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Autore: Alies    13/11/2018    4 recensioni
Dopo aver viaggiato nel tempo, Draco Malfoy si ritrova nel suo corpo da undicenne con tutti i ricordi degli scorsi diciasette anni. Usando le sue conoscenze decide di cambiare il passato. La sua prima missione: fare amicizia con Harry Potter. *Libro Primo della serie Riscritto nel Tempo*
Traduzione in italiano della fanfiction scritta da Scotland Evander
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Cap 2.  Incontrare il futuro a testa alta.

 

Dopo essersi ripreso dall'eccitazione che le pozioni avessero funzionato come promesso, Draco scoprì molte più nuove memorie di quante pensava di averne ottenute al suo arrivo. Rimuginava perplesso su questi nuovi ricordi e si chiedeva come mai avessero tutti a che fare con Atlanta Black. Lei era molto più attiva nella sua vita questa volta e diversa. Era molto meno raffinata. Inoltre Draco conosceva meglio Remus Lupin. Originariamente non aveva incontrato Lupin fino a quando al suo terzo anno l'uomo non era apparso per insegnare Difesa contro le Arti Oscure. Fu solo a sedici anni che collegò che l'insegnante privato di Atlanta, il signor Remus, era il suo ex insegnante.

Invece di incontrare i Black americani a una formale cerimonia di famiglia, come era accaduto prima, questa volta Draco conobbe Atlanta per le strade della Parigi magica quando aveva quattro anni, lei tre. Non si ricordava bene l'interazione, visto che  aveva quattro anni, ma sapeva che si era subito attaccato all'idea di essere amico della bambina a causa della reazione di sua madre verso di lei.

Invece di piacere all'istante a Narcissa Malfoy, come era successo nei primi ricordi di Draco, Atlanta non le è piaciuta da subito. Sua madre non si è affezionata alla bambina fino a che non accettò che Draco non avrebbe lasciato perdere e evitato di socializzare con la strega americana.

“Non capisco come Circa Hilderbatch abbia potuto chiamare sua figlia come quell'orribile donna che ha intrappolato Regulus” si era lamentata numerose volte Narcissa.

Draco, non avendo mai saputo perché Atlanta fosse stata chiamata così, si aggrappò a questa lamentela e iniziò a cercare un’altra Atlanta Black.

Trovò quest'altra Atlanta Black (Atlanta D. Black) in un vecchio giornale nell'attico della villa. Atlanta D. Black era scomparsa nel 1979, lo stesso giorno della scomparsa di Regulus Black. Entrambi furono dichiarati morti otto mesi dopo. Atlanta D. Black era inoltre la più giovane Maestra Creatrice di Incantesimi in due secoli, ottenendo l'eccellenza (master) sei mesi dopo essersi diplomata da Hogwarts. Non c'era niente su di lei prima del suo apprendistato al Quartier Generale dei Creatori di Incantesimi di Edimburgo nel 1977. Una AD Black aveva lavorato a molti libri pubblicati dopo il 1979 insieme a TR DeVinette. Una veloce occhiata su questo TR DeVinette si era dimostrata un vicolo cieco poiché, nonostante l'uomo fosse di bell'aspetto secondo la sua foto, era un eremita che non lasciava mai la sua casa e si rifiutava di pubblicare qualsiasi altra informazione oltre a quello che c'era nei suoi libri. Malgrado ciò era molto famoso e rispettato nella comunità magica viste le recensioni che Draco aveva trovato dei suoi libri.

Lui non aveva mai sentito di TR DeVinette, né di nessuno dei suoi libri più venduti. L'uomo aveva venduto più libri di Gilderoy Allock.

Atlanta D. Black non era in nessuno degli alberi genealogici dei Black, inglesi o americani. L'unica Atlanta Black apparsa nell'albero genealogico dei Black era Atlanta Siria Black, nata il 27 novembre 1980.

Draco aveva chiesto a sua madre di questa Atlanta D. Black dopo aver scoperto che erano andate a scuola insieme. Narcissa gli disse che la ragazza era un'orfana o una figlia illegittima molto probabilmente.

“Non era una vera Black eppure ne portava il nome come se lo fosse” storse il naso sua madre “e perché ti interessa? Quella donna è morta.”

Draco alzò le spalle, sapendo che era meglio lasciare perdere fino a quando non sarebbe andato a Hogwarts e avrebbe avuto maggiore accesso ad informazioni. Se la ragazza era andata a Hogwarts ci potrebbe essere qualcosa su di lei i biblioteca.

“Almeno la nostra Atlanta ha un appropriato secondo nome Black” borbottò sua madre “Dorothy è un nome così comune e disgustoso”.
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“Ora dobbiamo prendere i tuoi vestiti” disse Narcissa, lanciando una sguardo alla lista di Hogwarts nelle sue mani mentre i Malfoy e Atlanta (che questa volta era in visita per quel giorno) camminavano lungo Diagon Alley.

Lucius si corrucciò “Penso che farò un salto al Ministero.”

Narcissa sollevò lo sguardo sul marito stringendo gli occhi. Lucius venne lasciato a bocca aperta dalla sua occhiata raggelante e fece ammenda “Che ne dici se io e Atlanta andiamo a prendere i suoi libri e voi due prendete gli abiti?”

Nonostante a Lucius piacesse essere ben vestito, detestava andare a fare shopping per i suddetti vestiti.

“Prendo io Atlanta, caro. Tu vai a prendere i suoi libri, il calderone e gli ingredienti per pozioni.”

Lasciò al marito il foglio di pergamena che elencava tutto quello di cui Draco avrebbe avuto bisogno e afferrò le mani di Draco e Atlanta. Draco tirò via la mano dalla sua presa, ricordandosi cosa aveva detto l'altra volta quando lei aveva cercato di prendere la sua mano.

“Sono troppo grande per questo, Madre” scattò lui.

Atlanta continuò a tenere la mano di sua madre, canticchiando piano e facendo oscillare le loro mani intrecciate. Draco un po' si aspettava che sua madre lo notasse e la fermasse, ma lei non lo fece. Draco sentì un'ondata di gelosia all'agio tra le due.

“Continuo a dimenticarmene” disse sua madre “a undici anni si è veramente grandi”.

Draco annuì, raddrizzando la schiena in una posa che sapeva che lo faceva apparire come un cretino. Sua madre gli sorrise mentre entravano da Madama McClan: Abiti per Tutte le Occasioni. Draco si sedette e passò i successivi venti minuti annoiato, mentre che sua madre passava in rassegna fantasie, tessuti e altre cose. Atlanta si sedette affianco a lui dondolando le gambe avanti e indietro contro la sedia.

“Chi pensava che lo shopping fosse così noioso?” osservò lei.

Atlanta girò la sua sedia e si mise a guardare fuori dalla vetrina canticchiando una melodia sconosciuta. Questa era un'altra cosa completamente unica di questa Atlanta: stava sempre canticchiando o cantando.

Fino a quel momento il viaggio a Diagon Alley aveva seguito il copione della sua prima visita (salvo per la presenza di Atlanta). Sperava che sua madre si portasse via Atlanta ovunque fosse andata la prima volta in modo che lui fosse stato da solo quando sarebbe arrivato Harry Potter. Draco aveva pensato a lungo e profondamente a come raggiungere i suoi obiettivi ritornando al sé stesso di undici anni ed era giunto ad una conclusione: doveva avere Potter. E il modo migliore per avere Potter era raggiungerlo prima che lo facesse Weasley. Fortunatamente Draco aveva l'occasione perfetta.

“Draco, ti dispiace se Atlanta e io facciamo un salto in qualche altro negozio mentre ti prendono le misure? Ci ritroviamo da Ollivander tra un'ora” offrì Narcissa.

Draco le salutò con uno scatto del polso mentre saliva sulla piattaforma perché gli prendessero le misure. Non era lì sopra da molto tempo quando sentì aprire la porta con un tintinnare di campanelli. Madama Malkin chiese, “Hogwarts, caro?”

Il cuore gli accelerò. Sentì un crepitio nell'aria.

Era questo. Questo era quello che stava aspettando.

Draco si spostò un poco a sinistra e vide il bambino riflesso nello specchio. Potter era sorprendentemente piccolo, ma i disordinati capelli neri, gli occhiali e gli occhi verdi erano esattamente come li ricordava. Il ragazzo era sommerso da vestiti Babbani che sembravano almeno cinque volte troppo grandi per lui e sembrava timido.

Potter? Timido? Era stato timido l'altra volta?

Draco faticò duramente per trattenere lo sguardo arrabbiato lontano dalla sua faccia quando Madama McClan fece mettere il ragazzo di fianco a lui. I vestiti di Potter erano orribili. Sembravano provenire dal cestino di una qualche balena di bambino. Erano così grandi che Draco era sicuro che questo fosse il motivo per cui Potter appariva così piccolo e scheletrico. Si era abituato alla propria voce infantile e alla propria altezza, ma Potter sembrava fosse piccolo per essere stato chiuso in qualche posto stretto per troppo tempo.

Come se qualcuno potesse ficcare il Bambino che è Sopravvissuto in un ripostiglio. Draco sbuffò a quell'idea.

Madama McClan lanciò delle vesti nere di Hogwarts sopra a Potter e lo coprì, vestendolo esattamente come Draco. All'improvviso Potter aveva un aspetto normale, ma sembrava comunque più giovane di undici anni.

Draco prese un bel respiro. Il primo incontro era fondamentale. La prima volta Draco si era comportato come un bambino viziato, lamentandosi di cose che più tardi avrebbero portato Potter a rifiutarlo come alleato/amico e ad accogliere Weasel (N/T È un gioco di parole col cognome Weasley, che suona simile a “weasel”, donnola. Ho deciso di lasciarlo in inglese in quanto traducendolo perde effetto).

Questa volta non ci sarebbe stato nessun 'rifiutare Draco'.

“Ciao” disse Draco con esitazione. Potter girò un pochino la testa, sorpreso che gli si rivolgesse la parola. “Anche tu Hogwarts? Primo anno?”.

Siccome era molto più basso di Draco, Potter lo guardò attraverso la sua frangia nera. Draco notò lo scotch sugli occhiali neri e tondi e il fatto che Potter sembrava aperto al dialogo. La prima volta Draco era troppo pieno di sé per notare che aspetto avesse Potter, ma ora gli dava speranza.

“Emm, sì” fu la cortese risposta in una voce molto infantile. Draco si dovette controllare per non sembrare troppo scioccato.

Tutta questa situazione era surreale.

“Anche io. Sono Malfoy, Draco Malfoy” disse Draco, presentandosi in quel modo che faceva sempre ridacchiare Atlanta. Draco non aveva idea del perché. Come allungò la mano verso Potter avvertì uno strano senso di deja vu almeno finché non notò che Potter stava sorridendo.

L'ultima volta Potter non aveva sorriso.

Potter si girò in modo da riuscire a stringere la mano di Draco mentre gli stavano fissando le vesti addosso la sua minuscola corporatura.

“Potter, Harry Potter” disse il ragazzo con un sorriso malizioso.

Il fatto che Harry Potter gli avesse stretto la mano stava rendendo Draco un po' troppo felice. Doveva controllarsi.

Un suono sorpreso dai loro piedi attirò l'attenzione di Potter. Si allontanò, facendo ricadere la mano. Draco non si perse le sopracciglia corrucciate di Potter mentre adocchiava la strega che gli riempiva la divisa di spilli. Nonostante Draco sapesse che Potter detestava la sua fama questo non lo fermava dall'essere ossessivamente rancoroso e geloso. Si sentiva ancora un po' geloso, ma fare una questione importante  del fatto che Harry fosse Harry Potter non gli avrebbe fatto guadagnare nessun punto.

La cosa più importante per Harry Potter a undici anni era: essere solo un altro ragazzo.

“Piacere di conoscerti, Potter” disse Draco stando attento a non sembrare troppo rigido e serioso. Harry Potter gli rispose con un sorriso timido. Era chiaro che non aveva idea di come procedere, ora che aveva rivelato di essere Harry Potter. Draco deglutì. “Quindi, sei emozionato di iniziare Hogwarts? Desidero andarci da che mi ricordi”.

“Davvero?” chiese Potter, prima eccitato, poi improvvisamente imbarazzato. “Io, ecco, io non sapevo di Hogwarts prima di ieri notte”.

Draco sollevò di scatto le sopracciglia. Quello era un nuovo pezzetto di informazioni. Malgrado Draco sapesse bene che Harry Potter era cresciuto con Babbani, non aveva realizzato che i Babbani avevano mancato di dirgli qualsiasi cosa di una certa importanza.

“Quindi sei stato cresciuto dai Babbani?” iniziò Draco.

“Sì, è così” Potter sembrò restringersi su se stesso.

“E non te l'hanno mai detto? Mai?”

Draco era sinceramente curioso. La prima volta non si era preoccupato di conoscere il vero Harry Potter. Conosceva solo il famoso Potter, quello che lui derideva, scherniva e bullizzava. E in quel primo incontro era troppo impegnato a darsi delle arie e a comportarsi come un egocentrico cretino per chiedere di niente se non che Potter non fosse un Nato Babbano.

Si accorse che Potter non aveva risposto, Draco abbassò lo sguardo per scoprire che Potter stava guardando torvo il pavimento.

“No”

“Ma lo sapevano, giusto? Nel senso, sei stato lasciato con loro quindi sono sicuro che qualcuno gli abbia detto che sei un mago, giusto?”

“Sì- Aspetta, come sai che sono stato lasciato con loro?” chiese Potter alzando lo sguardo, con le sopracciglia corrucciate per la confusione.

“Io ho, be, ho sentito parlare di te. Tutti lo sanno. Sei piuttosto famoso nel nostro mondo. Te ne sarai accorto, vero?”

Lo sguardo imbarazzato era tornato. “Sì. L'ho notato. Io... be, un sacco di persone al Paiolo Magico mi volevano stringere la mano. E no so neppure il perché?”.

Draco si accigliò. “Niente?”

Potter scosse la testa, tornando a fissarsi i piedi.

“Suppongo che le persone possano essere un poco insensibili. Essere famoso per qualcosa che nemmeno ricordi. E tutti che costantemente ti ricordano che se sei famoso per, be...” Draco si fermò un momento, facendo marcia indietro. “Suppongo di non essere molto meglio. Le mie scuse”.

La testa di Potter si risollevò di scatto. I suoi occhi assurdamente grandi si spalancarono e disse, “No. No, emm, va bene. Tu sei... piuttosto cortese e meglio di tutte le altre persone che ho incontrato. È solo... loro volevano stringermi la mano e ringraziarmi. Era... strano. Erano... un po' esagerati”.

Draco annuì comprendendo quanto potrebbe essere imbarazzante.

Perché mai la persona mandata da Hogwarts non aveva preparato il povero bambino? L'aveva solo portato in un pub popolare e non l'aveva preparato per il pubblico? Quale idiota l'ha fatto?

“Non sei obbligato a rispondere, ma con chi hai vissuto?”

“La sorella di mia madre e suo marito”.

Draco sollevò un sopracciglio biondo. “La sorella di tua madre deve aver saputo che

eri un mago, giusto?”

Potter allontanò lo sguardo e fissò la strega che era impegnata a riempirgli di spilli il bordo della veste.

“Mi hanno detto che erano stati uccisi in un incidente d'auto”.

Draco si arrovellò su cosa fosse un'auto. Qualcosa che evidentemente aveva incidenti. Dopo che Draco stette in silenzio per un po' troppo tempo, Potter alzò lo sguardo. Un leggero divertimento gli attraversò lo sguardo per un momento quando notò l'espressione di Draco.

“Le auto sono delle cose che i Babbani usano per andarsene in giro? Nelle strade?”

Offrì Potter “I maghi non usano auto?”.

Draco scosse la testa “Non ne abbiamo bisogno”.

Prima che Potter potesse chiedere Draco lo ragguagliò su tutti i mezzi di spostamento magici, dalle scope alla Metropolvere. Nel momento in cui finì, Madama McClan si alzò da dove era inginocchiata mentre sistemava la veste di Harry e gli disse che aveva finito. Togliendosi la veste facendola passare sopra la testa Harry si incupì fissando Draco.

“Perché non hai ancora finito?”

“Mia madre mi sta prendendo un nuovo guardaroba per la scuola. Sai, vestiti informali, vestiti eleganti,” disse Draco mentre gli toglievano le vesti scolastiche e gli  infilavano quelle per tutti i giorni. “Non vuoi andare in giro con le tue vesti scolastiche nei weekend, vero?”

Draco tentò di trattenere la propria voce dal mostrare disprezzo. Evidentemente l'aveva fatto perché sembrava che Potter stesse contemplando qualche idea. Si infilò la mano in tasca e Draco notò per la prima volta che conteneva un sacco di oro. Mordicchiandosi il labbro Potter si girò verso Madama McClan e le chiese quante altre vesti gli avrebbe potuto preparare oltre quelle scolastiche. Poi le chiese anche di altri tipi di vestiti e ciò fece fare un salto a Madama McClan e la fece correre via, per poi tornare indietro con foto di pantaloni, magliette e altri tipi di vestiti Babbani. Draco osservò attentamente Potter: i suoi occhi si erano illuminati.

Evidentemente Potter era al corrente di sembrare un sacco di patate in quei vestiti troppo grandi.

Potter saltò di nuovo sul piedistallo e Madama McClan iniziò nuovamente a prendergli le misure con allegria. Draco si lanciò in una spiegazione di cosa fosse la Materializzazione. Draco finì prima di Potter, ma rimase al suo fianco spiegandogli cose. Tante più domande Potter faceva tanto più entusiasta diventava e Draco si accorse che il timido, titubante guscio si crepava e appariva il vero Harry Potter.

Il vero Harry Potter che stava spuntando fuori mentre Draco gli stava affianco non era quello che lui si aspettava. Questo Harry Potter non era noioso, non aveva un ego gonfiato, né era arrabbiato e rancoroso come il Potter con cui lui aveva avuto a che fare gli anni passati.

Chiaramente questo Potter non odiava il suo modo di fare. D'altra parte anche Draco era diverso.

Dopo che le streghe ebbero finito con Harry, gli dissero di aspettare dieci minuti che le cose che aveva comprato fossero pronte. Draco girovagò verso l'entrata del negozio con Harry che lo seguiva.

“Hai già preso la tua bacchetta?” chiese Draco.

Per quanto volesse soffocare quella sensazione gorgogliante dentro di lui non ci riusciva. Gli piaceva questo Harry. Non poteva non piacergli Harry. Era difficile. Draco aveva sempre creduto a tutto quello che il Professor Piton gli aveva sempre detto su Potter.

Ovviamente il Professor Piton non conosceva Harry. Questo Harry, almeno.

“No, tu?”

Harry tirò fuori il suo borsellino e contò i galeoni per Madama McClan, Draco cercò di trattenersi dal parlare, visto che Harry aveva chiaramente imparato a usare le monete dei maghi nelle poche ore in cui era stato a Diagon Alley. Era la prima cosa su cui non lo aveva visto fare domande. Molti Nati Babbani avevano tanta difficoltà con la valuta dei maghi quanto i maghi con quella Babbana.

“No. Dovrei incontrarmi con mia madre e mia cugina da Ollivander come finisco qui. Vorresti venire anche tu?”

“Oh,” disse Harry un po' inebetito. “Dovrei... oh, Hagrid!”

L'intero volto di Harry si illuminò in un enorme sorriso. Draco si girò e vide il mezzo gigante davanti alla vetrina del negozio, teneva in mano due coni gelato. Draco si ricordò di aver già visto Hagrid durante il suo primo incontro con Potter e di aver fatto quello che ora sapeva essere un grave errore: insultare Hagrid.

Draco seguì Harry, non volendolo lasciare andare via.

“Eccoti qui, 'arry!” salutò Hagrid, allungando un cono a Harry. Harry lo prese, girandosi verso Draco. Hagrid notò Draco per la prima volta. “Chi è il tuo amico?”

“Grazie” disse Harry osservando ad occhi spalancati il gelato; non era neanche un cono molto grande, ma dalla sua espressione pareva fosse Natale. “Oh, questo è il mio amico Draco”.

Delle sensazioni calde e frastornanti si diffusero in lui alla parola 'amico'. Il rifiuto che Potter gli aveva riservato la prima volta aveva bruciato. Nessuno respingeva Draco perché lui era un tronfio bastardo che pensava che il mondo girasse attorno alla sua grossa testa.

Nessuno tranne Harry Sfregiato Potter.

Ma non questa volta.

Non poteva fare a meno di sentirsi un po' compiaciuto.

“Draco, questo è Hagrid. È il Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts. Mi ha portato qui per prendere le mie cose per la scuole.” disse Harry chiaramente elettrizzato.

La scuola aveva mandato Hagrid per introdurre Harry al mondo magico? Avevano per caso assunto alcune di quelle droghe Babbane che fanno uscire di testa? Non avrebbe avuto più senso qualcuno come, diciamo, la McGranitt?

“È un piacere conoscerla” disse Draco fluidamente, allungando la mano verso Hagrid.

Hagrid sembrava alquanto confuso. Draco riuscì a mantenere un'espressione tranquilla mentre l'enorme mano dell'uomo stringeva la sua e quasi lo buttava giù.

“Comincerai Hogwarts con 'arry quest'anno?”

“È così, signore”

“Ah, non chiamarmi signore. Va bene Hagrid”.

“Va bene... Hagrid” disse Draco riuscendo in qualche modo a tirare fuori le parole. Non si era mai rivolto al mezzo gigante chiamandolo per nome. Cercò di rimanere cortese, ma era difficile visto che i suoi sentimenti verso l'uomo non erano cambiati come quelli nei confronti di Harry Potter avevano chiaramente fatto. Draco lo trovava ancora un poco tardo.

Harry stava emozionalmente a raccontando la loro discussione all'interno del negozio ad Hagrid e questi iniziò a lanciare occhiate preoccupate a Draco.

“Possiamo andare al negozio di bacchette?” chiese cortesemente Harry. “È dove sta andando Draco e ha chiesto e posso andare con lui”.

Draco guardò leggermente Hagrid. Sembrava che ci stesse pensando molto seriamente, combattuto tra il fatto che Harry aveva trovato Draco Malfoy e il vedere quanto Harry fosse felice. Solo un imbecille non avrebbe realizzato che il ragazzo era raramente felice per qualcosa.

Orgoglio e gioia filtrarono nuovamente dentro Draco. Era di nuovo fortunato.

“Be, ok. Suppongo che lo potremmo fare. Camminerò con voi e poi... be, penso che ti prenderò un animale. Come regalo” dichiarò Hagrid contento.

“Cosa? No...”

“Ah, nessun problema. Verrò con voi” disse Hagrid spingendo leggermente Harry.

O leggermente per lui, infatti Harry inciampò verso Draco, che lo afferrò e rimise in piedi. Il gruppo camminava lungo la via verso il negozio di bacchette. Le dita di Draco iniziarono a formicolare. Gli mancava la sua bacchetta. L'ultima volta che aveva visto la sua bacchetta era nelle mani di Potter. E funzionava sorprendentemente bene per Potter. Flettendo le dita, Draco sbirciò verso Harry che stava guardandosi attorno come se stesse cercando di scoprire tutti i luoghi di Diagon Alley in un solo istante. Quegli impressionanti occhi verdi gli sarebbero usciti dalla testa da un momento all'altro.

Harry iniziò a fare domande a cui Draco rispose con impazienza. Stava guardando la via con occhi nuovi: con gli occhi di Harry. Era diverso dal suo solito modo di fare infatti prima era solito marciare con un'aria di superiorità quando camminava per quelle strade. Lui era un Malfoy, destinato a grandi cose e la maggior parte delle persone che passavano di lì non erano degne della sporcizia sotto le sue scarpe.

Ora era diverso, Draco era cambiato. Le cose di cui era fermamente convinto a undici anni ora erano in frantumi. La sua fiducia in suo padre era disintegrata. Le sue convinzioni verso la questione Purosangue e non erano cavolate. Il sangue non era importante. L'unica cosa importante era essere magici, l’unica cosa era che ti era concesso usare la magia. Non importava da dove si venisse. Suo padre aveva torto e Draco sperava di riuscire a indirizzarlo verso un sentiero meno violento. Tuttavia stava iniziando a credere che non sarebbe mai riuscito a cambiare il punto di vista di suo padre. La prima volta che aveva menzionato qualcosa del genere da quando aveva girato indietro l'orologio suo padre per poco non lo decapitava.

Draco lanciò uno sguardo verso Harry e si stupì quando realizzò che si stava divertendo. Draco stava sorridendo. Sorridendo sinceramente e le reazioni di Harry lo divertivano. Lasciava che il suo stupore e la sua meraviglia si mostrassero sul suo viso. E continuava a sorridere a Draco, aveva un'espressione che Draco aveva visto solo rivolta verso il Weasel.

Draco ricambiò il sorriso e continuò a rispondere alle domande.



N/T Alla fine ho aggiornato prima del previsto. Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a seguire questa mia traduzione. 
Arrivederci al prossimo capitolo!

  
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