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Autore: yasiacrazyland    23/11/2018    0 recensioni
Taye, a soli diciotto anni, è costretta a lavorare per mandare avanti la sua vita complicata. Di fatto, con una madre poco presente e due sorelle impegnate nello studio, si ritrova sola ad affrontare la scomparsa di suo fratello Miles. Lui era la persona che ammirava più al mondo.
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il mondo era pieno di rumore. Non era una melodia e nemmeno una cacofonia di suoni abrasivi, solo rumore che risuonava nelle orecchie. Il mondo era anche crudele, nella forma di un sorriso dagli occhi chiari.

Taye non era mai riuscita a camminare via dal rumore, dalle voci che chiamavano e le dicevano cosa era suo compito fare, ma sapeva che quel preciso compito non era suo. Così in quel momento camminò via, semplicemente via, come aveva fatto in passato davanti a situazioni simili. Non le importava essere una codarda, non le importava cosa pensassero gli altri, era semplicemente troppo piena di cose che aveva il dovere di fare e non poteva aggiungerne altre. Quello da cui aveva camminato via non era suo, non doveva sentirsi in colpa. Non voleva che fosse suo. L’ultima affermazione era falsa. Lei voleva che fosse suo ma era trop- “Taye va tutto bene?”

Al era un’altra cosa di cui lei non era responsabile, lui era neutro. Non aveva nessun dovere verso di lui, non ne aveva bisogno e le andava bene. Le andava bene di non avere doveri verso nessuno se non verso la sua famiglia. Loro erano già abbastanza, loro erano già troppo.

Qualcosa di bagnato le toccò la pancia facendole poggiare a terra l’oggetto che teneva in mano. Aveva un problema, e non era solo il sugo che permeava la sua camicia. Non era riuscita a svolgere il suo dovere, le piaceva il suo lavoro e le responsabilità che comportava ma aveva appena camminato via con in mano il piatto di un cliente, che si trovava per terra. Era ormai immangiabile.

Al le tornò accanto insieme a Cherry che le prese la mano, tirandola via dalla sua pancia sporca.

“Hey piccola, cosa è successo?” Chiese sussurrando.

“Ho rovinato un piatto, mi dispiace.”

Cherry si sistemò le corte ciocche bionde dietro le orecchie prima di gattonare più vicino. Le appoggiò la testa sulla spalla, intrecciando le dita di una mano con una delle sue e cingendola alla vita con l’altra. “E poi, cos’altro è successo?”

“Ho sporcato la camicia, non andrà più via.”

Al annuì e prese il piatto da terra, e solo allora Taye si rese conto che non stava annuendo a lei.

Il respiro caldo di Cherry le accarezzava la fronte, proprio come un tempo aveva fatto quello di Miles. “Non vuoi dirmi cos’è davvero successo?”

“Non ho portato a termine l’ordine, ho fatto arrabbiare dei clienti.” Lei le rispose senza muoversi, le sensazione morbida dell’abbraccio che la avvolgeva.

L’altra le stava per rispondere quando le porte verso la sala si aprirono e qualcuno senza uniforme entrò. Lui le individuò subito e con un poco di esitazione si accovacciò di fronte a loro. Taye cercò di nascondere il proprio stomaco, anche se non era sicura di quanto la macchia nascosta diminuisse il suo stato di imbarazzo, seduta per terra contro il muro della cucina. Gli occhi di lui sarebbero probabilmente stati pieni di compassione e forse lo erano, ma lei non lo sapeva perché era riuscita a sollevare lo sguardo solo fino alle sue labbra, non vi vide nessun sorriso.

Cherry la strinse ancora di più diminuendo lo spazio tra i loro corpi, Taye non aveva comunque intenzione di muoversi. I tre rimasero in silenzio per un po’ nell’ambiente indaffarato, fino a quando qualcuno non andò addosso a lui facendolo di conseguenza quasi cadere addosso a Taye. Lei si ritrasse e lui si affrettò a ripristinare il proprio equilibrio, spostandosi più a lato per non essere d’intralcio. Erano allora tutti coperti dal piano di preparazione, schiacciati contro la parete.

Lui si schiarì la voce, ma parlò piano. “Mi dispiace, non volevo che tu… venissi ferita.”

Taye fece di no con la testa, sfregandola così contro la guancia di Cherry, e sperando che fosse una risposta sufficientemente adeguata.

Lui però continuò a parlare. “Mi rendo conto che ho calcolato male la situazione e mi sento molto in colpa per il fatto. Non volevo che le mie parole suonassero” prese in respiro “in quel modo.”

“Va bene così, non si deve scusare signore, è stato un errore mio.”

Lui corrugò la fronte in risposta.

“Ma cosa diavolo è successo?” Taye si stupì che Cherry si fosse trattenuta fino a quel momento.

Lui si sistemò meglio sedendosi definitivamente sul pavimento. “Io e il mio amico abbiamo gestito in modo indelicato una situazione che ho creato, e le abbiamo causato disagio.”

“A me pareva che la steste umiliando.”

“Non era nostra intenzione, sicuramente non mia.” Si abbassò per catturare lo sguardo di Taye. “Mi dispiace davvero tanto.”

Lui si guardò attorno rendendosi conto che molti li stavano fissando. “Lasciami rimediare in qualche modo.”

Cherry tirò verso di se Taye, facendola allontanare da lui. “Potreste andarvene, o inginocchiarvi in mezzo al salone e chiedere scusa lì.”

Un rumore come l’inizio di una risata gli scappò prima che si inclinasse ancora più in avanti toccando leggermente il braccio di Taye. Del calore si propagò da quel punto. “E’ un qualcosa che vorresti che facessimo?”

Lei scosse la testa, immaginando l’ulteriore imbarazzo che avrebbe ricevuto da una situazione del genere.

“Allora lascia che faccia qualcos’altro.”

Lei scosse la testa di nuovo.

Cherry gli fece segno con la mano. “Okay, puoi anche andare via adesso, ciao.”

“Potrei, ma insisto a rimediare.”

Taye quasi percepì l’occhiataccia che gli indirizzò Cherry.

“Perchè non porto qui il mio collega Charlie, così può chiedere anche lui scusa in un modo appropriato, potrebbe anche strisciare. E poi potremmo trovare un modo di rialzare il morale a te, e rimediamo anche alla camicia.”

Taye finalmente incontrò il suo sguardo volontariamente e lui le sorrise.

Porgendole la mano le chiese “Ti aiuto ad alzarti?” e lei istintivamente fece scivolare la mano sul palmo caldo di lui.

Cherry si alzò con lei e quando furono in piedi lei si coprì nuovamente la pancia. Lui spostó gli occhi per un momento sulla macchia ma non commentò prima di uscire velocemente dalla cucina.

Al si avvicinò a loro guardando ancora preoccupato Taye. “Hey, ci hai fatti preoccupare.”

“Onestamente non so come spiegarlo.”

Al si spostò per far passare qualcuno e poi sembró quasi voler abbracciarla, ma si trattenne. La sua pelle scura si tinse leggermente di rosso quando vide entrare i due uomini in cucina. Si spostò leggermente davanti a Taye e Cherry, e strinse i pugni.

“Quindi cosa è successo? Perché non so davvero se voglio lasciarvi parlare con Taye.”

Il biondo, Charlie, contorse il proprio viso nell’inizio di una risata ma ricevette una gomitata dal moro.

“Mi rendo conto che non ci siamo ancora presentati, io sono Owen e lui è Charlie e siamo qui per chiedere scusa.”

Al non si spostò e Taye sorrise leggermente alla sua schiena, sembrava così maturo e sicuro, nonostante la sua figura secca.

Owen si passó una mano alla base del collo, spettinando i capelli scuri, e si sistemó la giacca.

“Io… ho provato a chiedere informazioni a… Taye? Volevo solo… il punto è che non ci aspettavamo che fosse così tanto giovane.” Si permó guardando Charlie che non aveva ancora alzato lo sguardo da terra. Quando questi si rese conto della pausa sollevò la testa continuando il discorso. “E siamo stati indelicati perché era inaspettato, abbiamo provato a scherzarci su ma… non è stata la migliore delle idee.” Si inclinó leggermente per vedere oltre ad Al. “Dispiace davvero tanto anche a me.”

Lei abbozzò una sorta di sorriso. “Va bene.”

Tutti si girarono a guardarla, la sua voce era stata a malapena udibile.

“Forse l’ho presa un po’ troppo male, accetto le scusa.”

Cherry udibilmente prese fiato. “Stai scherzando? Nel mio libro quello non era reagire male, quello era un totale attacco di panico.”

Taye si sentì calda sulle guance ma non poteva negarlo. Tutti la stavano guardando e lei si concentrò sull’attività in cucina. “È solo che non vedo perché dovremmo farne un problema più grande di quello che è.”

Cherry la abbracció squittendo e Al si spostò con la fronte corrucciata rivolgendosi ai due uomini. “Taye ha diciotto anni, cosa vi da il diritto di prenderla in giro?”

Loro si guardarono a vicenda e Owen parlò. “Assolutamente niente, è solo che ne abbiamo ventisette e la differenza di età…”

Cherry si spostò da Taye dandole finalmente spazio per respirare. “In effetti è una bella differenza per voler fare cosa esattamente?”

Charlie si mise a ridacchiare guardando Owen. Questi arrosí leggermente ma sorrise. “Mi sarebbe piaciuto, o mi piacerebbe ancora, chiedere a Taye di permettermi di portarla fuori.”  Infiló le mani in tasca. “Solo se ovviamente vuoi, e sei disposta a sopportarmi per un intero pomeriggio.”

Tutti si concentrarono di nuovo su di lei e a Taye cominciava a non piacere quella dinamica. Il suo istinto le diceva di no, anche solo perché era circondata da troppe persone. Inoltre le pareva una cosa davvero complicata, e non aveva idea di cosa avrebbero parlato.

Lui la esaminó da sotto le ciglia. “Per favore?”

“E dove è finita la differenza di età?”

Lui parve rilassarsi un po’. “Cercherò di non annoiarti con la mia vecchiaia.”

Charlie alzó la mano, come se si trovasse ancora a scuola. “Io pagherò qualunque cosa mangerai, siccome ho degenerato parecchio la situazione.”

Il rumore stava tornando. “No no, non de-”

“No infatti, devo pagare io, è compito mio.”

Cherry intervenne con voce indignata. “È totalmente in grado di pagare da sola.”  

Owen mise il mento in avanti. “Certo che sì ma non significa che debba.”

Cherry stava per ribattere quando Charlie mise un braccio davanti a lei per fermarla. “Prima di discutere certi argomenti delicati la qui presente…” E guardò Taye con con gesto incoraggiante.

“Taye.”

“... Taye, nome particolare, deve ancora accettare la proposta.”

“Vero, mi dispiace Taye, stavo già presupponendo che avessi accettato la mia proposta, è stato arrogante.”

Cherry sbuffò. “Molto.”

Owen strinse leggermente le labbra ma i suoi occhi pallidi catturarono Taye. Le sorrise con gli angoli della bocca, il labbro inferiore più in avanti e gli occhi più spalancati del normale. Le stava facendo la faccia da cucciolo.

Lei non riuscì a trattenere una risata e annuì d’istinto.

Charlie sfregò le mani in modo cospiratorio. “Perfetto, adesso ci dovremo scervellare su cosa organizzare per il vostro appuntamento.”

Al sospirò e Cherry la abbracciò per ancora un istante prima di lasciarla andare. Spostò di peso Charlie e, a voce inappropriatamente alta, sentenziò trionfante. “E comunque, loro non sono gay!”

 
   
 
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