Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: The_Storyteller    20/11/2018    0 recensioni
Sono passati dieci anni dagli eventi di DA:I - Intruso. Saoirse e Cullen hanno costruito una famiglia, ma il passato sembra destinato a tornare...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cassandra Pentaghast, Cullen, Inquisitore, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La foresta era avvolta nel silenzio. Nel suo rifugio improvvisato Rowan si teneva le mani sulle orecchie, mentre piangeva. L’urlo di sua sorella era riecheggiato in tutto il bosco e lui sperava che in realtà si fosse sbagliato, che Luna fosse in salvo, che l’orso se ne fosse andato e che non le avesse fatto del male. Il bambino continuava a singhiozzare a bassa voce, per paura che qualche altro animale feroce potesse avvertire la sua presenza.
Una voce famigliare lo destò dalla sua disperazione e Rowan uscì pian piano dalla base dell’albero, per capire da quale direzione provenisse.
- Luna! Rowan! Dove siete?- chiamò ancora Saoirse, guardandosi intorno alla ricerca dei figli. Erano tornati all’accampamento per recuperare alcune mappe, ma l’avevano trovato deserto. I Cercatori di guardia li avevano raggiunti poco dopo, e Cassandra aveva minacciato di ucciderli con le sue stesse mani se fosse capitato qualcosa ai bambini. Si erano immediatamente divisi in piccoli gruppi per andare a cercarli nelle vicinanze dell’accampamento.
Saoirse, Cullen e Cassandra si erano diretti verso nord dopo aver trovato le tracce dell’orso. La maga aveva temuto da subito il peggio e pregava che i suoi bambini stessero bene, e quando vide Rowan uscire dalla base di un albero corse verso di lui in preda alla gioia.
Lo abbracciò e gli accarezzò i capelli per tranquillizzarlo, mentre Rowan singhiozzava più forte stringendosi a lei. Anche Cullen si unì a loro e per un breve momento il bambino sembrò calmarsi.
– Stai bene, piccolo mio? Dov’è Luna?- gli chiese con apprensione Saoirse. Rowan non proferì parola, invece puntò il dito verso la direzione in cui era andata sua sorella.
– Presto, dobbiamo sbrigarci!- esortò Saoirse, ma Cassandra la fermò. 
- È meglio se porti Rowan all’accampamento. Ha bisogno di te, e non puoi lasciarlo solo- le disse la Cercatrice. Saoirse stava per ribattere, ma Rowan si strinse ancora di più nelle sue braccia, e lei rimase combattuta.
Cullen le si avvicinò e la rassicurò: - Porta Rowan al sicuro. Troveremo Luna e la riporteremo sana e salva. Te lo prometto- le disse.
La donna continuava a guardare alternativamente suo figlio e la zona dove si era diretta Luna, indecisa sul da farsi, ma alla fine si arrese e accettò il consiglio di Cassandra.
– D’accordo, io e Rowan torniamo indietro. Siate prudenti…- disse infine Saoirse, per poi tornare verso l’accampamento insieme al figlio. Cullen li osservò allontanarsi finché non sparirono dalla sua vista, poi si voltò verso Cassandra.
– Coraggio Cullen, Luna non può essere lontana. Sono sicura che sta bene- lo incoraggiò la donna brandendo la spada. Il comandante le fece un cenno di assenso, poi i due seguirono le tracce che aveva lasciato l’orso dirigendosi verso i bastioni di Elgar’nan.
 
Luna era spaventata a morte, così terrorizzata da non riuscire a reagire: ogni secondo sembrava durare un’eternità e il braccio le pulsava per le ferite, dalle quali sgorgavano fiumi di sangue che tingevano di un rosso vivo la manica del suo abito.
Dopo un altro grugnito rabbioso, l’orso alzò la testa e spalancò le fauci, pronto a scagliare il colpo fatale. Luna chiuse gli occhi, pregando in un ultimo disperato tentativo di salvarsi. Ma l’orso non attaccò.
La bambina avvertì che qualcosa aveva interrotto l’orso, che aveva mollato la presa su di lei; lo osservò mentre si dimenava come se fosse stato indemoniato, cercando di togliersi qualcosa di dosso. Con sua grande sorpresa e incredulità, Luna notò un lupo bianco aggrappato alla schiena dell’orso, mentre gli mordeva la nuca: più la bestia cercava di scrollarselo via, più il lupo stringeva la presa e mordeva con più forza.
Il combattimento durò per qualche minuto, poi il lupo si staccò dall’animale con un agile salto, mentre l’orso ansimava esausto per lo sforzo. Il canide si frappose tra la bambina e la belva  e digrignò i denti contro l’orso, ostacolando i suoi tentativi di raggiungere la piccola.
Infine l’orso si arrese, e se ne andò lanciando un lungo suono gutturale verso di loro.
Il lupo attese che se ne andasse, poi si voltò verso Luna e la osservò. La bambina era ancora confusa per ciò che era appena successo, e ora temeva di essere attaccata anche da quello strano animale.
“Non voglio farti del male.”
Di nuovo quella strana voce. Il lupo si avvicinò lentamente verso di lei senza mostrare segni di aggressività. Luna non capiva, eppure sentiva che doveva fidarsi di quella strana voce. Ancora scossa da quello che le era successo, la bambina non fermò il lupo che si avvicinava sempre di più al suo braccio ferito. I graffi provocati dagli artigli dell’orso le bruciavano dolorosamente e il sangue continuava a tingere la sua manica. Poi avvenne qualcosa di impossibile: il lupo sfiorò con la punta del muso le ferite della bambina, e in un lampo di luce azzurra queste vennero guarite. Incredula, Luna osservò i graffi, di cui ora rimanevano delle cicatrici biancastre appena visibili.
Il lupo era ancora vicino a lei e, con lenta cautela, la bambina lo accarezzò e lo strinse in un abbraccio: finalmente riuscì a sfogare tutta la paura e la tensione accumulate in quei minuti terribili, piangendo di sollievo e gratitudine verso quella strana creatura che l’aveva salvata da morte certa.
– Grazie di tutto…- disse Luna singhiozzando, mentre il lupo sembrò ricambiare il suo abbraccio appoggiando la testa sulla spalla della piccola maga. La bambina si staccò dall’animale per asciugarsi le lacrime e notò che aveva sporcato col suo sangue il candido pelo del lupo.
 – Mi dispiace, non volevo- si scusò, ma il lupo la osservava con calma, quasi con benevolenza. Luna venne incuriosita dai suoi occhi: erano azzurro-grigi e molto profondi e infondevano un senso di pace. Eppure, per qualche strano motivo, quegli occhi le sembravano familiari. All’improvviso il lupo girò di scatto la testa, drizzando le orecchie, e corse velocemente all’interno delle rovine elfiche.
 
Cullen chiamò sua figlia, mentre si guardava intorno. Nella sua mente si affollavano pensieri nefasti, uno più cupo dell’altro, e il cuore gli batteva così forte per l’apprensione che lo sentiva rimbombare nella testa.
– Cullen, laggiù!- esclamò di punto in bianco Cassandra. L’uomo alzò lo sguardo e tirò un sospiro di sollievo nel vedere sua figlia sana e salva. Corse verso di lei, chiamando ancora il suo nome; Luna distolse lo sguardo dai bastioni di Elgar’nan e vide con gioia suo padre, si alzò e gli andò incontro. Lo abbracciò di slancio e si lasciò andare a un pianto liberatorio, affondando la testa nel pellicciotto della giacca di suo padre.
- Ero così in pensiero per te, bambina mia- le disse Cullen, mentre Cassandra li raggiungeva con calma. Il comandante vide con orrore la manica insanguinata di Luna.
– Per il Creatore, sei ferita!- esclamò allarmato. Luna sembrò ricordarsi solo in quel momento delle ferite, notando come il tessuto intriso di sangue si fosse appiccicato al braccio.
– Non è mio!- mentì la bambina: non sapeva perché avesse voluto raccontare una bugia a suo padre, forse voleva in qualche modo proteggere lo strano lupo che l’aveva salvata. O forse, più probabilmente, era stato tutto così incredibile che non sarebbe stata creduta.
Qualunque fosse stato il suo motivo, Cullen sembrò comunque rasserenarsi.
- Va bene, l’importante è che tu stia bene- disse Cullen, poi la prese per mano: - Torniamo all’accampamento, tua madre e Rowan saranno in pensiero per te- aggiunse poi. Padre e figlia si allontanarono insieme a Cassandra, e per un attimo a Luna parve di vedere il lupo bianco osservarla dalle rovine elfiche.
 
I bambini erano nella loro stanza a Villa Maurel e ascoltavano con assiduo interesse la storia che stava raccontando Cassandra.
– E così il falco riuscì a sconfiggere la serpe velenosa, che si trasformò in una statua di roccia. Infine se ne andò, insieme all’amico gatto e a tutti gli altri, alla ricerca di nuove avventure- terminò la Cercatrice chiudendo il libro che aveva in mano.
– E ora a nanna, domani si parte per tornare a Skyhold!- esclamò la donna  rimboccando le coperte ai bambini. Augurò loro una buona notte, poi uscì dalla stanza socchiudendo la porta.
-Sei davvero un’ottima zia, Cassandra- disse una voce dietro di lei. La Cercatrice si girò e vide la sua amica Saoirse che le sorrideva. Ricambiò il sorriso, poi sfogliò il libro che teneva sotto braccio, I racconti di zio Varric.
– Non posso credere che Varric abbia trasformato lo scontro tra Hawke e Meredith in una fiaba per bambini! Quel nano non finirà mai di stupirmi…- disse sospirando, poi si soffermò sulla dedica del volume: Alla principessa e al leoncino che vivono nel castello del cielo.
Cassandra distolse lo sguardo dal libro e notò un’ombra di preoccupazione negli occhi di Saoirse.
– Ho saputo che Dorian ti ha chiamato col cristallo magico. C’è qualche problema nel Tevinter?- chiese la Cercatrice.
Saoirse scosse la testa: - No, nessuno. L’ultimo attacco dei qunari è stato più impegnativo, ma sono riusciti a rimandarli indietro. E ormai i Lucerni sono sempre più rispettati e temuti all’interno dell’Impero- rispose la maga.
-E allora cosa affligge il tuo cuore? È per i fatti di oggi?- chiese ancora Cassandra. Saoirse si voltò indietro, come per controllare che nessuno le stesse ascoltando.
– Promettimi che non lo dirai a Cullen- disse.
Cassandra rimase turbata, non vedeva la sua amica così preoccupata da molto tempo. Giurò che non ne avrebbe parlato con nessuno, quindi Saoirse si confidò con lei: - Le voci del Pozzo… Sono tornate a farsi sentire- le spiegò sospirando.
Ora anche la Cercatrice cominciò a preoccuparsi: il Pozzo si era rivelato uno strumento prezioso in più occasioni, sia per sconfiggere Corypheus sia durante gli eventi del Sacro Concilio, quando Saoirse era riuscita a comunicare con gli antichi spiriti elfici che combattevano contro i qunari della Viddasala. Ai tempi, aveva approvato che fosse stata Saoirse a bere dal pozzo e non Morrigan, tuttavia sapeva del prezzo da pagare, e non ne era stata felice: chi vorrebbe essere sottomesso per sempre alla volontà di una divinità elfica, seppur morta?
Cassandra scrollò la testa per togliersi i ricordi del passato, e si concentrò di nuovo sul presente: - E che cosa dicono?- chiese preoccupata.
Saoirse sospirò ancora, guardando un punto impreciso della stanza: - Sono solo sussurri, niente di concreto…riesco solo a capire qualche sillaba, ma non mi dicono altro- disse leggermente turbata.
– Non voglio che ti preoccupi, Cassandra. Non voglio che si preoccupi nessuno, specialmente Cullen…- aggiunse abbassando lo sguardo.
La Cercatrice le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla per confortarla: - Va bene, Saoirse. Ma secondo me è meglio se ne parli con lui, forse non oggi, ma è giusto che sappia cosa ti sta succedendo- le consigliò.
Saoirse la ringraziò e le augurò la buona notte, poi si diresse verso la sua camera, ancora in dubbio se rivelare o meno a Cullen delle Voci.

--------------------------------------------------------------------------------------------
Finalmente sono riuscita a completare la seconda parte. Pensavo di riuscire a terminarla, e invece no =)! Vi aspetto alla prossima volta, con la terza e ultima parte di questa storia.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: The_Storyteller