Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Siranne    13/11/2018    3 recensioni
[SPOILER DAGLI ULTIMI CAPITOLI DEL MANGA]
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Nikolo fa parte delle truppe marleyane arrivate per distruggere la minaccia di Paradis. Nulla va come previsto.
Dal testo: "Non capiva perché, ma doveva ammettere che purtroppo sentiva una certa simpatia per quella ragazza, per i suoi modi strani e per tutti i complimenti che gli faceva e indugiare in certi pensieri sugli eldiani era sbagliato, passare del tempo con lei era sbagliato e pericoloso."
[NikoSasha]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conny Springer, Jean Kirshtein, Sasha Braus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: tra i vari personaggi conosciuti, ritroverete nel testo un certo Martin. Sappiate che è il nome che mi sono inventata per il tizio che lavora con Nikolo al ristorante (quello che fa il cameriere). Se un giorno Isayama gli darà un nome, sarò ben felice di correggere^^

Oltreoceano

I

 

Non era questo ciò che si aspettava quando era partito da Marley. Era stato mandato in avanscoperta e appena aveva messo piede sulla costa pensò che fosse tutto tranquillo. Il suo cuore era calmo, quegli animali stavano rinchiusi in Mura che si trovavano a chilometri di distanza da quella costa e per questo non si aspettava che una piccola figura uscisse furtiva all'improvviso per puntargli una spada contro. Nikolo si sarebbe messo a ridere vedendo quel nanetto che cercava di mettersi contro di lui, ma imparò ben presto la lezione. L'uomo basso lo aveva disarmato prima che potesse persino accorgersene.
Un altro diavolo si era avvicinato, una persona più alta con un paio di occhiali ed un occhio bendato. Lei aveva spiccicato qualche parola e lo aveva preso con sé. Preferiva morire piuttosto che essere usato come ostaggio.
Una creature enorme emerse dalle acque e prese la nave per portarla a riva per permettere a quello che era il loro Comandante di invitarli a prendere un tè. Sarebbe stato disposto a morire per salvare la vita ai suoi compagni ed evitare di diventare un loro ostaggio, ma in quella nave vi erano dei traditori che uccisero il loro superiore e si arresero ai diavoli.
Si aspettava di raggiungere l'isola dei diavoli, fare la sua parte da buon soldato marleyano e poi tornarsene a casa, con tutti gli onori e invece era stato preso come ostaggio insieme a tutti i suoi compagni. Chissà cosa avrebbero fatto quei diavoli. Li avrebbero torturati? Seviziati? Costretti ai lavori forzati?
 
***
 
Pulire le cozze non era tra le sue attività preferite. Doveva perdere molto tempo e faticare molto per togliere lo sporco.
"Perché maledizione?"
Il coltello cercava di rimuovere le incrostazioni sul guscio nero. Si voltò per guardare i gamberi che giacevano sul tavolo alle sue spalle. Pure quelli aspettavano una bella pulizia...
Nikolo aveva imparato a cucinare da soldato, ma a quanto dicevano gli altri lui aveva un particolare talento e spesso i suoi commilitoni gli chiedevano di cucinare. Non era la sua attività preferita, ma a volte li accontentava. Adesso invece era l’unica attività che gli era consentita fare.
Dopo aver pulito tutto il pesce e averlo cucinato, aveva apparecchiato un lungo tavolo e servito alcuni piatti. Mancava solo lo stufato di polpo. Bisognava mescolarlo con pazienza e questa era una delle cose più noiose in assoluto.
"È cibo questo?"
Nikolo sentì una voce alle sue spalle.
"Questa roba è commestibile?" chiese un altro.
Riconobbe alcuni diavoli accompagnati da Yelena.
"È la prima volta che mangiate il pesce?" chiese Yelena, "Nikolo è un maestro della cucina marleyana."
Nikolo tirò un lungo sospiro. Per l'ennesima volta si chiese perché cavolo stava cucinando in quella dannata isola.
Si voltò per farglielo capire chiaro e tondo, "Voi Eldiani siete liberi di non mangiare. Perché dovrei volere che voi..."
Il diavolo col codino che stava fissando il tavolo scattò in avanti e si buttò su un'aragosta. Gli altri due eldiani cercarono di fermarla, ma lei continuava imperterrita ad addentare un'aragosta a mani nude.
Sollevò il volto, era in lacrime, le mani che reggevano l’aragosta tranciata in due.
"Nikolo!" bofonchiò con la bocca piena, "Tu sei un genio!" .
Non seppe spiegarsi cosa successe in quell'istante. Si sentì in imbarazzo. Nessuno aveva mai detto che era un genio. E nessuno aveva mai mangiato i suoi piatti con così tanta passione.
 
***
 
Il giorno seguente le servì una zuppa con polpo e vongole. Non perché voleva cucinare apposta per lei, niente affatto. Si era semplicemente offerta volontaria di assaggiare i piatti per darne un giudizio.
Guardava il piatto con adorazione. Afferrò il cucchiaio e lo affondò. Prese una generosa quantità di zuppa e se lo portò alla bocca. All’improvviso le sue guance si arrossarono e ne prese un’altra cucchiaiata. Con la bocca piena e gli occhi brillanti, lo sommerse di complimenti.
Dal momento che le piaceva così tanto, gliene diede due altre porzioni. Doveva solo assaggiare in fondo. Gli serviva che quell’eldiana provasse i suoi piatti. Aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse che il suo piatto andava bene e poteva essere servito. Solo per questo. Nessun altro motivo.
 
*** 
 
Nikolo stava andando a buttare gli scarti del pesce che già puzzavano in maniera insopportabile. Notò due figure a cavallo. La luce del tardo pomeriggio non gli fece intuire subito di chi si trattasse. Degli eldiani di sicuro, a loro non era concesso avere dei cavalli.
Quando raggiunse i bidoni e li aprì per buttare la spazzatura, rivolse un ultimo sguardo annoiato agli eldiani, ma se ne pentì subito. Era lei. La riconobbe.
Anche lei lo riconobbe e fece un cenno al suo compagno. Riconobbe anche l’altro, era il tizio rosso con un ciuffo a forma di ventola. Lui filò via al galoppo, lei si avvicinò verso i bidoni.
“Anche oggi sei stato spettacolare!” disse, appena lo raggiunse.
Non sapeva cosa risponderle e poi era meglio non dare alcuna confidenza ai diavoli.
Bofonchiò un grazie tra i denti.
“Non vedo l’ora di vedere cosa farai domani a pranzo. Ci vediamo!”
Ritornò sui suoi passi, forse per raggiungere l’altro che era andato via. Lei era nella sua alta uniforme, le lunghe gambe fasciate nei loro pantaloni bianchi e circondate dalle cinghie che gli eldiani usavano. Immaginò che quelle cosce, invece di stringere il dorso del cavallo, stringessero i suoi fianchi. Che quel lento dondolio provocato dall’andatura dell’animale, fosse un movimento deciso e controllato da lei, che gli permettesse con calma straziante di affondare nel suo corpo.
Nikolo.
Che la bocca di lei, invece che limitarsi ad assaporare i cibi fatti con le sue mani, andasse oltre.
Nikolo.
A volte avrebbe voluto essere uno di quei piatti lei adorava. Se solo avesse rivolto un po’ dell’attenzione che rivolgeva al suo cibo a lui allora…
Se fosse stato possibile, avrebbe assaporato le sua labbra con la stessa passione con cui lei divorava la sua zuppa di pesce.
“Nikolo!”
Si voltò di scatto, come se l’avessero beccato a rubare e si rese conto della presenza di uno dei suoi compagni di sventura.
“Ti sei incantato?”
“Come?”
Martin aggrottò le sopracciglia, “Ti senti male?”
“No, perché?” rispose Nikolo grattandosi la testa, “Ero solo un attimo… sovrappensiero.”
Martin tirò un lungo sospiro e gli si accostò, “Nikolo, lo sai, vero?” gli diede una pacca sulla spalla, “Se a Marley ti avessero visto fissare un’eldiana in quel modo…”
Lo sapeva, fin troppo bene. E infatti quello che aveva pensato poco fa riguardo quel diavolo era, era… a dir poco deviato.
“Non la stavo fissando, infatti. Pensi che io possa avere certe fantasie ripugnanti.”
“E cosa la guardavi a fare, allora?”
“Per il cavallo. Se riuscissimo ad averne uno, potremmo scappare via.”
“A meno che i diavoli non hanno insegnato ai cavalli a nuotare, la vedo abbastanza difficile.”
Martin gli diede un’altra pacca prima di andare via, “Evita problemi inutili, te lo dico da amico.”
 
***
 
Non era colpa sua se i piatti di Sasha erano un po’ più sostanziosi di quelli degli altri. Lei li apprezzava molto di più dei suoi commilitoni quindi era normale che ne desse di più a lei. Solo per questo…
Un giorno la ragazza eldiana apparve nelle cucine, chiedendogli di cucinarle di nuovo un piatto che aveva servito il giorno precedente a pranzo.
“Gli spaghetti con le vongole?”
“Sì, sì, esatto! So che sei molto impegnato e mi dispiace darti questo impiccio, ma se potessi farlo te ne sarei davvero molto grata”, disse con le mani giunte come se stesse facendo una preghiera.
“Va bene”, gli sfuggì dalle labbra prima che potesse accorgersene.
“Davvero?!”
“Ehm…”, ormai non poteva più tornare indietro, “Poi ti faccio sapere quando è pronto.”
“Oh non ce ne è bisogno, ti aiuto!” disse avvicinandosi al ripiano in cui teneva il pane.
“Come?”
Sasha allungò svelta una mano per prendere un panino. Nikolo avrebbe dovuto fermarla, ma ormai si era abituato a vederla rubacchiare del cibo e lei non si sforzava nemmeno più di nascondere i furti.
“Guarda che so cucinare anch’io”, disse mentre prendeva un pezzo di pane con i denti.
“Ma…” una stilettata di panico risuonò nel suo petto. Non capiva perché, ma doveva ammettere che purtroppo sentiva una certa simpatia per quella ragazza, per i suoi modi strani e per tutti i complimenti che gli faceva e indugiare in certi pensieri sugli eldiani era sbagliato, passare del tempo con lei era sbagliato e pericoloso, “No.”
“Come no? Davvero, posso aiut-”
“Non voglio cucinare con un eldiano.”
Avrebbe voluto dirlo con più decisione, come un buon marleyano avrebbe fatto, come faceva lui stesso prima di rammollirsi. Ma gli uscì un tono incerto ed esitante.
Il sorriso che le inondava il viso si spense. Il volto si scurì, sembrava quasi un’altra persona.
“E quindi la pensi ancora così?”
Lasciò il pane mezzo masticato sul tavolo e andò via.
 
*** 

“Maledizione”, mormorò a mezza voce. Stava ultimando una Sacher, una delle torte più buone al mondo. Era quasi pronta, mancava solo la copertura con la crema al cioccolato.
La cucina senza di lei era vuota e triste, persino più noiosa di quando cucinava solo per gli altri soldati e non per lei.
Lei. Lei, lei, lei, lei.
“Maledizione”, mormorò ancora.
In quanto prigioniero di guerra non poteva muoversi liberamente e se lei non veniva di sua spontanea volontà, rischiava di dover buttare via la torta.
Quel giorno era stato fortunato però. Uno dei soldati eldiani era venuto per prendere nota delle cose da comprare per la cucina.
“Jean.”
Il ragazzo si voltò, ma il suo sguardo scivolò verso il vassoio che teneva tra le mani.
“Puoi portarla…”
“Uhm?”
“A Sasha.”
“A Sasha?” Jean lo guardò confuso, “Di solito passa un sacco di tempo nelle cucine.”
“No, non viene più”, mormorò.
“Sasha che si rifiuta di passare il tempo libero con il cibo?” fece una breve risata, “Impossibile.”
“Per favore portagliela.”
“Mi sembravate amici fino a poco fa. Che hai combinato?”
La verità era che Nikolo si vergognava per quello che le aveva detto. Ma allo stesso tempo si vergognava per provare vergogna. Per un marleyano è normale dire quelle cose, perché è così che fanno tutti. Adesso invece non gli sembrava più normale. Era giusta questa impressione? Chiunque a Marley, se lo avesse saputo, gli avrebbe detto che era uno sciocco deviato dai diavoli. Ma adesso non era a Marley e l’unica cosa che contava era che si sentiva una merda per averla offesa.
“Niente io ho solo…”
“Ah sì”, disse Jean annuendo, “Avrai sparato le tue cazzate sugli eldiani.”
“Non sono caz-“
“Se non sono cazzate allora perché cucini per lei?” chiese, guardandolo quasi con disprezzo.
Perché, maledizione?
“Non c’entra…”
“Non sono scemo, Nikolo. Lo vedo che arrossisci come un ragazzino quando lei si rivolge a te.”
“Non è vero! Io…”
“Lo stai facendo anche ora, idiota!”
Non sentiva di avere la forza necessaria per negare ancora, ma nemmeno quella per ammetterlo, “Tu stai fraintendendo.”
“Se ti facciamo tanto schifo, allora evita di innamorarti di uno di noi, coglione!”
Nikolo vide il movimento delle sue braccia e pensava che stesse per colpirlo, ma invece prese il vassoio e glielo strappò dalle mani.
“Lo faccio solo perché a Sasha piacerà la torta.”
Si sentì uno stupido, come mai in vita sua.
 
***

L’acqua fredda gli faceva venire i brividi, ma doveva pulire quelle pentole e prima finiva meglio era.
“La faccia di cavallo mi ha portato la torta.”
“Sa-sasha!” per l’emozione, la pentola che aveva in mano gli scivolò risuonando per terra.
Non pensava di rivederla, non così presto.
“Ormai lo sai, vero? Che noi non siamo come vi hanno insegnato a Marley?”
Era difficile ammetterlo. Quando aveva messo piede su Paradis e aveva visto quel mostro caricarsi sulle spalle la sua nave come se fosse stato uno scatolone vuoto, aveva pensato che non c’era alcun dubbio sulla malvagità di quei diavoli. Ma Sasha… anche Jean e Connie non erano male, in fin dei conti. Armin e Mikasa erano gentili. Persino il Comandante e il signore basso non sembravano poi così terribili come gli erano parsi il primo istante in cui li aveva incontrati.
Tutte queste persone, secondo quanto gli era stato insegnato, erano una massa uniforme di creature diaboliche e deviate. Invece, con sua sorpresa, aveva trovato individui diversi gli uni dagli altri e speciali a modo loro. Sembrava quasi che tra eldiani e marleyani non vi fosse alcuna differenza.
“Ormai non stai combattendo una guerra. Non sei più un soldato Nikolo, sei un cuoco. Forse io mangio in modo diverso dai marleyani? Eppure mi pare che anche loro mangiano con la bocca.”
Voleva dirle che lei mangiava come nessuno al mondo, ma riuscì solo ad annuire, “Hai ragione… mi dispiace.”
“Grazie per la torta comunque. Non ho mai mangiato niente di simile”, disse e fece per andare via.
“No, aspetta!”
Sasha si voltò, “Ti prego, resta e cucina con me. Sarebbe un onore se tu volessi…”
Oh.
Nikolo rivide il suo sorriso. Aveva una possibilità di rimediare alla sua debolezza? Se c’era mai stata, l’aveva definitivamente persa in quell’istante.
Maledizione.
“Va bene!” disse Sasha.
 
***

Nikolo sollevò la stoffa per controllare a che punto fosse la lievitazione. Era perfetta. Prese l’impasto e lo lavorò fino ad ottenere la giusta forma, mise gli ingredienti e infornò.
Dopo qualche tempo, vide una testa castana fare capolino. Era lei.
“Che cos’è questo odore?”
Nikolo sorrise, “È una sorpresa, voglio proprio vedere che faccia farai.”
Sasha annusò di nuovo l’aria, “Non è un dolce.”
“No, ma è uno dei piatti più amati in assoluto. È il mio preferito tra l’altro.”
Cucinare per lei, farle provare nuovi sapori, osservare le sue reazioni, era la cosa più bella che gli fosse mai capitata nella vita.
Aveva ragione. Non era più un soldato, forse non lo era mai davvero stato. Era un cuoco, per lei.
Tirò fuori la pietanza e Sasha la guardò confuso.
“Sembra sottile.”
“Lo è”, Nikolo cacciò un coltello e incise la pietanza per farne quattro tranci.
Sasha prese una fetta, ma la mozzarella filante la costrinse a prendere la fetta accanto con l’altra mano. La addentò.
“Mmmh, per le Mura di Maria, Rose e Sina… ma cos’è?”
“Ti piace? Si chiama pizza.”
“Se mi piace? Non ho mai mangiato nulla di simile. Lo so, l’ho già detto mille volte, ma tu sei un genio e pure questo l’ho detto mille volte.”
Nikolo si sedette accanto a lei, “Puoi dirmelo tutte le volte che vuoi.”
“Non ho mai mangiato nulla di simile e tu sei un genio!” disse appena finì di ingoiare i due tranci.
Era così concentrato a guardarla mangiare che non si era accorto della presenza di Jean e Connie.
“Oh, Nikolo!” disse Connie, “E quindi è proprio cotto!”
“Te l’avevo detto che è cotto, fin troppo cotto, tra poco diventerà carbonella.”
Nikolo si alzò in piedi, in preda al panico, “C-che volete voi due?”
Guardò terrorizzato Sasha che si era voltata verso i due ragazzi.
“Ma che cosa dite? È cotto alla perfezione.”
Per fortuna lei pensava che stessero parlando del cibo, “Hai ragione Sasha, è proprio così”, disse annuendo con forza.
“Vedi, Jean, lo ammette pure lui che è cotto a puntino.”
“Ragazzi, per favore…”
“E quando cucini per noi due, eh?”
“Vi farò tutto quello che volete, ve lo giuro, ma smettetela.”
 
***
 
Sasha stava partendo. Sarebbe mancata un mese per andare a trovare suo padre. Era solo un mese eppure pensare che per trenta giorni non avrebbe potuto vederla, starle vicino, parlarle lo faceva stare male. Nikolo non aveva potuto evitare di cucinarle un pan di spagna al cioccolato da mangiare durante il viaggio.
Lei ne mangiò metà già lì nella cucina, l’altra metà avrebbe cercato di conservarla per farla assaggiare al padre.
“Se avevi intenzione di portare qualcosa a tuo padre, avrei cucinato qualcosa di più originale.”
Doveva ammettere che aveva una certa curiosità verso la sua famiglia, spesso gli aveva parlato del padre e dei tanti fratelli che i suoi genitori avevano adottato. Magari un giorno li avrebbe conosciuti, chissà magari già sapevano dell'esistenza del cuoco marleyano, magari avrebbe parlato di lui con loro.
Lei scosse la testa, “No, va benissimo, non preoccuparti.”
Connie si affacciò per qualche istante dalla porta della cucina, “Hai finito di strafogarti? I cavalli sono pronti.”
“Sì, arrivo.”
Sasha incartò quello che era rimasto. Guardò Nikolo qualche istante, “Ci vediamo, allora.”
“Sì, divertiti… voglio dire, insomma... passa un bel mese.”
Sasha posò l’incarto col pan di spagna sul tavolo e si avvicinò a lui per abbracciarlo, “Mi mancherà la tua cucina.”
Sentire il suo corpo così vicino, il suo respiro che sfiorava il collo, il seno morbido contro il suo petto, stringerla e indugiare con le mani sulla sua schiena, gli fece girare la testa.
Sasha si allontanò il tanto che bastava per guardarlo in volto, “Ci vediamo presto”, disse e lo baciò sull’angolo delle labbra con la leggerezza di una farfalla.
Nikolo si ritrovò paralizzato e incapace di risponderle. La vide sfilare via con il suo pan di spagna. Rimase impalato a lungo, chiedendosi se quello era solo un bacio sulla guancia finito male, anzi benissimo, o se voleva fargli capire che… anche lei… ma quindi se ne era accorta? Era così evidente?
“Mi ha baciato…” mormorò al muro bianco che stava fissando.

 

Note dell’autrice: sì, sono sotto mille treni per questi due :( Mi era partita la ship già dal primo secondo in cui Nikolo era apparso, ma dopo l’ultimo capitolo, altro che partire, siamo proprio salpati verso l’oceano delle otp.
Mi ha incuriosito molto come Isayama abbia quasi reso canon questa coppia, quando ormai nessuno sperava più che potesse anche solo considerare i sentimenti amorosi.
La cosa ridicola è che io mi aspettavo di non riuscire mai e poi mai a scrivere fic di aot ambientate in canon con gente che fa robe sconce e invece guardate come un panel cambia tutto XD
Comunque ho voluto immaginare che i primi tempi della cotta di Nikolo siano stati “difficili”, perché per un marleyano provare certi sentimenti per un eldiano è vietato, una vergogna e tante altre belle cose (eh sì, la madre di Reiner avrebbe molto da dire riguardo questa cosa). Però Nikolo è un fiorellino, quindi i dissidi ideologici sono andati a farsi benedire. Sasha è altrettanto adorabile e molto intelligente a scegliersi un bel cuoco biondo come fidanzato.
È una storia divisa in due parti, spero di riuscire a pubblicare la parte conclusiva in tempi ragionevoli^^
Credo di essere la prima a pubblicare una NikoSasha su efp (wow mi sento importante ora), spero che presto questa coppia possa essere amata da sempre più persone :) (e che efp aggiunga Nikolo alla lista d
ei personaggi XD).
Alla prossima^^

 

   
 
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