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Autore: Recchan8    14/11/2018    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Fire Resolve

 



La sua figura, rannicchiata sulla scalinata della Stazione di Crepuscopoli, era una macchia nera d'inchiostro su una tela aranciata. Teneva i gomiti appoggiati sulle ginocchia, le mani ansiosamente congiunte e il volto rivolto verso il basso. Il suo piede destro sollevava e abbassava il tallone ripetutamente, scandendo un ritmo irregolare e frenetico.
-"Buonasera, Axel"- sentì dire alla sua destra da una voce femminile conosciuta.
Inclinò lievemente il capo e riservò un'occhiataccia alla ragazza misteriosa, improvvisamente e silenziosamente comparsa, che lo stava guardando con fare curioso e divertito. Si era seduta accanto a lui, con le ginocchia strette al petto e i capelli rossicci che riflettevano il tramonto. Le punte azzurre sembravano brillare di luce propria.
-"Ancora tu?"- sbottò stizzito.
-"Già"- gongolò lei ridacchiando senza divertimento. -"Ancora io"- aggiunse, quasi in un sussurro.
Per giorni aveva sperato di incontrare nuovamente la stramba ragazza della Torre dell'Orologio, eroso dalla curiosità e dal disperato bisogno di scoprire come facesse a conoscere lui e l'Organizzazione, ma adesso che lei era lì, indifesa e seduta al suo fianco, non aveva voglia di aprire bocca e chiedere chiarimenti. In quel momento l'unica persona dalla quale esigeva delle risposte era Xemnas. Axel era sicurissimo che il Superiore non lo avesse scelto a caso per occuparsi del caso del Numero XIII: voleva che eliminasse con le sue mani il suo vecchio amico, recidendo così ogni legame.
"Ma noi non abbiamo un cuore".
-"E' successo qualcosa?"- gli domandò la ragazza.
-"No"-.
-"Che bugiardo!"-.
-"Non ti riguarda"- la freddò. Si girò di scatto e si ritrovò i suoi occhi azzurri puntati addosso, due grandi e compassionevoli zaffiri incastonati in un volto madreperlaceo. -"Si può sapere chi ti credi di essere?"-.
Lei si strinse nelle spalle e si ravvivò i capelli, per niente toccata dai modi sgarbati di Axel.
-”Io sono speciale”-.
-”Quanta modestia!”- sputò con cattiveria.
Un lieve ma deciso contatto sulla sua spalla uccise la sua risata malevola. Guardò, quasi inorridito, la mano della ragazza dai capelli rossicci e si irrigidì, preso in contropiede dall'espressione serafica del viso di lei.
-”Io sono speciale quanto tu sei diverso. Per quanto ancora hai intenzione di continuare a mentire a te stesso? Avanti, Axel, ammettilo: sei in grado di provare dei sentimenti”- disse dondolandosi sul posto.
Axel scattò in piedi, sorpreso dalle parole della giovane e dalla sua strabiliante e precisa analisi. Le erano bastati due miseri incontri per rendersi conto che lui, nonostante fosse un Nessuno, aveva conservato la capacità tipica delle persone, dei “Qualcuno”, di provare emozioni. Aveva tentato di negarlo, di respingere il ritorno dei vecchi sentimenti. Lui non era umano, non aveva il diritto di provare affetto, odio, compassione, dispiacere... Eppure, a un certo punto, qualcosa dentro di lui aveva preso a pulsare, timidamente e con cautela.
-”Solo il fatto che tu ti sia alzato e mi stia guardando con quegli occhi significa che ho ragione”- aggiunse facendo spallucce.
Lo invitò a tornare a sedersi accanto a lei, ma rifiutò categoricamente. La facilità con cui era riuscita a entrargli in testa e a capirlo lo rendeva inquieto, contribuendo ad alimentare l'idea che lei fosse un nemico e non un individuo innocuo.
-”Hai paura di me?”- gli domandò alzandosi in piedi. Gli occhi le scivolarono sulle mani inguantate di Axel da cui avevano preso a sprizzare irrequiete e scoppiettanti fiammelle. -”Si ha paura di cosa non si conosce, di ciò su cui siamo consci di non poter esercitare il nostro controllo. Hai paura di me, Axel? Hai paura di un tuo simile?”-.
Di un mio simile?”.
Axel abbandonò la posizione difensiva e rilassò un poco i muscoli tesi, ergendosi in tutta la sua statura e guardando negli occhi azzurri la strana tizia che sembrava sapere benissimo di cosa stesse parlando. Lei gli fece un mezzo sorriso e tornò a sedersi sulla scalinata della Stazione, spostandosi i lunghi capelli su una spalla.
-”Sei... un Nessuno?”- chiese conferma con esitazione.
-”Touché”-.
Il leggero e amaro sorriso che le incurvò le labbra rosate valse più di mille parole: era conscia della propria condizione, sapeva cosa volesse dire essere un Nessuno, ed era al corrente di ciò che la fatale scissione tra corpo e cuore aveva portato. Axel si sforzò di guardarla sotto una luce diversa, considerandola, come lei stessa aveva detto, un suo simile. In condizioni normali avrebbe provato pena e compassione per la sua situazione.
Per la loro.
-”Come ti chiami, Punte Azzurre?”- sospirò, come liberandosi finalmente da un peso opprimente.
-”Nixis”-.
-”Nixis...”- ripeté lentamente. -”E sentiamo: in cosa, esattamente, saresti speciale? Un po' superbo dire una cosa del genere, non pensi?”- la punzecchiò con cattiveria malcelata.
-”Anche tu lo sei”- ribatté prontamente la ragazza.
-”Superbo?”-. Il sopracciglio rosso di Axel scattò verso l'alto.
-”Speciale”- lo corresse con un'espressione di finto rimprovero.
Il giovane dagli occhi verdi sorrise debolmente e scosse la testa.
-”Tu non mi conosci”-.
-”Guarda che si nota subito”- rispose Nixis.
-”Come vuoi”- borbottò annoiato.
Avere una conversazione normale con Nixis sembrava impossibile: quello strambo Nessuno sbucato fuori dal nulla continuava imperterrito a elogiare la diversità sua e di Axel. Era a conoscenza della propria condizione, sapeva di essere un Nessuno e, in quanto tale, di non poter essere in grado di provare emozioni, eppure era convinta del contrario; inoltre insisteva sul fatto che anche Axel ne fosse in grado.
Chi le aveva inculcato quella folle idea?
Da dove veniva Nixis?
-”Vuoi unirti all'Organizzazione?”- le domandò svogliato dopo qualche minuto di silenzio. -”E' per questo che conosci il mio titolo? Hai svolto ricerche su di noi?”-. In realtà, che Nixis volesse o meno far parte della schiera capitanata da Xemnas, ad Axel non importava più di tanto. In quel momento i suoi pensieri erano altrove, levrieri in corsa verso lo stesso traguardo. Si guardò le mani fasciate dai guanti neri e strinse le labbra sottili, dimenticandosi, per qualche attimo, della presenza femminile accanto a sé.
-”Una volta, quando ero una persona completa, mi sono trovata in una situazione difficile”- esordì questa ignorando la domanda di Axel e spezzando il pesante silenzio. -”Dovevo scegliere tra il seguire la ragione o il mio... istinto”-.
Il ragazzo la guardò di sottecchi, incuriosito dal repentino cambio di tono di Nixis e dalla sua strana voglia di parlare di sé.
-”Premetto che già sapevo che, con molta probabilità, se avessi seguito l'istinto non avrei ottenuto grandi risultati...”- ridacchiò chiudendo gli occhi azzurri.
-”Immagino tu abbia dato retta alla ragione, allora”- commentò Axel.
La risata leggera si acquietò di colpo e la mano sinistra di Nixis scattò sul braccio destro di Axel, stringendolo con forza. Gli zaffiri della ragazza puntarono gli smeraldi dell'altro Nessuno, spalancandosi come buchi neri.
-”Ho fatto quello che era più giusto fare”- sussurrò in risposta.
Le labbra di Axel si socchiusero un poco, tentando di dar voce ai suoi pensieri confusi e inquieti, ma niente uscì da esse. Nixis mollò la presa e svanì in uno sbuffo di oscurità, riapparendo in piedi di fronte ad Axel. Intrecciò le mani dietro la schiena e si voltò verso il tramonto, incrociando le caviglie.
-”Sei completamente diverso dagli altri Nessuno, non dimenticarlo mai. Le eccezioni esistono per qualunque cosa. Tentar non nuoce”- disse rivolta al sole morente.
Tentar non nuoce?”, pensò facendo riecheggiare le ultime parole. “Lei sa?”.
-”Ragazza!”- scattò in piedi. -”Di cosa stai parlando?!”-.
Nixis si voltò di tre quarti e gli sorrise col suo solito fare enigmatico, stringendosi poi nelle spalle.
-”Tu ed io siamo molto simili, Soffio di Fiamme Danzanti. Ragione o sentimento? Penso che tu abbia già preso una decisione”-.
Un corridoio oscuro la inghiottì, portandosela via e lasciando Axel nuovamente solo, confuso e frustrato.




 

   
 
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