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Autore: Ram92    07/11/2018    0 recensioni
Sono passati circa quattordici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
-> Continuo della storia 'La leggenda del fantasma rosso - I parte', ma se volete partire da qui per un po' può anche funzionare
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Orso Bartholomew
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo uno.
 
- Non ci vado!
Il piccolo pugno fece tremare il tavolo, mentre briciole di cibo si irradiavano tutto intorno, dato che, nonostante le sue vibranti proteste, non si era data la pena di smettere di mangiare.
- E invece sì che ci vai. La signora Midori ha detto…
- No!
Quello che un tempo era stato parte di un boccone di frittata atterrò sulla guancia di Riku e questo fece traboccare definitivamente la sua pazienza già messa a dura prova fino a quel momento. Bastone alla mano, era già pronto a balzare sulla bambina che, da parte sua, impugnava la forchetta come un’arma e trangugiava il suo succo di frutta.
- La signora Midori mi ha affidato questo compito e io lo porterò a termine. – dichiarò lui in tono che non ammetteva repliche.
- Fatti sotto!
Mezzora dopo i due ragazzini camminavano in direzione del villaggio. Una piccola cordicella robusta si allungava tra la mano di Riku e il corpo della bambina che tentava ancora di divincolarsi rumorosamente.
- Lasciami andare! – protestava tra gli guardi sbigottiti dei negozianti del villaggio che si apprestavano ad aprire.
Riku proseguiva impassibilmente la sua marcia silenziosa.
 
- Buongiorno a tutti.
- Buongiorno signorina maestra! – risposero in coro i bambini.
- Non è ancora tornata la signora Midori? – chiese uno di loro.
- Anche oggi sostituirò la signora Midori e le due classi saranno accorpate. – annunciò la giovane maestra in tono di scusa. – Però per oggi abbiamo una importante novità. Dato il suo recente compleanno, oggi dovrebbe unirsi a noi…
La porta scorrevole si aprì di scatto e due ragazzini apparvero sulla soglia. Il più grande, capelli scuri e sguardo severo, si fece avanti trascinando la più piccola, legata e con le lunghe ciocche rosse che cadevano disordinatamente sull’espressione ribelle e decisamente contrariata.
- Buongiorno signorina, ci scusi per il ritardo. – salutò con un leggero inchino Riku facendo il suo ingresso in classe. – Qualcuno ha creato qualche difficoltà. – aggiunse lanciando un’occhiata tagliente alla ragazzina alle sue spalle.
La maestra li guardò perplessa e leggermente sconcertata.
- Tu devi essere Aki… - provò a dire sorridendo.
La bambina sbuffò ostinatamente.
 
In qualche modo, riuscì ad atterrare sulle proprie gambe, anche se dovette subito chinarsi per non perdere l’equilibrio.
La testa le girava e aveva lo stomaco sottosopra, senza contare quel travolgente torpore che la prendeva ogni volta che quei folli viaggi da una parte all’altra del pianeta duravano più del dovuto.
- Riesci a camminare?
Midori strinse i denti e si fece forza per riuscire ad alzarsi.
- Sì. – disse sistemando la katana a tracolla come era solita portarla quando era in missione.
Se il volto di Kuma fosse stato capace di esprimere una qualsivoglia espressione, lo sguardo che le rivolse probabilmente sarebbe stato uno sguardo di sorpresa.
- Se senti la necessità di riposare abbiamo abbastanza tempo per…
- Non è necessario. – lo interruppe la donna.
Nello stringere la pesante cintura, controllò che il piccolo pezzo di vivre card fosse al suo posto. Solo una leggera strinatura sui bordi, niente che avrebbe fatto preoccupare Shanks, valutò rapidamente. Del resto, al momento non era lui il problema più urgente.
- Ho già perso sin troppo tempo. – mormorò quasi tra sé, portando istintivamente lo sguardo verso ovest.
Il vento freddo del nord la riscosse dai suoi pensieri. Kuma la stava osservando in silenzio.
- Andiamo. – disse seccamente mettendosi in cammino.
 
- Ancora arrabbiata per il primo giorno di scuola? – chiese con un sorriso la signora Misato, ritirando il piatto vuoto dal bancone per sostituirlo con uno traboccante di riso con i gamberi.
La bambina continuò a trangugiare cibo limitandosi a bofonchiare qualche frase inintelligibile con la bocca piena. Al suo fianco, Riku si limitò ad accettare la nuova porzione con un leggero inchino impacciato, riservando alla ragazzina uno sguardo di silenzioso biasimo.
- E tu invece sei ancora capoclasse insieme ad Anne, da quanto mi dice. – aggiunse il padrone della locanda rivolto al più grande, il quale si irrigidì improvvisamente a quelle parole.
Il boccone gli andò di traverso e si mise a tossire e sputare chicchi di riso mentre un improvviso rossore gli imporporava le orecchie.
- S-sì. – riuscì a dire soltanto, lottando contro l’asfissia.
- ‘apocasse? – articolò interrogativamente Aki senza smettere di masticare.
- Qualcosa in contrario? – ribatté l’altro sul piede di guerra, punto nel vivo.
La signora Misato e suo marito si scambiarono uno sguardo d’intesa e li guardarono entrambi sorridendo con aria bonaria.
- Speriamo che la signora Midori torni presto. – mormorò la donna con dolcezza.
 
Midori raggiunse per prima il vecchio rifugio e si affrettò ad entrare. Dietro di lei, il vento ululava ormai furiosamente anche se Kuma non dava segno di accorgersene. E con la sera scendevano anche le temperature.
Si trattava di uno dei tanti edifici abbandonati che l’Armata Rivoluzionaria utilizzava da quelle parti. Nonostante la polvere e l’aria dismessa, Midori era certa che da qualche parte avrebbero trovato nascosti viveri e coperte.
- Dovremo passare qui la notte. – annunciò con un sospiro rassegnato. – Con questo freddo non possiamo proseguire oltre.
Per quanto le seccasse, non c’era niente che potesse fare al riguardo.
- Accendo il fuoco. – ribatté il gigante con la stessa voce atona di sempre.
Midori si limitò ad annuire, mentre pestando metodicamente il tacco della scarpa sul pavimento passava in rassegna l’intera stanza passo dopo passo. Presto le pareti del piccolo rifugio si tinsero di una nota calda. Il fuoco scoppiettava allegramente nel grande camino. 
Finalmente il legno risuonò a vuoto e da sotto le liste del parquet emersero scatolette e bottiglie in abbondanza. Midori prese un paio di quelle che avrebbero dovuto essere lattine di zuppa e ne versò il contenuto in una vecchia pentola perché si scaldasse sulle fiamme.
Fuori il buio era sceso senza alcun tramonto, il cielo era passato dal blu gelido e terso del tardo pomeriggio al grigio senza altra transizione di colore, pensò lanciando un’occhiata distratta all’unica finestra del rifugio. La luce del fuoco, però, illuminava la stanza di quella sfumatura che, nel tempo, aveva cominciato a trovare tanto rassicurante.
- Sembra che hai i capelli come me.
- A quest’ora sembra tutto più simile ai tuoi capelli, Aki.

Midori non poté fare a meno di sorridere tra sé.
Perdonami Aki, pensò lasciando cadere uno sguardo pieno di affetto sulle fiamme. Tornerò presto, te lo prometto.
 
Dall’altra parte del mondo un altro fuoco brillava negli ultimi bagliori del tramonto.
Dopo un’altra cena consumata in quell’inusuale silenzio, Riku non poté fare a meno di sbirciare la ragazzina raggomitolata e intenta ad osservare le fiamme, il grosso medaglione stretto tra le mani. Detestava ammetterlo, ma quel silenzio lo irritava forse ancor di più del caos che generalmente regnava in quella casa. Sospirò tra sé e sé. Era tempo di dire addio a quella quiete.
- Facendo così non diventerai mai un vero pirata. – disse tutto d’un fiato.
Aki si irrigidì impercettibilmente.
- Un vero pirata non si lascia scoraggiare da niente. – continuò Riku in tono severo. – Solo i bambini piagnucolano perché gli manca la mamma. – aggiunse pronto a qualsiasi reazione.
- Non sto piagnucolando. – protestò la più piccola alzando la testa di scatto.
- Invece sì. – infierì lui incrociando le braccia. – Nessun capitano vorrebbe un compagno così.
- Non è vero!
Aki era balzata in piedi, inviperita. Si trattava soltanto di darle il colpo di grazia.
- Mi chiedo cosa direbbe Shanks…
La bambina gli si avventò addosso, Riku si spostò appena in tempo e si preparò a contrattaccare.
  




Ram's corner

Scusatemi tantissimo!
Sto andando a rilento, lo so, ma stanno succedendo un po' di cose, di là, nella vita reale. Cercate di perdonarmi.

Alla prossima,
Ram.
  
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