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Autore: heliodor    08/11/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Andare a caccia

 
"Zia" disse Eryen col solito tono insistente. "Perché hai lasciato andare quella spia?"
Gladia grugnì qualcosa di incomprensibile. Da quando erano partite da Gadero, Eryen le aveva rivolto quella domanda almeno una volta al giorno.
Dopo otto giorni di viaggio, Gladia iniziava a sentirsi irritata dalla ragazza.
"Dovevi lasciare che la uccidessi" proseguì Eryen. Cavalcava con la schiena eretta, incurante delle asperità del terreno.
"Senti Eryen" disse Gladia con tono paziente. "Non sono tenuta a spiegarti tutto quello che faccio."
"Non devi dirmelo se non vuoi."
"Non è che non voglio. È che non lo ritengo necessario" rispose con tono brusco.
L'espressione di Eryen si fece seria. "Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No, ma..."
"Devo essere punita?"
Gladia scosse la testa. "Non ho intenzione di farlo."
"Gajza mi puniva spesso" disse Eryen seria. "Diceva che non ero brava a nascondere i miei poteri."
Gladia la fissò in silenzio.
"Lei diceva che non stava bene che mi mettessi in mostra. Diceva che dare sfoggio dei miei poteri mi avrebbe messa nei guai. Se sbagliavo mi puniva."
Che cosa hai fatto a questa ragazza, Gajza? Si chiese Gladia.
Eryen scosse le spalle. "Ma ora Gajza è morta" disse come se quell'evento non la riguardasse. Abbozzò un leggero sorriso. "Ora non devo più nascondere i miei poteri, giusto?"
Gladia guardò la strada che si snodava tra alberi giganteschi e boschi isolati. "Devi sempre stare attenta. Dovrai mostrarli solo a me, per il momento."
"Capisco" disse Eryen delusa. "Allora ho fatto male ad affrontare la spia?"
"Si chiama Sibyl" disse Gladia. "No, hai fatto bene. Ti avevo detto di stare attenta e le hai impedito di origliare alla nostra riunione. Sei stata brava."
Eryen sgranò gli occhi. "Sul serio? Sono stata brava?"
Gladia annuì. "E lo diventerai ancora di più quando troverò una certa persona."
"Chi?"
"La tua prossima guida."
"Credevo che fossi tu la mia guida."
"Io posso portarti fino a questo punto, non oltre. Per migliorare ancora di più ti servirà un addestramento speciale. E solo questa persona può dartelo."
"Capisco" disse Eryen. "È per questo che siamo andati a Malinor?"
"Quello era per parlare con una persona" disse Gladia. "Speravo anche di trovare la tua guida, ma ho scoperto che era partita. Poco male, la raggiungeremo."
"E dopo?"
"Ci separeremo."
Eryen sembrò delusa. "Peccato. Mi piaceva stare con te."
"Ti piacerà anche lei."
"È una donna?"
Gladia annuì.
Poche miglia dopo incontrarono la prima pattuglia di soldati. Erano tutti armati di scudi e lance tirate a lucido. Sul petto portavano i colori di Malinor, il rosso e il nero.
C'erano anche due stregoni piuttosto giovani che si avvicinarono con aria sospettosa. "Chi siete? E dove andate?" domandarono con tono brusco.
"Sono lady Gladia di Taloras" disse ad alta voce. "E devo incontrare re Alion."
I due stregoni si scambiarono un'occhiata. "Puoi dimostrare chi sei?"
Gladia mostrò il suo mantello. "Li riconosci questi simboli?"
Uno degli stregoni si avvicinò per guardare meglio. "Non conosco quelli del continente grande."
"È un gran peccato" disse Gladia. "Ora levatevi e fateci passare."
"Mi spiace signora" disse lo stregone. "Ma abbiamo l'ordine di far tornare indietro tutti quelli che non appartengono all'esercito di Malinor e i suoi alleati."
"Taloras è un alleato, stupido" disse Gladia esasperata. "Ignori anche questo?"
"Io..."
"Ascoltate" disse l'altro stregone. "Vi scorterò io al campo di re Alion. Se siete chi dite di essere, riuscirete a provarlo. Ma se non ci riuscirete..."
Gladia annuì. "Andiamo, allora."
Lo stregone si fece portare un cavallo e le guidò attraverso i campi verso una valle racchiusa tra due montagne.
Qui, disseminate su una superficie che si perdeva all'orizzonte, erano state piantate centinaia di tende.
Migliaia, probabilmente, pensò Gladia osservando da lontano quello spettacolo.
Tutto intorno erano state erette fortificazioni di legno e torri per sorvegliare i dintorni. Nei recinti pascolavano migliaia di cavalli. Centinaia di carri dovevano servire per rifornire l'enorme numero di soldati che affollava il campo.
"Sono Raslen" disse lo stregone presentandosi alle guardie che sorvegliavano uno degli ingressi. "Fateci passare."
I soldati si fecero da parte e li lasciarono entrare.
Raslen le portò verso il centro del campo, dove sorgeva una sontuosa tenda circondata da una propria fortificazione. Dalle mura di legno pendevano decine di vessilli in un tripudio di colori che Gladia non aveva mai visto prima.
Passarono davanti a soldati che montavano la guardia, lucidavano le proprie armi o riparavano vestiti e armature. Alcuni scaldavano grossi pezzi di carne sul fuoco e altri distribuivano pane e formaggio ai soldati in fila.
Nessuno badò a loro né osò bloccarli.
Raslen li portò a ridosso della palizzata, dove sostavano una dozzina di soldati in armatura scintillante e quattro tra streghe e stregoni.
Una di esse era Klarisa.
Non appena la vide arrivare la strega si staccò dai suoi e le andò incontro.
Raslan fermò il cavallo e smontò con un gesto agile. Sceso a terra si piegò sul ginocchio. "Io ti saluto, Klarisa."
"Raslan" fece lei sorpresa. "Che cosa ci fai qui, lontano dalla retroguardia?"
"Ho incontrato queste due donne" disse lo stregone. "Dicono di venire da Taloras e di voler incontrare re Alion."
Klarisa annuì. "Hai fatto bene a portarle qui. Felice di rivederti, lady Gladia di Taloras."
"E io sono felice di rivedere te, Klarisa" rispose Gladia. La strega era ripartita subito da Gadero e approfittando di quei giorni di vantaggio l'aveva preceduta.
"Cosa ti spinge fin qui?"
"Devo parlare con il re. Non ho potuto farlo a Malinor."
"Mi spiace, ma arrivi tardi" disse la strega. "Il re è andato via."
"Dove?"
Klarisa sorrise. "Mi ha detto di non dirlo a nessuno. In verità, nemmeno io lo so con esattezza."
"È azzardato da parte sua andarsene in giro di questi tempi."
"Non è solo. Ha una scorta che lo protegge."
Gladia cercò di non mostrare la sua irritazione. "Vorrà dire che lo aspetterò qui, se non ti dispiace."
Il sorriso di Klarisa si allargò. "Potrebbe volerci molto."
"Ho tutto il tempo che serve."
"Allora ordinerò che preparino una tenda per te e la tua amica" disse Klarisa. "Raslen, occupatene tu per favore."
"Pensavo di tornare al mio posto" si lamentò lui.
"Può aspettare. Dayl può occuparsene al posto tuo per qualche ora."
Raslen si inchinò. "Farò come dici." Si girò verso Gladia. "Da questa parte, per favore."
Raslen fece approntare una tenda tutta per loro. Esaminandola, Gladia la trovò confortevole. C'erano due amache, un tavolo, delle sedie imbottite, un focolare per scaldarsi e persino due bauli dove riporre le proprie cose.
Eryen prese un'amaca e vi si distese. "È comoda. Non ho mai dormito su una di queste."
"Non abituarti. Non resteremo a lungo."
"Ma tu hai detto di voler aspettare il ritorno del re."
"Non credo che tornerà molto presto e io non ho tutto questo tempo."
"Ma tu hai detto..."
"Mentivo" disse Gladia con tono sbrigativo. "Per non darla vinta a quella maledetta Klarisa."
"Non dovresti dire certe cose ad alta voce."
Gladia si voltò di scatto. Sulla soglia della tenda vide stagliarsi una figura femminile. Quando fece un passo avanti la riconobbe.
"Mire" disse.
"Che cosa ci fai qui, Gladia?"
"Volevo parlare con il re."
Mire annuì grave. "È partito."
"Tu sai dove è andato?"
Scosse la testa. "È parecchio tempo che re Alion non si fida abbastanza di me da mettermi a parte di certi segreti."
"Klarisa ha preso il controllo?"
"No, ma ci sta provando. Se non fosse una donna, sarebbe lei quella in vantaggio per il trono. Invece deve lavorare il doppio per mantenere la sua posizione subalterna rispetto al fratello minore."
Gladia scosse la testa. "Non ho mai compreso fino in fondo il sistema di Malinor."
"È molto efficiente, con il senno di poi. Di cosa volevi parlare con re Alion?"
"Speravo di convincerlo a unire le sue forze a quelle dell'alleanza e di Bryce."
"È più facile che cerchi di attaccarvi" ammise Mire con tono triste. "Se non fosse così concentrato su Malag, avrebbe già marciato di persona verso Orfar."
"Mi domando perché non lo faccia. Potrebbe cogliere alle spalle la retroguardia di Malag."
Mire assunse un'aria preoccupata. "Quanto sono fresche le notizie che hai sull'orda?"
"Sono vecchie di alcune settimane, credo."
"Allora non sai che l'orda si è divisa in tre armate."
Gladia spalancò gli occhi. "Quando è successo?"
"Poco dopo il vostro arrivo sul continente" disse Mire. "Si è diffusa la notizia di un esercito di invasori venuto per sottomettere i regni liberi. Malag ha aizzato i sovrani della parte centrale del continente, da sempre preoccupati di essere conquistati dall'occidente. La notizia che Malinor stesse radunando i suoi vessilli non ha aiutato."
"Stai dicendo che ci sono regni che appoggiano Malag?"
Mire annuì grave. "Non solo lo appoggiano. Gli hanno aperto le porte delle loro città e affidato i propri eserciti."
Gladia scosse la testa. "Non riesco a crederci. Quando è fuggito dal continente grande, Malag era in rotta e praticamente senza forze."
"Penso che avesse preventivato la sua sconfitta. I suoi emissari sono al lavoro da intere lune, se non anni, nel tentativo di convincere i regni del continente a passare dalla sua parte. Vi ha attirati in una trappola."
"E ora non possiamo più tirarci indietro" disse Gladia. "Dove sono questi eserciti?"
"Uno sta marciando verso Orfar proprio in questo momento" disse Mire. "Uno è diretto a nord, verso l'alleanza. Il terzo si dirige verso Malinor."
"E Malag? Dove si trova?"
"Non siamo riusciti a scoprirlo. Bryce di Valonde è partita per Orfar sicura di doverlo affrontare, ma a questo punto è impossibile dirlo con certezza. Potrebbe essere ovunque."
"Deve essere con una delle sue armate. Tu dove credi che si trovi?"
Mire assunse un'espressione concentrata. "Ci sono buoni motivi per pensare che possa trovarsi alla testa di ognuna delle tre armate" disse come se stesse tenendo una lezione. "Potrebbe trovarsi a nord, dove si scontrerà con le forze dell'alleanza. Una vittoria contro re Andew, il suo avversario storico, gli darebbe il prestigio che gli manca. O forse è a sud, dove c'è l'armata di Malinor, l'esercito più potente. La sua sola presenza sul campo di battaglia potrebbe fare la differenza e dargli la vittoria. Oppure è alla testa dell'armata che si appresta ad attaccare Orfar, per affrontare e sconfiggere Bryce di Valonde, l'unica che è quasi riuscito a batterlo. Per lui sarebbe un'occasione unica per prendersi la rivincita."
"Dobbiamo scoprire dove si trova" disse Gladia.
"A cosa ci serve saperlo? Che differenza fa se si trova a nord o a poche miglia da noi?"
"Finora Malag è stato un passo davanti a noi. Persino la sua fuga dal grande continente fa parte di una strategia più ampia per portarci qui e farci passare per gli invasori. Dobbiamo riuscire a sorprenderlo o tutti i nostri sforzi saranno stati inutili."
"C'è un esercito di mezzo milione di soldati che lo attende se verrà qui" disse Mire.
"E tu pensi che basterà a fermarlo o scoraggiarlo? Ha affrontato l'alleanza con la metà delle forze del nemico ed è quasi riuscito a batterci. Solo quando lo abbiamo colto di sorpresa ha mostrato il fianco."
"L'attacco alla fortezza di Uthan" disse Mire. "È stata una tua idea, vero?"
"Mi sono limitata a suggerire a re Andew che cosa fare. Al resto ha pensato lui."
Mire sospirò. "Volesse l'Unico che re Alion fosse altrettanto aperto ai miei consigli. Ormai è ossessionato da Malag. Non fa altro che pensare a piani di battaglia per cogliere una gloriosa vittoria."
"Con le forze che ha a disposizione, potrebbe battere facilmente l'armata di Orfar."
"Lui non vuole solo la vittoria sul campo. Ciò che davvero desidera è la gloria eterna. Se vincesse con forze soverchianti, il suo nome non splenderebbe abbastanza nei racconti dei cantastorie. Ciò che cerca è una vittoria che sembri frutto della sua abilità strategica, più che della semplice forza."
"Che sciocchezza."
"Eppure i suoi generali sono d'accordo."
"Nessuno osa opporsi a lui?"
"Nessuno vuole vedersi privare della propria fetta di gloria."
Gladia scosse la testa. "È proprio vero che voi Malinor siete pazzi, allora."
Mire sorrise triste. "Che l'Unico ci protegga, amica mia. Credo che tu abbia ragione." Fece una pausa. "Ora devo lasciarti. Posso chiederti che cosa hai intenzione di fare?"
"Sai se Carel è qui con voi?"
Mire annuì. "Voi due vi conoscete, vero?"
"È stata una mia protetta, per qualche anno. Suo padre voleva che imparasse a controllare i suoi poteri."
"La puoi trovare nella tenda dei comandanti di truppa. Ha ricevuto una promozione sul campo prima di partire."
"Puoi dirle di venire qui?"
"La manderò a chiamare." Lo sguardo di Mire si posò su Eryen. "Lei è chi penso io?"
Gladia annuì.
"Credevo li avreste usati insieme. Non sarebbero più efficaci?"
"Pensiamo che sia meglio tenerli separati, per il momento."
Mire si congedò lasciandole sole.
"Che strana donna" disse Eryen.
"Perché pensi che sia strana?"
La strega si strinse nelle spalle.
Carel si presentò un'ora dopo. Era una donna massiccia, alta e muscolosa come un uomo e con un viso schiacciato. Portava i capelli tagliati a spazzola, il che aumentava l'impressione di trovars di fronte a un uomo.
"Gladia" disse appena entrata nella tenda. "Non pensavo che venissi di persona. Vieni a goderti la vittoria contro l'arcistregone?"
"Carel" disse Gladia con parole studiate. "C'è un favore che devi farmi."
"Non esiste favore che possa negare alla mia guida" rispose la donna.
Gladia indicò Eryen. "Lei è la mia nuova protetta. Purtroppo non posso completare il suo addestramento, quindi tocca a te."
Carel scrutò Eryen con interesse. "È un lavoro per il circolo?"
"È molto importante" disse Gladia.
"Non puoi farlo tu stessa?"
"Io sarò impegnata altrove per una o due lune almeno. È per questo che la voglio affidare a te."
"Mi stai dando una bella responsabilità."
"Sei l'unica di cui posso fidarmi" disse Gladia.
Carel sembrò pensarci sopra. "D'accordo, ma falle capire che io non scherzo. La porterò vicina al limite e poi la farò andare oltre a costo di spezzarla in due."
Gladia sorrise. "Se le cose andranno come penso, potrebbe essere lei a spezzarti."
Carel ghignò. "Vedremo. Dimmi solo una cosa: dov'è che devi andare così di fretta?"
"Vado a caccia" rispose Gladia.

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