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Autore: Crilu_98    09/11/2018    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'umanità cerca di scendere a patti con le nuove razze che per lungo tempo aveva relegato nel mito. Streghe, vampiri, licantropi e altre creature della notte hanno rivelato la loro esistenza al mondo e mentre in Europa la superstizione dilaga sotto l'occhio vigile della Chiesa, gli Stati Uniti sono l'unico Paese che garantisce dei diritti agli Immortali. O almeno così credono tutti.
Lucy McCollins si ritiene estranea al dibattito che infiamma il mondo e riecheggia in ogni notiziario. La sua vita, precisa ed ordinata, è segnata solo dal dolore per l'abbandono dei genitori che non ha mai conosciuto; un dolore che la ragazza si sforza di dimenticare per concentrarsi unicamente sui suoi studi di Legge.
Ma una mattina tutte le sue certezze vengono brutalmente spazzate via.
Per Lucy inizierà una lunga discesa verso l'Inferno, prigioniera di un'organizzazione che affonda le radici nei tempi d'oro dell'Inquisizione spagnola. E per tornare a vedere la luce dovrà affrontare non solo gli esperimenti imposti da un nemico crudele, ma soprattutto il potere distruttivo che si cela nel suo sangue.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
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Mi rendo conto dell'istante in cui l'incanto con cui Ratszeky mi tiene prigioniera ha termine, perché le gambe non riescono più a reggere il mio peso ed io crollo a terra.
Sfinita.
Vuota.
Sconfitta.

"Quest'essere ha ucciso chiunque mi abbia dimostrato un po' di amicizia in questo luogo... Ha ucciso Max! L'uomo... Il vampiro che avevo iniziato ad amare e che mi guardava come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo! Non può essere, non è possibile!"
Le lacrime mi impediscono di vedere cosa accade e anche i rumori e le voci mi giungono distorti, come da una grande distanza. 
"Come posso andare avanti, sapendo che sono morti per colpa mia?"
Quell'orribile realizzazione mi scuote da capo a piedi e quando abbasso lo sguardo sulle mie mani vedo che tremano così violentemente da non riuscire neanche ad afferrare il bordo del terrazzo per rimettermi in piedi.
Non so neanche se ne avrei le forze, se è rimasto qualcosa della volontà che mi ha sempre animato: non sono più Lucy McCollins e neanche Sophie Leroux, se mai lo sono stata. Sono un informe massa di dolore vivo e pulsante, come una disgustosa ferita aperta ed infetta.
All'improvviso vengo tirata su da due braccia forti e calde, che mi stringono contro un petto possente: è Adam, che non so come ha spedito Ratszeky lontano da me.
Sbatto le palpebre per vedere meglio e lo individuo, steso a terra a qualche metro da noi, mentre si rialza dolorante, accarezzando un'ala che si è piegata nella caduta.
Le ali piumate di Adam mi accarezzano la pelle nuda delle braccia come una calda e morbida coperta; volto il capo verso di lui e vedo un livido verdastro sotto lo zigomo che rende il suo sguardo d'acciaio ancora più spaventoso.
Mi stringo a lui con la forza della disperazione, anelando ad una presenza amica, a un punto fermo nella devastazione del mio animo.
"Sabrina..." balbetto poi, ancora sotto shock, indicando con il braccio la ragazza incinta. Proprio in quel momento una delle statue si solleva e vola verso di noi con la precisione di un proiettile: il Nephilim deve gettare entrambi a terra per evitare di essere colpito!
Ratszeky ci guarda con gli occhi scintillanti e le mani alzate come in una preghiera, mentre ogni altro oggetto sulla terrazza inizia a vibrare e a spostarsi lentamente verso di noi.
"Non me la porterai via!" commenta il Cardinale con tranquillità "Ho lavorato a lungo per averla, non sarà certo il figlio bastardo di un Itedubh a sottrarmela!"
Adam irrigidisce la mascella, poi replica al mio posto - una cosa che in qualsiasi altra circostanza mi avrebbe fatto infuriare, ma adesso è proprio ciò di cui ho bisogno.
"Lucy è una creatura senziente, Ratszeky: ha il diritto di decidere del proprio destino come chiunque altro... Umani compresi!"
I suoi occhi vagano verso Sabrina ed il suo corpo freme per il disgusto: 
"Non ci sono parole per descrivere l'orrore a cui hai dato vita!"
La sua voce è poco più di un mormorio, ma risuona lungo il terrazzo, carica di rabbia ed amarezza. 
"Risponderai al Consiglio degli Anziani delle tue azioni!"
"Ah, il Consiglio!" esclama il Cardinale, sprezzante "Un branco di vecchie mummie rintanate nelle viscere della terra, troppo codarde anche solo per mostrarsi alla luce del sole! Dovevano guidarci e invece ci hanno condannato all'oblio e alla fuga e per cosa? Gli umani non possono niente contro di noi, niente! Eppure invece di combatterli e sottometterli gli Immortali si nascondono nella notte come se il nostro sangue fosse una vergogna!"
Un gesto secco del polso e Sabrina viene strattonata all'indietro, atterrando ai suoi piedi, accucciata come un cane da guardia addormentato.
"Il nostro sangue è la chiave della nostra ascesa!" continua Ratszeky, la voce trasfigurata dalla pazzia "Il tempo degli uomini è finito, Itedubh. Continuare a proteggere quelle insignificanti creature e il tuo prezioso Consiglio ti porterà solo alla rovina!"
"Sarà anche come dici!" replica Adam, impassibile "Ma oggi sarai tu a cadere, non io."
Un boato assordante fa tremare il castello ed istintivamente mi aggrappo alle spalle del Nephilim per non cadere a terra; solo dopo qualche istante mi rendo conto che in realtà si tratta di una cacofonia di molti suoni diversi.
Quelli che sembrano corni da caccia risuonano in mezzo ai latrati dei licantropi e alle grida d'allarme dei Cacciatori, mentre dal cielo angeli e fate si buttano in picchiata verso il Castillo des Brujas.
Barcollando mi affaccio dal parapetto, mentre il vento mi schiaffeggia i capelli: è un attacco in piena regola e i numeri sembrano dalla nostra parte! Con le lacrime agli occhi osservo i licantropi scalare le mura, come avevano fatto i loro simili solo un mese fa, e gettarsi con ruggiti di rabbia contro i membri della Mano di Dio, che corrono senza ordine nel cortile, chiaramente confusi e terrorizzati.
"La seconda ribellione è inziata!" realizzo e non posso fare a meno di cogliere l'amara ironia della situazione. 
"Magdalena e Maximilien sono morti appena prima di poter essere liberati!"
All'improvviso il dolore e lo sgomento vengono sostituiti dalla rabbia. Il bracciale di contenimento sussulta, indebolito dalla magia che posso quasi respirare nell'aria attorno a me: non mi ci vuole un grande sforzo per romperlo e buttarlo a terra, per poi afferrare una scheggia di pietra e ridurlo in mille frammenti.
Alzo il volto verso Ratszeky e prima che Adam mi possa fermare tendo le mani verso il cardinale, con il cuore gonfio di odio.
Urlo, mentre la torre più alta del castello di Torquemada esplode in un inferno di fuoco incandescente; lancio un grido senza parole né senso compiuto, in cui riverso ogni singolo giorno che ho passato prigioniera.
Urlo, urlo e urlo ancora, fino a non avere più la voce, fino a che le braccia diventano pesanti ed intorpidite, fino a che intorno a me non restano altro che fumo, scintille e rovine carbonizzate.
Solo allora mi lascio cadere a terra e la mia voce si stempera in singhiozzi e pianto; solo a questo punto Adam osa avvicinarsi, prendendomi in braccio come una bambina.
"Che cosa hai fatto..." mormora il Nephilim, mentre mi culla contro il suo petto. 
"Che cosa hai fatto..."
Apro debolmente le palpebre per osservare i muri scalcinati e scuri come denti marci che si innalzano verso il cielo azzurro.
Sotto di noi la battaglia continua ed infuria, ma quassù regna solo il silenzio. Non riesco a smettere di piangere, perché so di aver condannato a morte molte creature innocenti con la mia ira incontrollata.
"E non è servito a niente! Il dolore è sempre qui, Max è sempre morto e Ratszeky..."
Mi sollevo a sedere, stringendo gli occhi nel tentativo di individuare la figura del cardinale attraverso la cortina di fumo che si alza dalle rovine.
"Non c'è!" strillo, con un misto di incredulità e terrore. 
"Lucy..." 
"Non c'è! Se ne è andato!" ripeto, isterica "È riuscito a fuggire... Ha vinto lui!"
"No!" 
Adam mi afferra per il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Non pensarlo mai. Lucy, finché tu sarai libera e finché ci sarà qualcuno disposto a lottare Ratszeky non può vincere. So cosa hai perso oggi e mi dispiace di non aver potuto fare niente: mi dispiace che ci abbiano scoperto e che lui abbia messo in piedi quell'orribile teatrino per spezzarti, ma devi capire che non è colpa tua. Non doveva andare così."
La sua mano risale a sfiorarmi la guancia e per la prima volta intravedo un groviglio di emozioni dietro i suoi lineamenti perfetti: commozione, rabbia, forse anche tristezza.
"Ci saranno altre battaglie per portarlo davanti alla giustizia: di questo sono certo, perché si è spinto troppo oltre nel suo folle piano per rinunciare dopo una sola sconfitta. E tu dovrai essere pronta, perché quello che hai fatto adesso, qui, dimostra che il tuo potere è un'arma a doppio taglio. Ratszeky ti teme tanto quanto ti desidera: sa che non c'è nemico più spietato di uno in cerca di vendetta e anche se il Consiglio non sarà d'accordo con me, io farò qualsiasi cosa in mio potere per aiutarti ad ottenerla. Hai capito?"
Annuisco distrattamente: ho la testa pesante e le orecchie mi fischiano. Lancio un'ultima occhiata stanca al terrazzo devastato, poi seppellisco il viso tra le piume delle sue ali: in alcuni punti sono state bruciacchiate dal rogo e devono fargli molto male, ma nonostante tutto sanno di pulito.
"Portami a casa."

     

Nulla ci spaventa di più della consapevolezza che il diverso vive tra di noi.
Possiamo ignorarlo, se ci riusciamo, possiamo convincere noi stessi e le nostre coscienze che non è affar nostro; possiamo chiudere gli occhi e procedere nel mondo come i ciechi. Ma il diverso è lì, e ci guarda.
Sarebbe bello potersene lavare le mani, ma il problema permane e riguarda tutti noi, Immortali ed umani di tutte le razze. È così facile dimenticarsi di ciò che ci accomuna, quando la paura si insedia nei nostri cuori!
Non l'avrei mai ammesso, ma anche io avevo paura del mondo che da un giorno all'altro si era risvegliato ed aveva scoperto che le creature delle favole erano più vive e reali che mai; avevo paura del cambiamento, delle nuove regole e dei misteriosi poteri degli Immortali, convinta che da un momento all'altro potessero rivoltarsi contro di noi come cani rabbiosi.
Credevo che far finta che non esistessero li avrebbe fatti scomparire come quando, da bambina, chiamavo Andrew nella mia cameretta perché avevo paura del buio: lui sorrideva, mi baciava la fronte e mi assicurava che il mostro sotto al letto era fuggito.
La realtà è un po' più complicata di così.
Le streghe non mangiano i bambini e i vampiri possono essere gentili tanto quanto gli angeli possono essere crudeli: insomma, il bianco o il nero non esiste. Ci sono solo tante sfumature, menzogne dette per una buona causa, scelte giuste fatte al momento sbagliato. E poi dolore, gioia, amore, pietà, rabbia, rimpianto...
Tutto ciò che ci rende umani.

O Immortali.



Angolo Autrice: 
Scusate, scusate, scusate!!! Ero convinta di aver pubblicato questo capitolo insieme a quello de Il viaggio del Picchio.... Sto fusa xD 
Lo so, è un finale un po' amaro - Max è morto, Ratszky è fuggito, Lucy è a pezzi... Ma questa non è la fine della sua storia, anzi! La vedrete presto nel prossimo capitolo, ma prima credo che pubblicherò una storia intermedia... 
Vi spiego: le storie che parlano di Lucy sono tre (Captive - Civil War - Dawn of Immortals), ma ognuna di queste mi ha dato lo spunto per parlare di altri personaggi, che hanno preteso di dire la loro in tre "spin-off" (The wolf and the raven - Tale of a fallen angel - Children of the night). 
Quindi a presto! :)

  Crilu

   
 
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