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Autore: Anonima Italiana    07/11/2018    14 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inghilterra, 1469 circa

Riccardo di Gloucester cavalcava di buona lena verso Londra, diretto alla corte del fratello, re Edoardo IV.  Il vento gli sferzava il viso, ma la sua eccitazione e la fretta di arrivare erano talmente grandi che nemmeno se ne accorgeva, e continuava a spronare White Surrey per arrivare il prima possibile.
La gioia provata dal giovane era legata al motivo per cui si stava recando a corte; pochi giorni prima aveva chiesto a Richard Neville, ex tutore suo e del fratello Giorgio, la mano di Anna, la minore delle sue figlie. Anna e Riccardo erano da tempo innamorati, ed erano riusciti a tenere nascosto il loro sentimento in attesa che la ragazza raggiungesse l’età legale per potersi sposare, e in attesa che Riccardo  consolidasse la propria posizione come cavaliere a corte, il che gli avrebbe permesso di ottenere incarichi di rilievo , in modo da poter cominciare a pensare di condurre una propria vita indipendente e crearsi una famiglia.

Richard Neville aveva acconsentito con gioia: da sempre aveva sperato di maritare entrambe le figlie con i fratelli del re, cosa che gli sembrava anche dovuta visto che se Edoardo era diventato re una buona parte del merito era dovuta alla sua abilità di stratega, con cui aveva affiancato il giovane cugino nella battaglia contro re Enrico; lotta che alla fine aveva dato i risultati sperati. Edoardo era salito al trono con il nome di Edoardo IV, e i suoi amati fratelli avevano ricevuto i titoli di Duca di Clarence e Duca di Gloucester.
 
Inoltre provava per Riccardo un affetto sincero, dato che gli era stato affidato a soli otto anni e l’aveva praticamente cresciuto lui, e segretamente aveva sempre sperato che si potesse giungere a un’unione matrimoniale di questo tipo, che- cosa non secondaria-  avrebbe portato notevoli vantaggi e prestigio anche a lui e alla sua famiglia, rendendolo uno degli uomini più potenti del Regno. Se poi la cosa rendeva felice anche la sua Anna, tanto meglio!

E’ vero, prima di fare la sua proposta Riccardo avrebbe dovuto chiedere il permesso di suo fratello il re; ma dato che era suo fratello minore e oltretutto uno dei suoi più fedeli sostenitori, pensava che fosse una cosa trascurabile, comunicarglielo prima o dopo. Inoltre, Edoardo IV appena salito al trono aveva sfidato ogni regola e la disapprovazione dei suoi alleati, Warwick compreso, sposando Elisabetta Woodville, vedova di un cavaliere combattente per la fazione opposta, di cui si era innamorato; il giovane duca pensava quindi che il fratello potesse certamente comprendere che, quando c’è di mezzo l’amore, non è detto si stia lì a badare assiduamente alle convenienze.
Riccardo sospirò. Sapeva bene di non essere ben visto alla corte del fratello: il suo carattere riservato e riflessivo, in aperto contrasto con quello gaudente e gioviale di Edoardo e Giorgio, mal si adattava a una corte dove intrighi, pettegolezzi, complottismi la facevano da padrone dietro alla facciata di divertimento e gioia e vivacità che il carattere guascone di Edoardo tendeva a realizzare. A corte la facevano da padroni  personaggi eclettici come Anthony Woodville, uno dei fratelli della regina, poeta, artista, intrattenitore, filosofo tra i più apprezzati; Riccardo era solo il “fratellino di sua maestà”, quello che sembrava voler rovinare il divertimento a tutti con la sua sola presenza considerata cupa e guastafeste, quello che al limite si poteva dileggiare di nascosto per la sua gobba che, nonostante non gli avesse mai impedito di fare il proprio dovere  quando c’era da sedare qualche rivolta o da essere al fianco del fratello per qualunque cosa, di certo non lo aiutava a rendere attraente il suo aspetto fisico.

Con il matrimonio tutto ciò sarebbe finito: d’accordo con Anne, anch’essa poco propensa per la vita di corte, sarebbero rimasti a vivere al Nord, avrebbe aiutato il suocero nel governo di quella parte del paese e sarebbe così rimasto nella terra che amava, vicino agli amici più cari, vivendo la SUA vita.
Lì non era più il fratellino del re, il guastafeste serioso, il gobbetto: lì era solo e semplicemente Riccardo.
Sì, quel giorno la vita sembrava decisa a sorridere al
più giovane degli York.  Cosa mai avrebbe potuto andare storto?


 
   
 
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