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Autore: Xandalphon    18/11/2018    1 recensioni
Il cantore non vorrebbe che io parlassi di lui, che raccontassi della sua ultima avventura. Ma questa è una storia che vale la pena di essere cantata in molti lai. E' la storia del lontano oriente, dove il tempo non vuole scorrere, dove le maree del mondo non sembrano toccare poi molto la vita delle creature che vi abitano. Ma anche nella terra dove primo sorge il sole, la lotta contro l'oscurità ha avuto luogo, in modi strani e inaspettati...
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maglor, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Il cantore non viveva in una dimora sfarzosa. I boschi erano la sua casa e, di solito, gli unici a tenergli compagnia erano gli uccelli del cielo. Gli altri elfi, almeno per la maggior parte, lo stimavano molto e, spesso, gli avevano chiesto di venire ad abitare nel loro villaggio. Eppure lui, per qualche strano motivo che non comprendevano, aveva sempre rifiutato. Ciò nonostante, la sua presenza doveva aver avuto una certa influenza, dato che le genti di quella foresta venivano chiamate 'popolo dei cantori'.

Tutti sentivano che il cantore era in qualche modo diverso da loro... Diverso da tutti. Eppure non osavano fargli delle domande. Forse era paura, forse era la certezza che non avrebbe risposto: nemmeno loro lo sapevano con certezza. Di sicuro aveva viaggiato molto ed era giunto in terre di cui non sapevano nemmeno l'esistenza. I suoi canti ne erano la prova, visto che la maggior parte di essi era in lingue straniere, che non conoscevano. Alcuni pensavano fossero della lingua usata dal popolo che abitava a ovest, sulle coste del grande mare interno. Altri, più vecchi e più saggi, sostenevano che si trattasse di parlate provenienti da ancor più lontano. L'unica cosa che potevano dire a riguardo, era che si trattava di qualcosa di musicale e di soave, che evocava in loro una strana commozione mista a nostalgia, come di qualcosa di stupendo, visto in sogno e ormai sfumato nella nebbia del risveglio.

Alcuni, però, sostenevano che del cantore non ci si dovesse fidare. Non solo perché era misterioso, ma perché aveva amicizie poco raccomandabili. A volte venivano a visitarlo due uomini anziani e dalla barba folta, con un mantello dal colore blu scuro. Non era una cosa buona, che un elfo si associasse agli esseri umani. Eppure, anche quelli, erano tipi un po' originali rispetto agli esempi della loro razza che solitamente giravano da quelle parti. Erano alti e longilinei, con occhi di un azzurro penetrante, come se ne vedevano di rado, e, per giunta, molto più su, nel lontano nord, mentre in genere si vedevano intorno alla loro foresta solo uomini piuttosto bassi e dalla carnagione olivastra.

Beninteso, il cantore frequentava anche secondogeniti più vicini allo standard. Si diceva che tra i suoi ospiti vi fossero addirittura sovrani di qualche tribù della pianura in cerca di consigli.

Per giunta, come se questo non bastasse, ogni tanto passava di lì persino qualche nano che scendeva dalle montagne. A giudicare da quanto si sentivano schiamazzare, il cantore offriva loro del buon vino proveniente da luoghi lontani.

Anche i suoi detrattori, tuttavia, dovevano ammettere una cosa: la sua presenza portava buona sorte. Diverse altre comunità in boschi più a sud e più a ovest avevano subito attacchi da parte delle creature oscure... Non loro. Più d'uno si ritrovava a pensare che l'esistenza del cantore intimorisse in qualche modo goblin, orchi e tutta la progenie dell'ombra. Era quasi ironico pensare che forse ne sapevano più del cantore di loro, che ci vivevano accanto.

C'era persino chi sussurrava a mezza voce che avesse stretto un qualche orribile e nefando accordo per vivere in pace. La terribile bruciatura che portava sul palmo sinistro ne sarebbe stata la prova.

Dopotutto, questa è la dimostrazione che questa storia non è per gente per bene. E' la storia del cantore? Non so se lo avrebbe desiderato. Ha sempre voluto restare dietro le quinte, ben nascosto, per fare in modo che il suo nome venisse dimenticato per sempre. Ma l'Uno non gli volle concedere questa grazia. Voleva essere lasciato libero di marcire per l'eternità in una sperduta foresta ai piedi degli Orocarni, appassire lentamente fino a che non avesse avuto il coraggio di buttarsi finalmente tra i flutti del grande mare.

Ecco chi era il cantore: un elfo che bramava e in pari tempo temeva la morte. Iluvatar, durante migliaia e migliaia di anni, avrebbe potuto accontentarlo in qualsiasi momento, dandogli la stilla di coraggio bastante per finire quel suo vagare inquieto e disperato. Eppure gli giocò un tiro meschino: gli diede qualcosa per cui tornare a vivere, prima della fine.


Angolino dell'Autore


Il maestro non si tocca, per cui ho sempre evitato di scrivere qui fanfiction sul Signore degli Anelli (per giunta una what if!). Però volevo una boccata d'aria rispetto alle solite storie di cui scrivo. Ed eccomi qui, a iniziare da capo, per l'ennesima volta qualcosa...

Cercherò di pubblicare con regolarità una volta ogni due settimane, la domenica, nella speranza di riuscire a tenere il ritmo.

  
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