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Autore: nini superga    22/11/2018    3 recensioni
Durante una nevicata che ha dello straordinario, Ganadlaf giunge ad Isengard con una richiesta per Saruman: vuole che la giovane Annael, apprendista Istari presso la Torre di Orthanc, vada a Minas Tirith con lui. Il Grigio Pellegrino vuole portare la ragazza a Gondor per permetterle di approfondire certe ricerche infruttuose che sta svolgendo negli annali e nelle cronache di Isengard, riguardanti un certo Anello che tutti credono sparito ma che tutti comunque bramano… Cosa dirà Annael, strega incompleta? E chi o cosa troverà a Minas Tirith?
Non scrivo da anni, ma la passione per il mondo di Tolkien non si è affievolita, proprio come per i suoi personaggi!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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         Il sole scende, le ultime braci del fuoco al campo dei Kurai si perdono nell’arancio del tramonto.
Sono fuori dalla stanza di Boromir, appoggiata contro lo stipite della finestra.
Ad una finestra simile, guardando in basso, l’ho visto per la prima volta.
Quanto tempo è passato da allora? Poco, pochissimo, eppure ho vissuto più vita in questi pochi giorni che in tutti gli anni passati ad Isengard, chiusa tra i libri a studiare. Considerazione che mi incupiscie ancora di più. La mia vera missione sta naufragando, penso tristemente, ripensando anche alle parole del Re degli Stregoni. Un passo davanti a noi, ha detto.
Possibile che sia vero?
         Cerco di disfarmi la treccia per rifarmela, ma faccio ancora fatica a muovere il braccio.
Due mani vengono in mio soccorso e non sono mani femminili.
<< Lascia che ti aiuti >>, mormora Faramir con aria gentile.
Lo guardo perplessa, facendolo sorridere. << Paura che combini un disastro? >>
Mi stringo nelle spalle, lasciando che mi disfi la treccia.
<< Dove hai imparato a farle? >> Chiedo, mentre cerca di districarmi i capelli con le dita. << Vi ha insegnato vostra madre? >>
Sento Faramir irrigidirsi un attimo, per poi continuare. << Nostra madre è morta cinque anni dopo la mia nascita. >> Racconta con voce atona, << Boromir aveva dieci anni alla sua scomparsa. >>
Resto in silenzio, cercando di immaginare cosa può provare un bambino alla morte di una persona importante come la madre. Paura? Rabbia? Tristezza? Senso di abbandono? Non riesco a comprenderlo, tanto deve essere dolorosa come emozione.
Faramir mi sfiora la spalla, facendomi trasalire.
<< Ho finito >>, dice alzando le mani in segno di resa, << spero ti vada bene. >>
Annuisco, sorpresa dalla treccia stretta e dal bel fiocco finale che il Capitano è riuscito a farmi.
<< Me le ha insegnate Boromir, tempo fa ormai. >>
Gli occhi di Faramir si velano di tristezza, mentre si appoggia allo stipite opposto della finestra. Fissa il cielo per qualche tempo, per poiconcentrarsi su di me. << Come procedono le tue ricerche? >>
<< Male >> ammetto seccamente, << Il materiale è troppo, sembra di cercare un ago in un pagliaio. E queste interruzioni non giovano. >>
Faramir sospira, accarezzandosi il mento. << Interruzioni, le chiami >> Si avvicina, appoggiandosi col fianco al bordo della finestra. << Queste sono dichiarazioni, Annael, e preannunciano non una battaglia ma una guerra, anzi: la Guerra per eccellenza. >>
<< Anche lo Stregone ha usato parole simili alle tue… >>
Gli racconto brevemente quanto ho già raccontato a Boromir, angosciandomi sempre di più.
<< La caduta di Gondor è davvero così vicina? >>
<< Vicina o meno, io sarò qui a impedirla. >>
La voce di Boromir giunge chiara alle nostre spalle. Ci voltiamo, per vederlo vestito con una giubba frusta ma pulita e dei pantaloni sgualciti, mentre la camicia è macchiata in più punti di sangue fresco, segno che le ferite sono ancora aperte. Colinde lo sorregge, guardandolo come una madre farebbe col figlio. << E voi sarete con me, giusto? >>
Faramir gli va incontro, sicuro di sè, prendendo il posto di Colinde nel sorreggerlo. I due si scambiano un’occhiata d’intesa, per poi voltarsi verso di me. Boromir mi fa cenno di avvicinarmi e io lo faccio, lasciando che mi prenda la mano e la stringa. << Tu sarai con me? >>
<< Farò del mio meglio>> affermo, cercando di non vacillare, perdendomi nella sua contemplazione. Ha appena rischiato di morire, è ferito e sicuramente sarà dolorante, eppure ha ancora la forza di stare in piedi dritto di fronte alla minaccia di Mordor.
Un uomo tutto d’un pezzo, mi dico.
<< Ho molta considerazione delle tue capacità, Annael. >> Sostiene lui, mentre Faramir annuisce.
<< Ma io sono solo un’apprendista. >> Mugolo.
<< No, sei molto di più >>, mormora Boromir, stringendomi più forte la mano.
<< Sei la protettrice di Gondor, ora. Comportati come tale. >>
 
           Come usciamo dalla porta della camera, la voce di Denethor arriva alle nostre orecchie.
Mi sembra stonata e stridula, e non sono l’unica ad avere questa opinione: sento i corpi dei due fratelli tendersi come archi.
Boromir si avvicina al paretto del portico del primo piano per guardare verso il basso, ancora sorretto da Faramir. Mi avvicino anch’io e lo vedo: il Sovrintendente è al centro del cortile, circondato da soldati che mantengono le distanze. Si muove in cerchio, arringando gli uomini, ma dall’alto l’impressione è quella di un animale, violento e stanco, che continua a girare ancora e ancora, evitando di lasciare fianchi scoperti. Intanto, qualcuno tra la folla nota Boromir, per poi indicarlo anche agli altri, finché tutti i soldati si girano verso il primo piano.

I capitani! I capitani di Gondor!  
Urla una voce nella folla, facendo partire un’ovazione che cresce di più, sempre di più.
Sono colpita ed emozionata, e credo che anche Boromir lo sia: saluta gli uomini con un cenno della mano, altrettanto fa Faramir.
Improvvisamente al centro dell’attenzione, mi faccio da parte, intimidita.
Ed è così che mi accorgo che Denethor ci sta raggiungendo. E la luce che ha negli occhi ha qualcosa di sinistro.
<< Boromir… >> Non faccio in tempo ad avvisarlo che suo padre gli è letteralmente addosso: strappandolo da Faramir, lo sospinge contro la colonna più vicina, facendolo sbattere contro di essa. Dall’espressione del viso di Boromir, deve avergli fatto molto male.
<< Come hai potuto permettere che la portassero via! >> Urla Denethor come una furia, afferrandolo per il colletto della giacca. << Lei è tutta la mia vita, più preziosa di te e tuo fratello, e tu l’hai persa! >> Lo strattona ancora e ancora, mentre Boromir lo fissa attonito, troppo sconvolto per reagire. << Perduta, perduta… >> Singhiozza l’uomo, accasciandosi sul petto del figlio e mettendosi a piangere disperatamente. << La mia adorata… adorata Morwiniel… >>
Scosso dai singhiozzi, Denethor sembra solo un vecchio, che si aggrappa al corpo di un giovane uomo. Esitante, Boromir poggia una mano sulla testa del padre, accarezzandogliela piano. Guarda verso il basso, verso la folla di uomini col naso all’insù che guarda a sua volta lui, troppo curiosa di sapere come andrà a finire e attonita.
<< Tornate ai vostri posti, avanti! >> Urla Faramir al posto di Boromir, rompendo l’incantesimo prodotto dalla violenza del padre. Mentre gli uomini si disperdono, i due fratelli si scambiano un’occhiata sconvolta che non mi sfugge. Sono confusi e spaventati: la loro guida, un uomo arguto e saggio, si è appena lasciato andare ad un’esplosione di follia come non ne aveva mai avuto, nemmeno in privato.
E tutto per una donna.
<< Padre >>, lo chiama Boromir, cercando i suoi occhi tra le lacrime. << Padre, la ritroveremo. Abbi fede… >>
Denethor si scosta dal figlio, il volto che fino a un attimo prima era triste ora è una maschera di collera. << Fede ? >> Sibila, ancora con il naso sporco, << E in che cosa devo avere fede, di grazia? Nelle tue capacità? Nelle sue capacità? >> Indica con un dito accusatorio Faramir, che vedo sussultare, per poi rivolgere i suoi occhi anche verso di me. << O in quelle di questa inutile ragazza? >> Mi viene più sotto, facendomi indietreggiare fino al muro. << Ah, io lo so perché Mithrandir ti ha posizionato qui. Sei un controllore, vero? Vedi come va la situazione, per poi avvisarlo quando sarò troppo debole per oppormi. >>
<< Ma io… >>
<< E come se non bastasse, cerchi anche di portare via i miei figli. I miei adorati figli! L’unica gioia della mia vi-vita… loro e- e lei… >> Farfuglia, per poi rimettersi a piangere. Si porta le mani al volto, ed è allora che noto un dettaglio strano: all’anulare destro, Denethor porta un anello con un rubino tanto rosso da sembrare insanguinato. Esattamente come quello che ho visto all’anulare di Morwiniel.
Ed è allora che capisco.
Lascio cadere il bastone e mi lancio sulla mano di Denethor, prendendolo alla sprovvista.
<< L’anello! >> Urlo rivolgendomi a Boromir, ancora sgomento. << E’ il sigillo, Boromir! Dobbiamo toglierlo! >> Non finisco la frase che Denethor mi scaglia a terra con una manata in pieno viso. Cado sul fianco, stordita dal colpo, per vedere Boromir avventarsi sulla mano di Denethor, cercando di strappargli l’anello dal dito. Alla fine, riesce a bloccargli il braccio, mentre Faramir è costretto ad aprirgli le dita una ad una tra lamenti e imprecazioni che hanno poco di umano.
Tutto cessa non appena l’anello è nelle mie mani.
Denethor si placa, diventa docile come un agnello.
Fissa me, soprattutto la mano in cui stringo forte quello che credo sia un sigillo.
<< E ora? >> Chiede Faramir, << Volete spiegarmi che diavoleria è mai questa? >>
Annuisco, allungando il braccio e aprendo la mano: l’anello divampa di una fiamma arancio intenso.
         Denethor non fa nulla. Guarda l’anello bruciare nella mia mano, lasciando che si dissolva come polvere e mostrando il vero contenuto della gemma: capelli e unghie.
<< Avevo ragione >> mormoro, avvicinando maggiormente la mano al viso, incuriosita.
<< E ora che succede? >> Insiste Faramir, avvicinandosi a sua volta ad osservare il fuoco sulla mia mano. << Ma soprattutto, che cosa significa tutto questo? >>
<< Che sono una strega, non è chiaro? >>
Boromir si scosta da suo padre come se scottasse, inciampando e cadendo a terra, mentre richiudo la mano e mi stringo a Faramir, sconvolta.
A parlare è stata la voce di Morwiniel, ma per bocca di Denethor.
<< Esci dal suo corpo! >> Ordino, dopo un attimo di smarrimento, puntandole contro il bastone.
La risata cristallina che contraddistingue Morwiniel erutta dalla bocca del Sovrintendente, rendendola così sbagliata da far accapponare la pelle. << Tesoro, qui a dare gli ordini sono io, non tu. Mocciosa. >>
<< Io reggo la fiamma di Anor, puttana! >> Ruggisco, mentre la luce sulla punta del bastone si fa più intensa. << Sono un’Istari, servitore del fuoco segreto, e farai quello che ti dico! >>
<< O altrimenti? Che cosa farai? >> Denethor si accarezza i capelli lunghi in un gesto tipicamente femminile, sicuramente non suo. << Mi incenerirai come ami tanto fare con i tuoi nemici? >>
<< Maledetta… >> Sento digrignare tra i denti Boromir, ancora a terra. Facendo così, attira l’attenzione della strega.
<< Tu e il tuo fratellino mi avete sin da subito inquadrata, non è così? >> Si avvicina a Boromir, sovrastandolo. << Peccato che tu non abbia ceduto alle mie lusinghe. Avrei preferito scopare te, invece di questo vecchio bolso e fiacco. >>
<< Puttana! >> le urla contro Faramir, scagliandosi contro di lui, invano: ad un cenno della mano, una forza invisibile lo congela sul posto, con la spada sguainata in traiettoria discendente. 
<< Faramir! >> Urla Boromir, cercando di alzarsi, ma anche lui è stato bloccato.
<< Non è niente, non agitatevi >>, minimizza Denethor, avviandosi verso la balconata. Quando cerco di scattare in avanti, scopro che anche io sono bloccata. Ed è una sensazione orribile.
<< Voglio rendervi partecipi di due fatti >> inizia il Sovrintendente, mettendosi a fatica in piedi sul parapetto di mattoni. << Il primo, è che la Guerra è prossima, e che non avrete scampo se non vi arrenderete. Vi arrendete, per caso? >> Morwiniel mette un piede davanti all’altro, traballando ad ogni passo.
<< Padre, se sei ancora lì dentro, ti supplico combattila… >> Sento dire a Boromir, mentre a Faramir la strega ha tolto persino la capacità di parola.
Uno svolazzo di mano, e una forza invisibile atterra Boromir, facendogli cozzare la nuca contro il pavimento con uno schiocco sordo.
Ora, ha il labbro spaccato e sangue gli cola dal naso.
<< Padre! >> Lo chiama anche da terra, << Combattila! Perché lo sai che noi non ci arrenderemo mai. O Gondor… >>
<< …O la morte! >> Prorompe la voce di Denethor dalla sua bocca, ma è questione di attimi. La nuova voce si spegne, come se venisse chiusa in un luogo molto lontano, per poi tornare quella di Morwiniel.
<< Dunque, scegliete morte? >> La strega non attende risposta, nel suo continuo via vai. Si ferma solo per alzare gli occhi al cielo stellato, al centro della balconata. Poi si gira, lasciando che l’immobilità si allenati, ma con calma.
Allarga le braccia e un sorriso crudele si dipinge sulle labbra.
<< Se scegliete morte, allora questa sarà la vostra prima vittima. >> Sussurra, lasciando cadere all’indietro il corpo di Denethor, figlio di Echtelion, Sovrintendente di Gondor.
               
          Il silenzio è irreale, finché non arriva il tonfo, un piano più giù.
Dopo quello, nient’altro.
Venuto meno l'incantesimo, Boromir non si è ancora mosso dalla sua posizione. Faramir è a gattoni, la spada caduta lontano, scosso dai singhiozzi. Io sono in piedi, e quando cado in ginocchio perchè le gambe cedono non lo sento nemmeno. Apro la mano dove ho bruciato il sigillo, rivelando unghie e capelli ormai polverizzati.
<< Era un ponte >> mormoro, più a me stessa che a qualcun altro. << Il sigillo era solo un tramite per poter possedere il suo corpo. >>
Boromir non parla, ma si copre il viso con entrambe le mani, inspirando forte una, due, tre volte. Finché non si mette a sedere, cercando il mio sguardo.
Mi avvicino a lui, accostandomi alla sua spalla.
<< Io… >> inizio, ma lui mi interrompe.
<< Non voglio scuse >> mi interrompe, la voce roca e tremula. Dal basso, arrivano le prime urla e i primi lamenti. << Voglio una promessa. >>
Lo guardo dritto negli occhi. Ha tutta la mia attenzione.
Boromir mi prende il viso tra le mani, mi fissa con gli occhi colmi di lacrime e di rabbia.
<< Diventa più forte. Impara altre magie, potenziati, fa qualsiasi cosa sia nelle tue capacità per ammazzare quella puttana. Io sono mortale, contro di lei posso poco, ma tu… tu sei come lei. Dello steso genere. Hai capito? >>
<< Si >>, pigolo, anche se non è proprio vero che io e Morwiniel siamo dello stesso genere.
Alle mie spalle, sento che Faramir piange un po’ più forte.
<< Che cosa farai, adesso? >> Chiedo a Boromir.
Lui si morde le labbra, scostando lo sguardo. << Devo affrontare il mio destino. >>
Con fatica, si alza e si avvicina a Faramir, sovrastandolo con la sua figura.
<< Fratellino >>, lo chiama dolcemente, facendogli alzare lo sguardo umido di lacrime. Faramir lo guarda, mettendosi poi in ginocchio. Inspira forte, per poi sospirare.
<< Fratellone, hai la mia fedeltà. >> Gli prende la mano destra, baciandola senza mai distogliere lo sguardo da quello di suo fratello.
<< Il Sovrintendente è morto. Lunga vita al Sovrintendete. >>
 
 
 
 
 
 
DIF.
Direi che ogni commento è superfluo.
Fatemi sapere che cosa ne dite.
Una “sconvolta peggio di voi” Nini ç__ç
 
        
  
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