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Autore: Ram92    18/11/2018    0 recensioni
Sono passati circa quattordici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
-> Continuo della storia 'La leggenda del fantasma rosso - I parte', ma se volete partire da qui per un po' può anche funzionare
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Orso Bartholomew
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo tre.

Aki guardò confusa il foglio pieno di segni rossi che la capoclasse le aveva restituito.
Spiò il compito del suo vicino di banco, ma lui si ritrasse risentito prima che potesse vedere chissà che. Del resto non ci capiva molto. Non le era affatto chiaro che cosa dovesse fare.
- Qualche domanda? – le chiese Anne con un sorriso incoraggiante.
La più piccola abbassò per un istante lo sguardo sul proprio foglio. E poi tornò a guardare la capoclasse imbarazzata. No, non aveva nessuna domanda, in realtà, a parte ‘cosa ci faccio qui’.
- Bene, allora oggi rivedremo insieme altre dieci lettere, in modo che Aki le possa imparare e tutti gli altri ripassare, d’accordo?
- Sì, signorina capoclasse! – esclamarono gli altri quattro bambini all’unisono.
Aki cercò di ascoltare, ma, come già era successo il giorno prima e quello prima ancora, la sua attenzione presto si perdeva dietro le tante cose che accadevano nel resto della stanza. In un altro angolo Riku, in quanto capoclasse come Anne, si prendeva la briga di stare dietro ad altri tre bambini che si passavano di tanto in tanto un grosso libro colorato da cui sembravano leggere qualcosa di interessante. Al centro della stanza, invece, la signora maestra aveva disegnato un grosso cerchio con una X nel mezzo e indicando la parte superiore del cerchio parlava di temperature tanto gelide da ghiacciare il mare e rendere impossibile la navigazione, al punto che i marinai erano costretti…
- Aki, mi stai ascoltando?
Anne e tutti gli altri bambini del suo gruppo la stavano fissando. Di nuovo. Aki sentì le guance avvampare ed assumere la stessa esatta tonalità dei suoi capelli.
 
- Per prima cosa avrò bisogno di un serio laboratorio di analisi.
Mani sui fianchi e maniche arrotolate fino al gomito, Midori si guardò intorno con aria critica.
- Pertanto cominceremo dallo svuotare completamente questa sala dell’ospedale per fare posto agli strumenti.
- Ma qui non abbiamo alcun… - provò a ribattere il medico del villaggio.
- Ed è qui che entra in gioco Kuma e la sua capacità di spostarsi e spostare gli altri velocemente. – lo interruppe la donna indicando il suo enorme compagno impassibile.
- Nel frattempo, voglio che siano convocati tutti i bambini al di sotto dei cinque anni e le loro famiglie, i genitori dei bambini malati e anche un campione delle famiglie che non hanno subito alcun contagio.
- Si tratterebbe in buona sostanza di tutto il villaggio. – commentò il medico.
- Ci sono provette per il sangue di tutti?
- C-credo di sì, ma…
- Perfetto, allora le affido l’incarico di organizzare le convocazioni. Entro tre giorni voglio riuscire a schedare una sufficiente campionatura di sangue per poterla poi analizzare. E’ tutto chiaro, dottor…?
- Dottor Amos… – balbettò ancora il medico, perplesso. – Ma come pensate di…?
- Ho bisogno di questi macchinari e queste sostanze. – continuò lapidaria Midori, porgendo una lista a Kuma e voltando impietosamente le spalle al collega. – Pensi di poterteli procurare nel giro di una settimana?
Il Rivoluzionario prese la lista senza nemmeno guardarla.
- Non posso assicurare la tua sicurezza, in mia assenza. – disse con l’usuale voce priva di emozioni. – Anche se fino ad ora il Governo non ha dato particolari segnali di interesse, non possiamo escludere che scelga di intervenire per evitare un’eventuale fuga di notizie.
Il sorriso che si dipinse sul volto di Midori fece rabbrividire il collega.
- Questo non sarà un problema. – disse sfiorando l’elsa della Shingetsu.
 
- Ed Eichiro? Continua ancora a chiedere in prestito libri e fumetti dalla biblioteca della scuola?
- Beh, sì… - riuscì a balbettare Riku in risposta. – Di tanto in tanto…
- Ne ero certa! – esclamò Anne entusiasta. – E’ stato il primo ad imparare a leggere, tanto gli piacevano le storie!
Pochi passi più indietro, lo sguardo di Aki denunciava tutto il disinteresse di cui era capace. Se non fosse stato per il pranzo, mai avrebbe acconsentito a condividere con la capoclasse un istante più del dovuto. Non capiva perché poi dovesse venire con loro a mangiare alla locanda della signora Misato. Va bene che era sua zia, ma una madre che le preparava il pranzo a casa sua lei ce l’aveva.
- E tu, Aki? Allora che ne pensi della scuola?
La voce sin troppo allegra di Anne interruppe bruscamente il cupo filo di pensieri in cui la bambina si era persa. Quando fece per parlare, notò lo sguardo tagliente di Riku che la fissava minaccioso.
- E’… difficile…. – optò diplomaticamente.
- Oh, non preoccuparti, sei solo all’inizio. Vedrai che appena comincerai a saper leggere diventerà tutto molto più divertente! – e dicendolo, Anne sfoderò l’ennesimo sorriso rassicurante che Aki iniziava ad associare a tutti i suoi sbagli. – E poi hai la fortuna di vivere insieme ad un capoclasse, per cui sono sicura che imparerai in men che non si dica!
Il volto di Riku avvampò a tal punto che le sue occhiatacce si fecero decisamente meno temibili.
Per sua fortuna, Anne non parve accorgersene e riprese a parlare dei suoi ex alunni marciando allegramente alla volta della locanda. Aki sospirò e cercò di concentrarsi sull’allettante prospettiva delle porzioni abbondanti della signora Misato.
 
I giovani pazienti e le loro famiglie furono i primi ad essere sottoposti all’esame.
Midori osservò la pelle spessa e squamosa del bambino febbricitante davanti a lei con aria critica.
- Non c’è modo di prelevare sangue dai pazienti più gravi. – aveva detto il dottor Amos. – Gli aghi non passano gli strati cutanei irrigiditi dalla malattia.
Ma, del resto, per quanto competente potesse essere, il dottor Amos non era certo un pirata. Non avrebbe ad esempio percepito quello sguardo insistente e curioso che la spiava dalla fessura della porta socchiusa alle sue spalle.
Midori fece finta di niente.
Tra le sue dita l’ago si tinse improvvisamente di nero, come per magia. Qualcuno trattenne il respiro. Un attimo dopo il sangue del piccolo paziente fluiva nella fiala senza alcun resistenza. Dei passi leggeri si allontanarono di corsa nel corridoio.
 
- Storia però è la mia materia preferita.
Aki finì di inghiottire la sua seconda porzione di ramen e porse il piatto vuoto alla signora Misato con uno sguardo supplicante.
- Tutti quei personaggi del passato, tutti quei racconti incredibili… non trovi che siano affascinanti?
Riku si strinse nelle spalle con un po’ di imbarazzo.
- Beh… - trovò il coraggio di mormorare.
- E poi ci sono talmente tanti vuoti ancora da colmare, ci pensi? – proseguì Anne con aria sognante, ignorandolo. - Chissà quante cose ancora non sappiamo.
- Uhm… - fece il ragazzino in tono vago.
- E la tua?
Come i grandi occhi azzurri di Anne si posarono su di lui, la gola di Riku si bloccò per un istante, rendendogli incredibilmente difficile ingoiare il boccone che aveva in bocca.
- Qual è la tua materia preferita?
Quando riuscì finalmente a deglutire, Riku assunse un’espressione seriosa, come accadeva sempre più spesso, e fissò intensamente il bicchiere che lo aveva salvato da un principio di soffocamento.
- Io… - mormorò senza trovare il coraggio di alzare lo sguardo. – Io non ho una materia preferita.
- Non ti credo. – sentenziò allora la ragazzina energicamente.
Riku la guardò senza capire.
- Per esempio, su geografia sembri sempre sapere tutto. A matematica, invece, non presti mai troppa attenzione. Questo significa che geografia è una delle tue materie preferite e matematica no, non ti pare?
- Non è proprio così…
Lo sguardo sempre più intenso di Anne gli faceva bruciare le orecchie in modo quasi insopportabile. Giocherellò con le dita con il bicchiere vuoto.
- E’ che… - provò a spiegare.
- Riku studia perché vuole diventare un bravo pirata. – si intromise improvvisamente Aki, sbucando da sopra la sua terza ciotola di ramen. – E la matematica non gli serve a niente.
- Un pirata?
Riku fulminò la più piccola con lo sguardo.
- Sì, per ritrovare suo padre. – continuò la bambina senza vederlo mentre spariva dietro alla ciotola per inghiottire le ultime gocce di brodo. – Era un pirata anche lui, proprio come Shanks e la ma-
Riku si alzò di colpo e afferrò Aki per il collo della maglietta prima che riuscisse a finire la frase.
- Dobbiamo andare. – disse soltanto.
- Ci vediamo doma… - provò a salutarlo Anne, ma non fece in tempo.
Riku era già uscito di corsa, trascinando la bambina con sé.



Ram's corner

Piccola curiosità: domani, 19 novembre, è il compleanno di Aki. Lo stesso giorno di Benn Beckman, mi hanno fatto notare, ma il fatto è che il 19 è il giorno in cui ho cominciato a scrivere la prima parte.

Alla prossima,
Ram.
  
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