Libri > Altro
Segui la storia  |      
Autore: Calvero    14/07/2009    0 recensioni
Introduzione pensata e scritta da me un annetto e mezzo fa
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giaceva ancora lì per terra. Il corpo inzuppato in una pozzanghera scarlatta sussultava molto lentamente, quasi a voler preservare quei pochi scampoli d’ aria che potevano restare ad un corpo che aveva perso tutto quel sangue. Eppure il respiro si faceva sempre piu’ costante, sempre piu’ intenso; le boccate divenivano piu’ ampie e il cuore riprendeva il suo ritmico corso. C’era riuscito un’altra volta, era riuscito a regalare l’ennesimo coito interrotto alla morte.
Il volto rigato dalle lacrime, la camicia forata all’altezza del fianco, i pantaloni strappati: era così che in quel momento si presentava Andrea; capelli mossi, castano scuro e un paio di occhiali (con il vetro ormai infranto). Piantò i palmi delle mani sul pavimento e, dopo un paio di istanti in cui la forza sembrava sul punto di abbandonarlo, riuscì a sollevare il corpo dal pavimento melmoso della fogna. Impiegò un paio di secondi per trovare il giusto equilibrio, ma gli venne in aiuto la tubatura che percorreva l’inferno bagnaticcio e che gli permise un discreto sostegno lungo il cammino che lo avrebbe dovuto portare a riassaporare l’aria pulita.

"Ti aspettavo, Andrea".

Non si voltò. Conosceva fin troppo bene quella voce e girarsi sarebbe equivalso ad una totale confessione. Con la mano sinistra appoggiata alla tubatura, la destra che premeva sul foro della camicia, per tamponare la ferita, rimase immobile.

"Te lo avevo detto, Andrea, non puoi piu’ continuare" disse la misteriosa figura; il tono calmo, ma con quella lieve sfumatura isterica  che conferiva a quella voce un’ inflessione particolarmente saccente. "Il tuo destino non è quaggiù. Può un uomo con le tue aspettative e il tuo potere perdere il proprio tempo nella fogna di una città semisconosciuta?"

Il respiro di Andrea diveniva via via sempre piu’ irregolare, rotto ogni tanto dai colpi di tosse, ma non rispose.

"Un dono non andrebbe sprecato in questo modo. Eppure continui a gettare via tutte le possibilità di edificare qualcosa di costruttivo per il puro piacere di trattenere ogni vantaggio. Ma l’immortalità non è eterna, Andrea, a differenza di quello che tu e tutti i tuoi sciocchi “colleghi”" e qui il tono della voce si fece quanto mai sprezzante "possiate pensare. Il tempo non sarà mai al nostro servizio. Noi possiamo solo gestirlo con saggezza e parsimonia, possiamo dilatarlo o restringerlo; possiamo addirittura rovesciarlo. Ma mai, mai dominarlo".

"Io – Non – Sono – Immortale!" urlò Andrea; il respiro adesso era diventato affanno.

"Questo lo so bene, altrimenti non sarei qui per ricucirti quella falla che stai tentando disperatamente di contenere con la tua mano" rispose l’uomo misterioso.

<> i singhiozzi di Andrea erano udibili anche a distanza.

"Lo so, lo so" il tono dell’uomo misterioso aveva assunto un tono quasi affabile, paterno.
"Ma lascia che ti spieghi come un uomo possa annullare se’ stesso alla ricerca di una condizione impossibile. Io so che tutti voi avete voglia di sopravvivere alla morte; ma dimmi, quanti di voi hanno avuto mai il coraggio di viverla?"

Andrea non avrebbe sopportato un istante di più il tono di quella discussione, se “discussione” poteva essere chiamato quel monologo fendente come le lame di mille spade, rotto qua e là dai rantolii di un uomo troppo debole ed inetto per controbattere alla pari un’entità, almeno all’apparenza, superiore.

"Adesso vado" riprese l’uomo "Spero tu possa renderti conto della spada di Damocle che pende inesorabile sulla tua testa. Il tempo è finito, Andrea, non si gioca più"

All’improvviso tutto divenne buio; l’oscurità avvolse prima le membra e dopo i pensieri di Andrea, che uno dopo l’altro, vorticosamente, si spegnevano e lasciavano spazio ad un oblio apparentemente senza via d’uscita.
In lontananza, ma con intensità sempre maggiore, il tintinnio di quelli che dovevano essere degli oggetti di metallo, il sibilo ritmico di un “bip” e il vociare pacato e regolare di figure umane.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Calvero