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Autore: Mahlerlucia    18/11/2018    7 recensioni
{Questa raccolta di one-shots partecipa alla “Freedom Challenge" indetta dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Guardi le tue mani, non senza una certa esitazione: stanno ancora tremando.
Ti maledici perché non sopporti di trovarti in quello stato. Non accetti l'idea di mostrarti debole di fronte al nemico, anche se non si trova più in quel posto, insieme a te.
Non ha alcuna voglia di condividere i drammi della sua esistenza con un disgraziato come te, non saprebbe che farsene delle tue patetiche battute da quattro soldi.
[Jin Kazama x Hwoarang]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Devil Jin, Hwoarang, Jin Kazama
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Questa raccolta di one-shots partecipa alla "Freedom Challenge" del gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World

 

Contesto scelto: Videogiochi
Fandom: Tekken
Personaggi: Devil Jin, Jin Kazama, Hwoarang
Tipo di coppia: Shonen-ai




 

Die another day


 

For every sin, I'll have to pay
A time to work, a time to play
I think I'll find another way
It's not my time to go...


 

 

“Bene... Hai vinto...”

Jin Kazama si rialza dolorante dopo la sconfitta subita. Ha ancora il fiato corto ed i pugni stretti in segno di difesa. Una strategia fallimentare che gli è costata l'inaspettata disfatta. O forse ci ha solo messo scarso impegno?
Kazama, so bene che potevi fare di meglio. Cos'è?! Non sei in giornata?

“È giusto così, io sono forte! Molto più forte di te!”

Tenti di provocarlo, con la solita spavalderia che ti contraddistingue. Non puoi accettare che finisca così.
Vuoi una sua reazione, la sua rivincita. Aspetti solamente una sua richiesta esplicita.
Non ti faresti sfuggire un'occasione del genere per nessun motivo. Non potresti lasciarlo andare via così, non ora che finalmente si è degnato di prestarti quell'attenzione che aspettavi da mesi.

Ci sono altre cose importanti che devo fare... ma mi occuperò prima di tutto di te.”

Era quello che ti aveva detto poco prima che iniziasse il vostro duello. Al solo udire queste parole ti eri sentito lusingato e una punta di sano orgoglio si era fatta spazio nella nuova luce di cui brillavano i tuoi occhi d'ambra.
Avevi fantasticato a lungo su questo incontro con Kazama, specie durante i mesi di prigionia dovuti a quello stupido servizio militare che avevi bellamente disertato.
Partecipare al torneo era decisamente più importante per te. Ancora di più lo era affrontare nuovamente il tuo acerrimo nemico; la ragione per cui avevi chiesto al tuo maestro di aumentare la dose quotidiana di esercizi di allenamento.

Ora finalmente vi siete scontrati, uno di fronte all'altro e ad armi pari. Senza esclusioni di colpi, privi di qualunque remora o forma d'inibizione.
Ma non è stato sufficiente. Non può bastarti così poco se la posta in gioco è la sconfitta di Jin Kazama.
Non quando tu stesso puoi diventare un ottimo motivo per far sì che non incontri un'altra volta il demonio incatenato nelle sue stesse viscere.

“Ne ho abbastanza. Devo andare.”

Devi andare. Dove cazzo devi andare Kazama? A farti ammazzare da quel coglione di tuo nonno? O forse sai già che quella sottospecie di volatile cornuto in cui ti trasformi prenderà un'altra volta il sopravvento sull'unico neurone che ti gira ancora nella testa?
Ti regala un fugace sguardo nel quale leggi solo rassegnazione e desolazione. L'abisso più profondo nell'animo di un ragazzo che a soli ventun anni è vittima di un destino inevitabilmente segnato.
Abbassa la testa e ti supera, mostrandoti una freddezza disumana ed irritante.
E tu continui a seguirlo con gli occhi, nella vana speranza che cambi idea e ti inviti ad affrontare una vendetta immediata. Non cerchi altro da lui.

Ma non si ferma, i suoi pensieri sono già altrove.
Probabilmente sta continuando a scappare dalla Tekken Force, dalla sua schifosa famiglia, dalla morte, da se stesso, dal demonio. Fugge senza nemmeno sapere se esista davvero una meta definitiva. Un rifugio sicuro in cui poter stare. Qualcuno pronto ad accoglierlo a dovere.

E io cosa sono per te?
E tutto questo ti manda in bestia, ti pervade, ti annienta. Non sai spiegarti perché e non lo ammetteresti mai, ma avverti un'indescrivibile paura. Un vuoto sempre più incolmabile.

“Ehi! Aspetta! Perché ti stai arrendendo così facilmente? Non ti vergogni a perdere così, contro di me?”

La tua voce è incerta, incrinata, a tratti tremula. Ti agiti stringendo i pugni. Cerchi a fatica di mantenere il self-control.
Non può assolutamente permettersi di lasciarti in mezzo a quel campo, su due piedi, senza una spiegazione valida. Ma soprattutto, senza provare il benché minimo desidero di rivalsa nei tuoi confronti.
Kazama ha un'estrema necessità di trovare un nuovo scopo nella sua vita e tu stai cercando di offrirglielo su un piatto d'argento.
Non può tirarsi indietro dopo tutto quello che c'è stato tra voi. Non può trattarti a pesci in faccia dopo che vi siete aiutati a vicenda contro gli attacchi personali della Force e delle milizie coreane.
Chiunque avrebbe capito l'importanza del vostro legame. Chiunque tranne Jin Kazama, appunto.

Si arresta per un istante, giusto il tempo necessario per poter rispondere alle tue domande dal retrogusto retorico. Ma non si volta, non si vuole più lasciar coinvolgere da nulla. Ti appare come un semplice automa programmato per la sua prossima, improbabile missione.

“Non ho tempo di farmi influenzare dalle emozioni. Devo portare a compimento il destino del mio sangue maledetto.”

Influenzare … dalle emozioni?! Cosa cazzo stai dicendo, Kazama?
Hai sempre pensato che le emozioni fossero tutto nella vita. Senza la loro libera espressione niente avrebbe mai avuto senso per te, nemmeno gli incontri più importanti a cui hai partecipato da quando hai iniziato a praticare il taekwondo sotto l'ala protettrice del maestro Baek.

Ammettere di vergognarti di aver perso contro di me è così difficile? O davvero non te ne frega un cazzo?
Non hai il tempo necessario per riflettere. Kazama se ne va mentre continui a disperarti alle sue spalle.

“Ma cosa...?! No, questo non puoi farlo, Bastardo!”

Allunghi un braccio senza toccarlo, nell'inutile e patetico tentativo di convincerlo a fermarsi, a voltarsi e a tornare sui suoi passi. Ma non ti ascolta già più, condannato a seguire il corso di quello che lui stesso ha definito 'il suo sangue maledetto'.
Di nuovo quel potente cocktail di rabbia e paura s'impossessa delle tue facoltà mentali. Non puoi fare altro che tirare un calcio e qualche pugno nel vuoto, cercando di ripristinare il tuo precario equilibrio psicologico.
Forse ha ragione lui, non dovresti farti travolgere in questo modo dal tuo stesso stato d'animo.
E di nuovo ti poni quella domanda che non ti dà pace dal giorno in cui hai avuto la sfortuna d'incontrarlo ad uno dei tanti tornei clandestini di periferia.
Cosa me ne dovrebbe importare di un idiota come Kazama? Che si fotta!

 

***

 

Intorno vedi solo nero. Nonostante l'ottima illuminazione autostradale non riesci a percepire null'altro che buio profondo e rabbia. Le tue braccia tremano dal nervoso e si sfogano dando gas alla tua Ducati Monster.
Superi una serie di auto poste ordinatamente una dietro all'altra. Famigliole felici che rientrano dal solito week end al parco giochi o al centro commerciale.
T'infili tra un camion ed un furgone, mandando al diavolo a gesti il conducente di quest'ultimo, dato che ha appena pigiato insistentemente sul clacson per invitarti a toglierti dalla sua visuale.

“Bastardo!”

Non togli lo sguardo dalla strada, non t'importa minimamente delle luci abbaglianti dei fari alle tue spalle che t'invitano a rallentare. Non temi nemmeno la presenza della Polizia Stradale; oramai sai bene anche come sviare quella massa di piedipiatti.

“Bastardo!”

Lo ripeti di nuovo, intriso nella rabbia a cui ti aveva portato quel vostro incontro inconcludente.
Avevi vinto, lo avevi battuto. Era quello che desideravi più di ogni altra cosa al mondo. Ma sai che non doveva andare così. Una sconfitta dignitosa ti avrebbe urtato molto meno.
Kazama non era al massimo delle sue forze, non aveva dato troppa importanza alla vostra battaglia. Ti aveva banalmente considerato come una delle tante cose che aveva da fare, nulla di più, nulla di meno.
Coglione io che mi ero pure illuso!

Sul ciglio della strada è presente qualcosa di oscuro che attrae d'impeto la tua attenzione. Cerchi di mettere a fuoco i dettagli, ma tutto quello che riesci a distinguere è una sagoma apparentemente umana.
Man mano che ti avvicini distingui delle forme diverse, delle ali, delle protuberanze insolite sulla testa.
Sgrani gli occhi e spalanchi la bocca mentre il faro della tua Monster finalmente riesce ad illuminare il suo volto.

“Ma cosa...?!”

Cerchi di sterzare al volo per non investirlo e invertire la tua direzione di marcia. Senti lo stridio fastidioso dei freni esageratamente forzati all'ultimo momento.
Non hai il tempo necessario per comprendere se fuggire sia la soluzione più conveniente: il potere demoniaco di Devil Jin fuoriesce dal corpo posseduto di Kazama e ti colpisce in pieno.

Sono solo pochi istanti, ma bastano per farti perdere il controllo su ogni cosa.
La tua adorata moto si riduce ad una poltiglia di ferraglia sparsa ovunque. Intorno a te vedi solo fuoco, fumo e cenere, tanto da non riuscire ad opporti a quella forte esplosione che ti scaraventa dalla parte opposta della carreggiata, come una foglia sotto l'effetto di una calda ed improvvisa raffica di vento.
Il contatto con l'asfalto ti provoca un dolore tale alla testa e alla schiena da farti quasi perdere i sensi.
Cerchi di mantenere comunque il controllo, per quello che ancora ti è possibile in quel contesto disastrato che si è generato intorno a te.
Ti accorgi di quell'imponente figura che si sta avvicinando al tuo corpo inerme. Mantenendo un passo lento e cadenzato, ti fissa con i suoi occhi di tenebra. Quelle iridi grige che non appartengono al Kazama che hai conosciuto durante i vostri precedenti scontri. Quella forza con cui ti ha scaraventato giù dalla tua Ducati non era di certo la stessa con la quale ti aveva affrontato quel pomeriggio in quel campo.
Devil Jin non è Kazama, ed è proprio per questo che devi distruggerlo. A lui non devi dimostrare nessuna amicizia, nessun aiuto, nessuna pietà

“Idiota, sei tu! Coraggio... sono qui!”

Ti sollevi a fatica prima sui gomiti e poi sulle tue gambe incerte, doloranti, escoriate. Ti poni sulla difensiva stringendo i pugni e digrignando i denti.
Non hai la minima idea di come potresti affrontare quell'incontro nelle pessime condizioni fisiche in cui ti ritrovi, ma non puoi assolutamente non adempiere al tuo dovere. Il tuo orgoglio ne risentirebbe a vita.

Un sorriso beffardo si fa largo sul tuo viso segnato ed ustionato. Lo spavento iniziale ha lasciato spazio alla sete di vendetta che nutri da sempre nei confronti di quel Mostro.
Sono pronto a farti fuori, Demone maledetto! Ti aspettavo da troppo tempo! Kazama non merita questo!

 

Sigmund Freud
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Angolo dell'autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shots! :)

Prima di lasciare spazio ai protagonisti e alla trama ci tenevo a sottolineare che ho deciso di proseguire con l'uso della seconda persona singolare perché mi ci sono trovata molto bene e ho ricevuto degli ottimi riscontri nelle recensioni della precedente challenge. Grazie mille a tutti! **

In questa terza shot riprendo il dialogo che hanno avuto i due protagonisti appena terminato il loro combattimento (che ha visto trionfare Hwoarang) per poi basare la narrazione sul video d'epilogo di Hwoarang in Tekken 5, descrivendolo da quello che ho sempre pensato essere il suo punto di vista.

Piccole annotazioni:

  • La canzone di cui riporto il ritornello e una strofa centrale, rispettivamente all'inizio e alla fine della one shot, è Die another day di Madonna (la colonna sonora dell'omonimo film della saga di James Bond).

  • Il titolo generale della raccolta, Right here, right now, è stato estrapolato dal dialogo che avviene tra Hwoarang e Jin nell'epilogo del primo in Tekken 4 (vedi precedente shot).

  • Nel momento in cui Hwoarang vede Jin sull'autostrada, questo aveva già assunto le sue sembianze demoniache ereditate sia dai geni del padre, Kazuya Mishima, che da quelli della madre, Jun Kazama. In questa 'veste' i suoi poteri sono molto più forti e vanno al di là delle sole arti marziali e/o di combattimento generico. L'esplosione della moto del coreano è causata proprio da questo potere demoniaco.

  • Baek Doo San (Baek) è il maestro di Taekwondo (arte marziale coreana) di Hwoarang. In Tekken 3 il suo allievo è convinto che sia stato ucciso da Ogre, il dio della lotta (anche lui citato nella storia). In realtà è ancora vivo e Hwoarang viene a saperlo ricevendo una lettera mentre si trovava incarcerato in Corea del Sud con l'accusa di diserzione al servizio militare. Per questo riprenderà tranquillamente ad allenarsi con lui.

  • La moto di Hwoarang è una Ducati Monster Paul Smart 1.000 L.E.

  • The King of Iron Fist Tournament è il nome esteso del torneo Tekken, indetto inizialmente da Heihachi Mishima, nonno paterno di Jin Kazama (più volte citato in questa shot).


Ringrazio di tutto cuore le mie compagne di avventura, senza le quali non avrei mai potuto partecipare a questa meravigliosa quarta challenge ideata da questo fantastico gruppo!
Grazie a BlueRoar, Miryel e _aivy_demi_! Siete fantastiche, donneh!

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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