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Autore: Mistral    14/07/2009    6 recensioni
Ho sempre sentito dire che la vita è fatta di piccoli piaceri come concedersi un momento di relax sdraiato su un prato a fumarsi una sigaretta in compagnia di un amico.
Va bene lo stesso se io sono sdraiato sull’orlo di un precipizio, con un bonzo corrotto dal grilletto facile, ho appena respinto l’ennesimo attacco di demoni idioti e soprattutto… se ho la sigaretta spenta perché non ho un fottuto accendino?

[Le riflessioni di uno stupido kappa][Ambientata nel cap.39 della prima serie - Saga di Kami-sama]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sha Gojio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo tentativo di fic su Saiyuk

Primo tentativo di fic su Saiyuki, scritta di getto in poco più di tre ore.

Una one-shot senza pretese ambientata nel cap. 39 della prima serie (saga di Kami-sama)

Lievi spoiler su eventi narrati fino a quel punto della storia.

 

 

Light a Cigarette

 

 

Ho sempre sentito dire che la vita è fatta di piccoli piaceri che, in teoria, dovrebbero aiutarti a rendere meno insopportabile lo schifo del vivere quotidiano. Piccoli piaceri come concedersi un momento di relax sdraiato su un prato a fumarsi una sigaretta in compagnia di un amico.

Va bene lo stesso se io sono sdraiato sull’orlo di un precipizio, con un bonzo corrotto dal grilletto facile, ho appena respinto l’ennesimo attacco di demoni idioti e soprattutto… se ho la sigaretta spenta perché non ho un fottuto accendino? Suvvia, concedetemelo, anche perché non è che tutta la mia vita sia mai stata proprio nei binari di quella che chiamano «normalità».

 

È che ormai ho imparato a fregarmene e la cosa non mi tocca più, ma un po’ di tempo fa, se un indovino mi avesse detto che mi sarei trovato a viaggiare verso il lontano ovest in compagnia del suddetto bonzo, di una stupida scimmia e del tizio che, contro il suo stesso desiderio, non ho ucciso… beh, avrei fatto fuori seduta stante quel veggente da strapazzo.

 

Ora, non è che l’idea del viaggio in sé sia poi tanto male: in fondo è divertente e decisamente meno monotono che passare le serate nelle bische, stracciando a carte dei poveri polli e portandomi poi a letto la puttanella di turno. Vivere così era talmente facile da rasentare la noia. Almeno viaggiando vedo posti nuovi, posso conoscere qualche bella donna e incontrare degni avversari con cui tenermi in esercizio… il rovescio della medaglia è essere costretto a farlo con quei tre.

 

Sanzo è egoista, presuntuoso e irascibile. Si nasconde dietro quella sua filosofia del “Non avere nulla” per giustificare il fatto di trattarti poco più che come una pezza da piedi. Eppure, anche se continuerà a negarlo per tutta la vita e con tutte le sue forze, io lo so che nemmeno lui è capace di vivere senza legami con nessuno. Forse io e Hakkai gli saremo completamente indifferenti, non dico di no, ma di certo con Goku è diverso. “Non voglio morire per nessuno, perché conosco il dolore di chi resta”, così ha detto una volta quel dannato monaco: ma quando la stupida scimmia era in pericolo non ha esitato a sacrificarsi… allora vedi che non sei poi così menefreghista come vuoi far credere, eh bonzo?

 

Goku, uno sbarbatello petulante e insopportabile, sempre a lagnarsi con quel suo continuo “Ho fame, ho fame”. Eppure non posso negare sotto certi aspetti di stimarlo. Ammiro quella sua fiducia ingenua e il sorriso con cui affronta il mondo, la sua dedizione sconfinata per Sanzo e il rapporto unico che li lega - un rapporto che io non ho mai vissuto e credo mai vivrò con nessuno. Sono più che maestro e allievo, più che padre e figlio (anche se avere un monaco degenere come lui per padre non so quanto sia un’esperienza edificante): lo dimostra la furia spaventosa di cui diventa capace la scimmia se vede Sanzo in pericolo.

 

Hakkai, un altro che preferirei non trovarmi contro come avversario, nel caso decidesse di scatenare tutta la sua potenza. Perché uno che, quand’era ancora un semplice essere umano, è stato capace di sterminare da solo mille demoni non è un tipo da sottovalutare. Certe volte è veramente esasperante con la sua cortesia esagerata e con quell’idea tutta sua che ha del bene e del male, ma non si può negare che sia una persona che si impegna per raggiungere i propri scopi, né che abbia il coraggio di farsi carico delle conseguenze della sue azioni.

 

E poi ci sono io, Sha Goijo, l’unico che in quel gruppo non ha proprio ragione di starci. Sono il frutto di un legame proibito, un reietto della società, ma non è per questo che non ho senso in mezzo a quei tre – perché, alla fin fine, nemmeno loro sono dei modelli di virtù e di certo non sono quelli che mi giudicano per la mia natura di mezzo demone o per il mio passato.

No, io non ho senso in mezzo a quei tre semplicemente perché non c’è un legame che mi unisca a qualcuno di loro, o meglio, a Sanzo che di quel gruppo è l’anima. Lui che, detto per inciso, non mi sopporta. Eravamo già partiti con il piede sbagliato la prima volta che ci siamo visti, quando (e non ho mai capito perché l’ho fatto) gli ho mentito per proteggere l’allora Cho Gono. E anche dopo non è che la nostra coesistenza sia continuata nel migliore dei modi.

Sono convinto però che non mi abbia mai trattato con tanta freddezza come prima, quando sono tornato alla locanda e li ho trovati incoscienti. Al vederli in quello stato mi è preso un colpo, ma è stato niente a confronto del momento in cui mi sono sentito chiedere dalla voce gelida di Sanzo se pensassi davvero le cose che ho detto a quel dannato bambino. Se davvero desiderassi liberarmi di loro… maledizione, no che non lo penso! Credi che altrimenti viaggerei ancora con voi, stupido monaco? Sono state solo parole pronunciate con troppa leggerezza e che un moccioso fissato con le buone azioni ha interpretato alla lettera credendo di farmi un favore! Sono stato un idiota, lo so! Non c’era bisogno che lo sottolineassi con quel tuo atteggiamento arrogante, solo per farmi sentire ancora più una merda di quanto già io mi senta da solo…

 

E anche adesso che ti ho salvato la vita, evitandoti di sfracellarti in fondo a un burrone, adesso che me ne sto qui sdraiato di fianco a te, a guardare il cielo con una sigaretta spenta tra le labbra, continuo a sentirmi maledettamente in colpa. Anche se finora l’ho nascosto, preso dalla foga del combattimento, anche se non lo ammetterò mai né te lo lascerò intendere in mezzo ai soliti insulti che non abbiamo smesso di scambiarci, nemmeno mentre eravamo accerchiati dai nemici.

Perché non me ne frega se io nel vostro gruppo non c’entro niente, ma cazzo, alla fine mi sono legato ad ognuno di voi - a quel rompiscatole esagitato di Goku e a quel signor so-tutto-io di Hakkai… e pure a te, dannato monaco! Mi sono affezionato (sì, hai capito bene, affezionato!) ad ognuno di voi e pure a te: è per questo che ti ho salvato la vita.

Anche se so benissimo che da quella tua boccaccia non sentirò mai un ringraziamento… ma va bene lo stesso, non l’ho mica fatto per sentirmi ringraziare.

Mi basta stare qui per qualche minuto a pancia all’aria, a tormentare con i denti la sigaretta e sentire il dolore feroce risalire nel braccio su cui ho avvolto la catena dell’alabarda per riuscire a tirarti su da quella scarpata, mi basta questo per dare un senso al mio assurdo viaggiare con voi.

Tu te ne stai seduto dietro la mia testa, a chiedermi col tuo solito fare scontroso perché ti ho aiutato. E mi piace per una volta non darti una risposta, come tu fai sempre con gli altri. Voglio tenere per me il vero motivo di quel gesto, perché se te lo dicessi poi tu finiresti per odiarmi ancora di più e non mi sembra il caso, visto che dobbiamo viaggiare assieme, no?

 

Poi la tua mano all’improvviso mi copre la visuale delle nuvole e la fiamma del tuo accendino si accosta alla mia sigaretta. Incredulo, non riesco nemmeno a tirar fuori una battuta scema, mi esce solo un grazie smozzicato, a cui tu come tuo solito rispondi con uno sbuffare infastidito.

Sei veramente incredibile… e sai una cosa, Genjyo Sanzo? Non lo voglio proprio sentire il tuo ringraziamento se la prossima volta che ti salverò la vita mi accenderai un’altra sigaretta e resteremo a fumarcela insieme sdraiati sul prato.

   
 
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