tutto bene!" cercava di rassicurarlo Adrien. Era arrabbiato con lui ma non riusciva ad odiarlo e voleva solo che rinsavisse, così che tutto si rimettesse a posto.
"Ritrasformati" gli disse
"Perdonami figliolo ma non posso"
E sguainò lo spadino chiuso nel suo bastone.
"En guard, Adrien" aggiunse
Chat Noir mise mano al suo bastone e cominciò a lottare con suo padre.
Ladybug li guardava sottecchi. Nel frattempo, loro erano riusciti a liberare l’akuma del gorilla ma Rena Rouge stava per ritrasformarsi mentre ancora non individuavano come liberare Nathalié.
"Padre, sono più giovane e più allenato. Metti giù la spada!"
"Arrogante ragazzino" ma sorrideva Papillon…non aveva sentito suo figlio così vicino mai prima di allora. Ora condividevano per la prima volta qualcosa.
"Dov’é l’akuma di Nathalié?"
"Rimani concentrato mentre combatti!"
"Anche tu facevi scherma da giovane, padre?"
"Sì, e ho più esperienza di te."
"Ma io sono più talentuoso" lo prendeva in giro Chat Noir. Anche lui vedeva suo padre con occhi diversi. Un uomo disperato e non il mito irraggiungibile che credeva che fosse. Questo lo rendeva più umano ai suoi occhi.
"Il fermacapelli" ad un certo punto lo sentì dire.
"Cosa?"
"Combatti! non ti distrarre."
"Ladybug, il fermacapelli!" Urlò alla coccinella quando fece mente locale sulle parole del padre.
E cosi in breve anche Nathaliè fu sconfitta.
Rimaneva solo Papillon. Gli altri eroi chiesero a Chat Noir di cosa avesse bisogno e lui pretese di non essere aiutato. Voleva sconfiggere suo padre.
"Papillon" esordì ad un certo punto Ladybug "Si arrenda. Chiederemo al guardiano se possiamo aiutarla in qualche modo. Se c’è una strada!"
"É una questione tra me e lui ora." ribadì Chat Noir.
Il combattimento proseguì senza esclusione di colpi fino a che, ad un certo punto, si sentì un rumore metallico…la spada di Papillon era volata in aria ed era atterrata ai piedi di Nathaliè.
Chat Noir era più agile ed era riuscito a togliere la spada al padre...
"Arrenditi" gli chiese a quel punto.
"Mai! Akuma" e richiamò a sè centinaia di farfalle bianche che afferrarono lo spadino e stavano per riportarglielo.
Ma Ladybug col suo yo-yo lo afferrò.
"Basta!" Si rivolse all'uomo "la smetta di combattere contro suo figlio. É un ragazzo in gamba. E le vuole bene. Basta!" Ladybug aveva le lacrime agli occhi.
Le diedero man forte Carapace e Alya.
"Signor Agreste. Rifletta. Vuole che suo figlio la odi per sempre?"
"Padre basta" gli puntò il bastone al petto Adrien. Poi in maniera inattesa si trasformò.
Papillon si trovò di fronte Adrien senza poteri e a quel punto non seppe più cosa era giusto fare e cadde sulle sue ginocchia.
Si ritrasformò anche egli e in un lampo di luce era di nuovo se stesso.
Noroo lo guardò e lui gli fece cenno di andare. Poteva abbracciare Plagg che era poco distante.
"Un pezzo di camembert, amico? Il mio ragazzo ne ha sempre una scorta nel taschino. Vieni" e dopo averlo afferrato volarono nella direzione di Ladybug.
Adrien si avvicinò al padre.
"Papà" raramente lo chiamava così "anche a me la mamma manca tanto ma nell’ultimo periodo mi sei mancato di più tu. Era te che volevo vicino. Era con te che volevo crescere ora che lei non c’era più ma mi hai abbandonato a me stesso. Potevo contare solo su Nathaliè e sugli amici che non volevi che vedessi" e fece un cenno indicando i suoi compagni che lo ascoltavano esterrefatti.
"Vogliamo provare a essere diversi? A ricominciare?"
Gabriel Agreste alzò finalmente gli occhi e guardò suo figlio
"Mi manca tanto...troppo...non posso farmene una ragione."
"Troveremo il modo di far funzionare tutto ma smettila con questa pazzia."
Gabriel si alzò e si avvicinò al figlio. Gli prese la mano, quella con l’anello e Ladybug sentì un brivido. Temeva che Gabriel gli togliesse l’anello ma la sua paura fu immotivata perché il signor Agreste aprì la mano del figlio e vi depositò il suo miraculous che poco prima si era strappato dal collo della camicia richiamandovi dentro Noroo.
"Fa ciò che è giusto e scusami. Scusatemi tutti."
Poi chiese a Nathalié e all’autista di riaccompagnare i ragazzi a casa e a suo figlio di poter rimanere un po’ da solo.
Si recò nel luogo dove era la teca col corpo di sua moglie e vi rimase, pregando, tutta la notte.
 
Angolo dell’autrice: se vi è sembrato che Papillon sia stato troppo remissivo, mi dispiace deludervi ma io lo immagino proprio così. Non avrei potuto costruirlo diversamente. Secondo me è un uomo buono ma solo e disperato. E l’amore di suo figlio, la complicità con lui è in grado di guarirlo.
A presto!!!
   
 
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