Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: New Moon Black    22/11/2018    1 recensioni
"Aveva dimenticato com’era quella sensazione di pace e tranquillità stando al fianco di una persona a cui si voleva molto più che bene.
Lo ricordava a malapena con i suoi genitori, Andromeda Black e Ted Tonks, ché c’era sempre qualcosa dietro l’angolo; ma al fianco di Lupin era tutt’altra cosa.
Si sentiva bene con se stessa.
Vedeva le cose sotto un'altra luce e la cosa non le dispiaceva affatto.
Sorrise nuovamente facendogli alcuni grattini all’altezza del naso, intonando una melodia che le cantava spesso suo padre quando pensava all’affetto e all’amore che provava per sua madre."
---
Questa storia partecipa a “Howling in the dark” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Iniziativa: Questa storia partecipa a “Howling in the dark” a cura di Fanwriter.it!

Numero Parole: 1.894

Prompt/Traccia:  15. “Non ho paura di te.”

Note: questa storia è stata betata da  @Always__Potterhead

Note: lieve presenza di un linguaggio forte, per chi è sensibile, facilmente impressionabile o debole di cuore(?) è gentilmente pregato di non leggere.


 

 

 

 

‡ I Wouldn’t Mind… Spending The Life By Your Side ‡

 

 

-“Se lo becco, giuro che lo ammazzo con le mie mani!”

Correva, in preda dalle sue emozioni, digrignando a denti stretti dove diamine si fosse cacciato Lupin; proprio quando aveva bisogno del suo sostegno durante una missione di massima segretezza.

Chi era mai costui che cercava tanto disperatamente?

Remus J. Lupin non era nient’altro che un collega di lavoro nell’Ordine della Fenice, di cui anch’ella faceva parte,  nonché colui che era stato la “causa” dei suoi continui sbalzi d’umore.
Per Nymphadora Tonks, metamorfomagus dalla personalità estroversa e stravagante, quell’uomo era diventato la ragione per cui ogni mattina si svegliava con un gran sorriso sulle labbra.

Era diventato il suo “centro”.

Eppure non capiva perché la stesse “evitando”.
Cosa aveva da nascondere quel misterioso, se non affascinante, mago dalle numerose cicatrici al viso?

Il buio l’avvolgeva completamente, a fatica riusciva a scorgere i suoi anfibi sporcarsi di fango, eppure la flebile luce della sua bacchetta l’aiutò a proseguire sulla diritta via.
La giovane Auror s’era avventurata in un sentiero intricato di una foresta ed era talmente irto di spine che  le lasciarono piccole scie di rosso scarlatto tra le guance delicate e nivee come porcellana.
Una piccola folata di vento fece scompigliare la chioma ribelle di un lieve rosa sbiadito che, man mano, si tingeva di rosso borgogna.
Il  cappotto di pelle chiodato e i mezzi guanti, assieme ad una felpa scura, la confortavano in parte dandole calore, ma non nascondeva che il freddo di quella notte di fine autunno aveva accapponato la pelle vellutata e rosea della strega.
Il respiro era irregolare quanto il battito del suo cuore che, scalpitando e pulsando, temeva che scoppiasse come un palloncino pieno d’acqua.
Ma non poteva fermarsi.
Doveva trovare Lupin.

Ad ogni costo.

Doveva fargli capire, una volta per tutte, che non poteva risolvere tutti i suoi problemi scappando.

-“Rem, dove sei? Rispondimi dannazione!”

Il sentiero sembrava non finire mai, come maledetto da un incantesimo antico e potente; tuttavia augurò a se stessa di poter scorgere la fine del tunnel.
La fortuna girò dalla sua parte.
Assottigliando gli occhi scuri, che in quel frangente avevano delle pagliuzze argentate intorno all’iride, vide qualcosa.

Una via d’uscita.

Trattenne a stento un urlo di gioia.
La luna purpurea splendeva, fiera e silenziosa, nel vasto cielo di un nero d’inchiostro con le sue tante amate stelle.
Oltre alle radici secche degli alberi, scorse una collina e una leggera macchia verde di quello che doveva essere un prato.
Inspirando a pieni polmoni l’aria fredda e umida di Novembre, Tonks avanzò spedita verso la meta finale.
Dovette fermarsi a metà strada coprendosi il viso, all’altezza degli occhi, perché la luce della luna era troppo abbagliante.
Imprecò dopo essere andata a sbattere contro la corteccia di un albero lì vicino e sentiva un dolore lancinante al braccio sinistro.

-“Cazzo, proprio adesso!?”

Con un gesto della bacchetta, la piccola luce bianca si dissolse dalla punta e avanzò, pian piano, verso la collina gridando a pieni polmoni il nome del suo “amato” se non stupido collega.

-“Remus dove s-“

Un grido acuto e disperato echeggiò nell’aria.
Era carico di dolore e sofferenza allo stato puro.

Impallidì.

Conosceva fin troppo bene quella voce.
Era…
No, non poteva essere vero.
E se, forse, avesse avuto ragione?
Spaventata e con l’ansia a mille, l’Auror mise giù la mano che copriva il volto, pregando intensamente che la persona che stava urlando agonizzante non fosse lui.

Non l’avesse mai fatto.

Lo vide, rimanendo paralizzata sul posto.
Remus John Lupin si contorceva a terra dolorante per i vari spasmi su tutto il corpo; arcuava la schiena fino a non sentire più la spina dorsale e alcuni versi gutturali uscivano dalle labbra sottili e screpolate del mago.

Non presagiva nulla di buono.

Esalando l’ennesimo grido strozzato,  il castano affondò le unghie nel terriccio umido e freddo per poi tremare incessantemente come una foglia secca che sfida il vento a suon di fruscii sinistri.
La pelle si era fatta grigiastra, alcune vene vicino agli occhi ambrati pulsavano vivacemente sul volto scavato e, come un’anima dannata in cerca di pace, borbottava varie frasi sconnesse ed esclamazioni poco chiare.
Ma leggendo bene il suo labiale, riuscì a capirne le parole.

Spalancò gli occhi scuri.

“Aiuto…”

In quel momento, ella non ci vide più.
I capelli fluenti dalle sfumature rosee divenne man mano di un blu profondo e tetro con un profondo taglio asimmetrico e le sue dita tremarono più del normale.
Non guardò i suoi anfibi sporcarsi ancora di fango e non si fermò nemmeno a medicarsi quei piccoli graffi alle gote, presa da una forte scarica elettrica adrenalinica.
Andò incontro al mago urlando a squarciagola, osservando tutti i suoi incubi maggiori diventare realtà.

-“REMUS!”

Posando la bacchetta all’interno del cappotto chiodato, mise le mani sulle spalle dell’uomo e cercò il suo sguardo spaventata e fortemente in ansia per la sua condizione.
Ma lui non alzò mai la testa.
Gli scosse quasi energicamente il corpo.

-“Remus rispondimi, cosa ti sta succedendo?”

-“Vattene… lasciami sol-“

-“COL CAZZO, IDIOTA!”

-“NON… SEI AL… SICUR-“

Lui ululò dal dolore e si accasciò in un lato del prato, coprendosi il volto con una mano; ben presto venne scosso da una lunga serie di brividi.
I capelli blu notte di Tonks drizzarono non appena notò delle unghie scure sulle mani e delle zampe ricoperte di pelo grigio fuoriuscire dai mocassini.

Indietreggiò.

Le mancò la voce, talmente sottoshock.
Cosa gli stava capitando?
Poco a poco, Remus cominciò a crescere, i vestiti divennero dei lembi di tessuto strappati ed abbandonati a se stessi; anche le sue nudità vennero subito coperte da un folto manto grigio, il muso allungato con dei sottili baffi inspirò appieno l’aria fredda.
Lentamente, si rizzò sulle zampe posteriori e non appena le iridi ambrate incontrarono il profilo luminoso e purpureo della luna, ululò a gran voce.
La metamorfomagus rimase a bocca asciutta.
Le iridi dalle sfumature grigiastre guardavano sorprese, se non ammaliate, la figura alta e possente del presunto mago/lupo mannaro Remus J. Lupin.

Era questa la ragione per cui lui si assentava ad ogni notte di luna piena e usava varie scuse a riguardo, purché nessuno sapesse quali fossero le sue condizioni?
Per tutto questo tempo, Remus aveva tenuto nascosto il fatto che fosse un Licantropo?
O meglio, tutti gli altri colleghi sapevano del suo problema lupesco e lei era l’unica dell’Ordine ad essere rimasta all’oscuro?

“Perché non mi hai detto niente?
Credevo che fossimo una squadra.”

Provava dei sentimenti molto contrastanti nel suo animo.
Da una parte voleva prendere a pugni il mago più anziano e, magari, fargli qualche lavata di capo perché non era stato troppo sincero nei suoi confronti; dall’altra invece percepiva un leggero timore al trovarsi al cospetto di una creatura centenaria ed oscura quanto i Dissenatori.
Eppure non si sentiva per nulla spaventata.

Perché?

Avrebbe potuto benissimo avere degli attacchi di panico e tremare da cima a capo, cercato di estrarre la bacchetta usando incantesimi difensivi come Depulso o Protego, oppure tramutarsi in un uccello e volare via per avere salva la vita.

Ma lei non fece niente di tutto ciò.

Rimase lì, immobile, a guardare quel lupo mannaro che ululava alla luna.
L’ormai Remus il Licantropo aveva notato la presenza della strega dai capelli blu ed inclinò il capo peloso muovendo di tanto in tanto un orecchio.
Per qualche strana ragione, non gli aveva mostrato i denti dritti ed affilati per ringhiarle contro e non osò nemmeno attaccarla, o soffiarle addosso.
Aveva l’aria che fosse incuriosito del perché l’Auror non avesse avuto una reazione esagerata con il solo vederlo; d’altronde anch’essa si stupiva di questa sua capacità di avere il sangue freddo di fronte a quella che avrebbe potuto essere la sua “condanna a morte”.
Quatto quatto, avanzò con passo lento e goffo fino ad arrivare ai suoi piedi, al che abbassò il capo odorandone la superficie e il tessuto dei pantaloni che stava indossando.

Era una situazione strana.
Anche troppo per i suoi gusti.

Perché era così mansueto di fronte a Tonks?

Stentava a credere che non avesse ancora avuto le pupille dilatate, il fiato corto, i brividi di paura percorrere tutta la schiena e la consapevolezza che la sua vita fosse appesa ad un filo.
Ma d’altronde, ai suoi occhi, era pur sempre Remus.
L’ex professore di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts, di origine un Grifondoro, membro onorario e di vitale importanza nell’Ordine della Fenice; e anche l’uomo il cui, pian piano, divenne un pensiero fisso nella sua testa fino a che non se ne innamorò.
Senza volerlo, sussurrò impercettibilmente.

-“Sei un’idiota, Rem.”

Quest’ultimo, sentendosi chiamato in causa, la guardò negli occhi dopo averle annusato il capo che profumava di mirtilli e bacche selvatiche; dal suo muso peloso e grigiastro sibilò un lieve guaito, come se stesse cercando di scusarsi per averla tenuto all’oscuro di tutto.
La mano nivea e guantata andò a sfiorare con profonda cautela e dolcezza la pelliccia grigia e le orecchie per tastarne la morbidezza.

Per la barba di Merlino, se aveva ragione.

In un primo momento, il lupo si era scostato leggermente dal suo tocco improvviso ma poco dopo il palmo della sua mano venne investita dal naso scuro ed umido che era in forte contrasto con il tepore piacevole che emanava l’ormai ex Tassorosso.
Rise appena e dopo aver preso confidenza con il problematico Lupin, riprese ad accarezzargli le orecchie, il collo e il muso con entrambe le mani senza mostrare un minimo di paura nei suoi confronti.
Le iridi color ambra si specchiarono in quelle pozze scure e senza fondo della metamorfomagus.

Aveva dimenticato com’era quella sensazione di pace e tranquillità stando al fianco di una persona a cui si voleva molto più che bene.
Lo ricordava a malapena con i suoi genitori, Andromeda Black e Ted Tonks, ché c’era sempre qualcosa dietro l’angolo; ma al fianco di Lupin era tutt’altra cosa.

Si sentiva bene con se stessa.
Vedeva le cose sotto un'altra luce e la cosa non le dispiaceva affatto.

Sorrise nuovamente facendogli alcuni grattini all’altezza del naso, intonando una melodia che le cantava spesso suo padre quando pensava all’affetto e all’amore che provava per sua madre.
Pian piano i suoi capelli ritornarono ad essere un rosa sbiadito con alcune ciocche ribelli che le pizzicavano gli occhi.
Il licantropo rimase talmente compiaciuto che si mise a leccarle di punto in bianco le dita sottili ed affusolate, sporcando di saliva i guanti di pelle nera.

Rise.

-“Mi fai il solletico, scemo.”

Senza pensarci due volte, Nymphadora diede un piccolo bacio alla sua nuca pelosa per poi dedicarne uno anche al naso a tartufo, accarezzandone tutta la lunghezza della mascella fino al collo.
Di tutta risposta, Lupin si accucciò vicino alle gambe della rosa e non si scollò nemmeno di un millimetro, troppo preso ad assimilare per quanto poteva tutto il suo calore e la sua gentilezza.
Ogni tanto guaiva per via della sua condizione fisica, ma quello che gli importava più di tutto era che la giovane bellezza di donna bianca, dallo stile punk rock, intonasse nuovamente quella melodia che gli aveva deliziato le orecchie.

E glielo fece capire più volte spingendo il muso sulla pancia della giovane Auror.
Quest’ultima rise, divertita, nel vedere quanto Remus si stesse impegnando a  cercare le sue attenzioni.

-“Non ho motivo di andarmene da te… dopotutto siamo partner no?”

Quando poi arrivò l’alba del giorno seguente, Remus Lupin si riprese quasi egregiamente dalla trasformazione e dopo vari anni si sentiva bene, come se qualcosa, o meglio, qualcuno avesse infuso calore, amore e supporto.
Come una madre che si prendeva cura del proprio figlio.
Quando chiese alla sua collega, che era rimasta con lui per tutta la notte di luna piena, del perché non fosse scappata via la sua sagace risposta lo colpì come un fulmine a ciel sereno.

-“Non ho paura di te, Remus... e mai ne avrò.”

Quella semplice ed innocua frase fu sufficiente a farlo commuovere.

 

 


Note dell’autrice:

 

Sorpresi di vedere un aggiornamento? Si.
Ve l'aspettavate che scrivessi una ff a tema Harry Potter? No, dato che siete abituati a vedere che scrivevo sempre AU.
Sono stata masochista a farne un'altra quando potevo risparmiare? Forse troppo.

*coff coff*

Vi giuro che non era previsto un'altra one-shot per lo stesso contest-
Eppure quel prompt n*15 mi chiamava una bella RemusxNymphadora a tutto gas -w-

Ma chi me l'ha fatto a fare hahhahhahhahaha


Ciancio alle bande, la one-shot partecipante al contest di “Howling in the Dark” sempre a cura di Fanwriter.it! è tratta dal magico mondo di Harry Potter.
E come sempre, ho sfidato tutte le leggi della fisica(?) per produrre la storia d'amore struggente di Remus Lupin e Nymphadora Tonks.

Specifichiamo, dopo la Shidge e la FierroChase, la Remadora è particolare ed è una delle ship che amo tantissimo di questo fandom... però Porco Zeus se ha un background così angst che in confronto alla tragedia di Romeo e Giulietta... spostatevi proprio hahahhah
Da dove sta venendo tutto sto coraggio di buttarmi a capofitto su ship che non ho MAI trattato (oltre alla Shidge) proprio non lo so lel

(Chiamatemi masochista se volete)
Però, in qualche modo, mi sento fiera della mia testardaggine(?)

Stesso discorso che ho dedicato per la ff  HP!FierroChase, questa sarà la prima fan fiction di tutte le altre che arriveranno…  ho in mente tante cose per la Remadora, ma per il momento terrò la bocca chiusa.

Io vi saluto e ci si vede per i prossimi aggiornamenti di one-shots, e chissà, anche per le “future” longs!

Baci,

Black

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: New Moon Black