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Autore: Spitofblueblood    12/11/2018    2 recensioni
Franz è un ragazzo come tanti, che vorrebbe avere una vita felice e libera da ansie nella sua città.
C’è però qualcosa che non glielo permette.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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La Paura in Armatura:

 

Franz era un musicista come tanti, viveva a Berlino (no, non è la Berlino che conoscete voi) e la sua vita non aveva problemi; passava le giornate a cantare e suonare col suo bel violino davanti alle case della gente, rallegrando ogni giorno centinaia di persone; le sue canzoni erano delle più motivanti: cantava spesso di quanto la vita cercasse di sbeffeggiare le persone, di prendersi gioco di loro e di come la speranza e la perseveranza fossero le uniche chiavi per uscire da questo circolo di delusioni.

Era incredibile vedere come Berlino stesse fiorendo dopo la guerra, sembrava l’unica zona a colori in quel mondo (letteralmente) grigio e malinconico, anche Franz era felice di rendere allegri i suoi concittadini.

Il giovane stava tornando dalla sua dura giornata di lavoro con un cappello pieno di monete, tornò al suo solito posticino sulla strada accanto ad una casetta, poi si coricò; mentre cercava di dormire, sentì una mano sulla spalla, girandosi vide un essere che celava il suo aspetto dietro un’armatura dall’aspetto raccapricciante, tanto che l’elmo aveva la faccia del demonio:

“Come stai, Franz? era da un po’ che non ti facevo visita.”

“Vattene tu, lasciami dormire!”

“Perché mi cacci? io sono colui che ti protegge sempre, i Berlinesi ti odiano, in particolare Anna!”

“Smettila, ho detto.”

“Lo sai meglio di me che ho ragione.”

Franz non ascoltò la strana figura e dormì.

La notte seguente il musicista fu svegliato dall’Uomo in Armatura:

“Guarda, Anna sta uscendo da casa sua”

Anna era una ragazza molto bella, gioiosa e simpatica, al giovane Franz piaceva molto e ogni giorno provava a parlarle, ma l’Uomo in Armatura lo bloccava dicendogli quanto fosse brutto, sgradevole e inadatto a lei, così ogni volta finiva nella stessa maniera.

“Eccola lì! oggi devo parlarle.”

“Non farlo, lei ti disprezza, perché sprechi fiato con lei?”

Il giovane musicista ignorò l’Uomo in Armatura e si diresse verso di lei, ma proprio mentre stava per proferire parola, quell’individuo lo bloccò e gli tappò la bocca.

“ti ho detto che è inutile, basta provarci”

Franz restò lì fermo, senza reagire, quando un misterioso omino blu dalla faccia piangente sbucò per abbracciarlo e fece cadere Franz in un pianto disperato;

subito l’Uomo in Armatura si arrabbiò con l’Omino Blu e, accigliato, gli disse “cosa stai facendo? già i Berlinesi lo odiano, vuoi forse peggiorare le cose facendolo piangere davanti a tutti?! lo sai bene che la gente è benpensante al giorno d’oggi, basta piangere un po’ per essere bersagliato, Sciò! Non farti più vedere!”

“Non credi che abbia bisogno di me per riuscire a sfogarsi?”

“Chi ha bisogno di sfogarsi! io sono tutto ciò di cui ha bisogno, non rompere e va’ via!”

Così l’Omino Blu se ne andò piangente, non prima di aver proferito queste parole: “quel ragazzo avrà bisogno di me un giorno, fai un errore a cacciarmi via”.

L’Uomo in Armatura lo guardò schifato, forzò un sorriso sulla faccia di Franz e gli asciugò le lacrime dicendo: “Sù, prendi il tuo violino e va’ in giro, loro ti odiano, ma devi rallegrarli, poiché sei loro servo.”

Franz se ne andò in giro per Berlino a suonare, a cantare di quanto fosse divertente la vita e di quanto spensieratamente andasse vissuta; frotte di persone lo applaudivano, si sentivano voci di ragazze dire “Com’è bravo, vorrei sposarlo!” e addirittura alcune si fermavano per parlare con lui, ma l’Uomo in Armatura lo dissuadeva sussurrandogli: “Non dare retta a queste sgualdrine, ti detestano! l’unica ragione per cui vogliono parlarti è perché ne ricavano interesse, va’ via!”, il giovane musicista gli diede retta e se ne andò con un’espressione rassegnata in volto.

Arrivò vicino a casa di Anna, che stranamente lo stava aspettando;

con un magnifico sorriso sulle labbra, lei gli si avvicinò e gli disse: “sei davvero molto bravo a suonare, adoro la tua voce”, Franz era imbarazzato, non sapeva cosa dire; Anna, ragazza che aveva sempre amato, ma con cui non aveva mai avuto il coraggio di parlare se non con un saluto sbrigativo, gli stava parlando e diceva di adorarlo; tuttavia, proprio mentre aprì la bocca per parlare, giunse quel dannato Uomo in Armatura, che gli sussurrò malizioso: “Non darle corda, non dirle niente, ignorala! Lei ti detesta, sei sgradevole, lei non ti merita!”; detto questo, lo trascinò al posto in cui lui dormiva, mentre Anna lo guardava delusa e sconcertata pensando di aver sbagliato qualcosa; la ragazza entrò quindi in casa sua, non capendo che cosa avesse sbagliato e rimase a pensare a cosa fare, per poi ignorare tutto quanto e lasciar perdere il povero ragazzo.

Franz era invece stanco ed infuriato, non poteva permettere che la sua vita venisse comandata da un bifolco corazzato e riprese a parlare: “Io mi sono stufato! non puoi governare la mia vita! Via da quì, non voglio più vederti!”

“Senti senti, perché dovrei andarmene? tu non hai bisogno di nessuno, se non di me, se proprio sei stanco di me, perché non mi affronti, visto che sei così forte?”

Franz non seppe cosa rispondere, rimase immobile a piangere e a fissare il vuoto, pensava alla sua vita rovinata, alle sue occasioni sprecate, egli si sentì frustrato ed inutile, fu così che l’Omino Blu ricomparve per abbracciarlo, facendolo scoppiare in un pianto isterico che fece ridere a crepapelle l’Uomo in Armatura:

“Cosa fai tu? non ti avevo detto di andartene?”

“Non posso farlo, Franz ha bisogno di sfogarsi per andare avanti”

“Non ne ha bisogno, ti ho detto di andare via! Per quale motivo dovrebbe sfogarsi? Perché dovrebbe mostrare la sua frustrazione ad una società buonista come la nostra? Lui è solo un musicista e tale resterà, non farti più vedere.”

L’Omino Blu fu sconcertato a tal punto che non seppe ribattere, fu così costretto ad andarsene; la figura avanzò verso Franz, ridendo ancora, avvicinò la bocca dell’elmo e iniziò a divorarlo pezzo per pezzo, mentre lui ancora piangeva impotente.

A mano a mano che Franz veniva divorato, quel mondo colorato iniziò a spegnersi, tornando ad essere in bianco e nero, poco prima di abbandonare questo mondo, egli vide due parole stampate sull’armatura del suo carnefice in una lingua che non capiva; “Fear” e “Anxiety”; dopo di che, distrutto dai rimpianti, spirò.

   
 
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