Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Mahlerlucia    11/11/2018    9 recensioni
{Questa raccolta di one-shots partecipa alla “Freedom Challenge" indetta dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Guardi le tue mani, non senza una certa esitazione: stanno ancora tremando.
Ti maledici perché non sopporti di trovarti in quello stato. Non accetti l'idea di mostrarti debole di fronte al nemico, anche se non si trova più in quel posto, insieme a te.
Non ha alcuna voglia di condividere i drammi della sua esistenza con un disgraziato come te, non saprebbe che farsene delle tue patetiche battute da quattro soldi.
[Jin Kazama x Hwoarang]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Devil Jin, Hwoarang, Jin Kazama
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa raccolta di one-shots partecipa alla "Freedom Challenge" del gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World

 

Contesto scelto: Videogiochi
Fandom: Tekken
Personaggi: Devil Jin, Jin Kazama, Hwoarang
Tipo di coppia: Shonen-ai




 

Rescue me


 

Whatever you do, don’t ever play my canyon
Too many years being the king of pain
You gotta lose it all if you wanna take control
Sell yourself to save your soul...


 

 

“Finalmente sei qui!”

Hai aspettato talmente a lungo il suo arrivo in quel polveroso garage da decidere di andare a prenderlo di persona con la tua Monster. Ma non è servito: sembrava essersi dileguato nel nulla, vittima del suo stesso, fottuto potere demoniaco.
La rabbia cominciava a farsi spazio nel contorto universo delle tue emozioni. Il solo pensiero che lui potesse non presentarsi al vostro appuntamento ti mandava in bestia, come poche altre cose al mondo.
È da troppo tempo che cerchi di mettere in atto la tua personale vendetta nei suoi confronti. E lui non poteva assolutamente permettersi di deluderti fino a questo punto.
Kazama, sono contento che tu ti sia presentato. Ma potevi anche essere puntuale, brutta Testa di cazzo!

“Già. Si può sapere cosa vuoi?”

Riesci a stento a vedere il suo viso perennemente corrucciato. Come d'abitudine, lo nasconde sotto al cappuccio blu della giacca della sua tuta d'allenamento. Lo studi mentre solleva appena gli occhi nel momento esatto in cui ti rivolge quella domanda. Un quesito la cui risposta ti risulta di un'ovvietà tale da farti ribollire il sangue nelle vene.
Kazama si presenta con le mani in tasca, le spalle incassate e l'entusiasmo generale di un cane bastonato; scandisce lentamente quelle parole, quasi come a volerle centellinare di proposito.
La cosa colpisce profondamente il tuo orgoglio, già in preda alle prime avvisaglie d'ansia adrenalinica. Non puoi nascondere a te stesso l'irrefrenabile desiderio di sentir scorrere il suo sangue fresco tra le tue dita.

“Non sono mai riuscito a batterti al torneo...”

Ti avvicini con passo cadenzato e deciso, evitando di guardarlo direttamente in quelle sue iridi scure e profonde. Mantieni la testa alta, lo sguardo fiero. Preferisci lasciare a qualcun altro la solita parte da demone in costante patimento. Tu non sei come lui e lo sai bene.
Siamo alla resa dei conti, Kazama. E non mentire, lo vuoi quanto me!

“... Ho deciso che lo farò proprio qui e ora!”

Lo superi e ti fermi a pochi passi da lui, voltandogli le spalle. Alzi gli occhi concentrandoti su di un punto indefinito. L'unica cosa che conta in quegli istanti di apprensione reciproca è la sua risposta.
Per un attimo non si muove, rimanendo seminascosto nella stoffa della sue felpa. Non si volta, ti sembra pronto ad andarsene da un momento all'altro.

“Non c'è nessun motivo per combattere.”

Non c'è nessun motivo per combattere, dici?! Ti spacco il culo, Kazama! Tu non hai capito un cazzo. O forse stai solo fingendo? Mi vuoi far credere che questo sia un problema solo mio?
Senti il fuoco arderti dentro per quella che non ti sembra altro che una presa in giro. Non riesci a capacitarti del fatto che a Jin Kazama non interessi minimamente la vostra sfida. Non puoi crederci.

“Non ne hai uno?! Bene, te lo darò io!”

Ti volti d'impeto, mentre palesi la tua ira nelle parole quest'ultima esclamazione.
No, non hai nessuna intenzione di lasciar decidere a lui. E tanto meno di farti mettere i piedi in testa in un eventuale combattimento del prossimo torneo.
Lo afferri per il bavero e lasci che quell'inutile cappuccio cada da solo all'indietro, lasciandogli finalmente scoperto quel viso spigoloso e scavato da anni di sofferenze e rancori mai repressi.
Digrigni i denti mentre i tuoi occhi adirati tentanto di entrare in contatto con i suoi: due tunnel all'interno dei quali non s'intravede alcuna luce. Nessun guizzo di vita per un ragazzo di soli ventun anni tradito dal mondo.
Chissà... forse se iniziassi a prenderti a pugni in faccia potrei anche risvegliarti da questo pietoso stato in cui ti ritrovi. Ci farò un pensiero!

“Pretendo la mia rivincita. Qui e ora!”

 

***

 

Vi trovate uno di fronte all'altro, con i pugni stretti e in posizione difensiva. Vi tenete d'occhio a vicenda mentre ancora siete impegnati a riprendere fiato dopo le fatiche causate dal combattimento.
Nessuno dei due vuole cedere; siete entrambi ancora in piedi, ansanti, stremati, insoddisfatti.
Ti avvicini ulteriormente e denoti una nuova scintilla nel suo sguardo frustrato dagli ultimi sforzi. Quella che poco prima appariva come null'altro che mera apatia, ora sembra essersi mutata in collera che aspettava solo di poter essere espressa in tutto il suo splendore.
Non può finire sempre in parità tra di noi. Io non sono un coglione come te Kazama, e te l'ho appena dimostrato!

“Sergente!”

Una voce possente, perentoria, improvvisa. Il silenzio della vostra belligerante intimità viene sconquassato da presenze estranee quanto indesiderate.
Ti volti e non ti ci vuole più di un attimo per realizzare cosa stia succedendo.
Il tuo recente passato torna a farsi vivo con tutta la prepotenza che lo contraddistingue.

“La diserzione è un'offesa punibile dalla corte marziale!”

Alcuni uomini delle milizie coreane ti circondano, puntandoti contro i loro mitra carichi e pronti a fare fuoco in caso di una tua personale opposizione ai loro ordini.
Ti guardi intorno, decisamente atterrito da quell'ennesimo affronto che la vita ti sta offrendo.
Hai detestato il servizio militare - e tutte le sue fottute regole - sin dal primo giorno di recluta. Non sei mai andato d'accordo con i tuoi superiori, nonostante avessero fiducia in te e confidassero nel tuo indiscutibile talento da lottatore di Tae Kwon Do. E tu, dal canto tuo, avevi deciso di mettere la definitiva ciliegina sulla torta delle tue scorribande scappando dalla caserma.
Sta per cominciare la quarta edizione del The King of Iron Fist Tournament e poco t'importa di passare da disertore dell'esercito della tua amata Corea.

“Arrenditi, soldato!”

Scuoti la testa in cerca di un'idea, di un appiglio a cui poterti aggrappare. Non hai nessuna intenzione di tornare in patria, specie ora che ti trovi in una posizione tanto scomoda.
Sono nella merda fino al collo!

“Ehi!”

La voce di Kazama ti riscuote dai tuoi pensieri negativi. Non fai in tempo a voltarti nella sua direzione che avverti i rumori sordi di un calcio e di un pugno tirati in pieno viso ad un milite coreano. A questi ne seguono molti altri.
Non puoi credere ai tuoi occhi: Jin Kazama non solo approva la tua diserzione dal servizio militare, ma ti sta addirittura aiutando a sbarazzarti di quelle inutili macchine da guerra.
Il capovolgimento esatto della situazione che vi aveva visti protagonisti nel vecchio magazzino nautico giusto un paio d'anni prima. Il ringraziamento latente e silenzioso di un nemico che in realtà si sta dimostrando un ottimo compagno di sventure.

Ti guarda in attesa di una tua reazione al suo gesto, o forse solo per invitarti a reagire, a darti una mossa.
Ti senti in debito e sai che ti toccherà anche ringraziarlo in qualche modo.
Dalla tua bocca parte un lungo fischio, di quelli che solitamente sei abituato a lanciare dietro alle ragazze, soprattutto quando non riesci a trovare un modo più intrigante per attirare la loro attenzione.
Ma in quel garage non c'è nessuna ragazzetta petulante; ci siete tu e un gruppo di soldati che non vede l'ora di sbatterti in galera. E poi c'è Kazama a cui rivolgi quel fischio con il quale sottendi un gigantesco 'grazie per l'aiuto amico'.
Ok Kazama, liberiamoci di questi stronzi!

Con un paio di calci rotanti e qualche dritto ben piazzato riesci a liberarti degli uomini che ti circondavano. Ma non è di certo finita, non così facilmente.
Realizzi la presenza di altri soldati armati fino ai denti e decidi che non puoi far altro che fuggire. Di nuovo.

“Fuoco!”

Gli uomini dell'esercito coreano cominciano a sparare all'impazzata su ordine del loro sergente.
Scappi via, alla ricerca di un'uscita, di un riparo. Kazama corre alle tue spalle e insieme finite per nascondervi dietro ad un'auto parcheggiata.
Vi sedete sul pavimento, dinanzi ai fari anteriori della vettura. Avvertite l'incessante rumore metallico dei proiettili che entrano in contatto con la carrozzeria delle auto.
Vi concedete un attimo di tregua, mentre inizi ad avvertire la necessità di controllare che non fosse stato ferito da quelle fecce umane.

“Kazama, ricordati che ti ho fatto il culo in questo garage!”

Tenti di distrarti - e di distrarlo - da tutta quella patetica situazione. Lui mantiene la testa rivolta verso il basso, ancora intento a riprendere fiato dopo la corsa ed il terribile spavento.
Stai bene?

“Ehi, mi stai ascoltando?”

Finalmente sembra concederti la dovuta attenzione, alzando la testa e ruotando gli occhi verso i tuoi.
Ci sono momenti in cui temi davvero che non voglia prenderti sul serio. Ogni volta che succede ti maledici chiedendoti il motivo per cui ti fai così tante paranoie per uno come Jin Kazama. Sai solo che dopo oltre due anni non sei ancora riuscito a racimolare una risposta decente a questa domanda ossessiva.

“Potrei concederti una rivincita al prossimo Tekken. Faresti meglio ad iscriverti!”

Ti guarda con un interesse che non avevi mai colto all'interno dei suoi occhi di pece. Dischiude le palpebre mostrando un'espressione di sincera sorpresa a seguito di quella tua inaspettata richiesta.
Non ti è bastata la soddisfazione di avergli saputo tenere testa durante lo scontro in quel parcheggio sotterraneo. Vuoi di più, molto di più. Oramai si tratta di una pura sfida fatta di vittorie, sconfitte e rivincite, senza esclusioni di colpi.
Era il vostro tacito legame che prendeva forma attraverso la competizione estrema.

Jin ti accenna un sorriso. È sempre stato un ragazzo introverso e taciturno, ma quell'increspatura delle sue labbra verso l'alto è più che sufficiente per farti comprendere che lo rivedrai al prossimo torneo.

“Kazama, alza le chiappe, altrimenti rischiamo di saltare in aria. Non mi pare il caso visto che ci tengo ad assaporarmi il fallimento della tua vendetta!”

“Vedremo.”

E mentre si richiudono le porte dell'ascensore sul quale vi siete rifugiati, avvertite il terribile rumore di un'auto che esplode. È proprio l'auto blu dietro la quale lo avevi finalmente visto sorridere.
Una rarità che ti riempe il cuore di gioia e la mente di cretinate confuse.

 

Rescue me from the demons in my mind
Rescue me from the lovers in my life...










 



Angolo dell'autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shots! :)

Prima di lasciare spazio ai protagonisti e alla trama ci tenevo a sottolineare che ho deciso di proseguire con l'uso della seconda persona singolare perché mi sono trovata molto bene e ho ricevuto degli ottimi riscontri nelle recensioni della precedente challenge. Grazie mille a tutti! **
Il punto di vista principale delle one shots di questa raccolta sarà quello di Hwoarang.

In questo secondo episodio riprendo il video dell'epilogo di Hwoarang in Tekken 4. Ho aggiunto qualcosa nel missing moment che abbiamo tra la discussione iniziale con Jin Kazama e l'apparente fine del loro duello avvenuto in un garage. Così come ho aggiunto anche la mia personale interpretazione della loro fuga finale. Sappiamo che, nonostante l'esplosione dell'auto dietro la quale si erano rifugiati, i due riescono in qualche modo a salvare le penne. XD

Piccole annotazioni:

  • La canzone di cui riporto la prima strofa e parte del ritornello, rispettivamente alla fine e all'inizio della one shot, è Rescue me dei 30 seconds to Mars. Dal titolo della canzone ho estrapolato anche il titolo del 'capitolo'.

  • Il titolo generale della raccolta, Right here, right now, è stato estrapolato dal dialogo che avviene tra Hwoarang e Jin nell'epilogo del primo in Tekken 4, ovvero il 'qui e ora' che riporto più volte in questo capitolo.

  • In Tekken 4 Hwoarang ha iniziato il servizio militare in Corea del Sud. I soldati lo cercano perché è praticamente scappato dalla caserma e dalla Corea (s itratta di diserzione dal servizio militare).

  • The King of Iron Fist Tournament è il nome esteso del torneo Tekken, indetto inizialmente da Heihachi Mishima, nonno di Jin Kazama.

  • Tra Tekken 3 e Tekken 4 abbiamo uno sbalzo temporale di circa due anni. Hwoarang e Jin sono coetanei (classe 1986). In Tekken 3 hanno 19 anni, in Tekken 4 ne hanno 21 (e così fino a Tekken 6).


Ringrazio di tutto cuore le mie compagne di avventura, senza le quali non avrei mai potuto partecipare a questa meravigliosa quarta challenge ideata da questo fantastico gruppo!
Grazie a BlueRoar, Miryel e _aivy_demi_! Siete fantastiche, donneh!

A presto,

Mahlerlucia

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Mahlerlucia