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Autore: Artemysia    14/11/2018    0 recensioni
A tredici anni ho scritto un libro... un libro brutto.
Oggi ve lo ripropongo, in veste di parodia fantasy, con commenti ironici della sottoscritta ventiquattrenne. Perché? Beh, per tre motivi:
- Per darvi un ottimo esempio su cosa NON fare quando si scrive un fantasy;
- Per dimostrare che si migliora tanto, con la pratica;
- Perché questa roba fa davvero sbudellare dal ridere.
Quindi mettetevi comodi, preparatevi a sputare qualche polmone dal ridere delle mie ingenuità e, soprattutto, ricordatevi che il non prendersi sul serio è il primo passo per la perfezione.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA CRISI DEL REGNO



[Per una volta abbiamo un titolo quasi normale, che non richiede commenti. Ma io lo sto commentando perché è normale, cioè anormale nel microcosmo di questo libro. Paradosso]
Ci dirigemmo tutti verso il portale che avevo scoperto la notte di ferragosto. [Ma non avevamo detto che “mezz’estate” è più FENTASI di “ferragosto”?] Con grande sollievo da parte di tutto il consiglio, questo era ancora aperto. [Non capisco proprio perché vi preoccupate: non avete capito che dovete vincere?]
“Ti diamo tre giorni, Kety, massimo quattro” disse Greg. [E poi cosa fate? Suicidio di massa come i lemming?]
Io annuii e partii subito; in pochi secondi mi ritrovai nel boschetto vicino alla strada e cominciai a correre verso la piazza. Pioveva, c’era una nebbia fittissima e non si vedeva nessuno in giro. Mi ritrovai di fronte all’edificio in cui ero stata nominata fata delle creature [Noi preferiamo ricordarlo come “l’edificio dove hai giurato sulle leggi prima di conoscerle”] e, voltandomi, riconobbi subito la grande entrata in legno del palazzo dell’imperatrice. Quando mi avvicinai, però, notai un foglio attaccato all’entrata. Sembrava essere lì da un bel po’ di mesi, perché l’inchiostro era leggermente colato, forse a causa della pioggia. [Non manca solo la televisione nel regno delle fate, quindi, ma anche la plastificatrice. Tutto chiaro adesso] Il cartello diceva:
 
 
Il giorno quindici del mese di Agosto, a Sua Maestà è stato sottratto un oggetto di enorme valore: lo scettro magico.
Si ritiene che questo reato sia opera di un pericoloso criminale, [Ma và? Sul serio? Un crimine commesso da un criminale? SHOCK!] perciò tutte le sere dopo il tramonto sarà d’obbligo rispettare il coprifuoco e collaborare con l’esercito, il quale perquisirà tutte le abitazioni del regno. [Tutte contemporaneamente? Mi sa che ci sono più soldati che civili in questo regno]
Pertanto, per ordine di Sua Maestà, chi dovesse essere ritenuto colpevole verrà condannato a morte. [Eh, dobbiamo farla un po’ cattiva questa regina, no? Dobbiamo ucciderla poi! E, d’altro canto, non ci sono regolamentazioni legislative a livello di pena capitale, quindi non vedo perché la regina dovrebbe porsi qualche problema!]
Se entro venti giorni dal furto non verrà ritrovato il colpevole, tutta la popolazione non verrà rifornita di cibo o acqua fino a nuovo ordine. [Sentite? Sentite la KATTIVERIA che prorompe]
 
 
“Oh no! Qualcuno mi ha rubato lo scettro dell’imperatrice! E per di più queste persone stanno soffrendo. Ho fatto male a non tornare più qui dopo che Jenny mi ha seguita, staranno tutti morendo di fame!” Pensai.
Solo in quel momento, voltandomi, mi accorsi che la piazza non era allegra come al solito, ma non c’era nessuno in giro. [Quindi vuoi dire che solitamente, in passato, era allegra? Prima del tuo arrivo? Quindi le cose non andavano così male, magari la regina governava bene. O no?]
Cominciai a girovagare, non sapendo se tornare indietro o meno. [Hai tre giorni, imbecille: usali!] Ma, proprio mentre pensavo, vidi una porta di legno socchiusa, e dato che stavo quasi annegando per la pioggia, decisi di ripararmi. Appena dentro sentii delle voci, così, mi nascosi in un angolino buio:
“Che situazione, che situazione” disse una voce che sembrava appartenere ad un anziano. [Non ci sono più le mezze stagioni! E come la mettiamo con le generazioni moderne, eh? E il rispetto? Dov’è il rispetto? Qualcuno pensi ai bambini!]
“Già. Oh si è aperta la porta, vado a chiuderla” disse un altro che doveva avere la mia età. [Amico, non so chi tu sia, ma ti informo che stai partendo con l’intelligenza in negativo] Quando venne a chiudere la porta non potei fare niente per non essere vista:
“Oh, chi sei tu? Hai fame? Anche io piccolo; mi spiace, non ho niente.” [È UN CASPITA DI LUP… ok, fa niente, tanto nessuno lo capisce. Sarà un travestimento fatto male, Kety, che devo dirti?]
Il ragazzo mi si avvicinò mostrandomi la mano, ma io non feci niente. Lui, deluso nel vedere che non lo avevo annusato, mi fece segno di seguirlo. [AH, ANNUSATO! Si aspettava che lo annusasse, non che lo sbranasse! Ed è pure DELUSO perché un LUPO non gli ha fatto niente! Ma chi sei, tu, eh? Voglio saperlo, in due righe stai riuscendo ad essere il più stupido di tutti! E SEI NELLO STESSO LIBRO DI KETY WILSON!] Io ubbidii, anche se un po’ riluttante.
“Guarda nonno! Un cane randagio che è nelle nostre stesse condizioni. Cercava riparo dalla pioggia, forse” [Forse, invece, cercava qualche essere umano da mettere sotto i denti e se aspetta ad attaccarvi è solo perché si è soffermato a pensare con quale spezia condirvi] 
Al vecchio si illuminarono gli occhi nel vedermi, e ordinò al nipote di mettermi sul tappeto vicino al fuoco. [Alla faccia! Questi muoiono di fame e accolgono un lupo mannaro e lo mettono pure nel punto più caldo della casa. Che mondo di EROIH!] Dopo cominciò a osservarmi:
“Ma questo non è un cane, è un lupo! Vedi le zampe, sono più grosse…” [Disse preoccupato e iniziando ad alzarsi dalla sedia per scappare... ah, no scusate, questo non c'è scritto!]
“…Hai ragione. Ma cosa ci fa qui? Comunque non è feroce” rispose il ragazzo.
“Eh, ormai non avranno niente da mangiare nemmeno loro, vero bello?” e si mise ad accarezzarmi sulla testa.  [Bello??? E gli accarezz... ok, basta, vado a prepararmi una dose massiccia di cianuro] 
“Comunque poteva andarci peggio. Chissà che ne è stato di quella povera fata…” continuò il vecchio. [Wo, wo, wo… aspettate! Mi sa che Kety è diventata LEGGENDAH! E ovviamente i nostri amici ne parlano del tutto a caso mentre c’è lei! LE KOINCIDENZEH!]
“Kety Wilson, intendi? Sì, poveretta. Bloccata in quella foresta. Chissà se è ancora viva. Certo che se torna, l’imperatrice non avrà più scuse e dovrà abdicare se non vuole avere una rivolta tra le mani…” [Calma, ragazzi, calma, mi sta esplodendo la testa, altro che Repercussio… allora… facciamo mente locale. Il piano della regina era esiliare Kety perché non potesse succedere al trono, ma anche perché il popolo NON VENISSE A SAPERE che esisteva una legittima erede, no? E ora come mai tutti sanno di lei?]
“Quella fata poteva salvarci tutti, ma ora…”
Naturalmente quella conversazione aveva destato il mio interesse, e avevo deciso che dovevo saperne di più. Dopotutto quei due sembravano essere dalla mia parte, così mi trasformai.
“Ma ora cosa? Non è detta l’ultima parola!” dissi sotto gli occhi sgranati e le bocche aperte. [Me la immagino tutta dritta, col petto in fuori, lo sguardo all’orizzonte e i pugni sui fianchi. Col fare da super eroe dice: “Non è detta l’ultima parola! Mister Muscolo idraulico gel: spazza via i batteri le regine kattive in una sola passata!]
“Ma tu… tu sei…”
“Kety Wilson, la fata di cui parlavate”
“Ma non è possibile, tu eri un lupo, ti ho trovata dalla porta e ti ho…”
“…fatto annusare la mano” completai la frase. [Ma. Che. Comico. Ah. Ah. Ah.]
“Oh mi devi scusare, io…” cominciò a dire il ragazzo con un sorrisetto imbarazzato.
“non importa! Pensa che una mia amica per poco mi decapitava con una scopa!”
E ci mettemmo a ridere tutti e tre insieme. [AHAHAHAHAHAHAHAHAH… no] Ora che lo guardavo bene, lui era un bel ragazzo [Ma certo! Sono tutti belli kuelli buonih!]: alto, magro, con dei capelli nerissimi che scostava ogni tanto dagli occhi con un rapido gesto della mano.
In quel momento mi accorsi che c’era una finestra da cui potevo essere vista, così feci per rivolgermi al ragazzo, ma lui capì in anticipo e corse a chiuderla.
“Siediti pure, deve essere scomodo il pavimento! Tieni. [Tieni cosa?] A proposito, io mi chiamo Marcus, e lui è mio nonno” disse mentre mi porgeva una seggiola di legno. [Ah, ecco cosa, le fa l’inganno della cadrega! Comunque vi presento Marcus, personaggio dedicato al mio fratellino! Cheddolce Giulia tredicenne, eh?]
“Come ho già detto, ti offrirei qualcosa ma…”
“E’ lo stesso. L’unica cosa che vorrei è sapere di più di questa situazione” [Anche perché torni da ventordici banchetti, se rubassi cibo a dei morti di fame saresti umanamente inaccettabile]
“Che c’è da sapere. Se hai visto i cartelli è proprio così. Il trenta Agosto hanno cominciato a farci morire di fame, ci hanno persino impedito di lavorare e coltivare” disse il vecchio [Mi piace un sacco il fatto che le date siano sempre tonde. Evidentemente avevo paura di fare calcoli che prevedessero numeri dispari, non multipli di 5 o, Dio non voglia, il passaggio al mese successivo! E, nonostante questo, riuscivo a SBAGLIARE LO STESSO! Fateci caso: 15 di agosto sparisce lo scettro, 20 giorni per ritrovarlo, la pena condivisa a tutto il popolo viene applicata il 30 agosto… ma avrebbe dovuto essere il 4 settembre. NEMMENO LE SOMME SAPEVO FARE, NEMMENO QUELLE!]
“Beh, non dovete temere.  Se mi aiuterete riusciremo, forse, ad annientare l’imperatrice una volta per tutte” [E aggiungere il “forse”, sebbene sia un buon modo per pararsi le chiappe, direi che smorza un tantino l’entusiasmo di quelli che dovresti aizzare contro la regina]
“Cosa intendi dire?”
“Beh, per dirla tutta, una guerra”
“Cosa? Contro la regina? E con quale esercito?” [“QUESTO ESERCITO!!!” E Aragorn spuntò fuori dall'armadio seguito dai fantasmi verdi] 
“Centauri, ninfe, fauni, sirene e tritoni e arpie” [Ah… suona meno epico così]
“Cosa? Ma sono secoli che non se ne vedono”
“Sono a Knarenn. Sono tutti miei amici, beh, quasi tutti…” dissi pensando a Celeno.
“Wow!” disse Marcus estasiato.
“Ma per fare tutto questo ho bisogno dello scettro. Voi non sapete dove può essere?”
I due si guardarono negli occhi con volto un po’ indeciso, ma poi Marcus disse:
“Non…non dovremmo dirlo a nessuno” [Nooo, non mi dire! Un’altra koincidenza koincidenziosissima!]
“Senti, lo so che ci siamo appena incontrati e che non sei sicuro se fidarti o meno, ma io ho poco tempo, le truppe devono entrare nel regno tra poco, o l’imperatrice potrebbe scoprirci!”
Ci fu una breve pausa e un’altra occhiata tra Marcus e l’anziano, ma poi prese la parola il secondo:
“Sappiamo dove i nasconde il ladro” [Un altro SHOCK!]
“Ti porterò io da lui” disse Marcus.
“Grazie”
Ormai era sera inoltrata, e quindi decidemmo di aspettare la mattina per andarcene. [Ma non era meglio andarsene col favore del buio?] Verso l’alba Marcus mi svegliò, si mise un mantello nero che era appeso alla parete e mi disse che, forse, era meglio se rimanevo lupo mentre eravamo fuori. [Sì, ma solo FORSE, eh! Non sbilanciamoci mai] Io ubbidii, poi uscimmo dalla porta principale. Marcus andava a passo molo svelto e io gli tenevo dietro, ma poi arrivammo di fronte a una porta di legno. Davanti a questa c’erano due inconfondibili guardie della regina, con le vesti e il mantello neri e uno stemma argentato sul petto.
“Questa non ci voleva” sussurrò Marcus.
Ma lui non si fermò e continuò ad avvicinarsi alla porta. Quando arrivò una delle guardie gli chiese:
“Chi sei?”
“Sono solo un umile servo. Volevo chiedere a due distinti gentiluomini come voi se per caso fosse stato trovato il criminale che ha derubato Sua Maestà” [Sono preoccupata per te, Marcus: ma poi ce la fai a riarrotolarla, quella lingua? Non vorrei ti rimanesse pendente e in eccesso]
“Perché lo chiedi, servo?” chiese l’altro con disprezzo nella voce
“Perché sono interessato a vedere felice Sua Maestà, che tanto patisce per governare questo paese” [SEEE AHAHAHAHAHAAHAHAHAHAH!!! Non sarebbe credibile nemmeno se a governare il paese ci fosse il Mahatma Ghandi]
Marcus sembrava proprio un attore nato [Sì, si vede! Si percepisce da ogni singola sillaba, davvero!]: il suo tono non suonava sarcastico, ma realmente dispiaciuto per l’imperatrice, se poi aggiungeva qualche inchino ogni tanto era proprio impeccabile. [Insomma, la stessa gestualità di un clown da circo. Che capacità attoriale!]
“Abbiamo trovato il ladro, si” disse la prima guardia. [Ma poi, non sarebbero informazioni riservate? No?]
Proprio in quel momento uscirono rumorosamente altre due guardie che tenevano un uomo per le braccia. Quest’ ultimo cercava di opporre resistenza, ma sembrava proprio inutile. L’uomo alzò lo sguardo verso Marcus con aria supplichevole.
“E’… è quello che ti meriti, feccia!” [Vile marrano! Gaglioffo!]
L’uomo, poi, si voltò e mi guardò negli occhi. Solo in quel momento lo riconobbi: era Nick!

[SHOOOOOOOCK!]

Anche se non sembrava proprio Nick. [Sì, quello che non si vede da… beh, dal capitolo 5, in effetti. Ora siamo al 22, quindi direi che la latitanza è stata fruttuosa] Aveva i capelli molto più lunghi e sporchi e il viso pallidissimo. Sembrava malato ed era anche molto magro. [Ah, il fascino del trasandato!] Lui è sempre stato magro, [La pancetta non è fikah! Ovvio che non può averla!] ma ora sembrava che non mangiasse decentemente da settimane. All’inizio sembrava che lui non mi riconoscesse, ma, guardandomi negli occhi, parve illuminarsi nel capire chi ero. [Ragazzi, sono fiera di dire che nessuno da inizio libro, e intendo dire proprio NESSUNO l’ha presa per un lupo vero. Il suo travestimento non ha mai ingannato nemmeno un’anima. Sono record importanti!] Fece per aprire la bocca per parlare, ma proprio in quel momento le guardie ripresero a trascinarlo via.
Mentre mi dava le spalle io abbaiai per dire [che avevi capito?] “sta tranquillo” e, anche se lui non capì, mi fece un lievissimo sorriso. [Ah, allora aveva capito, tranquilla! Qui con i tuoi latrati, tutti capiscono tutto di tutti!]
Anche le guardie si erano voltate a guardarmi, allora Marcus disse:
“Ehm, avete visto? Anche gli animali sanno riconoscere un ladro” [UN ATTORE NATO. COMPLIMENTI. DI CAPRIO TI SPICCIA CASA]
Le guardie annuirono e si rivoltarono per portare “il pericoloso criminale” in cella. 
“Tranquilla, lo salveremo!” sussurrò Marcus quando fummo abbastanza lontani. 
   
 
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