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Autore: heliodor    13/11/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Limbo

 
Li portarono in una sala meno ampia della biblioteca, ma non somigliava a una prigione. A Roge diede l'impressione che fosse una specie di sgabuzzino, ma in quel momento vuoto.
Non c'erano sedie, né tavoli o finestre. E nemmeno una porta.
Le lame d'argento guidate da Deham si piazzarono nel corridoio. Il loro comandante entrò nella sala con Giray e un altro monaco più anziano che si trascinava a fatica.
"Basto io per questi due" disse Deham quando una delle lame si offrì di stare nella stanza.
Non sottovalutarmi, pensò Roge.
Non aveva smesso un solo istante di pensare come andarsene da lì.
Il monaco anziano si fermò davanti all'entrata e li scrutò entrambi da sotto le orbite cespugliose. "Prima di tutto, le presentazioni. Io sono Adas, il Gran Priore di Azgamoor. Quello con l'aria accigliata è Giray, uno dei miei consiglieri. E il gigante d'argento è Deham di Londolin, il comandante delle guardie della cittadella."
"Piacere di conoscervi" disse Roge scrutandoli con sospetto.
Adas si schiarì la gola. "Con chi abbiamo il piacere di parlare?"
"Io sono Elias Hele e questo è il mio amico Arman Merse."
"Che vi avevo detto, eccellenza?" scattò Giray rabbioso. "Si fanno beffe di noi."
"Non è vero" protestò Roge.
"Silenzio" disse Giray. "I vostri nomi sono falsi. Ci credete così stupidi da non sapere nemmeno che appartengono a dei personaggi di fantasia?"
Proprio nella cittadella dovevo trovare un appassionato della Stennig? Si chiese Roge.
Non aveva più senso usare quel trucco, ma forse poteva volgerlo a suo favore in qualche modo.
"Lo ammetto, è una bugia" disse chinando la testa.
"Visto?" fece Giray soddisfatto.
Adas annuì solenne. "Ora dicci il tuo vero nome."
"Sono Roge, principe di Valonde, terzogenito di re Andew e della regina Marget."
Giray esplose in una risata rauca. "Continua a prendersi gioco di noi, eccellenza. Posso suggerirvi di fargli tagliare la lingua? Credo che possa usare le mani per rendere piena confessione."
"Non sto mentendo" disse Roge guardando Adas.
Il Gran Priore annuì. "Credo che dica la verità, Giray."
"Vostra eccellenza..." cominciò a dire il monaco.
Adas alzò una mano e l'altro tacque. "Perché sei venuto qui alla cittadella, Roge di Valonde? È perché lo hai fatto in segreto?"
"Sono uno stregone e le vostre regole mi avrebbero impedito di entrare" disse Roge.
"Abbiamo le nostre ragioni" disse Adas. "Anche se io considero superata questa legge, non ho mai avuto la forza di abolirla. È uno dei miei tanti fallimenti" aggiunse con tono triste. "Tuttavia, tu e il tuo amico avete violato le nostre leggi."
"L'ho fatto per una giusta causa" disse Roge.
Giray rise. "Tutti i fuorilegge hanno sempre un buon motivo per compiere atti criminali."
"Io ho un buon motivo per essere qui" ribatté Roge.
"Sentiamolo" disse Adas.
Roge inspirò. "Sto cercando delle informazioni."
"Su cosa?"
"Il periodo subito successivo al regno di Harak."
"Il re Stregone?" fece Adas. "È solo una leggenda."
"Io credo che non lo sia."
"Cosa speri di scoprire su di lui?"
"È in quel periodo che nacque la profezia sulla venuta dell'eroe" disse Roge.
Adas annuì lento. "L'eroe, vero. Colui che verrà a raddrizzare i torti e riportare giustizia. Nato in una notte senza stelle, fuggirà dal suo castello per cercare la conoscenza proibita. Ma prima di essere consacrato come eroe, dovrà compiere tre sacrifici."
"Uno d'amore, uno di sangue e uno d'onore" completò la frase Roge.
"E sei venuto a cercare qui le informazioni su questo eroe? Nella cittadella di Azgamoor, il centro del culto dell'Unico?"
"Da qualche parte dovevo pur iniziare" disse Roge. "E so che qualcun altro ha già trovato qui delle informazioni sull'eroe della profezia."
Adas si accigliò. "Chi?"
"Un tuo confratello. Un monaco cieco di nome Sanzir."
Adas e Giray si scambiarono una rapida occhiata.
"Voi lo conoscete?" chiese Roge.
"Non gli dica niente, eccellenza" disse Giray.
Adas chinò la testa. Quando la rialzò i suoi occhi erano coperti da un velo di tristezza. "Quando e dove hai incontrato Sanzir?"
"A Krikor, non più di due lune fa" disse Roge.
"Dunque egli è vivo?"
"Era vivo l'ultima volta che l'ho visto."
Adas annuì grave. "Sapevamo, dalle poche informazioni che siamo riusciti a raccogliere sul suo conto, che era passato tra le file di Malag."
"Molti dei vostri monaci lo hanno fatto" disse Roge cercando di usare un tono che non la facesse sembrare un'accusa.
"È vero" ammise Adas. "Ma fanno parte di una setta sulla quale non abbiamo alcun controllo."
"Sanzir sosteneva che Malag fosse l'eroe profetizzato."
"La sua setta ha fatto della ricerca di questo eroe una ragione di vita. Hanno smesso di seguire la strada tracciata dall'Unico per seguirne una propria. E si sono persi."
"I invece credo sappiano perfettamente dove sono e dove stanno andando" disse Roge. "Nella guerra che stiamo combattendo sono stati più di una spina nel fianco."
"Di questo non posso che dolermi" disse Adas.
"Allora anche tu pensi che Malag vada combattuto?"
"Non fraintendere le mie parole, Roge di Valonde" disse il Gran Priore. "La chiesa dell'Unico non si schiera in questa guerra come nelle altre. Questo conflitto riguarda voi stregoni e nessun altro."
"Che lo vogliate o no, ora siete coinvolti anche voi" disse Roge. "Che cosa hai intenzione di fare?"
"Parla con maggiore rispetto" lo ammonì Giray. "Sei davanti al Gran Priore."
"E io sono un principe" disse Roge. "È così che parlo ai miei pari. Sei tu a dovermi mostrare rispetto."
Giray arrossì. "Vostra eccellenza..." disse rivolgendosi ad Adas.
Il Gran Priore annuì. "Il principe ha ragione. È venuto da molto lontano a portarci importanti notizie. E visti i pericoli che ha dovuto correre, dobbiamo essergliene grati."
"Si è introdotto furtivamente nella cittadella" protestò Giray.
"Aveva un buon motivo" replicò Adas. "In ogni caso, non possiamo aiutarti" disse rivolto a Roge.
"Non potete o non volete?"
"Purtroppo, i testi che cerchi non esistono più. Poco prima che Sanzir e i suoi andassero via, ci fu un incendio che distrusse uno dei depositi sotterranei. Molti volumi antichi andarono persi per sempre. Ancora oggi soffro per quella immensa perdita di conoscenza che non potrà essere mai più compensata."
"Ma deve essere sopravvissuto qualcosa" protestò Roge.
Adas scosse la testa. "Solo cenere, purtroppo."
Roge non voleva arrendersi. "Ci saranno altre biblioteche in giro per il mondo. Qualcosa deve essere sopravvissuto. Qualcosa deve esistere che mi spieghi ciò che abbiamo visto."
Adas si accigliò. "Che cosa avete visto esattamente?"
Roge scelse con cura le parole. "Sanzir mi prese per la mia abilità con i portali. Krikor ne è piena ma lui era interessato a uno in particolare."
"Hai aperto un portale dove non dovevi?" chiese Adas.
"Credo di sì" ammise Roge.
"Che cosa hai visto?"
"Tre giganti di roccia. Sembravano morti, ma si sono mossi."
"Sei sicuro che fossero tre e non sette?"
"Io ne ho visti tre."
Adas scambiò un'occhiata con Giray.
"I colossi" disse il monaco con un filo di voce. "Sanzir ne era ossessionato."
"Che cosa sono i colossi?"
Adas guardò Deham. "Comandante, dite ai vostri uomini di ritirarsi fino al fondo del corridoio e poi tornate qui."
Deham ubbidì e tornò pochi istanti dopo. Roge sentì i passi pesanti dei soldati allontanarsi. Quando furono scomparsi, Adas sospirò.
"Nella loro follia distruttiva, i maghi supremi costruirono armi dalla potenza devastante. Titani d'acciaio che potevano essere controllati come le grandi navi, sostanze in grado di avvelenare l'aria e il terreno rendendo sterili le piante e gli animali e uccidendo gli uomini e le donne dopo una lunga agonia o magie in grado di distruggere intere città cancellandole dall'esistenza. Ma la più terribile di tutte furono di certo i sette colossi. Dalle poche cronache giunte fino a noi sotto forma di leggende, il nome di chi li abbia creati è scomparso. Sappiamo solo che la loro apparizione gettò nello sgomento tutti gli altri maghi. Per la prima e unica volta nella millenaria storia del loro dominio, i maghi supremi si unirono per porre fine a quella minaccia. I colossi vennero abbattuti ed esiliati su di una terra distante migliaia di miglia da qui, oltre il mare sconosciuto che si estende attorno ai tre continenti. Così terribile era il loro ricordo che nemmeno durante la rivolta di Harak e Ambar i maghi osarono ricorrere a quella terribile arma."
"Se la loro arroganza leggendaria era vera" disse Giray. "Forse pensarono di poter vincere senza farvi ricorso."
"Qualunque fosse il motivo" proseguì Adas. "I colossi non vennero usati e di loro si perse ogni traccia."
"Quindi tu credi che questi colossi siano reali?" chiese Roge.
"Io ti credo. E penso che tu non abbia bisogno di inventarti una simile storia" fece Adas. "E credo anche di sapere quali siano le intenzioni di Sanzir. A modo suo, vuole mettere fine a questa guerra."
"Se userà i colossi" disse Giray. "Metterà fine a tutto."
"Se Sanzir è così pericoloso" disse Deham parlando per la prima volta. "Permettetemi di andare a Krikor con una nave e catturarlo."
"A quest'ora sarà ovunque" disse Roge. "Prima di andarmene, mi disse che una nave era diretta lì per recuperarlo e portarlo sul continente vecchio."
"Il portale che hai aperto" disse Adas. "Puoi aprirlo di nuovo?"
"Non da qui" disse Roge. "E non ho idea se ne esiste un altro che porta nello stesso luogo. Ogni portale ha un'entrata e un'uscita unica."
Adas annuì. "In tal caso, andare a Krikor sarebbe inutile."
"Dobbiamo avvertire l'alleanza del pericolo e con essa tutti i regni del continente" disse Giray. "Potremmo mandare dei dispacci."
"Non ci cederebbero" disse Adas. "Per molti i maghi supremi sono solo una leggenda per spaventare i bambini. Riderebbero di noi."
"Che possiamo fare?" chiese Roge.
Adas lo fissò negli occhi. "Tu puoi fare molto, Roge di Valonde."
"Io da solo non valgo molto come stregone" ammise lui.
"Hai dimostrato di essere abile e sai già molte cose sui colossi" disse Adas. "Noi non abbiamo molte informazioni su di essi, ma sappiamo che i maghi supremi trovarono un modo per batterli ed esiliarli. Forse è rimasta una traccia di quella sapienza."
"Magia proibita" fece Roge.
Adas annuì. "Combattere una magia proibita con un'altra magia proibita. Non è divertente, principe di Valonde?"
"Immagino che tu abbia in mente un piano."
"No, ma possiamo parlarne. Che ne diresti di essere nostro ospite mentre ne discutiamo?"
Che alternativa ho? Si chiese Roge. Ormai so troppe cose.
"D'accordo" disse. "A patto che ci sia posto anche per il mio amico. Non so se ve l'ho detto prima, ma è stato lui a risvegliare i colossi. Quindi immagino che possa essere la chiave per capire come farli tornare nel loro limbo."

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