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Autore: yasiacrazyland    01/12/2018    0 recensioni
Taye, a soli diciotto anni, è costretta a lavorare per mandare avanti la sua vita complicata. Di fatto, con una madre poco presente e due sorelle impegnate nello studio, si ritrova sola ad affrontare la scomparsa di suo fratello Miles. Lui era la persona che ammirava più al mondo.
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Doveva essere triste l’esistenza di una creatura confinata nel luogo in cui essa sviscerava i passanti. Era ancora più maledetta la sua sorte quando chi la osservava, a distanza di sicurezza, conosceva il suo passato e quello che era stata un tempo. Il rimpianto era uno dei pochi sentimenti che Minta Loucas comprendeva appieno e si domandava se l’ombra alla finestra ne provasse.

Lei comunque non aveva di certo intenzione di entrare in casa ma doveva avvicinarsi per riuscire ad arrivare al giardino nel retro. Si avviò sul ciottolato sperando di non rovinarsi le scarpe nuove e pensando a quante storie spiacevoli, e film di cattivo gusto, si potrebbero evitare seguendo l’istinto. La casa è infestata? Non entrarci. Ci è morto qualcuno prima? Non entrarci. è umida? Non entrarci. Era così facile.

I passi di Minta erano accompagnati dai graffi sul vetro di qualcuno che disperatamente cercava di uscire, come un gatto chiuso in una stanza. Lei sostò ma sapeva di non doversi fermare, ignorare le sue visioni era la cosa migliore. Ecco cosa doveva ricordarsi, erano solo visioni. Tranne quando non lo erano. Continuò a camminare.

Il giardino della piccola casa di periferia era ordinario, circondato da un’alta staccionata che lo divideva da quello dei vicini. L’unica cosa degna di nota era il vecchio albero che, come ogni cosa vecchia, domandava attenzione con la sua figura storta.

Minta si fermò in mezzo all’erba e sperò di non aspettare a lungo, mentre richieste di aiuto cercavano di attirare la sua attenzione da dentro la casa. In quel momento ogni sentimento di empatia che poteva aver provato per la creatura scomparve, i mostri non dovevano essere deboli. E quelli che fingevano di esserlo erano i più pericolosi

Tirò fuori dalla borsa il telefono e lo controllò ma, nonostante i numerosi messaggi, non ne aveva dai propri figli. Lo rimise indietro e sollevò un piede togliendo il tacco dalla terra morbida in cui era sprofondato.

La casa si era fatta silenziosa, o quasi, con solo alcuni fruscii occasionali che potevano anche essere opera del vento. Sì, certo, vento dentro una casa chiusa.

Voleva fissare con anticipazione l’albero ma a ogni suo incontro la lettera le era stata consegnata in un modo inaspettato. L’albero era quindi un’opzione troppo ovvia.

Alzò allora lo sguardo verso il cielo immaginando dove fosse suo figlio. Taye credeva che a lei non importasse ed era giusto così, lei era ancora giovane. Minta però aveva imparato la sua lezione e non si aspettava che quella volta sarebbe andata diversamente da tutte le precedenti sparizioni. Quello però non le impediva di immaginarsi scenari migliori, in cui i suoi figli fossero al sicuro e felici.

Un rumore forte dietro di lei la distrasse dai suoi pensieri, la creatura riposatasi abbastanza da ricominciare a molestare la casa. La borsa in spalla le stava diventando pesante, forse non aveva davvero bisogno di portarsi in giro tutti quei trucchi.

Qualcosa le sfiorò la schiena e lei corrugò la fronte, la cosa dentro la casa non doveva essere in grado di uscire fuori. Si voltò ma non vide niente e per un momento colse con lo sguardo gli occhi dietro la finestra. Le venne allora in mente di controllare la borsa che le era diventata davvero molto più pesante, di solito i messaggeri che la incontravano cercavano di avere meno contatto possibile con lei.

Qualcuno doveva essere orgoglioso del grado di asocialità del messaggero perché lei ci aveva visto giusto, una lettera e un pacco erano stati infilati oltre la zip aperta. Minta cercò di mantenere la calma e iniziò a camminare via lentamente. Non appena la sua macchina fu nella sua visuale non si trattenne più e iniziò a correre. Era un’impresa difficile con i tacchi ma non impossibile.

Appena dentro, seduta dietro al volante, chiuse il veicolo. Con un lungo respiro aprì la scatola, in legno pesante, e vi trovò un piccolo insetto rosso. Esso appariva incastonato in una pietra trasparente che era un ciondolo, attaccato a una catenella. Nonostante l’effetto complessivo fosse bello veniva intaccato dalle zampe dell’animale che si muovevano con panico.

Minta richiuse la scatola e aprì la lettera.


Per Minta,

come richiesto dalle Signore sto scrivendo la mia periodica lettera. La collana è un regalo che spero tu apprezzi, Mi è stato infatti riferito che alle donne umane piacciono i gioielli, anche se credo sia un tratto comune a femmine di molte specie.

Anche se a te, credo, non è permesso rispondere alle mie lettere sono felice del fatto di avere una sorta di amica. Ribadisco il desiderio di incontrarci un giorno, così potrò finalmente vedere che aspetto hai. Onestamente ho sempre desiderato interagire a voce con te e sto già pensando a cosa mandarti la prossima volta.

Qui va tutto bene, le signore sono molto impegnate ultimamente ma suppongo sia stagione. Vorrei dirti di più ma è complicato capire cosa mi è effettivamente permesso dirti e cosa no quindi ti saluto. Indossa la collana.

Con affetto,

il tuo amico dell’Altro Lato


Minta ripiegò la lettera e la rimise nella busta. Girò poi la chiave per far partire la macchina e si diresse verso casa. Il suo lavoro la stava aspettando.

 
   
 
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