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Autore: destiel87    12/11/2018    1 recensioni
Potete chiamarmi Blake.
Il mio vero nome è Clarissa Walker, ma quella fanciulla ormai non esiste più.
E’ morta a Londra, nel 1714.
La storia che sto per raccontarvi non è la mia, ma bensì quella del capitano Flint, di Long John Silver e dei pirati di Nassau.
Io sono solo un marinaio con il suo violino, fuggito da un padre violento e un futuro miserabile, verso una nave, il mare e la libertà.
E’ stato il giorno in cui ho trovato quel vecchio libro, che la nostra avventura ha avuto inizio… Narra la leggenda, che oltre il grande mare dei caraibi, oltre le spiagge bianche dove vivono gli indios, oltre le insidiose montagne innevate, ci sia una terra colma d’ oro, la chiamano “L’Eldorado.”
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Bones, James Flint, John Silver, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Porto di Nassau – New Providence – 18 giugno 1717

 
Me ne stavo seduta sotto l’ albero di prua, vegliando sui calmi oceani, quando un soffio di vento comparso dal nulla si scagliò su di me, scompigliandomi i vestiti e strappandomi di dosso il cappello. Il libro cadde a terra, e una dopo l’ altra le pagine si mossero sospinte dal vento, per poi fermarsi di colpo.
Quando lo presi tra le mani, quello che vi era scritto sopra rapì la mia attenzione:
Narra la leggenda che esiste un lago, consacrato ad una divinità indiana, profondamente nascosto tra le foreste vergini della Castilla del Oro. Una tribù indiana vive in quelle terre, ed è la più ricca del mondo. Ogni volta che un capo viene eletto, si fanno maestosi cortei; Gli indiani sono ornati di piume variopinte e ricoperti da pelli di giaguaro, d’ oro e di smeraldi. Al suono dei corni rivestiti da conchiglie , il corteo si muove. Alla testa camminano i preti dai lunghi mantelli neri e dalle alte pettinature dello stesso colore. I grandi sacerdoti e la nobiltà reggono una lettiga, ornata da un sole d’ oro, sulla quale siede il nuovo eletto, interamente nudo e cosparso di polvere d’ oro. Viene chiamato “Eldorado.” Alla fine della cerimonia l’ uomo si getta nel lago, consacrando la polvere preziosa alla divinità. Tutto intorno sulla riva, la folla estasiata grida d’ allegria, accompagnata dai canti e dalla musica.
A quel punto gli indiani si strappano i gioielli e li lanciano nel lago, in un ecatombe d’ oro e pietre preziose.*
Curioso come molte di queste vicende, siano uguali a quelle raccontate da mio padre…
Mentre me ne stavo china sul libro, immersa nelle mie riflessioni, d’ improvviso qualcuno mi strappò il libro dalle mani.
“Basta leggere al buio Blake, ti rovinerai gli occhi.” Era Billy, che sfogliava a casaccio le pagine. “Perché non suoni qualcosa? E’ una notte così dannatamente tetra…”
Aggiunse, rilanciandomi il libro tra le mani.
Seppur curiosa di tornare alle mie letture, decisi di accontentarlo… Tutta quella storia mi faceva sentire strana, avvertivo un brivido gelato percorrermi le ossa.
Presi in mano il mio violino, chiusi gli occhi, e lasciai che fosse il suono del vento a guidarmi.
Dalle prime note abbozzate, iniziò a crescere una melodia sconosciuta.
All’ inizio c’ era il silenzio, potevo vedere uomini con gli occhi rivolti al cielo e un sorriso sereno, altri con la testa china e i pugni chiusi.
Appoggiato alla bordata, il capitano Flint se ne stava con lo sguardo rivolto al mare, brillante come mille diamanti, sotto la luna crescente.
Accanto a lui, John Silver si accendeva una pipa, i lunghi capelli neri accompagnavano il vento nel suo percorso, lo sguardo perso tra le stelle.
Piano piano altri due uomini si unirono a me con i loro strumenti, altri con le loro voci, alcuni battendo le mani e i piedi, fino ad aumentare il ritmo e stravolgerlo completamente. Il canto che intonavano, era noto a tutti gli uomini di mare:
“Quindici uomini sulla cassa del morto
Io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
Il bere e il demonio han pensato al resto
Io-ho-ho e una bottiglia di rum!”
Ubriachi e su di giri, gli uomini iniziarono a ballare e cantare, saltando e battendo li boccali tra di loro.
Solo due restarono in disparte, al riparo da occhi indiscreti… Quando il vento sollevava la vela, potevo scorgerli uno accanto all’ altro, i corpi sempre più uniti.
Flint accarezzava la sua guancia, scostandogli i capelli, Silver si chinò un poco fino a baciarlo, chiudendo gli occhi mentre l’ altro lo stringeva tra le braccia.
Sparirono per un attimo dietro la vela, e quando questa si scostò, non c’ era più nessuno.
Gli seguì con lo sguardo, e poco a poco i miei piedi presero a fare lo stesso,
incalzati da un curiosità mai provata prima.
Correvano dei pettegolezzi su di loro tra gli uomini, ma nessuno aveva il coraggio di pronunciarli a voce alta, spaventati dalla spada del rosso e dall’ astuzia del moro.
Semi nascosta dal buio, continuai a seguirgli lungo alla nave, sotto coperta, tra gli angusti e umidi corridoi di legno, fino ad arrivare alla cabina del capitano.
Mentre il pudore e la vergogna mi spingevano ad arretrare, l’ eccitazione e l’ adrenalina mi incoraggiavano a proseguire.
Attraverso la porta potevo sentire i gemiti soffusi, il rumore delle cinture che si allentavano, il letto che scricchiolava. Da una piccola fessura posta sulla sua estremità, scorgevo i loro corpi nudi che si scontravano e si avvinghiavano, in quella che per me era quasi una lotta.
Non ero avvezza a certi comportamenti, le uniche conoscenze del sesso che avevo, erano tratte dalle chiacchiere dei marinai al bordello, specie quando erano ubriachi.
Ma ero ancora molto confusa sull’ argomento, e ora che il mio corpo stava sbocciando in quello di una donna, ero sempre più frenetica di arrivare alla verità.
Nelle lunghe notti solitarie, mi sono chiesta spesso cosa volesse dire giacere con un uomo, fondersi insieme e donarsi completamente.
Era doloroso? Piacevole? Dalle loro urla, non riuscivo a distinguerlo.
Nella foga del momento, il libro mi cadde dalla giacca, sbattendo rumorosamente a terra.
Ebbi giusto il tempo di raccoglierlo e alzarmi in piedi, quando Flint aprì la porta sulla quale ero appoggiata, facendomi cadere all’ interno.
In quel momento avrei voluto sprofondare nel più profondo degli abissi.
Era a petto nudo, con i pantaloni leggermente slacciati e la sua spada scintillante dritta verso di me. 
“Dimmi una sola buona ragione per cui non dovrei ucciderti.” Disse con calma.
Balbettai qualcosa di incomprensibile, fino a quando trovai la forza di dire:
“Per la mia musica?”
Silver rise, portandosi con le mani i capelli dietro la testa. Si mise a sedere con fare scomposto e disse: “Il tuo violino questa volta non ti salverà ragazzo.”
“Non dirò nulla capitano, lo prometto!”
“Considerando quello che c’ è in gioco, la tua parola non è sufficiente. Dovrai trovare un’ altro modo per dimostrarmi che la tua vita è più importante di questo segreto.”
Flint mi guardava dritto negli occhi, la sua mano salda sulla spada e il respiro lento.
Avevo solo una possibilità, e decisi di giocarmela.
Afferrai il libro e glielo porsi, chinando la testa.
Silver rise di nuovo, esclamando: “Devi essere molto sciocco o molto pazzo, per credere che un libro possa valere la tua vita.”
“Forse sono entrambe le cose, signore. Ma questo non è un semplice libro…”
“A meno che le sue pagine non siano d’ oro, una semplice storia non vale il rischio che correrei nel risparmiarti la vita.” Aggiunse Flint, alzando un poco la spada verso il mio viso.
“Le sue pagine non sono d’ oro, Capitano, eppure conducono ad esso. Una terra leggendaria colma di ricchezze ci attende, se deciderete di seguire la rotta che è impressa su di esse.”
Flint e Silver si guardarono un istante, sorridendo leggermente.
“Affascinante, davvero. – Esclamò Silver – Sai molti anni fa, fui proprio io a scoprire la rotta verso un immenso tesoro…”
“E… L’ avete trovato?” Chiesi eccitata e timorosa al tempo stesso.
“Si. – Rispose Flint – E ci ha distrutto tutti. Dunque anche se la tua storia fosse vera e non solo una favola per bambini… Non metterei tutto a rischio per inseguire un sogno, solo per vederlo poi tramutato in disgrazia.”
“La storia è vera, Capitano! Credo… Credo che sia stato un mio antenato a scriverla…”
“E questo come lo sai? E’ stato il suo fantasma a dirtelo?” Disse Silver, allungandosi a prendere la bottiglia di rum ai piedi del letto.
“No signore, ma… Portiamo lo stesso cognome! Ho udito una voce chiamarmi, e questa notte il vento…”
“Adesso ne ho abbastanza di queste sciocchezze!” Tuonò Flint.
Mi prese per il colletto della camicia, stringendomi al collo.
“Non credo che tu abbia pienamente compreso la natura della tua situazione.”
Con il poco fiato rimastomi, e il cuore che batteva come un tamburo da guerra, non so’ come trovai la forza di rispondere:
 “L’ ho compresa capitano. Siete voi che non avete compreso ciò che vi sto’ offrendo… L’Eldorado! La terra più ricca di tutte le americhe, dove si narra che i fiumi stessi siano colmi d’ oro, e le case dorate luccichino al sole.”
“Questi sono solo sogni, ragazzo. – Rispose lui aspramente – Uomini come noi, non possono correre il rischio di farsi guidare da essi, o ne verrano divorati.”
I suoi occhi sono come un mare in tempesta, irrequieti e furenti si abbattono su di me, e sembrano scrutarmi fin dentro l’ anima. Per un motivo a me sconosciuto, suscitano nel mio cuore un sentimento forte e bruciante, mai provato prima.
“Sbagliate. Sono proprio gli uomini come noi, che hanno il compito di intraprendere un’ impresa come questa. Se non possono seguire un sogno i pirati, gli uomini liberi, i coraggiosi e ribelli… Allora chi può farlo, capitano?”
Dopo qualche momento di silenzio, Flint molla la presa, facendomi cadere a terra senza più fiato in corpo.
I suoi occhi celesti si spostano su Silver, il quale non dice niente, non ne ha bisogno. Dal suo sguardo il capitano ottiene la risposta che cercava.
Mi tende la mano, aiutandomi a rialzarmi. Il solo tocco mi provoca dei brividi, che cerco subito di nascondere, mentre avverto le guance che divampano.
Cos’ è questa sensazione di calore?
Noncurante Flint prende il libro tra le mani, per poi passarlo a Silver.
“Questa notte studieremo attentamente il tuo libro, e se la cosa convincerà entrambi, domani ti risveglierai nella tua amaca con il sole in faccia, altrimenti…”
“Non ti sveglierai affatto!” Aggiunse Silver con un mezzo sorriso.
Annuisco lievemente, prima di correre via.
Non riesco a respirare, sembra quasi che le pareti diventino sempre più strette, ho un disperato bisogno d’ aria…
Una volta sul ponte, mi dirigo in fretta verso la poppa, fermandomi al limite estremo.
Arrampicandomi oltre la bordata, raggiungo l’ albero di mezzana, sotto il quale il mare brontola, si scontra e si fonde, lasciando dietro di noi una scia bianca.
Qui finalmente respiro a pieni polmoni l’ aria pungente e salmastra, mentre in lontananza le luci sempre più piccole del porto di Nassau, si allungano verso di me, quasi non volessero lasciarmi andare.
 
 
*Fonte: Storia dei filibustieri di Alfred Sternbeck
  
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