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Autore: OmbraAla    12/11/2018    2 recensioni
Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto [...] Il sole sorgeva alto su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce ma… fu un attimo. [...] Harry Potter cadde al suolo con gli occhi chiusi, le mani che ancora stringevano le due bacchette.
Quali saranno le sorti dell'Eroe del Mondo Magico? Fine o nuovo inizio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO XXVII – THE CRIMINAL TRIAL pt2

Con l’affiorare della cerva, anche i ricordi svanirono in maniera del tutto graduale.

Nella sala ripiombò un silenzio innaturale.

Per la prima volta, tutti avevano preso visione di quei ricordi che, a loro tempo, avevano fatto capire ad Harry quanto il ruolo di Severus fosse stato incomprensibile.

Era la prima volta anche per Kingsley il quale, per rispetto della privacy di Piton, non aveva mai chiesto ad Harry di esaminare quei ricordi nel Pensatoio, si era semplicemente attenuto ai contenuti che il ragazzo gli aveva riportato.

Severus, dal canto suo, fissava in maniera intensa Harry. Sapeva benissimo che, giocandosi quella carta, il ragazzo stava tentando il tutto per tutto.

« Credo che tutti siate rimasti meravigliati dalle cose che vi sono state appena mostrate, - cominciò a dire Harry, - io stesso, per primo, non avrei voluto che questi ricordi venissero esibiti pubblicamente. Tuttavia essi sono stati utilizzati come extrema ratio. Perché è mio dovere dimostrare quanto le accuse, addotte dal Signor Greenville qui presente, siano altamente infondate »

« Piton era un debole! – urlò la Umbridge, perdendo ogni ombra del proprio contegno, - Non era un debole di natura, è un uomo che ha deciso di essere debole! »

« Un debole? Piton ha sempre parteggiato per l’Ordine della Fenice! Era lì quando avevamo bisogno di lui! Ha aiutato anche l’Esercito di Silente quando lei, per prima, ha tentato in tutti i modi di ostacolare la nostra formazione per renderci pronti a combattere quando Voldemort sarebbe arrivato! Ha rischiato molte volte di essere ucciso, non credo fosse una scelta dettata dalla superficialità! » rispose Harry, strepitandole contro.

Sentiva il battito del proprio cuore accelerare e avvertiva l’aumentare sempre più intenso del suo flusso sanguigno.

« E’ sempre stato dalla vostra parte? E cosa mi dice del fatto che proprio lei, Signor Potter, si è sempre lamentato di subire angherie ed abusi dal Professore qui presente? » chiese la donna, ritornando improvvisamente calma, con un sorriso nuovo stampato in faccia.

Harry la fissò, questa volta davvero non capiva dove stesse andando a parare.

« E’ sempre stato al servizio di un Bene Superiore e lei dovrebbe saperlo, ormai. Così come i miei genitori, i genitori di Neville e quelli di Ron. Così come la professoressa McGranitt, Tonks, Lupin, Moody e molti altri, fortunatamente, con loro. Per quanto queste persone abbiano lottato per il Bene, non hanno mai avuto l’ingrato compito di dover parteggiare anche per il Lato opposto. Come saremmo arrivati a tante conclusioni se Piton non avesse fatto la spia? » chiese Harry.

Alcuni membri della Corte annuivano.

Alberic Greenville non smetteva di sudare ed asciugarsi con quel dannato fazzoletto.

« Bene, ma non ha risposto alla mia di domanda, Signor Potter, - rimarcò la donna, sorridendo sempre, - come mai questo repentino cambio di idea? Non sono trascorsi che pochi mesi dalla conclusione della guerra »

« Mi meraviglio del fatto che lei abbia ancora il coraggio di pormi questa domanda, dopo aver visto questi ricordi… Per quanti “errori” Piton sia stato chiamato a commettere, mai e ripeto mai, la sua fedeltà sarebbe dovuta essere messa in dubbio. Mi ha cresciuto e protetto, in maniera poco convenzionale, è da ammetterlo, ma non sarebbe potuto essere altrimenti, visto il suo ruolo. Tante volte ho creduto che Silente avesse riposto la propria fiducia in una persona sbagliata. Perché non avevo capito che tipo di persona avessi di fronte e con quale storia. Io sono giunto alla conclusione giusta, solo dopo aver rischiato che Piton morisse!» concluse il giovane, accaldato e tesissimo.

Kingsley lo guardava, con gli occhi gli stava chiedendo di riprendere la calma.

« Commovente, Signor Potter, davvero commovente, - rispose la donna rospo, - tuttavia, se la Corte e il Ministro me lo permettono, voglio che entri un secondo testimone »

La McGranitt sgranò gli occhi. Per tutto quel tempo aveva cercato di mantenere la calma ma, per ogni attimo che passava, era sempre più difficile.

« Presidentessa, avrebbe potuto informarmi della presenza di nuovi testimoni, prima che il Processo avesse avuto inzio » rispose Kingsley, irritato e sulla difensiva.

« Oh, mi voglia scusare Ministro, - esordì lei, mettendo una mano davanti alla bocca, come se fosse stupita, - credo, però, che sia d’obbligo fare una precisazione. Non si tratta di un semplice testimone. Chiedo pertanto di far entrare il dottor Grosvenor »

Dottore? Cosa?! – pensò Harry, che aveva i nervi a fior di pelle.

Si voltò verso Severus: era lì immobile, con il ghigno che tante volte, tra le mura del Castello, gli aveva visto impresso sul volto. Eccola che tornava, aveva indossato nuovamente la sua maschera.

E come biasimarlo? – pensò Harry.

Era costretto a non rivelare mai sé stesso in presenza di Voldemort. Del Mago Oscuro più potente mai esistito. C’era una ragione, allora, per cui si stava comportando allo stesso modo in quell’aula. Sapeva che in quell’aula il suo destino era tornato ad essere in bilico.

Prima gli sarebbe importato relativamente di ciò che sarebbe stato di lui.

Adesso no. Lui aveva molto da perdere. Avrebbe perso Harry.

Ora che aveva trovato una ragione per apprezzare la propria libertà e la propria vita.

« A testimoniare, Barnabas Grosvenor » scandì perfettamente la solita voce metallica.

Non appena la voce smise di riecheggiare, entrò a grandi falcate un uomo dall’aspetto tutt’altro che rassicurante.

Era molto alto, dai capelli lisci e scuri divisi da una riga centrale, probabilmente molto sporchi. Aveva una barba lunga, poco curata, e anch’essa scura. Ma ciò che di più colpì il ragazzo furono gli occhi.

Aveva due occhi grandi e chiarissimi. Sembravano di ghiaccio. Ed erano sgranati a tal punto che se Harry lo avesse incontrato al di fuori di quel contesto, lo avrebbe scambiato per un paziente più che per un medico.

Si muoveva in maniera meccanica, guadagnando velocemente il centro e mettendosi al cospetto di Kingsley Shackelbolt.

« Come credo sia inutile precisarle, la sua testimonianza, signor Grosvenor, è di carattere fondamentale. Stiamo cercando di giungere alla fine di questo Processo e lei deve giurare di testimoniare dicendo solo ed esclusivamente la verità » esordì il Ministro, ripetendo la formula del giuramento.

« Giuro, Ministro, di dire solo ed esclusivamente la verità » rispose l’uomo, accomodandosi su di una sedia che era stata posta di fianco al testimone precedente.

« Bene, Signor Grosvenor, ci illumini » cominciò Kingsley.

Ad Harry, - e il ragazzo ne era sicuro, neanche a Severus, - non sfuggì lo sguardo che l’uomo aveva lanciato alla Umbridge.

« Mi chiamo Barnabas Grosvenor ed esercito la professione di Medimago da oltre 25 anni. Ho girato molte zone dell’Inghilterra prima di porre la mia sede definitiva a Londra. I miei genitori vivevano in Russia ma erano originari del Regno Unito. Per alcune ricerche sperimentali, sono stato chiamato alla Tower Hill Clinic della Capitale ed è lì che continuo a svolgere le mie mansioni » prese a raccontare l’uomo.

Harry si fece avanti, il Ministro annuì concedendogli ancora di interrogare il testimone.

« Mansioni di che natura? » chiese il ragazzo, freddo.

Grosvenor gli piantò gli occhi addosso. Harry rabbrividì ma non lo diede a vedere.

« Io mi occupo della sfera cerebrale. Più precisamente, degli effetti che determinati incantesimi possono avere sulla psiche e sulle facoltà cognitive » rispose il dottore, quasi come se avesse anticipato la domanda.

Il giovane mago aveva un terribile presentimento.

« Perché è qui a testimoniare? » continuò il ragazzo.

« Proprio per via delle mie ricerche. Sono stato convocato in segreto dai primari Londinesi che lavorano a Tower Hill Clinic per prescrivere terapie curative alle vittime, torturate dei Mangiamorte » disse l’uomo.

Mangiamorte? Sarebbe potuto essere benissimo uno di loro, - pensò Harry che era sempre più inquietato dallo sguardo sgranato e dal sorriso che era appena affiorato sul volto del Medico.

« Si spieghi » tagliò corto il Ministro.

« Sono qui perché, nelle ultime settimane, ho dovuto lavorare ed effettuare ricerche su di lei, - e si voltò inclinando la testa, - Signor Potter »

Sospiri di sgomento si udirono per tutta la sala.

Lo stesso Severus si alzò di scatto, pronto a raggiungere l’uomo e percuoterlo con forza.

Harry lo redarguì con lo sguardo: dovevano mantenere entrambe la calma, altrimenti avrebbero rovinato tutto.

« Credevo che le notizie diffuse dai giornali circa la mia vita fossero alquanto sufficienti, Signor Grosvenor, - controbatté il ragazzo, con tono tagliente, - non legge i Gossip? Credo di essere stato in copertina per almeno 5 settimane di seguito »

La Umbridge lo guardò con un’aria che era a metà tra l’interrogativo e il disgustato.

« Non mi fraintenda, Signor Potter, - rispose l’uomo che aveva perfettamente colto l’ironia dell’Eroe del Mondo Magico, - ho effettuato ricerche che andassero al di là della sua vita sociale o meglio, che ne spiegassero i risvolti »

Harry si passò una mano fra i capelli.

« Mi aggiorni allora, cosa ha scoperto? » chiese il giovane, deciso.

« Beh, a quanto mi è parso di capire, non è stato esaustivo nello spiegare alla Corte il perché di questo suo cambiamento nei confronti della persona di Severus Piton. - prese a dire l’uomo, - Io la capisco. Nemmeno lei sa come questo radicale mutamento affettivo possa essere avvenuto »

« Lei crede di sapere proprio tutto, vero? Le ricordo, tuttavia, che si trova sotto giuramento. Non dica il falso e ci riporti solo prove utili per la decisione » tagliò corto Harry, visibilmente spazientito.

« Ma certo che me ne ricordo. Ed è per questo che, sono sicuro e ne ho le prove, posso apertamente affermare che lei sia da più di 5 settimane sotto l’effetto di una maledizione Imperius, scagliatale da Piton in persona non appena aveva riaperto gli occhi » concluse l’uomo, senza batter ciglio.

« Cosa? Ma non è possibile… » diceva la gran parte dei membri della Corte.

« Silenzio, silenzio! » rispose il Ministro.

« Io, sotto maledizione Imperius? Ma cosa sta blaterando?!» rispose il ragazzo, visibilmente sotto shock.

« Non blatero, io posso dimostrarlo » controbatté l’uomo, sfilando dalla propria tasca una fiala con del liquido argenteo.

« Che gli si porti un Pensatoio! » cinguettò la Umbridge, al limite dell’eccitazione.

Il Pensatoio che pochi minuti prima era stato fatto sparire, ricomparve vicino all’uomo che , senza esitazioni, vi versò il liquido.

Piton e Silente erano, nuovamente, nel loro studio. Così come nel ricordo precedente, Piton stava dicendo ad Albus che la maledizione dell’Anello lo avrebbe condotto alla morte nel giro di un anno.

I ricordi, in quel punto, corrispondevano.

Poi, d’un tratto, la scena cambiò e, proprio come aveva testimoniato Alberic Greenville, Severus e Voldemort erano al Malfoy Manor a conversare. Proprio lì, il Professore di Pozioni svelò al Signore Oscuro il suo piano messo in atto per uccidere gradualmente il Preside di Hogwarts.

Tutto proseguiva secondo la descrizione fornita un attimo precedente dal primo testimone.

Dopo essere stato congedato da Lord Voldemort, Severus uscì dal Manor e i ricordi terminarono.

Lo avevano incastrato.

Avevano incastrato Severus.

« Non c’è mai stato questo incontro! » sbottò d’un tratto Severus esplodendo.

Si alzò e raggiunse Harry e il resto.

« Non ho mai complottato contro Silente, io sono quasi morto per l’Ordine della Fenice! Voldemort mi ha ucciso! Se avesse saputo che stavo architettando di uccidere Silente e, volendo appropriarsi lui stesso della Bacchetta di Sambuco, perché me lo avrebbe lasciato fare?! Mi risponda! » urlò Piton, afferrando Grosvenor per il collo della camicia.

Immediatamente un paio di guardie raggiunsero gli uomini per dividerli.

Con uno scatto netto, Severus mollò la presa ma i suoi occhi continuavano a fiammeggiare e il suo respiro era spezzato e pesante.

« Questo dovrebbe dircelo lei, Signor Piton » rispose l’uomo, toccandosi la gola e ansimando per lo sforzo e per la paura.

« Si rende conto che questa storia non ha alcun senso logico, vero? » chiese Harry, interponendosi tra le guardie che trattenevano Severus e il presunto Medico.

« Io credo che le immagini mostrateci valgano più di mille giri di parole » rispose d’un tratto la Umbridge, con tono mellifluo.

« Cosa?! E a quali immagini dovrebbe attenersi il Wizengamot per valutare? Perché a me sembra che si mostrino due cose completamente opposte! » le urlò contro Harry.

La Umbridge sorrise.

« E’ molto semplice Signor Potter… C’è una foto che potrà essere esplicativa al massimo » rispose la donna, con un sorriso inquietante.

In men che non si dicesse, un’immagine spuntò dalla bacchetta della Presidentessa, e un sospiro di sorpresa si udì sollevarsi per tutta l’Aula. Perfino Kingsley aveva sgranato gli occhi e la McGranitt si era portata una mano alla bocca.

Harry e Severus, fotografati dietro un cespuglio, che si scambiavano un bacio tanto appassionato da lasciare poco all’immaginazione.

Ad Harry gelò il sangue.

« Io e Severus non abbiamo nulla da giustificare! » sbottò il giovane, rosso in volto per la rabbia crescente.

« Signori della Corte, - esordì la donna, ignorando il ragazzo, - credo che non possa esistere una prova più schiacciante della Maledizione Imperius scagliata dal Signor Piton al povero, povero Signor Potter… Quando sono stata Preside di Hogwarts ho avuto io stessa la possibilità di guardare da vicino che piega prendessero, costantemente, gli incontri tra il Professore ed il Ragazzo. Era evidente che l’uno non sopportasse la presenza né la vicinanza dell’altro, ed è ovvio che i ricordi mostrati siano stati manomessi »

« Manomessi?! Ho conservato io quei ricordi da quando Severus me li aveva consegnati la notte del 2 Maggio! » gridò ancora il giovane.

« Oh, caro…, - rispose la donna di rimando, - ma è evidente che i ricordi non li abbia potuti modificare tu.. Ti sono stati dati già in questo stato… »

« Io non ho modificato alcun ricordo! » le urlò contro Piton, il cui petto si alzava e abbassava ad un ritmo irregolarissimo.

« Vuole farci credere che lei, uno dei più abili Occlumanti in vita, che è riuscito ad ingannare anche il Signore Oscuro, non si sia giocato l’ultima carta per poter raggirare l’Eroe del Mondo Magico ed avere vittoria certa? » chiese la donna, con fare beffardo.

I membri del Wizengamot parlavano in maniera criptica tra di loro.

Le voci che giungevano al centro dell’Aula, contribuivano ad aumentare l’ansia che ormai poteva tagliarsi con il coltello.

« Credo che le prove siano sufficienti per formulare un giudizio » esordì la donna.

« Noi, membri del Wizengamot riuniti nel giorno 23 agosto 1998, abbiamo stabilito, con una maggioranza raggiunta dei 2/3, che il Signor Piton, accusato di omicidio, di essere un Mangiamorte e traditore del regime di difesa contro le armate del Signore Oscuro, sia portato nella Prigione di Marshalsea a Londra, dove attenderà in isolamento il nuovo Processo che sancirà la sua sorte. E per il Signor Potter, ormai inabile e inadatto per ricoprire la carica di Avvocato, chiediamo che venga portato nella struttura privata della Tower Hill Clinic, dove medici specializzati, renderanno il suo animo libero dagli effetti dell’Imperius che il suo fisico ha dovuto sopportare per troppo tempo », scandì la donna, pronunciando le parole con una certa soddisfazione, « pertanto, la Corte intende riaggiornarsi a data da stabilire e comunicata con almeno 10 giorni di anticipo all’imputato »

Il suono di quelle parole non ebbe neanche il tempo di diradarsi nella stanza, che un corpo di guardie raggiunse Severus e lo incatenò, lo stesso successe ad Harry.

I due non riuscirono neanche a sfiorarsi le mani.

Ma i loro occhi, come in una scena a rallentatore, non smisero di guardarsi per chiedersi aiuto reciproco.

Tuttavia la forza imposta dall’esterno fu determinante: per quanto tentassero di divincolarsi, non sarebbero mai riusciti a sbaragliare un intero corpo di forze armate.

E fu così che Harry e Severus si guardarono per l’ultima volta.

Severus scortato dalle guardie verso l’uscita che portava ai veicoli di trasporto per i detenuti ed Harry, afferrato in malo modo, diretto in chissà quale ospedale e per quanto tempo.

 

***

Angolo Autrice

Eccoci giunti, ragazzi, al capitolo 3/3. Ebbene, questa parte della storia volge al termine: il processo ha subito questi risvolti ed è tornata a calcare le scene, uno dei poersonaggi più odiosi che la Rowling avesse potuto creare. Dolores Umbridge.

Abbiate fede nei nostri eroi. Non si arrendono.

Grazie a tutti coloro che commentano e a quelli che leggono in silenzio.

Al prossimo aggiornamento, buon inizio settimana!

  
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