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Autore: PabloX    23/11/2018    0 recensioni
Faith- Nuovo Inizio” Riprende la fan fiction “Faith ritorno a Los Angeles”, che si concludeva con la morte di Faith nel tentativo di salvare il mondo e contemporaneamente restituire l’essenza umana ad Angel. Dovevo quindi trovare un modo di far tornare in vita Faith, ma volevo anche usare altri personaggi che non avevo usato nel primo racconto. Spike ad esempio. Ed ecco che vedrete Spike in azione, e naturalmente il suo rapporto conflittuale con Angel è uno dei temi del racconto, oltre al problema che ora Angel non è più un vampiro. E’ quello che ha sempre desiderato ma davvero è felice ora? Oppure rimpiange i vecchi tempi? Aggiungiamoci una Kennedy che aspira al ruolo che fu di Buffy (e Faith) gli avvocati della Wolfram & Hart e che gli effetti della Magia hanno sempre delle conseguenze… ed ecco che il pranzo è servito !
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Episodio 2

Un giorno perfetto


Note: la canzone Perfect Day è di Lou Reed: dall'album Transformer


-Accidenti, Angel, ma cosa è successo?- strillò Willow disperata guardando la sua amante sporca di sangue e madida di sudore
-Vampiri-rispose l’ex creatura della notte.
-Accidenti, io le avevo detto di non andare! E anche tu Angel non dovresti assecondarla. Siete matti voi due!-
-Abbiamo un compito-
-Ma di quale compito vai cianciando!-urlò Willow ormai vicina ad un a crisi isterica- Tu non sei più un vampiro in cerca di redenzione e..,. e…e.. lei…- un attacco di balbuzie si era impadronita della ragazza dai capelli rossi.
-Cos’è questo baccano?- chiese Lorne sopraggiungendo con indosso una vestaglia elegantissima e dai colori sfavillanti.
-Kennedy- rispose Angel senza ulteriori spiegazioni. Non ce n’era bisogno, la situazione della cacciatrice era talmente grave che non necessitava di spiegazioni.
-Povera piccola-esclamò il demone di Pylea- Non è il caso di portarla in ospedale?-
-Non abbiamo tempo! -rispose Angel , ma una voce giovane  lo smentì-
-Abbiamo tutto il tempo: basta prendere una macchina-
La voce era quella di Connor.
- La tua macchina è veloce, Padre, carichiamola su e saremo in poco tempo all’ospedale-
-Ma…-
-E’ la decisione più saggia  -disse Lorne afferrando per le spalle Angel – Anche tu non  mi sembri tanto ben messo. Potresti farti dare un’occhiatina-
-Ho solo qualche graffio. Chi sta male è Ken-
-E allora sbrighiamoci!- concluse Connor.
Angel ed il ragazzo presero Kennedy, ormai incosciente, sotto braccio. Mentre Lorne apriva la porta e faceva strada.
Kennedy fu caricata velocemente sulla decappottabile di Angel.
-La prossima volta devo ricordarmi di andare a caccia con la macchina-
-Non ci sarà una prossima volta.- rispose con tono duro Connor
-Cosa?-
-E’ troppo rischioso Pà . Quei tempi sono finiti.-
Poi diresse uno sguardo verso il sedile posteriore, dove Kennedy respirava affannosamente.
- E senza Kennedy, sono finiti per sempre.-
-Se la caverà- rispose Angel . Dal tono della sua voce trapelava un ottimismo piuttosto forzato.
Angel avviò il motore e la macchina si mosse.
Dalle ombre attorno all’Hyperion una voce squittente domandò
- Cosa ne pensa mio signore?-
- Che è giunto il momento di agire. Presto questa città sarà nostra. Un gruppo intercetterà la macchina del vampiro, e l’altro si impossesserà dell’Hotel. –
- Sarà fatto mio signore-



Lorne aveva appena richiuso la porta dell’Hotel che un disperato bussare lo ricondusse sui suoi passi
-Chi è?-chiese con fare sospettoso.
-Fatemi entrare vi prego, sono stata aggredita! Aiuto!-
Senza pensarci su due volte Lorne aprì il portone
Non appena lo ebbe aperto una ragazza spaventatissima si gettò dentro.
-Presto, chiudetelo. Chiudetelo prima che entrino!.-
Lorne, senza chiedere ulteriori spiegazioni, richiuse la porta e la serrò bene con il catenaccio. Poi si rivolse all’inattesa ospite.
-Si metta a sedere e si tranquillizzi. Qui è al sicuro.- le disse con il suo tono rassicurante e confidenziale. La ragazza lo osservò bene, sbarrò gli occhi e cacciò un urlo.
Lorne si allontanò leggermente e spiegò.
-Oh non si preoccupi del mio aspetto, è un trucco di scena.-
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, poi la vista di Willow che era sopraggiunta la tranquillizzò del tutto.
-Cosa succede?-
-Qualcosa o qualcuno ha spaventato a morte la signorina- spiegò brevemente Lorne
-Serata agitata- commentò Willow.
- Adesso che si è calmata, ci vuole spiegare cosa è successo-
La ragazza annuì, poi iniziò a parlare – Ero venuta qui con delle mie amiche, stasera. Dicevano che c’era della buona musica e ci si divertiva-
Lorne la guardò con aria soddisfatta.
La ragazza riprese- Sì quel deejay è fenomenale! Mi pare che si chiami Connor-
-Va bene, lasciamo stare i particolari irrilevanti- la interruppe sospirando Lorne, a cui l’aria soddisfatta era improvvisamente scomparsa al sentire nominare il nome di Connor e della sua insopportabile musica -Andiamo avanti -
-Beh, dopo lo spettacolo stavo per andare via, mi sono attardata un po’ qui fuori…con un ragazzo- proseguì la giovane con aria un po’ imbarazzata.
-Va bene, non vogliamo sapere fatti privati, poi cosa è successo?-
-Dall’ombra è saltato fuori qualcuno, o qualcosa. Era più di uno. Hanno preso George-
-George?- domandò Willow
-Sarà il nome del ragazzo- le rispose Lorne - hanno preso George. E poi?-
-Poi sono fuggita, volevano prendere anche me. Uno mi ha rincorso fino a qua e…-
Willow si avvicinò con fare materno alla ragazza e le accarezzò la testa.
-E’ tutto finito, vedrai che si è trattato solo di uno scherzo e tutto si sistemerà per il meglio - le disse mentendo.
Lorne si era avvicinato ad una delle finestre e scrutava fuori con fare sospettoso. Non vide nulla di sospetto nel buio sempre più intenso, ma ad un certo punto qualcosa sbucò fuori dall’oscurità e inizio a battere sui vetri.
Lorne con un balzo si scostò dalle finestre e iniziò ad urlare- Voi non potete entrare qui. Non potete! E’ un santuario!-
Una risata agghiacciante giunse attutita solo in parte dai vetri
Una figura si fece avanti e si pose davanti al vetro. Ora anche l’attenzione di Willow e della giovane era concentrata sulla vetrata.
-Lo sarà ancora per poco, ancora per poco- disse la figura biascicando orrendamente le parole.
Dietro ad essa altre facce dagli sguardi allucinati e perversi, con la tipica espressione dei vampiri in caccia, scrutavano verso l’interno dell’Hotel.
La ragazza cacciò un urlo- Stanno per entrare! Stanno per entrare!-
Willow l’abbracciò cercando di tranquillizzarla- Siamo al sicuro non possono entrare.-
Poi si rivolse a Lorne con voce più bassa.
-Non possono entrare, vero?-
-No, se nessuno li invita dentro. A meno che le regole non siano cambiate-
Willow di colpo si alzò in piedi, con sguardo spiritato, scrollandosi  la ragazza quasi con violenza di dosso, ed esclamò- Kennedy!-
-E’ al sicuro, la stanno portando all’Ospedale-
-Ma non capisci? Questa è tutta una manovra! Si vogliono impadronire della città!
Vogliono uccidere la cacciatrice ed impossessarsi della sede degli ammazzavampiri! –
-Tranquillizzati. Non possono farlo!- le disse Lorne sfoggiando un esagerato ottimismo.
I colpi alla porta si facevano più forti.
-No-rispose Willow, -non possono farlo. Non lo faranno. Perché adesso tornerà la cacciatrice, Più forte e determinata di prima.-
-Certo, Kennedy ce la farà-
-Non sto parlando di Kennedy- disse Willow incamminandosi per le scale.
Lorne guardò la porta, che stava cedendo sotto i colpi degli assedianti, guardò il volto terrorizzato della ragazza e poi diresse lo sguardo verso la direzione dove Willow era sparita
-Spero proprio che tu stia facendo la cosa giusta Willow. Lo spero proprio.-

 

A circa un miglio dall’Hyperion la macchina di Angel sfrecciava veloce. Ad un tratto, all’improvviso, una automobile si affiancò. Era un’altra decappottabile, del tutto simile a quella di Angel ma dal colore rosso sangue. Angel guardò verso il conducente, domandandosi a voce alta
–Che diavolo vuole questo?-
-L’hai detto!- gli rispose il tipo, sfoderando un sorriso che lasciava intravedere dei denti acuminati.
La Spider rossa strinse verso la macchina di Angel, e questa sbandò.
-Accidenti!-
-Cosa succede?- urlò Connor
-Quel tizio vuole buttarci fuori…-Non riuscì a terminare la frase, perché una manovra più decisa dell'altro fece sbandare la macchina di Angel e questa finì fuori strada.
Angel cercò di frenare l’automobile dolcemente, evitando che questa si rovesciasse. L’operazione ebbe successo, e la macchina si fermò in modo relativamente dolce in un’area verde, proprio di fronte ad un albero:
-Merda!- esclamò Connor. –Ma era pazzo quel tipo!-
-Non era un tipo, era un vampiro- rispose Angel, che aveva conservato un fiuto speciale nel riconoscere quelli della sua razza.
-Un vampiro? Ma allora…-
-Allora siamo nei guai- rispose Angel scendendo dall’auto e avvicinandosi al bagagliaio della macchina .


Willow era corsa di sopra, mentre già i colpi alla porta si facevano più pesanti e le grida della ragazza terrorizzata più acute.
Entrò a precipizio nella sua stanza, rovesciò lo scrigno dove stava il prezioso Medaglione che fu già di Tavros, il maledetto falso monaco, aprì la scatoletta e lo estrasse.
Il cuore le batteva all’impazzata, sentiva le tempie risuonare e il sudore scendere copioso sulla fronte. Anche le mani erano bagnate per il nervosismo
-Faith ! Dove ti sei cacciata. Possibile che non ci sei mai quando c’è bisogno di te!-
Faith comparve – Ehi rossa, sono qui davanti, non mi vedi?-
-Ah per fortuna- Willow trasse un profondo sospiro di sollievo, ma questo non durò a lungo
-Presto dobbiamo fare in fretta!-
-Dobbiamo fare cosa?-
-Non volevi tornare umana?-
-Certo ma…-
-E’ il momento giusto!-
-Mi fa piacere che ti sei decisa. Ma perché ora?-
-Non l’hai visto? Pensavo vedessi tutto!-
-Sono un fantasma, mica una divinità Inca. Cos’è che non avrei visto?-
-Kennedy è ferita gravemente, Angel e Connor sono andati all’ospedale, e qui è pieno di vampiri che stanno per entrare. E c’è una ragazzina che strepita e mi fa venire il mal di testa e …e…e-
-Va bene, meglio tardi che mai. Allora?-
-Adesso dobbiamo recitare questo-
-Dobbiamo?-
-Sì! urlò Willow-  Anche tu, lo devi fare! O vuoi rimanere un ectoplasma per l’eternità?-
-Ok- rispose Faith con aria rassegnata- che devo dire?-
-Per Ecate, per tutte le forze Oscure, Aiutate questa anima a rientrare nel suo corpo, aiutate questa anima persa a sorgere a nuova vita: Italun Talos…Ripeti!-
Faith ripeté questa formula mentre Willow teneva in alto il medaglione sfregandolo. Dopo qualche minuto finalmente una fiammata uscì dall’Oggetto e si diresse verso Faith.
Faith lanciò un urlo, il suo ectoplasma si afflosciò per terra come fosse una massa indistinta. Ma in breve qualcosa risorse dal nulla e prese rapidamente forma.
Nel giro di pochi secondi, sotto gli occhi di Willow ricomparve Faith, in tutta la sua bellezza e completamente nuda.
Willow la guardò stupita, contenta e anche un po’ incuriosita.
-Cosa hai da guardarmi?- le disse Faith con aria arrabbiata.- Questo incantesimo non serve a nulla!-
Willow allungò una mano e la sfiorò, poi la toccò con sempre più forza
-Serve, serve - disse Willow con il viso finalmente illuminato.
-Faith ti devo fare un annuncio. Sei di nuovo in carne ed ossa!-
-Sì?- chiese scettica la cacciatrice bruna. Si avvicinò allo specchio e finalmente vide riflesso il suo volto, i suo i capelli, a la sua nudità.
-Sono viva!-esclamò, poi si corresse-E sono anche nuda!-
-Sì ho notato!- disse entusiasticamente Willow: Faith si girò e la fulminò con lo sguardo.
-Ehm, prendi questi vestiti- rispose arrossendo e abbassando la sguardo- fai in fretta a vestirti non c’è altro tempo-
-Sarò un fulmine!-
Rapidissima Faith si vestì e si precipitò giù per le scale.
I vampiri erano entrati e Lorne stava lottando disperatamente con uno di loro che lo teneva per il collo. Senza perdere altro tempo Faith si precipitò sull’aggressore, lo strappò dalla presa, e incominciò a tempestarlo di pugni. Il vampiro cadde per terra tramortito. Un altro si fece avanti, ma Faith era scatenata, e lo mise per terra con uno dei suoi calci acrobatici. Infine si diresse verso uno che stava per mordere la ragazza, e gli riservò lo stesso trattamento del primo, poi gridò verso Willow:
-Un paletto presto!- Willow glielo lanciò, Faith lo prese al volo, si diresse verso il vampiro e prima che questi potesse dire o fare alcunché lo colpì proprio al centro del cuore.
-E’ come andare in bicicletta, non si scorda mai!- Gridò la cacciatrice.
Gli altri due vampiri guardarono allora la cacciatrice con un misto di sorpresa e paura
-Non è possibile!- esclamò uno dei due
-Cosa non è possibile, bello?- chiese Faith con quella aria noncurante che la faceva apparire alle volte completamente matta.
-Tu non puoi essere la cacciatrice: è morta, e la sua allieva è in fin di vita-
-Dici? Secondo me ti sbagli- replicò Faith un istante prima di colpirlo al cuore. Il vampiro si polverizzò. Il terzo vampiro allora, preso dal panico, fece per raggiungere la porta, ma qualcosa si frappose fra lui e la salvezza. Si trattava dell’ascia di Lorne, che il Demone verde aveva nel frattempo tirato fuori dall’armadietto senza farsi notare, e che si abbatté sul collo del vampiro, rendendolo inoffensivo in modo definitivo.
-Bambina, mai stato così felice di vederti!-
-Pure io!- rispose sorridendo Faith - Ma non è tempo di convenevoli - aggiunse guardando verso la porta dove un altro gruppo di vampiri faceva capolino.
-Adesso è venuto il momento di chiarire che non si può entrare se non si è invitati!-
-Già come è potuto accadere?. -Chiese Willow
-La ragazza, - rispose Lorne- Tra i vampiri c’era il suo George. L’ha chiamato e così…-
Ma intanto Faith si era avviata verso la porta e aveva ingaggiata una dura lotta coi primi malcapitati
-Sono piena di energia!- urlò la cacciatrice prendendone uno e sollevandolo in aria, prima di scaraventarlo lungo disteso nella Hall, giusto sotto l’ascia di Lorne.
Pur essendo in numero superiore i vampiri, di fronte a questo spettacolo, fecero dietrofront e cercarono la via di fuga.
Faith ne afferrò uno per il collo e lo trascinò dentro.
-Dimmi, quali sono le vostre intenzioni?-
-Nessuna, nessuna- rispose il vampiro terrorizzato.
-E come mai eravate qui, volevate bervi un drink, prima di andare a nanna?-
-Sì è così- rispose quello. Poi rendendosi conto che non era la risposta migliore aggiunse –No, non avevamo nessuna intenzione del genere, non io. Lo giuro!-
-Va bene faccio finta di crederti.-Faith non mollava la presa- Ma dimmi, se ti è cara la tua non vita, non è per caso che avete qualche altro piano?-
-Se te lo dico mi lasci andare?-
-Va bene, sputa!-
-Ho sentito dire che gli altri sono andati in cerca della cacciatrice…ehm, l’altra. Che vogliono fare un agguato.-
-Ah, -fece Faith- buono a sapersi-
-Mi lasci andare?-
-Certo!- rispose Faith mollando la presa. Il vampiro girò su se stesso cercando di allontanarsi nel più breve tempo possibile.
-Ehi tu! Lo richiamò Faith- mi sono dimenticata una cosa!-
Il vampiro si rigirò verso Faith.
-Sì? Cosa?-
-Questo!- il paletto colpì il vampiro riducendolo in polvere.
-Ma non avevi detto che lo lasciavi andare?- chiese Willow
-Avevo le dita incrociate- rispose Faith facendo spallucce.  –Mi piacerebbe parlare con voi un po’ ma devo andare dagli altri. Will, sai dove esattamente sono?-
-Esattamente no, ma dovrebbero avere fatto il boulevard-
-Prendo la mia moto-
-Ma veramente..-
-Cosa c’è che non va?-
-E’ stata venduta-
-Cosa? Avete venduto la mia moto?-
-Kennedy diceva che non le piaceva, e poi eri morta e poi le bici sono meno inquinanti e…-
-Sono meno veloci! E come faccio ad andare ora?-
-Puoi prendere la mountain bike di Kennedy-
-Va bene, meglio che niente. Adesso vado a salvare la mocciosa. Poi quando starà meglio la uccido di botte- Detto questo Faith inforcò la bici e iniziò a pedalare forsennatamente.
-Buona fortuna !- le gridò Willow. Faith non si girò nemmeno, ma le mostrò il medio alzato e continuò a concentrarsi sul pedalare, cercando di mantenere un ritmo costante.



Angel aveva aperto il bagagliaio della macchina, e frugava all’interno.-
-Cosa fai? Non credi che sia meglio rimettersi in carreggiata e portare via Kennedy?- lo rimproverò Connor.
-Abbiamo una ruota a terra. E poi ti sei dato un’occhiata attorno?- rispose Angel che aveva tirato fuori un badile e un martello di medie dimensioni.
-Siamo in un parco e la strada è lì che ci aspetta. Che altro c’è da guardare?-
-Tutta quella disco ti ha fatto perdere l’intuito del cacciatore, a quanto vedo. E quelli che sono, secondo te, cerbiatti?-
Angel aveva fatto cenno col capo indicando qualcosa alle spalle di Connor. Questi si girò e vide, tra i cespugli che separavano la decappottabile dalla strada, un paio di figure emergere, Si girò di scatto verso il padre ed esclamò- Vuoi dire che…-
-Non sono cerbiatti. Badile o martello?-s oggiunse mostrando i due utensili al ragazzo.
-Preferisco mantenermi leggero- rispose Connor afferrando il martello.
Due figure saltarono fuori dall’oscurità ma Angel e Connor erano pronti a combattere, e riuscirono, seppure a fatica, ad avere la meglio.
-Cambiamo la ruota?- chiese Connor
-Cambiamola!- ripose Angel tirando fuori il crick.
Tuttavia non fece in tempo ad iniziare il lavoro che la voce di Connor richiamò la sua attenzione
- Ne arrivano degli altri!-
Lo sguardo di Angel si indirizzò dapprima verso un gruppo di figure che avanzava con fare decisamente inquietante, e successivamente verso Kennedy, riversa sul sedile posteriore e che non dava apparenti segni di vita.
-Dobbiamo riparare in fretta questa gomma ed andarcene, o Kennedy non ce la farà e senza Kennedy…-
-Questa città sarà loro - concluse la frase Connor.
-Il problema è che rischiamo di non farcela nemmeno noi.-
- Serriamo le fila- ordinò Angel.
I due si misero schiena contro schiena, l’unica tattica possibile dal momento che i vampiri e i demoni avevano circondato lo spiazzo dove si trovavano.
-Quanti sono?- chiese Connor
-Sei, mi pare-
Sei, un numero non esorbitante, se Angel fosse stato il vecchio Angel, se Connor fosse stato al meglio della forma e se ci fosse stata una cacciatrice con loro. Kennedy, o Buffy o …Faith.
I primi due vampiri si fecero sotto ma il badile di Angel colpì con precisione e senza pietà.
Più difficile la situazione per Connor, ma la sua agilità gli consentì di colpire con il martello l’avversario ed Angel finì il lavoro decapitandolo.
Il secondo attacco fu più violento. I vampiri attaccarono in massa, e forse erano anche più dei sei che Angel e Connor avevano scorto.
Connor fu preso da due di loro per le braccia, cercò disperatamente di divincolarsi ma un terzo  lo afferrò per la testa e portò il collo di Connor verso i suoi denti acuminati.
-Berrò il sangue del figlio del vampiro rinnegato, al fine- disse con voce sepolcrale
-Non credo!-
Una voce alle sue spalle gli fece girare la testa.
Vide una giovane donna con una giacca di pelle semiaperta sul seno rigoglioso.
-Chi sei tu che turbi la vendetta di Thanatos, il più vecchio dei vampiri di Los Angeles?-
-Faith l’ammazzavampiri!-
-Cosa?-
Thanatos mollò la presa su Connor, e fece un cenno ai due che lasciarono Connor e si precipitarono verso Faith, che non si fece trovare impreparata. Accolse il primo con un calcio e scaraventò per terra il secondo. Intanto Connor, che non aveva capito bene cosa era successo aveva preso in mano il martello e si era messo ad aiutare Angel impegnato sull’altro fronte contro due vampiri.
-Abbiamo un’alleato!-
-E chi è ?-
-Non lo so, ma mi ricorda qualcuno-
Nel frattempo I due vampiri si erano rimessi in piedi, ma Faith, dopo la sua lunga permanenza nei panni del fantasma, era carica di energia e vogliosa di battersi. Non ci impiegò molto a mettere a tappeto il primo e questa volta a colpirlo col micidiale paletto.
Il secondo, esitò un attimo, perdendo il momento giusto per attaccare.
Il capo vampiro Thanatos lo incoraggiò ad attaccare, ma Faith fu più svelta, lo attaccò con decisione e lo impalettò senza lasciargli possibilità di fuga. Poi si voltò verso Thanatos.
-Allora, Hai capito chi sono?-
Thanatos la guardò con un misto di odio e ammirazione. Dall’aspetto si poteva dire che si trattava di un vampiro molto antico, e probabilmente, quando aveva detto di essere il vampiro più vecchio di Los Angeles non aveva mentito.
Avanzò verso Faith ma non con aria minacciosa.
-Adesso ti riconosco, tu sei Faith, la Cacciatrice Oscura-
-Vedo che sono famosa tra voi altri.-
Il vecchio vampiro fece quasi un sorriso, se così si poteva chiamare quella espressione grottesca che trapelava da sotto il suo orribile volto rugoso, poi fece un fischio, come quello che fanno gli allevatori che richiamano i cani, e i due vampiri che stavano lottando contro Angel e Connor si fermarono e arretrarono di qualche metro.
Angel e Connor stupiti si girarono a guardare quello che stava succedendo.
-Ero stato informato male, mi avevano detto che non eri più in città-
-Diciamo che sono stata per un po’ in vacanza- rispose Faith che non sapeva bene come interpretare questo strano atteggiamento da parte di questo temibile e sicuramente spietato avversario.
- A questo punto dovremmo batterci, ma vedi Cacciatrice, ci sono delle regole, e io voglio rispettare queste regole. Pensavamo che questa città potesse di nuovo essere nostra. Ma evidentemente non è ancora il tempo. Per stavolta non ci batteremo. Ma ci rivedremo presto-
Thanatos fece per andarsene via ma Faith gli si parò dinnanzi.
-Dove credi di andare? Io dico di batterci-
-Potremmo batterci, ma anche se tu vincessi, la tua amica morirebbe. E forse morireste tutte e due.
Ci hai pensato? Comunque decidi tu. Io non ho certo paura.-
Faith guardò verso la macchina, vide Angel e Connor sanguinanti e sentì con il suo udito di cacciatrice il gemito di Kennedy.
-Sta bene, per questa volta non ci batteremo, ma ti verrò a cercare presto, vampiro, e non sarà per raccontarti una favoletta-
-Ci conto, cacciatrice , ci conto.- rispose Thanatos, prima di avviarsi rapidamente in compagnia degli altri due verso il bosco del parco e scomparire alla vista.
Faith andò verso la macchina di Angel e guardò dentro. Vide Kennedy raggomitolata su se stessa e priva di sensi. Allungò la mano e le accarezzò la fronte.
-Povera Mocciosa, dovrei essere arrabbiata con te, ma non ci riesco-
Alzò poi lo sguardo e vide Angel.
- Angel!- esclamò prima di precipitarsi nelle braccia del suo uomo.
-Faith ma allora, sei tu, sei tornata, come è stato possibile?-
-Willow…poi ti spiego. Adesso non c’è tempo da perdere, dobbiamo portare Kennedy in ospedale. E pure voi due non siete conciati tanto bene- disse Faith accarezzando dolcemente anche Connor che si era avvicinato sorridente.


Il pomeriggio seguente era una splendida giornata. Il sole splendeva e riscaldava quella giornata autunnale. Willow era andata a trovare Kennedy in ospedale e Connor e Lorne erano impegnati a rimettere in ordine i locali. Per quella sera era previsto un pieno di pubblico.
La giornata era quindi ideale per quello che era stato il sogno di Faith nelle ultime settimane, anzi da quando era arrivata a Los Angeles senza più memoria e si era invaghita  e poi innamorata di Angel. Una giornata tutta con lui, e finalmente alla luce del sole, camminando per le strade mano nella mano, come due persone “normali”.
E così fu.
Angel e Faith si recarono in uno dei parchi cittadini più grandi, pranzarono in un simpatico ristorantino all’aperto, poi camminarono nel parco. Angel prese del cibo da dare alle anatre che starnazzavano e nuotavano nel laghetto artificiale, poi andarono alle giostre, ed Angel cedette alle insistenze di Faith di andare sulle montagne russe. Ad Angel venne un po’ di torcibudella , ma evitò di dirlo a Faith, sicuro che lei l’avrebbe preso in giro. Lei però lo capì e  lo prese un po’ in giro, ma in modo molto lieve, senza quel sarcasmo di un tempo.
Ad un certo punto Faith disse:- Angel, è stato bellissimo. Giuro, è una cosa che ho sempre desiderato. Ne abbiamo passate tante noi due. E ora ci pensi: finalmente tu sei un uomo, e io sono di nuovo viva. E sono in pace con me stessa. E‘ tutto così bello che sembra quasi un sogno.-
-E allora chiudi gli occhi, non vorrei che ti svegliassi- le rispose Angel.
Faith obbedì ed Angel la baciò.



Quella sera, la sala che un tempo era il ristorante dell’Hotel, ora adibita a karaoke e Dance Hall era affollata come non mai. Lorne intratteneva i clienti col suo solito misto di  humor e classe.
Ad un certo punto iniziò a cantare una vecchia canzone di Lou Reed
“ Just a perfect day, drink sangria in the park, and later when it gets dark we go home
Just a perfect day feed animals in the Zoo, then later a movie too”.
Faith si trovava tra la folla: finalmente assaporava il fatto di essere reale, poteva muoversi tra la gente, guardare i vestiti delle ragazze e farsi ammirare dai ragazzi, gustare fino in fondo la musica e la sangria miscelata da Angel nelle insolite vesti di barista.
Lorne la scorse, allora fece un cenno a Connor che era al Mix e questi bloccò la musica.
-Gentiluomini. Gentildonne- disse con quel suo fare serio e sofisticato al contempo-  Ci sono giorni in cui tutto ci sembra cascare addosso. Perché  qualcuno se ne è andato, e avremmo voluto che rimanesse per sempre con noi. Ci sono giornate che sembrano non finire mai, perché quel qualcuno ci manca e vorremmo che tornasse. E ci sono giornate che vorremmo che non finissero mai, perché quel qualcuno è tornato, ed il nostro cuore è pieno di gioia.-
- Oggi è uno di quei giorni, ed è un giorno perfetto, come cantava il vecchio Lou, perché una nostra amica che ci aveva lasciato, e pensavamo non sarebbe più tornata, è di nuovo qui con noi.-
A quel punto Lorne guardò verso Faith, e a Faith venne quasi un colpo per l’emozione
-Signori e Signore, un applauso per Faith, che è di nuovo con noialtri, la crew dell’Hyperion Hotel! -
Lorne fece un cenno a Faith di salire sul palco, e lei, dopo un attimo di esitazione, si lanciò con tutta la sua ritrovata energia verso le luci della ribalta.
Un applauso di incoraggiamento la accolse. A Faith sembrò un sogno.
La musica ripartì. Faith guardò smarrita Lorne, non conoscendo bene le parole della canzone, anche se Lou Reed le piaceva, e il demone le sussurrò – Basta che leggi sullo schermo e segui l’aria-
“Oh such a perfect day, you just keep me hangin’ on. You just keep me hangin on”
Just a perfect day, you make me forget myself, I thought I was someone else, someone good”
“Oh such a perfect day, you just keep me hangin’ on. You just keep me hangin on”
I due avevano eseguito un perfetto duetto, e l’applauso scrosciante della piccola folla sottolineò la perfezione dell’esecuzione.
-Grazie, grazie, siete tutti molto gentili- disse Faith emozionatissima, con la felicità che le sprizzava fuori da tutti i pori della pelle. Tutta la strana situazione delle ultime settimane da fantasma le sembrava ormai lontanissima, ma ancor più lontana le sembrava tutta la sua storia, il suo passato a Boston, le sue esperienze infelici come cacciatrice al servizio del male a Sunnydale, il rimorso e la dannazione, la lunga e sofferta strada per la riabilitazione.
Oggi era il giorno del suo trionfo, della sua totale riabilitazione. Tutta quella gente che la applaudiva lo dimostrava.
Aveva ragione Lorne, e anche il buon, vecchio Lou Reed
“Just a Perfect day” un Giorno Perfetto.



Intanto nella cantina dell’Hyperion stava succedendo qualcosa. Un barattolo cadde, poi venne rovesciata una vecchia bottiglia vuota. Un gatto o forse un grosso topo avrebbero potuto essere la causa ci tutto ciò.
Era qualcosa di strano e misterioso,, una forma indefinita, non più spirito ma non ancora uomo, qualcosa che vibrava di rabbia ed odio, qualcosa che aveva la volontà ma non ancora i mezzi per tornare alla luce.
Le note del Karaoke arrivarono nella umida cantina e per tutta risposta si udì una specie di gorgoglio. Un gorgoglio che era difficile considerare una voce, ma che tuttavia era, a chi avesse avuto un udito molto fine,  abbastanza intellegibile.
Questo gorgoglio crebbe di intensità e alla fine , divenne quasi comprensibile.
Una frase sola, breve, smozzicata ma dal significato inequivocabile
- Avrò la mia vendetta, cacciatrice-

 

FINE DELL’EPISODIO



 
   
 
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