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Autore: carachiel    19/11/2018    2 recensioni
Quattro anni dopo la fine del WDC, i fantasmi del passato dovrebbero essere ormai ben lontani. Ma per Hart Tenjo, sono ben più vividi che per chiunque altro.
Eppure è disposto ad andare contro tutto, compresa la Sorte beffarda, pur di recuperare quel che resta. E, in un mondo dove i Numeri sono diventati reali, non sarà semplice.
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Heartland City era un posto ormai pressochè in rovina. Vista dall’alto essa appariva come spenta, priva delle illuminazioni che un tempo l’avevano resa una vera e propria luminaria, tanto che di notte sembrava esserci ancora la luce del sole.
Ora, beh, ora c’erano solo macerie.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Haruto Tenjo/Hart Tenjo, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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5 – Rage against the clock

24 Febbraio, ora imprecisata
 
 
Quando Mizael arrivò su Barian, avvolto nel consueto vortice di scintille rossastre, notò che erano presenti quasi tutti tranne Vector.
Gli altri Imperatori erano raccolti attorno a una grande lastra di pietra, compresi Nash e Marin, intenti a studiare qualcosa attraverso un varco.
“’Giorno. Problemi?” domandò guardando l’espressione corrucciata di Nash.
“Tralasciando che Vector è di nuovo in ritardo…” gli rispose Dumon.
“Non è solo quello…” lo interruppe la voce di Marin.
“…L’oscurità pulsa in modo anomalo.” completò Nash senza staccare gli occhi dal varco che in quel momento mostrava un luogo buio, probabilmente sottoterra, in cui s’intravedevano dei bagliori che roteavano come se…
“Avvolgessero qualcosa.” realizzò Mizael avvicinandosi.
“Scusate, ma solo io non ho capito bene cosa stiamo guardando?” domandò Alito con una mano poggiata sul mento
“Giààà, e visto che ci siete fareste un riassunto anche al sottoscritto?” replicò Vector spuntando alle spalle di tutti.
“Sempre in ritardo…” grugnì Girag “Io ho persino spostato gli allenamenti per venire!”
“Peccato che qui il tempo serva, ma non corrisponda a quello terrestre.” replicò Dumon, impassibile.
“E me lo dici così??”

Nash tossicchiò seccamente per richiamare l’attenzione generale. “Per rispondere alla domanda di Alito, stiamo guardando un… qualcosa, all’interno del sottosuolo di Barian.”
“Cioè sotto i nostri piedi, Nash, falla semplice!” esclamò Vector alzando le mani come a dire che lui non poteva farci niente se il capo non era chiaro.
Il suddetto lo fulminò, per poi continuare “Avrete certamente notato che negli ultimi giorni si stanno verificando eventi inconsueti… E grazie ai rapporti di Mizael, possiamo stabilire un collegamento tra questi fattori e comportamenti inconsueti dei Numeri sulla Terra.”
La spiegazione concisa di Nash, tuttavia, non aveva risolto i dubbi degli imperatori, espressi per bocca della sorella.
“Nash, cosa sta succedendo?” domandò Marin tamburellando con le dita sulla lastra di pietra.
“Non lo so, ma non mi piace affatto.”
E lo sguardo inquieto dell’imperatore mentre fissava tutt’attorno, quasi si aspettasse di vedere qualcosa spuntare da sotto il terreno, era quello dei giorni peggiori.
 
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24 Febbraio, ore 15.30
 
Dall’ultimo piano di un hotel parigino, Thomas Arclight stava facendo un annoiato zapping, comodamente sdraiato su un divano, pregustandosi la coppa che avrebbe ricevuto l’indomani.
Aveva tecnicamente già vinto il torneo, così diceva la classifica, stracciando l’avversario con un divario che secondo il cronista era allucinante.
Sbadigliò, tentato dal pensiero di un pacco di patatine che, sapeva, campeggiavano nel ripiano sopra il minifrigo.
Fece in tempo a tornare con un’enorme ciotola tracimante patatine che si inchiodò davanti alla Tv e dalla gola gli uscì un rantolo strozzato mentre guardava le immagine scorrere, inebetito.
“Michael! Vieni!”
Nessuna risposta. – Dannazione, aveva solo che da sperare che non si fosse addormentato. –
“Michael!!”
Alla seconda invocazione arrivò “Nii-sama, cosa…?”
L’altro non replicò, ma Three seguendo il suo sguardo stravolto capì al volo.
Rimasero a guardare il servizio in piedi, guardando le immagini di distruzione che si susseguivano sullo schermo, senza riuscire ad esprimere alcunché.
 
Quando il viso della giornalista scomparve, Four lasciò cadere la ciotola, mentre improvvisamente tutto sembrava tornare a quadrare.
“Ci ha lasciato scappare… Ci ha lasciato scappare…” si ritrovò a ripetere mentre le gambe parevano non riuscire più a reggerlo e crollava in ginocchio sulla moquette.
Si lasciò sfuggire un singhiozzo, subito soffocato da un urlo di disperazione “Quello stronzo!”
Three lo osservò per qualche istante, troppo stordito per riuscire a dire qualcosa.
Dopo una manciata di secondi Four si alzò, passandosi la manica della giacca sugli occhi, il tono prossimo a spezzarsi.
“Michael.”
“Thomas, non….”
“Vai dall’organizzatore del torneo, subito. Digli… non lo so, che io sono costretto a ripartire per cause di forza maggiore, e che tu ritirerai il trofeo al posto mio.” esclamò mentre camminava ad ampie falcate irrequiete per la stanza.
“Non sono sicuro che sia una buona idea…” pigolò il minore in tono poco convinto.
“Fallo!” esplose Thomas indicandogli la porta.
 
Solo una volta che il fratello fu uscito permise ai singhiozzi soffocati di uscire “Cazzo... Perché, perché di nuovo??”
Si odiò per non essere stato abbastanza intelligente da leggere le sue intenzioni… per averglielo permesso.
Serrò il pugno, cercando di calmarsi, per poi recuperare il cellulare da una tasca e cercare un numero.
Mentre squillava si passò una mano sul viso, cercando di recuperare il tono usuale.
“Ciao tesoro… sì, sono proprio io, che coincidenza, vero eh? Senti, ti ricordi di quel favore che mi dovevi…?” puntò lo sguardo verso il cielo terso e assolato, mentre un sorrisetto gli si allargava sulle labbra.
 
Il mattino seguente, appena albeggiato, un veloce Boeing si alzava in volo nel cielo parigino.
 
 
 
Angolo Autrice: Vi consiglio di prestare particolare attenzione alle date e agli orari in calce al capitolo, onde evitare di ritrovarvi spaesati dall’ordine dei fatti
 
   
 
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